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Autore: hilarywithonel    17/08/2021    2 recensioni
Può l’esperienza passata non staccarsi mai dal tuo destino, come una specie di gomma da masticare appiccicosa? Può una persona cambiare veramente e trovare la sua strada?
L’università, il college, è questa la parte della vita in cui un ragazzo deve affrontare la grande sfida del diventare adulto, ed aver a che fare con il suo futuro. Ma è anche quel momento in cui si scoprono nuove cose, ed in cui la giovane età porta ad allontanarsi da certi ed importanti obbiettivi.
Genere: Commedia, Introspettivo, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Alejandro, Dawn, Heather, Scott, Sierra | Coppie: Alejandro/Heather, Cody/Sierra, Duncan/Courtney, Trent/Gwen
Note: Lime | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale
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Disclaimer: Questa storia si ambienta dopo la fine di Total Drama All Stars(anche se inizialmente ero quasi tentata di ambientarla ancora prima, dopo la fine di ROTI, per ovvi motivi). Pakhitew(???) Island non è una stagione che considero degna di essere chiamata tale, e non ho trovato Ridincolous Race interessante come le prime quattro stagioni, perciò... diciamo che PI e RR, in questa storia NON sono mai esistiti. Il tutto si svolge partendo dal presupposto che All Stars sia stata effettivamente l'ultima stagione del reality. 

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In natura vige la regola del più forte: se sei così fortunato da nascere predatore, allora sarai in cima alla catena alimentare; se invece chiunque ti abbia creato decide che gli stai antipatico, allora nascerai preda. Ed è esattamente in quel momento che inizieranno i guai.

Più o meno, la società umana funziona allo stesso modo, ed in particolare per chi è appena stato accettato al college e sta per iniziare il primo anno. 

Heather, per buona parte della sua vita, si era guadagnata la nomina di predatore: era sempre stata al centro dell’attenzione altrui, sempre a capo di ogni minima squadra o gruppo in cui si ritrovava, sempre bella, desiderata, temuta e, in fondo, anche un po’ invidiata. Ed era stato così sia al liceo, sia a quello stupido programma televisivo al quale aveva partecipato per ben quattro stagioni. 

Ma il college era tutta un’altra cosa: al college si ricominciava da capo, al college bisognava nuovamente guadagnarsi di essere in cima alla catena alimentare.

E quale modo migliore per assicurarsi un posto in alto nella scala gerarchica universitaria, se non quello di portarsi appresso letteralmente l’unica vera amica che fosse mai riuscita a farsi, anche lei reduce dallo stesso reality show che le aveva rese entrambe famose? 

Dopo aver scoperto la psicoterapia, Sierra era quasi totalmente guarita dalle proprie-diverse- ossessioni, e si era dedicata a tempo pieno al proprio futuro e agli studi degli ultimi anni del liceo, facendo in modo di entrare al college con una media quantomeno discreta. Ormai era da un bel po’ di tempo che la parola “Cody” non usciva dalla bocca di quella fan scatenata di reality show. E la sua ormai migliore amica, di questo, non poteva che essere grata: provate voi a voler condividere la stanza al campus con una che non fa altro che parlare di quanto sia bello e intelligente il suo inquietante fidanzato! 

Fidanzato, poi, lo era stato solo per qualche mese: Heather non era mai stata sicura del perché avessero deciso di lasciarsi, ma a quanto pareva Sierra non aveva voluto più saper nulla di lui da quando aveva iniziato le sedute con la terapeuta. 

 

«Mi spieghi un’altra volta per quale motivo stiamo caricando la mia macchina soltanto con le tue valigie?» l’aveva ripresa la capellona, mentre l’aiutava a portare nell’auto l’ennesimo borsone colmo di vestiti di ogni genere e misura «Nel bagagliaio c’è solo una mia borsa, il resto è tutta roba tua!»

«Scusa, hai mai sentito parlare del college? Lo sai che dovremo vivere lì per quattro anni? Io non ho alcuna intenzione di dover mettere addosso sempre i soliti stracci!»

Sierra, a quelle parole, si era messa a ridere e a canzonarla «Giusto! Come può la regina non essere costantemente ben vestita! Quanto sono stupida!»

 

Il campus era favoloso: un agglomerato di edifici perfettamente verniciati in rosso con al centro un grande cortile con fontane e panchine; il sogno di ogni giovane appena uscito dal liceo che non vedeva l’ora di dare ogni sera una festa diversa. E Heather aveva tutta l’intenzione di parteciparvi: non che amasse particolarmente socializzare, e questo era ben noto ai più, ma il modo migliore per accaparrarsi i più bei posti all’interno della scala gerarchica era quello di partecipare ad ogni tipo di festa o ritrovo generale che si organizzasse… e soprattutto, entrare nelle cerchie più popolari evitando quelle composte da idioti del calibro del circolo dei nerd.

«Hey, Heather, guarda chi c’è laggiù!» Sierra si era inaspettatamente arrestata sul posto, costringendo l’altra ad andarle addosso, facendo cadere ogni cosa che avesse in mano.

«Ma vuoi stare un po’ attenta?!»

Però, le parole della sua amica l’avevano inevitabilmente incuriosita e, girando lo sguardo, lo aveva puntato esattamente nella direzione in cui Sierra stava guardando.

E quando si accorse di chi effettivamente ci fosse “laggiù”, la corvina si ritrovò a spalancare gli occhi, completamente incredula ed infastidita da tale visione: un gregge di persone dannatamente famigliari e dannatamente detestabili si trovava riunito in un lato del cortile, ed il fatto che tutte quelle facce conosciute avessero con sé dei bagagli, insinuò nella mente di Heather un pensiero oscuro.

«No…» si ritrovò ad esclamare la ragazza con estremo disgusto «Non ci voglio credere.»

Quel maledetto reality non si sarebbe mai staccato dalle loro vite, ormai poteva considerarsi più che ufficiale: tutte le persone che Heather avrebbe voluto semplicemente dimenticare, in quel momento si trovavano proprio lì, a parlare nel cortile del campus in cui lei avrebbe vissuto per quattro lunghissimi anni. 

«Ti prego… dimmi che non studieranno tutti qui.»

A quelle parole, la più alta fra le due aveva sfoderato un’espressione colpevole, come se fin dal principio le avesse nascosto qualcosa «A dire la verità, io-»

«TU. Tu cosa, Sierra?!»

Dopo l’ultima stagione dello show, Heather e Sierra avevano condiviso un appartamento per poter passare in libertà l’ultimo anno di liceo senza che i loro genitori le stressassero troppo, e dall’anno prima a quella parte ormai avevano imparato piuttosto bene a capire quando l’altra aveva fatto qualcosa che avrebbe dovuto ammettere: in particolare, l’ex fangirl, ogni volta che si sentiva colpevole, storceva la bocca e guardava dall’altra parte sperando di passare inosservata agli occhi fin troppo attenti dell’altra. E in quel momento, l’espressione che aveva in viso era piuttosto chiara. 

«Beh, ecco… in queste ultime settimane, forse può essermi capitato di sentirmi con Courtney, e… lei mi ha raccontato che alcuni dei ragazzi si sono addirittura messi d’accordo sul voler frequentare lo stesso college, proprio come noi. Ma non sapevo che parlassero proprio di questo college, ecco perché non te l’ho detto!»

Tipico: Sierra si era fatta decisamente più amici di lei, in quel programma, e non era una sorpresa che lei e Courtney fossero rimaste in buoni rapporti, soprattutto dopo tutta quella strana storia con Gwen, Duncan, e con quella sorta di campagnolo psicopatico coi capelli rossi. Insomma, all’aspirante avvocato serviva innanzitutto un confidente, e Sierra era facilmente abbordabile. La cosa che però infastidiva la corvina più di ogni altra era il fatto che la sua migliore amica-non la migliore amica di Courtney, la sua- non avesse minimamente spiccicato parola sul suo amichevole sodalizio con la perfettina; e a quel punto, chissà quali altre porte aperte che lei non sapeva fossero aperte ci sarebbero potute essere, ad attendere la dolce Sierra in quel campus.

«Tsk.» la ragazza aveva raccolto impettita le proprie borse da terra, dirigendosi verso il grande portone d’ingresso dell’edificio «Poco m’importa. Io me ne vado in stanza.»

«Ma come, non vieni con me a salutare?» Sierra sembrava piuttosto delusa.

«Vai a parlare con la tua amichetta! Avrete di sicuro tante cose da dirvi!»

E, detto questo, era sparita all’interno dell’edificio, muovendo i fianchi in un chiaro segno di disappunto. 

Chi non conosceva affondo Heather, non avrebbe mai detto che quella ragazza potesse essere tanto gelosa delle persone a lei care: in fondo, era piuttosto carino da parte sua. 

 

«Ciao, ragazzi! È una bellissima sorpresa vedervi tutti qui!»

 

Tuttavia, i modi zuccherosi e docili della piccola Sierra si erano rivelati irresistibili persino per la corazza dura e velenosa di Heather: la ragazza avrebbe fatto di tutto affinché la propria amica facesse cadere quei muri che teneva così ben alzati anche con altre persone, in quel percorso di studio che avrebbero iniziato insieme. 

Per il momento, però, si sarebbe limitata a lasciarla andare a cercare la stanza, e ad avvicinarsi al mal assortito gruppo di ex concorrenti che si trovavano tutti a dialogare tra di loro in quel piccolo lato del cortile.

 

«Hey!» aveva esclamato una voce fin troppo riconoscibile, accompagnata da una fin troppo riconoscibile fisicità e un fin troppo riconoscibile modo di porsi «Ma guarda chi c’è! Stai benissimo, sorella!»

Leshawna. Era da un bel po’ di tempo che Sierra non si imbatteva in quella ragazza: le era sempre sembrata simpatica… e in fondo, chi non l’adorava? Il fatto che fosse presente anche lei non poteva che essere una bella notizia.

«Grazie, Leshawna! Anche tu sei uno schianto come sempre!»

«Sei venuta con Gwen?» aveva chiesto la ragazza, guardandosi intorno «Come mai non è qui?»

«Oh, ha preferito andarsi subito a chiudere in camera. Non voleva rischiare di imbattersi in… persone spiacevoli.»

Le parole di Leshawna non potevano significare altro che la conferma di una o più presenze con cui la gotica non avrebbe voluto più aver a che fare: a quel punto, era ben più che sicura che Courtney si trovasse lì da qualche parte… ma forse anche le sue due vecchie fiamme avevano deciso di frequentare quel college. E per quella povera ragazza non sarebbe stato affatto facile sopportare una tale pressione. 

«Che tu sappia, siamo tutti?» aveva quindi chiesto, mangiata dalla curiosità e dalla sua innata fame di gossip.

«La maggior parte. So che Izzy è qui soltanto per poter dare delle feste pazzesche, e che Noah e Owen sono compagni di stanza: ho visto Trent e anche Lindsay, qui da qualche parte. Ma ci sono anche alcuni dei ragazzi con cui voi avete fatto squadra nell’ultima edizione.»

Quella sì, che era una bella notizia: se avesse incontrato Cameron, sarebbe stata  decisamente la prima persona a cui avrebbe chiesto umilmente scusa per il proprio comportamento del loro ultimo incontro. Non era decisamente più nelle proprie facoltà mentali, e questo le dispiaceva non poco, perché lei e quel ragazzo avevano addirittura imparato ad andare d’accordo.

Ma ora che si poteva considerare pulita, nulla le impediva di poter finalmente ricucire tutti quei rapporti che erano andati a spezzarsi a causa delle sue manie e delle sue ossessioni, ed il college sarebbe stato un buon pretesto per ricominciare da capo. 

«Oh, sono sicura che li adorerai!» aveva esclamato, rivolta alla propria vecchia amica «Alcuni di loro sono davvero dei tesori!»

«Già, immagino. Fortunatamente ho avuto il piacere di incontrare soltanto facce amiche, questa mattina. Ma giuro che se incrocio Alejandro o, peggio ancora, quella schizzata di Eva, credo che dovrò contare fino a dieci prima di spaccare la faccia a uno di loro!»

Alejandro. No, quella sarebbe stata la goccia che avrebbe fatto traboccare il vaso: se Heather avesse saputo che il suo ex si trovava in quel campus, probabilmente sarebbe scoppiata una vera e propria guerra… a quel punto, doveva soltanto sperare che quei due non si incrociassero mai nelle aree comuni o nei corridoi; o peggio ancora alle feste, in cui i freni inibitori non sarebbero esistiti. 

Che strana, stranissima situazione.

«Ciao, ragazze, come va?» 

Una terza persona si era aggiunta a quella conversazione di rimpatriata: una persona con un paio di codini rosso fuoco ed un fiore tra i capelli. Una delle persone più gentili e dolci che Sierra avesse mai incontrato in vita sua.

«Zoey!» le era saltata al collo con gioia, abbracciandola e sollevandola da terra «È stupendo rivederti! Non credevo davvero che ti avrei vista qui!» 

«Già… ci ho pensato un po’, prima di far domanda per il college, ma dato che Mike è impegnato con le sue conferenze stampa sul disturbo di personalità multipla, ho pensato che dedicarmi per un po’ al mio futuro non mi avrebbe fatto poi così male!» aveva poi teso la mano all’altra ragazza, stringendogliela con cordialità «Io sono Zoey, è un vero piacere conoscerti!»

«Piacere mio, tesoro!»

«Mi è capitato di vedere Mike in televisione, di tanto in tanto. E così, si è completamente dedicato alla sensibilizzazione dei disturbi di personalità, eh?»

«Sì, e sta andando benissimo! Pensa che stanno addirittura pensando di scritturarlo per un film!» la rossa parlava con una fierezza ed un orgoglio degne della più fedele delle fidanzate «Certo, a causa di questo lavoro non ci vediamo spessissimo, ma sono così felice per lui che quasi non me ne accorgo!»

«E dimmi un po’…» Sierra aveva indicato un anello piuttosto vistoso posto all’anulare della propria amica dai grandi occhi innamorati «Quello non è un diamante un po’ troppo grande per il primo giorno di college? O forse, lo indossi per un motivo ben preciso?»

La dolce Zoey aveva sorriso imbarazzata, arrossendo un minimo ed osservando l’anello incriminato «È un impegno a lungo termine: ci siamo promessi che, non appena avrò finito il college, non aspetteremo oltre. Ha voluto farmi subito la proposta… lo so, è un po’ presto, ma-»

«IIIIIIIIIH!» l’entusiasmo dell’altra l’aveva interrotta, ed il forte abbraccio che le aveva dedicato appena un secondo più tardi non aveva fatto altro che interromperla ancora di più «È stupendo, Zoey! È una notizia favolosa! Tu e Mike formate proprio una coppia perfetta!»

«Cavolo… hai davvero intenzione di sposarti così giovane?» era stato il commento di Leshawna, che fino a quel momento aveva ascoltato in silenzio «Beh, se tu e il tuo uomo siete felici, ragazza, diamine! Lo sono anch’io! E mi raccomando, tienimi presente se vorrai scegliere una stilosa e super sexy damigella!»

 

La stanza non era nulla di che, soltanto un semplice spazio chiuso con un balcone che dava sul cortile, un bagno e due letti ad una sola piazza: praticamente una stanza d’albergo, se si fosse dovuta paragonare a qualcosa di esterno al campus. Così la corvina, dopo aver sistemato tutti i propri bagagli, aveva deciso di farsi un giro all’interno dell’edificio ed esplorare i punti salienti in cui si sarebbe potuta integrare meglio: un’esplorazione accurata dell’ambiente forniva un quadro più chiaro sul dove e sul quando le diverse cerchie decidevano di riunirsi durante i momenti morti della giornata. 

La moquette verde e blu del pavimento costituiva all’ambiente una caratteristica un po’ vintage ma anche estremamente elegante, ed i mobili di legno scuro rendevano le stanze chic e di buon gusto: tutto sommato, aveva proprio scelto un buon college. Nei piani superiori c’erano i dormitori, mentre nei piani inferiori si trovavano i diversi punti di ritrovo, come la biblioteca, il salone, la caffetteria ed una grande stanza piena di computer e altri aggeggi elettronici; ma quello che alla ragazza interessava di più, al momento, erano il salone e la caffetteria. 

E fu proprio in quest’ultima che decise di recarsi, sedendosi ad uno dei tavoli e prendendo un buon cappuccino con cornetto; non le dispiaceva godersi questo tipo di momenti da sola, senza chiacchiere inutili e stupide. Anzi, trovava rilassante dedicarsi, si tanto in tanto, soltanto a sé stessa.

Ma la propria e tanto amata pace avrebbe avuto vita breve perché, proprio mentre si apprestava a gustarsi il suo meritatissimo cornetto alla crema, qualcuno si era seduto al tavolo proprio di fronte al suo, catturando inevitabilmente la sua attenzione: non perché si trattasse di qualcuno di importante, anzi, ma perché Heather sapeva benissimo chi fosse e cosa ci facesse lì. Esattamente come ogni singola maledetta persona che aveva scorto quella mattina, dal momento in cui aveva messo piede in quel dannatissimo campus.

Il ragazzo dai capelli castano scuro si doveva esser accorto di avere un paio d’occhi color ossidiana puntati addosso perché, dapprima concentrato nel leggere un libro e bere un caffè, aveva alzato lo sguardo dalle pagine, rivolgendolo in sua direzione ed accennando un saluto con il capo. 

Non avevano mai parlato molto; anzi, in verità non avevano proprio mai parlato, forse… Heather era sicura di non ricordare neanche un momento in cui avesse mostrato interesse nei suoi confronti. Ma il fatto che qualcuno con cui aveva condiviso così tanto-eppure così poco- le avesse concesso il saluto, era un segno che, forse, tutte le sue brutte azioni del passato cominciavano ad esser perdonate. E poi, il ragazzo aveva fatto qualcosa che nessuno aveva mai fatto nei confronti di colei che stava avendo suddetti pensieri-o per lo meno, nessuno con cui aveva condiviso i momenti della sua vita più traumatici ed importanti, quelli del reality-: aveva spostato la sedia accanto a lui, facendole capire che, se avesse voluto, si sarebbe potuta sedere. 

Dapprima, Heather non seppe se ignorare completamente quella proposta o pensare di prenderla in considerazione, ma facendo ammenda del fatto che quelli sarebbero stati quattro lunghi anni, e che probabilmente quella persona era una delle più sane di mente che avesse mai incontrato nella sua vita-o per lo meno, se paragonato a tutto il resto di quella gabbia di matti-, alla fine aveva deciso di alzarsi dal proprio posto e raggiungere quello liberato dal proprio, inaspettato, e probabilmente prossimo interlocutore. 

«Ti annoi, eh?» l’aveva canzonata biecamente lui, chiudendo definitivamente la propria lettura e poggiandola sul tavolo con pacatezza «Immagino che nessuno voglia avere a che fare con te.»

Però, il fatto che fosse strafottente e sfacciato se lo ricordava più che bene.

«Com’è che sei così cordiale?» fu la sua tagliente risposta «Che c’è? Nessuno vuole avere a che fare con te

Lui aveva sorriso biecamente, sorseggiando il proprio caffè ancora caldo «Io sono sempre stato per fatti miei. Non che m’importi l’opinione altrui come invece importa a te.»

Touché.

«E quindi? Sei venuto qui ad annoiarti?»

«No, tu sei venuta qui ad annoiarti, io sono venuto qui a bere un caffè e a leggere un libro. Magari lontano dai gas nervini del mio compagno di stanza.»

Non avrebbe mai pensato che le battute di quel tizio potessero essere così noiosamente divertenti, ma quell’ultima frase aveva strappato un leggero sorriso alla cupa e gelida Heather: non che si stesse sbellicando dalle risate, ma per lo meno era divertita.

«Ah! Allora ce l’hai un’altra espressione facciale!» l’aveva canzonata di nuovo lui «Pensavo che la tua faccia fosse fatta di plastica rigida, tipo plexiglas o qualcosa del genere.»

«Okay, adesso basta.» aveva incrociato le braccia al petto, fulminandolo impettitamente.

Lui aveva riso di gusto: quella ragazza non gli era mai piaciuta, ma a lui non piaceva la gente in generale di solito, quindi non gli importava quanto avesse fatto la bulla durante quello stupido programma; personalmente, lei non gli aveva mai fatto nulla, il suo ragazzo decisamente sì «Questa sì che è la vecchia Heather.»

«Un’anguilla asociale che nuota nell’olio?» 

«Sì… tipo.» non avrebbe mai pensato che quella sarebbe diventata la sua frase più celebre: lui stava solo parlando male di quello spagnolo pieno di sé «Ma io quella volta stavo parlando del tuo fidanzato, non di te.»

«Ex fidanzato.» l’aveva corretto lei, ripensando per un attimo a quella specie di bambolotto senza cervello con cui aveva avuto la malsana idea di avere una relazione; non che fossero durati molto, in fondo «E più che un’anguilla, direi che è una medusa. Non ha né cervello né spina dorsale. E punge la gente.»

«Non sei brillante come me negli insulti, ma non te la cavi male.» le aveva sorriso: non era così terribile come dicevano tutti, o per lo meno, a lui stava sembrando una ragazza del tutto normale «E francamente non credevo che conoscessi così bene l’anatomia di una medusa, sono piacevolmente colpito.»

«Tsk.»

Non aveva assolutamente idea di come rispondere, a quella frase: di solito, ogni volta che dialogava con qualcuno che non fosse Sierra, ci dialogava per litigare ed insultarsi; mai nella vita le era capitato di parlare con qualcuno e ritrovarsi ad avere una conversazione pacata e perfettamente normale. Così si era limitata ad incrociare le braccia al petto, distogliendo lo sguardo e sperando che quel ghiaccio venisse rotto in fretta.

Lui doveva aver notato questo suo totale stato d’imbarazzo perché, proprio nel momento in cui lei si stava disperando dal profondo interno del proprio corpo, si era alzato dalla propria sedia, tendendole cordialmente la mano «Beh, signorina anguilla, si dia il caso che neanche io sia così socievole. Quindi che cosa ne pensa se il circolo degli asociali, composto interamente dal sottoscritto, le offra qualcosa da bere?»

Signorina anguilla.

Fosse stata la vecchia Heather, quella vera, la persona che si sarebbe azzardata a rivolgerle parole simili sarebbe probabilmente finita nella lista delle persone da annientare. Ma Heather non era più così, non aveva più la malsana convinzione che tutto ciò che faceva agli altri avesse una giustificazione più che idonea, ed in fondo, l’esperienza traumatica di quel maledetto reality l’aveva aiutata quantomeno a maturare come persona.

E così, aveva preso la mano di quell’inaspettato compagno di chiacchiere da primo giorno, pronta a farsi offrire gentilmente qualcosa come da programma.

 

«Heather!»

 

Se solo non fosse stato per la fastidiosa, irruenta e assolutamente non propriamente bassa voce della propria migliore amica che, dal corridoio, le stava correndo incontro. 

 

«Finalmente ti ho trovata!» aveva esclamato, visibilmente preoccupata «Devo ASSOLUTAMENTE chiudermi in camera!»

E ora che diavolo era successo? 

Dannazione, non faceva in tempo a godersi un minimo di tranquillità che doveva per forza capitare qualcosa. La sua vita era un roller coaster di eventi catastrofici e fastidiosi.  

Aveva voltato lo sguardo verso il ragazzo di fronte a sé che, tenendole ancora la mano, aveva sorriso biecamente «Beh… sarà per la prossima volta. Ciao, signorina anguilla!»

E, con un gesto della mano, si era allontanato dalla caffetteria, tornando con lo sguardo basso sul proprio libro. 

«Beh?!» aveva esclamato, infastidita «Si può sapere che cazzo ti può essere capitato?!»

«Non cosa, ma chi!» l’aveva corretta la propria amica «Cody è qui.»

Dannazione. 

«E quindi?! Mostrati superiore, dannazione! Fino a due anni fa gli stavi attaccata al culo come una cozza allo scoglio, e ora ti vergogni a ignorarlo?»

Il fatto che quella stupida, paranoica e ancora palesemente cotta del proprio ex migliore amica l’avesse davvero interrotta per qualcosa di così poca importanza in un primo momento le avrebbe fatto perdere la pazienza, ma in fin dei conti, se avesse incontrato il suo, di ex, probabilmente anche lei sarebbe andata fuori di testa.

Quindi, effettivamente, mostrarsi presenti e comportarsi da buone amiche, in quel momento, forse sarebbe stata la soluzione migliore.

E poi, era soltanto un caffè saltato con qualcuno di poca importanza. 

«Il fatto è che…» Sierra si era lasciata cadere sconfortata su una delle sedie «Mi vergogno così tanto dei miei comportamenti passati. E poi… c’è stata anche la nostra storia, e-»

«Oh, ma per favore! Una storia in cui lui non fa altro che dare la colpa a te per un chiaro problema psicologico al quale in quel momento stavi cercando di far fronte, non è una storia! Sei dalla parte della ragione, Sierra, svegliati! Lui ha letteralmente molestato Gwen per settimane, prima che potesse accorgersi che non era aria e doveva starle a largo, eppure nessuno gliene ha mai fatto una colpa! E mi permetto di parlare così perché, oltre a te, Cody è l’unico vero amico che io mi sia mai fatta durante quello stupido show!»

La ragazza aveva sorriso: non avrebbe mai creduto, fino a poco tempo prima, che la stessa persona che aveva usato senza remore la povera Lindsay fino a renderla una stupida ai suoi piedi, ora si sarebbe rivelata un’amica così sincera e presente. Heather aveva davvero fatto dei cambiamenti abissali, aveva lavorato su sé stessa e l’aveva accolta e capita, perché anche lei aveva lavorato sui propri problemi. Era davvero fortunata ad averla come amica… sperava soltanto che anche tutti gli altri lo capissero.

 

In natura vige la regola del più forte, ma forse la scala gerarchica non è l’unica cosa che differenzia certi tipi di persone da altri tipi di persone. Forse, a differenziarci, è proprio il nostro modo di lavorare su noi stessi. 

E probabilmente, quello, era soltanto l’inizio di un lungo lavoro da fare.  


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Angolo autrice:

Duuunque, ho cominciato a scrivere questa storia ispirandomi un po' ai teen drama, come per esempio Mean Girls, Clueless, 13 Reasons Why etc, sia ispirandomi ad altri drama come Grey's Anatomy. Insomma, il drama c'è in qualunque modo la guardi. 
Come già detto nel disclaimer, la trama si svolge subito dopo la fine di All Stars, i nostri personaggi hanno cominciato la loro esperienza al college e sarà... interessante. Questo capitolo gira fondamentalmente intorno a Heather e leggermente intorno a Sierra, ma coprirò TUTTI i personaggi principali di questa storia, oltre che anche un po' tutti gli altri(anche se in maniera minore).
Avete indovinato l'identità del ragazzo con cui Heather stava chiacchierando verso la fine del capitolo? 
Spero che qualcuno calcoli questa storiella >.< è letteralmente la prima volta che pubblico qua 
Un bacino UwU

-Hilary(con una L) 

 






 
   
 
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