Storie originali > Introspettivo
Ricorda la storia  |      
Autore: Elisempreeli    22/08/2021    2 recensioni
I contorni definiscono la nostra forma e ci rendono reali. Ma chi non li possiede, o li ha così sbiaditi che sembrano inesistenti, fa fatica a riconoscersi, a capire quale sia la sua forma originaria, dove inizi e dove finisca, se vada bene così o se per il mondo non sarà mai accettabile. Può una forma essere giudicata? Può una forma essere rifiutata?
Buona lettura.
Genere: Generale, Introspettivo, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Ma chi voglio prendere in giro.
 
Non avrò mai il suo corpo, le sue gambe, il suo seno, il suo viso, niente che per la società possa essere apprezzabile o che possa destare la minima attrazione e interesse.
Sì, lo so, è un ragionamento assurdamente frivolo ed estetico, ma finiamola con le solite cazzate “è l’animo che conta”, o “l’importante è ciò che sta dentro”, perché il mondo non funziona così, e sono solo cazzate quelle che ci raccontiamo.
 
Mi sento sempre piccola in questo corpo, i pensieri mi stanno stretti, io mi sto stretta, e la cosa peggiore è che non voglio più essere così e allo stesso tempo ho una fottuta paura di lasciare queste sembianze.
 
Paradossalmente - ma forse nemmeno troppo - vorrei diventare ancora più piccola, alla forsennata ricerca di un luogo in cui mi si possa vedere dentro, semmai possa esistere uno spazio simile. Non credo, ahimè, ed è un peccato.
 
Cerco di dirmi che ormai questa è la mia normalità, è la mia realtà e che è troppo tardi per diventare chi sogno, e non è forse questione di sognare, è piuttosto un intimo e proibito desiderio, quello di avere un corpo che mi appartenga, e non io, appartenere a questa ristrettezza che mi sta strangolando.
 
Vivo di costanti ipotesi, in speranzose illusioni che popolano la mia mente e che lì dentro potrebbero benissimo esistere ma che, non appena cerco di proiettarle nell'universo materiale, ecco che perdono ogni traccia di veridicità, di credibilità, e mi fanno sentire enormemente, totalmente, penosamente stupida e in difetto rispetto al mondo intero, sempre mancante di quel tassello che invece, chissà perché, tutti possiedono. Come se fossi arrivata tardi quando stavano distribuendo le parti fondamentali dell'essere, tutto già esaurito, tutto chiuso, nemmeno qualcosa in saldo o di seconda mano, niente.
 
Come potrei mai piacerti, come potrei competere con quel corpo, quel seno, quelle gambe, quelle forme che disegnano le ragazze che vedo attorno a me, e che io tanto rigetto e tanto bramo? Desidero che qualcosa disegni il mio animo sbiadito, possa marcarne i contorni e che non marchi invece le mie paure, i miei timori, non li renda più grandi e spessi, né mi appesantisca più di quanto già un corpo così leggero non faccia da solo.
Ha senso tutto questo? Certo che no, proprio per questo non trovo la via d'uscita.
 
Non posso svegliarmi domani e ritrovarmi nel corpo che vorrei, non posso dopo ventiquattro vedere nello specchio qualcuno in cui riconoscermi, perché la creazione di sé è un viaggio che dura anni, tutta una vita, e che non si può saltare così, di botto. Eppure, io un salto l'ho fatto, possiedo alle mie spalle un vuoto temporale di ben 10 anni, anni nei quali non mi sono data la possibilità di costruirmi, preferendo distruggere, annullare, sformare parti fisiche di me e cancellare la mia presenza in questo mondo, mentre quelle ragazze prendevano forma senza di me. Per l'ennesima volta, mi sono tagliata fuori, mi sono esclusa, mi sono rimpicciolita difronte alla crescita del mondo, credendo che forse quella crescita non mi appartenesse intimamente, che su di me non potesse stare bene.
 
Chi voglio prendere in giro, costruire quello che avrei dovuto fare in questi anni, farlo adesso, magicamente ritrovarmelo tra le mani senza fatica? Un momento sono così, il momento dopo sono già diversa? Non è così semplice.
 
Sono davvero così importanti i contorni? Non dovrebbe avere la priorità ciò che li riempie, colori e sfumature incluse, e non tanto la linea che li racchiude?
Una linea può anche esistere da sola ma, senza di essa, la forma che contiene non può essere visibile, senza un contorno tutto ciò che vi è dentro non esiste, ed è triste, perché anche un foglio bianco può già contenere qualcosa, anche se non si vede subito.
 
Mi sento come un foglio bianco che dev'essere ancora scritto, ancora disegnato, quelli che ti capitano sotto mano e che tu hai una così gran voglia di riempire ma non sai da dove iniziare.
Ti impegni per farlo nel modo giusto, nel modo migliore affinché il risultato possa essere apprezzabile, godibile, bello, ma intanto tentenni, tracci linee che cancelli, premi piano per paura di lasciare solchi troppo profondi, troppo decisi, per lasciarne semplicemente un'ombra testimone della loro presenza, perché è quello che fa più paura, cancellare e vedere che quella linea rimane in sottofondo e che così potrebbe irrimediabilmente rovinare il disegno finale, confonderlo tra un passato sbiadito e un presente più nitido, ma in qualche modo sempre oscurato da ciò che c'era prima.
 
E così smetti sia di disegnare che di scrivere, o almeno è ciò che ho fatto io, ho smesso di creare – di crearmi - perché incapace di decidere cosa salvare e cosa cancellare, quando premere di più e quando invece avere il tratto leggero. È più semplice smettere e basta, mettendo da parte penne e matite, rinchiudendole in un cassetto che chissà se un giorno avrei avuto il coraggio e la voglia di riaprire. Non sapevo, non capivo, non potevo immaginare che un foglio bianco, seppur vita in potenza, può anche rappresentare morte in atto che mai nessun contorno avrebbe potuto racchiudere.
 
Un senza forma che più dell'intero universo, racchiuso in nessun luogo e dappertutto, perso in se stesso e in perenne fluttuare tra un mondo e l’altro.
 
Ma chi voglio prendere in giro.
   
 
Leggi le 2 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Introspettivo / Vai alla pagina dell'autore: Elisempreeli