Fumetti/Cartoni americani > A tutto reality/Total Drama
Segui la storia  |       
Autore: rocchi68    12/09/2021    1 recensioni
Una persona che ha chiuso gli occhi in passato può riaprirli dopo tanto dolore?
Ne vale davvero la pena?
Non sarebbe meglio proseguire senza voltarsi indietro e sorridendo delle poche gioie che incrociano il tuo cammino?
Si passa per egoisti, per idioti o per scaltri se si evita di ricadere nei ricordi del passato?
È questo che il nuovo Consiglio Studentesco si prefigge di cambiare, anche se si tratta di un problema interno e di un'impresa ardua.
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Dawn, Mike, Scott, Zoey
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Di solito chi fa del bene dovrebbe ottenere qualcosa in cambio che sia di pari peso o di valore maggiore. Nessuno si aspetta di prestare una mano, per poi ritrovarsi in un angolo, bastonato e deriso, senza possibilità di risollevarsi.
Scott non ci aveva mai fatto eccessivamente caso.
Eppure quel giorno la misura era colma.
Stanco, triste, deluso, abbattuto fin dalle fondamenta, aveva trovato il suo armadietto completamente vuoto. Qualcuno l’aveva forzato, preso tutti i suoi oggetti, libri e quaderni e fatti sparire.
All’interno aveva trovato solo un biglietto, scritto con cura poetica e l’interno riverniciato di un orribile giallo canarino.
Decifrato quel messaggio, aveva girato per la scuola, prima di ritrovare alcuni libri e una vecchia divisa avvolti dalle fiamme e infine qualcosa in uno dei bagni della palestra, zuppi d’acqua e inutilizzabili.
Aveva buttato tutto.
Ringoiata tutta quell’amarezza, si era diretto come una furia verso il suo club con un unico e solo intento: abbandonare.
Ne aveva le tasche piene di quella scuola.
Poteva sorvolare su qualche scherzo, perfino su delle chiacchiere velenose, ma non riusciva a tollerare quella vendetta che aveva passato il segno.
Non voleva ammalarsi, inseguire il responsabile o ritrovarsi la settimana seguente con un’altra umiliazione sul groppone. Aveva intenzione di restituire le chiavi a Mike, di passare dal Preside e di lasciare definitivamente la scuola.
Inspirato profondamente, si ricordò che quel proposito era alquanto sballato: quel giorno l’aula del Consiglio era deserta poiché Zoey e Mike erano impegnati altrove.
Avrebbe aspettato l’indomani, ma non avrebbe concesso alla notte di portare consiglio e di distorcere la sua scelta definitiva.
Così si era messo seduto sul divanetto, abbandonando lo zaino in cui aveva salvato solo i libri e i quaderni di matematica, fisica e storia, abbassando lentamente la testa, concedendosi un pianto liberatorio e tremando per la rabbia.
 
Non l’aveva fatto di proposito, ma aveva ignorato il cigolio della porta e il successivo saluto.
Se l’avesse udito, sarebbe scattato sull’attenti, asciugandosi quelle poche lacrime con una manica della divisa, fingendo che tutto era apposto e che niente avesse rovinato quella giornata.
Dawn, però, se ne era accorta.
Il suo volto arrossato, quella figura tremante e disperata e quelle frasi rivolte contro qualche entità superiore le erano bastate.
Subito si era seduta davanti a lui, fissandolo teneramente e facendolo sussultare.
 
“Cos è successo, Scott?” Chiese, sperando di sdebitarsi dell’aiuto ricevuto qualche giorno prima.
 
“Niente.”
 
“Non trattarmi come una scema: non ti ho mai visto così.”
 
“Io…”
 
“E non voglio credere che tu non abbia fiducia in me.” Borbottò, facendolo negare.
 
“Il mio armadietto…” Soffiò controvoglia.
 
“È al solito posto.” Replicò, sperando di fargli tornare il buonumore.
 
“L’hanno forzato.”
 
“Hanno rubato qualcosa?” Domandò diretta, pensando subito che si trattasse di un vandalo di quinta che continuava, nonostante alcune sospensioni, a fare come voleva.
 
“Tutto quello che avevo.”
 
“Intendi ogni cosa?”
 
“Dal quaderno di letteratura alla merendina mangiucchiata di stamattina.” Sbuffò nervoso.
 
“Sai chi è stato?”
 
“Se lo sapessi, non sarei qui.”
 
“Sai che la tua è un’accusa molto grave?” Tentò Dawn, sperando di calmarlo.
 
“Non resta…niente…non più.”
 
“Dovevi venire subito a dirmelo e così il Comitato si sarebbe messo all’opera.”
 
“Tu sei l’unica…del Comitato…che mi ascolta e che sarebbe dalla mia parte: gli altri…mi riderebbero in faccia.” Sibilò, facendola tentennare.
 
“Scott…mi spiace...”
 
“Guarda qua.” Mormorò, porgendole il biglietto spiegazzato e facendole leggere quelle poche righe piene di cattiveria.
 
“Ma questo non è giusto.”
 
“Letteratura, scienze e chimica troverai, se cenere rivorrai.” Sputò lui, digrignando i denti.
 
“Tecnica, francese e religione amerai, se acqua aspetterai.” Rilesse lei, facendolo annuire.
 
“I primi bruciati in un angolo del giardino, dove vanno di solito a fumare di nascosto, mentre i secondi nel bagno scassato della palestra.”
 
“Mi dispiace Scott.”
 
“Sono stanco, voglio che questo dolore finisca.” Ammise, abbassando il capo.
 
“Scott…”
 
“Ogni volta che cammino per i corridoi, fa male.”
 
“Io…”
 
“Voglio essere lasciato in pace…sarebbe stato meglio mollare tutto.” Esalò sfinito.
 
“Perché?” Domandò lei con gli occhi lucidi.
 
“Vorrei che fossero puniti.”
 
“Se lo meriterebbero.” Confermò Dawn, facendolo tentennare.
 
“Perché non posso odiarli? Solo perché tutti penserebbero che non sono cambiato e che sono lo stesso ragazzino delle medie?”
 
“Aiutami a capirti, Scott.”
 
“Ho intenzione di lasciare…tutto quanto.”
 
“Anche questo posto?” S’informò lei preoccupata.
 
“Questo posto, questa scuola: non posso vivere nel dolore costante e nella paura che gli altri possano puntarmi ogni santo giorno.”
 
“Ma…”
 
“Pur di distruggermi, potrebbero prendersela con i miei amici e questo non mi va giù.”
 
“Sarebbe una carognata.” Commentò, aggirando il tavolino e sedendosi al suo fianco.
 
“Come posso vivere tranquillamente così? Come posso conquistare qualcosa, se tutti vogliono solo distruggermi?” Si sfogò, risollevando lo sguardo.
 
“Non tutti…ti stai dimenticando di me.” Obiettò lei, vincendo il suo iniziale timore per poi abbracciarlo teneramente.
 
“Ma Dawn…”
 
“Avevi detto che non volevi più mostrare al mondo le tue fragilità.”
 
“Io…”
 
“Questo Scott è speciale e dovresti farlo comparire più spesso, ma solo con dei veri amici.” Gli consigliò, facendolo arrossire.
 
“Però tutti continuano a odiarmi.”
 
“Per la prossima volta, anche se spero non si ripeta, ti consiglio di chiudere l’armadietto con un bel lucchetto oltre al codice segreto e di non pensarci più.”
 
“Ma…”
 
“A tutto esiste un rimedio, basta solo volerlo.”
 
“Non in questo caso.”
 
“Io sono Dawn, membro del Comitato e del Consiglio, futura Presidentessa di quest’aula ed è mia intenzione avere un vice all’altezza, oltre che sistemare la situazione.”
 
“Ma…”
 
“Quel vice sei tu e dimostrandomi quanta rabbia provi per questa vigliaccata, ecco che mi rendi chiaro quanto adori questa scuola.”
 
“È solo odio.” Replicò lui, pensando di ferirla.
 
“L’odio è una sciocchezza…si sta bene quando qualcuno ti stringe e si preoccupa della tua vita. Il resto è semplicemente irrilevante.”
 
“Io…”
 
“Hai un’ora di tempo?” S’informò lei, facendolo tentennare.
 
“Per farne cosa?” Domandò lui, mentre lei si staccava e gli picchiettava un dito sulla fronte.
 
“Devo svolgere una commissione e poi tutto ti sarà più chiaro, ma tu dovresti rimanere qui. Ti concedo perfino di usare il cellulare, se vuoi.”
 
“Me lo prometti?”
 
“Se in un’ora non dovessi fare ritorno, allora per l’intero anno ti lascio in pace e non ti rompo con nessun rimprovero.” Soffiò seria, facendolo annuire.
 
“Non metterci troppo.” Sibilò, sorridendole e invitandola a darsi una mossa.
 
Dawn, fortunatamente, era sempre stata di parola.
Puntuale e ordinata non si sarebbe mai rimangiata una promessa, anche a costo di rimetterci psicologicamente. Era una ragazzina strana, bizzarra sotto certi aspetti, ma a Scott non sembrava il mostriciattolo petulante e fastidioso del Comitato.
Non più almeno.
In passato era pronto ad allinearsi a tale opinione, ma qualcosa non andava più in quel senso: forse avevano imparato a farsi forza, risollevandosi reciprocamente e ignorando le bestialità altrui o forse era un semplice istinto di sopravvivenza.
Si cerca di tirare avanti, specie con alcune persone spericolate che potrebbero compromettere la tua salute fisica e mentale.
Dawn non rientrava in quest’ultimo gruppo.
Iniziava a piacerle sul serio.
Esuberante, creativa, attiva, spigliata, energica…avrebbe fatto notte solo a elencare tutti i suoi pregi, laddove settimane prima avrebbe faticato anche solo a ricordare un aspetto positivo.
A questa infinita lista avrebbe presto aggiunto un’altra qualità.
Dawn era generosa.
Aveva varcato la porta dopo un’ora spaccata con una borsa che prima non stringeva tra le mani.
E subito l’aveva appoggiata sopra il tavolino, sedendosi poi difronte al compagno.
 
“Questa è tua.” Borbottò, invitando Scott a darci un’occhiata.
 
“Sarebbe?”
 
“È un regalo.”
 
“Un cosa?” Domandò lui, fissandola inebetito.
 
“Un dispetto.”
 
“Non capisco.” Soffiò, grattandosi la nuca.
 
“Non ti piace studiare e, quindi, questa può essere una vera agonia per te.”
 
“Continuo a non capirci molto.” Ammise, dando una sbirciata dentro per poi afferrare un fascicolo e sbiancare.
 
“Sorpreso?”
 
“Sei seria?” S’informò, dopo aver riconosciuto la sua calligrafia.
 
“Assolutamente.”
 
“Tu sei completamente matta.” Mormorò, sfoggiando un sorriso.
 
“Queste sono le copie dei miei appunti super perfetti degli ultimi 5 mesi e se ti dovesse servire qualche pagina del libro, chiedi pure direttamente a me.”
 
“Io…”
 
“Se, però, non dovessi prendere una sufficienza tranquilla con questi appunti, giuro che potrei inseguirti per tutta la scuola e potrei essere ben più pericolosa di qualche bulletto di quinta.” Lo minacciò, facendolo sorridere.
 
“Io…”
 
“Tutti vogliono essere salvati, Scott.”
 
“Ne sei sicura?”
 
“Non mi avresti raccontato della tua disavventura, se avessi ancora qualche dubbio.”
 
“Perché?”
 
“Era più semplice fingere, ordinare di nuovo i libri ed evitare di sbilanciarsi.”
 
“Sono stanco di soffrire.” Ammise, inspirando profondamente.
 
“Ti prego…non voglio più vederti così.”
 
“Ma Dawn…”
 
“Forse sono egoista e una vigliacca, ma non voglio vederti abbandonare la scuola.” Soffiò seria, abbracciandolo.
 
“Beh…non è poi tutto nero come credevo.”
 
“Io…”
 
“C’è sempre una luce pronta scaldarti, anche quando non vedi vie d’uscita, giusto?” Domandò timidamente, sperando di non rimangiarsi anche quella promessa.






Angolo autore:

Ryuk: ORA BASTA!

Eh?

Ryuk: DOBBIAMO FINIRLA!

Puoi mettere in fila due parole e costruire una frase con un senso logico?
Non capisco niente di quel che dici.

Ryuk: CHE GIORNO SIAMO?

Da dove veniamo?
Perchè siamo qui?
Sono tanti i misteri dell'Universo, vero?

Ryuk: SONO SERIO!

Dunque...il mio compleanno è tra diversi mesi, ne mancano tre a Natale...lo so: Frittura mista di calamari, giusto?
Giusto?

Ryuk: Abbiamo pubblicato il 12 agosto

E siamo il 12 settembre
Calma Ryuk: un mese di ferie...bella!

Ryuk: Non riesco a passare l'eternità con questo qui.

Modestamente

Anacleto: Alla prossima amici!
 
   
 
Leggi le 1 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Fumetti/Cartoni americani > A tutto reality/Total Drama / Vai alla pagina dell'autore: rocchi68