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Autore: arashinosora5927    09/09/2021    2 recensioni
È IL COMPLEANNO DI GOKUDERA QUINDI IO SCRIVO
Gokudera festeggia un altro compleanno indimenticabile
[5927]
Genere: Angst, Fluff, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Hayato Gokudera, Tsunayoshi Sawada
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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La cosa problematica di mangiare da soli in un ristorante era che si finiva per osservare tutto, dalla impostazione del locale a chi lo stava riempiendo in quel momento, come si ponevano i camerieri, se c'era della musica, che musica era e le conversazioni, sintonizzare l'orecchio su ciò che i commensali stavano dicendo poteva essere utile. Tutto pur di non sentire la vocina nella sua testa quella che gli ricordava che c'era sempre qualcosa che non andava, qualunque cosa, che anche in un giorno perfetto trovava un difetto, che anche nella felicità trovava un motivo di essere triste perché "oggi la vita la ami, ma ricordi quella volta in cui...". Hayato odiava tutto questo, non aveva mai imparato davvero a volersi bene, non abbastanza da non volersi male di tanto in tanto, non abbastanza da non tormentarsi con un passato che avrebbe dovuto essere archiviato da tempo.

Ecco che era passata la fame, lo stomaco glielo avevano riempito le emozioni, rabbia, ansia, tristezza, prevalentemente loro. Quella stessa voce che lo aveva invitato a perdere l'appetito gli faceva ora presente che non poteva di certo proseguire la giornata senza niente sotto i denti e Hayato si domandava che cosa dovesse fare per liberarsi una volta per tutte di se stesso.

Guardò il cosciotto di pollo rimasto a metà nel piatto, la forchetta ancora inserita in un pezzetto finemente tagliato e decretò che lo avrebbe lasciato così. Ripose la forchetta gentilmente vicino al bordo del piatto e tamponò le labbra con un fazzoletto. Fece una veloce ricapitolazione di tutto ciò che aveva mangiato e decise che un intero piatto di pasta con un sughetto ricco di sapori e un po' di pollo erano abbastanza per sopravvivere fino alla fine del meeting. Guardò il vino nel bicchiere, ve ne era ancora abbastanza per accompagnare un altro pasto, ma decise che non si sarebbe sforzato quando si sentiva già gonfio come un pallone e aveva paura di bere anche solo un bicchiere d'acqua.

Un cameriere portò via il piatto dopo essersi sincerato che un po' di attesa non avrebbe cambiato il risultato e un sospiro profondo lasciò le labbra di Hayato. Era giunto il momento di riprendere la giacca, infilarla e darsi un tono per portare avanti un'importante negoziazione di cui era stato incaricato... oh e pagare, certo, bisognava pagare per quello che aveva consumato o che almeno aveva provato a consumare.

Stava per alzarsi da tavola quando improvvisamente gli venne sistemato sul tavolo un dolce.

"Non l'ho chiesta io la torta" fece presente al cameriere, ricercando tra i presenti qualcuno che potesse star festeggiando.

"È lei Hayato?" gli domandò il cameriere.

"Sì..." mormorò Gokudera in risposta conscio che in quel ristorante in Italia era probabilmente l'unico Hayato nel raggio di almeno dieci chilometri.

"Allora questa è proprio per lei" gli venne risposto.

Gokudera sospirò, guardò la torta davanti a sé e sorrise inconsciamente leggermente spaesato. Gli ci volle qualche istante per realizzare che c'era scritto il suo nome con quella che aveva tutta l'aria di essere una ganache al cioccolato fondente.

Non era mai troppo felice di vedere dolci e biscotti e il motivo era nei meccanismi da stress post traumatico che aveva sviluppato a causa della sua sorellastra. Bianchi infatti per anni si era occupata di preparare la sua torta di compleanno il risultato era stato nel disgusto totale di Hayato alla sola vista dei negozi di pasticceria.

Quel dolce però era diverso, era la prova che negli anni qualcosa era cambiato e migliorato. Era una red veltet, quelli che sembravano ciuffetti di panna erano in realtà crema di formaggio e sulla sommità avevano delle fragolone tagliate a metà. Era un dolce talmente specifico che non poteva che essere stato pensato appositamente per lui.

Il suo primo anno a Nanimori Haru e Kyoko avevano la brutta abitudine di portare con cadenza mensile se non settimanale torte a casa Sawada, era un momento di convivialità e divertimento che per lui era in realtà un vero inferno. All'inizio non era stato del tutto se stesso con Tsunayoshi, cioè, non lo era stato quasi per niente. Aveva cercato in tutti i modi di dipingersi come un essere incredibilmente capace e praticamente perfetto senza difetti, senza debolezze, per poi crollare nella realizzazione che Tsuna non era così e non voleva che lui lo fosse. Era pronto ad accettarlo per come era mostrandogli che quelle che per lui erano parti da eliminare forse erano proprio quelle che lo rendevano così unico e speciale.

Per anni aveva mangiato dolci solo per avere qualcosa in più da condividere con il suo boss e la prima volta che gli avevano fatto una torta di compleanno proprio non se l'era sentita di lasciarla intatta causando dispiacere in chi l'aveva preparata. Col passare degli anni l'iperintuito di Tsunayoshi si era sviluppato al punto tale che era stato impossibile continuare a nascondergli il suo disagio. Lo aveva notato e gli aveva comunicato che lo sapeva senza parole semplicemente iniziando a mangiare dal suo piatto quella che doveva essere la sua porzione.

Poi un giorno lo aveva affrontato si era fatto raccontare il perché di questa avversione per i dolci e aveva giurato che avrebbero trovato insieme una torta che solleticasse il suo palato. L'avevano trovata in effetti, anni e anni dopo, in un piccolo negozio abbandonato alla periferia di Roma, era il loro segreto.

Sorrise in quei ricordi, così caldi e avvolgenti da sciogliere il nodo che si era creato all'altezza dello stomaco. Alzò gli occhi sulla torta e notò le due candeline che svettavano formando il numero 28.

Gli ci volle un istante per rendersi conto che anche quell'anno aveva dimenticato il suo compleanno, ormai era prassi, meccanismo della cancellazione per non sentirsi ancora quel cucciolo smarrito e abbandonato dalla mamma come il 9 settembre del 1996. O ancora quel sacco di spazzatura buttato brutalmente tra i rifiuti, con ancora le ferite alla testa che sanguivano, ma troppo stanco per continuare a lottare contro chi lo aveva aggredito, 9 settembre 2008. In quel momento gli era venuto in mente Tsunayoshi, quel sorriso capace di illuminare l'universo e alleviare ogni dolore. Qualche giorno prima erano stati in un parco e Kyoko e Haru avevano fatto delle ghirlande di fiori. Haru nello specifico ne aveva fatto una per Tsuna e gliela aveva poggiata sul capo mentre lui e Tsuna stavano parlando di tutto e di niente guardando verso il fiume e godendo della brezza estiva. Gli stava così bene e Hayato ricordava perfettamente di avergliela sistemata tra i capelli guardando le sue guance farsi più rosee. Quel semplice pensiero lo aveva portato a sorridere anche in un momento devastante come quello che stava vivendo, in cui la testa doleva e rimbombava come se stesse per scoppiare e il corpo si era ormai arreso alla sua debolezza. Questi e altri erano i ricordi che lo assalivano ogni volta che pensava "ho superato un altro anno" e non importava quanti amici e quanto amore adesso lo circondassero, non importava quanti regali ricevesse né quanti traguardi avesse raggiunto, il 9 settembre di ogni anno si sentiva sempre quello strano fagotto capultato controvoglia in un mondo pronto a farlo a pezzi.

Di colpo le candele si accesero, delle piccole fiamme le illuminarono. Sorpreso e spaesato alzò lo sguardo ancora un po' e trovò colui che era in grado di trasformare ogni squarcio in una carezza con un accendino in mano.

Gli occhi gli si riempirono di lacrime per la commozione, ma anche per la meraviglia perché visti i loro rispettivi e in alcun modo coinciliabili impegni mai avrebbe pensato di condividere quel momento con lui, a quell'ora doveva essere a Namimori.

"C-Che ci fai qui?" domandò incredulo, riuscendo a stento a tenere un tono stabile.

"Pensavi davvero che ti avrei lasciato da solo in un giorno simile?" gli rispose Tsuna sorridendo anche di più se possibile e prendendo posto di fronte a lui.

"C-Come facevi a sapere dove fossi?" gli chiese nuovamente Hayato, sembrava un bambino al quale i genitori hanno presentato un mago che continua a interrogarsi su come riesca a fare i suoi trucchi.

Tsuna ridacchiò e gli prese una mano facendo intrecciare le loro dita. "Mi hai mandato la posizione letteralmente mezz'ora fa dicendomi che avevi trovato un ristorante che sembrava buono e dove mi volevi portare, ma anche se non lo avessi fatto non sei l'unico ad avere il radar per trovare le persone" disse.

Hayato si asciugò una lacrima con la mano libera e sorrise ridacchiando a propria volta. Era felice, così felice che non riusciva neanche a descriverlo.

"Che aspetti? Spegni le candeline ed esprimi un desiderio" gli disse Tsuna guardandolo dolcemente negli occhi.

"Lo farei, ma si è appena realizzato quindi non ho più niente da esprimere" rispose Hayato.

Tsuna sorrise, gli fece una carezza lungo il braccio di cui già stava tenendo la mano e annuì. "Esprimine un altro, uno di quelli che non riesci a dire neanche a bassa voce" disse.

Gokudera ci pensò per un istante e poi realizzò che anche se la presenza di Tsuna cancellava ogni preoccupazione bastava che si allontanasse perché si trovasse nuovamente assalito, realizzò di voler mettere una fine al potere che il passato aveva su di lui e premere sul tasto muto per quella voce che lo tormentava.

"Voglio imparare ad amarmi almeno la metà di quanto amo te" pensò, strizzò gli occhi e strinse forte la mano di Tsuna prima di soffiare.

Tsunayoshi gli fece un applauso e tagliò una fettina del dolce mettendola in un piattino a parte che si fece portare. "Buon compleanno, amore mio" disse portando un boccone alle labbra di Hayato.

Gokudera aprì la bocca come se fosse un bambino e accolse la porzione staccandola gentilmente dalla forchettina, masticò lentamente lasciandosi pervadere dal sapore e sentì che lo stomaco si era completamente aperto.

Prese la forchettina dalla mano di Tsuna e fece la stessa cosa, trattenendo a stento le lacrime.

Tsuna sospirò sollevato, a parte che la torta era effettivamente buonissima, ma il suo regalo aveva funzionato. "Questo anno non sapevo proprio che fare... suppongo sia questo il contro di stare insieme da così tanto tempo, finiscono le idee" confessò.

Hayato sorrise, gli fece una carezza delicata su una guancia e scosse la testa. "Eppure ogni anno trovi il modo di sorprendermi e farmi pensare che è il miglior regalo della mia vita."
   
 
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