Serie TV > Il paradiso delle signore
Ricorda la storia  |      
Autore: liberaurora    08/09/2021    0 recensioni
Da quando si è saputo che Clelia era incinta ho iniziato a immaginare come sarebbe stato il momento della nascita della bambina. E così nei mesi ho scritto, sempre coi miei tempi biblici, questa oneshot che racconta di come Clelia e Luciano le danno il benvenuto al mondo, dell'impazienza di Carlo e della scelta del nome. A sostenerli in questo momento così speciale c'è anche Federico, al quale in alcuni passi ho voluto attribuire un ruolo tutt'altro che secondario. Mi sono commossa a scrivere questa storia ed è un conforto sapere di poter affidare almeno alla scrittura una scena che purtroppo non vedremo mai.
Genere: Fluff, Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Luciano accarezza la testolina della piccola come se tra le mani avesse la creatura più preziosa e fragile dell'universo. Poi alza lo sguardo verso Clelia, intenta ad ammirare questa nuova realtà fatta di batuffoli di Amore. Allora il ragioniere le sussurra dolcemente: «E pensare che è iniziato tutto da qui. Dalla testa. Ricordo la preoccupazione di quei giorni, quando avesti un mancamento in magazzino. Il mio stare in pensiero, la tua voglia di rassicurarmi...»
Come se stesse continuando un flusso di coscienza, Clelia prosegue: «Già, ricordo tutto di quella settimana così sorprendente». All'udire queste parole, Luciano spalanca ancora di più il suo sorriso luminoso. Clelia intanto continua: «Ricordo anche le esatte parole che mi dicesti prima di chiamare il dottor Niccodemo: "La tua testa, per quanto bellissima, è anche delicata". Non trovi che siano le parole più adatte a descrivere quella di nostra figlia?»
«È vero! E non ti ringrazierò mai abbastanza per tutto questo: il più bel regalo che potessi farmi» risponde Luciano.
«Non vedo l'ora di tornare a casa, tutti e quattro insieme. Cambieranno tante cose nella nostra quotidianità, ma sono così felice che anche le notti in bianco che sicuramente vivremo mi sembrano una passeggiata» confessa Clelia con quel luccichio negli occhi che solo Luciano, Carlo e adesso anche la bambina hanno il potere di creare.
«Già, anch'io mi sento avvolto da una felicità così grande e inimmaginabile fino a non molto tempo fa... Ormai mi ero arreso all'idea che non potesse appartenermi tutto questo, e che dovessi accontentarmi di osservare la felicità solo nei volti delle altre persone e soprattutto augurarla ai miei figli» conviene Luciano con non poca emozione.

Nel frattempo, Carlo è rimasto nella sala d'aspetto con Federico, ma la sua impazienza sta per avere la meglio: «Voglio vedere la sorellina! Possiamo entrare?»
Al che il fratello maggiore cerca di spiegargli che devono aspettare ancora qualche minuto: «Carletto, per ora è giusto che mamma e papà restino un po' da soli. Vedrai che presto anche noi potremo dare il benvenuto alla sorellina.»
«Ma tu non sei curioso di vederla?» replica Carlo. Il bambino, in effetti, non aveva mai visto nessuno di così piccolo ed era ricco di domande incalzanti che attendevano risposte altrettanto subitanee.
«Scherzi?! Non vedo l'ora! Sai, quando è nata Nicoletta ero troppo piccolo per ricordare i primi momenti con lei. Invece con questa bambina sarà tutto diverso». Per un attimo Federico diventa pensieroso, e Carlo se ne accorge: «Fratellone, che cos'hai?»
«Non ti sfugge proprio niente eh!» risponde Federico «Comunque nulla, non preoccuparti. Anzi, mi è venuta un'idea: perché non facciamo un disegno per la nostra sorellina? Così quando entreremo potremo subito farle un regalo».
«Giusto!» esclama il bambino «Nello zainetto dovrei avere i colori e qualche foglio»
«Perfetto, allora mettiamoci al lavoro!» lo esorta Federico.
Mentre i due colorano il foglio, il ragazzo ripensa a cosa poco prima l'aveva incupito. Ripensare a Nicoletta, infatti, gli aveva infuso non poca nostalgia per la sua infanzia, un tempo così lontano e irreplicabile. A differenza di allora, quando loro due erano sereni e inseparabili, oggi la sorella vive lontana, sua madre non ha ancora trovato un nuovo equilibrio e lui vorrebbe passare più tempo con Margherita. A volte è così: anche nei momenti più felici, la mente vaga nei meandri del passato e si specchia nel presente alternando la malinconia del prima alla gioia dell’oggi. A Federico capita spesso, anche se nella maggior parte dei casi non gli dispiace perché in questo modo ha certamente più spunti per scrivere e scavare dentro il suo essere. Peraltro, fra i vari pensieri che invasero la sua testa, il ragazzo si era chiesto se mai riuscirà a pubblicare il suo romanzo e se la strada giusta per lui sia questa. Ma d'altronde anche i più grandi scrittori convivono con questi dubbi per tutta una vita, e si vede che Federico già da ora non fa eccezione.
«Ti piace? Ho pensato di disegnare anche una scimmietta che è il mio animale preferito. Magari la sorellina la troverà buffa e la farà ridere» interviene Carlo, come a interrompere l'introspezione di Federico che probabilmente sarebbe andata avanti ancora a lungo.
«Ma è bellissima! Sono certo che le piacerà molto» commenta il ragazzo.

È difficile dire chi fra Luciano e Clelia sia più emozionato da quando la loro bambina è venuta al mondo. Non troppo tempo prima Luciano aveva avuto modo di riprovare una simile vertigine quando Nicoletta aveva partorito Margherita, ma oggi è comunque diverso, più potente, più unico. Tutto quello che avevano passato nell'ultimo periodo lui e Clelia li aveva segnati: le dicerie, i timori, e poi la fuga in un'altra città, ricominciare tutto da capo... E dire che avevano già vissuto non pochi terremoti da quando si erano conosciuti, eppure adesso è un'altra cosa: adesso c'è di mezzo una creatura che non ha nessuna colpa, e che invece sarebbe vissuta con una condanna che già pesava sui genitori. Da quando abitavano a Torino, però, tutto questo per fortuna era rimasto sullo sfondo. Anche se Clelia e Luciano non riuscivano mai completamente a vivere una serenità costante (certi timori non possono sparire con molta leggerezza), sentivano di aver trovato il giusto riparo dalle maldicenze, un luogo dove poter proteggere e rendere felici i loro figli prima ancora che se stessi.
«Amore, a che pensi? È da un po' che guardi il vuoto» domanda Clelia a Luciano.
Il ragioniere sembra ritornare alla realtà: «Ah scusami, mi ero perso a pensare a tutto quello che abbiamo dovuto attraversare e alla felicità che ci siamo guadagnati, insieme».
Clelia accarezza la guancia di Luciano. Lui ricambia baciandole dolcemente la mano.

Luciano, come colto da un’illuminazione, realizza che ancora non hanno deciso che nome dare a quella tenera creatura che hanno fra le braccia, e perciò chiede a Clelia: «Allora, come la vogliamo chiamare questa bambina?»
«Ci stavo pensando da qualche minuto, sai? Mi è venuto in mente che Anita potrebbe essere un'idea... Tempo fa, forse proprio quando aspettavo Carlo, mi era capitato di leggerne il significato. Non lo conoscevo, ma mi aveva subito colpito, tanto da ricordarmelo abbastanza bene a distanza di parecchio tempo: "coraggiosa e perseverante, consapevole che nella vita occorre lottare anche di fronte alle piccole sconfitte. Il suo carattere tenace nasconde anche un lato dolce, protettivo e tenero..." o qualcosa del genere. Che ne pensi?»
«Beh, è un nome dal suono dolce e il significato ha colpito pure me!
E poi, è anche grazie a un'altra Anita, la proprietaria della caffetteria, che ci siamo incontrati la prima volta» risponde Luciano.
«Già, e questa bambina è il frutto più bello che potesse derivare da quell'incontro» conviene Clelia con occhi raggianti. «E comunque non ti smentisci mai eh?» aggiunge poi la donna con fare scherzoso.
«Perché?!» domanda Luciano perplesso.
«Trovi sempre il modo per ricondurre parole, luoghi o segnali alla nostra storia. E io ti amo anche per questo, Luciano» rivela Clelia.
Il ragioniere, all'udire queste parole, non può che sorridere e baciare la donna, includendo nell'abbraccio anche la piccola Anita.
I tre rimangono uniti fra loro per pochi istanti che paiono eterni. Poi, con un cenno del capo, Clelia invita Luciano a chiamare nella stanza gli altri due figli.
«Carletto, Federico, adesso tocca a voi! Mi raccomando, fate piano ché la mamma è stanca e la sorellina è delicata» dice loro Luciano quasi sussurrando, ma senza nascondere l'entusiasmo per quel momento tanto atteso.
Naturalmente è Carlo il primo a fare ingresso nella camera. Il suo stupore sembra ammutolirlo, ma nel giro di pochi secondi esclama sventolando il suo disegno in mano: «Ciao mamma! E benvenuta sorellina! Che bello conoscerti finalmente! Questo è tuo, è il mio primo regalo per te»                                                               
«Come sei dolce amore, sono sicura che se sapesse già parlare ti direbbe che le piace tanto tanto» osserva Clelia.
Mentre il bambino accarezza la neonata, anche Federico è visibilmente felice ed emozionato. «Clelia, come ti senti?»
«Sto bene, grazie, solo un po' di stanchezza, ma è normale» risponde lei.
«La vostra bambina è bellissima, questo Amore ve lo meritate tutto». Le parole di Federico sono il colpo di grazia per un Luciano commosso già da un pezzo. Sentendole, inevitabilmente i suoi occhi diventano più che lucidi e Clelia spalanca un sorriso gigantesco.                                                                                                                                    Poi, dopo aver lanciato uno sguardo di intesa a Luciano, la donna annuncia: «Allora, ecco a voi Anita! Che dite? Abbiamo scelto bene?»
«Anitaaaa! Anitaaa!» inizia a ripetere Carlo, contento soprattutto di poter finalmente chiamare la sorellina con una parola apposta per lei, selezionata fra tantissime altre.
«Anita... Mi piace!» conviene Federico dopo qualche secondo di riflessione. «Come Anita Garibaldi! Niente male la valenza rivoluzionaria che questo nome porta con sé: rispecchia la piccola grande rivoluzione che avete fatto voi due per poter essere liberi di amarvi».
«Federico... Grazie, non potevi dire parole più belle. Vieni qui» risponde commosso Luciano, abbracciandolo.
«Grazie Federico, sei un ragazzo speciale e sono certo che insegnerai tante cose alla piccola Anita» aggiunge Clelia.
In quegli istanti Federico ha la percezione che tutti quei pensieri malinconici che poco prima lo avevano avvolto ora hanno lasciato spazio a una luce nuova. «Allora è vero che i bambini appena nati hanno un potere» conviene il ragazzo fra sé e sé.
«Che bello, che bello! Adesso siamo ancora di più una famiglia!» esclama Carlo.
«Sì amore, una famiglia bellissima dove ognuno di noi è unico e circondato da amore» risponde Clelia.                                                                                                              «Oggi, domani e per sempre» afferma sorridente Luciano, “l’uomo più felice sulla faccia della terra”.

   
 
Leggi le 0 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Serie TV > Il paradiso delle signore / Vai alla pagina dell'autore: liberaurora