Si chiuse in uno dei cubicoli, abbassò il coperchio della tazza e vi si sedette sopra. Sospirò a lungo e si prese la testa tra le mani, poi mollò un pugno alla porta chiusa di fronte a sé – il legno tremò e rischiò di incrinarsi.
Come poteva andare avanti in quel modo? [...]
Era impossibile.
Inaccettabile.
Doloroso.
Il male che Lee si stava facendo – non si sarebbe mai confidato con qualcuno dei suoi amici, era fuori discussione – era difficile da assimilare; era una sofferenza insensata, sorda, dilaniante.
Strisciante.
Doveva trovare un modo per scacciarla, per liberarsene, per andare avanti per la propria strada.
Mollò un altro pugno sulla porta e prese la sua decisione.
- PRIMA CLASSIFICATA al contest "Skip!" indetto da Soul Mancini sul forum di EFP.