Anime & Manga > Boku no Hero Academia
Ricorda la storia  |       
Autore: Ortensia_    26/08/2021    1 recensioni
[ IN SOSPESO ]
[ future fic ] [ OC ]
Akishiro Shizuka non ha mai conosciuto i suoi genitori. Aveva solo quattro mesi quando sua madre è stata assassinata e suo padre è sparito nel nulla.
Entrare alla U.A. le sembra l'unico modo per mettersi sulle tracce del padre e scoprire che cosa sia successo quel terribile giorno di quindici anni prima. Ma il desiderio di vendetta non è in completa antitesi con i princìpi dell'eroe?
Genere: Azione, Commedia, Drammatico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Shonen-ai, Shoujo-ai | Personaggi: Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: Contenuti forti, Tematiche delicate, Violenza
Capitoli:
   >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Wrecked





0.

Durante il temporale





Musutafu, Giappone
28 luglio 2315



Akemi è seduta sul sedile posteriore dell’auto di servizio di Endeavor e non vede nulla oltre alla pioggia grigia che continua a colare lungo il finestrino.
Le manca l’aria. È l’unica cosa che riesce a pensare da quando hanno ricevuto quella telefonata. All’aria che non c’è e alla sua piccola Hanami.
Il silenzio di Endeavor non l’aiuta, piuttosto lascia presagire qualcosa di terribile, un presentimento che la fa lentamente a pezzi.
Akemi ha vent’anni e opera attivamente per l’agenzia del secondo in classifica da quando ne ha compiuti diciotto, eppure le tremano le gambe. Le trema tutto il corpo e vorrebbe soltanto piangere come una bambina mentre l’auto si accosta di fronte alla casa di Akishiro Tomomi.


Il volto sconvolto del primo poliziotto che incrociano sul vialetto del cortile è fin troppo eloquente.
«Abbiamo già provveduto a isolare la zona» annuncia un altro agente che li raggiunge.
Akemi si ingarbuglia nei suoi stessi passi quando vede il nastro giallo e nero di fronte alla porta spalancata della casa.
«Si tratta di Tomomi» mormora a fior di labbra. Poi guarda il secondo poliziotto dritto negli occhi: «È Tomomi, vero?»
«Akabara» Endeavor la chiama mentre supera i poliziotti, avanzando con passo deciso verso l’entrata: lui non ha bisogno di alcuna risposta, è pronto a tutto e così deve essere anche per la sua assistente.
«Ce la fai?» le chiede.
Akemi non se lo fa ripetere due volte.
Respira, deglutisce e lo raggiunge, i capelli rossi grondanti di pioggia, la tuta appiccicata al corpo come una seconda pelle.


Endeavor è il primo a varcare la soglia e Akemi gli è grata di questa premura, anche se sa che non servirà a proteggerla, che niente sarà mai abbastanza per impedirle di avere incubi per i prossimi dieci anni.
«I vicini hanno sentito un grande frastuono e poi delle urla» spiega una poliziotta dalla pelle azzurra non appena li vede entrare in salotto.
Akemi viene accecata dal flash di una macchina fotografica: la scientifica è all’opera e hanno già provveduto a sistemare diversi cartellini numerati attorno al corpo riverso sul tappeto damascato.
«La porta era aperta quando siamo arrivati e non ci sono segni di effrazione» continua la poliziotta.
«Perché mi dice questo?» Endeavor la incalza con un ringhio a denti stretti. «Davvero pensa che un ladro avrebbe potuto fare questo a lei
Nel frattempo Akemi fatica a non vomitare nel vedere il corpo esanime dell’amica.
C’è una quantità di sangue spropositata, tanto che neppure le fibre del tappeto sono riuscite ad assorbirlo tutto e una parte è finita sul pavimento, raggrumato in una grossa chiazza dai bordi irregolari. C’è un cartellino giallo tra i fiori afflosciati e i frammenti di un vaso di vetro, un altro accanto al polso violaceo di Tomomi e ancora uno davanti al suo viso, gli occhi vitrei spalancati e la gola tagliata di netto.
«Mi scusi, ha ragione» ammette la poliziotta.
«Il marito?» la incalza ancora una volta Endeavor.
«Non si trova.»
Per Endeavor la risposta è sufficiente a fargli perdere completamente interesse nei confronti della poliziotta. Si rivolge quindi ad Akemi, pietrificata accanto a lui.
«Akabara, se non ce la fai…» mormora. Per oggi può permettersi di essere più clemente, dopotutto si tratta di un’amica di Akemi e lui stesso fatica alla vista di una giovane promessa assassinata brutalmente.
«C’è altro» li interrompe la poliziotta.
Akemi si morde la lingua e ingoia l’intenzione di andarsene, rivolgendo la sua completa attenzione all’agente dalla pelle azzurra.
«Vedete qui?» con il dito, la poliziotta traccia una linea poco più in là del polso violaceo del cadavere.
Endeavor coglie un leggero bagliore sul pavimento, qualcosa che Akemi riesce a scorgere appena qualche istante più tardi, quando avanza di un paio di passi e si ritrova controluce: cristalli. Rassomigliano alla brina che nelle mattine più fredde si può trovare sui contorni delle foglie del giardino e seguono una linea imprecisa sul pavimento.
La poliziotta dalla pelle azzurra intima loro di fare attenzione e di passare fra il tappeto e la finestra, poi torna a mostrargli con il dito la lunga linea di cristalli che ora paiono leggermente più grandi e meglio definiti.
Akemi si ferma appena intuisce che l’agente li sta conducendo vicino all’arco che collega il salotto con la cucina: non riesce ad avanzare oltre, non fino alla culla di legno dipinto di bianco da cui non proviene altro che un lugubre silenzio.
Lei e Tomomi si sono scambiate alcune foto delle figlie ieri, perciò non può farcela. Chiede scusa e si dirige a passo rapido fuori dalla casa, nel cortile battuto dalla pioggia.
Vuole soltanto andare a casa e abbracciare Hanami, tenerla stretta tutto il giorno e dirle che è al sicuro.


«I nonni materni arriveranno fra poco meno di un’ora» annuncia l’agente una volta giunta accanto alla culla.
Endeavor nota immediatamente una delle sbarre di legno spezzata a metà e si prepara al peggio quando sporge la testa per controllare all’interno del lettino.
«Ha tentato di fare del male anche a lei,» dice la poliziotta «ma sua madre l’ha protetta fino alla fine.»
L’agente continua a parlare ma Endeavor non la ascolta più. Allunga le braccia e afferra il blocco di cristallo all’interno della culla: è leggero e scricchiola come ghiaccio a contatto con le sue fiamme.
«Endeavor, dovrebbe aspettare che… umh–» la poliziotta si ingarbuglia nelle sue stesse parole quando viene intercettata dallo sguardo glaciale dell’uomo e decide di lasciar perdere. Una volta perfino il suo superiore le ha detto che è inutile tentare di avere a che fare con un arrogante come lui e a pensarci bene non ha intenzione di rendere la sua mattinata più avvilente di così.


Endeavor si ferma all’ingresso e guarda al di là della porta aperta, trovandovi un muro di pioggia scrosciante.
Per un momento, mentre stringe fra le braccia il blocco di cristallo, ha l’impressione che questo temporale estivo non cesserà mai.
Il cristallo scricchiola di nuovo e Endeavor abbassa lo sguardo sulla neonata imprigionata al suo interno: Crystal Clear ha creato uno scudo abbastanza resistente da riuscire a proteggerla fino all’arrivo dei primi soccorsi, ma adesso è fragile come vetro soffiato. Forse è così perché la volontà da cui è stato generato sta lentamente scomparendo insieme alla sua artefice.
Il cristallo scricchiola e stride e una crepa si apre la strada lungo le sue sfaccettature. In pochi istanti il pavimento attorno ai piedi di Endeavor viene ricoperto di infinitesimali frammenti luminosi.
La bambina è pallida e rigida come marmo fra le sue braccia, ma il tepore delle fiamme è provvidenziale.
Un lieve rossore si dipinge sulle guance paffute della neonata e prima ancora che nel suo petto si sollevi l’ombra di un respiro scalcia l’aria con entrambi i piedini.
E poi comincia a piangere. Piange così forte che tutti la sentono e, come per il temporale estivo, Endeavor ha l’impressione che le sue lacrime non si fermeranno mai.




Angolo autrice:
Buongiorno sezione di My Hero Academia! Non scrivo su questo fandom da un po', ma questa storia... oh, questa storia ha già almeno tre anni ma fino a ora è stata quasi tutta solo nella mia testa (forse avrebbe fatto meglio a rimanerci??)
Dunque, passiamo subito alle cose concrete:
Questa è una future, per cui sarà incentrata prettamente sui miei OC ma ci saranno anche i personaggi della serie originale, che però sono ormai adulti. Per farvi un esempio Midoriya avrà 30 anni. E ovviamente – essendo il manga non ancora concluso – le scelte sul destino dei personaggi canonici saranno deliberatamente personali.
Ho indicato nelle coppie sia het che shonen e shoujo-ai perché sicuramente saranno presenti: TodoDeku, MomoJirou, IidaChako, TamaKiri e BakuKage, ma saranno più che altro accenni (accenni con figli per le coppie het, ma non ho messo l'avvertimento kidfic perché i figli dei personaggi canonici saranno abbastanza marginali). Per quanto riguarda gli OC per ora non ho in previsione coppie perché vorrei fosse un'opera simile al manga (ecco perché ho messo lo stesso genere + drammatico), quindi al massimo ci saranno delle hint e non mancheranno i feels, ma le questioni amorose per ora non ci saranno o verranno affrontate più in là, siccome ho intenzione di seguire le vite di questi miei OC per tutti e tre gli anni di superiori e in parte anche post-diploma (sarà una cosa lunga, sì).
Questo capitolo è una semplice premessa (per questo ho voluto numerarlo con lo 0) ed è ambientato a quando Midoriya (uso sempre lui come metro di misura, va bene?) ha 15 anni. Non è dato sapere l'anno di ambientazione di My Hero Academia, ma su Internet molti sembravano d'accordo sul trovarsi nel ventitreesimo secolo, dunque...
Ovviamente il rating aumenterà andando avanti (come se l'inizio fosse tutto rose e fiori).
Non posso garantire i tempi di aggiornamento perché sono impegnata in più progetti di scrittura fra cui un romanzo, quindi vi chiedo di portare pazienza e mi aggrappo alla speranza che ci sia qualcuno così tanto interessato da perdonarmi tutte le attese che ci saranno (vi sto guardando con gli occhioni, giuro).
Lascio (qui) l'album degli OC che aggiornerò ogni volta che ne apparirà uno nuovo (con l'aiuto sacrosanto di Picrew e Paint perché non so disegnare anche se forse ci proverò per i costumi e qualche fanartina a caso).
Il titolo è preso da Wrecked degli Imagine Dragons che ieri mi ha accompagnato per tutta la stesura di questa premessa. Ci ho messo un'ora a pensare a un titolo decente, avevo considerato qualcosa con Shatter ma non mi piace il suono, altri erano troppo lunghi e in inglese suonano comunque sempre meglio che in italiano. Volevo qualcosa tipo "in frantumi" e poi mi sono resa conto che la canzone che stavo ascoltando voleva dire proprio quello! Avevo anche pensato di intitolarla "Crystal Clear" ma me pare il nome di un detersivo per piatti e quindi... nope.
Beh che dire piccoli spiedini di pollo? Ho finito di parlare. Spero che qualcuno legga e apprezzi e si appassioni alla storia dei miei bimbi (mi piacciono troppo le future e creare OC qwq)
Alla prossima!

   
 
Ricorda la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
   >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > Boku no Hero Academia / Vai alla pagina dell'autore: Ortensia_