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Autore: _Layel_    01/09/2021    2 recensioni
Aveva imparato che esistevano le anime gemelle guardando le soap opere che davano in TV. Sapeva che ogni tanto, a seconda di quanto vicini si fosse, si ricevevano delle visioni che mostravano la vita della propria anima gemella. Per ora gli era successo solo tre volte. La prima volta era stata quando la sua anima gemella aveva manifestato il suo Quirk. Keigo aveva solo visto una forte luce e i sorrisi di quelli che dovevano essere i suoi genitori. Le visioni successive erano state meno allegre.
[Soulmates!AU | DabiHawks]
Genere: Azione, Drammatico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Yaoi | Personaggi: Dabi, Hawks
Note: AU, Soulmate!AU | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo Cinque: Nuovi Obiettivi

 

"Alzati!" gridò Dabi. 

 

Gli arrivò un cuscino in testa. Hawks lo rilanciò verso la porta, ma colpì il muro. Si girò dalla parte opposta e riprese a sonnecchiare. 

 

"Beh, io vado!" 

 

Dalla pila di lenzuola arrivò un suono che poteva essere interpretato come 'aspetta' o 'va al diavolo'. Dabi evidentemente scelse la prima perché si appoggiò contro lo stipite della porta. 

 

Un ragazzino molto arruffato e molto assonnato si alzò dal letto e sfregandosi gli occhi si fermò davanti a Dabi. 

 

"Devi svegliarti sempre così presto?" sbiascicò Hawks. 

 

"Le lezioni iniziano alle 8.30." risposte Dabi prima di scompigliargli i capelli. Un paio di piume rosse fluttuarono verso il pavimento. Hawks fece una smorfia. "Non so se vorrò andarci." 

 

"Sempre meglio che stare chiusi qui dentro. E credo che andare a scuola sarà divertente, nei film lo sembra." Dabi scrollò le spalle. 

 

Hawks non ne era molto sicuro ma, infondo, a scuola non c'era mai andato. 

 

"Ti ho preso una cosa, uccellino." disse Dabi mentre lasciava cadere la cartella a due centimetri dai piedi di Hawks e iniziava a frugarci dentro. Tirò fuori una scatolina bianca, con un logo sul fianco. 

 

"Cos'è?" Chiese mentre prendeva la scatola e la scuoteva leggermente. 

 

"Aprilo."

 

Hawks quasi distrusse la confezione. All'intero c'era un oggetto nero e squadrato. Hawks se lo rigirò tra le mani con la testa inclinata di lato. 

 

"É un cellulare, ci ho già fatto mettere la sim." dichiarò Dabi, chiaramente fiero di sé. 

 

"Non dovrebbero esserci dei tasti?" Chiese mentre ispezionava la superficie lucida del regalo. 

 

Dabi sospirò. "Basta che lo apri." 

 

Hawks riuscì a capire come aprire il cellulare e trovò i tasti e lo schermo che era abituato a vedere in TV. 

 

"Ne ho uno anch'io. Così se avrai bisogno potrai chiamarmi. Ovviamente è un segreto."

 

"No, davvero? E io che pensavo subito di chiamare la presidente." 

 

"Che bastardo."

 

"Ho imparato dal migliore." Due sorrisetti identici li accompagnarono durante lo scambio. Dabi stava per ribattere ma gli occhi gli caddero sulla sveglia vicino al letto di Hawks. 

 

"Devo andare!" Esclamò mentre usciva dalla porta. 

 

"Di già?!" Hawks gli gridò dietro, non voleva uscire nel corridoio freddo con i piedi scalzi. 

 

"Perdo il treno!" 

 

Aspettò finché non vide la porta dell'ascensore chiudersi. Prese il suo nuovo telefono e lo schermo si accese con un trillo. Hawks notò di avere già un messaggio. 

 

 

+81 113 5***784 

hey cervello di gallina 

 

 

Hawks sorrise e salvò il numero. 

 

 

Tu

Hey raggio di sole<3

 

Piromane<3

idiota

 

+

 

Erano quasi le dieci di mattina quando un forte boato scosse l'edificio dove operava il quartier generale della Commissione degli Eroi. Hawks stava finendo un test di aritmetica quando vide le luci del soffitto tremare. Scattò in piedi facendo cadere la sedia. L'allarme attutiva le chiamate agitate degli agenti ma riuscì a cogliere qualche parola mentre volava per un corridoio: villain, esplosione, Presidente. L'edificio tremò ancora una volta e Hawks fece esattamente ciò per cui lo stavano addestrando. Staccò dalle sue ali quante più piume possibili e le spedì verso gli uffici che si trovano negli ultimi due piani del complesso. Corse sulle scale, facendo tre gradini alla volta. Si scontrò con una guardia di sicurezza che correva nella direzione opposta. Questa lo afferrò per un braccio. 

 

"Non si può fare niente!" gridò la guardia. 

 

"Ma il Presidente… " protestò Hawks, cercando di sfilare il braccio dalla presa dell'uomo e di rimanere concentrato sulle sue piume. 

 

"Non puoi salvarlo! Andiamo!" disse la guardia in tono rassegnato. Hawks prese un respiro profondo e gli diede un pugno in faccia con il braccio libero. La guardia, in una situazione normale, sarebbe riuscita a evitarlo ma, distratta dal desiderio di fuggire, lo prese in pieno. Mollò la presa e Hawks riprese a correre sulle scale. 

 

Il penultimo piano era distrutto. Il muro che divideva il corridoio dall'ufficio del Presidente era ridotto in macerie. Hawks si protesse gli occhi dal sole che entrava senza filtri dalle finestre in frantumi e scavalcò dei pezzi di cemento per entrare nell'ufficio. Inizialmente non vide nessuno. 

 

Poi, nascosto per metà da un pezzo di legno che doveva essere stato una scrivania, vide il Presidente. Si precipitò al suo fianco. Kento Asayama era disteso supino, le braccia contorte in una posizione innaturale. Il viso era girato verso di lui e due occhi spenti lo fissavano, come a ricordargli che non era stato abbastanza veloce. Hawks si voltò verso il muro, sentendo in bocca il sapore della bile. Si costrinse a guardare. Un'orribile ustione gli ricopriva la nuca e la parte posteriore del capo. In fronte aveva uno squarcio provocato dall'uscita di un proiettile. Se avevano intenzione di sparargli perché l'esplosione? Hawks scrutò la stanza. Con le macerie e la polvere non sarebbe riuscito a trovare la pallottola che aveva ucciso il Presidente. Era solo una copertura? Chi aveva sparato doveva essere uno dei migliori tiratori del Giappone per riuscire a colpirlo dall'edificio di fronte, con il vento e attraverso gli spessi vetri dell'ufficio. Hawks tornò a guardare l'uomo e lasciò una delle sue piume più piccole vicino al viso martoriato. 

 

Il rumore delle pale di un elicottero attirò lo fece scattare in piedi e decise di lasciare la scena del crimine. Non voleva che gli eroi, o peggio, la TV, lo vedessero lì. 

 

Quando raggiunse finalmente il piano terra, un gran numero di persone in cravatta e camicie bianche gli si strinsero intorno, dandogli riconoscenti pacche sulle spalle e parole di ringraziamento. Hawks non li sentì, come non sentì il cellulare che gli vibrava in tasca. Richiamò le piume che gli erano rimaste e andò a sedersi sul marciapiede dall'altra parte della strada, stando attento a non intralciare il lavoro dei soccorritori. Le sue ali lo avvolsero e chiuse gli occhi. 

 

+

 

"Hai sentito?! Sembra ci sia stato un attacco alla Commissione Eroi!" esclamò uno studente delle superiori Fucho Nishi mentre accendeva il computer del club di lettura. 

 

"Eh? Non ci credo!" rispose una studentessa che stava riponendo un libro di testo. 

 

"Sono saltati in aria cinque piani!" aggiunse un altro ragazzo seduto sul tavolo. 

 

"Impossibile. E gli eroi?!" domandò la ragazza. 

 

"Guarda, Sakura TV sta trasmettendo in diretta." Lo studente al computer indicò lo schermo. 

 

La giornalista trasmetteva con l'ingresso dell'edificio alle spalle. "...un colpo senza precedenti! I colpevoli si sono dileguati nel nulla e uno degli edifici più sicuri del Giappone è stato distrutto come se fosse un castello di carte."  L'immagine mostrò gli squarci nel muro ripresi da un elicottero. La giornalista continuò il suo servizio. 

 

"Grazie a un inspiegabile colpo di fortuna tutti i dipendenti dei piani colpiti si trovavano all'esterno nel momento dello scoppio e non sembrano esserci feriti! L'unico che sembra mancare all'appello è il Presidente della Commissione Eroi Kento Asayama. La polizia e gli eroi non vogliono rilasciare dichiarazioni, ma appena avremo novità non esiteremo ad aggiornarvi!"

 

Al gruppo di studenti si era unito quel ragazzo che parlava poco e si sedeva sempre in fondo alla classe. Per la ragazza aveva un'espressione spaventosa. I ragazzi si chiedevano come potesse essere ammesso a scuola con tutti quei piercings. Dabi sbatté un piede sul pavimento e provò di nuovo a chiamare. Squillava a vuoto. Ridusse in cenere la pianta che decorava la scrivania del club di lettura e uscì sbattendo la porta. 

 

"Mi chiedo cosa aspettano a sospenderlo" commentò la ragazza. 

 

+

 

Hawks si sentì colpire in testa da qualcosa di pesante e spigoloso. Alzò la testa e una cartella gli arrivò sul naso. 

 

"Sarà meglio per te che il cellulare sia distrutto." minacciò Dabi con più preoccupazione che rabbia. 

 

"Oh. Che idiota!" Hawks tirò fuori il cellulare perfettamente funzionante dalla tasca. Non riusciva a capacitarsi di non averlo sentito. 

 

"Mi hai tolto le parole di bocca." rispose Dabi mentre gli offriva una mano per aiutarlo ad alzarsi. Hawks la afferrò e una volta in piedi non lascio la mano. Neanche Dabi lo fece. 

 

"Stai bene." affermò Dabi e Hawks si trovò ad annuire. Non si sentiva bene. Gli occhi pallidi del Presidente gli tornano in mente e sentì il marciapiede che diventava liquido. Vacillò ma Dabi lo sorresse. Dabi era molto solido. Hawks gli si aggrappò e Dabi lo tenne stretto.

 

La manica di Dabi era bagnata dalle sue lacrime. Non sapeva quando aveva iniziato a piangere e ora non riusciva più a smettere. Dabi ogni tanto gli accarezzava i capelli ma rimaneva in silenzio. 

 

"Diventerò un eroe." dichiarò Hawks. "Sarò tanto veloce che nessun villain vorrà più commettere crimini e gli eroi avranno talmente tanto tempo libero da non sapere che farsene." Strinse la camicia di Dabi tra le dita. Sapeva che, qualsiasi sarebbe stata la risposta dell'altro, non avrebbe abbandonato il suo obiettivo. Sperava però che Dabi lo sostenesse. 

 

"Va bene." sussurrò Dabi. "Se… se credi sia la decisione giusta allora per me va bene."

 

Hawks si allontanò quel tanto che bastava per guardarlo in faccia e gli fece un sorriso riconoscente. 

 

"Su, andiamo a vedere se le nostre stanze sono ancora intere" cinguettò mentre prendeva Dabi per mano e lo trascinava dentro l'edificio. 




 

   
 
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