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Autore: _Tiki_    04/09/2021    1 recensioni
Una routine a cui Ludwig non può assolutamente fare a meno, soprattutto se adesso ha al suo fianco una persona come Feliciano.
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-Ma siamo in vacanza! Non abbiamo nulla da fare- continuava a giustificarsi Feliciano -Solitamente quando ero in Italia, io e mio fratello non ci alzavamo prima di mezzogiorno!- avevano fatto lo stesso discorso almeno un centinaio di volte, senza mai stancarsi, innamorati di quella routine che era diventata la loro vita.

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[Modern!AU] [GerIta]
Genere: Commedia, Fluff, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai, Yaoi | Personaggi: Germania/Ludwig, Nord Italia/Feliciano Vargas
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Note: Storia che non ha una vera e propria trama, racconta solo di un momento quotidiano tra i due personaggi e di come è nata la loro relazione (a grandi linee). 


                                                                                          


Era una tranquilla e serena giornata d’aprile. Un piacevole vento primaverile soffiava da est, portando con se il dolce odore dei fiori sbocciati e il flebile brusio degli insetti appena destati. Il cielo terso era osteggiato soltanto da solitarie ed innocue nuvole bianche ed i primi uccelli migratori. La rugiada era appena evaporata dai sottili steli d’erba, che ondeggiavano all’unisono come fossero un immenso mare verde. In quel paesaggio, Ludwig ne aveva approfittato per trascorrere un paio di ore immerso nella pace e nella tranquillità, prendersi del tempo per se stesso (più o meno) in un luogo che, sapeva, non sarebbe stato interrotto da presenze fastidiose (più o meno).
 
Era comodamente seduto sotto un platano secolare, intorno a lui soltanto una distesa di erba sgargiante. Le fronde dell’albero lo proteggevano dai raggi insistenti del sole, permettendogli di leggere indisturbato. Presto avrebbe dovuto sostituire la sua abitudinaria divisa militare con qualcosa di più leggere e fresco, già tanto che la giacca era già stata tolta e posata con cura sul suolo, facendolo rimanere con la sua usuale canotta bianca.
Erano anni che, puntualmente, visitava quel posto ogni sabato od ogni qualvolta aveva delle giorni di ferie da lavoro, crogiolandosi nella sacralità di quel luogo.
 
Dopo aver voltato l’ennesima pagina di quella mattina, il tedesco controllò impaziente ed interdetto il suo orologio da polso, scuotendo sconsolato ed arreso la testa non appena ebbe conferma che si trovava lì da oltre mezz’ora, ma ancora, nessun segno di vita.
 
Fu soltanto dopo altri dieci minuti, che gli arrivò alle orecchie un respiro affannato e stanco, unito al chiaro strusciare di piedi contro gli steli d’erba  -Non sei migliorato di un secondo, Feliciano… anzi forse sei addirittura peggiorato- brontolò il biondo, con tono fermo, ma comunque senza alcun cenno di cattiveria, mentre osservava quello che era il suo coinquilino arrancare nella sua direzione. Feliciano si stava letteralmente trascinando in piedi, la bocca aperta in cerca disperata di ossigeno, le braccia ciondoloni lungo i fianchi, la felpa blu sganciata gli ricadeva molle lungo le spalle. I capelli castani erano scompigliati e si arruffavano ulteriormente ogni volta una folata di vento arrivava in faccia al ragazzo più basso.
 
-Sei cattivo! Non mi hai aspettato!- si lamentò privo di forze Feliciano, lasciandosi cadere accanto al tedesco, togliendosi con lentezza la giacca e lanciandola a caso e distratto accanto a loro, non notando l’occhiataccia che subito gli rivolse severa Ludwig.
 
-Dovresti allenarti di più- ribatté quest’ultimo, tornando normalmente al suo libro, cercando di nascondere l’accenno di sorriso che gli era nato sulle labbra e che gli provocava immancabilmente l’altro ragazzo.
 
Feliciano, per quanto sembrasse assurdo (a lui in primis), contribuiva al sua agognata tranquillità. Era comparso come un fulmine a ciel sereno nella sua tormentata vita da ormai un anno e mai gli sarebbe stato più grato, anche se non glielo avrebbe mai rivelato.
Suo fratello Gilbert si era presentato alla sua porta, nella sua casina appena fuori città, portandosi appresso un giovane ragazzo italiano “Fratellino, adesso lui” e aveva indicato Feliciano “diventerà il tuo nuovo coinquilino”. Così, senza un minimo di preavviso, senza chiedergli il permesso, senza nemmeno un semplice “Ehi, come va?”, l’albino si era presentato davanti a lui con un aspirante artista scapestrato dietro.
Se fosse stato una persona con dell’umorismo, probabilmente il biondo avrebbe riso di gusto, con tanto di pacche sulla spalla; probabilmente avrebbe riso in ogni caso, se non avesse conosciuto alla perfezione quell’idiota di suo fratello e della pazzia che, sicuramente, lo aveva già colto in giovane età. Sapeva che Gilbert non stava affatto scherzando e che quella era la sua ennesima folle idea per cercare di “aggiustarlo” dopo gli eventi traumatici del servizio militare. Ma quello, quello era impossibile. Soprattutto quando il ragazzo castano sembrava la felicità fatta persona, mentre lo salutava allegro con la sua manina, un sorriso ingenuo e gli occhi teneramente chiusi. Tanta purezza e spensieratezza che Ludwig pensò seriamente di rimanerne fulminato.
 
-Ma è ancora presto! E ho appena fatto colazione!- protestò infantilmente l’italiano, socchiudendo gli occhi quando un sottile raggio solare riuscì a penetrare la chioma verde. Strinse una mano intorno alla canotta bianca del biondo, tirandola un po’, come a marcare le parole appena proferite e per richiamare l’attenzione su di se, nonostante, Ludwig, non avesse mai smesso di ascoltarlo.
 
-Sono già le nove!- ribatté autoritario il tedesco, rivolgendo al castano un finto sguardo di rimprovero, per far altrettanto finta di indignarsi quando Feliciano si semi-sdraiò direttamente su di lui. Appoggiò la testa sul suo grembo, punzecchiando nel mentre una guancia del tedesco, ignorando completamente le sue parole.
 
Ludwing non avrebbe dovuto esserne contento, un anno prima non lo sarebbe sicuramente stato se chiunque avesse anche solo provato a fare una cosa del genere. Ma quello era Feliciano, ed era così bello mentre gli sorrideva radioso e spensierato che, ne era sicuro, gli avrebbe permesso di fare qualsiasi cosa, e lui ne sarebbe stato felice. Felice come in quel momento, anche se aveva su un’espressione praticamente impassibile, rimproverando l’italiano per un qualcosa di futile e che alla fine, non gli importava più di tanto.
 
-Ma siamo in vacanza! Non abbiamo nulla da fare- continuava a giustificarsi Feliciano -Solitamente quando ero in Italia, io e mio fratello non ci alzavamo prima di mezzogiorno!- avevano fatto lo stesso discorso almeno un centinaio di volte, senza mai stancarsi, innamorati di quella routine che era diventata la loro vita.
 
Nei primi giorni di convivenza a Ludwig era parso di impazzire. Non solo perché dopo anni era tornato ad interagire (letteralmente a vivere) insieme ad una persona che non fosse suo fratello, ma anche perché l’italiano era un autentico disastro! Era rumoroso, ascoltava improponibile musica italiana anni ’70, più svariati gruppi rock (non se lo sarebbe mai aspettato) del medesimo periodo, praticamente ad ogni ora del giorno. Era disordinato oltre ogni misura, in camera sua, soltanto dopo due miseri giorni, sembrava ci fosse scoppiato il finimondo; per non parlare di tutte le cose che lasciava dove capitava. Ludwig aveva ritrovato un paio di boxer tricolore sulla sedia posta nel piccolo portico. Come aveva visto un Feliciano nudo, arrivare a riprendersele, gioendo non appena le aveva ritrovate. Così, come se fosse tutto nella norma… Almeno, e questo il biondo glielo aveva riconosciuto fin da subito, l’italiano era davvero un ottimo cuoco, andando a confermare il più banale stereotipo della nazione. Certo, il suo menù era del tutto estraneo ad ogni tipo di piatto “esotico”, al posto di primi piatti a base di pasta tutti i giorni, per pranzo e per cena.
 
-E ti sembra qualcosa di cui vantarsi? Dimostra solo quanto sei uno scansafatiche!-  il biondo lo guardò storto, un cipiglio alzato come se ancora non si fosse rassegnato all’aura di pazzia che circondava l’italiano. Feliciano fece l’ennesimo sorriso divertito, spostando gli occhi dal cielo per rivolgerli completamente al suo compagno -Non sai cosa ti perdi, Lud- e si stiracchiò sopra il biondo, allungando indietro le braccia -Le migliori giornate le ho iniziate dopo dormite di almeno dieci ore- concluse ovvio e spensierato, divertendosi ulteriormente nel vedere il cipiglio del tedesco farsi ancora più incredulo e severo.
Eppure il biondo non gli poteva dare completamente torto, non quando aveva passato intere domeniche a poltrire sul divano e mangiando i grassi dolci di Feliciano, non dopo un comodo e caldo risveglio ad un orario che, per lui, era del tutto improponibile. Ma Feliciano si era ripromesso di farlo dormire fino alle undici!
 
-Però, poi, la sera resti iperattivo fino a notte inoltrata- il biondo non gliela avrebbe data vinta facilmente, per nulla al mondo -A guardarti quegli improponibili serie alla TV, a ingozzarti di cibo spazzatura e ridere rumorosamente- gli tirò un orecchio bonariamente, non volendo che il castano continuasse a stargli praticamente spiaccicato addosso. Non quando il discorso stava portando a ricordi legati a Feliciano che lo facevano alterare -E dovrei anche rammentarti di quante volte ti chiedo di fare silenzio perché altrimenti non riesco a riposare?- interrogò retorico il tedesco, ormai che aveva iniziato il suo lungo monologo di rimproveri.
 
-Bhe…- sussurrò Feliciano, un sorrisino innocente a coronargli il viso, mentre si era rifugiato rannicchiandosi tra le gambe del biondo -Se ti alzassi più tardi…- ma non terminò nemmeno la frase, che fu presto fulminato dallo sguardo d’avvertimento di Ludwig.
 
-Non osare nemmeno continuare, Feliciano!- incrociò le braccia, Ludwig, assumendo quell’aura autoritaria e che non ammetteva repliche.
 
Ludwig aveva accettato la presenza dell’italiano nella sua vita senza nemmeno accorgersene. Feliciano era un disastro, è vero, ma non era così spiacevole stare con lui. Trovò una sorta di nuovo hobby o un nuovo passatempo e scaccia pensieri, nell’”insegnare” al castano le cose più basilari. Come fare il bucato o mettere apposto. Effettivamente non era affatto spiacevole, soprattutto quando l’italiano gli sorrideva sempre genuino, lamentandosi di tanto in tanto di non avere voglia, eppure stando lì al suo fianco ad ascoltarlo.
Ma la rivelazione più grande per il tedesco fu scoprire che il giovane artista era un amante del calcio. Era capitato per caso, o meglio, Feliciano si era presentato a casa con un logoro pallone affermando di averlo trovato abbandonato in un altrettanto abbandonato parchetto. Dopo la ovvia lavata di capo da parte di Ludwig di quanto fosse da irresponsabili raccogliere da terra degli oggetti e dopo aver lavato la suddetta palla, questo non aveva proprio saputo resistere alla proposta del castano di una partita tra loro. E doveva ammetterlo, lo aveva decisamente sottovalutato… Il corpo mingherlino del castano era agile e scattante, capace di sfuggirgli dalle mani in un battito di ciglia. Il biondo dovette faticare e non poco per non fare una figuraccia di fronte all’altro ragazzo.
 
Ormai era diventata la loro routine, l’angolo di tempo che si riservavano solo per se stessi e l’altro. Ludwig a leggere accompagnato dal fruscio del vento e dalle stagioni che si susseguivano ciclicamente; Feliciano accomodato sulle sue gambe, a guardare il cielo, uno stelo d’erba tra le labbra, canticchiando melodie che solo lui poteva udire. Di tanto in tanto si soffermava sul volto duro del suo coinquilino, con occhio quasi curioso, osservando le impercettibili emozioni che si lasciava sfuggire troppo immerso nella lettura. Tuttavia delle volte il tedesco si accorgeva delle due iridi castane che lo scrutavano insistentemente, e nemmeno provando a fingersi scocciato ricambiava l’attenzione. Feliciano gli sorrideva sempre, con quel sorriso che, ne era sicuro, fosse riservato soltanto a lui.
Appoggiava con delicatezza il volume sopra la sua giacca, spiegazzando la pagina a cui era arrivato; roteava gli occhi ogni volta, alla risatina divertita del castano, ma non vi badava. Così gli circondava le guance con le mani, invitandolo ad inarcarsi un pochino per potergli raggiungere più comodamente le labbra. Solitamente era un bacio casto, un semplice contatto senza malizia, solo un contatto che serviva a godersi maggiormente il momento. Tuttavia era anche ricapitato che uno dei due approfondisse il bacio, finendo per ringraziare chissà chi per la privacy che regalava il luogo campagnolo.
 
 Era successo non in modo improvviso, Ludwig alla fine si rese conto che era stato strano che quel qualcosa non fosse successo prima. L’italiano era una persona particolarmente appiccicosa: lo seguiva ovunque, gli raccontava anche la più futile delle storie (davvero i gabbiani rubavano il cibo a Venezia?), ed ogni tre per due lo abbracciava senza alcun motivo. Dopo neanche un mese di convivenza il biondo, in una mattinata tranquilla, si era svegliato nel suo letto con accanto un indisturbato e beato Feliciano addormentato. Come e quando fosse arrivato lì era ancora un mistero… Però non era stato un caso isolato, ed ad un certo punto il tedesco non si alzava più nel mentre era occupato a sgridare l’altro, ma anzi si riservava due minuti di troppo nel grande letto, cullato dal tepore dell’altro ragazzo.
 
Forse, alla fine, era stato solo un piano ben studiato dell’artista (ne dubitava, ma non poteva esserne certo). Feliciano aveva fatto evolvere il loro rapporto così semplicemente da far paura, tanto che Ludwig non rimase spiazzato dai bacetti casti che iniziarono a darsi occasionalmente. Il castano sembrava diventare più bello giorno dopo giorno, tanto da credere che non ne avrebbe più fatto a meno.
E quando Gilbert passò a trovarli dopo mesi dovette darsi una pacca sulla spalla, perché, sorprendentemente, le sue speranze si erano rivelate fondate (che poi aveva ritrovato i due ragazzi a letto insieme è un’altra storia).
 
-Stasera faccio la pasta, va bene Lud?- ridacchiò il castano, la testa poggiata nuovamente sopra la coscia del biondo, il braccio destro alzato al cielo a fare astratti disegni con le dita.
 
-L’abbiamo mangiata anche ieri sera e ieri a pranzo!- brontolò subito il tedesco -Sai che ti fanno male tutti quei carboidrati- concluse, già consapevole che avrebbe perso quella battaglia. Non sarebbe mai riuscito a dire di no all’italiano, era più forte di lui.
 
Feliciano roteò gli occhi, girando il volto verso il biondo, e posandogli una bacio casto sopra gli addominali coperti -Daiii Lud!! Dopo tutto questo movimento devo recuperare energie-  si lamentò, cingendo il busto del compagno con le braccia.
 
Ludwig sbuffò. Lo sapeva, Feliciano vinceva sempre con lui…


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Sper che questa mia prima storia sulla coppia vi sia piaciutae non sia stata troppo fuori luogo. Nel dubbio, fatemi sapere :)

Alla prossima :)


_Tiki_
   
 
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