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Autore: Spensieratezza    24/08/2021    2 recensioni
Cosa sarebbe successo se Sam non avesse mai perso l'anima?
Dean e Sam insieme ai loro amici, non faranno altro che attraversare salti quantici per tutta la storia e impareranno un sacco di cose su loro stessi e gli altri.
Scusate, nell'ultimo capitolo ho confuso i nomi, come al solito. Castiel non ha cambiato partner ovviamente. Sta sempre con la stessa persona, ho solo sbagliato a scrivere.
Genere: Fluff, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Castiel, Crowley, Dean Winchester, Lisa Breaden, Sam Winchester
Note: What if? | Avvertimenti: Incest | Contesto: Sesta stagione
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- Questa storia fa parte della serie 'Il salto quantico'
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Dean e Sam avevano posizionato un lettino vicino a quello di Bobby, dove si sarebbe sdraiato Vergil per il rituale.

Balthazar gli aveva portato la pozione da prendere, versandola in una coppa.

“Sembra una cerimonia mistica.” Diceva Bruce.
“Chiudi quella bocca davanti ad Alan.” Diceva Matt.

Per favore, diteci dov’è nostro figlio.” Diceva una voce femminile.

“Sappiamo che si trova in ospedale!”
“Perché diavolo ci sono anche loro qui??” disse Castiel a denti stretti, mentre monitorava lo stato di Bobby.

“Sono i nostri genitori! Non vedono mio fratello da una vita..e saranno sicuramente preoccupati.” Disse Alan giustificandoli, in imbarazzo.
“Vai subito da loro e digli di andarsene.” Gli intimò Castiel.

“Ohh, lascia stare il ragazzo, penso io a loro.” disse Balthazar.
“Io non credo sia una mossa saggia lasciar fare a Balthazar. Che cos’hai Dean?” chiese Sam.
“Un po’ troppe persone stanno affollando questo reparto e questa cosa va a rilento. Quando diavolo comincia??”

“Ehi, calma, amore, le cose richiedono tempo.” Disse Sam, abbracciandolo.
“Mpf..è solo che Bobby tempo non ne ha.”
“Non dire così..vedrai che andrà tutto bene.”
 
 

*

Nel frattempo Balthazar aveva cominciato a gridare nel corridoio dell’ospedale, appena li aveva visti, accompagnati da Gabriel.
“Mi dispiace fratello, ma loro..”

Ma chi si vede!! E sì, chi non muore si rivede, è proprio il caso di dirlo! E voi se non siete morti, chiaramente volevate almeno essere feriti gravemente, altrimenti perché venire in questo posto?” diceva loro in tono allegro.

“Quello è l’angelo che ci ha portati via, Molly?”

“Sì, ci ha portato via da nostro figlio. Allontanati da noi.”
“Ehi, è questo il modo di ringraziarmi per avervi salvato la vita? A quest’ora non sareste mica in un ospedale ma all’obitorio e non ci sareste arrivati con le vostre gambe.”

Dicci immediatamente dove sono i nostri figli , altrimenti mettiamo a soqquadro il reparto.” Disse Arthur prendendolo per la collottola.
“Complimenti, Gabriel.” Aveva bofonchiato Balthazar.
 
 
*

In meno di due minuti erano entrati nella stanza.
“Alan, Vergil!” fu la voce della madre.
“Mamma, papà, non dovreste essere qui.” disse Alan alzandosi in piedi.
“Stai scherzando, figliolo? È esattamente QUI che avremmo dovuto essere. Con voi, con tutti e due.” Disse Arthur.
“É vero quello che vuoi fare, Vergil, bambino mio?” chiese Molly.

“Io..io non sono più il vostro bambino! Quindi smettetela di trattarmi come tale!” sbottò Vergil.
I genitori lo guardarono allibiti.
“Hai ragione, ma per dei genitori i figli rimarranno sempre i loro bambini, anche quando crescono.” Disse Arthur dolcemente.

“Tesoro, ci dispiace, lo sappiamo che sei arrabbiato con noi, ma noi siamo i tuoi genitori, ti abbiamo ritrovato finalmente e non potevamo restare a casa, semplicemente non potevamo..capisci?” diceva Molly.

Sembrava che la madre fosse in vena di piangere quindi Alan intervenne a risolvere quella situazione spinosa.
“Mamma, papà, vi ho chiamati io, perché mi sembrava giusto che ci foste anche voi in quella piazza, ma non fatemi pentire di averlo fatto.”
“ALAN!!!” dissero in coro i due.

“Lo so che vi sto chiedendo molto, ma sono passati tanti anni e mio fratello, si è abituato a vivere senza di noi, fa male, è vero, ma questa è la realtà, ha un bagaglio molto più grosso sulla schiena adesso da portare e noi veniamo in secondo piano, in questo momento vi chiedo di smetterla di vedervi come genitori per permettere che un uomo buono aiuti un altro uomo buono a salvarsi. Quello che sta per fare è pericoloso e non può pensare ai vostri piagnistei.”

“Alan non ti sembra di esagerare?” chiese Vergil.
“Ho preso da te, evidentemente.“ disse Alan sorridendo.
I genitori per qualche momento sembrava che non sapevano cosa dire, poi il padre cominciò.

“Ora capisco perché quel giorno i tatuaggi si sono uniti. La potenza di due animali meravigliosi, tanto belli quanto le anime di chi li portava, era destino che le vostre energie si mescolassero e non potrei esserne più orgoglioso, come uomo, non solo come padre.“
Vergil rimase basito e chiaramente colpito da quelle parole.

“Siamo così fieri di essere stati i portatori di anime belle come le vostre.” Disse Molly.
 
Vergil si alzò, forse per abbracciarli, ma Molly lo fermò.
“Non farlo perché devi, fallo dopo, quando sarai tornato, almeno..avrai un motivo per farlo.”

“Io ce l’ho già..un motivo.” Disse Vergil e guardò loro, poi Alan, poi si volse verso Sam e Dean.
“Perdonatemi per il tempo che abbiamo perso per colpa mia, vi prometto che mi farò perdonare.”

“Bene, allora se è tutto, possiamo dare il via alla festa.” Disse Castiel, soffiando sull’incenso che aveva acceso.





















Note dell'autrice: ciao ragazzi, pensavate che stavo abbandonando la storia eh?? e invece no ahhah scusate per il capitolo così corto dopo più di una settimana di attesa, ma mi sono resa conto che mi trovo meglio con i capitoli corti, soprattutto con la piaga degli errori grammaticali che sto cercando di debellare e che Team mi sta aiutando in questo, facendo un lavoro meraviglioso soprattutto con le storie più vecchie! Sappi che non sei costretta e mai vorrei che ti sentissi obbligata, ma grazie comunque <3333
   
 
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