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Autore: Flitwick    18/08/2021    1 recensioni
{ Hogwarts!AU • Human!Aithusa }
"Il Veritaserum costringe a dire la verità o, meglio, impedisce di mentire. Celebre per i suoi effetti, tre sole gocce sono sufficienti per costringere chi lo beve a svelare i suoi più intimi segreti."
[Mordred/Aithusa]
Genere: Fluff, Romantico, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Aithusa, Mordred
Note: AU | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessuna stagione
- Questa storia fa parte della serie 'Zucchero, cannella ed ogni cosa bella'
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Veritaserum

 

 

 

Piccole note:

 

-Il nome completo di Aithusa è Aithusa Dervla O’Connor, è di origine irlandese e ha conosciuto Mordred quando entrambi erano al quinto anno, durante un duello magico. (Lei lo ha schiantato spedendolo in infermeria). Lui poi le chiederà lezioni di incantesimi in cambio di Pozioni.

 

 

 

Tre ore –tre fottutissime ore- di allenamento sotto la pioggia battente e senza interruzioni. Avrebbe sbraitato contro chiunque le fosse capitato fra i piedi se non si toglieva di dosso quella divisa da Quidditch zuppa e gocciolante –Dio, l’acqua la sentiva persino nelle orecchie.-

 

Quando Arthur, il nuovo capitano della squadra, l’aveva svegliata all’alba, gli insulti peggiori le erano usciti dalla bocca, ma appena ebbe il tempo di vedere com’era il cielo le imprecazioni si erano trasformate il fatture. Come diavolo si faceva a fissare un allenamento alle cinque del mattino, in pieno inverno, con il diluvio universale? E questo perché? “I Ravenclaw hanno affinato le tecniche di difesa, quindi dobbiamo puntare su una nuova strategia d’attacco”.  Peccato che i Ravenclaw fossero quasi a venti punti di distanza dai Gryffindor e che l’obiettivo doveva essere battere gli Slytherin nella prossima partita per arrivare primi.

 

Sbuffò cercando di non unire al nome di Arthur epiteti poco carini, dirigendosi a grandi falcate verso la Sala Grande, se fosse tornata in Sala Comune avrebbe sicuramente perso la colazione, e non aveva proprio voglia di rimanere digiuna fino a pranzo.

 

Gwen le sorrise, andandole incontro “Io devo andare in biblioteca, ci vediamo dopo?” Annuì, allungando lo sguardo verso il tavolo dei Gryffindor, erano rimasti solo i ragazzini del primo anno che parlottavano fra di loro –e tenendosi a distanza da lei.

 

“Ci vediamo dopo Gwen, ah! Puoi prendere una copia di “Incanti volume VI” a nome mio? Grazie!” Doveva assolutamente provare gli Incanti Silenti, il giorno dopo sarebbero passati al nuovo capitolo e non poteva permettersi di rimanere indietro col programma.

 

 

 

Passò lo sguardo sul tavolo, alla ricerca di un posto, quando vide un idiota Pendragon, tranquillamente seduto al tavolo della sua Casa, sorseggiare pigramente cioccolata calda sfogliando un libricino ingiallito. I ragazzini dei primi anni lo fissavano, adocchiando con sospetto lo stemma degli Slytherin, posto in bella mostra sul suo mantello, indecisi se parlargli o lanciargli qualche incantesimo.

 

Solo un idiota di dimensioni notevoli poteva andarsi a sedere in mezzo alla tavola dei Gryffindor con così tanta nonchalance e per di più rimanerci per così tanto tempo.

 

“Hai deciso di morire presto, Mordred?” Ridacchiò, sedendosi di fronte a lui, appoggiando malamente la sua attrezzatura da Quidditch sul pavimento. Sollevò lentamente gli occhi dal libro, sorridendole amabilmente. Mordred aveva la capacità di essere felice anche alle otto di mattina, mentre tutto il resto del mondo era pronto a uccidere per un po’ di silenzio.

 

Aithusa faceva parte della categoria dei cannibali, e ne andava fin troppo fiera. Il buonumore di Mordred le irritava il sistema nervoso, soprattutto quando se ne usciva con il suo schifoso positivismo.

 

“Avevo pensato di fare colazione insieme a te, mi dispiaceva lasciarti sola.” Si mordicchiò il pollice, aggrottando le sopracciglia scure “Che diavolo hai fatto ai capelli? Sembrano un pagliaio.”

 

Lo trucidò, alzando un sopracciglio in modo fin troppo eloquente. Se stava cercando la rissa di prima mattina lo avrebbe sbranato fin troppo volentieri. Non aspettava altro che scaricare il suo odio per Arthur su qualcuno.

 

“Non abusare della mia pazienza, Pendragon, non è proprio giornata.”

 

Afferrò con rabbia il bicchiere che le stava porgendo, bevendo con avidità il liquido caldo. Finalmente una sensazione di lieve calore la avvolse, leccandosi le labbra tiepide e ancora profumate di cioccolata. “Meglio?” Annuì, socchiudendo gli occhi, godendosi quel sapore accarezzarle dolcemente la pancia. Mordred sorrise, riprendendo a leggere il libricino che aveva abbandonato pocanzi

 

“Allora, come sono andati gli allenamenti?”

 

“Uno strazio, non si vedeva un bel niente con tutta quella pioggia e il nuovo Cercatore ha dovuto perlustrare diciassette volte il campo prima di trovare il Boccino.” Increspò le labbra, ricordandosi vagamente che forse, quella serie di informazioni non dovevano uscire dalla sua Casa di appartenenza.

 

Soprattutto se quello di fronte a lei apparteneva alla squadra da battere, ma Mordred sembrava piuttosto tranquillo e distratto. Non aveva mai capito un accidente di Quidditch, assisteva alle partite vicino a Merlin, ascoltando la sua cronaca e portando due sciarpe differenti quando giocavano i Gryffindor contro gli Slytherin.

 

“Sei adorabile quando vieni alle partite con la sciarpa della mia Casa e quella della tua legate.”

 

Lo Slytherin alzò il capo, spaesato, voltandosi prima a destra e poi a sinistra, stava parlando con lui?

 

Aithusa tacque, sentendo le guance imporporarsi visibilmente, ma che diavolo...? Voleva chiedergli cosa stesse leggendo, non... Quello.

 

O meglio, quello lo aveva anche pensato, come tutte le volte che lo vedeva sorridere durante le sue partite, ma non era nemmeno programmato che venisse detto. Era semplicemente saltato fuori, come se avesse spiccato un salto e si fosse catapultato fuori dalla sua bocca.

 

“N-no, non intendevo quello, insomma, volevo dire che... Mi piace da morire quando sorridi e quando vieni a vedere le mie partite...” Chiuse gli occhi, mentre il viso le andava a fuoco, senza poter notare il sorrisetto divertito che stava nascendo sulle labbra del ragazzo “... Anche se non capisci quasi niente.”

 

Mordred si morse il labbro inferiore cercando di non scoppiare a ridere, a quanto pare il Veritaserum stava facendo effetto. C’era voluta una vita per preparare quella dannata pozione, era tremendamente difficile, ma il divertimento sarebbe stato assicurato. Aithusa non era mai stata solita a lasciarsi andare, né in senso fisico, ma soprattutto mentalmente, tendeva a non lasciar trasparire le sue emozioni, o comunque a mascherarle.

 

Per una volta, si era detto, che avrebbe potuto permettersi di sentire le cose più carine uscire dalle sue labbra rosee.

 

“Ma davvero? Ma non mi dire... Eppure mi dici sempre che non fa niente e potrei pure restare a studiare.”

 

“Non è vero, mi darebbe incredibilmente fastidio se tu lo facessi, come quando mi chiami Dervla...”

 

“Dervla? Ma se lo detesti.”

 

“Detesto che gli altri lo pronuncino, non tu.” Inclinò il capo, inumidendosi le labbra. La situazione stava veramente degenerando e non riusciva a capire che diavolo le stesse succedendo. “Mi piacciono le tue basette.”

 

Un incantesimo non poteva essere, Mordred non aveva la bacchetta in mano, né tanto meno vicino a lui.

 

Una fattura tanto meno, faceva schifo con le fatture e nessuno dei ragazzini del primo anno si sarebbe mai permesso di farle uno scherzo simile.

 

Socchiuse gli occhi, posando lo sguardo sul piccolo libro che il ragazzo stava cercando di nascondere sotto il mantello.

 

“Non avrai osato...” Con uno scatto fulmineo afferrò il volume, strappandolo dalle sue mani e leggendo il titolo del capitolo “Veritaserum – Utilizzato per le ecc...”

 

Con la mascella ormai sul pavimento e una rabbia incredibilmente cieca, si voltò verso lo Slytherin che, rosso dalle risate, cercava disperatamente di non scoppiare a ridere.

 

“MORDRED IO TI UCCIDO, GIURO SU GODRIC CHE QUESTA ME LA PAGHI.”

 

“Ma cosa intendi in realtà?” Continuò canzonatorio raccattando tutta la sua roba più in fretta possibile.

 

Aithusa balzò in piedi cercando di colpirlo dall’altra parte del tavolo, ma Mordred la sorprese e mentre le lanciava un sorriso smagliante tirò fuori una boccetta mezza piena di liquido dal mantello.

 

La bevve in un sol colpo sotto lo sguardo attonito della ragazza che, ancora sotto shock, cercò di colpirlo inutilmente di nuovo.

 

Lo Slytherin le bloccò un polso per poi sporgersi verso di lei a pochi centimetri di distanza dalle sue labbra.

 

“Anche tu mi piaci.”

 

Ghignò, lasciandole andare il polso e appoggiando delicatamente la piccola bottiglia ormai vuota sul tavolo.

 

Che cosa ci fosse mai dentro? Bhe, è ovvio, no? Veritaserum.

 

 











 

 

 

Orbene, non scrivo qui da una vita. 

Innanzitutto grazie a chiunque abbia letto (anche solo silenziosamente), ve ne sono sempre molto grata. Avevo questa shot nel pc da anni e ho pensato fosse il momento di farle vedere la luce. Fatemi sapere cosa ne pensate =)

Chissà, riuscirò mai a scrivere una Merthur?

Bye

Flitwick

  
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