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Autore: Justice Gundam    24/08/2021    1 recensioni
Il Confine dell'Oceano, un gruppo di rigogliose isole nelle vicinanze del Primo Continente. Un gruppo di coloni, facenti parte di una spedizione del Regno di Estania, in cerca di un luogo dove iniziare la loro nuova vita. Gli avventurieri che vegliano su di loro e mantengono la sicurezza. Ma una minaccia terribile incombe su di loro: un esercito di insetti giganteschi e creature insettoidi è apparso all'improvviso e minaccia l'incolumità degli abitanti. Una manciata di esperti, maghi e combattenti saranno gli unici in grado di proteggere i coloni del Confine dell'Oceano da questa mostruosa invasione...
Genere: Avventura, Azione, Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Shonen-ai, Shoujo-ai
Note: Otherverse | Avvertimenti: Contenuti forti, Violenza
Capitoli:
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Pathfinder: L'Isola degli Insetti Giganti

Una fanfiction di Pathfinder scritta da: Justice Gundam

 

 

 

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Risposte alle recensioni

 

Farkas - Effettivamente ho una certa simpatia per i mezzelfi - sono una razza molto versatile, e in pratica possono essere efficaci qualunque sia la classe che scelgono. Vedremo più avanti da cosa deriva l'astio di Pepa verso gli halfling...

I sahuagin sono feroci uomini-pesce noti per la loro società irregimentata e per la loro crudeltà. In molti mondi di D&D / Pathfinder sono considerati un flagello per chiunque vada per mare.

In effetti, ho voluto dare un po' più di notorietà alle viverne... e per quanto riguarda gli insetti giganti, beh, ho pensato che ci sono molte storie in cui i nemici principali sono draghi, demoni, diavoli, non morti o aberrazioni (come gli aboleth, i beholder o i mind flayer), e ho voluto fare qualcosa di un po' più originale.

Grazie della recensione e a presto! ^^

 

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Capitolo 3 - Il primo giorno

 

 

Era la prima volta che Serena si svegliava sotto un tetto sconosciuto.

I primi raggi di sole del mattino iniziarono a filtrare attraverso una delle finestre della sua nuova casa e illuminarono il volto della giovane ex-nobile, ancora distesa su un materasso semplice ma confortevole.

Quando Serena si voltò sulla schiena per dare un'occhiata al soffitto, quello che le apparve davanti non era un'elegante volta colorata, come ormai lei era abituata a vedere... ma un tetto fatto nella maniera più semplice possibile, con giunchi legati assieme in modo da proteggere il meglio possibile dalla pioggia l'interno di quella piccola casa dalle pareti di legno. Quando Serena si guardò attorno, vide che anche il resto dell'arredamento era di una disarmante semplicità: tutto quello che c'era erano un tavolo di legno, abbastanza lungo da poter far accomodare quattro o cinque persone; alcune sedie, un camino che non doveva essere stato usato di recente, alcuni scaffali di legno finemente intagliato e levigato...e una piccola scrivania posta accanto al letto, sulla quale era stata posta una candela ancora intatta. Alcuni libri dalle pagine ingiallite erano disposti ordinatamente appena sopra la scrivania, a portata di mano di una qualunque persona si fosse seduta lì al tavolo.

 

Serena si voltò su un fianco, poi di nuovo sulla schiena e guardò con soddisfazione la sua nuova "casa lontana da casa". Abituata com'era al lusso sfrenato ma senza merito dalla sua enorme mansione, Serena era ancora un po' indecisa se sarebbe riuscita ad abituarsi rapidamente a quelle nuove circostanze... ma sicuramente, adesso provava delle sensazioni incredibili nell'avere un tetto tutto suo,  sotto il quale avrebbe potuto non essere continuamente additata dai membri della sua stessa famiglia per la sua cosiddetta "stranezza". Per la prima volta in vita sua, Serena stava provando una sensazione di libertà.

 

Ciò nonostante, pensò infine Serena passandosi una mano sul viso, quello era anche il suo primo giorno di lavoro.  Il comandante Verdugo aveva affidato a lei e ai suoi nuovi compagni un compito molto importante, e Serena non aveva nessuna intenzione di deluderlo. Si alzò dal suo letto e si infilò un paio di pantofole, poi incominciò a prepararsi, sorridendo velatamente all'idea della sua nuova vita che cominciava...

 

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Circa un'ora dopo...

 

Albion diede una rapida occhiata al gruppo composto da lui stesso, da Draig e dai loro nuovi "colleghi" mentre prendevano posto in una fila ordinata davanti all'edificio che era stato adibito a quartier generale dal capitano Verdugo, giusto in tempo per l'incontro iniziale in cui avrebbero ricevuto i loro primi ordini. Il dragonide paladino si era già preparato, e indossava la sua armatura ben lucidata ed oliata... e anche Draig, bisognava riconoscerlo, aveva fatto del suo meglio per rendersi quanto più presentabile possibile, considerando che di solito non era uno che badava troppo alla forma. Hipolito, dal canto suo... beh, Albion non poteva dire che si stesse presentando molto bene. L'halfling indossava le sue vesti da viaggio, tutte di varie sfumature di verde - certamente adatte per la vita nei boschi, ma non esattamente per un incontro con un superiore - ed era a piedi nudi. Un'usanza tipica degli halfling, ma Albion non era convinto che fosse il modo di presentarsi ad un suo superiore.

 

"Speriamo solo che il comandante Verdugo non se la prenda troppo per questo..." pensò tra sè il paladino, per poi dare un'occhiata anche a Pepa, Damiàn e Serena. Tutti e tre sembravano ben presentabili per l'incontro con il comandante... anche se il paladino notò che Pepa si stava tenendo più lontana possibile dall'halfling. Non era una novità, del resto: anche il giorno prima, mentre iniziavano ad ambientarsi nella colonia, la giovane donna sembrava cercare di tenere le distanze da Hipolito. Albion aveva l'impressione che, per qualche motivo, a Pepa non piacessero per niente gli halfling. Forse perchè avevano una reputazione, non del tutto immeritata, di essere dei ladruncoli e dei furbastri? Forse aveva avuto qualche brutto incontro con degli halfling in passato? Albion poteva soltanto fare delle supposizioni, visto che gli sembrava indelicato chiederlo direttameente a Pepa.

 

Finalmente, proprio all'orario stabilito, la porta dell'ufficio si aprì con un lieve scricchiolìo, e da essa emerse il comandante Verdugo, in tutta la sua impressionante statura e con addosso la sua armatura decorata, la sua enorme ascia da battaglia assicurata sulla schiena in modo da sembrare ancora più imponente. Immediatamente, il gruppo si mise sull'attenti e attese che il leader della colonia arrivasse davanti a loro, con paasso lento e solenne. Sotto il sole cocente dell'isola in mezzo all'oceano, il gruppo di esploratori attendeva con pazienza che Verdugo completasse la sua ispezione... e il minotauro, senza mostrare segno nè di approvazione nè di rimprovero, esaminò uno ad uno tutti e sei. Per un po' di tempo, l'ispezione andò avanti... e alla fine, convinto di sapere ormai tutto ciò che gli serviva, Verdugo diede il suo cenno di assenso.

 

"Molto bene. Vi siete presentati tutti all'orario stabilito, e mi sembra che siate pronti. Come inizio, direi che ci siamo." affermò con quella sua voce baritoneale che lo rendeva impossibile da ignorare. "Dunque, sapete già qual è il vostro compito. La milizia cittadina sta già iniziando a fare le ronde, ma ho bisogno di voi come squadra specializzata per incarichi che la milizia non avrebbe il tempo o le capacità di gestire. Per oggi, giusto per ambientarvi meglio nella vostra nuova dimora, credo che basterà fare qualche ispezione all'interno di Pasiega. Ambientatevi, familiarizzate con i vostri nuovi concittadini, e fate in modo di intervenire se vi trovate di fronte a qualche emergenza o a qualche richiesta di aiuto. In particolare, state attenti all'eventuale arrivo degli insetti giganti dall'entroterra. Finora, la loro presenza è tenuta sotto controllo, ma non si può mai abbassare la guardia."

 

"Ricevuto, comandante Verdugo." rispose Draig, trattenendo a stento un sorriso entusiasta. Quell'incarico dava l'impressione di essere più divertente di quanto non sembrasse all'inizio. "E se dovessimo incontrare qualcuno di quegli insetti giganti, cosa dovremmo farne? A parte cacciarli via o farli fuori, ovviamente."

 

"Quando arriverà il momento di fare rapporto a me delle vostre attività, segnalatemi dove e quando avete incontrato la creatura. Se poi doveste riuscire ad uccidere l'insetto, portare il suo corpo al nostro esperto di natura, il signor Horacio Veda, aiuterebbe molto ad identificarli e ad attuare delle contromisure." rispose Verdugo. "Ci sono altre domande?"

 

Hipolito fece una piccola smorfia, pensando che sarebbe stato un peccato essere costretti ad uccidere quegli insetti giganti. Un'occasione di vedere di persona delle creature così impressionanti... e gli sarebbe dispiaciuto che l'unica conoscenza venisse dai corpi degli insetti giganti uccisi in combattimento. Forse, se ci fosse stata la possibilità di fare una passeggiata fuori città nei momenti liberi... non sarebbe stata una cattiva idea appostarsi ad osservare un gruppo di quegli insettoni.

"Il signor Horacio Veda, eh?" ripetè tra sè l'halfling druido, per poi dare una controllata al suo equipaggiamento. "Devo ricordarmi questo nome. Potrebbe essere interessante andare a fare conoscenza in futuro."

 

"Una, in realtà." disse Pepa, alzando una mano in risposta alla precedente domanda. "Riguardo le altre colonie su Abundancia... dobbiamo aspettarci di essere contattati? So che Tarago, in particolare, è in rapporti abbastanza stretti con noi..."

Verdugo disse di sì con la testa. "In effetti, è un po' che non abbiamo notizie da Tarago e Galapòn. Abbiamo inviato alcuni messaggeri ad entrambe le colonie." affermò. "Comunque, se ci dovessero essere dei problemi, sicuramente lo verremmo a sapere per tempo. Per adesso, non preoccupatevi... se avessimo bisogno di voi, ve lo comunicherò. Ma per adesso, mi basta che voi vi occupiate di Pasiega. Se non ci sono altre domande... credo che il briefing può finire qui, e potete iniziare la vostra prima ronda."

 

Albion sentì il suo cuore accelerare, sia per l'eccitazione che per il nervosismo... e il dragonide fece un saluto, subito imitato da tutti i suoi compagni. "Sarà fatto, comandante Verdugo! Potete contare su di noi! Eseguiremo il nostro compito con la massima dedizione!"

 

Il minotauro sorrise fieramente. "Ottimo. La nostra comunità conta molto su di voi... e vi auguro la migliore delle fortune nel vostro primo giro di ronda!" affermò. "A questo proposito, paladino Albion. Ho pensato di affidare a lei il ruolo di leader del gruppo. Sono sicuro che lei ha le giuste capacità per guidare questi ragazzi. Sia io che la Chiesa di Bahamut ci aspettiamo molto da lei."

 

"Comandante Verdugo?" esclamò sorpreso il dragonide dalle squame argentate. Si guardò rapidamente attorno, in modo da farsi un'idea delle opinioni del resto del gruppo... e vide che Damiàn stava già dicendo di sì con la testa, mostrando un sorriso accomodante. Pepa ed Hipolito non sembravano opporsi all'idea, e anche Serena fece un lieve sorriso e un cenno di assenso. Rimaneva soltanto Draig... ma per fortuna, anche lui non mostrò segni di disaccordo, e fece un segno dell'okay con una mano quando si accorse che il suo migliore amico stava guardando lui.

 

"Ammetto che un po' mi dispiace che non abbia scelto me come leader..." pensò tra sè il dragonide dalle squame rosse. "Detto questo, Albion è sicuramente più intelligente di me, ed è più abile a trattare con la gente. Io... farò del mio meglio per dargli una mano."

 

"Se questa è la vostra decisione, comandante Verdugo... io la accetto, e giuro solennemente di fare tutto il possibile per essere all'altezza di questo compito." rispose infine il paladino, portando fieramente una mano stretta a pugno all'altezza del cuore, mentre con l'altra teneva dritta la sua alabarda. "Lo giuro in nome di Bahamut e del regno di Estania."

 

Verdugo si permise un lieve sorriso soddisfatto, mentre gli altri cinque facevano un breve applauso di congratulazioni, ed Albion abbassava la testa in segno di accettazione. "Sono tutti giovani e zelanti. Anche se la signorina Pepa e il signor Damiàn sembrano un po' più tranquilli a riguardo... sono convinto che anche loro siano entusiasti di fare la loro parte. Mi ricordano molto di come ero io quando ho preso servizio." pensò tra sè. "Certo che sono passati molti anni da allora. Quando ancora ero un vitellino pieno di speranze... Comunque, sono contento di vedere che questi ragazzi sono così decisi. Credo proprio che Pasiega sarà in buone mani con loro."

 

"Perfetto. In tal caso, credo proprio di non avere più niente da aggiungere." affermò Verdugo. "Potete cominciare adesso la vostra ronda. Buona fortuna, e attenderò i vostri rapporti."

"Ricevuto, comandante Verdugo!" rispose Albion, mentre tutti e sei si mettevano sull'attenti e facevano un saluto. Con ordine, i sei novelli avventurieri si incamminarono nuovamente verso il centro della colonia, sotto lo sguardo orgoglioso di Verdugo, che li osservò allontanarsi finchè non furono più visibili. Il fiero minotauro annuì tra sè e tornò verso il suo ufficio, prendendo un foglio di pergamena da sotto la sua uniforme.

 

"Per adesso, diamo un'occhiata a questi rapporti." disse tra sè, per poi assumere un'espressione vagamente ansiosa mentre leggeva quello che era scritto. "Hmm... queste notizie non sono molto confortanti, devo dire... credo che sarà necessario mandare un altro gruppo di esploratori da quelle parti. Non per dubitare del paladino Albion e della sua squadra, ma non credo che abbiano l'esperienza necessaria per gestire una situazione come questa."

 

Verdugo fece un sospiro e rimise a posto i rapporti prima di dirigersi nel suo ufficio. Forse sarebbe stato meglio parlarne con la vice-comandante Torreblanca, non appena fosse stato possibile...

 

 

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Hipolito si sfregò il mento con una mano, sentendo quell'accenno di barba che cresceva su di esso. Doveva ammetterlo, per essere il primo problema sul quale lui e i suoi compagni erano stati chiamati ad intervenire, non era esattamente quello che si aspettava...

 

"Ehm... vediamo un po' se ho capito bene..." disse l'halfling, cercando di calmare la persona che aveva chiesto il loro intervento: un giovanotto sbaarbato e dall'espressione nervosa che si era presentato come Elias Velazco. "Avete un problema con dei famigli che sono fuggiti dalle loro gabbie?"

Il ragazzo annuì rapidamente, davanti alle espressioni un po' sbalordite del gruppo. "Sì... sì, ecco... il mio capo, la signorina Marina Montero... si occupa di equipaggiamento magico... e... ecco... un... un mago che abita a Tarago aveva ordinato degli animali, voleva sceglierne uno perchè diventasse il suo famiglio, ma... ma noi non avevamo nessun potenziale famiglio a disposizione, e così... la signorina Montero ne ha fatto arrivare una piccola fornitura. Poi... poi ha chiesto a me di occuparmi di loro fino al momento della consegna, ma... ma... ecco, io sono un po' imbranato! Sono inciampato mentre cercavo di mettere a posto l'ultima gabbia, e ho finito per romperle tutte! E adesso... e adesso... tutti gli animali sono scappati, e non so come fare per farli tornare nelle gabbie! Se... se li perdo, la signorina Montero mi spellerà! Aaaaah! Che faccio, che faccio, che faccioooo?"

 

"Wow, questo tipo è parecchio nervoso..." disse tra sè Serena, con tutta calma.

 

Pepa sbattè gli occhi sbalordita mentre osservava il giovanotto che camminava su e giù davanti al negozio, tenendosi la testa tra le mani e lamentandosi del fatto che la proprietaria del negozio gli avrebbe riservato le punizioni più fantasiose ed improbabili. Tuttavia, si trattava pur sempre di un loro concittadino in difficoltà, e seppure non fosse esattamente un incarico eccitante, era comunque un loro dovere. "Ehm... credo... credo che non ci sia bisogno di disperarsi così, Elias." disse la rossa, cercando di evitare di avvicinarsi troppo ad Hipolito. Già era abbastanza sgradevole lavorare con un halfling... "Possiamo... pensarci noi a riprendere gli animali. Ci basta sapere di che creature si tratta, e noi penseremo al resto."

 

"Giusto." continuò Damiàn. "Abbiamo diverse abilità che ci permetteranno di catturare gli animali senza fare loro del male, quindi lascia fare a noi."

 

Elias riprese fiato per qualche secondo nel frenetico tentativo di far arrivare un po' di aria ai polmoni, poi si appoggiò il dorso di una mano sulla fronte e si sedette per terra. "Un... un gatto... un falco... un pipistrello... un topo... e un serpente. Il... il serpente è velenoso, quindi state attenti, e non fatevi mordere. E... e soprattutto... non fateli scappare! Altrimenti sono rovinato! La signorina Montero mi cospargerà di becchime e mi farà mangiare dalle galline! Aiutooooo!"

 

"Non... non credo che andrà così, esattamente... ma va bene, cercheremo di non far fuggire nessun animale. Stai tranquillo... okay, ragazzi, adesso entriamo nel negozio. Uno alla volta e con rapidità, per non dare agli animali una finestra di tempo sufficiente a fuggire, okay?" Albion prese rapidamente il controllo della situazione, cercando di formulare un piano semplice ma efficace che riducesse al mimino le possibilità che accadesse qualche incidente. "Elias... hai visto dove si sono nascosti gli animali?"

 

Il ragazzo annuì rapidamente, ancora spaventato ma un po' più fiducioso. "S-sì... sono nellaa stanza sul retro... il pipistrello... credo sia aggrappato alle travi del soffitto... credo sia spaventato e non voglia muoversi di lì... il falco si è posato su una credenza... il gatto è sul letto... il topo si è rifugiato in un baule... e il serpente è sotto il letto. Temo... temo che non sarà facile prenderlo senza essere morsi."

 

Draig fece un cenno con la testa. "A questo penso io." affermò. "Damiàn, resta pronto con i tuoi incantesimi per calmare gli animali."

"Pepa, Hipolito... mi affido alla vostra esperienza nel gestire gli animali." disse Albion, rivolto all'esploratrice e al druido. "Serena, tu resta indietro e cerca di non far fuggire nessun animale. Ora... aprirò la porta ed entrerò per primo. Entri uno alla volta, e il più rapidamente possibile. Non fate scappare gli animali, e non fate movimenti bruschi, okay?"

 

"Tranquillo, paladino Albion. Sappiamo come comportarci... giusto, signorina Pepa?" chiese l'halfling, facendo un occhiolino gioviale alla giovane donna, senza immaginare il fastidio che quest'ultima provava in quel momento. Pepa ignorò il moto di rabbia che minacciò di travolgerla in quel momento, e fece un sorriso un po' forzato, per poi annuire.

Tuttavia, malgrado fosse riuscita a dissimulare abbastanza abilmente il suo disgusto, Draig riuscì a cogliere un notevole cambiamento nell'espressione di Pepa. C'era decisamente qualcosa che non andava... il dragonide barbaro percepiva una certa tensione tra i due, di cui soltanto Pepa si rendeva conto. Hipolito era troppo amichevole ed aperto per sospettarlo...

 

Uno alla volta e con cautela, i ragazzi entrarono nel negozio, trovandosi di fronte due banchi improvvisati composti da lastre di pietra sui quali erano tenuti esposti degli oggetti magici di poco conto. Ad una prima occhiata, il dragonide paladino riconobbe delle pozioni, delle pergamene e dei preparati alchemici abbastanza semplici, come ad esempio antidoti o confezioni di colla.  Fece cenno ai suoi compagni di restare in silenzio, mentre il gruppo passava oltre le postazioni del venditore e si addentrava il più furtivamente possibile alla stanza sul retro.    

 

Con circospezione, Albion si avvicinò alla porta della sala sul retro... e si infilò dentro di essa il più rapidamente possibile. La stanza nella quale si ritrovò un attimo dopo aveva un aspetto stranamente domestico, con un letto ancora ben fatto ad un angolo  a nord-est rispetto aojlla porta d'ingresso. Un grosso baule di legno levigato era piazzato ai piedi del letto,  con una scrivania lì vicino e i pezzi di diverse gabbie di legno sparsi a terra, i resti delle gabbie che Elias aveva usato per trasportare gli animali. I futuri famigli erano posati o abbarbicati in posizioni sopraelevate, oppure si erano nascosti in luoghi piuttosto difficili da raggiungere. Di essi, gli unici che il gruppo riusciva a vedere in quel momento erano il gatto e il falco - il primo, un gatto bianco con gli occhi verdi, era sdraiato pigramente sul letto, ma non appena aveva percepito Albion e i suoi compagni, aveva alzato la testa e ora li stava guardando attentamente. Il secondo era appollaiato sopra una credenza e girava la testa ora da una parte ora dall'altra, pronto a spiccare nuovamente il volo non appena ce ne fosse stato bisogno.

 

"Temo che sarà un po' difficoltoso, ma..." cominciò a dire Albion, aguzzando la vista per trovare anche il pipistrello. Serena si assicurò che la porta fosse chiusa e guardò a sua volta verso il soffitto, notando dopo alcuni secondi un piccolo corpo dalla corta peluria del colore del grano, con due grandi ali nere e membranose che teneva parzialmente avvolte attorno a sè. Sembrava che da un momento all'altro volesse aprirle del tutto per spiccare il volo. "Okay, ognuno di noi cerchi di prenderne uno. Lo vedete, il pipistrello?"

Serena non disse nulla ma indicò il punto in cui il mammifero alato si trovava. "Ah... okay, Lady Serena, ottimo lavoro." disse il paladino. La ragazzina mora storse un po' il naso nel sentirsi chiamare con il suo titolo nobiliare, ma non disse nulla. "Va bene... credo che il pipistrello sia il più sfuggente dei cinque. Qualcuno ha idea di come fare per catturarlo senza fargli del male?"

 

"Non sarà semplice. E' piccolo ed agile. E non credo proprio che resterà lì a farsi catturare." affermò Draig.

Hipolito sorrise astutamente e si fece avanti. "Questo perchè non sapete di cosa siamo capaci noi druidi." affermò. "Come protettori della natura, siamo specializzati nel trattare con gli animali e calmarli se necessario. Lasciate fare a me. Intanto, se poteste occuparvi degli altri..."

 

"Sì, immagino che sarebbe un'idea più efficiente." disse Albion a voce bassa, in modo da non spaventare gli altri animali. "Allora... Elias ha detto che il serpente è sotto il letto, eh? Dei cinque, è l'animale più pericoloso, quindi... penso io a catturarlo. Anche se dovesse cercare di mordermi, le mie squame mi offriranno maggiore protezione."

"Sei sicuro? Potremmo comunque cercare di calmarlo e catturarlo una volta che esce di lì." affermò Pepa.

Il dragonide argentato sorrise leggermente e scosse la testa. "No, meglio che cerchiamo di occuparci di tutti loro assieme. Non vorrei che perdiamo di vista alcuni di loro mentre siamo distratti dagli altri." rispose. "E in questo caso, è meglio fare in modo che nessun animale abbia la possibilità di fuggire. Pepa, riesci a prendere quel falco mentre Hipolito si occupa del pipistrello?"

 

"Non sarà un problema, credo." disse la giovane esploratrice dai capelli rossi. Cercò nel suo zaino e tirò fuori una confezione di provviste. Tra queste c'erano dei pezzettini di carne secca e salata. Potevano andare bene, decise Pepa. Ne tirò fuori un paio e si avvicinò alla credenza dove il falco stava appollaiato, in modo da distrarlo con il cibo. La giovane donna emise dei richiami, e il falco abbassò lo sguardo verso di lei. Appariva sospettoso, ma se non altro non dava l'impressione di essere sul punto di spiccare il volo... e nello stesso momento, Hipolito si piazzò sotto il punto dove il pipistrello era appeso a testa in giù e fece alcuni gesti con le mani, richiamando a sè i poteri primordiali della natura come gli avevano insegnato a farlo gli anziani del suo circolo druidico.

 

"Spiriti Primevi, forza della natura e del mondo..." disse l'halfling, attorno al cui corpo si era accesa un'aura argentata che risplendeva gentilmente. "Che le mie intenzioni giungano a questo vostro piccolo figlio, e la sua paura venga meno."

Hipolito chiuse gli occhi e diresse l'energia dell'incantesimo verso il pipistrello. Immediatamente, il piccolo mammifero alato si distese, e svolazzò delicatamente verso Hipolito, per poi appoggiarsi alla sua spalla e ripiegare le ali contro il corpo. Con delicatezza, Hipolito usò un dito per accarezzare il pipistrello sulla schiena e lo trasportò attentamente verso una gabbietta vicina, dove lo mise al sicuro.

 

"Magia... io so fare di meglio senza." disse Pepa tra sè con leggero disgusto. Servendosi delle lezioni che aveva imparato per avvicinarsi agli animali e cercare di guadagnarsi la loro fiducia, la giovane donna fece un piccolo passo in avanti, in modo che il piccolo rapace non si sentisse minacciato, e gli offrì la carne che teneva tra le mani, mentre allo stesso tempo si produceva in una serie di richiami acuti, molto simili ai versi di un uccello. Il falco sbattè le ali ma non prese il volo, e si limitò a guardare Pepa con un misto di sorpresa e timore...

 

Nel frattempo, Serena stava cercando di catturare il gatto che era sdraiato pigramente sul letto... e che non appena si accorse di lei, si drizzò in piedi ed inarcò la schiena, rizzando il pelo e soffiando in maniera allarmante. Per nulla preoccupata, Serena si avvicinò al letto e si chinò verso il gattino bianco, ignorando il fatto che la bestiola le stava soffiando contro e mostrava le sue piccole zanne acute come aghi.

Per qualche istante, la ragazzina e il gatto si guardarono senza dire nulla, come se Serena stesse tentando di giungere a qualche tipo di comprensione della bestiola... e dopo qualche secondo, senza mai cambiare la sua espressione stoica, la ragazzina inchinò la testa da un lato e rispose.

 

"Miao." disse Serena, con il risultato che il gatto bianco emise un acuto miagolio e sferrò una zampata nel vuoto, senza colpire la ragazzina. Serena allungò gentilmente una mano, con l'unico risultato che ricevette un colpo di zampa sul palmo di una mano. "Oh? Sembra che non gli piaccia."

"Serena?" chiese Albion, un po' preoccupato per il comportamento un po' inusuale della ragazzina. Vedendo che il gatto non abbassava la guardia, e anzi continuava a soffiarle contro, Serena decise che a quel punto tanto valeva lasciar perdere e cercare di catturare qualche altro animale un po' più facile da gestire. "Serena, tutto okay?"

 

"Non sono brava a parlare con i gatti..." disse la ragazzina, per poi mettersi a cercare il topo. Albion sospirò e diede una rapida occhiata sotto il letto, dove il serpente era arrotolato su sè stesso e di tanto in tanto mandava fuori una lingua biforcuta per "assaggiare" l'aria attorno a sè e cercare di rendersi conto di minacce imminenti. Il paladino sapeva che doveva agire in fretta, per evitare di essere morso, e si diede una rapida occhiata per assicurarsi che fosse tutto sotto controllo... poi, dopo aver gettato un'altra rapida occhiata sotto il letto per vedere dove si trovasse il serpente, Albion infilò una mano sotto il letto, e afferrò il serpente per la nuca, in modo da impedirgli di mordere e tenergli la bocca aperta. La vipera si agitò e frustò l'aria con il proprio stesso corpo, tentando furiosamente di ribellarsi alla cattura. Ma nonostante ciò, Albion fu abbastanza scaltro da afferrarla e trasportarla fino ad una gabbietta supplementare, che Damiàn aveva già pensato a provvedere ai suoi compagni. Dopo essersi assicurato che il serpente non potesse strisciare fuori, il dragonide diede una rapida occhiata ai suoi compagni, giusto per verificare che stesse andando tutto bene. Vide che Draig era riuscito a prendere il gattino bianco, che già si stava mostrando molto meno recalcitrante, e anzi si era abbandonato tra le braccia del dragonide barbaro, lasciandosi accarezzare come niente fosse!

 

Serena e Damiàn cercavano tracce del topo, l'unico dei famigli che fino a quel momento non si era fatto vedere. Per un pò, come ad avere il tempo di guardarsi attorno alla ricerca di qualsiasi cosa potesse stuzzicare l'appetito del roditore, Damiàn restò fermo al suo posto a pensare mentre Serena continuava a guardare per ogni dove, alla ricerca di un posto dove il piccolo roditore avrebbe potuto nascondersi. Dopo un po', Damiàn fece un cenno con la testa, come per dire di sì, e indicò il baule vicino al letto, facendo cenno a Serena di avvicinarsi con prudenza. La ragazzina strizzò un occhio, come per riproverarsi di non averci pensato prrima, e fece come il mago le aveva detto, per poi alzare attentamente il coperchio del baule... e vedere che in effetti il topo, un esemplare abbastanza grande con la pelliccia bianca chiazzata di nero, era nascosto in un angolo dentro il contenitore, cercando di restare nascosto dal gatto, dal serpente e dal falco che lo avrebbero volentieri mangiato. Rapidamente, Damiàn fece un gesto con la mano destra... e il topo emise uno squittio sorpreso quando si sentì sollevare in aria da una forza invisibile, e portare delicatamente tra le mani di Serena.

 

"Oh, ecco fatto. Tranquillo, topolino, ora sei al sicuro."  disse Serena, gettando una rapida occhiata in giro. Pepa era riuscita a convincere il falco a scendere dal suo posto, distraendolo con la carne che gli stava offrendo. Il gatto era tra le braccia di Draig, che lo stava grattando dietro un orecchio... e Albion aveva preso il serpente dietro la testa, rendendogli impossibile mordere. Sembrava proprio che non ci fosseto altri animali da catturare, visto che Hipolito aveva già pensato al pipistrello. "Ci sono tutti?"

 

"Credo proprio di sì." rispose Albion, controllando rapidamente in giro. "Bravi, squadra, avete fatto un buon lavoro. Certo, non era un compito eccezionale, ma è stato un buon inizio per vedere se sapeete lavorare in gruppo. E direi che le premesse iniziali ci sono."

 

"Heh. Detto da te, Albion... immagino che dovremo esserne fieri." disse Draig con un ghigno e una strizzata d'occhio. Anche Pepa, per quanto non le piacesse troppo l'idea di essere in squadra con un halfling, appariva contenta delle lodi che il dragonide argentato stava loro rivolgendo. "Bene... allora mettiamo un po' di ordine, mettiamo gli animali nelle loro gabbie, e andiamo  dire ad Elias che è tutto sotto controllo."

"E ricordatemi di passare per questo negozio, un giorno di questi." rispose Damiàn con un breve sorriso. "Potrei avere bisogno di un famiglio anch'io."

"Sono sicura che saranno lieti di accontentarti, Damiàn." rispose Pepa con una breve risata.

 

 

oooooooooo

 

 

Come c'era da aspettarsi, Elias era stato più che grato al gruppo di Albion per il loro aiuto e aveva anche offerto loro una ricompensa - una decina di dobloni d'oro a testa, che tutti tranne Albion avevano accettato di buon grado. Il dragonide argentato aveva gentilmente rifiutato la ricompensa, dicendo invece al ragazzo di conservarli per effettuare eventuali migliorie al negozio. Risolto il problema, il gruppo aveva ripreso la pattuglia, ma non era passato molto tempo prima che qualcuno richiedesse ancora il loro aiuto - la libreria di Pasiega, un edificio relativamente piccolo ma ben curato, sembrava avere un problema con un'infestazione, e una giovane donna halfling con i capelli rossi legati in un paio di trecce era corsa a chiedere aiuto al gruppo di vigilanti.

 

"Un'infestazione, dite?" chiese Hipolito, non disdegnando di dare un'occhiata alla libraia. Era davvero carina, con quelle trecce, quelle efelidi e quel paio di occhiali da vista... ma il druido si impose di non distrarsi, e di concentrarsi sulla richiesta di aiuto. "Di... che cosa si tratta esattamente, signorina Fena? Topi, per caso?"

La ragazza halfling sospirò, mettendosi a posto le maniche della camicia bianca che indossava. "No, non topi... figuriamoci, se si trattasse di topi, credo che me la sarei potuta cavare da sola!" affermò, e fece una smorfia di disgusto mentre ricordava l'aspetto di quelle creature. "Piuttosto, si trattava di... di... non so come descriverli, ma si tratta di un gruppo di insettoni giganti!"

 

Tutti drizzarono immediatamente le orecchie, facendo ancora più attenzione alle parole dalla halfling. "Insetti giganti?" chiese Albion. "Signorina, ne è sicura? Li ha visti con i suoi occhi?"

Fena annuì rapidamente. "Sì... erano nel sotterraneo, dove sono riporti molti dei nostri libri... circa due ore fa, sono andata giù per fare un inventario... e ho visto qualcosa che si muoveva tra gli scaffali. Ho... ho usato un semplice incantesimo Luce per vedere meglio... e ho visto quattro bestiacce grandi come cani che stavano rosicchiando alcuni libri! Erano... erano piuttosto affusolati, tutti coperti di piccole squame argentate, e avevano tre code!"

 

"Insetti giganti con tre code?" esclamò Draig stupito. "Questa è bella. Non ne ho mai sentito parlare."

"Hmm... io forse sì. Ma è meglio se andiamo a sistemare quelle bestiacce e poi le esaminiamo." disse Pepa."Paladino Albion, se volesse darci il permesso."

"Certamente. Permesso accordato. Non se ne discute neanche." rispose prontamente Albion. "Signorina Fena, lei non si preoccupi. Cercheremo di sgombrare la vostra libreria da quegli insetti il prima possibile."

 

"Meno male... grazie, perchè se quelle bestiacce si mangiano i miei libri, è un grosso problema per me!" rispose la halfling dai capelli rossi. Hipolito le fece un occhiolino, rassicurandola che avrebbero messo tutto a posto... poi entrò nell'edificio, seguito a ruota da Serena e Draig. I tre aventurieri seguirono le indicazioni di Fena, e Serena creò una luce sul palmo della sua mano, in modo che potessero vedere bene senza correre il rischio di portare delle fiamme vive in un luogo pieno di libri.

"Se avete bisogno di aiuto, non esitate a ritirarvi, e noi verremo subito a darvi una mano." disse Albion. Draig sorrise e fece il segno dell'okay con una mano artigliata, poi finì di scendere le scale, e il terzetto cominciò a tendere tutti i sensi per sentire ogni suono potesse sembrare sospetto, e vedere ogni movimento potesse appartenere a qualche insetto gigante. Quasi subito, Hipolito si fermò in mezzo al corridoio e fece cenno a Draig e Serena di attendere. Aveva sentito qualcosa - un ticchettio appena udibile, e uno strano rumore di qualcuno che masticava, e tese le orecchie per cercare di capire da dove venisse...

 

"Che succede, Hipolito? Hai già sentito qualcosa?" chiese Draig a voce bassa. L'halfling fece un cenno di assenso e mostrò al dragonide rosso e alla warlock un passaggio tra due scaffali di legno, entrambi i quali erano pieni di libri di notevoli dimensioni. Si sentì qualcosa cadere, e Draig decise di non indugiare oltre e correre a vedere.

Allaa luce dell'incantesimo di Serena, apparve finalmente la fonte di quel rumore: alcuni libri erano caduti dagli scaffali ed erano rimasti accatastati sul pavimento... e  attorno alla pila di volumi si era raccolto un gruppetto di insetti dall'aspetto decisamente peculiare: erano grandi più o meno come cani da caccia, con un corpo allungato e sottile, ricoperto di sottili squame blu-grigie, che non presentava separazioni tra testa, torace e addome. Avevano delle antenne lunghe e sottili, ma la caratteristica più peculiare erano tre lunghi cerci simili a code che si dipartivano dall'addome di quegli strani insetti, e si agitavano rapidamente mentre le creature si guardavano attorno e riprendevano a rosicchiare le copertine dei libri.

 

Rendendosi conto della presenza di Hipolito e dei suoi compagni, i quattro insetti giganti interruppero il loro pasto e guardarono minacciosi nella direzione del gruppetto... e Draig afferrò rapidamente la sua lancia, tenendola con forza tra le mani robuste. Serena piegò un braccio dietro la schiena e ne estrasse la sua arma - una morning star, una sorta di mazza ferrata con delle punte acuminate che fuoriuscivano dalla testa sferica. Con un ticchettio appena percettibile, gli insetti divoratori di libri cominciarono ad avanzare...

 

"Come immaginavo..." sussurrò Hipolito. "Lepisme giganti."

Serena corrugò la fronte. "Lepisme? Non si chiamano... pesciolini d'argento?" chiese.

In condizioni normali, Hipolito sarebbe stato ben felice di dare le dovute spiegazioni su animali poco conosciuti, ma in questo caso particolare, accettò il fatto che c'era qualcosa di un po' più importante a cui pensare. "Ehm... in effetti... forse è meglio se te lo spiego dopo, Serena. Intanto... vediamo di togliere di mezzo questi insettoni!"

"Sono d'accordo! Fatevi sotto, bestiacce!" esclamò Draig, colpendo il terreno con il manico della sua lancia come per incitare le bestie al combattimento. Forse questa tattica avrebbe funzionato con altri nemici, ma le lepisme giganti non pensavano ad altro che a mangiare e sopravvivere, e continuarono ad avanzare senza indugiare nè affrettarsi. Hipolito brandì la sua arma, un bastone decorato con alcuni feticci e inciso di rune druidiche, e si mise in guardia per respingere l'attacco di quegli strani insetti.

 

Le lepisme scattarono in avanti con una velocità incredibile, al punto che Serena e Draig restarono sconcertati per una frazione di secondo, e il dragonide sferrò un colpo a caso nella speranza di impalare il suo assalitore. Quest'ultimo riuscì a scansarsi all'ultimo momento, piegando il corpo appena un po' verso la sua destra, e la punta della lancia strisciò il pavimento. Prima che Draig potesse rimettersi in guardia e attaccare di nuovo, la lepisma gigante era già al suo fianco, e affondò le sue piccole ma affilate mandibole nella sua gamba sinistra. Il dragonide rosso ringhiò per l'improvviso dolore e sferrò un altro fendente, inchiodando l'insetto al terreno. La lepisma gigante si contorse brevemente, poi giacque immobile, e Draig si voltò di scatto, giusto in tempo per mandarne via un'altra che stava cercando di colpirlo alle spalle. Frustrato, l'insetto strisciante scattò via ed evitò un affondo da parte della lancia di Draig, per poi portarsi a distanza di sicurezza.

 

Serena non sembrava granchè allarmata, mantenendo un invidiabile sangue freddo anche mentre cercava di impedire ad un'altra delle lepisme giganti di avvicinarsi a lei. La ragazzina evitò il morso dell'insetto strisciante con un'abile movimento, e rispose con un colpo di morningstar, che mancò di pochissimo il bersaglio.

 

"Staate attenti! Questi insetti sono velocissimi!" esclamò Hipolito. Un'altra delle lepisme giganti cercò di saltare addosso all'halfling e sferrare una serie di attacchi mordi-e-fuggi, ma Hipolito riuscì a tenerlo a bada con il suo bastone. Per fortuna, le lepisme giganti non sembravano avere nessun attacco particolare a parte i loro morsi acuti, e i tre avventurieri riuscivano a tenerle a distanza senza eccessivi problemi.

 

Una delle lepisme cercò di avvicinarsi da un'altra posizione: muovendosi con sempre maggiore rapidità, l'insetto divoratore di carta si arrampicò su una libreria e si lanciò contro Serena, che reagì con decisione e afferrò al volo l'assalitore, per poi scagliarlo via e mandarlo a sbattere contro un'altra libreria. La lepisma si contorse per la rabbia e il dolore, poi si rimise in piedi e corse in un'altra direzione, cercando di cogliere di sorpresa i suoi avversari. Le lepisme giganti stavano tenendo sotto pressione Hipolito e gli altri, anche non riuscivano a fare autentico gioco di squadra.

"Hipolito! Draig, Serena! Che succede là sotto?" esclamò dal piano superiore la voce autorevole di Albion. Il paladino imbracciò la sua alabarda e si accinse ad unirsi alla battaglia. "C'è bisogno di aiuto?"

 

Malgrado fosse in una posizione difficile, il gruppo non si fece indietro e sferrò un contrattacco. Serena sferrò un altro colpo con la sua morningstar, e questa volta riuscì a colpire di striscio uno dei pesciolini d'argento giganti, facendolo sbilanciare. Hipolito lanciò una breve esclamazione di paura quando un altro di quegli strani insetti si lanciò su di lui e lo morse alla  spalla sinistra... e fu allora che Albion fece cenno al resto del gruppo di intervenire. Lui, Damiàn e Pepa fecero per raggiungere il resto del gruppo al piano inferiore... ma non ce ne fu bisogno. Hipolito colpì una delle lepisme giganti con il suo bastone, facendola barcollare... e Serena fece la sua mossa, con perfetta sincronia!

 

Un'ombra violacea pervase per una frazione di secondo gli occhi di Serena, e un'aura nera ed inquietante avvolse la sua mano sinistra sollevata... poi, un raggio di pura oscurità si dipartì dal palmo della mano di Serena ed investì la lepisma gigante. Il bizzarro insetto venne scaraventato via dalla potenza del colpo e finì a terra senza vita... e a quel punto, le due lepisme giganti rimaste decisero saggiamente di tagliare la corda e andare in cerca di cibo da un'altra parte. Scattarono rapidamente nel corridoio da cui erano uscite, tra i due scaffali pieni di libri, e si infilarono in una fessura nel muro che sembrava grande a malapena per accogliere una creatura anche più piccola di loro - con sorprendente scioltezza di movimenti, i due insetti giganti si infilarono in quell'anfratto e si dileguarono.

 

"Draig! Ragazzi, tutto bene?" chiese Albion mentre scendeva le scale assieme a Pepa e Damiàn. Draig era rimasto ferito lievemente nello scontro, mentre Serena ed Hipolito, per fortuna, erano completamente illesi.

"Sì, tranquillo, Albion. Nulla che un po' di saliva non curi. E magari anche una pinta di birra." ci scherzò su Draig. Senza scomporsi, il dragonide rosso prese una striscia di tessuto dalla sua bisaccia e la usò per tamponare la ferita - che comunque aveva già quasi del tutto smesso di sanguinare.  "Quello che ci interessa di più, al momento, sono questi simpaticoni."

"Sembrerebbero... dei comuni pesciolini d'argento, se non fosse per le dimensioni." disse Damiàn, toccando con circospezione il corpo di uno dei due. Il mezzelfo storse il naso quando un sottile strato di squame argentate gli sporcò il palmo della mano. "Dovremmo fare come il comandante Verdugo ci ha chiesto e consegnare questi insetti al signor Veda. Come hanno detto, lui forse saprà dirci di più di queste strane creature."       

 

"Una cosa è sicura." affermò Serena, mentre rimetteva a posto la sua morningstar. "Qui siamo in tutt'altro mondo rispetto all'Estania a cui siamo abituati."

 

 

oooooooooo

 

 

CONTINUA...

 

  
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