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Autore: MIV93    31/08/2021    1 recensioni
Dal prologo:
“Finalmente ce l’abbiamo fatta…” disse lo shinigami con gli occhiali, tirandosi indietro i capelli e togliendosi quelle lenti in realtà del tutto inutili.
La donna annusò l’aria, disgustata: “Ne sei sicuro, Aizeeen-samaa? – chiese, allungando volutamente il nome del suo padrone con fare civettuolo – Qui sento puzza solo di anime e shinigami… non è che siamo finiti nel Rukongai e il nostro animaletto ha sbagliato mira… di nuovo?!”
Genere: Avventura, Azione | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Altri, Arrancar, Nuovo personaggio, Sosuke Aizen, Urahara Kisuke
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Capitolo 5 

- New threats between worlds -


 
“Ovviamente non poteva essere altrimenti… era solo una questione di tempo prima che gli squarci si aprissero anche laggiù!” commento ilare Urahara dopo aver sentito il collega Kurotsuchi riferire del segnale giunto da Hueco Mundo.

Il capitano della Dodicesima Brigata era tornato nella sala dove era avvenuto il primo incontro col gruppo dei Void Territories quasi in contemporanea con Kaji e degli stanchi e un po’ ammaccati Regina e Kenpachi. La notizia era stata accolta con non troppo entusiasmo, specie da Kyoraku Shunsui, che sembrava essersi caricato sulle spalle un macigno pesantissimo.

“Possiamo escludere che gli Arrancar non c’entrino nulla con l’apertura di questi squarci, quindi?” disse il capitano della prima divisione con tono abbattuto.

“Ehi! Manco pochi minuti con l’unico sano di mente che c’è tra voi e già tornate ad accusare gli arrancar?!” si lamentò Regina.

“Ha appena definito Zaraki un “sano di mente”…” commentò Shinji, allibito.

“Sarà stato l’unico che non l’ha giudicata per il fatto di essere un Arrancar…” rispose, laconica, Setsuna.

“Gli Arrancar non penso abbiano mai avuto il bisogno di certi mezzucci. Hanno i loro Garganta e fino a ieri i Void Territories erano un mito…” esordì il capitano Kurotsuchi.

“Io però ci ho indagato cento anni…” lo interruppe, ridacchiando, Urahara, ma il suo ex-sottoposto lo ignorò.

“… inoltre, senza Aizen e il loro infimo scienziato, non penso neanche che possano avere le conoscenze tecniche per creare o anche solo studiare gli squarci. Certo, se uno di loro ci finisse dentro, suppongo sarebbe piuttosto… scomodo”

Regina stava per dire qualcosa, ma Kaji le fece di “no” con la testa e la guardò con un’espressione seria sul volto affilato. Regina sospirò e cominciò a guardare il pavimento mentre si avvicinavano a Setsuna e Rei, seguiti da Aya e Hare. Questi ultimi avevano le mani occupate da numerose cartelle piene di fogli.

“Prima che gli arrancar possano pensare ad un tentativo di attacco ai loro danni, io direi di andarci a fare un giro a Hueco Mundo e parlare direttamente con Halibel-san!” concluse giulivo Urahara.

Kenpachi, disinteressato, borbottò qualcosa del tipo: “Chiamatemi quando ci sarà da uccidere qualcuno” e andò via dalla sala, ma Shinji, rimasto lì ad ascoltare, si grattò il mento: “Per quanto tu sia in buoni rapporti con loro, pensi che Halibel e gli altri arrancar possano credere sull’esistenza di un altro mondo?”

Urahara sorrise e quindi indicò col suo bastone il gruppo dei Void Territories: “È per questo che vorrei che mi accompagnassero i nostri gentili visitatori! La loro reiatsu non mente!”

Shunsui sospirò ancora e tutti presero a fissare il gruppo di visitatori, in attesa. Rei diede un colpetto col gomito al suo superiore: “Setsuna… che accidenti facciamo?”

La capitana del Comando Affari Segreti si guardò attorno: i suoi compagni non sembravano convinti, tutti tranne Regina, che sembrava desiderosa di visitare quell’ennesimo nuovo mondo. Rei la fissava dubbioso e il suo omologo del comando Omicidi era teso, forse incapace di capire pienamente quello che stava accadendo.
Ad onor del vero, pur avendo dovuto tenere a bada gli squarci per più tempo dei suoi colleghi, neanche Setsuna riusciva più a tenere il passo di quanto stesse accadendo, e le cartelle piene di dati tra le braccia di Hare e Aya la informavano che c’erano ancora mille altri dati da analizzare. Il tempo tuttavia era poco e si doveva prendere una decisione rapida…

“Io propongo di andare. Raccogliere i dati dell’ultimo mondo che ancora non abbiamo visitato sarebbe utile per farci un’idea di ciò che circonda i Void Territories. Riporteremmo al Comandante Uminojoo tutte le informazioni possibili” disse con voce atona Aya, scartabellando alcuni dati dalle sue cartellette.

“Dovremo comunque fare rapporto all’Alto Comandante… suppongo dovremo telefonare di nuovo” disse Kaji, prendendo il suo comunicatore e porgendolo ad Urahara, quasi a volergli chiedere di sistemarlo come aveva fatto con quello di Setsuna.

“No, aspetta – disse Setsuna, mettendo una mano sul polso di Kaji – Non sarà necessario. Voi tornate nei Void Territories. Io e Urahara andremo a Hueco Mundo”

“Ehi, se vai tu, vengo anche io! Hueco Mundo è il mondo degli Arrancar a quanto pare, è meglio che non vedano troppi shinigami da soli…” disse con foga e con un pizzico d’amarezza Regina, facendosi avanti.

“Se non è di troppo disturbo, verrei anche io – disse Aya – Non vorrei offendervi ma non penso siate qualificate per raccogliere abbastanza dati”
Kaji, Rei e Hare si guardarono per qualche istante e Rei sembrava quello più restio all’idea; Kaji mise una mano sulla spalla di Regina e gliela strinse forte: “Come preferisci, Capitano Hayashi, noi maschietti torneremo a casa e faremo rapporto. Voi… - il capitano esitò, il suo sorriso furbo che tremò per qualche istante – cercate di non perdervi in tutti questi viaggi!”

Regina annuì al suo capitano, convinta, e lo stesso fece Aya, apparentemente molto poco preoccupata da quel nuovo viaggio. Nessuno notò il modo spasmodico con cui stringeva tra le mani il suo scanner. Rei si allontanò di qualche passo, grattandosi la nuca: “Accidenti, perché devi essere sempre così scrupolosa, Setsuna?!”

La shinigami gli si fece di fianco, ridendo debolmente: “È il nostro mestiere, no?”

Rei, serio, la guardò con la coda dell’occhio: “Cerca di non ficcarti in qualche grosso guaio, ok? Lo so che senza di me a tirartene fuori saresti persa!”

Setsuna gli diede con colpo col gomito dritto nel fianco: “Questo dovrei dirtelo io… e tieni d’occhio la situazione mentre non ci sono”

Rei, come Setsuna, si fece improvvisamente serio: “Continueremo a indagare. A questo punto non possiamo immaginare chi sia il colpevole ma…”

“Ma dobbiamo aspettarci il peggio. Si…” concluse Setsuna. Lasciarono sottinteso come entrambi erano giunti alla stessa conclusione: o l’universo appena scoperto stava implodendo a causa della guerra tra esseri di cui ignoravano l’esistenza fino a poche ore prima, oppure qualcuno nei Void Territories stava effettivamente giocando ad un gioco troppo pericoloso.

“Direi a questo punto di avviarci. Andiamo ad avvisare l’alto comandante Uminojoo e vediamo di fare un po’ il punto della situazione” disse ilare Kaji mentre il povero Hare cercava di mantenere tra le braccia tutte le cartelle colme di documenti che Aya gli stava passando.

Urahara prese in mano un piccolo telecomando e premette l’unico bottone che si trovava su di esso, materializzando un Senkaimon nel bel mezzo della sala.

“Ma se poteva aprirlo a comando, perché ci ha fatto attraversare tutto il quartiere per arrivare in questa sala?!” chiese Hare ad Urahara, rimasto esterrefatto e guardando di sottecchi Regina, quasi dispiaciuto.

“Non è buona educazione comparire in casa altrui così all’improvviso!” rispose lo shinigami col cappello alla pescatora. Rei, senza dire nulla e fissando lo scienziato con un misto di perplessità e imbarazzo, saltò nel portale salutando con la mano Setsuna, Aya e Regina; Hare lo seguì a ruota, fissando anche lui, con un filo di rabbia, lo shinigami; l’ultimo a varcare il portale fu Kaji, che prima di oltrepassarlo lanciò un’occhiata prima alle donne che sarebbero rimaste indietro, quindi ad Urahara. Socchiuse un occhio e sorrise cordialmente: “Sa’ vero, Urahara-san, che se il capitano Hayashi, il vice Hierrobosque e Sanjusan non ritornano sane e salve dalla sua gitarella, io verrò a cercarla e ad ucciderla personalmente, vero?”

Urahara, sorridendo a sua volta, rispose: “Non sarà il vostro Alto Comandante a farlo?”

Kaji fece un sorriso talmente carico di istinto omicida che l’intera stanza prese a vibrare: “Preghi che sia Uminojoo-sama a raggiungerla per primo… la fine per mano sua sarebbe di certo più rapida che quella per mano mia…”

“Kaji!”

“Maboroshi!”

Regina e Setsuna urlarono entrambe, facendo capire a Kaji che stava esagerando: Kyoraku era già a pochi passi da lui e Shinji aveva la mano sull’elsa della sua zanpakuto. Il capitano del Comando Omicidi sorrise a tutti: “A presto, shinigami della Soul Society!” e quindi saltò nel portale.

“Ma che gli è preso?! Non l’ho mai visto comportarsi così!” disse Regina ad alta voce, stemperando un po’ la tensione che si era creata nella stanza mentre il portale svaniva.

“Siamo letteralmente tre ostaggi in mano a degli alieni con poteri pari o superiori ai nostri in un momento di crisi che potrebbe alterare il continuum spazio-tempo in un universo che abbiamo appena scoperto. A me sorprende che non ci siamo già tutti ammazzati in un’ordalia barbarica. Trovo la reazione di tutti fin troppo pacata e mi fa un po’ riconsiderare la mia politica riguardo le altre persone… di poco, ma me la fa riconsiderare…” disse apatica Aya, scatenando l’ilarità del capitano Kurotsuchi.

“Kukuku… Non rivedere troppo le tue convinzioni, scienziata dei Void Territories, sono tutti bestie dedite alla violenza, la provenienza non cambia la sostanza – commento il capitano della dodicesima, cominciando a dirigersi verso l’uscita – Detto questo, vogliamo avviarci? Aprirò il Garganta in men che non si dica… o forse Urahara vuole tirare fuori qualche altro suo telecomando illegale?”

Urahara alzò le mani ridacchiando mentre il capitano Kyoraku si massaggiava la testa bisbigliando: “Santo cielo, santo cielo..”. Setsuna sospirò, quindi si girò verso le compagne di viaggio rimaste: “Andiamo, un altro mondo ci attende ed è meglio sbrigarci, prima che la situazione degeneri più di quanto non abbia già fatto…”

Le due annuirono e Setsuna prese a seguire il capitano Mayuri. Rimasero in silenzio per molto tempo, con Urahara che si limitava a seguirle fischiettando allegro.

“Mi dispiace per la reazione del Capitano… - disse ad un certo punto Regina, affiancandosi a Setsuna – di solito è lui quello diplomatico ma…”

“Si è sentito minacciato, come tutti. Non ho apprezzato il rischio ma capisco come si possa essere sentito… oltretutto non amo molto tutta questa situazione, sappiamo troppo poco di questi mondi e non siamo sicuri che ci stiano dicendo tutta la verità…” concluse Setsuna, a bassa voce, cercando di non farsi sentire.

Aya si affiancò a loro: “Possiamo tuttavia presumere che non abbiano motivo di mentire. Non hanno dati che differiscono dai nostri e le loro reazioni sembrano genuine. Se anche il responsabile o i responsabili di questo fenomeno si nascondessero qui, non penso che le autorità ne siano consapevoli… Sono bizzarri, come lo siamo noi per loro…”

“Già, come i veterani dell’accademia militare che mettono sotto i primini appena iscritti,vogliono mostrare i muscoli ostentando le loro capacità. Quanto è piccolo il mondo…” commentò Setsuna, sospirando.

“Già… quante similitudini…” le rispose l’arrancar, assorta nei suoi pensieri.

“Pensi agli altri Arrancar?” concluse Setsuna mentre il resto del gruppo si affrettava a seguirle.

Regina sembrava smarrita: “Io non sono una persona pacifica né troppo cerebrale, ma non penso di essere cattiva. Qui invece gli shinigami hanno ripetuto in continuazione dei loro conflitti con gli arrancar, che non li ammazzano per ordini cosmici e robe così… - Regina abbassò lo sguardo – se fossimo finiti qui, forse ci saremmo potuti scontrare e uccidere… immagina! Se non fossimo rinati nei Void Territories, che questi shinigami hanno ripetuto fin troppe volte essere solo un mondo delle favole… forse avrei combattuto con Kaji, o con te! Forse avrei ammazzato anche…”

“Sono preoccupazioni inutili – la interruppe Setsuna, fissando dispiaciuta l’arrancar e mettendole una mano sulla spalla – Favola o no, noi siamo i Void Territories. Noi puniamo i criminali, non le razze. Tu non ucciderai nessuno dei tuoi compagni e io non penserei mai di uccidere un arrancar mio commilitone solo perché è un arrancar…”

Regina sorrise e annuì: “Si, hai ragione… NOI SPACCHIAMO IL CULO ALLA SOUL SOCIETY!”

Aya sorrise: “Se evitassi di urlarlo, Regina-san, forse potremmo evitare la guerra con gli shinigami di questo mondo…”

Attorno a loro molti shinigami di ronda si erano girati, fissandole con sguardo scontroso mentre Mayuri tirava avanti senza badare agli schiamazzi e Urahara, alle loro spalle, se la rideva a pieni polmoni.

Setsuna sorrise e fissò quegli shinigami, aumentando leggermente la sua pressione spirituale e tanto bastò per tramutare gli sguardi di sfida in sguardi preoccupati. Tutti tornarono alle loro mansioni e Regina sorrise a Setsuna: “Capitano Hayashi, se continui a comportarti così chiedo seriamente il trasferimento al Comando Affari segreti!”

Aya fece una smorfia: “Con te nei ranghi, Regina-san, avrebbero ben poco di segreto!”

“Ehi!” protestò Regina, prima che tutte e tre scoppiassero a ridere, per la prima volta dopo troppe ore di tensione e incertezza.
 

 
[…]
 

Spiegare quanto era accaduto nelle ore precedenti all’Alto Comandante Uminojoo era stato un lavoro molto più complicato di quanto Rei avesse immaginato: pur abituato alle formalità, si era ritrovato a dover supplire al ruolo di responsabile della missione e a riferire le poche cose che erano riusciti a capire a riguardo degli squarci. E quelle poche cose non avevano soddisfatto il comandante.

“Mi state dicendo quindi che avete trascorso una giornata in ben due mondi alieni e non avete nessuna prova precisa su cosa possa aver causato questi squarci? Inoltre, tre dei miei uomini, o donne in questo caso, sono andate, a proprio rischio e pericolo, in un ennesimo mondo sconosciuto come gesto di buona fede senza l’assicurazione che ciò porti a qualcosa… ho capito bene?”

L’Alto Comandante cominciò a squadrare i tre shinigami davanti a lei mentre la luce del sole al tramonto entrava dalle finestre del suo comando, la faccia contratta in un’espressione non proprio rassicurante.

“Comandante… abbiamo ricevuto numerosi dati riguardanti ai portali e…” esordì Rei, esitante.

“Da quello che ho potuto leggere nel poco tempo concessomi – intervenne Hare, sudando freddo – nella Soul Society sono giunti a formulare l’ipotesi di un’origine dolosa degli squarci, vista la strana presenza di reiatsu, ma ci hanno più volte detto che…”

“Hanno da poco sventato quella che potremmo definire il collasso totale di tutto l’universo e che quindi non è improbabile che questi squarci possano anche avere origine naturale e non sia colpa di nessuno” concluse Kaji, facendo spallucce.

“Possiamo solo sperare anche nella collaborazione del mondo di origine degli Arrancar e, di conseguenza, uno sforzo congiunto di tutte le forze in gioco. Il capitano Hayashi non si sarebbe avventurata in un viaggio nell’ignoto, altrimenti” aggiunse quindi Rei, facendosi più scuro in volto. Pur avendo rispetto del comandante, non aveva apprezzato come Uminojoo aveva etichettato la missione auto-impostasi di Setsuna come una sorta di follia.

Il Vice-comandante Tenzin parve intendere il fastidio del suo omologo e si schiarì la voce: “È stata una decisione improvvisa, ma in effetti è nelle prerogative del Comando Affari Segreti agire con molta autonomia e in situazioni critiche. Il Capitano Hayashi, il Vice Hierrobosque e la ricercatrice Sanjusan sono sicuramente dei commilitoni preziosi, ma che siano loro ad occuparsi della faccenda significa solo che abbiamo i nostri migliori al lavoro”
Uminojoo osservò il suo vice per qualche istante, quindi si rivolse a Rei: “Shimizu, ora il Comando è nelle tue mani. Non sono stati segnalati nuovi squarci nelle ultime ore, ma devi tenere l’attenzione dei tuoi uomini al massimo livello. In attesa che il capitano Hayashi torni, voglio che tu mantenga il controllo di tutto, chiaro?”

Rei contrasse la mascella ma rispose con tono convinto: “Sissignora”

“Vice-capitano Shiro, tu torna ai tuoi compiti, ma ti chiedo di rimanere in contatto con il capitano Gakusha. Hai letto quei dati scientifici, sei il più qualificato per collaborare con il Comando Scientifico. Parlerò io con il capitano Musaburo per le autorizzazioni del caso”
“Sissignora” rispose convinto Hare.

“Infine, capitano Maboroshi, ha diversi criminali da interrogare e portare in carcere. Possibilmente senza ferirli gravemente” concluse l’Alto Comandante, guardano con severità Kaji che, però, fece di nuovo spallucce e sorrise: “Sarà fatto, Uminojoo-sama”

“Siete liberi di andare” concluse Uminojoo, girandosi tra le dita uno dei telefoni che il gruppo esplorativo aveva usato per comunicare. L’Alto Comandante attese che i tre fossero usciti dalla sala per rilassare le spalle e sospirare.

“È stata troppo dura con loro, Comandante, anche loro saranno molto in pensiero per le coraggiose donne in missione nell’ignoto” disse, cerimonioso ma allo stesso tempo con preoccupazione, Gautama. Uminojoo lo guardò annuendo.

“Lo so… mi sono fatta prendere dall’agitazione, ma questi squarci non mi fanno stare tranquilla. Sento puzza di trappola, ma non so di che natura possa essere né cosa potrebbe farla scattare contro di noi…”

“Ritengo, Comandante, che se in tre mondi diversi non sono riusciti a comprendere la natura di questo male, non ci resta che attendere: studieremo le anomalie e ci prepareremo a respingere la trappola qualora scatti contro di noi. Siamo lo scudo dei Void Territories…lei è lo scudo dei Void Territories. Lo è sempre stata, e noi faremo di tutto per aiutarla in questo compito”

Il Comandante Uminojoo sorrise al suo vice, non riuscendo però a scrollarsi del tutto di dosso quella strana sensazione di ansia, così simile a quella che si prova quando il nemico ti punta un coltello alla gola…


 
[…]
 

“Hai mostrato un notevole coraggio poco fa, non tutti si sarebbero permessi di mostrare il proprio dissenso al Comandante!”

Kaji diede una sonora pacca sulla spalla a Rei, ridacchiando, e questo rispose con una risatina imbarazzata: “Il Comandante fa paura, ma non voglio che quello che sta facendo Setsuna passi per un capriccio! Sono io quello impulsivo dei due, se Setsuna ha deciso di muoversi in questo modo, sa cosa fa!”

“Spero solo stiano bene…” mormorò Hare, un po’ afflitto mentre stava al fianco del capitano Maboroshi.

“Tranquillo, giovane dottore, le nostre colleghe sono decisamente preparate a queste missioni… i Cero di Regina basteranno per tenere tutti lontani!” gli rispose Kaji, che pure non sembrava totalmente rilassato come al solito. Rei parve accorgersene, ma Hare sorrise al superiore, quindi fece un breve inchino: “Io corro al Comando per riferire… è stato un piacere venire in missione con voi! A presto!”

Il giovane vice-capitano corse via, lasciando Rei e Kaji da soli sulla strada che conduceva fuori dai territori dell’alto comando.

“Delle volte vorrei essere più strafottente, come fa lei, capitano, ma Setsuna mi metterebbe in riga molto velocemente!” disse Rei, ridacchiando.

“Ed è meglio così, non penso che ci sopporterebbero all’Alto Comando se fossimo in tre a fare i combinaguai!” concluse Kaji con un sorriso un po’ smorto.
“Se la caveranno, vero?”

Rei pronunciò quella domanda con una serietà insolita, la stessa insolita serietà che uso Kaji nella risposta: “Devono. Altrimenti dovrei andare a cercare quel biondino strafatto e con degli squarci interdimensionali che si aprono all’improvviso preferirei evitare!”

Rei non capì se Kaji stesse scherzando o fosse realmente serio, ma la voce affrettata di un arrancar che correva verso di lui interruppe i suoi pensieri.
“Capitano Maboroshi! Capitano!”

Dalla distanza, Lobo arrivò correndo e Kaji gli sorrise: “Beh, vice-capitano Shimizu, direi che il dovere mi chiama! Se avrai bisogno di una mano, il Comando Omicidi sarà sempre disponibile!”

“Grazie, capitano Maboroshi. A presto!” e Rei, capendo che il sottoposto di Kaji doveva avere cose importanti da riferirgli, sparì via, avviandosi a suon di shunpo verso il suo comando mentre Lobo raggiungeva il suo capitano.

“Capitano! Sono appena tornato da… - Lobo esitò un secondo visto che Kaji gli stava facendo cenno di star zitto con l’indice destro premuto sulle labbra, quindi continuò a parlare, mormorando – dalla mia missione… ho trovato qualcosa di non proprio positivo…”

Kaji annuì, mise un braccio attorno alle spalle del nerboruto arrancar e prese a camminare più svelto: “Mio caro Lobo! Non devi vergognarti se ti è venuto uno sfogo tra le gambe, basta un po’ di talco e passa tutto”

Kaji disse quelle parole a volume molto alto e i due shinigami che incrociarono per strada ridacchiarono un po’; Lobo tuttavia capì cosa il suo superiore avesse fatto.
Camminarono a lungo, con Lobo che faceva il finto offeso e imbarazzato parlando del fastidio che lo sfogo gli procurava, per poi farsi più serio quando furono lontani da orecchie indiscrete: “Padre… capisco la furbizia, ma potresti evitare di usare queste scusa imbarazzanti? Guarda che lo dico a mamma Regina, eh!”

Kaji ridacchiò: “Scusami Lobo, ma almeno così tutti saranno convinti, come sempre, che siamo solo due pazzi. Che hai scoperto al Comando Medico?”

Kaji si era fatto terribilmente serio e anche Lobo contrasse il volto in un’espressione infastidita: “Più che altro, posso dirti quello che non ho scoperto…”
“Che vorresti dire?”

“Ho fatto dei controlli: il ragazzino pare abbia detto di chiamarsi Koji ed effettivamente l’infermiere che lo ha accolto al comando ha creato una cartella per il ricovero con questo nome, ma nessuno sa che fine abbia fatto il ragazzo. La cartella clinica è incompleta e liberamente accessibile a tutti… solo che non importa a nessuno, era solo un orfanello. Nessuno ha più visto il bambino, vivo o morto; hanno solo trovato un pezzo dei suoi stracci su una lettiga e nulla più. Nessun certificato di morte, nessuno che l’abbia curato o l’abbia visto morire… solo un infermiere che l’ha visto entrare nel comando accompagnato da due shinigami di cui non ricorda né il viso, né il nome…”

“Troppa calca?” intuì Kaji e l’arrancar annuì: “I feriti per i terremoti e i crolli sono troppi, in mezzo a quel caos nessuno ha capito più nulla… così come nessuno mi ha notato mentre mettevo il naso tra i vari documenti dell’Ospedale Militare”

Lobo sorrise furbo, quasi emulando alla perfezione Kaji… che però non sembrava contento dell’iniziativa dell’arrancar: “Ma sei impazzito?! Ti avevo chiesto di indagare solo sul ragazzino! E se ti avessero scoperto?!”

“Ma non mi hanno scoperto! E ho scoperto qualcosa di molto interessante!” disse, sorridendo, Lobo, gonfiando il petto per l’orgoglio.
Kaji lo fissò incredulo: “E cosa hai scoperto?”

“Ho scoperto che quel ragazzino non è l’unico! Ci sono decine di cartelle di senzatetto o ammalati gravi arrivati al comando, registrati in fretta e furia e poi… spariti nel nulla. Nessun certificato di morte e nessuno che li ha più visti. Ogni mese ne scompare almeno uno in questo modo! Padre, letteralmente una persona al mese entra nel Comando Medico e semplicemente non ne esce più!”

Kaji fissò incredulo Lobo, quindi prese a ridacchiare piano per poi scoppiare a ridere, quasi istericamente: “Oh cielo, oh cielo… in che maledetto guaio ci siamo andati a ficcare…”

“Capitano… che facciamo adesso?” chiese l’arrancar.

Il capitano lo fissò con uno sguardo carico di malizia e rabbia: “Incastreremo il fottuto bastardo che sta facendo casini nel Comando Medico. Abbiamo già gli squarci a cui badare, i Void Territories non cadranno vittima anche della follia di un qualche medico pazzo!”

E i due si avviarono verso il Comando Omicidi, scuri in volto e carichi di rabbia, indignazione e curiosità…
 

 
[…]
 

Accompagnato da Akon, Kurotsuchi Mayuri aveva in fretta e furia allestito il pilastro per aprire il Garganta e, con il suo solito sorriso da maniaco, aveva premuto un pulsante del suo telecomando facendo aprire il portale. Il suono di quell’apertura era stridulo e dissonante, quasi fosse stato suonato sulla corda rovinata di un violino…

“Io… ricordo questo rumore…” bisbigliò Regina, sentendo vorticare nella sua testa memorie perdute e mai ritrovate, frammenti delle voci di migliaia di anime che covavano nel suo corpo da Arrancar.

Setsuna si avvicinò al portale degli Hollow e lo fissò: “È… così simile agli squarci… Forse questo Garganta è simile ai portali che si sono aperti nei nostri mondi”

“Fufufufufu – ridacchio, malefico, Kurotsuchi – Il portale non si chiama “Garganta”, è il vuoto al suo interno che gli Hollow e gli Arrancar chiamano Garganta. Il Garganta è il vuoto che circonda i mondi e attraverso il quale, grazie alla concentrazione di reiatsu sviluppata sotto i piedi dei suoi viaggiatori, ci si muove per spostarsi tra i mondi esistenti”

“Sono confusa – disse Regina – tutti gli altri shinigami chiamano Garganta il portale e ora lei, capitano stramboide, ci tira questa spiegazione addosso…”

“Oh, cara arrancar aliena – rispose ridendo sornione Kurotsuchi, lanciando occhiatacce a Urahara che nel frattempo fischiettava innocentemente – questo è perché tutti gli altri shinigami sono delle capre ignoranti!”

“Modesto…” commentò Setsuna tra i denti, strappando una risatina a Kisuke.

Aya, rimasta incantata per qualche attimo nel vedere il portale dai bordi dentellati aprirsi, tirò fuori lo scanner dal suo borsello e cominciò ad analizzare il nero che si stagliava davanti a sé quindi, senza voltarsi, disse: “Se avete finito il vostro piccolo teatrino su quale scienziato sia il più sveglio, noi signore venute da un altro mondo e in balia di gente poco affidabile che ci tratta come se fossimo usciti da un libro per bambini vorremmo compiere la nostra missione. Urahara Kisuke-san, potrebbe finalmente farci gli onori di casa e condurci a Hueco Mundo? Perché se volete ancora scherzare, scommetto che la mia collega Hierrobosque, con un po’ di fortuna e facendosi guidare dal suo intuito, potrebbe comunque condurci al mondo degli Arrancar senza fatica. Ammesso che tutto questo non sia una trappola per ucciderci tutti”.

Setsuna e Regina fissarono allibite la compagna di viaggio: pur non avendo cambiato minimamente il tono di voce dal solito miscuglio di indolenza e pigrizia, era evidente che Aya si fosse a dir poco stancata di assistere a quei teatrini e a quelle chiacchiere. E il discorso doveva aver colpito anche i due shinigami della Soul Society che, imbarazzati, si stavano sistemando i vestiti e fissavano l’uno il cielo, l’altro il terreno.
Setsuna si fece avanti e annuì alla ricercatrice, sorridendole piano, quindi fissò di nuovo il portale e deglutì: “Si, preferiremmo sbrigarci. Devo riferire al Comandante quanto sta accadendo e la giornata è stata… impegnativa”

Kisuke sollevo lo sguardò, si schiarì la voce, passò accanto a Regina che guardava sia lui che Mayuri piuttosto contrariata e disse: “Certo, certo! Vi condurrò subito dagli attuali custodi di Hueco Mundo, il buon capitano Mayuri sicuramente avrà settato il portale per farci comparire lì!”

Kurotsuchi Mayuri, profondamente umiliato, si limitò ad annuire, quindi Setsuna annuì a sua volta: “Allora sbrighiamoci, andiamo a riferire e poi torniamo il prima possibile a casa…”

Urahara, tenendosi il cappellino, fece un agile balzo nel portale e vi entrò, quindi le tre viaggiatrici dei Void Territories si guardarono a vicenda, annuirono e si lanciarono nel portale, prima Setsuna, poi Aya e infine Regina. Camminarono per qualche minuto su una passerella di reiatsu luminoso immerse nel nero e Setsuna, guardandosi intorno, chiese ad alta voce: “Regina! Ti ricorda qualcosa?!”

L’arrancar fissava curiosa il nero attorno a lei: “Non proprio… il rumore di apertura del portale mi ha fatto venire i brividi, ma qui c’è solo… nero!”

Urahara rise: “Il modo migliore per descrivere il Garganta! Preparatevi, ci siamo!”

Davanti a loro, sempre con lo stesso suono distorto, il nero si squarciò di fronte ad un panorama tetro, la visuale dall’alto di un deserto immerso nel buio della notte e la cui sabbia era candida come la neve, così come gli edifici e le rovine che le tre abitanti dei Void Territories riuscivano a vedere dalla distanza.
Con un balzo, tutti e quattro saltarono dal portale, che si chiuse alle loro spalle, e atterrarono sulla soffice sabbia bianca, di fronte ad un enorme palazzo bianco e parzialmente distrutto.
Setsuna sentì prudere la fronte e sentì il sangue hollow nelle sue vene vibrare, quasi esultasse; Regina lo fece apertamente, tirando un respiro profondo ed espirano con un soddisfattissimo “Aaaah!”

Aya analizzò l’aria, quindi la sabbia e persino alcune rocce: “Questa è… tutto questo mondo è Reishi di Hollow e Arrancar!”

“Esatto! – esultò Urahara – le leggende vogliono che i primi Hollow mai sterminati siano stati ridotti in polvere e sono divenuti la sabbia di Hueco Mundo… insomma, volendo essere spartani, un Hollow o un Arrancar qui potrebbe vivere solo respirando o mangiando la sabbia, tanto è pregna di energia spirituale!”

“Ma che bello! Non mi sono mai sentita così leggera prima di ora! Aspettate… - si chiese Regina, grattandosi il mento – Ma quindi mangiare la sabbia qui sarebbe cannibalismo?”

“Anche necrofagia, volendo essere specifici!” disse giulivo lo strano shinigami dal cappello alla pescatora. Regina fece una smorfia mentre Setsuna si ricomponeva.

“Problemi, Hayashi-san?” chiese Urahara, incuriosito.

“No, tutto bene, solo uno strano brivido… possiamo andare”

“Sicura? Posso immaginare che qui la reiatsu hollow possa avere una certa…”

Setsuna folgorò con lo sguardo Urahara: “Ho detto: possiamo andare”

Urahara alzò le mani e sorrise: “D’accordo, allora seguitemi!”. Lo Shinigami quindi prese a camminare piuttosto rapidamente in direzione dell’enorme palazzo che si stagliava all’orizzonte.

“Tutto bene, capitano Hayashi?” chiese Aya, affiancandosi a Setsuna.

“Si… i miei poteri da Hollow si sono fatti sentire appena arrivati…”

“Immagino, la fortissima presenza di particelle spirituali in questo mondo deve far sentire gli Hollow e gli Arrancar più carichi che altrove”

“Concordo – intervenne Regina – è davvero… particolare come aria da respirare!”

“Un mondo fatto di cadaveri ridotti in polvere di Reishi… è bizzarro quanto reputino noi una favola eppure ammettono con tanta tranquillità di stare camminando su farina d’ossa hollow!” commentò amara Setsuna, per poi essere attirata dal suono di urla sguaiate. Presto tutte e tre capirono che c’era qualcosa che non andava e Urahara, qualche metro davanti a loro, si fermò.

“Ohi ohi, questo potrebbe essere un problema…” disse Urahara, indicando davanti a sé: a pochi metri da loro si stagliava l’ingresso del gigantesco palazzo bianco, con tre figure che sembravano voler tenere lontana l’enorme folla radunatasi lì: la prima figura era quella di un uomo dai capelli turchesi, più avanti delle altre due, che ruggiva e minacciava piuttosto esplicitamente la folla a suon di insulti e ondeggiando la spada; la seconda figura, quella alla sinistra dell’arrancar maschio, era una donna particolarmente procace dai capelli giallo paglierino. Anche lei aveva estratto la sua zanpakuto, una curiosa katana corta ma dalla lama larga e con uno spazio vuoto nel suo mezzo, ma la teneva immobile. Forse anche lei stava parlando alla folla, ma indossava una giacca che, pur lasciandole scoperta la parte inferiore del seno e il ventre, le copriva totalmente la bocca; a destra dell’arrancar arrabbiato c’era infine un’altra donna molto procace dai lunghi capelli verdi e una maschera di ariete sulla testa. Stava in piedi composta e faceva gesti con le mani, avvolte da una strana armatura, cercando di far mantenere la calma a tutta la massa di arrancar indistinti, più o meno evoluti, che si erano riuniti lì.

“Se quelli sono i tre sovrani di Hueco Mundo, direi che il loro popolo non sembra contento di loro…” disse Setsuna, estraendo la sua zanpakuto.

Regina sgranchì le dita e assunse una posa selvaggia, come un predatore che bracca la sua preda: “Che dobbiamo fare? Interveniamo?”

Aya mise da parte lo scanner e Setsuna si scambiò un’occhiata con Urahara. I due annuirono e lentamente presero a procedere, avvicinandosi con cautela alla landa desertica colma di arrancar. Cominciarono a sentire la voce dell’arrancar che maggiormente affrontava i tre “sovrani”, un omaccione con un’elaborata e lunga giacca bianca, una maschera dorata e una katana dall’elsa anch’essa dorata che parlava con voce potente e tono cerimonioso.

“Voi tre vi siete arrogati per troppo tempo il dominio sul nostro mondo! Sarete forti, certo, ma non potrete sopraffare noi! Non potrete sopraffare lui! AIZEN-SAMA STA TORNANDO! IO STESSO HO VISTO I PORTALI CHE STA APRENDO DALLA SUA PRIGIONE PER TORNARE DA NOI!”

La folla alle spalle dell’uomo esulto e ruggì, già decisa ad attaccare, ma l’arrancar dai capelli turchesi urlò ancora più forte: “Ma allora siete stronzi! Quelle cose comparse a caso non sono opera di Aizen! Aizen non può neanche più usare i suoi poteri! Volete tornare a farvi i cazzi vostri adesso o dobbiamo davvero uccidervi tutti!?” EH?!”

“Grimmjow…” disse esitante la donna coi capelli verdi, ma due arrancar le si avvicinarono pericolosamente, costringendo ad estrarre la lunga katana.

“Smettetela, tutti voi – intervenne l’arrancar bionda – Qualsiasi cosa fossero quegli squarci, non sono opera di Aizen e non ci deve interessare. Aizen è andato via e ci ha tradito, ha provato a sacrificarci tutti anni fa! Non dovreste adorarlo come un dio! Tornate a vivere le vostre vite e dimenticatelo, o saremo costretti a mandarvi via con la forza!”

Appena ebbe concluso il suo discorso, altre tre arrancar donne comparvero alle spalle di quella bionda, una più bassa e dai capelli a caschetto contenuti in una maschera a forma di elmo; una più alta dai capelli lunghi e il viso coperto dalla manica del suo braccio destro, tenuto sollevato; e un’ultima donna, più alta e possente delle due, dalla pelle scura e dalla chioma selvaggia.

“Certo! Chiamate pure i rinforzi! Fatelo! Chi altro volete chiamare?! Gli shinigami della Soul Society!?” ululò l’omaccione

“Capo! Li hanno già chiamati, guarda!” urlò un arrancar alto e magro, con una lunga cresta di capelli neri, la pelle pallida e il viso affilato e maligno, indicando il gruppetto dei Void Territories che lentamente si era avvicinato.

Gli arrancar radunati lì ulularono di disappunto e quello più grosso del gruppo si alzò in volo: “IO, IL GRANDE URYNDASRA HESSELA, NON PERMETTERÒ QUESTO CONTINUO AFFRONTO ALLA DIGNITÀ DEGLI ARRANCAR E DI AIZEN-SAMA! AMICI MIEI, FRATELLI ARRANCAR! UCCIDIAMO I NOSTRI FALSI SOVRANI!”

Setsuna sospirò mentre Urahara, all’improvviso, era scomparso: “Qualcosa mi diceva che prima o poi sarebbe finita così…”

Aya le si fece di fianco, tirando fuori dal borsello quelli che sembrano dei triboli; Regina invece cominciò a ringhiare, atteggiando le dita delle mani ad artigli.

“UCCIDETELI TUTTI! – urlò Uryndasra, girando poi di scatto la testa di 180° e fissando le tre donne dei Void Territories – COMINCIANDO DAI LORO SPORCHI ALLEATI! AULLIDO, BUHO!”

L’arrancar estrasse la katana e fu avvolto di reiatsu, rilasciando la sua resurrecion mentre la folla si scagliava in parte contro i tre sovrani, che fissavano increduli gli ospiti inattesi, e in parte contro le tre ragazze.

“SI, FATEVI SOTTO, MERDE!” urlò Regina, saltando contro la folla.

Aya, sospirando, lanciò un tribolo per terra e questo esplose, creando una cortina di fumo. Setsuna, scuotendo la testa, disse tra sé: “Addio missione diplomatica…” quindi scattò rapidissima con lo shunpo roteandosi la spada tra le mani: “Raikou, Sora no joō, Narukami!”. La zanpakuto si ricoprì di elettricità e Setsuna attaccò il suo primo avversario, dividendolo in due, mentre dalla nube di reiatsu l’enorme mole di Uryndasra sembrava dirigersi proprio verso di lei…







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Ma buongiorno! Come state? Spero bene. Vi è piaciuto questo nuovo capitolo? Qui vediamo i protagonisti entrare nel mondo Hollow per comunicare la situazione direttamente agli attuali regnanti ma..sembra che ci siano degli scompigli mica da ridere! Sembra che ci siano casini tipo ovunque, giusto perchè la vita ce la dobbiamo complicare per bene ahaha. E vi dirò di più..non è  finita qui! Quindi se vi interessa sapere cosa succederà, non vi resta che proseguire nella lettura :)
PS: NEL CAPITOLO PRECEDENTE ABBIAMO DIMENTICATO UNA PARTE, L'ABBIAMO AGGIUNTA ORA (scusate per l'inconveniente)
Ringrazio ancora chi ha recensito e chi invece ha letto la fanfiction. Ci fa sempre molto piacere leggere i vostri commenti, scambiare opinioni e vedere che apprezzate ciò che abbiamo creato <3.

 
   
 
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