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Autore: Maggiechan_75    13/09/2021    1 recensioni
Sono passati cinque anni, nevicava.
Sapevi quanto per me era importante quel giorno. Lo sapevi eppure quel giorno mi hai lasciato da sola.
Ed io come ogni anno ci speravo.
Avevo la speranza che tu cambiassi le tue abitudini per me.
Per questo storia mi sono ispirata dalla canzone di Laura Pausini "Invece No"
Genere: Introspettivo, Malinconico, Song-fic | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Kaori Makimura, Nuovo personaggio, Ryo Saeba
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: City Hunter
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Invece no, non c'è più tempo per spiegare
Per chiedere se ti avevo dato amore
Io sono qui e avrei da dire ancora, ancora


Le vacanze di Natale sono passate troppo in fretta, accidenti non ho sentito la sveglia.
 
- Hideyuki svegliati che facciamo tardi!

Dico ai suoi piedi che come ogni mattina si trovano al posto della testa, comodamente sopra il suo cuscino.

Ogni giorno ti assomiglia sempre di più. Ryo. 

La sua camera è un disastro!
Ogni giorno lo rimprovero e mi arrabbio rincorrendolo per tutta la casa perchè almeno i giocattoli li riponga nella proprio cesta. Non c’è nulla da fare ogni volta che devo venirlo a svegliare devo passare un campo minato.

Lo prendo in braccio ancora assonnato e mi avvicino alla finestra della sua camera.
Il panorama è sempre lo stesso, quello che vedo da ormai dieci anni…. Cambia solo la prospettiva.

Di fronte a me il “nostro” appartamento, quello che mi ha ospitato fino a cinque anni fa.
Non posso più chiamarlo “nostro”. Me lo dico ogni mattina mentre scruto la strada cercandoti.

- Eccolo! papà sta tornando a casa!

Sorride Hideyuki, tuo figlio. 
Sorride perchè lui anima innocente non sa cosa fai ogni notte. Non sa che non sei cambiato di una virgola. 
Lui non sta notando come stai barcollando da quanto ubriaco arrivi a casa.
Sorride e non si chiede nemmeno perchè non vivi con noi e non vieni mai a trovarlo. 
Lui è ancora piccolo quindi è bastato fargli credere che lavorando di notte  è meglio dormire dall'altra parte della strada, per non disturbarci a vicenda.

Anche questa mattina non riesci a centrare il buco della serratura al primo colpo.
Mi rattrista vederti così. 

Perchè ogni mattina devo farmi del male così?!
Perchè invece che entrare, spero di vederti uscire da quella porta e attraversare la strada per suonare al mio campanello?!

Sorrido a nostro figlio.
Sorrido mentre vorrei solo piangere.

In cinque anni non ti sei nemmeno accorto che sono a pochi metri da te.  Il campanello del portone di ingresso è proprio a fianco a quello di Mick Angel.
Mi domando dove guardi quando esci dalla porta del loro appartamento. Di fronte alla sua, c’è la nostra porta con un enorme cartello in legno con scritto Makimura.
Come fai a non essertene accorto? Ma soprattutto come faccio io ad illudermi che tu lo faccia?

In fondo nemmeno io sono cambiata in questo, ma ora non c’è tempo per farmi sopraffare dalla rabbia e dalle emozioni.

- Andiamo a fare colazione Hiki oggi si torna a scuola!

- Siiiii!! che bello così potrò rivedere Akira, Benjiro, Chikao, Daisuke, Eikichi, Fujio, Hajime, Hikaru e Hyosuke...

Adora stare in compagnia dei suoi amici, rigorosamente maschi.

Adesso non ho tempo di pensarti, non me lo posso permettere!

Lascio Hideyuki in cucina mentre vado a rifare i letti.
Le mie giornate sono sempre così piene di impegni, il primo dei quali è quello di guadagnare il necessario per pagare affitto, bollette e la spesa per stasera e quella di tutto il mese.

E’ stata dura in questi cinque anni. 

Eriko è riuscita a farmi assumere alla Yamaha. 
Non è il lavoro dei miei sogni perchè fare la stessa operazione tutto il giorno non è il massimo ed è tanto noioso, ma almeno mi permette di vivere e crescere tuo figlio, Ryo!

Adesso non ho il tempo di pensarti, non me lo posso permettere!

Mi devo truccare per coprire le occhiaie che mi sono venute stando tutta la notte sui libri. 

Non potrò mai aspirare a quel posto di segreteria amministrativa se non riuscirò a diplomarmi quest’anno.
Se fallisco non riuscirò a iscrivere Hiki a nuoto. Il pediatra si è così raccomandato, dice che i bambini devono iniziare a fare dello sport sin da piccolini e il nuoto è quello più raccomandato.
Non voglio che finisca come me che so a malapena stare a galla.
Non voglio che mi tenga il muso perchè i suoi amici ci andranno e lui no.

- Mamma, mamma ….

L’urlo di richiamo di Hiki mi fa sussultare proprio mentre mi sto mettendo il rimmel. Lo fa ogni mattina ed ogni mattina mi spavento. Dove diavolo ho messo lo struccante?!

- Sto arrivando Hiki, mi sto truccando

- Mamma! mamma…

“Mamma” quante volte, nei primi anni, ho immaginato di essere chiamata così.
Nei nove mesi in cui lui era dentro di me, lo immaginavo tra le lacrime e malinconia pensando a te.
Nei mesi successivi, lo immaginavo con il sorriso fantasticando cosa si provasse essere chiamata “mamma”. Lo facevo mentre lo guardavo dormire come un angioletto dopo che mi aveva fatto passare la notte in bianco per le coliche.

Ma in tutto quel tempo ero consapevole che Hideyuki non avrebbe mai avuto un papà.
Sapevo che quel test ti aveva scosso, ma allo stesso tempo speravo che ti avesse anche fatto prendere la giusta decisione. 

- Mamma!

Ma che diavolo ha oggi è più insistente del solito. Sono così nervosa devo mollare tutto e andare da lui. 
Se solo ci fossi anche tu….

Ti ho aspettato per cinque lunghi anni e finalmente ti sei deciso a incontrarci.

Ma ora dove sei Ryo sono passate altre due settimane, dove sei!?
Non ho il tempo di pensarti, non me lo posso permettere!
Non lo posso fare perchè tuo figlio ha appena combinato un disastro in cucina ha fatto cadere la ciotola di latte su tutto il pavimento!

- Siamo in ritardissimo!

Usciamo di casa così di fretta che non mi sono accorta che ho dimenticato e il cambio di Hiki e il cellulare sopra il tavolo accidenti!  
Devo rifarmi due piani di scale, quante volte le faccio ste stramaledette scale al giorno?
Al mattino scendo con Hideyuki in braccio, la mia borsa e il suo cambio e spesso devo risalire con tutto perchè ho dimenticato qualcosa. 
Almeno non ho mai dimenticato tuo figlio, rido istericamente mentre ansimante finalmente salgo in macchina, mi giro perchè non ricordo se gli ho messo la cintura di sicurezza.
Ho mille pensieri per la testa…

Non ho tempo di pensare a te, non me lo posso permettere!

Non posso pensare al fatto che ogni mattina quando esco di casa spero di vederti. 
Non posso incazzarmi e piangere quando ci troviamo ai lati opposti del marciapiede.
Stringo le mani sul volante mentre penso che ti basterebbe alzare lo sguardo per vederci, ma non lo fai mai!

Non posso credere che tu non ti sia mai accorto quanto sia vicina a te!
Non posso credere che in cinque anni io stia ancora aspettando! 
Non posso ammettere a me stessa che ti stia amando ancora così tanto! 

Ma ora non c’è tempo di pensare, ho appena il tempo di un caffè al volo nella macchinetta della Yamaha prima di iniziare il mio turno. 
Otto ore a tirare le corde per accordare il piano, dicono che sia un lavoro delicato ed io sono fortunata ad averlo imparato così velocemente. Sarà un lavoro “onorevole” ma quanto è noioso Ryo. E’ sempre lo stesso movimento e qui anche se non ho tempo. Qui… anche se non me lo posso permettere.. 

Ti penso Ryo, anche troppo Ryo!

Mi manchi! 

Mi mancano i tuoi silenzi, quelli in cui riuscivi a trasmettere l’amore che provavi per me.
Mi mancano i tuoi sguardi dolci che mi regalavi quando ero triste e sconfortata.
Mi mancano anche quelli severi che mi lanciavi quando non eri d’accordo con me.
Mi mancano quelle parole non dette, ma che sapevi benissimo esprimere attraverso il tuo corpo.

A fine turno finisco sempre per pormi la stessa domanda.
“E’ stata la scelta giusta lasciarti?”

I motivi per cui l’ho fatto mi vengono in mente quando apro le braccia per accogliere Hideyuki che corre verso di me appena mi vede.

Non potevo rimanere con te. 
Ti senti un uomo soltanto quando impugni una pistola, ma senza di essa ti senti nudo come un bambino. E come tale ti comporti, incapace di assumerti qualsiasi responsabilità persino della tua stessa vita, vivi alla giornata e lo fai ancora oggi.

Non potevo rimanere con te. 
Sei un bambino che ha paura di rimanere solo, e per non pensarci passi il tuo tempo in compagnia di quattro oche che a malapena sanno il loro nome. 

Inchiodo ad un semaforo rosso in preda alla gelosia e alla delusione. 

Non potevo e non posso vivere con una persona del genere Ryo! Che insegnamento avresti lasciato a tuo figlio!?

Le giornate sono sempre troppo corte!! 
Non ho il tempo di pensarti ...
Eppure ogni giorno ti penso anche troppo Ryo!

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Per scrivere questo capitolo mi sono ispirata alla mia quotidianità. Quella di una mamma che deve portare tre figli in orario si spera a scuola :p
Lascio a voi decidere se la freneticità della giornata tipo di Kaori siano esasperatamente romanzata o reale ^^
PS Tengo a precisare che non sono una mamma single, per fortuna. I pensieri di Kaori sono frutto della mia creatività :p

 
   
 
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