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Autore: GReina    28/08/2021    2 recensioni
Questa è la seconda ed ultima delle raccolte di ONE SHOT legate alla long "Hogwarts' Stories". Comprende sei storie, tutte ambientate a dopo Hogwarts.
Indice:
1. Daisuga – I sogni si possono avverare
2. Kuroken – Una storia che non racconteremo mai
3. Iwaoi - Tra amore e lavoro
4. Bokuaka - Un'indimenticabile addio al celibato...
5. Bokuaka - ...e le sue conseguenze
6. Sakuatsu – La sua più grande paura
Genere: Comico, Fluff, Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Aoba Johsai, Atsumu Miya, Karasuno Volleyball Club, Koutaro Bokuto, Nekoma
Note: AU | Avvertimenti: Spoiler!
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- Questa storia fa parte della serie 'Hogwarts' Series'
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[per chi non avesse letto la longfic: durante il settimo anno ad Hogwarts di Daichi, Kuroo, Bokuto e co. è stata organizzata per loro una visita al Ministero della Magia in modo da capire cosa volessero fare una volta usciti da scuola nel mondo del lavoro. Durante questa visita negli Uffici Misteri Daichi, Kuroo e Iwaizumi hanno visto lo Specchio della Brame. Degli ultimi due si è scoperto il desiderio più grande, ma di Daichi no. Ecco quindi cosa ha visto il nostro caro Capitano!]

 

I sogni si possono avverare

I sogni si possono avverare.
Daichi l’aveva capito quando finalmente era riuscito a baciare Suga. L’aveva capito quando avevano deciso di andare a vivere insieme e l’aveva capito ancora quando si erano sposati.
La vita sua e quella di Koshi non erano sempre state delle più idilliache. Quella di nessuno lo è nella sua interezza. Avevano dovuto fare i conti con le discriminazioni omosessuali e soprattutto con i pregiudizi nel mondo magico così come in quello babbano. Suga aveva deciso di prendere una laurea in Scienze Pedagogiche e con quella era riuscito a diventare un maestro d’elementari. Molti bambini, tuttavia, scoprirono essere stati ritirati dalla sua classe solo a causa della relazione che l’insegnante aveva con Daichi. In parallelo, poi, certo Sawamura non poteva dirsi soddisfatto del proprio ambiente di lavoro. Essere gay e fare parte degli auror, gruppo dalla natura militare e conservativa, non era certo una passeggiata.
Ogni insegnante, con l’andare del tempo, otteneva più responsabilità e quindi più bambini da gestire, ma non Suga. Allo stesso modo, tutti i colleghi di Daichi concordavano su quanto fosse portato e promettente come agente, eppure restava sempre l’ultimo ad ottenere una promozione.
Dire che la cosa non pesava ad entrambi sarebbe stata una falsità, ma era pur vero che tutti quei problemi passavano in secondo piano ogni volta che Daichi rientrava in casa e trovava Suga ad aspettarlo. Sapeva che per suo marito era lo stesso, eppure mancava ancora qualcosa per rendere il tutto perfetto.
Capire cosa mancasse non era stato affatto difficile, soprattutto dal momento che superare la porta che portava all’Ufficio Misteri per raggiungere il Quartier Generale degli Auror ricordava sempre al castano cosa avesse visto all’interno di quelle strane e labirintiche stanze durante il suo ultimo anno di scuola. Per la precisione uno specchio e ciò che vi era riflesso all’interno.
“Vedo il modo in cui guardi i bambini, Koshi.” gli aveva quindi detto Daichi un giorno. Sperava che quella frase avrebbe aperto la questione, e così infatti aveva fatto. Era come se entrambi non stessero attendendo altro che mettere sul tavolo quella carta.
La loro prima adozione fu difficile. Sarebbe stato un bel problema provare ad adottare un bambino babbano. Avrebbero dovuto chiedere mille permessi e compilare il doppio delle scartoffie pur di tenere buoni i membri dell’Ufficio al Ministero che si occupava dello Statuto di Segretezza. Avevano deciso quindi di andare sul sicuro rivolgendosi ad un istituto per orfani magici.
Ancora una volta, i pregiudizi e la discriminazione avevano di molto rallentato le pratiche, ma nessuno si sarebbe mai potuto mettere tra loro e l’idea di costruirsi una famiglia.
A un anno da quando avevano iniziato a provarci, il loro primo figlio era tra le braccia di suo marito.
Non passò molto da quel giorno che decisero di dare a Jiro una sorellina e dopo di lei toccò ai gemelli.
“Non sono mai stato così felice…” sussurrò a un certo punto Daichi nel silenzio del soggiorno. Stava cullando Jou mentre Koshi faceva lo stesso con Nami. Suo marito gli sorrise, poi allungò una mano e poggiandogliela su una guancia invogliò l’auror ad avvicinarglisi per un bacio.
Lo zelo di entrambi li aveva infine portati ad avere successo nei rispettivi lavori e così erano arrivati promozioni e aumenti di salario, ma era un altro il successo a stare tanto a cuore ai due maghi: Daichi si era visto seduto su una poltrona nella tranquillità di casa propria con un compagno da amare e una numerosa famiglia da crescere, all’interno dello specchio. In quella realtà non aveva avuto importanza che fosse un auror o un netturbino. Sawamura sapeva che sarebbe stato felice in ogni caso, perché aveva la sua famiglia. Aveva il suo sogno.
I sogni si possono avverare, e quelli di Daichi lo fecero sicuramente.
 

n.a.
Ebbene sì, è molto corta. Giusto uno scorcio nella vita genitoriale della daisuga perché NON POTEVO non metterlo! Questi due non hanno fatto altro che addestrarsi ad essere genitori a scuola. Adesso non gli rimane che adottare gli orfani di tutta Londra (per cominciare)!
Spero vi sia piaciuta! Ci vediamo la settimana prossima con la kuroken!
   
 
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