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Autore: IdeaHunter    25/08/2021    0 recensioni
Una misteriosa Famiglia italiana fa visita a Tsuna e ai suoi guardiani e quel pazzo di Reborn ne approfitta per mettere alla prova il suo pupillo (AKA cercare di farlo ammazzare). Riusciranno Tsuna e i suoi a dimostrare il loro valore?
(Ambientata tra l'arco della cerimonia di successione e quello della maledizione degli Arcobaleno)
Genere: Azione, Comico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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 I due guardiani sul campo da tennis presero l’annuncio dello scontro in maniera assai insolita: si guardarono, guardarono Reborn, si guardarono di nuovo, si corsero incontro e Lambo saltò tra le braccia della ragazza, che prese a riempirlo di coccole: «Battaglia? Ma quale battaglia, non potrei mai fare nulla a questo tenero zuccherino, vero che non ti farò nulla di nulla?» Entrambe le famiglie fecero versi esasperati, visto che non si prospettava una battaglia veloce...anzi, non si prospettava una battaglia punto. Pentesilea si stava strappando i capelli: «Antonietta, ma ti sembra il momento di fare la zuccherosa?! Questo è un incontro, fai qualcosa!» Tsuna, dal canto suo, non era eccessivamente scontento: questa situazione era assai preferibile ad una battaglia a viso aperto contro un’assassina esperta e spietata. La cosa andò avanti per due minuti buoni, fino a che Antonietta non riuscì a smuovere, seppur involontariamente, lo stallo coccoloso: infatti, tra una carezza e un complimento, non si rese conto di quanta forza ci stesse mettendo negli abbracci; e quando si sentì un sonoro CLACK provenire da Lambo tutti rimasero di sale. Lei allentò la presa, ma il collo del bambino non cambiò la assai innaturale inclinazione data dalla stretta, e la faccia di Lambo mostrava uno stato di dolore assai avanzato. La ragazza prese immediatamente a scusarsi profusamente e a cercare di aggiustare la situazione spostando rapidamente la testa del bambino per sbloccargli il collo. I due futuri boss, assieme al secondo CLACK proveniente dal collo del guardiano dei Vongola, sentirono i loro cuori chiudersi di botto come se fossero presi in una pressa idraulica, immaginandosi già il funerale del bambino. Fortunatamente Lambo sopravvisse, e riuscì pure a scoppiare a piangere con un fiato tale da sembrare una sirena antiatomica; Antonietta si stava scusando a più non posso, e cercò pure di accarezzare il bambino, ma questo la spinse via prima di mettere le mani nella criniera e prendere un piccolo lanciarazzi rosa. Il volto di Tsuna si illuminò: «Il bazooka dei dieci anni! Sta per chiamare il Lambo adulto!» Priamo sbiancò a sentire la parola “Bazooka” e si mise a urlare: «Antonietta, allontanati! Subito!» ma nel tempo in cui lui articolò la frase, il bambino era già saltato dentro l’arma e aveva premuto il grilletto tramite un filo: lo sparo fece una gran quantità di fumo, e per un po’ l’unica cosa che si sentiva era la guardiana dei Bellarosa che tossiva. Ma presto a questa voce se ne aggiunse un’altra, maschile, più bassa e adulta: «Ragazzi, che casino…certo che quel nanerottolo ha un tempismo incredibile»

La ragazza guardò la scena senza credere ai propri occhi: davanti a lei, in mezzo al fumo lasciato dal colpo del bazooka, non c’era più il bambino che si era divertita a coccolare, ma un ragazzo più o meno di quindici anni con i capelli neri, la camicia a macchie bovine, una giacca nera e una catenella dorata al collo. Questo iniziò a guardarsi intorno con aria noncurante, per fermarsi alla ragazza davanti a lui che intanto era riuscita a ricomporsi, seppur minimamente; poi si grattò la testa e si rivolse a Tsuna: «Ehilà Tsuna! Ti spiacerebbe spiegarmi cosa sta succedendo?» Reborn rispose come se la domanda fosse stata fatta a lui: «Questo è un incontro di amichevole. Il tuo avversario è la ragazza davanti a te» il Lambo adulto ritornò a guardarla «Ma tu pensa…beh, immagino di non poter fare brutta figura allora» Così dicendo prese dalle tasche due corna ricurve grandi all’incirca come delle mele e se le piazzò ai lati della testa «Ehi, bellissima...ti va di vedere un giochetto di magia?» Il ragazzo aveva un’aria sorniona, sembrava più preoccupato a fare colpo sul suo avversario che a vincere l’incontro. Tuttavia, il giochetto di magia fu comunque impressionante poiché un fulmine in quel preciso istante lo centrò in pieno sulle corna che iniziarono a brillare e a mandare scintille come dei petardi. Evidentemente si erano caricate di elettricità, e Lambo mandò una risatina soddisfatta: «Allora? Che te ne pare?»
La guardiana del fulmine, inaspettatamente, non sembrava per niente impressionata, anzi: il suo sguardo era diventato tagliente, la bocca era leggermente inclinata in un’espressione critica e stava borbottando tra sé e sé. Tsuna sentì i guardiani dei Bellarosa commentare: «Cosa ne dici?»  «Dico che, a meno che quel tizio non risulti un minimo interessante, avremo un funerale». Il ragazzo dei Vongola tornò a guardare l’incontro, e vide che la ragazza aveva preso in mano la chitarra e stava già iniziando a strimpellarla. Tutti i guardiani sembravano sentire il senso di tensione emanato da Antonietta, e Gokudera si lasciò sfuggire un commento: «Con solo cinque minuti a disposizione quella mucca farà bene a sbrigarsi. O rischia seriamente di finire male» Lambo sembrò averlo sentito, perché partì subito caricando a testa bassa con le corna che ora sembravano due bobine di Tesla tanta elettricità emanavano; ma la ragazza attaccò di colpo a suonare una serie di accordi così rapidi e così arzigogolati che avrebbero potuto fare invidia al Volo del Calabrone di Korsakov. La sequela di note unita al suono rauco della chitarra elettrica creava un effetto simile ad una tempesta di fulmini, paragone tutt’altro che  casuale poiché dalle corde della chitarra iniziarono a generarsi scariche elettriche verdastre che andavano via via a ingrandirsi e a unirsi le une alle altre come gocce di pioggia su un vetro fino a che non divennero un’unica figura serpentiforme che si staccò dalla chitarra e prese a volteggiare intorno alla ragazza senza smettere di crescere e di assumere un aspetto ben definito. Lambo non riusciva ad avvicinarsi a causa della cacofonia e dei fulmini verdi che puntualmente colpivano il terreno vicino ai suoi piedi, tutto quello che riusciva a fare era guardare mentre la figura ormai diventava lunga più di otto metri e stabilizzava il suo aspetto fisico in una specie di pesce allungato. Antonietta rallentò la velocità ed il ritmo d’esecuzione portandoli a livelli umani, mentre il grosso pesce le girava intorno come se stesse nuotando: «Caro guardiano dei Vongola, lascia che ti presenti l'[Anguilla Elettrica], il mio animaletto preferito. Vuoi sopravvivere?» La ragazza si scrocchiò il collo con un sorriso predatorio: «Stupiscimi» Dopodiché, con un veloce cambio di tempo della chitarra, aizzò l’anguilla contro Lambo come se fosse stata uno squalo, mentre dal corpo partivano veloci scariche che seguivano il ritmo imposto dalla ragazza. Dino si stava mordendo il labbro con fare preoccupato: «Quella chitarra dev’essere il mezzo con cui controlla le fiamme del fulmine. Se Lambo riuscisse a togliergliela di mano, forse non riuscirebbe a mantenere insieme quell’affare…» Tsuna non lo stette a sentire, preoccupato com’era da quella massa di fiamme del Fulmine che avevano tutta l’aria di voler scotennare Lambo sul posto.

La battaglia ripartì con l’anguilla che scattò verso Lambo al suono di una musica incalzante; lui riuscì ad evitarla buttandosi di lato e approfittò del momento di apertura per tornare alla carica con le corna, ma la figura serpentiforme gli tagliò la strada in un attimo costringendolo a fermarsi e ad arretrare più che poteva; L’anguilla ritornò a caricarlo a fauci spalancate e, anche se Lambo riuscì ad evitarla di nuovo, non riuscì ad evitare una scarica che lo prese al braccio facendolo traballare. Antonietta sembrava non aspettare altro, perché partì immediatamente con un virtuosismo che aveva dello straordinario, circondando Lambo col corpo dell’anguilla e colpendo dall’alto come se questa volesse divorarlo; nonostante il momento di panico dalla parte dei Vongola, l’attacco non riuscì a terminare dato che Lambo era riuscito a bloccare le fauci dell’anguilla con due fasci di elettricità che partivano dalle corna e terminavano in due punte acuminate. La ragazza non si diede per vinta, e cambiò di nuovo tempo allontanando l’anguilla per fargli fare un largo giro e tentare di colpire il ragazzo con la coda, ma il risultato non fu molto diverso tranne che per le corna elettriche di Lambo che iniziavano a tremolare come fiamme sul punto di spegnersi. Yamamoto fece una faccia corrucciata: «Quei fasci di elettricità non reggeranno ancora a lungo sotto quella sequela di attacchi. La ragazza dei Bellarosa sta usando le fiamme del fulmine come un ariete per eliminare ogni arma a disposizione di Lambo prima di finirlo» Priamo ridacchiò: «Questo è il mio fulmine. È megalomane, lunatica, devota agli eccessi sia nelle virtù sia, soprattutto, nei vizi. La luce brillante che attira i nemici della famiglia e si assicura di essere l’ultima cosa che essi vedranno in vita loro. Una vera rockstar assassina»
Dopo poco le corna cedettero come previsto da Yamamoto, e Lambo venne preso in pieno dalla coda che lo fece volare fino al confine del campo da tennis, ove atterrò di schiena mostrando delle bruciature sul petto poco rassicuranti. Si rialzò con parecchia difficoltà, e vide che l’anguilla continuava a puntarlo minaccioso, frapponendosi tra lui e la ragazza che intanto lo guardava come una tigre guarda la sua cena; Lambo ansimò e mandò una bassa imprecazione prima di lanciarsi alla carica un’altra volta. Lei sbuffò e mandò l’anguilla contro di lui pronta a mangiarselo intero, ma Lambo riuscì a scansarsi di lato e a continuare la sua corsa imperterrito ignorando sia le urla dei suoi compagni che lo imploravano di non fare cose stupide (come quella) sia i fulmini verdastri emessi dal corpo del mostro che colpivano minacciosamente vicino al suo corpo. Riuscì a sorpassare la massa di fiamme del fulmine, e continuò imperterrito verso la ragazza tenendosi strette le corna alla testa perché non cadessero, ma sentiva sempre il suono di elettricità dietro di lui, segno che l’anguilla gli stava alle costole; alla fine questa lo raggiunse e lo atterrò con la testa, causandogli diverse bruciature nel mentre e facendolo urlare di dolore. La ragazza sospirò e si avvicinò al Lambo steso a terra dolorante con aria delusa: ma questa sparì quando poggiò il piede su qualcosa di duro e appuntito, ovvero una delle corna del ragazzo. Antonietta la prese in mano con fare divertito: «Che carino, mi hai lasciato un regalo?» Lambo, inaspettatamente, sogghignò: «Più o meno…ma se fossi in te lo mollerei» Mentre la ragazza cercava di capire il senso delle parole appena sentite, il corno che teneva in mano iniziò a sfrigolare e a emettere lievi bagliori; Lambo continuò: «Lo sai come funzionano quelle? Beh…in breve…sono dei parafulmini» Antonietta intuì troppo tardi di trovarsi in mezzo ad una trappola, così non riuscì ad evitare il fulmine attirato dal corno che la centrò in pieno facendola urlare di dolore e causandogli una grossa bruciatura lungo il braccio destro. Il tifo dei Vongola finalmente si fece sentire mentre la parte dei Bellarosa stava a guardare incredula, assistendo al loro guardiano del fulmine che si contorceva per terra in preda al dolore causatole, ironicamente, da un fulmine. L’anguilla sparì in scariche elettriche disordinate, lasciando Lambo libero di alzarsi di nuovo; questo guardò la ragazza che si era finalmente calmata e lo fissava con una punta di ammirazione: «Davvero una pensata geniale. Adesso capisco perché il tuo boss ti abbia scelto come Guardiano del Fulmine» Il ragazzo fece spallucce: «’sta storia dei guardiani e della mafia non l’ho mai capita. Volevo solo impressionarti, tutto qui. E credo di esserci riuscito» Lei si rimise in piedi seppur traballante e ansimante, guardandolo divertita; fece per rispondere, ma in quel preciso istante una nuvola di fumo comparve dal corpo di Lambo rendendolo irriconoscibile per qualche secondo di nuovo. Gokudera si mise le mani nei capelli: «I cinque minuti dovevano scadere proprio ora?!»

Antonietta fissava il Lambo bambino davanti a lei, mentre questo mangiucchiava un raviolo e la guardava confuso. La ragazza prese il bambino per la vita come se fosse un peluche, ridacchiando: «Carino e pure forte...potresti essere il mio tipo, dopotutto». Il bambino deglutì sonoramente, guardando la donna con gli occhi che brillavano: «Dici davvero?!» Lei ridacchiò: «Chissà. Ma prima...» mentre diceva questo alzò il bambino sopra la sua testa: «...Vedi di crescere un po’!» e con queste parole tirò Lambo come una palla fin sugli spalti, dove venne preso al volo da Chrome. I guardiani dei Bellarosa fecero dei versi di sollievo quando Reborn fischiò la fine dell’incontro: «La vincitrice della battaglia del fulmine è Antonietta Malais della famiglia Bellarosa!»
   
 
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