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Autore: kibachan    13/09/2021    1 recensioni
Più di una persona mi ha chiesto di scrivere Brando e Fabio genitori.. beh eccovi accontentate. Questa è la mia versione: solo un piccolo momento di un giorno qualunque... in 3 ^^
Genere: Commedia, Romantico, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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2031

 

Fabio stava seduto sul tappeto davanti al divano. Impilò, per la centesima volta, quattro cubi di cartone uno sull'altro e immediatamente il piccolo diavoletto che gli stava seduto davanti a gambe divaricate gli mollò uno spintone facendole schiantare a terra, come le cento volte precedenti. Il bimbo scoppiò a ridere battendo le manine davanti al naso e il viso di Fabio si sciolse in un sorriso tenero “ancora?” gli chiese in tono dolce, indovinando già la risposta. Il pupo sfoderò un sorriso enorme, prendendo uno dei cubi e passandoglielo più o meno aggraziatamente. Il ragazzo sospirò “va bene, Mirko” sorrise di nuovo.

 

Mirko aveva 9 mesi. L'energia di un tornado e un sorriso strappa baci. Da due mesi avevano vinto il ricorso civile ed era legalmente figlio di tutti e due. Ma lui lo amava da impazzire dal primo istante che lo aveva visto.

 

In quel momento il rumore della chiavi nella toppa richiamò la loro attenzione.

“Ciao!!” sentirono. Il piccolo si mise a gattonare verso l'ingresso nel riconoscere la voce di Brando. Fabio si alzò in piedi prendendolo in braccio “ti do un passaggio va..” gli disse ridacchiando. Il viso del riccio si illuminò nel vedere il bambino che immediatamente sorrise e allungò le braccine verso di lui per farsi prendere “eccolo! Il mio ragazzo” esclamò Brando prendendolo e stampandogli un bacio sulla guancia. Fabio sorrise intenerito nel guardare quella scena. Non c'era niente di più bello per lui dell'aria innamorata con cui Brando baciava Mirko.

 

Il riccio era decisamente uscito di testa per quel piccoletto.

 

“una volta ero io il tuo ragazzo” commentò Fabio fintamente offeso, incrociando le braccia divertito. Brando gli rivolse un sorriso da canaglia “che c'entra, tu sei mio marito mo” ribattè in tono malizioso, sporgendosi verso di lui, che gli stava a pochi centimetri, per baciarlo sulla bocca. Si scambiarono una serie di baci a stampo, uno dietro l'altro, per qualche attimo. Mirko sorrise emettendo poi un gridolino eccitato. Si separarono per guardarlo “senti come ride!” esclamò Fabio “ancora ancora..” replicò Brando avvicinandosi di nuovo a lui ma stavolta tenendo gli occhi aperti per spiare la reazione del bambino. Non appena iniziarono a baciarsi il piccolo allargò un sorriso gigante e si buttò col peso in avanti, parcheggiando le manine grassocce una sulla guancia di Brando e una sua quella di Fabio.

I due ragazzi si separarono ridendo “abbiamo un ammiratore” scherzò Fabio mentre Brando tirava meglio su il piccolo mettendoselo seduto sul braccio “ha mangiato?” chiese. Fabio trattenne uno sbuffo di risata “secondo te???” replicò mostrando la sua maglietta bianca, punteggiata un po' ovunque di macchioline arancioni. Il riccio scoppiò a ridere e sollevò Mirko per i fianchi davanti al viso “ah! Bricconcello!” lo apostrofò in un finto rimprovero “hai mangiato qualcosa o hai sputacchiato tutto addosso a papà??” gli chiese ridendo. Fabio gli rivolse uno sguardo dolce, a sentirsi chiamare a quel modo.

 

Mirko non parlava ancora e, anche se non se lo erano detto apertamente, entrambi non vedevano l'ora di sentir pronunciare quella parola da quel piccolo monello.

 

Brando si avvicinò il bambino al viso per baciarlo sulla pancia, ma immediatamente Mirko, trovandosi davanti agli occhi la folta chioma riccia di Brando, gli affondò le manine nei capelli, stringendoli nei piccoli pugni e iniziando a tirare senza pietà

“ahi! Ahia! Piano piano piano!” supplicò lui mentre Fabio si fiondava ad aiutarlo. Prese il bimbo dalla braccia di Brando e iniziò delicatamente a massaggiargli le manine con un pollice per fargliele aprire “no! Lascia, Mirko! No!” gli diceva con voce ferma ma calma. Il piccolo guardò Fabio e lasciò la presa concentrando la sua attenzione sui suoi occhi che lo fissavano “no. Hai capito? Non si fa” gli disse ancora il ragazzo mentre Brando si massaggiava la testa con un sospiro “non si tirano i capelli a papà Brando” aggiunse Fabio, questa volta guardando il riccio anziché il bimbo, con su uno sguardo leggermente malizioso “solo io posso farlo” aggiunse ridacchiando. Brando si accigliò e gli mollò una pacca sul sedere, fintamente offeso, col solo risultato di farlo ridere di più.

 

 

PIU' TARDI

 

Brando finì di schiantare le posate nel cestello della lavastoviglie, massaggiandosi un occhio, mentre Fabio andava a tirare fuori il piccolo dal seggiolone

“so cotto..” sospirò “sai che ore sono? Le 9” commentò Fabio alle sue spalle, ridacchiando dell'espressione allucinata che fece lui subito dopo “le 9????” esclamò a voce alta “una volta a quest'ora per me era praticamente pomeriggio” aggiunse in un borbottio mentre l'altro lo precedeva in salotto “beh era prima del lavoro e di Mirko che ancora si sveglia due o 3 volte a notte” commentò divertito “hai capito?” disse al bimbo con un sorriso mentre il riccio sbuffava “papà ha sonno, è colpa tua che non lo fai dormire” Mirko rise “eh si.. colpa tua!” rincarò in tono scherzoso facendogli un buffetto sul naso. Mirko gli agguantò la mano per tentare di mangiargliela

“mo.. colpa..” intervenne Brando “ma che gli dici..” aggiunse togliendogli il bimbo dalla braccia con un'occhiataccia. Ma solo per depositarlo sulla sdraietta decorata a fantasia di animali della jungla, di fronte al divano.

Abbandonò l'aria scocciata un istante dopo “oh... è arrivato il mio momento preferito” commentò tra sé e sé. Mollò al piccolo un giocattolino da masticare e poi alzò gli occhi su Fabio, che si era già sbracato sul divano, guardandolo con un mezzo ghignetto malizioso. Fabio gli sorrise di rimando, studiandolo divertito mentre accendeva la tv su un programma di musichine per bambini e poi sollevava la sdraiaetta di peso per girarla verso la tv, spalle al divano “non volercene amore eh..” disse piano, aggirando poi la piccola seduta per raggiungere Fabio sul divano.

 

Schiantarsi seduto e iniziare a baciare Fabio fu quasi un tutt'uno. Il ragazzo gli mise tutte e due le mani sulle guance mentre iniziava subito a rispondere al bacio con passione. Brando si appoggiò con un braccio allo schienale, sporgendosi di più verso di lui, mentre gli massaggiava la bocca con la sua in modo frenetico, ma dolce. Fabio sorrise contro le sue labbra, mentre una delle mani si spostava dal suo viso ad afferrargli i ricci sulla nuca.

 

Ormai ci aveva fatto l'abitudine che la colonna sonora a quei loro momenti fosse diventata 'nella vecchia fattoria'

 

Lo spinse per farlo stendere sotto di sé e gli si sdraiò sopra. Lui non oppose alcuna resistenza, allargò la gamba che ancora poggiava a terra per farlo sistemare meglio tra le sue gambe, senza smettere un secondo di baciarlo. Fabio tornò ad toccargli delicatamente di nuovo tutte e due le guance e il collo, mentre spingeva la lingua oltre i suoi denti andando ad accarezzargli la sua. Brando lo avvolse con le braccia e, mentre con una mano gli sollevava di un pizzico la maglietta per infilare le dita sotto, l'altra la fece scivolare giù sulla sua schiena fin sul sedere. Lo accarezzò attraverso la stoffa, stringendogli poi per un attimo le dita sulla parte, prima di andare ad armeggiare per infilare la mano dentro, oltre il bordo dei suoi jeans, approfittando della cinta allentata

“Bra.. dai...” lo pregò Fabio tra un bacio e l'altro “c'è Mirko” “sta girato..” ribattè il riccio in tono secco, ma fermando tuttavia la mano lì dov'era, con appena l'inizio di tre dita oltre l'elastico dei suoi boxer. Si baciarono ancora.

 

Mirko, lanciato a terra il giochino, si tirò a sedere e allungò una manina per tentare di riprenderlo, ma, avendo fallito i suoi propositi, iniziò a rigirarsi sulla sua sdraietta, annoiato. Si voltò faticosamente e poi si mise in ginocchio per sbirciare, oltre lo schienale, i suoi sul divano. Sorrise immediatamente nel vederli, come ogni volta.

 

“pa-pa” disse in tono incerto.

 

Fabio e Brando si separarono all'istante, nel sentire la vocina di Mirko articolare qualcosa di più di un vocalizzo “oh hai sentito?” chiese Brando in tono urgente, guardando il bambino “si” rispose sorpreso Fabio, bloccato spiaccicato sopra Brando, e al momento dimentico di avere le mutande semi abbassate “cosa ha...”

 

“papa” ripetè il piccolo, sorridendo di più, in modo furbetto

 

“ha detto papà?” chiese Fabio incredulo, tirandosi su da quella posizione. Le mani che meccanicamente gli sistemavano i calzoni “non ho capito... dai togliti” sbraitò Brando anche se Fabio si era già alzato, e sedendosi a sua volta. Sorrise al bambino “che hai detto? Dillo ancora” lo esortò

 

“papa!!” trillò più forte il bambino, mentre tutti e due i ragazzi iniziavano ad agitarsi “l'ha detto! Ha detto papà!” esclamò Fabio sedendosi meglio e portandosi le mani per un secondo intorno ai gomiti e poi di nuovo poggiate sulle cosce, in un movimento senza senso

“l'ha detto a me, sicuro” sentenziò Brando a quel punto, senza staccare gli occhi dal piccolo. Fabio saltò su e gli rivolse una breve occhiataccia, infastidito dal suo tono risoluto

“no, l'ha detto a me semmai!” lo corresse con ovvietà “ma se mi stava guardando!” insistette Brando “ovvio che ti guarda tu lo fissi!” ribattè subito Fabio “no, diceva a me ti dico... ci passo più tempo” aggiunse. Brando lo ignorò e si alzò per prendere in braccio il bambino “diceva a me” sentenziò “io lo chiamo sempre bello di papà... o amore di papà... associa più me a questa parola. Non è vero amore??” insistette sorridendo al pupo “ma che vuol dire questo???” protestò Fabio, alzandosi a sua volta e avvicinandosi, scocciato che Brando lo tenesse quasi voltandogli le spalle

“dai piccolo dillo di nuovo... papà... papà... è facile!” tentò cullandolo per un attimo su e giù come se quella parola avesse potuto cascar giù da un momento all'altro come da un barattolo

“non lo dice perchè non la stava a dì a te” insistette ancora Fabio incrociando le braccia in segno di stizza. Brando si poggiò Mirko su una spalla, reggendolo con una mano sola, per girarsi a fulminare Fabio con lo sguardo “senti...” iniziò, ma venne subito interrotto dal bambino “papa papa papa!” trillò allungando le braccine verso qualcosa oltre le spalle del riccio. Tutti e due i ragazzi si voltarono verso l'oggetto di tanto strepitare, e notarono che Mirko ripeteva quella parola smaniando per raggiungere il pacco di biscotti abbandonato sopra una delle mensole del soggiorno.

Fissarono la scatola per un attimo, mentre il piccolo iniziava a lagnarsi un po' “ah..” disse Fabio “papa sarebbe pappa” “vuole i biscotti” gli fece eco Brando in tono deluso.

Si scambiarono un'occhiata e poi una risatina imbarazzata, rendendosi conto entrambi della scena che avevano messo su poco prima “ehm... ci siamo fatti un po'...” incespicò Fabio arrossendo “si ci siamo scaldati troppo” concordò Brando “in fondo...” aggiunse aggrottando le sopracciglia con una smorfia “non è così importante a chi lo dice prima, no?” Fabio annuì “già! Anzi... è lo stesso, assolutamente lo stesso” precisò grattandosi la nuca, in imbarazzo. Brando si voltò, per non far vedere anche la sua di vergogna, e afferrò il pacco di biscotti, dato che Mirko stava iniziando a trasformare i propri lamenti in veri e propri singhiozzi. Ne tirò fuori uno “ecco vuoi questo?” disse al bimbo, che smise all'istante di piangere arraffando il biscotto con tutte e due le mani. Fabio lo guardò di traverso a quel punto “ha appena finito di mangiare Bra...” lo rimproverò. Il riccio sbuffò, superandolo col bimbo in braccio “madonna Fà rilassati! Uno gliene ho dato! Che c'hai paura che si ingrassa??” sbottò e poi, cambiando totalmente tono di voce per rivolgersi al piccolo disse “che dici andiamo a fare la doccia e poi ninna?” Mirko emise un gridolino felice, mentre con gli unici due denti che aveva rosicchiava piano piano il biscotto “sì! Doccia con papà!” aggiunse stampandogli un altro bacio con lo schiocco sulla guancia. Poi si voltò verso Fabio, parlandogli in modo più dolce ora “te la vuoi fa prima tu?” il ragazzo scosse la testa con un mezzo sorriso “andate andate...” rispose “così se mentre lo rivesto parte l'idrante almeno sta maglia è già da buttare!” aggiunse facendo ridere Brando.

 

 

Fabio entrò nel bagno una manciata di minuti dopo gli altri due. Gettò un'occhiata divertita al box doccia dove Brando si stava lavando tenendo Mirko seduto su un braccio, sotto il getto d'acqua calda. Iniziò a lavarsi i denti intanto che aspettava, cominciava a sentirsi parecchio stanco anche lui.

Si voltò di nuovo, poggiando i reni al lavandino, mentre si spazzolava i molari.

Brando insaponava la testa del bambino con delicatezza. Mirko si sporgeva dalle sue braccia per acchiappare al volo le bolle di schiuma. Poi di colpo la sua attenzione venne calamitata dal flacone arancio fluo del bagnoschiuma che il padre aveva preso “ooo” commentò a veder uscire un gel denso e dal colore acceso. Allungò una manina per tentare di afferrarlo, impiastricciandosela tutta. Brando rise “vuoi fare tu?” gli chiese vedendolo annuire. Così gli spalmò un po' di bagnoschiuma sulla manina e se lo caricò contro una spalla “toh. Insapona papà” gli disse mentre lo lavava un po' dappertutto con l'altra mano. Il piccolo prese a schiaffeggiargli con la manina insaponata il collo e le scapole, gridando di contentezza. Fabio trattenne una risata, per la bocca piena di dentifricio, e si voltò di nuovo per sciacquarsi.

 

Sarebbe potuto starci tutto il giorno a guardarsi le espressioni che era capace di fare quel bambino. In nove mesi gli aveva già fatto un milione di fotografie.

 

Poggiò lo spazzolino e poi afferrò l'asciugamano grande appeso vicino al suo accappatoio, proprio quando Brando annunciava “ecco qua, il pacco è pronto” per dire che poteva prendersi Mirko. Aprì la doccia con una mano e Fabio avvolse il bambino nell'asciugamano fin sopra la testa. Il riccio richiuse la porta, girando poi la manopola della doccia sull'acqua praticamente bollente. Gli voltò le spalle pescando lo shampo dal porta-sapone.

Fabio girò il bambino verso l'esterno, mentre gli frizionava un po' la testa per asciugarlo. Gettò un'occhiata a Brando nella doccia e sorrise avvicinandosi Mirko al viso per parlargli all'orecchio “è bello papà, vero?” gli disse, piano ma abbastanza chiaramente perchè anche il riccio lo sentisse “eh si, proprio bello” aggiunse lanciandogli un'occhiata maliziosa, quando quello si girò a guardarlo, sorridendogli e scuotendo un po' la testa.

 

 

Fabio stava rivestendo Mirko in camera loro. Ormai era diventata un'impresa perchè non stava fermo un secondo: non si faceva in tempo a girare gli occhi per prendere qualcosa, che te lo ritrovavi a gattonare dal lato opposto del letto. Il ragazzo rise, afferrandolo per il pannolino e ritirandoselo di fronte per l'ennesima volta in cinque minuti “vieni qui, monello!” gli disse infilandogli un po' di prepotenza dalla testa un pigiamino intero. Gli fece il solletico sulla pancia e Mirko scoppiò a ridere, smettendo per un attimo di tentare la fuga. Soddisfatto Fabio riuscì ad mettergli con una mossa fulminea gambe e braccia del pigiama “chi è l'amore di papà?” gli disse in tono dolce mentre gli allacciava i bottoncini tra le gambe “sì, sei tu! Bravo!” si rispose da solo poco dopo, prendendogli entrambe le manine insieme e baciandogli i piccoli palmi. Il piccolo fece scrosciare una risata, prima di respirare a fondo e dire “papà” Fabio si bloccò di colpo, pensando subito di aver capito male “n-non è possibile che ancora vuoi mangiare Mì” disse insicuro, mentre parava con le mani un paio di calcetti. Mirko rotolò sulla pancia per tirarsi su a gattoni e poi seduto “papà!” ripetè più forte. Fabio ebbe la sensazione di ricevere un pugno nello stomaco, ma non doloroso... era l'emozione che gli chiudeva la gola. Non si era sbagliato! Stavolta l'accento c'era! Mirko stava chiamando lui! Si sciolse in un sorriso felice “amore..” gli disse prendendolo in braccio per un attimo per baciarlo su tutte e due le guance. Poi lo ripoggiò seduto sul materasso. Sulle prime l'istinto era stato quello di chiamare Brando praticamente urlando e dirglielo, condividere quell'emozione con lui subito! Poi però gli venne in mente che forse... poteva rimanerci male... visto come aveva reagito poco prima, quando sembrava che lo avesse detto. Sorrise al bambino, chinandosi per avvicinarglisi col viso “non diciamo niente.... ok Mirketto?” gli disse a bassa voce “sarà il nostro segreto va bene?” aggiunse mentre il piccolo gli si appendeva per un attimo alle guance, facendo leva per alzarsi.

 

Con i dovuti sostegni aveva iniziato a fare le prove generali per reggersi in piedi.

 

Fabio liberò la testa dalla presa del bambino rifacendosi dritto, proprio un istante prima che Brando entrasse in camera in accappatoio. Gli arrivò alle spalle e si sporse per lasciargli un bacino al lato della testa, tutto grondante d'acqua dai capelli, che lo fece sobbalzare “oh! T'ho fatto paura??” chiese divertito “ero sovrappensiero!” replicò Fabio in imbarazzo, mollandogli una leggera sberla al braccio “che dicevi a Mirko?” gli chiese tranquillamente il riccio, mentre si tirava su il cappuccio per strofinarsi la testa “niente!” esclamò subito Fabio “le solite cose...” aggiunse in imbarazzo “beh qui ci pensi tu? Vado a lavarmi” buttò lì di colpo marciando fuori dalla stanza, sotto lo sguardo interrogativo del riccio.

 

 

Quando Fabio tornò dal bagno, pulito e già perfettamente vestito per la notte, trovò Brando steso sul letto, a torso nudo, che faceva fare l'areoplanino a Mirko, seduto sulla sua pancia. Sorrise per un attimo, intenerito da quella scena, prima di tornare in modalità -unico genitore adulto di casa-

 

“su, è ora di andare a letto, è tardi” sentenziò in tono dolce. Brando gli rivolse un'occhiata mentre faceva scendere il bambino dal suo torace “possiamo...” “no” esclamò immediatamente Fabio senza farlo neanche finire “non sai neanche cosa stavo per dire!!” protestò infatti il riccio, accigliandosi. Il ragazzo lo guardò con aria di stanco rimprovero “volevi tenere Mirko qui con noi” replicò con ovvietà. Il riccio tacque stizzito.

 

Colpito e affondato

 

Fabio sospirò scuotendo la testa con un sorriso “madonna Bra, certe volte sei più bambino di lui!” esalò “ma solo ogni tanto..” tentò Brando, provando a vedere se, con la voce dolce, riusciva a ottenere qualcosa “dai, ti prego amore, sono stanco”. Ma Fabio non si fece impietosire per niente “dai lo dico io a te!” replicò, mentre Mirko faceva rimbalzare lo sguardo da uno all'altro dei suoi papà come in una partita a tennis “abbiamo la fortuna di avere un figlio che si addormenta da solo, tranquillo, nel suo lettino... gli devi fa venì il vizio per forza!” aggiunse mentre piegava stancamente un paio di vestiti (di Brando) trovati in giro per la stanza.

Il riccio sbuffò. Detestava quando aveva così dannatamente ragione.

“e va bene!” sbraitò alzandosi di mala voglia da letto, si calcò una maglietta, e prese in braccio Mirko “ma se si sveglia stanotte, ci vai tu!” intimò fulminandolo con lo sguardo mentre passava “come sempre, amore mio!” ribattè Fabio ridacchiando, mentre Brando gli alzava un dito medio uscendo dalla stanza.

 

 

“grillo parlante del cazzo..” borbottò Brando mentre attraversava il corridoio, poi si morse la lingua un istante dopo “cavolo...” si corresse guardando il bambino che si ciucciava una manina divertito. Sospirò. Se per colpa sua la prima parola di Mirko fosse stata una parolaccia, era certo che Fabio lo avrebbe ammazzato!

Arrivato alla cameretta depositò delicatamente il bambino sdraiato nel letto “eccoci qua, buonanotte amore” gli disse in tono dolce, mentre quello già si rimetteva seduto, non avendo alcuna intenzione di dormire. Brando lo osservò divertito mentre si aggrappava con tutte le sue forze alle sbarre del lettino e si tirava faticosamente in piedi. Lo studiò mentre iniziava a assaggiare il bordo imbottito del letto.

 

Lui ogni tanto se lo chiedeva... di chi dei due fosse biologicamente figlio. Mirko aveva gli occhi nerissimi come i suoi... ma anche Giovanni li aveva così scuri, quindi non significava granchè. Era biondo, come Fabio da piccolo. Ma anche la ragazza che aveva fatto la maternità surrogata lo era.. perciò anche quel particolare era poco indicativo. Non che fosse sul serio importante.... era più che altro curiosità la sua.

 

Il piccolo emise un gridolino per richiamare la sua attenzione e Brando gli sorrise “eh lo so...” gli disse “ma non puoi venire di là” gli spiegò in tono dolce, e poi abbassando la testa verso di lui e la voce aggiunse “sennò papà rompe!” Mirko fece un versetto buffo “sì. Sì sono d'accordo, rompe un po'” replicò Brando ritirandosi su e sorridendo ancora “no. Non è vero..” ammise a quel punto accarezzando il piccolo sulla testa “ha ragione dai. Dormi nanetto” gli intimò. Quello, per niente convinto, staccò entrambe le braccine dal bordo e le sollevò per farsi prendere in braccio. Così facendo però, perse il sostegno per stare in piedi e rovinò all'indietro. Brando non fece in tempo ad acchiapparlo e lui diede una sederata sul materasso “oh oh..” disse guardandosi intorno, stupito dal capitombolo. Il ragazzo scoppiò a ridere “beh le capacità atletiche so tutte di Fabio!” sghignazzò, chinandosi poi in avanti per stampare al pupo un bacino sulla fronte “buonanotte Mirkolì, a domani, spero!” aggiunse guardandolo fintamente male per un attimo, prima di voltarsi per andarsene.

 

Il piccolo, vedendolo andar via, si affrettò a ritirarsi in piedi reggendosi alle sbarre, e lo chiamò a voce alta “papà!” Brando si paralizzò sul posto e si voltò lentamente dalla sua parte “che hai detto??” chiese ridicolmente. Mirko non si fece pregare “papà papà papà!” lo chiamò di nuovo tendendo le braccia verso di lui per farsi prendere. Brando sentì la gola chiudersi e forse il cuore saltare un paio di battiti, mentre meccanicamente si riavvicinava al lettino. Lo prese in braccio e lo abbracciò stretto “papà” ripetè di nuovo il piccolo abbandonandogli la testina sulla spalla, felice di essere stato accontentato. Il ragazzo sentì pizzicare gli occhi mentre con una mano gli massaggiava la schiena. Gli sembrava non esistesse niente di più bello di quella parola. Staccò il bambino da sé e gli stampò due baci sulle guance talmente forte da farlo tirare indietro “beh dopo questa io qui da solo non ti ci lascio” sentenziò “non me ne frega se sei un dritto e lo hai fatto apposta, ma io so troppo contento” aggiunse ridacchiando.

In quel momento pensò a Fabio, che effettivamente passava molto più tempo di lui con Mirko ogni giorno. Che si occupava di lui meglio, a parer suo... e che faceva sempre lui tutte le cose che lui non si sentiva di fare (lavaggi nasali, medicine, taglio unghie, medicazione di ferite...) e si sentì quasi in colpa per quel piccolo regalo che Mirko gli aveva fatto. Così decise di non dirgli niente, per non farcelo rimanere male.

 

“senti..” esordì alle sue spalle quando rientrò in camera col bimbo in braccio. Fabio alzò gli occhi al cielo, capendo al volo dal suo tono che lo aveva riportato indietro. Si voltò a lanciargli un'occhiata incrociando le braccia, metà guardandolo male e metà ridendo “solo stanotte poi basta promesso!” esclamò Brando davanti alla sua espressione che, comunque, lasciava presagire che avrebbe ceduto.

Il riccio tirò su il bambino di modo da stare con i visi vicini “dai! Non ti facciamo tenerezza neanche un po'??” insistette sporgendo fuori il labbro inferiore, mentre Mirko ridacchiava. Fabio scoppiò a ridere “lui pure pure... tu insomma...” lo prese in giro. Poi lasciò andare un sospiro rassegnato, puntando le mani sui fianchi e guardando di lato con un sorriso stanco “e va bene..” concesse. Brando fece un gesto col braccio a indicare la vittoria e, tutto contento, sistemò Mirko in mezzo al letto mettendosi poi semi sdraiato dal suo lato con un cuscino ripiegato dietro la schiena, guardando poi Fabio con un gran sorriso stampato in faccia. Il ragazzo scosse la testa sorridendo, mentre spegneva la luce e si avvicinava al letto.

 

Non lo avrebbe mai ammesso, ma quel sorriso felice che sapeva fare Brando, gli faceva effetto eccome... ancora dopo tanto tempo.

 

Si sdraiò dal suo lato, accanto al bambino, e si mise a pancia in sotto portando un braccio sotto il cuscino e girando il viso dal lato di Brando, che ancora lo guardava, con un vago sorriso.

Mirko rotolò voltandosi dal lato di Fabio e addossandosi a lui, iniziando a mordergli la spalla, lasciata nuda dalla canottiera. Fabio gli gettò una breve occhiata e un mezzo sorriso, senza dirgli niente. Brando aggrottò le sopracciglia, vedendo il bimbo che praticamente lo stava masticando, con quei suoi due dentini

“non fartelo fare, sei pieno di segni!” gli disse afferrando Mirko per un braccio e tirandolo delicatamente, ma Fabio lo fermò “no lascia..” gli disse subito, ma in tono calmo “lascialo fare. Lui ne ha bisogno, e a me non da fastidio” aggiunse rilassato. Il riccio lo guardò intenerito, pensando a quanto fosse vero tutto quello che poco prima pensava di lui “sei un papà buonissimo” gli disse con un filo di voce. L'altro fece uno sbuffo di risata, occhieggiando il bimbo che ancora lo mordeva “mi sa che Mirko è d'accordo con te” scherzò, facendo scoppiare a ridere anche Brando “ti amo” ammise con semplicità, lasciando andare un sospiro, e guardandolo di nuovo. Fabio gli rivolse un'occhiata divertita, e un po' incuriosita da quello slancio “uh uh uh... sei in vena stasera eh?” lo prese affettuosamente in giro, dato che non era usuale che senza motivo si lasciasse andare a smancerie simili. Brando ghignò, non raccogliendo la provocazione “beh visto che il sesso ormai lo vediamo col binocolo... almeno questo volevo ti fosse chiaro” Fabio sollevò un sopracciglio, sistemando meglio il braccio sotto al cuscino “sei tu che continui a portare Mirko nel letto, caro mio” ribattè, aspettandosi in risposta un'altra battuta, che non arrivò. Lo vide sospirare di nuovo invece e accarezzare le gambe al bambino “lo so lo so...” nicchiò “prometto che questa è l'ultima volta” Fabio rise “sì certo...” commentò, per nulla convinto “no davvero!” insistette Brando “però stasera proprio non potevo lasciarlo di là” si fece scappare poi. Arrossì subito dopo, davanti all'espressione incuriosita di Fabio “e perchè?” gli chiese.

 

Maledizione... si era fregato

 

Fabio sorrise dell'espressione imbarazzata di Brando che non sapeva bene che balla inventarsi, quando un lampo di comprensione gli attraversò il cervello “ti ha chiamato papà” sentenziò sicuro “vero?” lo incalzò subito dopo. Rise quando lo vide muoversi un po' a disagio, evitando subito il suo sguardo “beh.. ecco...” balbettò “l'ha fatto anche con me prima, mentre lo vestivo” lo liberò subito dall'impaccio.

 

La sua faccia era comica, ma lui non aveva cuore di tormentarlo troppo. Sopratutto perchè aveva capito glielo avesse nascosto per non ferirlo. Aveva fatto la stessa identica cosa lui.

 

Brando spalancò gli occhi e si girò sul fianco dal suo lato “sul serio??” esclamò, richiamando l'attenzione anche di Mirko, che smise di torturare la spalla di Fabio e si girò a guardarlo interrogativo. Fabio annuì “e perchè non me l'hai detto???” insistette Brando corrucciando le sopracciglia, mentre il piccolo iniziava ad allungare le braccia nel tentativo di afferrargli il mento “per lo stesso motivo per cui non me l'hai detto tu, immagino” replicò Fabio con un sorriso dolce, che ebbe il potere di fargli sparire la stizza che lo aveva assalito lì per lì. Il riccio scosse la testa, mentre Mirko rinunciava e iniziava a ciucciarsi una manina “e io che mi sentivo così in colpa!” ammise rimettendosi di nuovo a pancia in su “e invece il ruffiano lo ha detto lo stesso giorno a tutti e due” aggiunse pizzicando leggermente una coscia del piccolo.

Fabio gli sorrise, felice “si vede che per lui è lo stesso, me o te” gli disse, e poi rivolgendogli uno sguardo innamorato aggiunse “anche se è la tua copia sputata” Brando aggrottò la fronte, stupito che Fabio pensasse una cosa così “tu dici?” esclamò “secondo me somiglia a te” aggiunse convinto, rivolgendo al piccolo diavoletto, che ancora si dimenava come fosse mezzogiorno, uno sguardo analitico. Fabio scosse la testa e sporse il braccio per avvicinarsi un po' il bambino e rimettendolo a pancia in su “come è è... fatto sta che sto furbastro dorme di nuovo in mezzo a noi” commentò, iniziando poi ad accarezzargli con un dito il centro della fronte.

 

Sapeva che quel gesto lo faceva rilassare... ed era decisamente ora che dormisse.

 

Brando rivolse uno sguardo a tutti e due, sorridendo leggermente di nuovo “questo fine settimana se lo tiene tuo padre... vero?” chiese speranzoso mentre Mirko, finalmente, si concedeva un gran sbadiglio. Fabio annuì, chiudendo e riaprendo gli occhi con lentezza. Era stanco e il bimbo che si avviava verso il sonno gli faceva sempre un effetto stra rilassante a tutti i muscoli.

“sì” confermò a voce “finalmente” si concesse di dire, anche se a voce bassa, quasi come si vergognasse “non vedo l'ora! Di averti un po' tutto per me” esclamò invece Brando senza nessuno scrupolo, facendolo sorridere. Si passò una mano sul viso e sui capelli tirandoseli indietro “madonna... me devo fa almeno un paio di seghe sennò vengo subito” borbottò tra sé e sé facendo scoppiare Fabio a ridere, piuttosto sonoramente stavolta. Staccò la mano da Mirko per pizzicarsi la radice del naso, nel tentativo di smettere. Brando lo guardò divertito, lo vide scuotere un po' la testa “ti amo... un sacco” sospirò aprendo solo un occhio a guardarlo da sotto in su.

 

Amava tutto di lui. Pure il fatto che fosse così sboccato. Faceva parte del pacchetto di cose che rendevano Brando.... Brando.

 

Il riccio ridacchiò a sua volta “e su questa possiamo pure dormire va...” sentenziò dispiegando il cuscino dritto e rimettendosi di nuovo sdraiato sul fianco, rivolto verso di loro.

“sì..” disse Fabio con un altro sospiro “notte” aggiunse in tono dolce, per poi rivolgersi al bambino “buonanotte Mirko”.

Brando lo vide dare un'altra sistemata al braccio sotto al cuscino, prima di poggiare l'altra mano sulla pancia di Mirko e chiudere gli occhi. Sorrise ancora. La mano di Fabio era davvero grande se paragonata al piccolo torace del bambino, lo copriva quasi interamente, e a lui sembrava l'immagine più dolce del mondo.

Spense la luce e incrociò per un attimo lo sguardo del pupo, che nella penombra della stanza gli rivolse un gigantesco sorriso sdentato. “vabbè Mirkolì” gli disse sporgendosi a dargli un bacino sulla fronte “papà e papà dormono... vedi tu poi che voi fa eh?” aggiunse prima di sdraiarsi completamente, ripiegando un braccio sotto la testa a fare da cuscino.

Allungò l'altro oltre il bambino che gli stava accanto, e lo parcheggiò sulla schiena di Fabio, all'altezza del punto vita. Lo accarezzò distrattamente un paio di volte, lì dove poggiava la mano, poi chiuse gli occhi, rilassandosi completamente.

 

 

 

  
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