Anime & Manga > City Hunter/Angel Heart
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Autore: EleWar    31/08/2021    9 recensioni
Nel famoso episodio della sfida con Silver Fox, quando Kaori torna a casa, non solo Ryo non riesce a mandarla via, come aveva deciso fin dall'inizio, ma QUALCUNO è moooolto felice di rivederla. Kaori, che se ne accorge, non crede che quello che ha davanti sia il vero Ryo ma ancora Silver Fox travestito... E dovrà scoprire la verità!
Genere: Comico, Commedia, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Kaori Makimura, Ryo Saeba
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: City Hunter
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Salve a tutti e ben ritrovati.
Questa che vi propongo è veramente una storiellina semplice semplice, senza alcuna pretesa. Nasce da un tarlo che mi ha da sempre accompagnato, principalmente da dopo aver letto il manga, ed è frutto di un ‘delirio a due’ condiviso una sera con la cara tinettichan.


AVVERTENZE!!!
Il primo capitolo è raccontato da Hojo e i dialoghi sono stati presi pari pari dall’edizione Panini; Il nome Silver Fox dall’anime e Volpe Argentata dall’edizione Star.
Il secondo capitolo invece è tutto mio XD, una sorta di what if-missing moment.

Direi che ti vi ho tediato abbastanza, quindi… Buona lettura



Cap. 1 Hojo racconta
 
  
Ed eccola lì, Kaori Makimura, seduta sul divano del suo appartamento, sicura, soddisfatta e inconsapevolmente bellissima come sempre; rilassata e leggermente sbracata, le lunghe gambe accavallate e inguaiate nella tutina da combattimento, abbrancata al fucile mitragliatore come fosse il suo miglior alleato, e non a tutti i torti!
 
Reduce dallo scontro con Silver Fox, ora si sta godendo il suo momento di gloria, alla facciaccia di Ryo, che non aveva accettato di proteggerla perché…
 
Qualche giorno prima si era ripresentato il criminale conosciuto col nome di Silver Fox, che dopo aver scattato delle foto di nascosto a Kaori, ed averle tra l’altro messe in vendita nell’angolo dedicato alle idols, aveva attentato alla sua vita, o meglio, aveva lanciato un semplice avvertimento ai due City Hunter, sparando al tacco della scarpa della ragazza; e la sweeper, per questo, sarebbe rovinata a terra, se Ryo, con cui stava giusto litigando anche in quel momento, non l’avesse afferrata appena in tempo.
 
A quel punto Ryo si era spaventato a morte, perché vedendola cadere, e soprattutto avendo udito chiaramente, nonostante il caos della città, il click di un grilletto, aveva creduto che l’avessero ferita; era andato letteralmente fuori di testa.
Solo allora aveva preso sul serio le parole di Kaori che, già da un po’, gli stava dicendo di essersi sentita spiata e pedinata.
 
E così poi, alla stazione di Shinjuku, avevano trovato l’inequivocabile XYZ di Silver Fox che chiedeva un incontro con City Hunter; quella volta Ryo era voluto andare da solo, subodorando puzza di guai, ma Kaori l’aveva seguito ugualmente, di nascosto, ed entrambi avevano scoperto che il sedicente killer, per rifarsi dell’umiliazione subita la volta prima, proponeva a Ryo una sfida: lui avrebbe tentato in tutti i modi di uccidere la sua donna, Kaori, e Ryo avrebbe dovuto impedirglielo.
 
E mentre la ragazza andava in brodo di giuggiole al solo pensiero di essere considerata la fidanzata di Ryo, il socio aveva subito messo in chiaro che no, quella non era la sua donna, e che Volpe argentata si stava sbagliando, e di grosso.
 
Kaori, sicura che Ryo non l’avrebbe abbandonata, gli aveva chiesto di proteggerla, ma lui aveva rifiutato dicendo che non ce n’era motivo dal momento che non stavano insieme, e che quindi Silver Fox aveva preso un abbaglio; anzi, lo sweeper c’era anche andato giù duro, suggerendole di concedersi a lui, come qualsiasi altra cliente, cosicché lei l’avrebbe pagato in natura, e così facendo sarebbe anche diventata a tutti gli effetti la sua compagna.
Era stato di proposito un villano e uno spudorato, con l’intento di schifarla e magari farla scappare a gambe levate.
Ma Kaori, da sempre innamorata di lui, era stata sul punto di accettare, salvo poi scoprire che lui la stava prendendo bellamente in giro, ridendole in faccia e ribadendo che sarebbe stato comunque impossibile combinare, perché lei era, e sarebbe sempre stata, l’unica donna incapace di eccitarlo sessualmente.
 
Non contento, le aveva anche proposto una sorta di sfida nella sfida: se lei fosse riuscita ad eccitarlo, lui avrebbe accettato di proteggerla e tutto il resto.
La solita mega martellata non era mancata, ma davvero Ryo aveva esagerato… come sempre.
 
Forse l’aveva fatta apposta, tutta quella scena riprovevole, avendo intuito che loro due erano spiati da Volpe Argentata, abbarbicato alla facciata del loro palazzo, poco sotto le finestre dell’appartamento.
Sta di fatto che aveva, per l’ennesima volta, ferito la povera Kaori la quale, nonostante tutto, aveva accettato la sfida e si era umiliata davanti a lui, producendosi in movimenti sensuali a suon di musica, con la scusa di voler fare aerobica nella stanza del socio; l’uomo effettivamente si era eccitato, ma poi era riuscito a nascondere la cosa e anzi, le aveva fatto credere che quello che spuntava da sotto il lenzuolo, fosse un palloncino bislungo che lui aveva gonfiato per farle uno scherzo.
Anche in quell’occasione la ragazza si era giustamente infuriata, ed era uscita dalla camera in preda alla rabbia, non prima di avergli ficcato in bocca il palloncino in questione.
 
Ryo, in ogni caso, era preoccupato, anche se non lo dava a vedere, meno che meno a Kaori; perché lei era realmente in pericolo, e lo sarebbe sempre stata se avesse continuato a vivere accanto a lui.
Per il momento doveva cercare di convincere Volpe Argentata che loro due non stavano insieme, che lei non era la sua donna, e l’aveva addirittura lasciata uscire di casa senza scorta, per depistare il killer: se fosse stata realmente la compagna di Ryo Saeba, questi, sapendo che un assassino era sulle sue tracce deciso ad ucciderla per rappresaglia, non l’avrebbe lasciata sola un momento, e invece…
 
Ma poi la socia, girando distrattamente per la città, si era ritrovata a salvare un ragazzino che era finito in terra, cadendo dalla bicicletta, e che rischiava di finire sotto ad un furgone.
All’inizio era riuscita a scansarlo ed evitargli di essere investito, ma quando subito dopo era sopraggiunta una macchina a forte velocità, la sweeper, prevedendo che non sarebbe riuscita a metterlo e a mettersi in salvo nuovamente – visto che nella caduta si era fatta male alla caviglia – si era raggomitolata sul ragazzino, cercando di parargli più possibile la botta.
Per fortuna Ryo, che la stava seguendo passo passo, provvidenzialmente, con un colpo di pistola sparato sulle leve della cabina di pilotaggio di una gru in azione in un cantiere lì vicino – a cui era attaccata un’enorme palla di ferro da demolizione – aveva impedito la tragedia, facendo cadere la suddetta palla sul cofano dell’automobile, bloccandone la folle corsa.
 
Silver Fox, di fronte all’atto di coraggio della ragazza, si era convinto che lei fosse realmente la degna compagna di Ryo, perché solo una donna di quella pasta avrebbe potuto fargli da assistente, e si era detto che sì, avrebbe proseguito nel suo piano criminoso.
 
Ryo, dal canto suo, ripensando a Kaori stesa in terra, in una posa involontariamente sexy, si era turbato a tal punto da eccitarsi, vergognandosene subito dopo; e anzi, tradito dal suo stesso corpo, si era detto che no, no non dovevano succedere certe cose.
Peccato che Kaori non fosse lì a vedere!
 
Del resto la socia, intuendo che la palla, da sola, non si sarebbe potuta abbattere così sulla macchina senza che Ryo fosse intervenuto in qualche modo, era corsa a casa per raccontargli la sua avventura.
Se non l’avesse trovato avrebbe potuto continuare a sperare che fosse stato lui, forse.
Purtroppo, però, lo aveva trovato nudo, seduto sul letto, intento a pettinarsi, come se fosse uscito quel minuto dalla doccia e appunto mai uscito di casa.
 
E poi la situazione era precipitata.
 
Ryo, per depistare Volpe Argentata, aveva preso ad uscire, un appuntamento dietro l’altro, con ragazze sempre diverse, anche durante la stessa sera; Kaori, invece, ancora illudendosi che lui la volesse proteggere ugualmente, lo seguiva nascostamente, fino a quando, scorata, non era entrata nel suo stesso locale e, seduta ad un tavolino del bar, si era messa a bere, in preda alla disperazione.
 
Silver Fox aveva raggiunto telefonicamente Ryo, sfidandolo ancora e provocandolo: aveva capito il suo gioco e avrebbe ucciso lo stesso Kaori, tanto che un secondo dopo, sul viso della ragazza, era apparso il puntino rosso di un laser di puntamento.
La socia, che ignara stava sorseggiando il suo drink, non si era accorta di niente, e Ryo, vedendo che era stata presa di mira, si era gettato su di lei gridandole:
 
“Non stare lì impalata, idiota!” buttandola a terra.
 
Lo sweeper aveva poi sparato nella direzione da cui proveniva il sottile filo rosso del laser, e cioè verso una tenda poco distante, ma quando era andato a controllare, aveva scoperto che si trattava solo del puntatore e basta.
 
Volpe Argentata, soddisfatto, aveva detto a Ryo, attraverso al walkie talkie che gli aveva fatto trovare insieme al puntatore laser, che ormai non aveva più dubbi in proposito: quella era la sua donna e lui l’avrebbe uccisa.
 
Fuori dal locale, Ryo e Kaori si erano trovati a discutere in merito all’accaduto e, severamente, lui le aveva detto:
 
“Sei davvero una buona a nulla… Sei rimasta lì imbambolata al tavolo, senza neanche renderti conto che avevi un puntatore a raggi infrarossi sparato in faccia. Non riuscirai mai a sopravvivere, in un mondo come questo…”
 
Kaori, a quel punto, aveva spalancato gli occhi incredula, sia per le parole che aveva appena udito, sia per la durezza con cui Ryo le stava parlando; piccata nell’orgoglio gli aveva allora risposto:
 
“Ma… ma che vuoi da me?! Mica tutti possono essere bravi come te, scusa!”
 
“Se Makimura fosse ancora vivo, non avrebbe mai commesso un errore così grossolano!” aveva quindi sentenziato il socio.
 
Kaori era trasalita; cosa stava cercando di dirle?
 
A disagio gli aveva chiesto:
 
“Mi stai per caso dicendo che… che non mi vuoi più come tua assistente?” e di fronte al suo mutismo ostinato aveva aggiunto: “Dai… smettila di scherzare! Se me ne andassi davvero tu…” ma non aveva terminato la frase, bloccata dal suo atteggiamento distaccato e intransigente, e vedendo che i suoi peggiori timori si stavano concretizzando, gli aveva quasi urlato:
 
“Ti scoccia così tanto proteggermi?! Allora per te sono solo una zavorra?!”
 
Ma lui – che nemmeno la stava guardando negli occhi, mollemente appoggiato alla parete – aveva continuato ad armeggiare con la sua pistola, svitandone il silenziatore usato dentro il locale.
 
Ryo si era chiuso in sé stesso, non aveva aggiunto altro, taceva in un silenzio greve e opprimente; allora Kaori era esplosa con un:
 
“Ho capito!”
 
Ed era poi scappata via in preda alla disperazione, ferita nel suo orgoglio.
 
Quello che non aveva fatto la beffa sessuale, lo aveva fatto quell’aspro rimprovero.
Poteva accettare tutto, anche di essere continuamente irrisa perché poco femminile, perché non abbastanza donna per il grande stallone di Shinjuku, scambiata per un travestito o mezzo uomo…
Ma essere tacciata di incapace, e inadatta a fare il mestiere di sweeper, era davvero troppo per lei!
E non era consolante pensare che, se non era sufficientemente brava nel suo mestiere, era per colpa del suddetto socio, parco d’insegnamenti e ancor peggio d’incoraggiamenti, e che quello che aveva imparato era frutto di tutti i suoi personalissimi sforzi.
Kaori voleva essere come suo fratello Hideyuki: brava come lui.
 
Non appena Kaori era scomparsa alla vista del grande Ryo Saeba, costui aveva sparato un colpo in aria: sapeva che Volpe Argentata li stava tenendo sotto tiro col suo fucile, sopra di loro dal tetto del palazzo, e lo sweeper lo aveva perfino colpito di striscio sulla guancia.
Il killer però, soddisfatto, aveva esclamato:
 
“Finalmente ti sei deciso ad accettare la mia sfida…”
 
Kaori si era rifugiata a casa del Professore, dove un’irridente Kazue Natori si era divertita un po’ a prenderla in giro e a flirtare con Ryo, quando questi era andato lì per accertarsi che la socia stesse bene.
Nel giardino della villa, la sweeper aveva origliato la discussione fra il Doc e il socio, il quale, accortosi di lei nascosta dietro ai cespugli, con l’intento di farsi sentire aveva risposto al suo mentore, che gli stava chiedendo il motivo per cui l’avesse licenziata:
 
“Perché quella stupida si è innamorata di me, e non mi lascia in pace un attimo!”
 
Poi, dopo una pausa ad effetto, aveva aggiunto:
 
“Quindi si aspetta che sia io a proteggerla, anziché difendersi da sola!”
 
E ancora:
 
“Ora che è venuta qui, rischia di mettere in pericolo anche voi!”
 
Quindi, per farla infuriare e costringerla ad allontanarsi definitivamente da lui e dal loro mondo marcio, aveva rincarato la dose, tuonando in aggiunta:
 
“Una tipa che perde tempo dietro a un uomo, anziché pensare alla propria incolumità… non ha la stoffa per essere l’assistente di City Hunter!”
 
E Kaori era fuggita nuovamente, in preda ad una rinnovata rabbia, pensando:
 
Hai calpestato il mio orgoglio di donna!
 
Non prima di avergli scaraventato in testa un macigno, giusto per scaricare un po’ la tensione.
 
Ma il professore aveva voluto sapere da Ryo il vero motivo di quella rottura, ora che Kaori se ne era andata, perché anche il vecchietto aveva percepito la sua presenza e sapeva che lei li aveva seguiti per sentire la loro conversazione.
E lo sweeper si era deciso a rispondere così:
 
“La verità è che ho commesso un errore da dilettante davanti agli occhi di Kaori… per ben due volte. Ho pensato erroneamente che il proiettile che le aveva spezzato il tacco, avesse in realtà colpito Kaori…” riferendosi alla prima volta.
 
Poi, raccontandogli dell’episodio dentro il locale:
 
“…così ho sparato, cadendo nella trappola del mio avversario. Normalmente non commetterei mai un errore così madornale!”
 
Il professore aveva ribattuto:
 
“Un errore davvero inconsueto per te… si vede che avevi perso la testa. Mi chiedo perché… ma immagino che tu già conosca la ragione!”
 
L’anziano aveva capito già tutto, e cioè che anche Ryo era innamorato di Kaori, e il solo pensarla in pericolo l’aveva distratto a tal punto, che non era più stato in grado di affrontare la situazione con il suo proverbiale sangue freddo.
Questo indeboliva lo sweeper, e riproponeva il problema di non dover provare sentimenti di sorta per nessuno, per non essere vulnerabili e non esporre sé stesso e le persone amate alle rappresaglie dei nemici; pertanto Saeba aveva decretato:
 
“Io proteggerò Kaori da quel bastardo! Dopodiché, le dirò addio!”
 
Sarebbe stato il finale perfetto, se non fosse sopraggiunta trafelata l’infermiera Kazue, ad avvertire che Kaori era stata in armeria e aveva fatto incetta di armi e munizioni.
Eh, sì, perché poi aveva sfidato lei stessa Silver Fox ad un duello.
Se Ryo non l’avrebbe protetta, convinto per di più che non fosse una degna partner di City Hunter, allora se la sarebbe sbrigata da sola, dimostrandogli che si sbagliava su tutta la linea.
 
Kaori aveva lasciato un messaggio a Volpe Argentata su di un tabellone appeso allo Studio Alta, in cui gli dava appuntamento nell’area bonificata D della baia di Tokyo.
La ragazza era agguerrita più che mai e, forte degli insegnamenti di Umibozu, maestro indiscusso delle trappole, era sicura di battere quella dannata volpe; magari non era precisa con la pistola, ma con i lancia razzi e i bazooka, la possibilità di errore era davvero risibile.
 
Anche Ryo aveva letto il messaggio e si era detto:
 
Uff, quanto mi dai da pensare, Kaori…
 
Poi, amaramente, ma ormai irremovibile nella sua decisione, aveva aggiunto:
 
Ma almeno… una volta chiusa la faccenda, non dovrò più preoccuparmi per te…
 
 
Nel frattempo si era fatta sera e, nel posto stabilito per il duello, Kaori si era disposta ad aspettare Silver Fox a bordo di una ruspa, imbracciando un fucile mitragliatore.
Era tesa ma decisa: non ne andava della sua stessa vita, ma anche della sua reputazione di sweeper; doveva vincere e riscattarsi di fronte a Ryo.
 
Che poi, effettivamente, Ryo si era presentato lì da lei, suggerendole di deporre le armi e di lasciar perdere, che se ne sarebbe occupato lui di Volpe Argentata. Era stato gentile e comprensivo, e se all’inizio Kaori era stata presa in contropiede dall’atteggiamento inconsueto del socio, poi aveva reagito sfoderando un reggiseno e sbandierandolo sotto i suoi occhi.
Ryo, prevedibilmente, aveva fatto mokkori e anzi, al colmo dell’eccitazione, le aveva pure chiesto di regalarglielo.
Quella era stata la prova regina: il tizio davanti a lei non era Ryo Saeba perché, a detta di Kaori, l’originale non avrebbe avuto quella reazione spropositata davanti alla sua biancheria intima.
Infatti gli aveva gridato:
 
“Nonostante il nome che porti, sei piuttosto maldestro nei travestimenti!”[1]
 
A quel punto, Kaori gli aveva sparato una raffica di proiettili, che l’uomo aveva abilmente schivato con un balzo all’indietro, e strappandosi la maschera dal viso e mostrandosi completamente a lei, con tanto di capelli e cresta da punk color argento, le aveva risposto:
 
“Complimenti per la tua perspicacia! Ma arrivare a sfidarmi, una tiratrice scarsa come te… mi sembra un po’ spericolato!”
 
Ma Kaori, per niente impressionata, aveva sfoderato un bazooka e, imbracciatolo con disinvoltura, aveva ribattuto:
 
“Vedrai che con questo riuscirò a centrarti lo stesso, anche se sbaglio un po’ la mira”.
 
E aveva fatto fuoco.
 
Da lì era stato il delirio: a colpi di bazooka, Kaori aveva messo in fuga il criminale che, fuggendo, era riuscito a mala pena a scampare alle numerosissime trappole disseminate nell’area dalla ragazza.
Quando poi la sweeper, galvanizzata, gli aveva annunciato di essere sicura del fatto suo, dal momento che era stata allieva del famigerato Umibozu, Silver Fox si era visto perso.
 
Fra campi minati, bombe, tronchi di legno sbucanti dal terreno, rastrelliere di acuminati bambù, il killer non aveva avuto nemmeno il tempo e il modo di difendersi, e alla lunga sarebbe stato sconfitto.
Ryo, che controllava la situazione da un’altura poco distante, di fronte a quella scena apocalittica che la sua socia era stata in grado di mettere su, aveva esclamato:
 
“Mi sa che per un po’ starò a godermi lo spettacolo”.
 
Ad un certo punto, ferito e lacero, Volpe Argentata era arrivato al bordo di un precipizio, con Kaori che lo fronteggiava a pochi passi; credeva di essere fuori dalla portata delle trappole e aveva apostrofato così la ragazza:
 
“Maledetta bastarda… come hai osato farmi quest…” ma non era riuscito a finire la frase che la maledetta bastarda in questione lo aveva bersagliato con una raffica di mitra, giusto per spaventarlo un po’.
 
Gli aveva detto:
 
“Allora? Le trappole ti hanno fiaccato, e non penso che tu abbia ancora molta forza per combattere! Se non vuoi che ti uccida, arrenditi e lascia la città!”
 
Ma Silver Fox era un osso duro, e sfoderando la sua automatica le aveva risposto di rimando:
 
“Hai voglia di scherzare?!” e gliel’aveva puntata contro.
 
Kaori era stata più veloce di lui e aveva fatto fuoco: la sventagliata aveva fatto arretrare il killer che, cedendogli sotto i piedi la roccia, era precipitato di sotto.
 
Kaori incredula, allora, si era sporta sul ciglio del burrone e aveva esclamato:
 
“Oops… mi sa che l’ho colpito… davvero…” e invece non si era minimamente accorta che Volpe Argentata, non solo si era salvato, ma a debita distanza la stava tenendo sotto tiro, lateralmente.
 
Ridacchiando, il criminale aveva esultato:
 
“Eh eh! La situazione si è ribaltata in un attimo! Sono disposto a tutto pur di vincere! Ecco dove sta la differenza fra principiante e professionista!”
 
Era pronto spararle per giunta alle spalle, quando un colpo inatteso gli aveva tranciato il dito con cui premeva il grilletto, e Ryo Saeba si era materializzato, torreggiando su di lui; minaccioso più che mai, gli aveva detto, con tono tagliente:
 
“Ora che hai perso l’indice, non potrai più premere il grilletto. A questo punto non ti resta che cercarti un altro lavoro!”
 
E poi aveva aggiunto:
 
“Oppure preferisci morire qui?!”
 
Al famigerato Silver Fox non era restato che abbassare l’argentea cresta e stringersi la mano sanguinante: Saeba aveva vinto, o forse era più il caso di dire che Kaori aveva vinto?
Lei, dal canto suo, ignara di tutto, ancora tremante e scossa dagli eventi si ripeteva:
 
“Non ci credo… ho ucciso Volpe Argentata… da sola… ah ah… mi sembra quasi impossibile… non pensavo di esserne capace”.
 
Ryo, poco distante, l’aveva guardata con affetto e aveva sorriso tristemente, pensando:
 
Non sei ancora abbastanza spietata, sciocca, però sei stata in gamba. E poi…
 
E poi si erano ritrovati di nuovo lì, nel loro appartamento, Kaori trionfante, appoggiata al suo fucile mitragliatore, che gli stava giusto dicendo:
 
“Allora? Che ne dici? Ho fatto fuori Volpe Argentata da sola” e sorridendo beffarda aveva aggiunto: “Sei sempre dell’idea che non abbia la stoffa per essere la tua assistente?”
 
Ryo sorrideva benevolo, ascoltando le parole della socia, ma poi ad un tratto si era fatto serio e le aveva detto:
 
“Comunque Kaori… volevo dirti che io… che noi due…”
 
Era sua intenzione dirle addio, sciogliere la loro partnership, lo aveva deciso fin dall’inizio di tutta quella brutta storia…
Ma non era così facile, quasi non sapeva cosa dire e come; non era più così tanto sicuro come i giorni scorsi. In ogni caso Kaori non gli diede tempo di proseguire, perché continuò, come se non fosse stata interrotta affatto, con una calma minacciosa:
 
“E poi Ryo… non prendermi in giro!” e lo guardò con aria di sfida, prima di aggiungere: “Chi sarebbe innamorata di te?”
 
Parve caricarsi, prendere la rincorsa, perché un secondo dopo esplose, urlandogli contro e sovrastandolo:
 
“Io gli uomini come te, freddi, porci e donnaioli, li detesto! Li detesto proprio!”
 
Ryo, colto alla sprovvista, quasi cadde all’indietro, ma la ramanzina non era ancora terminata perché, ripreso fiato, Kaori urlò nuovamente:
 
“E sono davvero curiosa di scoprire come tirerai le cuoia! Ecco perché continuerò a farti da assistente!”
 
Passata la buriana Kaori si calmò, e a Ryo, perplesso, non restò altro che grattarsi il mento.
Certo, gli eventi non avevano preso la piega che si era augurato, anzi!
E non era nemmeno riuscito ad imporsi: Kaori non se ne sarebbe andata di sua spontanea volontà, né lui era stato sufficientemente deciso per licenziarla definitivamente.
In quel momento stava giusto pensando:
 
Mah… forse un giorno… le cose si sistemeranno in qualche modo” e guardandola ammirato, mentalmente aveva aggiunto: “Per il momento tutto è di nuovo come prima..
 
Poi però, era successo l’irreparabile.
 
 
[1]Secondo la mitologia giapponese la volpe è un essere dotato di grande intelligenza, in grado di vivere a lungo e di sviluppare con l'età poteri soprannaturali: il principale tra questi ultimi è l'abilità di cambiare aspetto ed assumere sembianze umane (fonte Wikipedia)

 
   
 
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