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Autore: eddiefrancesco    11/09/2021    1 recensioni
Quando scopre che la nonna, eccentrica gentildonna con il vezzo del mecenatismo, ha una nuova dama di compagnia, Marcus, conte di Hawkridge, si precipita nel Devon.
Gli basta un'occhiata per capire che la ragazza in questione non è la solita approfittatrice, ma questo non significa che la giovane non abbia qualcosa da nascondere.
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: AU | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Storico
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«Lei, d'altra parte, turba me.» Questo, milord, non è affatto un problema mio. Sono certa che un uomo della sua intelligenza potrà trovare una soluzione. Buonanotte, signore.» Amy si liberò e si girò in un fruscio di gonne. Le pareva di sentire lo sguardo di lui su di sé mentre camminava verso la porta. Senza dubbio, stava ammirando di nuovo la 'vista'. Spero' che l'oscillare rabbioso dei suoi fianchi gli comunicasse tutta la sua sfida. Purtroppo, non aveva valutato la reazione di lui. Invece di limitarsi ad ammirare la vista da lontano come quel pomeriggio, lord Hawkridge attraversò la stanza alla velocità del fulmine, sbatte' la mano contro la porta e la richiuse. Amy si girò di scatto e appiatti' la schiena contro i pannelli di quercia alle sue spalle. Hawkridge torreggiava su di lei, il braccio proteso, così vicino che lei sentiva il suo respiro. Aveva il viso contratto per l'irritazione e per qualcos'altro che le mandò una vampata di calore nelle vene. Amy degluti'. Respirare le richiedeva uno sforzo immane. Eppure non aveva paura. Era furiosa, affascinata, sbalordita. Ma non spaventata. «Davvero, milord, credo di aver risposto ad abbastanza domande...» «Neanche alla metà» ringhio' lui. Le catturo' il viso con la mano libera. Si chino' su di lei, finché Amy non fu sicura che si sarebbe spiaccicata contro di lui o contro la porta. Entrambe erano superfici dure, crudeli. Delle due, la porta era la più sicura. Ma Hawkridge era molto più potente. I suoi occhi color della pioggia si fissarono in quelli di lei, mandando ogni pensiero razionale ai quattro venti. Le sollevò il viso. La sua testa si abbassò finché lei non si sentì il suo respiro sulle labbra. «Non ha risposto alla domanda più importante di tutte, signora Chantry.» «Ma... non è ancora soddisfatto?» La sua voce era stridula. «Tutt'altro. E intendo metter rimedio a questa infelice situazione.» Sussurro' lui. Poi la sua bocca si impadroni' di quella di lei. Il desiderio monto' in lui avido, insaziabile. Scordo' che Amy era più piccola, più debole. Tenendola prigioniera col suo corpo, le schiuse le labbra e approfondi' il bacio. Lei emise un mugolio di protesta, ma il rombo del sangue nelle orecchie di lui era più forte. Amy si irrigidi'. Lui sentì solo il primo attimo di sbalordita resa. Era dolce, morbida, tenera. Quasi fragile contro di lui, ma intensamente viva... Le sensazioni lo percorrevano così incalzanti che per alcuni istanti non si accorse che Amy si dibatteva. Lo tempestava di pugni, spingeva, cercava di sottrargli la bocca. Poi lo sbalordimento dissipo' la nebbia dalla sua mente. Fece un balzo indietro, stupito dal suo comportamento. Lui, che aveva sempre tenuto sotto controllo i suoi istinti più primitivi nei rapporti con le donne, aveva assaltato la dama di compagnia di sua nonna come un barbaro! La fissò, chiedendosi perché non urlasse con tutto il fiato che aveva in gola. Amy aveva gli occhi enormi nel viso arrossato. La lasciò andare e fece un passo indietro. E fu subito ricacciato indietro di un altro passo da un micidiale pugno al mento. Il colpo fu abbastanza forte da annebbiargli la vista. Marc sbatte' gli occhi, e decise di non scuotere la testa. Non sarebbe stato saggio, finché gli tintinnava il cervello. «Bastardo!» Lui sbatte' di nuovo le palpebre. La compunta dama di compagnia di sua nonna era svanita. Al suo posto c'era un groviglio di furia femminile. «Signora Chantry...» iniziò. E non gli venne in mente altro da dire. La sua vittima però non aveva lo stesso problema. «Posso anche essere figlia illegittima, e per questo inferiore alle altre donne di sua conoscenza, ma questo non le dà il diritto di usarmi per il suo spasso appena lo viene a sapere!» Girò sui tacchi, spalanco' la porta, la varco' e la sbatte' con tutta la forza del suo braccio. Marc ebbe una smorfia quando un quadro appeso accanto all'uscio precipitò a terra. Cosa aveva fatto? Il bacio di per sé non era un fatto così grave. La scelta del momento era stata atroce. «Dannazione!» Marc si voltò bruscamente e cominciò a marciare su e giù. Era penosamente eccitato, frustrato, furioso con se stesso! La signora Amaris Chantry era un provocante miscuglio di consapevolezza e innocenza, ma era innocente. Almeno, innocente del tipo di peccato che lui aveva sospettato. Una vedova intraprendente con un occhio al colpo grosso non avrebbe mai reagito con tale furia a un semplice bacio. L'espressione 'un semplice bacio' era un eufemismo. Come descrivere le sensazioni che avevano suscitato le labbra di lei? Dannazione, persino il gusto della sua bocca era innocente. Innocente e dolce. Lui era troppo esperto per non riconoscere la sincerità. Non l'aveva spaventata! Per alcuni sconvolgenti istanti, lui aveva perso il controllo, e Amy non era svenuta, né aveva strillato. La misteriosa dama di compagnia di sua nonna gli aveva tenuto testa. Lui avrebbe preferito una risposta più appassionata al suo bacio, piuttosto che un pugno alla mascella, ma Amy gli aveva tenuto testa! Marc si fermò e fissò la porta. Doveva trovare un modo per uscire dalla fossa che si era scavato sotto i piedi con le sue stesse mani. Perché a un tratto era vitale, essenziale che lui scoprisse tutto quello che c'era da sapere sulla signora Amaris Chantry! Amy aveva fatto e disfatto la sua unica valigia tre volte, in una agonia di indecisione, prima di rendersi conto della futilità dell'esercizio. Non solo non aveva alcun posto dove andare, ma non avrebbe neanche avuto modo di arrivarci. E come poteva ripagare la generosità della contessa lasciando la sua casa come una ladra di notte? Non poteva. Esasperata, sull'orlo delle lacrime, calcio' la valigia sotto il letto e andò alla finestra. Come doveva comportarsi? Amy girò le spalle ai vetri e si sedette sul letto. Un istante dopo era di nuovo in piedi e camminava su e giù. Non riusciva a stare ferma. Era come se tutti i nervi le danzassero sulla pelle. Nessuno degli esperti, calcolati abbracci di suo marito prima delle nozze, né degli occasionali baci sulla guancia che erano venuti dopo, l'aveva preparata a un tale assalto di sensazioni. Bastava il ricordo della feroce pressione delle labbra di Hawkridge sulle sue per darle un brividi. Lui non aveva chiesto, non aveva persuaso, non aveva neppure sedotto... Aveva preso come se fosse un suo diritto. Un guerriero? Quell'uomo era un cavernicolo! Amy rabbrividi' e si strinse nelle braccia. A parte l'oltraggio, non era l'indole primitiva di Hawkridge a preoccuparla. Ciò che le causava il tremito più forte era la sconvolgente visione di se stessa felice nel condividere la caverna con lui! Non dovevano più rimanere soli. Sì, era l'unica soluzione. Sarebbe diventata l'ombra della contessa. Balli di beneficenza e tè pomeridiani erano, dopo tutto, più signorili che un incontro di pugilato. Amy abbassò lo sguardo sulla propria mano e chiuse le dita. Le nocche erano un po' indolenzite. Per qualche strano motivo, lo era anche il suo cuore. Respinse quell'idea. Era logico che si sentisse scossa. Era una reazione normale, e non aveva niente a che fare con il cuore. Ora che era più calma, si sarebbe svestita, si sarebbe infilata a letto e avrebbe studiato il sistema per restare appiccicata alla contessa come un'ombra. E poi si sarebbe addormentata. La sua strategia andò in fumo nell'attimo in cui busso' alla porta di lady Hawkridge, il mattino dopo, e la signora Giddings la informò che sua signoria era uscita presto per fare visita a uno dei suoi affittuari. Amy fissò la donna, sbalordita. Era abitudine di lady Hawkridge fare colazione in camera prima di convocare la sua dama di compagnia per discutere le attività della giornata. Dopo di che, Amy lasciava la contessa alle cure delle sua cameriera personale che la aiutava a vestirsi, mentre lei si occupava della posta in biblioteca. Cosa era successo, quel mattino, per provocare un cambiamento di abitudini così inusuale? Grazie a una notte inquieta e piena di incubi, si era svegliata più tardi del solito. Per scoprirsi abbandonata. C'era una sola cosa da fare. Scese le scale in cerca della cuoca. Probabilmente, Hawkridge la aspettava al varco nel salottino della colazione. Lei si sarebbe portata il vassoio in biblioteca, dopo essersi accertata che lui non le stesse tendendo un agguato in quella stanza. Lui non c'era. Con un sospiro di sollievo, Amy chiuse a chiave la porta. Non era certa che fosse il massimo della correttezza chiudere un conte fuori da una stanza di casa sua, ma questo non le impedì di girare la chiave con un gesto di sfida. Poi, rifiutandosi di lanciare anche una sola occhiata al ritratto appeso sopra il camino, si avvicinò a uno scaffale e cominciò a lavorare. Dato che i suoi compiti le lasciavano molto tempo libero, aveva chiesto a lady Hawkridge di permetterle di catalogare la vasta collezione di tomi che i Rothwell avevano ammassato nel corso dei decenni. Era un lavoro che amava. Per molti anni l'unico libro che lei e sua madre avevano posseduto era una vecchia Bibbia malconcia. Avere accesso a tutti quei volumi era un sogno. Amy riprese la ricerca che conduceva da più di una settimana. Era così intenta che quando una sezione dello scaffale cominciò a ruotare con un agghiacciante cigolio, lei si limitò ad alzare gli occhi con blanda sorpresa. Ogni goccia di sangue le si gelo' nelle vene non appena la blanda sorpresa si trasformò in terrore. Hawkridge uscì dal buio del passaggio segreto, contemplo' la porta chiusa a chiave per due secondi esatti poi si voltò verso di lei. «Buongiorno, signora Chantry.» Amy lo fissò, stringendo un pesante volume al petto. Era inutile chiedergli come fosse entrato. La risposta era ovvia. Cercò disperatamente qualcos'altro da dire. «Meritava di esser chiuso fuori, signore.» Lui si vendico' con un sorriso vagamente minaccioso. «Ebbene, ora siamo tutti e due chiusi dentro.» Lei sgrano' gli occhi. Hawkridge abbassò lo sguardo, si acciglio' e si cacciò un grosso ragno dalla manica con un colpetto del dito. L'animaletto corse a rifugiarsi sotto la scrivania. Amy lo seguì con lo sguardo costernata. Era chiusa dentro con Hawkridge e un ragno. Un grosso ragno. Di male in peggio... «E l'unica via d'uscita è il cunicolo infestato di ragni da dove sono venuto» sussurro' lui, come se le avesse letto nel pensiero. Lei rabbrividi'. «Ma non si preoccupi, signora Chantry. Per fortuna, anch'io a volte soccombo a un raro impulso cavalleresco.» Chiuse lo scaffale, andò alla porta e girò la chiave, aprendola. «Per non comprometterla. Tuttavia, la lasceremo accostata, per il momento. Desidero parlarle in privato, signora Chantry.» Amy inconsciamente fece un passo indietro. «Per scusarmi.» Lei spalanco' la bocca per lo stupore. Lui rise brevemente. «Mi aspettavo che avrebbe reagito così. Sa, signora Chantry, credo che si sia macchiata del mio stesso peccato.» «E sarebbe?» «Pregiudizi.» Lei considerò l'accusa. «Forse, milord, ma...» lui la interruppe implacabile. «E se non bastasse, la sua reazione, ieri sera, è stata piuttosto inaspettata. Per una signora.» Amy arrossi' fino alla radice dei capelli. «Me ne rendo perfettamente conto, signore, ma mi permetta di dirle che neanche lei si è comportato da gentiluomo.» Lui ebbe un sorriso contrito. «Lo so. Mi sono comportato in modo inqualificabile, e gliene chiedo perdono.» «Ebbene... grazie, milord. Intendo dire... Accetterò le sue scuse. A condizioni che prometta...» «Non faccio mai promesse che non posso mantenere. Forse dovrei chiarire che non mi sono scusato per averla baciata, ma per la mia imperdonabile mancanza di finezza nel farlo.» «Che cosa! Ma... Questo... Lei...» Cercò di controllare la sua voce e riprovo'. «Davvero, signore, se pensa che una scusa come questa sia sufficiente, si sbaglia di grosso. Le ho già detto che non intendo essere usata per il suo spasso...» «Non la usavo per il mio spasso.» «Ah, davvero? È così allora che tratta tutte le signore di sua conoscenza?» «No. Ma non per il motivo che sta pensando lei.» Ammise lui, contrito. Lei alzò il mento.
   
 
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