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Autore: dragun95    18/08/2021    3 recensioni
Valtur è un membro degli inquisitori, un gruppo votato alla lotta alla piaga che da più di un secolo sta causando morte e dispirazione. E da cui non vi è una cura.
Il mezzelfo è stato incaricato di dirigersi in una delle città umane più avanzate, dove la piaga ha iniziato a diffondersi. In concomitanza con un'incontro molto importante.
Tra i tetti e i vicoli il nostro inquisitore dovrà affrontare la piaga e forse qualcosa di più di quanto avesse potuto immaginare.
Genere: Azione, Horror | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: Lemon, Lime | Avvertimenti: Contenuti forti, Violenza
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'The Thorn Cronicles'
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Capitolo 7
Madre e figlia


Di certo non si sarebbero aspettati una volta varcata la porta di essere circondati, o meglio non era insolito per loro essere accerchiati dagli Infetti. Ma non gli era mai capitato da dei Pecarhin. 

Quelle docili creature pecorine avevano un muso più affusolato, con dei grandi occhi dolci e delle piccole corna ai lati della testa. La loro lana vaporosa e soffice poteva variare dal colore crema al nocciola e lavanda. Di certo erano creature molto carine e coccolose alla sola vista.

Nella stanza ce ne saranno stati almeno trenta esemplari, che si guardavano intorno masticando l'arredamento e i cuscino dei divani. Subito iniziarono a chiedersi se avessero sbagliato stanza e il costrutto li avesse portato in una specie di stalla di lusso.

-Ben arrivati, vi stavo aspettando- disse una donna seduta su una poltrona intenta ad accarezzare uno dei soffici animali.

-Lady Rowanne?- la donna annuì.

-Prego accomodatevi- disse cordiale continuando ad accarezzare il Pecarhin. I tre si fecero strada tra le soffici creature sedendosi sui divani della stanza.

-Ha un bel gregge- ammise Garren, facendo sorridere la donna, un sorriso ammaliante e sensuale proprio come chi gli stava davanti. 
Rowanne era una donna matura ma molto attraente dalle forme generose strette in un lungo vestito dai toni blu scuro e argento, con una profonda scollatura. 
La sua bellezza era tale da togliere il fiato con il suo viso di porcellana, incorniciato da lunghi capelli color ossidiana e un paio di occhi azzurri come il mare. Le labbra leggermente carnose presentavano un neo sotto al labbro a destra.

-Grazie. Se volete sentitevi liberi di togliervi le maschere- Garren e Janet chinarono il capo per ringraziare prima di rimuoversi le maschere dal volto. Solo Valtur preferì non farlo.

-Grazie ma preferisco tenerla!- la donna fece un sorriso guardandolo, i suoi occhi avevano di certo un che di magnetico.

-Tu devi essere il "Corvo Bianco" di cui Evereth mi ha parlato!- lui annuì, anche se non aveva mai capito se ad affibbiargli quel soprannome, fosse stato un'altro membro dell'ordine degli Inquisitori o un civile.

-Conosce da molto il Vicario?- domandò mentre un Pecarhin poggiava la testa sulle sue ginocchia come a chiedergli delle carezze, ma appena il mammifero sentì il suo sguardo fece un verso staccandosi spaventato.

-È un vecchio amico. Ma non di quel tipo....se è ciò che state pensando!- disse lei con voce leggermente tagliente mantenendo il sorriso. Alzando la mano fece levitare alcune tazze piene di te, porgendole ai suoi ospiti. 
Valtur essendo in parte un'elfo poteva vedere cose che gli altri non vedevano ad occhio nudo, tra cui l'essenza magica che una persona o una creatura possedeva. 

"Di certo è una maga potente" pensò vedendo che quella della donna era molto più evidente e levigata rispetto di quella dei suoi compagni che sembrava più grezza.

-Immagino che vogliate sapere perché ho chiesto il vostro intervento?- 

-Per la piaga sicuramente- rispose il Mezzelfo, lei annuì portandosi una ciocca di capelli che le era finita davanti al volto dietro all'orecchio. Tra i tre lui gli sembrava quello più forte e osservando la sua essenza magica poteva capire che era il più portato per la magia.
Se un'Inquisitore si dimostrava portato nelle arti magiche, gli venivano insegnati alcuni incantesimi di base, principalmente di fuoco e in alcuni casi di ghiaccio.

-Prego seguitemi- disse alzandosi elegantemente e uscendo dalla stanza scostando appena il suo gregge con i tre al seguito, subito dopo essere usciti, chiuse la porta a chiave sigillandola con dei pesanti blocchi meccanici.

-Gli attacchi sono avvenuti vicino alle stalle dove tengo i miei cuccioli. Molti dei miei Pecarhin sono stati massacrati e anche una delle mie cameriere è stata contagiata- 

-Mi dispiace- disse Janet abbassando il capo.

-Ho bruciato personalmente l'infetto e tutti quelli che aveva infettato. Ma gli attacchi sono continuati...così ho mandato via la servitù, per tenerli al sicuro- spiegò capendo perché la cameriera era un Golem, eppure dai suoi occhi si potevano leggere la tristezza e il senso di colpa. 

Valtur non aveva avuto molte interazioni con la gente nobile, ma la maggior parte che aveva conosciuto era menefreghista verso gli altri e si interessava solo di se stessa. Rowanne invece le sembrava diversa, una di quelle rare persone nobili che si preoccupa del benessere di chi li serviva.


Li condusse fuori dalla villa, sul retro vi era l'area dedicata alle stalle per i Pecarhin. Una zona con un grandissimo prato adatto perché gli animali potessero pascolare liberamente, con erba fresca e totalmente fuori dalla portata dei fumi delle ciminiere.

-È qui che sono avvenuti gli attacchi?-

-Si, i miei piccoli sono animali docili, non potevano molto- ammise portandosi una mano al volto.
Valtur in quel momento si tolse la maschera dal volto prendendo una grande boccata d'aria e gustandola a pieno. Era da quando era arrivato che non sentiva un'aria così pura e pulita al contrario di quella che girava in città.

Sentendosi però subito osservato intensamente dalla donna, non capendo se fosse interesse per le sue evidenti origini o qualcos'altro.

-L'infetto che avete ucciso, presentava spine su tutto il corpo?- chiese cercando di ignorare lo sguardo.

-No, solo su alcune parti- questo voleva dire che era un mutato parzialmente, ma da come aveva descritto le aggressioni doveva aver perso la ragione.

-Per caso siete riuscita a vedere l'altro?- chiese il moro guardando i segni provocati dal fuoco. La nobile maga scosse il capo.

-No, ma la cameriera che è stata attaccata prima di morire, mi ha detto che si trattava di un'animale- gli animali contagiati dalla piaga potevano essere anche più pericolosi delle persone, visto che indipendentemente dalla specie potevano essere più agili o forti.

-Faremo la ronda per stanarlo. Ma è meglio che tenga i suoi animaletti al sicuro!- le raccomandò l'albino.

-I restanti sessanta capi sono tenuti in stanze con porte pesanti e sprangate. Non mi preoccupo- ammise incrociando le braccia sotto al seno.

-Come mai ne ha così tanti?- chiese Garren rivelando una natura curiosa.

-Produzione tessile, sopratutto in lana di Pecarhin-

-Credevo che la città prosperasse con i Costrutti- disse Janet confusa.

-Si, ho anche una o due fabbriche di costruzione dei Golem. Ma faccio sopratutto commercio di tessuti e produzione di abiti- spiegò lei continuando a guardare l'albino che iniziò a chiedersi seriamente se non ci stesse provando con lui.

-Vuole dirmi qualcosa?- chiese infine stanco di essere guardato, non che la donna non fosse attraente anzi anche lui ne era rimasto piuttosto colpito. Ma non era di certo il tipo che ci provava con qualcuno solo per uno sguardo ricevuto, sopratutto se non attirava il suo interesse.

-Scusami stavo solo pensando che forse tu e mia figlia siete simili- ammise lei portandosi la mano alla guancia.

-Figlia?- in quel momento un nitrito giunse alle loro spalle. Appena si voltarono videro un grosso stallone nero con la folta chioma rossa e sei zampe con gli zoccoli rossi. 
Si trattava di uno Slepnir, uno dei destrieri più forti e veloci nonché molto richiesti e costosi tanto che solo un nobile poteva permettersene uno.

In groppa a quel possente stallone c'era una ragazza sui venticinque anni o poco più, dal fisico prestante dalle curve generose come la madre. Con cui aveva in comune il colore dei capelli solo che le sue punte erano bianche, li teneva tirati tutti sul lato sinistro e legati in tante trecce così da lasciare scoperta la parte destra.
Sulla quale presentava un corno di colore azzurro lo stesso della sua carnagione.

A vederla più che un'essere umana sembrava una Oni, una specie delle terre orientali fisicamente molto forti e resistenti, famosi per le loro abilità con le spade e la padronanza delle magia.

-Lasciate che vi presenti. Questa è mia figlia Brunilde- la presentò sua madre mentre scendeva dal suo destriero, mettendosi a guardare i nuovi arrivati incrociando i suoi occhi neri con quelli dell'albino.

-Così voi saresti gli Inquisitori....non mi sembrate dei preti!- rispose storcendo le labbra.

-Questo perché non lo siamo. Non facciamo parte della Chiesa!- rispose secco il Mezzelfo. 
Ed era vero, gli Inquisitori nonostante il nome non sottostavano alla Chiesa, ma agivano indipendentemente senza essere vincolati o avere legami con essa.
I due continuarono a guardarsi, come due combattenti che cercano di trovare un punto debole nell'altro per vincere un combattimento.

-Tu saresti?-

-Valtur Uuner- ad una prima occhiata Brunilde credeva che si trattava di un elfo, ma guardandolo meglio non era così.

-Sei un mezzo sangue?-

-Proprio come te!- rispose beccandosi un'occhiata di fuoco dalla ragazza, continuando a guardarsi in cagnesco.


-Va bene, abbassiamo le tensioni- disse subito Rowanne mettendosi tra i due percependo l'aria ostile che rivaleggiava. 
La donna pensava che essendo entrambi dei mezzi sangue potessero andare d'accordo, ma sembrava che i loro caratteri si scontrassero come delle biglie che veniva lanciante l'una contro l'altra.

"Forse mi sbagliavo" pensò storcendo le labbra.

-Lady Rowanne, inizieremo la perlustrazione tra un paio di ore- la informò lui, guardando la donna.

-Per la vostra sicurezza è il caso che vi chiudiate in camera-

-Cosa perché dovr...- iniziò Brunilde ma sua madre le tappo prontamente la bocca con la mano.

-Certamente, tra qualche ora verrà servita la cena. Sarei felice che vi uniste a noi-

-Ne saremo onorati- rispose Garren facendo annuire anche gli altri due. Intanto lo Sleipnir su cui era arrivata la ragazza trotterellò verso il Mezzelfo portando il muso per annusarlo. Ma non appena Valtur alzò la mano per accarezzarlo l'animale nitrì impennandosi sulle zampe posteriori ed indietreggiare da lui.
Subito la mezza-Oni si avvicinò al suo destriero prendendolo per le redini per tenerlo buono, stupendosi della sua reazione.


Per la cena la padrona di casa gli aveva messo a disposizione un'intera stanza adibita ad armadio con molti abiti della sua collezione tra cui scegliere. Per non essere scortesi gli Inquisitori decisero per quel breve momento di cambiarsi di abito.
Valtur stava litigando con il bavero a foglia della camicia che indossava, abbinata ad una giacca dai toni blu, pantaloni del medesimo colore, scarpe in pelle nera.

-Come fanno ad indossare questi abiti?- si chiese sentendosi strano e imprigionato in quegli indumenti troppo vistosi, la loro uniforme li copriva interamente per la loro difesa, ma di certo per lui era molto più comoda.

-Non sono così male- rispose Garren che indossava una giacca marrone sabbia chiusa con una doppia serie di bottoni in puro avorio, pantaloni abbinati con cintura con la fibbia in argento e stivaletti.
Il Mezzelfo roteò gli occhi sistemandosi i gemelli in argento ai polsi, proprio in quel momento Janet fece la sua entrata.

-Non una parola!- disse secca. Indossava un'abito da sera con una lunga gonna a doppio strato dai toni rossi e arancioni come delle fiamme, la parte superiore le lasciava scoperta la schiena e si chiudeva con un laccio intorno al collo per farlo restare alzato. 
I due Inquisitori annuirono guardandola piuttosto stupiti, sopratutto perché non stava male con quell'abito nonostante la cicatrice da ustione sul mento e il collo.

-Ti sta veramente bene!- affermò Garren mentre l'altro annuì concordando con lui. La rossa sbuffo facendo segno ai due di andare perché era ora di cena.

La sala da pranzo della villa era una delle stanze più lunghe e larghe della magione, con al centro un lungo tavolo in mogano che avrebbe potuto ospitare almeno una cinquantina di persone. La stanza era decorata con arazzi e lampadari in cristallo che le davano un'aria più calda e regale.

-Ben arrivati- li salutò Rowanne insieme a sua figlia entrambe in abito da sera, le due facevano certamente la loro bella figura l'una a fianco all'altra, completamente opposte ma comunque entrambe molto ammalianti.
La prima con un lungo abito intero a tubino che le stringeva i fianchi e busto, scendendo fino ai piedi di un colore blu notte con merletti in argento sopra alla scollatura che metteva in evidenza il seno. La sua acconciatura era totalmente sciolta con dei riccioli che le ricadevano sulle spalle e una collana con diamanti neri ad impreziosirle il collo.

La figlia al contrario indossava un'abito rosso con motivi azzurri che ricordavano delle onde, il quale le copriva le spalle fino a sopra le ginocchia dove era presento una lunga spaccatura che metteva in evidenza le lunghe e snelle gambe, mentre la vita era stretta da un doppio nastro bianco e rosso che serviva a tenere fermo il vestito. A completare il tutto c'erano i sandali neri che le calzavano i piedi.
I suoi capelli erano tenuti legati in una lunga treccia laterale è impreziosita con un fermaglio alla fine a farfalla in oro e gemme e degli orecchini in pietra nera le abbellivano le orecchie.

-Prego sedetevi, la cena sarà servita a breve- disse la maga schioccando le dita per spostare le sedie così che si accomodassero. Mentre si sedeva Valtur fece ricadere l'occhio sul Brunilde la quale lo notò.

-Che guardi, pervertito?- inforcando le sopracciglia, incrociando le braccia.

-Io niente, e poi sei tu che ti metti in mostra- rispose sedendosi e poggiando la sua spada contro il tavolo, mentre la mezza-Oni ringhiava infastidita. 

-Scusate ma le armi sono proprio necessarie a tavola?- si intromise Rowanne sistemandosi il tovagliolo sulle ginocchia.

-Ci sentiamo più sicuri a portarcele dietro- risposero, dopotutto non sapevano quando sarebbe apparso l'infetto e cosa fosse, per cui preferivano tenerle a portata di mano.

-Se basta usare il fuoco non sarebbe più facile bruciarli con la magia?- chiese Brunilde alzando la mano e facendo comparire una fiamma bluastra sul suo palmo, ma una folata di vento la fece spegnere.

-Brunilde, ti ricordo che non si usa la magia a tavola- la riprese la madre con tono autoritario, tanto che la figlia abbassò il capo dispiaciuto. Per fortuna in quel momento la porta si aprì e una gruppo di cameriere golem entro nella stanza con i vassoio della cena.





Note dell'autore

Nuovo capito dove facciamo la conoscenza della vecchia amica del Vicario. Lady Rowanne che si dimostra subito una persona cordiale non che una maga potente da come ha potuto constatare Valtur, anche senza vederla in azione.

Poi scopriamo anche un po' di fauna di questo mondo come i Pecarhin docili animali da lana e gli Sleipnir, possenti stalloni a sei zampe. Oltre a questo incontriamo anche Brunilde la figlia mezza Oni di Rowanne.

Subito lei è Valtur entrano in tensione, forse per via dei loro caratteri leggermente opposti ma chissà, intanto gli Inquisitori vengono invitati a cena e devo ammettere che immaginarmeli in abiti eleganti è stato strano. 
Ora bisognerà scoprire con che genere di infetto avranno a che fare, ma questo lo si scoprirà nel prossimo capitolo.

Ringrazio anche solo chi legge e a presto.
  
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