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Autore: Ghost Writer TNCS    21/08/2021    0 recensioni
Niflheim è sempre stato famoso per essere un pianeta tetro e ostile, ma questo non aveva fermato i coloni. Il loro spirito intraprendente e gli interessi economici di una grande multinazionale sembravano sufficienti per far fronte a qualsiasi avversità, ma si sbagliavano.
Il sogno si è infranto contro misteriose interferenze, e alla frustrazione ha fatto seguito la criminalità. Se per un amante degli esplosivi la situazione è particolarmente allettante, lo stesso non si può dire per le forze di polizia che cercano di ristabilire l’ordine, costrette a combattere un’organizzazione malavitosa più influente delle autorità ufficiali.
La sfida per la frontiera è iniziata e il più forte imporrà la sua giustizia.
Genere: Avventura, Azione, Mistero | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: Violenza
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie '1° arco narrativo'
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37. (S)fiducia

L’ispettore capo Smidr bussò alla porta del suo superiore e attese di poter entrare.

«Avanti.»

«Commissario, ho provato a interrogare lo scienziato, ma non è andata molto bene. In realtà è stato abbastanza collaborativo, ma, come sospettavamo, non è a conoscenza di informazioni particolarmente rilevanti. Non sono un esperto, ma credo abbia qualche disturbo dei rapporti sociali.»

«Riuscirà a fornirci le armi che ci servono?»

«Gli ho fatto la stessa domanda, e la sua risposta è stata: “A quanto ho capito siete degli incapaci, ma non preoccupatevi: con le mie armi anche voi riuscirete a distruggere le biomacchine”. Non l’ha detto con cattiveria, sembrava davvero intenzionato ad aiutarci.»

«Non hai risposto alla mia domanda» gli fece notare l’insettoide, come sempre insensibile alle emozioni altrui.

Smidr allargò le braccia. «Per quel che ne so, potrebbe essere la persona più intelligente in questa colonia, e forse su tutto il pianeta. L’ho lasciato in una stanza libera e gli ho detto di mettersi al lavoro. Ho messo una telecamera per sorvegliarlo, le ho mandato il codice.»

Il commissario controllò i messaggi ricevuti, una decina solo negli ultimi cinque minuti, e aprì il flusso video.

«Non funziona» constatò.

Il gigante di ghiaccio si avvicinò. «Non è possibile, ho controllato prima di inviarglielo.»

L’insettoide girò lo schermo olografico, dove spiccava la scritta “Impossibile collegarsi al dispositivo”. Il suo sguardo diceva il resto.

«Vado subito a controllare» affermò il gigante di ghiaccio prima di correre fuori.

Lo scienziato lo aveva forse fregato? Senza il suo aiuto non avevano speranze di neutralizzare le biomacchine del governatore. E lui avrebbe fatto la figura dell’idiota!

Smidr irruppe nella stanza, trovando Albion al lavoro con la stampante 3D ad alta precisione.

«Ehi, dov’è la telecamera?!» esclamò, non trovandola nel punto dove l’aveva lasciata.

Il metarpia si voltò. «Oh, sei quello di prima. L’ho smontata: mi servivano dei semiconduttori.»

«Non dovevi smontarla!»

«Non avevi detto di non smontarla» gli fece notare lo scienziato, sorpreso dalla sua reazione.

Smidr cercò di recuperare la calma. «Ok. Ora vado a prendere un’altra telecamera. Non distruggerla, non smontarla, non toccarla. Intesi?»

«D’accordo.»

Il gigante di ghiaccio scosse il capo e si allontanò.

«Tutto a posto, commissario» riferì una volta risolto il problema. «Aveva smontato la telecamera perché gli servivano dei componenti. Gli ho detto di non toccare quella che ho messo.»

«Bene. Torna pure al lavoro.»

Smidr annuì. Il suo superiore non aveva detto nulla in merito, ma lui l’aveva capito dal suo sguardo: il commissario Mantina era impaziente di farla pagare al governatore.

Non l’avrebbe mai detto apertamente, ma con ogni probabilità l’insettoide sperava che il nano opponesse resistenza, così da giustificare un approccio più definitivo.

In realtà non escludeva che, a domanda specifica fatta in privato, il commissario avrebbe potuto esternare i suoi reali desideri. Meglio non sollevare l’argomento.

***

Negli ultimi giorni il lavoro nella colonia occidentale si era fatto sempre più intenso per il governatore Glazkov e la sua squadra. Molti davano per fatto l’accordo con la P.O.W.A., l’azienda di articoli sportivi con cui stavano trattando, ma il nano era sempre inquieto. Era dall’irruzione del commissario Mantina che si guardava le spalle.

Uno dei suoi assistenti entrò nel suo ufficio per informarlo che era ora di prepararsi per un’intervista, ma il governatore lo zittì con un dito, l’espressione furente.

«Sei proprio sicuro?» chiese Glazkov alla persona con cui era in chiamata.

«Temo proprio di sì. La Orborum Domini la farà passare per una promozione, ma in realtà è uno stratagemma per allontanarti dai riflettori e dalla colonia occidentale. Vogliono sbarazzarsi di te.»

Il nano batté i pugni sulla ricercata scrivania di legno vitreo. «Quella schifosa poliziotta! Li avrà informati lei! Oh, ma non si libereranno di me tanto facilmente! Non possono scaricarmi dopo tutto quello che ho fatto per loro! Dopo tutta la fatica che ho fatto per ottenere questa fama! Questo prestigio!»

«Qualunque cosa tu voglia fare, falla in fretta. Per ora hanno atteso per capire se riuscivi a convincere la P.O.W.A. a firmare, ma non attenderanno ancora a lungo. Buona fortuna, ne avrai bisogno.»

Si udì un leggero suono elettronico e l’assistente capì che la chiamata era terminata. Si schiarì la voce. «Signor Glazkov…?»

«La mia popolarità è ai massimi storici» sbottò il governatore, rivolto più che altro a sé stesso. «Questa è la mia colonia, non della Orborum Domini! Se vogliono sbarazzarsi di me, dovranno farlo con la forza! E possono stare certi che combatterò con le unghie e con i denti!»

«Signor Glazkov…» riprovò l’assistente, ma senza successo.

Il nano guardò le sue tre biomacchine: antichi soldati che l’avrebbero protetto da qualsiasi aggressore.

«Me ne servono altri! Molti altri! La sbirra vuole sbarazzarsi di me? Beh, sarò io a sbarazzarmi di lei! Si pentirà amaramente di avermi minacciato! La schiaccerò come l’insetto che è! A cosa mi servono dei poliziotti, quando posso avere dei robot al mio comando?» Sorrise senza pudore, crogiolandosi nella sua idea. «Gli abitanti della colonia saranno felici di essere protetti da robot. Automi infallibili e infaticabili. Nemmeno la capitale può vantare un simile arsenale. Ho già il discorso pronto!»

Prese il suo comunicatore criptato e selezionò il contatto quasi con foga.

«Mowatalji, mio caro amico! Spero che il trasferimento sia andato bene.»

«È andato bene, grazie per l’interessamento.»

«Bene, bene, mi fa piacere. In tal caso vorrei degli altri robot. E questa volta te li pagherò, non preoccuparti. Mi sento generoso: fai tu il prezzo. Le casse della…»

«Non sono in vendita» lo interruppe il mutaforma. «Non per te.»

L’euforia sparì dal volto del nano. «Come, scusa?»

«Hai fatto la tua parte, più o meno, e noi abbiamo fatto la nostra. Non abbiamo più motivo di fare affari con te. Goditi la tua colonia.»

Il governatore provò a ribattere, ma Mowatalji aveva già chiuso la chiamata.

Il suo assistente vide l’incredulità affacciarsi sul volto di Glazkov e indietreggiò. Scivolò fuori dall’ufficio senza dire una parola, appena in tempo: un’esplosione di imprecazioni esplose nella stanza, pronta a travolgere chiunque fosse capitato a tiro.

Il malcapitato assistente sospirò con rassegnazione: doveva inventarsi una scusa per posticipare l’intervista.

***

Nora Linch, cuffie sulle orecchie, aveva ascoltato con attenzione tutte le parole del governatore. Era illegale dato che non c’era un’indagine ufficiale in corso, ma aveva comunque messo sotto controllo i sistemi di comunicazione del capo della colonia. E per fortuna che l’aveva fatto!

Prese le stampelle e andò ad avvisare il commissario.

Con sua profonda sorpresa, Mantina non sembrava infastidita dagli ultimi sviluppi. Al contrario: sulle sue labbra affiorò uno dei suoi rari sorrisi, abbastanza subdolo da essere sincero.

«Bene, procede tutto secondo i piani.»

Nora non capiva. «I piani?»

«Per farla pagare al governatore.»

La teriantropa serrò la presa sulle stampelle. «E non ha pensato di renderci partecipi di questi piani?»

«No. E non intendo farlo neanche ora. Quindi, se non hai altre informazioni, puoi tornare al lavoro.»

Nora cercò di mantener la calma. «Sa qualcosa di Rahoud? Sono passati due giorni e non si è ancora fatto vivo. Non dovremmo mandare qualcuno a cercarlo?»

«Se non si è fatto vivo ci sono tre opzioni possibili: è fuggito, è morto o è impegnato a seguire una pista. In nessuno di questi casi intendo sprecare uomini per cercarlo.»

«Commissario, dimentica la quarta opzione: quelli che hanno preso Freyja potrebbero aver catturato anche lui.»

«Un motivo in più per non sprecare altri agenti.»

Nora avvertì l’istinto di correre verso il suo superiore, ma riuscì appena a fare un passo prima di dover usare le stampelle per ritrovare l’equilibrio.

«Commissario, devo dirlo: sto facendo il possibile per seguirla, ma sta diventando davvero difficile fidarsi di lei.»

«Allora datti da fare e prendi il mio posto» ribatté il commissario, quasi annoiata. «Sarei ben felice di rifilare a qualcun altro questo schifo di colonia. Ovviamente dopo averla fatta pagare al governatore.»

La teriantropa chinò il capo. «D’accordo, torno al lavoro…»

Mantina la osservò mentre procedeva verso l’uscita. «Linch.»

Nora si voltò.

«Non scherzavo sul fatto di prendere il mio posto. Data la tua situazione, dovresti davvero puntare a diventare commissario. Per quanto mi riguarda, sei quella che ha più possibilità fra i tuoi colleghi.»


Note dell’autore

Ciao a tutti!

In questo capitolo “di preparazione” vediamo come i due schieramenti si organizzano per l’imminente scontro, che sicuramente non sarà amichevole. Da una parte abbiamo i poliziotti, la cui fiducia nel commissario “Malvagità” Mantina ha visto giorni migliori, dall’altra invece abbiamo il governatore/Sindaco, che è stato bellamente scaricato da Mowatalji. Ma tanto ormai è diventata quasi una faccenda personale tra loro due, quindi uno dei due dovrà per forza lasciare la colonia, in un modo o nell’altro.

Prima di salutarvi, vi propongo il disegno chibi di Albion, che sta lavorando alle armi anti-biomacchine per la polizia.

Albion Hellmatyar (HoJ-1)

A presto ^.^


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