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Autore: crazy lion    19/08/2021    0 recensioni
Bulgaria, 1490. Il padre di Katerina le ha fatto riavere sua figlia, ma lui e la moglie, per far tacere le malelingue, hanno deciso di far fare alla figlia un matrimonio riparatore. Questo è uno dei momenti tra lei, Nadia e il suo futuro sposo, Stefan Salvatore.
So che Katherine ha incontrato Stefan nel 1864, quando si faceva già chiamare Katherine Pierce, ma non volevo creare un personaggio originale, così ho scelto lui.
Disclaimer: i personaggi non mi appartengono, ma sono proprietà degli autori che li hanno ideati.
Genere: Fluff, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Katherine Pierce, Nadia Petrova, Stefan Salvatore | Coppie: Katherine/Stefan
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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ABBRACCI DI MAMMA

 
Katerina aveva riavuto la sua bambina. Suo padre era rinsavito e gliel’aveva riportata. Ora Nadia aveva tre mesi e i genitori, per far cessare le malelingue – essendo la bambina una figlia illegittima -, avevano deciso di far fare alla ragazza un matrimonio riparatore. Ne avevano parlato insieme e, dopo molta reticenza, Katerina aveva accettato. Così, quando Nadia aveva un mese, la ragazza aveva incontrato Stefan, un ragazzo gentile che si era dimostrato dolce sia con lei che con Nadia e aveva cominciato a frequentare sempre più spesso la casa dei Petrova. Erano da soli, i genitori se ne andavano sempre quando veniva lui, per dare il tempo ai due, anzi, ai tre, di conoscersi prima delle nozze che si sarebbero tenute qualche mese dopo.
“Come stai?” chiese Stefan a Katerina.
Se erano soli si davano del tu.
Lei sorrise.
“Bene, e tu?”
“Bene. Sono felice di vederti, anche se sono venuto solo ieri.”
Risero insieme.
“E Nadia, dov’è?”
“Sta riposan…” Un pianto interruppe la frase di Katerina, che si alzò. “Vieni” gli disse, incitandolo a seguirla.
“Sei sicura che non disturbo?”
“No assolutamente.”
La ragazza aprì la porta della sua stanza. Accanto al letto c’era una piccola culla in legno nella quale Nadia piangeva disperata.
“Su tesoro, non piangere. Va tutto bene.”
Katerina la prese in braccio, controllò che non fosse bagnata o sporca e la allattò, con Stefan lì presente.
“Sei certo che non ti crei problemi il fatto che lei non sia veramente tua figlia? Perché, se fosse così, non potrei sposarti, Stefan.”
“Ehi.” Le si avvicinò e le mise una mano su una spalla. “Io sapevo di Nadia, i tuoi me l’avevano detto. E sì, all’inizio ho dovuto pensarci, ma poi sono giunto alla conclusione che volevo crescerla con te, come fosse mia figlia. Io mi sento già il padre di questa bambina, te lo assicuro, Katerina.”
“Davvero?”
“Davvero.”
Lei tirò un gran sospiro di sollievo.
“Scusami, ma dovevo dirla, questa cosa.”
“Hai fatto bene.”
Dopo aver dato da mangiare a Nadia, che si mise di nuovo a piangere, Katerina se la tenne stretta al cuore e le cantò qualche ninnananna, ma non funzionò.
“Ma che bella vocina hai” disse a un certo punto la ragazza, con tutta la dolcezza di cui era capace.
La bambina si calmò subito, facendo solo qualche gorgoglio.
“Gli abbracci della mamma sono sempre i migliori” commentò Stefan.
“Già, ora sembra un angioletto. Vero? Vero che sembri un angioletto?” chiese Katerina, con quella vocina che si usa con i bambini piccoli.
“Ah” rispose lei e guardò la mamma.
Katerina avrebbe potuto perdersi negli occhi marroni di sua figlia, così simili ai suoi. E pensò che era davvero fortunata ad avere, nella vita, sia lei che Stefan.
   
 
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