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Autore: gin_94    18/08/2021    1 recensioni
E se gli spiriti esistessero veramente? Allora sicuramente avremmo un modo scientifico per spiegare la loro esistenza, anche se forse sarebbe essenziale il loro aiuto per aiutarci a capire che la nostra mente è troppo limitata per poter comprendere la loro dimensione...
Genere: Comico, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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10. Alta marea
 

Mattina della partenza

Il tempo non era proprio quello che Enrico si aspettava. Era una mattina grigia con una spolverata di malinconia. 

Anche se tutto sommato l’eccitazione per il viaggio dona al petto e allo stomaco una bella sensazione.

 

L’aereo sta facendo delle manovre in preparazione al decollo. Enrico era felicissimo, anche se si sentiva un punteruolo conficcato al cuore. 

Stefania sembrava un’estranea.

Non era la stessa persona che sorrideva sempre salutando tutti o la stessa che ha accettato senza domande il viaggio a Parigi.

Enrico, stando attento a non fissarla come un tontolone ritardato, la guardava facendo in modo che lei non si accorgesse.

Stefania non parlava. 

Indossava un paio di occhiali da sole enormi e mangiava tantissimo. In aeroporto ha comprato una stecca di sigarette, ma lei non fuma!

Enrico, sempre attento a non sembrare un maniaco, pensava a quanto avrebbe voluto stringerla in quel momento, avere delle parole giuste da dirle, e perché no, magari baciarla; ed infine far sfociare tutto in una danza tra le lenzuola una volta arrivati, ma no… era inavvicinabile.

Enrico capì che forse tutto ciò che si era immaginato tra lui e Stefania fosse tutto una fantasia. 

Si sentiva un pirla. Aveva forse sbagliato qualcosa? No, probabilmente non c’era mai stato niente tra di loro, lei sta con Alessio… 

Dove sei Stefania? Che fine hai fatto?

 

Un arrivo a Parigi tristissimo, un cielo ancora più grigio di quando erano partiti, una ricerca dell’hotel in silenzio, così denso e pesante che pareva fosse legato alle caviglie come catene e rallentava il passo. Enrico voleva morire.

Qualsiasi suo tentativo di conversazione la faceva scattare d’ira, ad un certo punto provò la strada dell’ironia chiedendole se era colpa del ciclo. 

Inutile dire che peggiorò solo la situazione.

 

Passò il primo giorno e non aveva visto nulla di Parigi se non la strada tra l’aeroporto e l’hotel. 

Oggi voleva uscire, ma il problema era trovare il modo giusto per dirglielo senza farla incazzare. 

Stefania è una dormigliona, e questo gioca a favore di Enrico. 

- Credo che questo sia il momento migliore per andare – pensò guardando le lancette di un orologio a muro che segnavano le 7. 

Quella mattina si sentiva ben riposato. Probabilmente perché il giorno prima non aveva fatto altro che guardare la televisione (non avete idea di quanto sia frustrante guardare Grey’s Anatomy in francese) e oggi aveva voglia di riscattarsi.

- Teoricamente ho mezza giornata di libertà, per precauzione le lascio un biglietto scritto da qualche parte e anche se si incazzerà di nuovo, pazienza. Mi manca solo un’altra giornata prima di tornare a casa! - 

- Evvai! Parigi arrivooooo! -.

 

Era gasatissimo, la prima cosa che andò a vedere fu il simbolo dei simboli di Parigi: la torre Eiffel.

Prese la metro, il ritiro dei biglietti dallo sportello automatico è stato più semplice del previsto. I corridoi della metropolitana sono un labirinto, anzi un formicaio nel quale Enrico si trovò in balia di una corrente umana che però alla fine lo portò dove voleva e alla fine eccola lì! Proprio quello che cercava. 

La piantina delle 14 linee della metropolitana di Parigi. 

Un groviglio di capillari multicolore gli fece capire di essere nella fermata di “Belleville” e che si doveva proiettare senza vergogna lungo la linea 2 fino alla fermata “Charles de Gualle Étoile”. Avanti tutta!

E via nella linea 6, di colore giallo, che lo porta dritto per dritto verso la fermata “Bir Hekeim”, che tra l’altro non sembra neanche un nome francese.

Tempo totale del percorso: 30 minuti circa.

C’è un bel movimento di gente, ma tutto sommato non così caotico, e anche questa volta riesce a non farsi trasportare in maniera incontrollata dalla marea umana. 

Trascorse altri buoni 5 minuti dentro la metropolitana prima di capire che l’uscita non era segnalata dalla classica scritta verde illuminata “EXIT”, ma piuttosto “SORTIE”. 

- Bene, la parte più difficile è passata, ora che sono uscito sarà un gioco da ragazzi vedere la… non vedo la torre Eiffel -.

Incredibile, il monumento che spicca tra i palazzi e che puoi vedere da qualsiasi angolo di Parigi, quando ci si trova nelle vicinanze viene nascosto dagli alti palazzi che ricoprono la città.

Quando poi girando un angolo eccola là!

Un enorme antenna metallica. 

Eh già, sarà pure il monumento numero uno di Parigi, ma dal vivo si mostra in tutto il suo splendore per quello che è veramente: un enorme ammasso di ferraglia a forma di antenna. - Avrei dovuto immaginarlo da tutte le foto che ho visto nella mia vita… -.

Per di più l’entrata era chiusa.

Era così presto che non si nemmeno formata la lunga coda di visitatori. Che sfigato.

Niente paura! I monumenti di Parigi non sono di certo finiti qui.

L’ansia di finire la sua visita parigina prima di mezzogiorno lo fanno camminare ad un ritmo elevatissimo, i muscoli delle gambe cominciarono a bruciargli. Si stava dirigendo verso l’arco di trionfo, o meglio “Arc de Triomphe”, che si è rivelato essere molto più lontano di quel che immaginasse.

Il terrore dell’ira di Stefania lo faceva sembrare un nevrotico talmente fastidioso da non riusce a sopportarsi da solo. 

Visto l’arco, via lungo gli Champs-Élysées!

Continuò per la piazza della concordia con il suo splendido obelisco, che non ha ammirato per tagliare corto, e solo dopo la lunga attraversata di un parco di cui non conosco il nome eccolo a Louvre!

- Bene. Direi che i prossimi monumenti li vedrò in un’ altra occasione, ora è giunto il momento di tornare alla metro - .

“Louvre Rivoli”, la più vicina al museo d’arte.

Uscito a “Hotel de Ville” decise di abbandonare la linea 1 per prendere l’affollatissima linea 11 diretta a “Belleville” la fermata più vicina all’ hotel.

Riuscì ad entrare appena nel vagone. Era talmente schiacciato al bordo che la gente uscendo ed entrando a ogni fermata rischiava di fargli abbandonare definitivamente la carrozza, quando infine successe proprio così. 

Proprio quando mancavano solo un paio di fermate al raggiungimento della sua meta venne fagocitato da una folla più nervosa di lui che come una marea lo trasportò fuori dal treno. Provò ad opporsi, ma fu inutile.

Cosa fare? Si trovava alla fermata “Republique” dove c’è la loro piazza della Repubblica. 

Decise di non opporre resistenza e di farsi guidare dall’enorme gregge soffocante fino all’uscita per poi farsi il tragitto rimanente a piedi.

- Che può succedere di male? Ho saltato solo un paio di fermate… -

 

   
 
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