Anime & Manga > TSUBASA RESERVoir CHRoNiCLE / xxxHOLiC
Ricorda la storia  |      
Autore: AnhelKreep    31/08/2009    5 recensioni
Era strano, all’inizio, svegliarsi sempre con la solita faccia, senza vedere alcun cambiamento: nessun pelo sul petto, sul mento. Niente voce roca, niente denti del giudizio.
Dopo una ventina d’anni, divenne un incubo.
[Spoiler Chapter 185] [DeathFic] [Angst] [DoumekixWatanuki + Himawari]
Genere: Triste, Drammatico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Himawari Kunogi , Kimihiro Watanuki , Shizuka Dômeki
Note: nessuna | Avvertimenti: Spoiler!
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

At the end of this.

 

“…Come ti senti?”

“Bene.”

 

Quanto tempo era, ormai, che Watanuki poneva quella stessa, identica, ossessiva domanda?

Nessuno lo sapeva. Forse solo i muri della sua prigione dorata, dove il tempo si fermava in lunghi, caldi attimi d’attesa, aspettando che le prime vittime del suo inesorabile scorrere si facessero avanti.

Ma lui no.

Era strano, all’inizio, svegliarsi sempre con la solita faccia, senza vedere alcun cambiamento: nessun pelo sul petto, sul mento. Niente voce roca, niente denti del giudizio.

Dopo una ventina d’anni, divenne un incubo.

E Doumeki, il suo compagno e prima ancora amico, invecchiava.

Inesorabilmente.

Ci volle una notte di luna piena, con la pallida luce che filtrava sul loro futon sfatto, per far vedere a Watanuki alcune piccole rughe sul suo volto rilassato, che la luce del sole non aveva mai rivelato, per qualche crudele scherzo della vita.

E sì, ora si rimembra il momento in cui Watanuki iniziò a porre quella domanda. Fu esattamente dopo quella notte, dopo che ebbe pianto come un bambino sul cuscino accanto al volto di Doumeki, impregandolo di lacrime amare e singhiozzi repressi.

Lo chiedeva appena si alzavano e subito prima di addormentarsi, forse perché mentre dormiva non aveva il potere di vegliare sull’uomo che amava, come un angelo custode sul suo possessore.

Durante il giorno i suoi occhi si fecero attenti, e il suo corpo sempre pronto a qualsiasi cosa: una caduta, uno sforzo eccessivo, una carezza in più.

E Himawari, l’unica persona che veniva a trovarli minimo una volta a settimana, sorrideva come aveva sempre fatto, con il viso dolce segnato anch’esso dalle primavere passate.

Il povero Tampopo, con le piume un po’ meno in salute dei suoi primi trent’anni di vita, non svolazzava più allegro attorno alla sua padrona, ma si limitava a starle sulla spalla, cantando con la sua voce melodiosa una qualsiasi sequenza di cinguettii per rendere felice la sua padrona e i suoi amici, mentre i tre giocavano a maijong e bevevano sakè sul terrazzo in legno scuro.

Watanuki, più di una volta, lo aveva invidiato.

Sapeva, come anche Himawari ormai aveva intuito, che la vita del piccolo uccellino era legata indissolubilmente a quella della sua ex compagna di scuola. Insieme avrebbero raggiunto la fresca terra, e avrebbero trovato riposo nello stesso istante.

*

E fu esattamente così.

Quando Doumeki riportò sulle sue spalle ancora in forze i resti della povera Himawari, teneva stretto in una mano anche il piccolo uccellino.

Affermò di averli trovati insieme, lei stesa sul letto della sua casa e lui sopra il suo petto.

Watanuki non poté reprimere il desiderio di donare una lunga, dolce carezza hai capelli ormai bianchi della sua amica, che per anni e anni non aveva potuto accarezzare, sapendo bene cosa rischiava con quel velenoso contatto.

Percorse lentamente con le dita i suoi riccioli perfetti, piangendo.

Stette così per ore, una mano sul capo della donna e l’altra sul piumaggio del piccolo uccello, senza un solo singhiozzo udibile da Doumeki, sempre alle sue spalle.

*

Quando si staccò da entrambi, era ormai notte.

Li seppellirono lì, nella stessa fossa scavata nel giardino, battendo bene la terra perché non si vedesse nulla.

Nessuno, da quel momento in poi, sarebbe potuto andare a disturbare il loro sonno.

*

 

“A che pensi, Kimihiro?”

La voce dell’uomo al suo fianco lo scosse dai pensieri del passato, e Watanuki lo guardò, istintivamente.

Le sue mani erano ormai rugose, e una fitta coltre di neve era scesa sui suoi capelli, coprendo il nero brillante della gioventù.

Ma gli occhi, quelli erano sempre rimasti uguale.

Gli occhi, il loro primo legame.

Sorrise, Watanuki, abbassando lo sguardo.

“A nulla, Shizuka.”

 

*

Passo ancora qualche anno, e poi accadde.

Maru e Moro piangevano, mente attendevano al di là delle porte scorrevoli della camera dal letto.

Quando si spalancarono, un volto eternamente giovane avvizzito dal dolore gli passò accanto, e loro non ebbero il coraggio di muoversi.

Watanuki portò da solo la salma, avvolta in un velo bianco, e la posò a terra, nel giardino, scoprendone il volto.

Doumeki era lì. Era lì, freddo come il ghiaccio e come la neve sul terreno che bagnava il telo in cui era avvolto, con le labbra chiuse e gli occhi altrettanto sigillati.

Il corpo di Watanuki fu scosso dai singhiozzi, ma una sola parola fu pronunciata con tono umido di lacrime.

 

“…Shizuka…”

 

Gli donò poi un ultimo bacio, e la terra ricoprì ciò che le era appartenuto da sempre.

Quando il lavoro fu finito e Watanuki si rialzò, le mani sporche di terra e sangue, un inconfondibile odore di pipa si spanse per l’aria, accompagnato dalla consistenza del fumo grigio che si materializzava di fronte hai suoi occhi, rendendo il paesaggio invernale, se possibile, ancora più triste.

Sorrise, però, fra le lacrime, girandosi verso la donna che aveva alle spalle e che aveva sentito arrivare fin da quando l’ultimo battito del cuore del suo amato si era spento addosso al suo petto.

Sorrise, felice per quella apparizione e per ciò che ne seguì.

 

“Adesso posso andare anche io… Vero, Yuuko-san?”

 

*

Se qualcuno di voi dovesse passare per il negozio di Yuuko, a Tokyo, vi prego di fermarvi per un istante a contemplare il giardino di quella quanto mai bizzarra abitazione.

Vi prego di donare uno sguardo alle tre lapidi di pietra nera che son piantate a terra, all’ombra dei ciliegi, sempre piene di fiori freschi e di offerte.

Vi prego di posare un pensiero, solo uno, a quelle tre anime che riposano lì per sempre.

 

 

 

 

 

Salve, sono di nuovo io.

Perdonatemi per aver scritto una cosa così triste, ma mi gironzolava in testa da parecchio tempo e dovevo buttarla giù.

Il risultato non mi è piaciuto per niente. Nemmeno un po’.

Spero che a voi ispiri qualcosa. Per me, qui c’è una minima parte di ciò che volevo veramente intendere.

Questa è la mia prima e credo ultima fanfic su XXX Holic.

Voglio tanto bene a questo manga.

Un bacione,

Rika.

  
Leggi le 5 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > TSUBASA RESERVoir CHRoNiCLE / xxxHOLiC / Vai alla pagina dell'autore: AnhelKreep