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Autore: purpleblow    13/09/2021    0 recensioni
Snow non era mai stato una cima nello studio, però in un modo o nell’altro se l’era sempre cavata quando si trattava di fare bella figura alle interrogazioni dato il suo carattere particolarmente estroverso e la sua dialettica pressoché perfetta. Da invidiarlo, certo, peccato che quando era il turno dei compiti scritti si ritrovava fregato: non solo perché era un disastro nello spiegarsi per scritto, ma soprattutto perché non poteva improvvisare in quei casi. [Iniziativa: questa storia partecipa a "Back to school" a cura di Fanwriter.it
Prompt: 8) A è molto bravo nello studio e B ha il disperato bisogno di passare il prossimo compito/esame. È disposto a fare qualsiasi cosa A gli chieda.]
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Pieces 
 

Snow non era mai stato una cima nello studio, però in un modo o nell’altro se l’era sempre cavata quando si trattava di fare bella figura alle interrogazioni dato il suo carattere particolarmente estroverso e la sua dialettica pressoché perfetta. Da invidiarlo, certo, peccato che quando era il turno dei compiti scritti si ritrovava fregato: non solo perché era un disastro nello spiegarsi per scritto, ma soprattutto perché non poteva improvvisare in quei casi.

E quello stesso Venerdì il caso voleva che il professore di biologia avesse programmato un compito su argomenti maledettamente difficili e più che altro noiosi, cosa per cui Snow si era ben guardato dal prendere appunti e/o ascoltare le spiegazioni dettagliate e puntigliose dell’insegnante, preferendo staccare il cervello e pensare a cose ben più entusiasmanti — come per esempio quel riff fighissimo che aveva trovato per la nuova canzone della sua band: accidenti se quello era interessante, mica le formule astruse o chissà cos’altro di palloso!

In ogni caso, noioso o meno, doveva trovare una soluzione alla svelta visto che i giorni che lo separavano dalla verifica erano appena tre in croce e, se avesse dovuto arrangiarsi da solo, non avrebbe certamente cavato un ragno dal buco. E allora come fare?

Mentre i suoi occhi vagavano quasi rassegnati per l’aula finirono per posarsi sulla figura minuta e irrigidita di Yuffie Kisaragi: studentessa modello e quasi sempre prima della classe in ogni materia, sempre perfetta e tremendamente puntigliosa qualsiasi cosa riguardasse la scuola; in teoria ricevere aiuto da lei avrebbe significato un successo sicuro, il problema era che quella era qualcosa di più simile ad un’arpia e non faceva niente per niente, a meno che non avesse un proprio tornaconto. Poco da fare, era risaputo che Yuffie fosse un’egoista di prima categoria e infatti difficilmente Snow ci aveva avuto a che fare dati i caratteri totalmente opposti e a rischio di sicura collisione. Ma forse in quel caso poteva ingoiare il rospo e tentare di negoziare per evitare il fallimento nel compito? In fin dei conti lui sapeva essere convincente, oltre al fatto che era molto popolare fra le ragazze, quindi magari anche Yuffie si sarebbe lasciata persuadere con poco — seh, credici Snow!

 

Finita la lezione di letteratura che ovviamente non aveva seguito, ahinoi, perché troppo impegnato a pensare a come sbrigarsela in biologia, ritrovandosi poi successivamente il problema letteratura in futuro, ma dettagli, raccolse in fretta e furia le proprie cose in modo da acchiappare al volo la Kisaragi prima che se ne andasse a pranzo chissà dove — già, dov’è che andava quella ragazza a mangiare? Mai che una volta l’avesse vista in mensa — cercando di stamparsi in faccia la solita espressione sicura, senza però ricordarsi che Yuffie detestava gli sbruffoni, figurarsi se questi gli chiedevano un po’ del suo prezioso tempo.

 

« Kisaragi, ti dispiace se ti rubo un minuto? » esordì improvvisamente, facendola sussultare per la sorpresa essendo di spalle e non avendolo visto arrivare. Subito il suo volto si tinse di astio.

 

« È così urgente da giustificare un salto della mia preziosa pausa pranzo? » rispose lei, avviandosi fuori dall’aula con Snow che rimase stupito in un primo momento per poi seguirla.

 

« Beh, no. O meglio, per me lo è, ma se pranziamo insieme nessuno salterà niente, che ne pensi? » a quelle parole dette in maniera spontanea Yuffie si fermò di botto, rischiando che l’altro la investisse — e considerando che quello era bello piazzato e alto almeno quaranta centimetri più di lei, sarebbe stato problematico l’impatto. Si voltò verso di lui e lo guardò con un sopracciglio alzato in un misto tra incredulità e ostilità.

 

« Ci stai provando per caso, Villiers? » se ne uscì con tono acido, vedendo quell’altro sbiancare e alzare le mani in segno di resa. « Perché credimi, anche se hai un bel faccino non rientri nei miei interessi. » 

 

Se Snow fosse stato un tipo orgoglioso se la sarebbe presa tantissimo per quell’affermazione, ma la verità è che davvero non gli importava un fico secco dato che era del parere che ognuno aveva il sacrosanto diritto di avere i gusti che preferiva, senza contare che il punto non era assolutamente quello ma anzi, tutt’altro e chissà, magari l’avrebbe fatta infervorare molto di più.

 

« Assolutamente no, cosa vai a pensare? Devo chiederti solo un piccolo favore, ma prima direi di metterci comodi. » 

 

Snow non sapeva che però a lei quella rivelazione avesse dato dannatamente fastidio: l’orgoglio, almeno per lei, era un grandissimo punto debole e sapere che al ragazzo non era passato manco per il cervello di provarci, seppur fosse un tipo che mal digeriva, l’aveva irritata oltre ogni modo e neppure si peritava a nasconderlo. Non che credesse di essere Miss Gaya ma ehi, nemmeno a non scaturire un minimo di interesse da parte del prossimo, ecco!

 

« Come ti pare, ma si va dove dico io. » gli disse secca prima di riprendere a camminare senza aspettare una reazione, nera come se avesse una nuvoletta cupa sulla testa, cosa di cui Snow si rese conto ma decise che fosse il caso di far finta di nulla se non voleva incorrere nell’ira di quella cosina minuscola ma tanto pericolosa.

 

Camminarono fino al tetto della scuola in totale silenzio, lei col suo nervosismo addosso e lui pensieroso mentre tentava di formulare un discorso che non la infastidisse ulteriormente, sistemandosi poi seduti sul pavimento in pietra attutito dal lenzuolo colorato che Yuffie si era portata con sé, facendo persino la grazia a Snow, permettendogli si sedersi di fianco a lei, gesto al quale non mancò un ringraziamento vista l’indole educata del biondo e che stupì fortemente la ragazzina. Possibile che quel tipo trattasse con cortesia anche chi era scorbutico? O era scemo o era davvero il bravo ragazzo che sembrava ma che secondo lei era solo una farsa per far presa sugli altri.

 

Yuffie tirò fuori il suo bento con tutta calma, prendendo un boccone di riso speziato, dopodiché si decise a dar corda a Snow che con pazienza si stava gustando il proprio semplice panino al prosciutto.

 

« Allora Villiers, di cosa volevi parlarmi? E ti prego, dammi una spiegazione decente perché il fatto che tu, che non mi hai mai praticamente parlato, ti stia rivolto a me mi fa davvero moooolto strano. » 

 

Lui rimase per qualche breve istante ad osservarla mentre, con espressione soddisfatta, si gustava il proprio pranzo, dopodiché le rispose.

 

« Come ti ho detto poco fa, avrei bisogno di chiederti un enorme favore e, prima che me lo chieda, mi sto rivolgendo a te perché sei l’unica che possa darmi una mano. » ammise, più per lusingarla e tentare di rabbonirla, cosa che forse funzionò pure a giudicare dalla faccia compiaciuta che fece Yuffie.

 

« Certo, certo. E quindi…? » lo incalzò la ragazza a quel punto, mettendosi in una posizione più comoda e dedicandogli dunque tutta la propria attenzione, senza peraltro nascondere la curiosità.

 

« Mi serve che tu mi aiuti a studiare per il compito di biologia. » le rivelò a quel punto senza tanti giri di parole, cosa di cui tra l’altro lui non era capace. « Vedi, nelle verifiche orali me la cavo alla grande ma— » 

 

« Scusa un secondo… mi stai dicendo che, siccome sei consapevolmente un deficiente che non sta mai attento in classe e di conseguenza sai di essere fortunato ad avere quel carattere che riesce a fregare persino i professori ma ovviamente non puoi applicare lo stesso ai compiti scritti, vuoi che io sprechi il mio prezioso tempo a riempirti un po’ il cervello vuoto che ti ritrovi, salvandoti palesemente il culo? » descrivendogli la situazione mentre gli puntava le bacchette contro e lui annuiva deciso, capì di trovarsi davanti a un caso perso e poi non aveva affatto voglia di improvvisarsi insegnante. « La mia risposta è no, ovviamente. » 

 

Disse secca, afferrando un piccolo polpo con le bacchette per poi portarlo alle labbra e masticarlo piano e con gusto, studiando l’espressione dell’altro che sembrava non volersi dare per vinto — e Yuffie non se stupì per niente visto che conosceva benissimo il temperamento di quel ragazzo.

 

« Oh, andiamo, non puoi essere così crudele! » se ne uscì lui, notando il ghigno dell’altra che stava a significare semplicemente che era consapevole di essere come l’aveva definita e la cosa non la disturbava neppure un po’. « Ascoltami, sii ragionevole… potresti per una volta comportarti da altruista e boh, che ne so, magari la cosa potrebbe pure piacerti, no? » 

 

In un primo istante Yuffie rimase in silenzio a fissarlo con un’aria tra il truce e lo sconvolto, poi piano piano le sue labbra cominciarono a tirarle gli angoli della bocca e non riuscendo proprio a trattenersi gli scoppiò a ridere in faccia. Era assurdo, per non dire incredibile! Ma come faceva Snow a crederci davvero a ciò che diceva? Perché il modo spontaneo e innocente con cui glielo aveva detto le aveva fatto capire che era mortalmente serio e questo la divertiva da morire visto che nessuno a parte lui aveva mai osato accostarle la parola altruismo.

 

« Non c’è niente da ridere, ne va del mio rendimento scolastico, sai? Per quanto ovviamente non te ne freghi nulla, ok. » ci tenne ad aggiungere immediatamente, resosi conto che l’aveva fatta ridere con ancor più gusto. « D’accordo, senti Kisaragi, ti propongo una cosa: tu aiuti me con quel cavolo di compito e io farò ciò che vuoi. Una qualsiasi cosa a tua scelta, sia chiaro — purché rientri nelle limite del possibile. » 

 

Yuffie smise di ridere, asciugandosi una lacrima con la manica della divisa e Snow, notando come quelle parole avessero fatto effetto la incalzò.

 

« Allora, affare fatto? » le si avvicinò speranzoso, afferrando le sue mani nelle proprie mentre le rivolgeva un sorriso nel tentativo di convincerla a dire sì.

 

La ragazza rimase spiazzata da quel contatto e senza che l’altro se ne rendesse conto arrossì leggermente, presa in contropiede dalla situazione, anche se per fortuna durò che un istante perché subito si irrigidì e strattonò via le mani.

 

« E va bene. Andata. » a quelle parole Snow sfoggiò uno dei suoi migliori sorrisi, preparandosi ad esultare; Yuffie lo aveva notato che la reazione di poco prima lo aveva fatto rimanere male e vederlo nuovamente raggiante in un certo senso la tranquillizzò, cosa per cui addolcì leggermente il tono. « Abbiamo tre giorni di tempo, perciò vedi di seguire le mie indicazioni e di non farmi perdere la pazienza, ok? » 

 

« Sicuro! » annuì convinto, attendendo che la studentessa proseguisse il discorso.

 

« Siccome i miei sono sempre via per lavoro, possiamo studiare a casa mia in modo che nessuno possa disturbarci. Questo significa che ogni giorno, fino a Venerdì, verrai da me e senza lamentarti ti applicherai nello studio che, ti avverto, sarà particolarmente intensivo. Tutto chiaro? »  quasi lo sfidò con lo sguardo, anche se era certa che avrebbe accettato senza fiatare e non solo perché comunque era stato lui a pregarla di aiutarlo, ma soprattutto perché generalmente lui non era uno che si lamentava alla prima fatica.

 

« Certo, lo sai che la fatica non mi spaventa affatto. » le disse, confermando i pensieri di lei. « Hai già pensato a qualcosa per sdebitarmi? » 

 

A quella richiesta Yuffie scrollò le spalle, non avendo realmente la minima idea di come sfruttare la situazione. 

 

« Facciamo che avrò tutto il tempo del mondo per pensarci, mh? Ci penserò ardentemente, non temere, e quando mi verrà l’illuminazione te lo farò sapere. » gli disse con tono divertito, avendo visto l’espressione dell’altro quasi rassegnata all’idea che qualsiasi cosa Yuffie gli avrebbe chiesto sarebbe stato una sorta di incubo, conoscendola.

 

« Comincio a preoccuparmi. » esclamò, schiaffandosi una mano in faccia quasi pentito. Forse.

 

« E fai bene, caro Snow Villiers, ma d’altronde sapevi a cosa saresti andato incontro quando hai scelto di chiedere il mio aiuto. » 

 

Tutta quella situazione aveva preso una piega scherzosa cui nessuno dei due avrebbe mai immaginato: Yuffie non pensava di poter dar sfogo al suo lato sarcastico e giocoso con qualcuno, tantomeno Snow e l’altro beh, non aveva davvero idea che la sua compagna fosse così incline a scherzare dato che si era sempre dimostrata una persona solitaria che tutto la irritava — seppur era vero che tante volte aveva pensato che al di là di quella probabile maschera ci potesse essere una ragazza piacevole e forse non si era sbagliato.

Quel che era certo è che in quei giorni passati insieme l’avrebbe osservata per capire chi fosse realmente Yuffie Kisaragi, perché la cosa lo intrigava particolarmente e quasi lo scopo della nascita di quell’improbabile duo era passato in secondo piano.

 

« Allora ci vediamo oggi pomeriggio alle 15 a casa mia, non fare tardi o giuro che non ti apro nemmeno la porta. » lo avvertì lei prima di sistemare il cestino del pranzo e prendere le proprie cose per poi dirigersi in aula, lasciando solo il biondo che era rimasto a fissarla incredulo: dopotutto erano in classe insieme, possibile che lo avesse salutato come se non si fossero rivisti sino al pomeriggio? Beh, dopotutto era Yuffie e non avrebbe dovuto stupirsi — e soprattutto non avrebbe dovuto restarci male.

 

Con un sospiro raccolse il proprio zaino e si diresse anche lui nell’aula per seguire la lezione successiva che era anche l’ultima della giornata. Era motivato da quella specie di sfida e ciò che più dai tutto lo intrigava era quella ragazzina che, se dapprima lo aveva sì incuriosito ma senza che approfondisse la cosa, adesso aveva preso il suo modo di essere come una sfida da vincere: Yuffie era interessante a suo modo di vedere e il suo scopo era quello di conoscerla e di stringerci amicizia. Le era parsa in quei pochi istanti una tipa molto simile a lui, seppur le apparenze mostrassero altro, e si chiedeva per quale assurdo motivo non avesse mai tentato prima di andarle incontro; sì, era stata proprio un’ottima idea quella di chiederle una mano.

Quello che Snow non sapeva è che non era il solo ad essere stimolato da quella situazione: Yuffie stessa, seppur restia in un primo momento, era incuriosita a cosa avrebbe portato studiare assieme a colui che di base aveva un carattere che la irritava ma che invece in un qualche modo assurdo l’aveva sempre colpita — un pochino, sì, ma pur sempre colpita.

   
 
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