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Autore: Kimly    16/08/2021    2 recensioni
Non c'è niente di più pericoloso che scommettere contro Blaise Zabini, ma Pansy Parkinson ama correre il rischio.
[Partecipante al contest "Ad ogni libro, una storia" indetto da Bella Black su EFP forum]
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Shonen-ai | Personaggi: Blaise Zabini, Pansy Parkinson, Serpeverde | Coppie: Blaise/Pansy
Note: Lime | Avvertimenti: nessuno | Contesto: II guerra magica/Libri 5-7, Dopo la II guerra magica/Pace
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SCOMMETTIAMO?

 

 

«Scommettiamo?»

È quello che deve aver detto Blaise a Daphne, quando la ragazza gli ha imposto di stare lontano dalla sua amica.

Pansy si è messa a ridere, dopo che Daphne le ha parlato della scommessa. Una delle solite scommesse di Blaise, quelle impossibili da vincere, se non da lui.

Il ragazzo ha voluto mettere alla prova se stesso, unicamente per provocare Daphne e il suo desiderio di proteggere Pansy.

Pansy, che è stata scaricata qualche settimana prima da Draco Malfoy.

Pansy, che non ha bisogno di perdere la testa per un altro ragazzo, il quale avrebbe potuto gettarla via al primo malumore.

Blaise Zabini, però, scommette da sempre con tutti.

È come un gioco per lui. E Pansy l’ha sempre trovato divertente, quasi intrigante. Un innocuo passatempo che la stuzzicava durante i momenti di noia.

Pansy ha davvero apprezzato la determinazione di Daphne nel volerla mettere in guardia.

Anche adesso la può quasi immaginare, con il suo cipiglio deciso e le braccia incrociate, proibire a Blaise di provarci con lei.

È stato come sfidarlo. E chi sfida Blaise, perde sempre.

«Buona, Pansy» le dice il ragazzo, passandole la lingua lungo la pancia scoperta, fino a lambirle l’ombelico. «Non vorrai mica che ci sentano».

Pansy si morde le labbra, mentre Blaise scende sempre di più e le lancia uno sguardo soddisfatto di chi sa di aver vinto un’altra volta.

Il dormitorio è vuoto, ma la Sala Comune è piena di studenti. Non possono far troppo rumore.

Il pensiero di lei va a Daphne e a cosa le avrebbe detto, se l’avesse vista in una situazione del genere.

Comprende il desiderio dell’amica di volerla proteggere, ma quello che Daphne non sa è che Pansy non ha alcun bisogno di protezione.

Ha bisogno di amore, di calore e di passione.

Daphne ritiene che sia degradante essere il premio di una stupida scommessa, Pansy è convinta che sia meraviglioso essere desiderata a tal punto.

Forse, l’amica è semplicemente invidiosa. Theodore Nott sembra un amante piuttosto freddo.

Al contrario di Blaise, che è sempre stato famoso per le sue doti a letto.

Pansy non ha mai confessato a nessuno il suo desiderio di constatare di persona l’autenticità di quelle voci e, in fondo, Blaise è sempre stato un ragazzo carino.

Non come Draco, certo, ma sicuramente meno umorale.

Blaise l’accoglierebbe sempre nel suo letto. Non l’abbandonerebbe mai per piagnucolare sulle sorti del proprio padre ad Azkaban, come Draco continua a fare dall’inizio dell’anno.

Mentre Blaise le apre le gambe e le abbassa le mutandine, continuando a fare giochetti con la lingua, Pansy si chiede con quante persone abbia fatto pratica. È davvero di un altro pianeta.

La ragazza stringe il lenzuolo, provando a contenere i gemiti, proprio mentre è lì lì per cedere.

«Oh, no, mia cara, non crederai sia così facile, vero?»

Pansy coglie lo sguardo divertito di Blaise. Ha in mente qualcosa, di sicuro.

Le si avvicina alla bocca e la bacia con un’irruenza tale da mandarla su di giri.

«Blaise…»

«Ho anni e anni di fantasie da sfogare, Pansy» la ferma lui, leccandole le labbra. «Anni in cui ti ho immaginata in mille modi diversi. Non durerà poco».

Blaise la sfida con gli occhi ad andarsene, ma Pansy non è disgustata da quelle parole. Non le importa nulla delle perversioni di Blaise, vuole solo che non smetta di toccarla neanche per un secondo.

Allunga una mano per infilargliela nei pantaloni, sollevando appena l’elastico delle mutande, giusto quel poco che basta per sfiorargli appena la pelle scura.

«Abbiamo tutto il pomeriggio, no?»

 

 

 

~

 

 

 

«Scommettiamo?»

È quello che Blaise dice a Pansy qualche giorno dopo, quando la ragazza gli fa capire che non succederà più.

È finita da poco con Draco e lei vorrebbe davvero recuperare il loro rapporto.

Essere al braccio di un Malfoy le dava un lustro che non poteva avere accanto a uno come Blaise.

Pansy vede la furia negli occhi del ragazzo e per la prima volta teme la reazione che potrebbe avere. Blaise non è abituato a perdere.

«Draco non tornerà con te».

«Non puoi saperlo» afferma lei, provando a non ascoltare la voce nella sua testa che le ripete quelle parole. «Ha bisogno di avere qualcuno vicino».

«E chi dice che voglia te?» replica Blaise, con il chiaro intento di ferirla. «Ha un nuovo cagnolino che gli sta dietro».

Pansy sa che sta parlando di Astoria, la sorella di Daphne. La ragazzina ha sempre avuto una cotta per Draco, ma lui non l’ha mai degnata di uno sguardo; e Pansy crede che continui a non farlo, ma, come sempre, le parole di Blaise fanno centro e mettono in dubbio tutto ciò in cui crede.

«Draco ha bisogno di me».

«No, tu hai bisogno di me!»

È vero.

Quello che è iniziato come un gioco – ed è proseguito come un pomeriggio di svago – le ha smosso qualcosa dentro che non riesce a definire. È qualcosa che non ha mai provato prima, neanche con Draco.

È più che desiderio.

È la necessità incontrollabile di cercare sempre Blaise con lo sguardo – a lezione, durante i pasti, prima di andare a dormire – e di sapere che è lì, pronto per lei, se solo Pansy avesse voluto allungare una mano e prenderselo.

È un sentimento che le fa paura, perché conosce la propria natura e conosce quella di Blaise. Sono uguali, loro: disposti a fare di tutto pur di ottenere quello che vogliono.

«È stato divertente» ammette allora Pansy, sperando di placare l’animo di Blaise. «Davvero, è stato… bello…, ma non capiterà più. Tu tornerai a divertirti con il tuo harem di amanti e io tornerò con Draco. E avremo vinto tutti».

Blaise fa una mezza risatina ironica.

«Mi conosci abbastanza bene da sapere che nessuno, nessuno, può scappare dal mio harem».

 

 

 

~

 

 

 

«Scommettiamo?»

È quello che Pansy sente dire a Blaise, mentre parla con Draco nel dormitorio dei ragazzi.

«Se ogni tanto provassi a guardarla, lo vedresti scritto nei suoi occhi» continua lui e Pansy si chiede se Blaise si renda conto di quanto il suo tono sia gongolante. «Te lo devo dire, la tua gattina ha le unghie ben affilate».

«Perché me lo stai dicendo?» chiede Draco e Pansy si sporge oltre la porta socchiusa, provando a scorgere lo sguardo del ragazzo. «Non mi interessa chi ti porti a letto».

«Nel caso ti venisse in mente di voler tornare con lei» chiarisce Blaise e la ragazza vorrebbe entrare per protestare, ma non riesce a muovere un muscolo.

Blaise ce la sta davvero mettendo tutta per averla solo per sé e questa cosa le provoca dei brividi lungo la schiena. È un impegno che andrebbe premiato, non scoraggiato.

«Non hai bisogno di Pansy».

La ragazza spera di udire il dissenso di Draco, ma lui non dice nulla, continuando a guardare Blaise con uno sguardo che colpisce profondamente Pansy.

Forse, Draco non ha bisogno di lei, ma sicuramente ha la necessità che qualcuno gli stia accanto. Negli occhi grigi del ragazzo, coperti dal solito velo di indifferenza e disgusto, scorge una fragilità che non aveva mai visto prima.

Cosa gli sta succedendo?

Draco si tocca il braccio e Pansy non comprende se sia un tic che non ha mai notato, oppure un gesto di disagio causato da quella conversazione.

Blaise è troppo intelligente per non aver compreso che Draco ha un disperato bisogno d’aiuto, ma glielo sta negando. E lo sta facendo solo per avere lei.

Per quanto le dispiaccia vedere il suo ex ragazzo in quelle condizioni, non può fare a meno di sentirsi sempre più attratta da Blaise, dal suo modo di fare e dal suo essere così sicuro di sé e dei suoi desideri.

«Hai altro da dirmi?» domanda Draco, lo sguardo indurito, mentre la fragilità che Pansy aveva visto poco prima sembra scomparire all’improvviso.

«Mh, sì. Ti converrebbe stare lontano da tutti noi per un po’» dice Blaise, come se non fosse evidente la richiesta di soccorso dell’amico. «Finché non torni in te, almeno».

«Patetico» commenta Draco, arrabbiato. «Sono io che voglio starvi lontano, non il contrario».

Blaise fa spallucce. Per sfidare Draco in quel modo, deve essere molto coraggioso.

O molto stupido.

«Come vuoi. Comunque vada, ho vinto io».

 

 

 

~

 

 

 

«Scommettiamo?»

È la domanda che Blaise fa a Theodore, sfidandolo con uno sguardo divertito.

Pansy sente tutto e capisce chi le ha scritto il biglietto, che le dava appuntamento nel dormitorio dei ragazzi proprio a quell’ora.

Blaise ne ha inventata un’altra delle sue.

«Non è possibile». La voce di Theodore è bassa, ma Pansy percepisce tutto il suo dolore. È come se Theodore stesse urlando disperato.

«Oh, no, è tutto vero» continua Blaise. Stranamente, non è divertito. «Vi eravate lasciati e io le ho solo dato un po’ di conforto».

«Non vedevi l’ora di metterle le mani addosso, vero?» chiede Theodore, non nascondendo l’astio che prova nei confronti di Blaise. «Daphne era ferita e tu…»

«Me ne sono approfittato? Non ho obbligato nessuno, Nott. Lei si è divertita tanto quanto me».

Pansy trattiene il respiro, quando vede Theodore prendere per il colletto della camicia Blaise, con il chiaro intento di tirargli un pugno. Non lo fa, ma si avvicina ancora di più per dargli un bacio sulle labbra.

Blaise fa aderire i loro corpi per pochi secondi, prima che Theodore lo lasci andare.

«Hai ottenuto quello che volevi. Ora vattene».

Un’altra scommessa, pensa la ragazza, tentando di ignorare la gelosia che ha provato durante quello scambio di effusioni.

Blaise è andato a letto con Daphne.

Blaise ha baciato Theodore.

Pansy sente il fastidio crescere dentro di lei.

No, non è fastidio. È furia.

Blaise è suo.

E lei ha sempre odiato condividere le proprie cose.

 

 

 

~

 

 

 

«Scommettiamo?»

Quella domanda Pansy l’ha sentita spesso durante gli anni ad Hogwarts, ma non credeva che Blaise avesse deciso di continuare con le sue scommesse.

«Non ho voglia di giocare» afferma lei, decisa. Ha provato quel discorso a casa, davanti allo specchio, e crede di aver raggiunto una sicurezza tale da riuscire a metterlo alle strette.

«Ma perché? Tu ed io adoriamo giocare». La nota maliziosa è particolarmente incisiva e Pansy sente il solito brivido d’eccitazione lungo la schiena.

La relazione fra lei e Blaise dura da un paio d’anni, oramai, ma Pansy inizia a volere di più.

Il fidanzamento di Draco e Astoria le ha aperto gli occhi su quello che desidera davvero.

È innamorata di Blaise.

Non sa neanche lei come sia successo, né quando sia successo, l’unica sua certezza è che non potrebbe mai fare a meno di lui e del suo modo di amarla.

«Cosa c’è di male nel matrimonio?» insistette lei, provando a risultare risoluta. Non lo è. È spaventata, perché sa che non ha alcuna possibilità di vincere.

Blaise le fa un sorriso irriverente, sorseggiando il suo Whisky Incendiario, come se la conversazione non lo riguardasse.

«Non c’è nulla di male» spiega lui, non scalfito dal tono deciso di Pansy. «Ma non fa per me. Non fa per noi».

«Tu non sai cosa voglio».

«No?» Blaise la guarda e Pansy vorrebbe stringerlo a sé, ma resiste alla tentazione. «Il matrimonio è la tomba dell’amore. Diventeremo noiosi e tristi. È fatto per persone come Draco e Astoria, o come Daphne e Nott, ma non per noi».

«D’accordo, ma almeno pretendo l’esclusività. C’è troppo traffico in questo rapporto».

«Lo sai che tu sei l’unica costante della mia vita. Gli altri sono solo dei passatempi temporanei. Mi sembra che anche tu ti diverta altrove, a volte».

Pansy vorrebbe dirgli che nessuno è come lui, ma il suo orgoglio le impone di stare in silenzio.

«Non ti basta essere l’unica che non posso permettermi di perdere?»

La ragazza ne è lusingata, perché sa che Blaise non mentirebbe mai.

È subdolo, manipolatore, ma non è un bugiardo. O, almeno, non lo è con lei.

«Allora, facciamo questa scommessa, o no?»

«So già che sarà una scommessa stupida».

«Facciamo così» afferma lui, posando il bicchiere sul tavolo e alzandosi per avvicinarsi a lei. «Se dovessi vincere tu, ti darò quello che vuoi. Ti sposerò».

«Davvero?» domanda Pansy, spalancando gli occhi nocciola.

Blaise la bacia d’impulso, allungando una mano sotto la camicetta per stringerle il seno. Pansy non trattiene un gemito, mentre il ragazzo le tira un capezzolo e le morde le labbra.

«Non posso resistere a quegli occhioni da cerbiatta» le sussurra, prima di lasciarla andare.

«Perché non continui allora?» domanda lei, allungandosi per restituirgli il bacio. Poi, si avventa sul suo collo e sente Blaise ridere.

«Cosa c’è?» chiede Pansy, indispettita.

«E tu vorresti rinunciare a tutto questo per uno stupido anello e un inutile pezzo di carta?»

«Qual è la scommessa?»

Non le interessano le opinioni di Blaise. Pansy vuole esattamente quello che Daphne e Astoria possiedono da anni.

«Quello che lega me e te è più forte di quello che lega Draco e Astoria, o Daphne e Nott. Te lo proverò» spiega Blaise, stringendole la vita.

«Come?»

«Basterà il mio intervento per sgretolare le loro relazioni fasulle».

«Non riuscirai mai a separarli. Astoria ha cambiato Draco e Theodore farebbe qualsiasi cosa per Daphne».

«Mh, vedremo» dice Blaise, con un sorriso. È evidente: ha già in mente qualcosa. «Se vincerai tu, mi avrai tutto per te».

«E se vincerai tu?»

«Rimarrà tutto esattamente com’è… E smetterai di trovare un modo per mettermi il cappio al collo».

La ragazza pensa a Daphne. E ad Astoria, a Theodore e a Draco.

È davvero disposta a scommettere sulla felicità dei suoi amici?

Sì, risponde a se stessa.

Sì, se il premio in palio è Blaise.

 

 

 

~

 

 

 

«Scommettiamo?»

Pansy è sconvolta quando sente quella domanda, posta all’improvviso da Blaise, nel bel mezzo di un normale pomeriggio d’estate.

Il salotto di casa Zabini piomba nel silenzio, mentre Theodore e Daphne si scambiano occhiate confuse.

Draco non accenna ad abbassare lo sguardo, incatenato a quello di Blaise, che sul viso sfoggia il suo sorriso da predatore.

Pansy cerca di capire la strategia del ragazzo, mentre Astoria è semplicemente paralizzata.

«Cosa dovrebbe essere, uno scherzo?» chiede Draco. Trattiene a malapena la rabbia, ma la furia è visibile nelle mani, strette a pugno.

Astoria gli appoggia una mano sulla gamba, nel vano tentativo di calmarlo, ma Draco la ignora.

«Certo che no. Sarebbe uno scherzo di pessimo gusto» puntualizza Blaise, con l’aria di chi si sta divertendo un mondo.

«Non sei un po’ cresciuto per le scommesse?» prova a ironizzare Theodore. Probabilmente è convinto che sia l’ennesima provocazione di Blaise Zabini, ma non sa quanto si stia sbagliando.

«Vediamolo come un affare, allora».

Blaise è in piedi, vicino alla finestra, e guarda i quattro amici seduti sul divano di fronte a lui. Pansy è sulla poltrona, più lontana rispetto agli altri.

«Una notte con Astoria, in cambio del silenzio» ripete Blaise, dando le spalle alla finestra, che affaccia sul giardino illuminato da sole. «Mi sembra equo».

«Sei davvero disgustoso» commenta Daphne, realizzando finalmente la serietà della proposta di Blaise.

«Sai, Daphne, sei davvero fenomenale a letto». Theodore piega le labbra, stizzito dal commento dell’amico. «Il tuo difetto più grande è che, spesso, hai delle idee davvero limitanti».

«Non giudico il numero dei tuoi amanti, Blaise» ribatte Daphne, per nulla offesa dall’accusa. «Giudico il tuo modo di ottenerli. Manipoli e inganni le persone. Le ricatti per avere ciò che vuoi. Fa’ quello che ti pare, ma tieni mia sorella lontana dai tuoi giochetti».

«Non lascerò mai Astoria nelle tue mani» conferma Draco, alzandosi in piedi. «Andiamo via, Tori».

Blaise non si lascia scalfire da quelle parole; anzi, riesce a pararsi velocemente davanti ai due per fermarli.

«Perché non lasciamo parlare la diretta interessata?»

«Blaise, direi che è abbastanza, no?».

È Theodore a parlare, provando a porre fine alle trattative che Blaise sta portando avanti così ostinatamente.

Theodore è sempre stato il paciere del gruppo, ma questa volta non sarà abbastanza e Pansy lo sa molto bene.

Né lei né Blaise hanno intenzione di perdere.

«Credo che Astoria sia abbastanza grande per prendere da sola le proprie decisioni. Che ne dici, piccolina? Vuoi salvare il tuo adorato fidanzato?»

Astoria posa gli occhi scuri prima su Draco e poi si volta verso Blaise.

«Perché il Wizengamot dovrebbe crederti? Draco è stato scagionato mesi fa, il caso è stato chiuso definitivamente».

«Oh, ma fortunatamente noi siamo maghi, mia cara» dice Blaise, guardandola come se fosse una preda da addentare. «Ed è tutto qui, nella mia testa. Un colpo di bacchetta e i ricordi vengono fuori. Saprebbero tutta la verità su Draco e i Mangiamorte».

«Quale verità?» domanda Daphne, intenzionata a capire le parole del ragazzo.

«Draco non è stato esattamente la vittima innocente che ha finto di essere».

«Era minorenne quando l’hanno fatto diventare un Mangiamorte» lo difende prontamente Astoria.

«Vero» conferma Blaise, «Ma non era forse lui che si pavoneggiava sul treno, all’inizio del sesto anno? E, purtroppo per voi, io sono sempre nel posto giusto al momento giusto. Ho sentito alcune vostre conversazioni, Astoria».

Rimangono tutti in silenzio e Blaise sorride sornione. Adora avere tutta l’attenzione su di sé.

«Conversazioni che sarebbe meglio non venissero sentite dal Wizengamot. Potrebbero riaprire il caso, marchiarti come seguace del Signore Oscuro».

Lo sguardo indurito di Draco non scompone Blaise.

«Potrebbero anche spedirti ad Azkaban. Forse, ti daranno proprio la cella accanto a quella di tuo padre».

Draco tira fuori la bacchetta e la punta alla gola di Blaise, che aveva previsto quello scatto d’ira. Pansy nota la bacchetta del ragazzo, che sfiora l’addome di Draco, pronta per essere utilizzata.

Succede tutto in pochi secondi. Draco e Blaise si strattonano un paio di volte, mentre Astoria, Daphne e Theodore decidono di intervenire.

C’è una colluttazione caotica e Pansy non riesce a comprendere cosa stia succedendo, finché non vede una luce verde illuminare la stanza e un corpo a terra, immobile.

Si alza lentamente dalla poltrona, ma dalle urla disperate di Daphne è chiaro di chi sia il cadavere sul pavimento.

Theodore Nott giace a terra, supino, gli occhi sbarrati che guardano il soffitto, senza vederlo davvero.

Astoria ha le mani sulla bocca, gli occhi pieni di lacrime, mentre Draco è ansimante e lancia occhiate nervose a Daphne, che è seduta a terra e stringe una mano di Theodore.

«C-chi l’ha colpito?» soffia Pansy, non sapendo come reagire di fronte a quella scena.

In una frazione di secondo, così fugace da farle credere di averlo quasi immaginato, Blaise le lancia un’occhiata soddisfatta.

Scacco matto, sembra volerle dire, prima di rispondere alla sua domanda.

«Draco».

 

 

 

~

 

 

 

«Scommettiamo?»

È strano sentire Daphne porle quella domanda.

Pansy realizza che lo sta facendo per scimmiottare Blaise e reprime l’impulso di risponderle a dovere.

Daphne è in lutto, profondamente atterrita da un dolore che la sta logorando dentro e fuori. Pansy nota il volto scavato e le occhiaie sempre più profonde sotto gli occhi azzurri. I capelli biondi, un tempo sempre acconciati con cura, sono stretti in una coda scomposta ed è chiaro che l’amica non abbia fatto caso a cosa indossare quella mattina. È un disastro.

Frena il sorriso che le sta per far piegare le labbra: una volta, avrebbe quasi ucciso per essere come Daphne Greengrass.

Adesso, è Pansy ad avere un aspetto radioso. L’amore la rendeva bellissima.

«Non appena Blaise troverà un nuovo giocattolo, ti lascerà a un angolo della strada» insiste Daphne e Pansy scuote la testa.

«Blaise non mi lascerebbe mai. Mi ama troppo».

Daphne ha gli occhi arrossati, segno che ha passato un’altra notte a piangere.

«Il vostro è un amore tossico». L’amica parla lentamente, come se stesse spiegando un concetto molto semplice a una bambina molto stupida. «Non solo per voi, ma anche per chi vi sta intorno».

Come può spiegare a Daphne ogni cosa? Come farle capire che Blaise la guarda esattamente nel modo in cui Theodore guardava Daphne?

Blaise ha ragione, l’amica è davvero limitata: non riesce a comprendere qualcosa così distante dalla sua persona, né dai suoi pensieri.

In quel momento, Pansy vorrebbe essere altrove.

Non le piace il tono che Daphne sta usando, non le piace che debba giudicare la propria vita privata.

Odia il modo in cui parla di Blaise. Come se fosse un carnefice e Pansy una vittima.

Se solo sapesse…

Blaise non è affatto nocivo. Non è un veleno.

Al contrario, è un ottimo ricostituente che le dà energia giorno dopo giorno. Se, per beneficiare di quella linfa vitale che solo Blaise sa darle, Pansy deve veder prosciugate le persone intorno a sé, allora ben venga.

È stato un errore di Daphne credere che Pansy fosse diversa. Un errore che ha pagato a caro prezzo.

«Pensa a tutto quello che ha fatto!» sta dicendo Daphne, in un impeto di rabbia. «Ad Hogwarts ti ha sedotta solo perché gli avevo pregato di non farlo e ha fatto lo stesso con me, solo per ottenere un bacio da Theodore e per far ingelosire te!»

Pansy non la sta ascoltando con molta attenzione. Conosce già ogni cosa. E nelle azioni di Blaise non vede nulla di malato. Vede amore.

«Ha fatto in modo di allontanare ancora di più Draco da noi, così da poterti avere tutta per sé. Draco sarebbe davvero finito male, se non ci fosse stata Ast…»

Pansy assiste al tentativo dell’amica di non crollare. Sa quanto Daphne amasse Theodore e Astoria.

La stessa Astoria che giace in un letto d’ospedale, da quando Draco Malfoy è stato imprigionato ad Azkaban per aver ucciso Theodore Nott.

«Quante persone dovete far stare male prima di realizzare che insieme siete distruttivi?»

Pansy è felice che finalmente Daphne usi il plurale. Lei è coinvolta tanto quanto Blaise.

«Draco è ad Azkaban e mia sorella non arriverà a festeggiare il prossimo compleanno» bisbiglia Daphne in un verso strozzato che tenta di camuffare. «E Theodore è morto».

«Non è stato Blaise ad ucciderlo» commenta Pansy, evitando di replicare alle altre accuse.

In fondo, solo lei, Blaise e Draco conoscono la verità.

Blaise era stato velocissimo a sfilare la bacchetta di Draco e ad usarla contro Theodore per farlo fuori. La vittima sacrificale perfetta per mettere in atto il suo piano e vincere la scommessa.

Convincere, poi, il Wizengamot era stato semplice: Daphne e Astoria non si erano rese conto dello scambio delle bacchette, Draco aveva già dei precedenti e Blaise era sempre stato bravissimo nel persuadere le persone con le parole.

La testimonianza di Pansy aveva fatto il resto. Avrebbe fatto di tutto per Blaise ed incolpare Draco non era stato poi neanche così difficile. Dopotutto, le aveva preferito una ragazzina.

Persa nei suoi pensieri, Pansy non si rende conto di Daphne, che chiude gli occhi per pochi secondi, prima di riaprirli.

«Ti porterà a fondo con lui, Pansy, e non ci sarò io a salvarti questa volta».

È un addio. Lo legge negli occhi dell’amica, pieni di lacrime.

Le dispiace che Daphne serbi così tanto rancore nei confronti di Blaise, ma non può chiederle di lasciarlo.

Una vera amica non si comporterebbe così.

Non c’è traccia di affetto, quindi, nella voce di Pansy, quando replica: «L’unica che ha toccato davvero il fondo sei solo tu».

 

 

 

~

 

 

 

Pansy fa cenno all’elfo domestico di uscire dalla propria stanza e poi si avvicina all’ampio specchio accanto all’armadio.

L’immagine che vede è quella di una donna elegante e sicura di sé, fasciata in un completo aderente.

Nonostante abbia quasi quarantacinque anni, sembra che il tempo non abbia affatto scalfito la sua bellezza.

Eppure, un osservatore più attento potrebbe notare le piccole rughe vicino agli occhi e agli angoli della bocca.

Pansy sorride al suo riflesso, prima di uscire in corridoio.

L’autunno è iniziato da poco, ma il freddo inglese si sta già facendo sentire e la donna si domanda perché quello stupido elfo domestico – di cui non ricorda mai veramente il nome – non abbia pensato di accendere i camini.

«Pookie!» sbotta, sperando che il suo ospite non la senta urlare. «Vieni qui subito!»

L’elfo domestico si materializza di fronte a lei con un crack fastidioso e le fa un profondo inchino. Poi, la osserva con i suoi occhi a palla, attendendo istruzioni.

«La padrona ha chiamato Tookie?»

«Ah, già, Tookie» replica lei, con un gesto indolente della mano. «Accendi i camini in tutte le stanze e ricorda di non disturbarmi per nessuno motivo».

«Sì, mia padrona» dice Tookie, smaterializzandosi all’istante.

Pansy sbuffa e si sistema con cura i capelli corvini. Stupidi elfi domestici!

La donna raggiunge il salotto in breve tempo. Il rumore dei tacchi diventa assordante sul marmo lucido e lei lo sa bene. Vuole che il suo ospite sappia che sta arrivando.

Quando entra, Blaise Zabini è seduto su una poltrona e sta sorseggiando un Whisky Incendiario. Certe cose non sarebbero mai cambiate.

Basta un’occhiata per accorgersi che il tempo è stato clemente anche con Blaise.

Niente che possa dimostrare la sua reale età, se si esclude qualche capello bianco che gli conferisce maggior fascino.

«Pansy Parkinson» la saluta lui, calcando bene sulle “p” e sulle “s”. Le sorride – il tipico sorriso provocatorio di Blaise – e Pansy si sente nuovamente una scolaretta.

«Ti sono mancato?» domanda Blaise, facendole cenno di sedersi di fronte a lui.

Pansy ubbidisce e lo studia, mentre l’uomo afferra la cornice sul tavolino accanto a lui e osserva l’immagine in movimento.

«Come sta la piccola Constance?» chiede, passando lo sguardo dalla fotografia alla donna, che incrocia lentamente le gambe. Conosce tutti i punti deboli di Blaise e sa come farlo impazzire.

Blaise ghigna, ma non commenta quel gesto.

«Non è più tanto piccola. Ha compiuto vent’anni lo scorso mese».

«Ah, capisco».

Blaise ha la decenza di non chiedere se le somigli, ma Pansy capisce che è curioso. Meglio non fargli sapere che sua figlia è identica a lei. L’uomo potrebbe volerla conoscere solo per il puro gusto di sedurla.

«Mi avevi chiesto cinque anni» afferma Blaise, posando la cornice sul tavolino. «Ed io sono un uomo di parola».

«Connie era molto legata al padre» spiega Pansy. «Non accettava il divorzio».

«Oh, che mamma premurosa» commenta lui, prendendola in giro. «Quindi, esiste davvero qualcuno più importante di me».

«Affatto. Non c’è nessuno più importante di te» dichiara Pansy con sincerità.

Dopo la morte di Theodore Nott, lei e Blaise avevano perso i contatti con tutti i loro amici.

Avevano ricevuto la notizia della morte prematura di Astoria e della scomparsa di Daphne, ma non si erano mai davvero interessati alla loro sorte.

Erano rimasti solo loro due, ma avevano vissuto gli anni più belli della loro vita.

Poi, Pansy aveva espresso la necessità di diventare madre, ma Blaise disdegnava l’idea di essere padre. Di comune accordo, allora, avevano deciso di far sposare Pansy ad un buon partito, in modo da poter esaudire il suo desiderio di maternità.

Pansy aveva perso interesse per la figlia dopo il secondo mese. Frignava in continuazione e non dormiva mai.

All’epoca, solo le notti con Blaise le davano conforto e la facevano sentire ancora viva.

Nel momento in cui Pansy era riuscita a prosciugare il conto alla Gringott del marito, era riuscita a sbarazzarsi di lui facilmente. Il merito, anche quella volta, andava a Blaise.

«Sai che non avrei mai voluto starti lontana cinque anni, ma i miei genitori mi stavano con il fiato sul collo. Hanno preteso che aiutassi Connie con la sua crisi adolescenziale».

«Mi sei mancata» le dice lui e le sorride in quel modo che le provoca brividi ovunque. «Mi sono sembrati cent’anni e mi sentivo solo».

Pansy fa una risatina ironica.

«Dubito che tu sia rimasto solo a lungo».

«Il mio letto non è mai stato vuoto» conferma Blaise, senza pudore. «Ma non c’è mai stato nessuno alla tua altezza».

Non si aspetta dichiarazione plateali da Blaise, non sarebbe da lui. Quelle parole, però, sono sufficienti per farle capire che nulla è cambiato. È ancora lei che ama in quel modo speciale da renderla folle.

Sorride, lusingata, e l’uomo apprezza che abbia compreso il significato intrinseco di quell’affermazione.

«E tu? C’è stato qualcuno che ti ha fatta divertire in questi anni?»

«C’è stato» ammette Pansy. Non c’è bisogno di mentire, non ci sono segreti fra lei e Blaise, «Ma nessuno che reggesse il paragone».

«Non è che, magari, sei tu a far scappare gli uomini?» la stuzzica Blaise. «Se diamo un’occhiata ai precedenti… Il tuo ex ragazzo marcirà ad Azkaban, probabilmente per sempre, e il tuo ex marito è disperso chissà dove».

«Mi dirai mai cosa gli hai fatto per farlo stare lontano da me e da mia figlia?» chiede lei, facendo una risatina divertita di fronte all’espressione soddisfatta di lui.

«Mai».

«Comunque, è bello sapere che alla fine saremo sempre solo tu ed io» continua l’uomo, negli occhi un guizzo di felicità, misto ad eccitazione, che fa impazzire Pansy.

«Sempre».

«Pansy».

Una voce, che Blaise non riconosce, li interrompe. Pansy vede l’uomo drizzare le orecchie e spalancare gli occhi, non appena il giovane entra nel salotto.

«Oh, mi spiace, non sapevo ci fossero ospiti».

«Non ti preoccupare, David, vieni pure» dice Pansy, facendogli cenno di avvicinarsi a loro. «Questo è un mio vecchio amico di scuola, Blaise Zabini. Blaise, lui è David Flitt, il fidanzato di Connie».

«Fidanzato?» ripete Blaise, ora incuriosito.

«Già» dice Pansy, non facendo nulla per nascondere lo sdegno. «Vogliono sposarsi la prossima estate».

Dopo le presentazioni, cala il silenzio e Pansy legge l’imbarazzo sul volto di David, che è studiato attentamente dallo sguardo lascivo di Blaise.

«Volevi qualcosa?»

«Uh, sì. Ho del lavoro da fare, per cui salterò la cena» spiega David, evitando il contatto visivo con l’uomo. «Se per te non è un problema».

«Fa’ pure. Cenerò con Blaise».

«D’accordo. È stato un piacere conoscerla, signor Zabini».

«Il piacere è stato interamente mio».

La nota maliziosa non sfugge a David, che diventa paonazzo ed esce dalla stanza.

Pansy scuote la testa con vago divertimento.

«Non ricordavo che tua figlia avesse un fidanzato».

«L’ultima volta che l’hai vista aveva quindici anni. Lei e David si sono conosciuti dopo Hogwarts. Lavorano entrambi nello stesso dipartimento, al Ministero della Magia».

Blaise soppesa le sue parole con interesse.

«David si ferma a dormire qui, quando Connie fa i suoi viaggi all’estero. Dovrebbe tornare fra due giorni».

«Mi stai dicendo che ci siete solo voi due in casa?»

«È il fidanzato di mia figlia, Blaise».

«E allora?» insiste lui, facendo una mezza risata. «Oh, andiamo. Non dirmi che non hai mai pensato di far un giretto su quel ragazzo. È uno schianto».

«È un ragazzino» ribatte Pansy, scacciando dalla mente l’idea di lei e David insieme.

«Come madre, dovresti verificare di persona se quel ragazzo è in grado di far divertire la tua bambina. Potresti insegnargli tu qualcosa».

Pansy non risponde e Blaise sorride.

«Ti è passato per la testa, dico bene?»

«Qualche volta» ammette lei, non potendo fingere con lui. «Nelle serate più noiose, le mie fantasie prendono il volo».

«Aha!»

«Questo non vuol dire che lo farei davvero» continua Pansy, smorzandogli l’entusiasmo. «Sarebbe strano».

«Uh, sì, forse hai ragione» la asseconda lui, ma Pansy lo conosce troppo bene e quel sorriso le fa capire che non è affatto d’accordo. «Oppure, sai già che falliresti».

«Cosa vorresti dire?»

«Sei una donna meravigliosa. Sei bellissima e la tua mente è aperta e brillante».

«Ma?» soffia lei.

«Ma devi ammettere che non hai più vent’anni. Per quanto tu possa continuare ad esercitare un certo fascino, alcune persone potrebbero crederti troppo… matura per loro».

Pansy alza un sopracciglio, toccata da quelle parole.

«Se Connie assomiglia almeno la metà alla Pansy ventenne, credo proprio che David non rischierebbe mai di perderla per passare una notte con te».

Pansy piega le labbra, un gesto infastidito che non passa inosservato, perché Blaise fa un piccolo sorriso compiaciuto.

La donna sorride a sua volta, un sorriso di sfida che eccita Blaise come non succedeva da anni. Quanto le era mancata!

Pansy inumidisce le labbra, prima di fare solo una semplice domanda.

«Scommettiamo?»

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

   
 
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