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Autore: Star_Rover    03/09/2021    6 recensioni
Durante la Battaglia d’Inghilterra i cieli sopra alle verdi campagne irlandesi sono spesso oscurati da stormi di bombardieri tedeschi che pericolosamente attraversano il Mare d’Irlanda.
Quella notte però è un Heinkel solitario a sorvolare le montagne di Wicklow e il suo contenuto più prezioso non è una bomba.
Un ufficiale della Luftwaffe paracadutato nella neutrale Irlanda è un fatto curioso, potrebbe sembrare un assurdo errore, ma la Germania in guerra non può concedersi di sbagliare.
Infatti il tenente Hans Schneider è in realtà un agente dell’Abwehr giunto nell’Isola Smeraldo con un’importante missione da portare a termine.
Il tedesco si ritrova così in una Nazione ancora divisa da vecchi rancori e infestata dagli spettri di un tragico passato. In questo intricato scenario Schneider entra a far parte di un pericoloso gioco che potrebbe cambiare le sorti della guerra, ma anche per una spia ben addestrata è difficile riconoscere nemici e alleati.
Genere: Drammatico, Storico, Thriller | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Slash
Note: Lime | Avvertimenti: Tematiche delicate, Violenza | Contesto: Il Novecento, Guerre mondiali
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26. Promesse
 

Il capitano Maguire vagò tra i tavoli abbandonati del Fleming’s Pub, l’ospite che lo stava attendendo aveva affrontato un pericoloso viaggio oltre al confine. Prima di raggiungerlo l’ufficiale si soffermò vicino alle scale. Il martire Cathal Brugha, il valoroso comandante Eamon Martin, il generale Tom Barry e i leggendari ribelli del Cork…
Charles ammirò le fotografie appese al muro, una generazione passata di eroi e combattenti che avevano dedicato la loro vita alla Causa. Erano trascorsi vent’anni dalla grande illusione di Collins, in tutto quel tempo la guerra per l’Indipendenza e l’Unità d’Irlanda era stata combattuta ininterrottamente da uomini altrettanto coraggiosi e valorosi. Nonostante tutto il popolo irlandese non si era mai arreso.
Per quanto tempo avrebbero dovuto ancora combattere?
Il capitano non ebbe alcun dubbio nella risposta, finché i figli d’Irlanda sarebbero stati in catene avrebbero continuato a lottare per la Libertà.
Era ancora immerso in questi pensieri quando si presentò al suo commilitone. Si trattava di John Daly, ufficiale della Belfast Brigade, nonché il suo contatto e rappresentante del Comando del Nord. Oltre ad essere un fidato comandante Daly era anche un buon amico, nel corso del tempo i due ufficiali avevano avuto modo di conoscersi intimamente, arrivando a consolidare quel rapporto che poteva appartenere soltanto a due compagni di battaglia.
Purtroppo non c’era nulla di amichevole in quell’incontro, si trattava di una questione importante, l’IRA doveva fare la sua scelta definitiva.
Charles prese il suo posto al tavolo e con calma apparente riempì i due bicchieri di whiskey.
«Dunque, come stanno procedendo i negoziamenti?» domandò John dopo aver bevuto un lungo sorso.
«Tutto sta andando secondo i piani» lo rassicurò Maguire.
John alzò lo sguardo: «mi fido di te, ma ho bisogno di prove concrete»
Charles sorrise, poi estrasse i documenti che aveva ricevuto dal tenente Schneider e li porse al suo compagno.
«I tedeschi sono intenzionati a fare sul serio»
Daly esaminò i fogli con particolare attenzione: «questi sono i piani di invasione?»
«Come promesso» disse Charles.
«Sono autentici?» domandò il compagno con la voce tremante per l’emozione.
Egli annuì: «l’Abwehr ha rispettato gli accordi»
L’altro mostrò un’espressione soddisfatta.
«Quindi hai incontrato l’Aquila…» continuò.
Maguire rispose con un cenno di assenso.
«Bene. E che cosa pensi della spia?»
Il capitano rifletté qualche istante prima di rispondere onestamente.
«Inizialmente speravo in qualcuno di più esperto, ma sono costretto ad ammettere che il tedesco sa il fatto suo»
Daly si incuriosì: «dimmi qualcosa in più»
«Be’, per quanto non provi alcun piacere ad elogiarlo, devo dire che ha tutto quel che serve per essere un perfetto agente segreto. È sveglio, perspicace, determinato e carismatico, questo forse anche troppo…»
Nel sentire quelle ultime parole John si insospettì.
«Perché dici così?»  
Charles rispose con una smorfia: «a quanto sembra uno dei miei uomini si è lasciato coinvolgere fin troppo in questa faccenda»
«E questo ha a che fare con il tedesco?»
«Penso che sia stato lui a manipolarlo con chissà quale metodo da spia» replicò con disprezzo.
Daly rimase perplesso.
«Non credo che una spia possa avere interesse nel manipolare un semplice soldato»
Charles non poté contraddirlo: «in effetti sarebbe una teoria piuttosto assurda»
«La cosa però ti sta preoccupando più del dovuto» notò il suo compagno.
Il capitano distolse lo sguardo, non poteva nascondere la verità a un uomo che sapeva leggere la sua anima.
«Il fatto è che ho affidato al soldato O’ Riley il compito di sorvegliare il tedesco» rivelò finalmente.
Daly cambiò atteggiamento: «oh, adesso capisco. Si tratta del tuo prediletto»
Maguire ignorò quel commento.
«Declan è sempre stato un buon soldato. Ho voluto metterlo alla prova, ero intenzionato a promuoverlo a caposquadra, ma temo di aver affrettato troppo le cose»
«Ti conosco bene, non sei uno sprovveduto. Se hai affidato un compito così rilevante a quel ragazzo è perché ti fidi di lui. Non avresti mai preso una decisione simile se non fossi stato certo della sua lealtà»
Charles rifletté su quelle parole, probabilmente all’inizio era stato così, ma ora non aveva più alcuna certezza. Una cosa però era vera.
«Non avrei potuto assegnare a nessun altro una missione tanto importante»
Daly tornò a guardare il capitano negli occhi: «allora cos’è che ti preoccupa realmente?»
Il comandante di Drumcondra rispose in tutta sincerità.         
«Il fatto che per O’ Riley questa potrebbe essere diventata una questione personale»
«Credi che potrebbe essere un problema per noi?»
«Non lo so. Di certo non mi aspettavo un simile comportamento da parte sua»
«Ha eseguito i tuoi ordini, la spia è al sicuro, non hai nulla da rimproverargli»
Maguire cercò di non pensare al peggio, non era il caso di esporsi più di quanto non avesse già fatto. Rapidamente tornò in sé, pentendosi per aver mostrato al compagno la sua debolezza.
«È assurdo…pensi che sia un idiota, vero?»
Daly scosse la testa: «sei preoccupato per un amico, non c’è niente di male in questo, ma anche tu devi tenere a mente l’obiettivo. Nulla è più importante della Causa»
«Questa è sempre una mia responsabilità»
«L’hai detto tu stesso, Declan è un buon soldato. E poi è il figlio del vecchio comandante O’ Riley, uno come lui non tradirebbe mai l’IRA»
«È poco più di un ragazzo…»
Maguire si interruppe, le parole morirono in gola. Non era un ipocrita, la scorsa notte aveva ordinato di giustiziare un giovane per tradimento, sapeva che se simili sospetti fossero ricaduti su Declan non avrebbe potuto riservargli una sorte differente.
John poté comprendere la sua sincera apprensione.
«Non ho intenzione di giudicarti per le tue scelte, fai quel che ritieni opportuno per concludere con successo la missione»
Maguire intuì il significato di quelle parole, se voleva salvare Declan prima che fosse troppo tardi quella era la sua ultima possibilità.
John tornò a discutere del piano, e in particolare della sorte della preziosa spia. Il Comando del Nord aveva particolare interesse per concludere al più presto quegli accordi.
«Possiamo procedere con la prossima mossa?» domandò con insistenza.
Il capitano assunse un’aria pensierosa: «dipende da quel che vogliamo ottenere»
«L’obiettivo dell’IRA è la Libertà, e se per questo dovremo sconfiggere l’Inghilterra sul campo di battaglia sarà soltanto un’inevitabile conseguenza. Sono i tedeschi a voler annientare il nemico, noi non abbiamo altri interessi in questa guerra»
«Conosco la situazione e so bene che questa alleanza potrebbe essere più che favorevole per entrambe le parti. A questo punto non vedo altra possibilità se non quella di fidarsi dei nostri alleati»
Daly confermò: «l’Aquila è la nostra unica speranza»
Maguire sospirò: «purtroppo non è così semplice…»
«Non abbiamo molto tempo. L’incertezza potrebbe compromettere la nostra affidabilità. Se l’Abwehr dovesse negarci il suo aiuto allora tutti i nostri sacrifici risulterebbero vani»
«So che voi al Nord siete abituati a trattare con i tedeschi, ma qui la questione è ben più delicata»
«Oltre al confine siamo pronti a combattere, ma non possiamo insorgere da soli. Questi accordi potrebbero essere la nostra unica possibilità per ottenere l’Indipendenza. I tedeschi ci hanno sempre offerto il loro aiuto per combattere gli inglesi»
«Lo so, tutto questo però avrà delle conseguenze»
«Abbiamo sempre combattuto per quest’Isola, non ci arrenderemo adesso, non ora che siamo così vicini alla vittoria»
Maguire tenne i dubbi per sé, non era certo il momento di tirarsi indietro.
«D’accordo. Mi occuperò della questione al più presto»
Daly mostrò un sorriso compiaciuto, prima di congedarsi porse al compagno i fogli che contenevano le preziose informazioni richieste dall’Abwehr.
 
Maguire abbandonò il rifugio quella stessa sera, non voleva correre rischi inutili, soprattutto con un agente britannico sulle sue tracce. Doveva sperare che tutto andasse secondo i piani, anche se quella faccenda riguardava principalmente la spia del Castello. Dopo gli ultimi avvenimenti avrebbe potuto diffidare anche del suo infiltrato, ma se guardarsi le spalle era indice di prudenza, la paranoia lo era di follia.
Il capitano lasciò perdere quei pensieri per dedicarsi alla sua principale preoccupazione, ovvero la sorte del soldato O’ Riley. Aveva sempre considerato Declan come la perfetta incarnazione del soldato repubblicano, in lui rivedeva la poetica figura del ribelle. Persino la sua ostinazione era una caratteristica che aveva imparato ad apprezzare, anche quella era una dimostrazione della sua determinazione. Fin dal primo momento nel suo sguardo aveva riconosciuto il desiderio di rivalsa e libertà che animava lo spirito di un vero irlandese.
Ma non poteva più perdersi in queste fantasie, purtroppo la realtà si era rivelata differente. Declan aveva tradito la sua fiducia, indipendentemente da quale fosse il reale interesse dell’IRA.
Forse era stata la sua ingenuità o la sua inesperienza a portarlo ad agire in quel modo. Non poteva accusare Declan senza assumersi almeno una parte della responsabilità. 
La verità era che aveva sempre avuto un debole per quel ragazzo, con il tempo tra loro si era consolidato un sincero rapporto fraterno. In ogni caso non poteva considerare Declan come un suo semplice sottoposto, gli voleva bene, e questo gli impediva di essere imparziale nel suo giudizio.
Charles ripensò a un episodio avvenuto poco tempo prima, probabilmente era stato proprio quel confronto avuto con il suo sottoposto a convincerlo a coinvolgerlo in quella torbida vicenda.
 
***

Il capitano si appostò davanti alla finestra ed osservò con aria assorta le strade di Dublino ormai buie e deserte. Si portò la sigaretta alle labbra, espirando una nuvola di fumo che si dissolse nell’aria umida.
All’improvviso avvertì dei battiti alla porta.
Declan si presentò nel suo studio, puntuale come sempre.
«Mi hanno riferito che volevi parlarmi. Di che si tratta?» chiese il ragazzo senza esternare alcuna preoccupazione.
Maguire non rispose, limitandosi a rivolgere al soldato uno sguardo di rimprovero.
Il giovane non si scompose pur intuendo quale potesse essere la ragione di quell’incontro.
Charles si avvicinò di qualche passo, fermandosi di fronte al suo sottoposto.
«Il tenente O’ Connor mi ha raccontato quel che è successo durante l’ultima missione» disse freddamente.
Declan sostenne il suo sguardo. 
«Ho soltanto svolto il mio dovere» replicò in sua difesa.
«Hai disobbedito ai miei ordini»
«L’ho fatto soltanto per proteggere i miei compagni»
L’ufficiale scosse la testa: «è stato un grave errore. Come puoi aver commesso un’azione così sconsiderata?»
Declan ascoltò i rimproveri senza ribattere, e senza mai abbassare la testa.
«Vuoi punirmi per questo?»
Maguire pensò che avrebbe dovuto almeno per mettere a freno la sua sfacciataggine, ma era consapevole che agendo in quel modo non avrebbe fatto altro che motivarlo ulteriormente. Ormai conosceva bene il suo spirito ribelle.
«No, vorrei che tu imparassi a stare al tuo posto quando ti è richiesto. Sei un buon soldato, ma con queste tue iniziative finirai solo per metterti nei guai…capisci quello che intendo?»
«Che cosa avrei dovuto fare? Restare nascosto come un codardo mentre i miei compagni rischiavano la vita?»
«Ritieni che mettere in pericolo te stesso oltre che gli altri tuoi commilitoni sia stata una decisione ragionevole?»
«Preferisco pagare le conseguenze delle mie azioni piuttosto che avere rimpianti!»
«Questo ti rende onore, ma non vorrei che tu confondessi il coraggio con la sconsideratezza»
Il ragazzo non mostrò alcun ripensamento: «in certe situazioni l’avventatezza è necessaria»
«Non devi metterti in pericolo per darmi prova del tuo valore»
Declan sgranò gli occhi verdi: «se è così allora perché continui a trattarmi in questo modo?»
«A cosa ti stai riferendo?»
«Per quale motivo l’altra notte non mi hai voluto con la tua squadra?»
Charles ebbe un lieve sussulto.
«Continui a sostenere di considerarmi come un vero soldato, ma la verità e che non mi ritieni all’altezza!»
«Per favore, smettila di dire falsità, lo sai che non è così»
Il giovane sbuffò.
«Guarda in che situazione siamo. Mi stai rimproverando come un bambino»

Il capitano iniziò a perdere la pazienza.
«Oh, dannazione! Non so davvero più come fare con te! A volte credo che tu voglia solo farmi impazzire!»
Declan continuò ad insistere.
«Per te sono soltanto un ragazzino!»
Charles cedette, abbandonò il suo ruolo di comandante dell’IRA per rivolgersi al suo amico in piena sincerità.
«Hai ragione, fino a questo momento ho sempre voluto proteggerti, ma devi credermi, l’ho fatto soltanto perché tengo davvero a te…e se dovesse accaderti qualcosa non potrei mai perdonarmi»
Declan non rimase indifferente alla sua confessione, ma non si lasciò sopraffare dai sentimentalismi.
«Ho deciso di unirmi all’IRA per combattere, ed è quello che ho intenzione di fare»
Maguire rifletté su quelle parole, in ogni caso sapeva che non avrebbe potuto evitare l’inevitabile ancora a lungo.
«Riprenderemo questo discorso quando mi dimostrerai di essere più responsabile» concluse lasciando la questione in sospeso.
Il ragazzo non poté fare altro che accettare quella condizione, abbandonò la stanza deciso a fare del suo meglio per mantenere la parola data.
 
***

Alla fine Maguire aveva deciso di dare una possibilità al suo sottoposto, in fondo sapeva che non avrebbe potuto proteggerlo per sempre, inoltre credeva davvero in lui e nelle sue capacità.
Charles emise un sospiro di frustrazione, era convinto di aver agito come un buon comandante, nonostante tutto. Non sapeva che cosa fosse successo, ma a quel punto i rimpianti non sarebbero serviti a nulla.
Il capitano ripensò a ciò che gli aveva rivelato Daly e alle intenzioni dell’IRA, sapeva di non avere altra scelta se non quella di eseguire gli ordini dei suoi superiori.
Per quanto assurda quell’alleanza restava davvero l’unica salvezza in una situazione così disperata. L’operazione Grün consisteva in un piano militare per l’invasione dell’Irlanda. Le truppe tedesche sarebbero sbarcate sull’Isola e con il supporto dell’IRA avrebbero conquistato terreno fino al confine, dove avrebbero potuto raggiungere il loro vero obiettivo, ovvero combattere gli inglesi al Nord.
E poi che cosa sarebbe successo?
In caso di sconfitta l’Irlanda sarebbe tornata ad essere una colonia britannica, ma questa non era una possibilità contemplata per chi credeva ferventemente nella vittoria.
Maguire era disposto a credere e sperare, e l’unica speranza perché quel piano potesse concretizzarsi era l’Aquila.
 
***

Anche quella volta Declan incontrò da solo il suo comandante. Il giovane entrò nella stanza guardandosi intorno con circospezione, dopo aver annunciato l’arrivo di Maguire Nigel era scomparso nel nulla. Il suo pensiero andò al tedesco, il quale era rimasto nella sua stanza, ovviamente sotto il controllo dei militanti.
Maguire lo accolse con insolita freddezza, il suo volto rimase inespressivo, così come il tono della sua voce.
Declan non parve preoccuparsi a riguardo, il suo unico interesse era scoprire qualcosa di più a riguardo delle intenzioni dell’IRA.
Il capitano mosse qualche passo nella sua direzione, incrociò le braccia al petto e rivolse al suo sottoposto uno sguardo di ghiaccio.
«Voglio sapere che cosa è successo»
Il giovane rimase perplesso: «di che stai parlando?»
«Sai bene di che sto parlando»
Declan continuò a fingere indifferenza: «temo di non capire»
Maguire assunse un’espressione sempre più severa.
«Mi sto riferendo al tuo improvviso interesse per la sorte di un ufficiale tedesco»
Il giovane non lasciò trasparire alcun turbamento: «è mio dovere proteggerlo, sono stati questi i tuoi ordini»
«Certo, ma la tua missione avrebbe dovuto concludersi già da tempo. Non ti troveresti in questa situazione se ti fossi limitato ad obbedire al mio volere»
Declan non ebbe il tempo di ribattere, il capitano proseguì il suo discorso.
«Ho dovuto insistere per convincerti ad accettare questa missione, all’inizio non volevi avere nulla a che fare con quel tedesco. È stata proprio per la tua diffidenza nei suoi confronti che ti ho ritenuto adatto per questo incarico. Eppure le cose sono cambiate piuttosto in fretta. L’ultima volta non hai esitato nel prendere le difese di quella spia»
Il ragazzo rispose in piena sincerità: «il tenente Schneider ha dimostrato di essere un ufficiale onesto e leale»
«Hai forse dimenticato che quell’uomo in realtà è un agente dell’Abwehr
«No, ma…la verità è che non credo che egli sia un traditore»
Maguire sospirò: «non è questo il punto»
«Dunque qual è il problema?»
«Il fatto che per te questa missione sia diventata una questione personale»
«Perché stai dicendo queste cose?»
L’ufficiale non esitò a fornire spiegazioni.
«È ovvio che quell’agente segreto ti abbia manipolato per convincerti a stare dalla sua parte»
«Non è come credi…Hans non ha mai tentato di ingannarmi»
Charles alzò un sopracciglio con aria perplessa: «Hans?»
O’ Riley non obiettò, ormai negare sarebbe stato inutile.
Maguire non riuscì a trattenere la sua indignazione.
«Dannazione Declan, si può sapere che ti è preso?»
L’altro non rispose, in ogni caso non sarebbe riuscito a spiegare ciò che provava realmente.
«Sai perché ho voluto affidarti questo incarico?»
Declan rimase ancora in silenzio.
«Perché mi fidavo di te»             
Il giovane era consapevole di aver deluso il suo comandante, ma ormai nemmeno questo aveva più importanza. Il suo unico pensiero era salvare la vita del tenente Schneider.
Il capitano si mostrò sconvolto e affranto.
«Mi dispiace, non avrei dovuto coinvolgerti in tutto questo»
Maguire prese la sua decisione, doveva intervenire prima che fosse troppo tardi. Avrebbe potuto affidare a Declan qualche compito nelle retrovie, in modo che potesse restare per un po’ al sicuro nelle campagne. Forse avrebbe avuto il tempo per riflettere sui suoi errori.
«Da questo momento il tenente Schneider non è più sotto la tua custodia» affermò al termine di quelle considerazioni.
Declan avvertì una stretta al petto.
«La tua missione è giunta al termine» continuò il capitano, riconfermando la sua decisione.
«Che ne sarà di lui?»
«La questione non ti riguarda. Non più»
«Avevi promesso che l’IRA avrebbe provveduto a proteggerlo»
«L’IRA ha sempre mantenuto le sue promesse»
«Tutto questo è assurdo! Per quale ragione dovrei abbandonare la mia missione?»
«Perché tu sei un soldato ed io sono il tuo comandante, e questo è un mio ordine»
Declan non accettò quella vaga risposta. Fino a poco tempo prima non avrebbe mai osato diffidare dell’IRA e opporsi al volere del suo comandante, ma ora riteneva di non avere più niente da perdere.
«Sollevarmi dal mio incarico in questo momento sarebbe un grave errore» azzardò.
Maguire non si stupì per la sua ostinazione.
«Per quale motivo?» domandò.
«Perché il tenente Schneider si fida di me e di nessun altro»
Charles scosse il capo. Guardò il suo compagno negli occhi, riconobbe la sua determinazione, la stessa che aveva sempre ammirato ed elogiato, eppure quella volta notò qualcosa di diverso. Qualcosa era cambiato in lui e nel loro rapporto, non era difficile giungere all’ipotesi che tutto questo avesse a che fare con l’incontro con il tedesco.
Charles sapeva che il suo sottoposto era fin troppo emotivo e impulsivo, e probabilmente era per questo che si era lasciato coinvolgere fin troppo in quella situazione.
Aveva tentato di far aprire gli occhi al giovane, ricordandogli quale sarebbe dovuta essere la sua priorità in quanto soldato dell’IRA, ma nemmeno questo era stato sufficiente.
O’ Riley aveva dimostrato di non temere per il proprio destino tanto quanto per la sorte dell’ufficiale tedesco. Tutto ciò era veramente assurdo e incomprensibile per il comandante.
Ormai Charles non voleva nemmeno più sapere quale fosse la verità, il suo unico pensiero era salvare il suo compagno da quella che ai suoi occhi era soltanto una follia.
«Tu non ti stai rendendo conto di quanto sia pericoloso tutto questo»
«Non mi importa, sono disposto ad affrontare le conseguenze»
«Per favore, cerca di comprendere. Sto rischiando molto per concederti una possibilità di salvezza»
Declan restò impassibile, quelle parole per lui ormai non avevano più alcun significato. Aveva già preso la sua decisione, in ogni caso sarebbe rimasto a fianco del tenente, come aveva promesso.
«Per quale motivo non vuoi ascoltarmi?» chiese Charles ormai al limite dell’esasperazione.
In quel momento Declan pensò che il suo superiore non avrebbe mai potuto capire. Dal suo punto di vista forse Maguire avrebbe potuto riconoscere la lealtà e l’onestà del tenente, ma non avrebbe mai potuto comprendere il loro rapporto.
«Tu hai completamente perso il senno a causa di quel tedesco!» commentò l’ufficiale.
Declan non reagì, l’espressione sul suo volto non rivelò alcun rimorso.
Charles non si perse d’animo, desiderava fare il possibile per salvare la situazione. A quel punto sapeva che l’unico modo per proteggere Declan e farlo rinsavire prima che fosse troppo tardi era permettere al tenente Schneider di lasciare l’Isola al più presto.
   
 
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