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Autore: Rosette_Carillon    24/08/2021    2 recensioni
Una tranquilla serata alla New Avengers Facility, una festa in occasione della pace ritrovata.
Sembra che tutto vada bene, forse troppo.
Non sempre sono i cambiamenti negativi a essere destabilizzanti, qualche volta la tranquillità è più disturbante di un evento negativo.
Genere: Hurt/Comfort, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Natasha Romanoff
Note: Cross-over, What if? | Avvertimenti: nessuno
- Questa storia fa parte della serie 'Black and white photos'
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Dance me through the panic
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 



Ride, la bottiglia fresca di birra in mano, tenuta per il collo, si guarda attorno.
Bucky ha un braccio attorno alla vita di Steve, e il mento contro la sua spalla, mentre ascoltano Melina e Aleksei.
Morgan dorme in braccio a Pepper, seduta accanto a Happy, e Tony, che sta parlando con Rhodey, Sam e Peter, si ferma un momento per guardarle in totale adorazione.
Thor e Bruce parlano di qualcosa vicino a una delle ampie vetrate, e indicano il cielo.
Oltre quella vetrata, sotto il cielo stellato, c’è Marta che parla al telefono.
Visione è seduto su un divano, con Wanda sulle sue gambe. Clint sembra sul punto di saltargli addosso, mentre Wanda guarda divertita Yelena giocare con Fanny, regalo della famiglia Barton.
<< Con tre figli e un marito, >> aveva sospirato Laura << avere un cane* è già abbastanza- >>
È tutto così…luminoso, e felice…
Le persone importanti della sua vita sono lì, in quella stanza, attorno a lei.
Ha nuovamente una famiglia, e si sente tornata bambina, in Ohio.
Manda giù un altro sorso di birra, lentamente e, altrettanto lentamente, espira, ma il peso sul petto non si alleggerisce.
Deglutisce a vuoto, circondata da luci gialle e stralci di conversazioni.
Ha bisogno di aria.
Sì, ha bisogno di aria fresca.
Poggia la birra su un tavolino, si alza e, lentamente, esce fuori sperando di non attirare l’attenzione di nessuno.
Deve solo mettere un piede davanti all’altro, lentamente, senza correre, e presto sarà fuori da quella sala, in corridoio. Si poggia al muro, fresco e solido, e cammina facendo scorrere la mano lungo la parete.
Il suo corpo si muove da solo, come se non fosse nemmeno il suo. È una sensazione strana, disturbante.
Si sente…male.
Le manca l’aria, per quanto cerchi di inspirare non è mai abbastanza.
Il cuore le fa male, come se la sua cassa toracica si stesse stringendo attorno a esso per stritolarlo.
Le gira la testa.
Ha caldo. Ha freddo.
Ha la nausea.
Sente dei passi alle sue spalle.
Basta.
Cerca di riprendere il controllo, non può certo farsi vedere in quello stato.
<< Nat? >>
Una mano sulla schiena. Grande e calda. Confortante, reale.
<< Nat, che succede? >>
Si volta << niente, >> rantola.
Steve solleva un sopracciglio, ma non dice nulla. La aiuta a sedersi, la schiena contro il muro, e le solleva le gambe portandogliele al petto.
<< Trattieni il respiro, >> mormora l’uomo, << ora espira piano. Così…piano. Inspira… trattieni… espira... >> poi comincia a parlarle. Le racconto qualsiasi cosa gli venga in mente: una domenica pomeriggio passata al parco a disegnare, un venerdì sera che ha musiche swing come sottofondo.
Parla cercando di far concentrare Natasha sulle sue parole, distrarla da qualsiasi cosa l’abbia agitata.
Lentamente, il respiro affannato della donna comincia a tornare regolare. Il suo corpo si rilassa, e si abbandona completamente contro il muro, le gambe allungate sul pavimento,
<< Sei abituato a James? >>
<< …lui non è l’unico ad aver avuto attacchi di panico, >> risponde. << Che succede? >> chiede poi, sedendosi accanto a lei.
La donna chiude gli occhi reclinando la testa. << Non-non lo so. >> Risposta poco sensata, ma vera. Non ha la più pallida idea del perché sia ridotta così in quel momento. << Va tutto bene, >> dice, infine, riaprendo gli occhi.
<< Forse…forse tutto va troppo bene, >> Steve sorride conciliante << e non sei abituata. Non sempre gli attacchi di panico sono legati a qualcosa di negativo. >> Le prende un polso per sentire il battito << qualche volta è lo shock provocato da un cambiamento, anche da uno positivo. Hai bisogno di qualcosa? >>
Natasha scuote la testa, si sente meglio. L’aria ora circola nuovamente nei suoi polmoni, si sente più leggera, e stanca, ma sta bene.
Si mette in piedi, Steve la aiuta. << Andiamo. >>
<< Sei sicura di voler tornare? >> chiede l’uomo, pacato. Lei si ferma, e si rende conto che no, non ha nessuna intenzione di tornare indietro.
Il solo pensiero le dà il voltastomaco e la fa sudare freddo.
Steve le sorride gentile, << immaginavo, >> annuisce. << Vai a riposare. Se qualcuno chiede, dirò che eri stanca. >>
Natasha non è molto convinta, ma alla fine annuisce, e mormora un ‘buonanotte.’
Steve solleva un sopracciglio << dove pensi di andare, da sola? >>
<< Oh, andiamo, Capitano. Il ’45 è terminato da un pezzo. >>
Lui sbuffa scuotendo la testa: è più vecchia di lui, e si ostina ancora a farlo passare per un pezzo da museo. << Voglio solo assicurarmi che vada davvero tutto bene. E dovresti mangiare qualcosa. >>
<< Steve, non devi preoccuparti- >>
<< Ehi, senti, so che non sei abituata a fare affidamento sulle altre persone, e so che un attacco di panico non è un’esperienza piacevole. Ti senti un idiota, ti rendi perfettamente conto di quanto sia irrazionale, ma non puoi farci nulla, e- è…umiliante, ma non devi fare tutto da sola- >>
<< Si può sapere che diavolo succede? >>
<< Yelena! >>
<< Allora? >>
<< Allora cosa? >>
<< Che succede? Se non vi conoscessi meglio, penserei che voi due, qui da soli…>>
<< Smettila, non sta succedendo niente. >>
Steve abbassa la testa distogliendo lo sguardo. Si sente fastidiosamente nel bel mezzo di una conversazione privata.
<< Ah, no? È allora perché sei così pallida? >>
Natasha sospira, stringendosi la radice del naso con due dita. Quella ragazzina è davvero impossibile << senti, >>
<< No, tu starai a sentire me, >> sbotta l’altra. << Sono anni che non ho un periodo tranquillo così lungo, anni che non ho una famiglia, anni che non ho…nulla. Se sta succedendo qualcosa, se quel bastardo di Dreykov è tornato dal regno dei morti, io lo voglio sapere. >>
<< Okay, okay…qualcuna si sta facendo prendere un po' la mano, >> sospira Natasha, per poi rivolgersi a Steve << sembra che avrò un altro cane da guardia. Buonanotte, Capitano. >>
Steve scuote la testa, le labbra piegate in un sorriso, poi si allontana dopo aver augurato la buonanotte alle due.
Yelena rivolge uno sguardo interrogativo alla sorella.
<< Ero solo un po' stanca, e Steve si è preoccupato. >>
<< Non sembri ‘solo un po' stanca’. >>
Natasha tace. Annuisce e distoglie lo sguardo. << Era-era solo un attacco di panico. >>
<< Cosa? Perché non me lo hai detto? Perché non mi dici mai nulla, non mi chiedi aiuto? Non sono più la bambina che ha bisogno del tuo aiuto. >>
Natasha si stringe nelle spalle << forse voglio ancora illudermi che tu lo sia, forse voglio dimenticare di non essere stata in grado di proteggerti come avrei dovuto. >>
Yelena non dice nulla, avanza e stringe la sorella in un abbraccio. << Stupida, >> mormora contro il suo petto.
L’altra sorride, ricambiando la stretta. << Dormiamo assieme, ti va? >> Quella notte non ha voglia di restare sola.
<< Mh-mh. >>
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
  
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