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Autore: Elizabeth_Carre    14/09/2021    0 recensioni
"Ma in questo giorno più triste di altri, la certezza che due di noi potrebbero morire nelle prossime settimane ci fa sentire già tutti morti, e forse un po' lo siamo già."
Genere: Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Katniss Everdeen, Peeta Mellark
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Rue ha probabilmente seguito Katniss in tutto il suo percorso fin qui, come ha fatto durante tutta la fase di preparazione. O forse ha deciso di suicidarsi o di far uccidere Katniss o di uccidere Katniss. Non ho ben capito.

Mi guardo intorno per vedere se qualcuno oltre me si sia accorto di lei ma tra sghignazzi e battutine i Favoriti si stanno preparando per la notte e non prestano molta attenzione a cosa succede sopra le loro teste.

Più tranquillo, rivolgo di nuovo lo sguardo alle fronde degli alberi e cerco di capire cosa stia succedendo preparandomi ad agire se ce ne fosse bisogno.

Le due ragazze si guardano semplicemente negli occhi instaurando una conversazione fatta di sguardi che io non riesco a percepire da qui.

Forse Rue vuole indicarle una via tra i rami che Katniss potrebbe seguire per scappare. Per portarla lontano da noi. Non la vedo proprio capace di ucciderla, mi dispiace anche solo averlo pensato.

Un'occhiata più minuziosa agli alberi però mi fa scartare l'ipotesi di una fuga tra i rami.

Katniss ha tre volte il peso di Rue e non la reggerebbero. Tuttavia la vedo indicarle il fogliame al di sopra della sua testa.

Tra le foglie fatichiamo a capire entrambi cosa cerchi di farle vedere, ma quando lo vede lei lo vedo anche io. Un nido di quelli che sembrano essere Aghi inseguitori.

Subito i suoi occhi scendono a guardare se qualcuno di noi l'abbia vista e io chiudo i miei per non farle sapere che la sto osservando.

Più grandi delle vespe comuni, gli Aghi Inseguitori hanno un pungiglione estremamente velenoso. Furono create in laboratorio durante la guerra e piazzate strategicamente, come mine terrestri, intorno ai distretti.

Una loro puntura oltre che ad essere alquanto dolorosa, induce delle potenti allucinazioni, e in casi estremi, la morte. Ne esistono ancora attorno ai Distretti. Come monito probabilmente.

Katniss dovrebbe scendere da lì se non vuole incorrere nelle conseguenze di una puntura. Forse è questo che cerca di farle capire Rue. Un avvertimento.

Riapro gli occhi e lei è ancora lì ad osservare Rue con aria corrucciata. Dalla mia posizione non capisco bene cosa le stia mimando con le mani la ragazzina ma dopo un primo momento di smarrimento capisco che per Katniss sarebbe l'unica via d'uscita.

Rue sta cercando di farle capire che dovrebbe provare a segare il ramo su cui si trova l'alveare e farlo cadere dritto su di noi provocando la nostra morte o la nostra fuga e darle, così, modo di scappare.

Il piano di Rue tuttavia comporta dei rischi anche per Katniss.

Oltre ad una puntura che di per sé sarebbe già grave, potrebbe comunque morire provandoci. O potrei morire io se ci riuscisse.

Sorrido nonostante questa prospettiva spaventosa. Se morissi io, morirebbero anche i Favoriti e mi starebbe bene andarmene così.

Oppure potrei andarmene adesso, con il favore della notte e approfittare del fatto che i miei alleati si siano addormentati. Ma non vedrei l'esito di questa mossa e potrebbe succedere di tutto.

Devo elaborare un piano che mi permetta di salvaguardare Katniss e cercare di scampare al pericolo di una possibile puntura qualora Katniss riuscisse a portare a termine il suo piano.

Forse potrei correre allo stagno poco prima che il nido cada sulle nostre teste. Potrei seminare gli Aghi inseguitori e riuscire a salvarmi.

Devo solo riuscire ad orientarmi.

Katniss è salita sull'albero parallelamente allo stagno e si è seduta su un ramo alla sua destra. E io adesso la sto guardando di profilo destro quindi lo stagno dovrebbe essere proprio alle mie spalle.

Almeno in questo sono stato fortunato. Se ne uscirò mai vivo.

L'inno di Capitol si dirama per tutta l'arena e le sue note mi riempiono le orecchie. L'ho odiato. L'ho odiato per anni. Lo odio ancora. È il suono della mia marcia funebre, non potrei non detestarlo. Eppure c'è qualcosa stasera nell'aria che me lo fa trovare quasi calmante. Stasera non ho l'istinto di tapparmi le orecchie per impedire di fare un incubo la notte. Alla fine lo sto già vivendo il mio incubo. Il peggiore. Stasera lascio che le sue note mi cullino e i rilasso.

Se tutto va come deve andare, questo sarà il suono della rivalsa di Katniss che approfitta del momento per iniziare a segare il ramo.

Oggi non ci sono state morti e quindi l'inno dura soltanto un paio di minuti.

Raramente è successo nelle passate edizioni che per così tanto tempo non si mietessero vittime o ci fosse del sangue. I giochi rischiano di essere alquanto noiosi. Se non fosse per noi e Katniss li avrebbero fatti finire da un pezzo in un modo o nell'altro.

Lei continua a segare e vedere la sua faccia così sofferente mi fa stringere il cuore.

-Katniss- sussurro mandandole un bacio a fior di labbra. Un po' per me un po' per lo show.

Istantaneamente vedo un oggetto brillare nel cielo e lo seguo con lo sguardo si posa nel ramo sul suo sacco a pelo, un paracadute degli sponsor sicuramente. Spero che serva a curarle le ferite.

L'inno si conclude e Katniss smette di segare tornando lentamente al suo posto. Probabilmente ha paura che il rumore del coltello contro il ramo ci svegli.

Appena vede il dono, i suoi occhi si rianimano e apre febbrilmente la confezione. Alza gli occhi al cielo in segno di ringraziamento e si passa quello che le è stato inviato sulla ferita traendone subito beneficio.

Poi ne spalma un po' anche sulle mani avvolge il vasetto di nuovo nel paracadute e lo ficca dentro lo zaino.

Deve esser una crema per le bruciature, forse ha una scottatura come la mia, forse più profonda.

Quindi si trovava in quello stagno perché deve essere stata investita da un mare di fuoco come noi. La conferma che è stato tutto architettato dagli strateghi.

Si allaccia nuovamente la cintura e appoggia la testa al tronco.

Rimango a fissarla per tutta la notte mentre lei dorme. Mentre tutti dormono.

Clove rannicchiata al fianco di Cato con il capo sul suo addome. Cato steso sulla schiena attaccato alla sua lancia. Distretto 4 gli da le spalle e Lux, che probabilmente è stata l'ultima a montare la guardia, seduta scomposta con la testa di lato e la schiena addossata ad un albero. Marvel è ai piedi di Cato e Clove. Evidentemente si sentiva più sicuro così.

Katniss si sveglia alle prime luci dell'alba, controlla ancora le sue ferite e vi spalma un altro strato di crema. Mangia e beve in tutta fretta e si prepara a finire l'arduo compito di segare il ramo e uccidersi.

Avverte Rue delle sue intenzioni e la bambina si allontana velocemente.

Dentro di me imperversa una dura lotta.

L'istinto di sopravvivenza mi urla di muovermi alla svelta e togliermi di lì prima che succeda l'inevitabile.

La voglia di proteggerla dall'altro mi fa vibrare le membra come una corda tesa. Mi intima di stare in allerta. Di fare attenzione che non si svegli nessuno dei Favoriti e di rimanere vigile aspettando il momento esatto in cui il nido si staccherà per poter fuggire in fretta.

Un rivolo di sudore mi cola lungo le guance ed è strano rendermi conto anche di questa. L'adrenalina mi imperversa nelle vene e riesco a sentire come fosse il peggior frastuono al mondo,che possa far svegliare tutti, persino il fruscio delle foglie mosse dal vento. La paura mi attanaglia lo stomaco in una morsa strettissima.

Alzo lo sguardo verso Katniss e mi concentro soltanto sul movimento ritmico del suo coltello contro il ramo.

Avanti e indietro. Avanti e indietro. Sempre più a fondo.

Le mie orecchie tese a percepire un minimo movimento da parte degli altri.

Se qualcuno di loro dovesse riuscire a fuggire in tempo dovrò riuscire a portarli via da qui alla svelta.

Questo potrebbe essere il momento decisivo. Il momento della mia morte. Della morte dei Favoriti e della salvezza per Katniss.

Il mio cuore perde un colpo quando Katniss sposta il ramo lontano da sé e cedo me stesso muoversi al rallentatore. Una sola immagine nella testa. Katniss bambina il primo giorno di scuola.

E il nido si stacca.

Faccio in tempo ad alzarmi prima che il nido tocchi terra con quello che alle mie orecchie giunge come un boato.. non ho il tempo di portare nulla con me. È il caos assoluto. Lo sciame degli Aghi inseguitori parte all'attacco contro la minaccia. Mollo tutto e corro verso lo stagno a più non posso. Il ronzio di quei pericolosi insetti nelle orecchie.

Dietro di me vedo solo Clove, Cato e Marvel. Lux e Distretto 4 urlano in lontananza.

-Al lago! Al lago!- urla Marvel e capisco che per me non sarà finita una volta che mi sarò immersa nell'acqua dello stagno.

Se ce la faccio io, ce la faranno anche loro.

Sento il brusio degli Aghi inseguitori dietro di me e un dolore lancinante dietro l'orecchi mi toglie il fiato prima di cadere scompostamente dentro il lago.

L'acqua mi travolge e i sento tirare giù. Sempre più giù. Non ricordavo che il lago fosse così profondo. Muovendomi al rallentatore guardo i miei piedi. Forse Clove o Cato mi hanno afferrato per una caviglia e mi stanno trascinando sul fondo con loro. Ma non vedo nessuno. Non vedo neanche le mie gambe. Un urlo mi irrompe dal petto e non riesco ad arginarlo. Il panico mi travolge e nonostante sia certo che non riuscirò mai a risalire visto che mi hanno tagliato le gambe, rivolgo il viso verso la luce che proviene dall'alto. L'uscita. Le mie braccia però non collaborano. Mi sembra di avere due sassi al loro posto. Le guardo e le vedo sfocate. Cerco di muoverle facendo leva sul tutto il mio autocontrollo e divengo consapevole che tutto potrebbe essere il frutto delle punture velenose degli Aghi inseguitori.

Finalmente il mio corpo sembra collaborare e a fatica riesco a togliere il pungiglione dalla ferita dietro il mio orecchio. Una volta riuscitoci mi sento decisamente meglio. Ho soltanto un bubbone grande come un uovo e l'acqua deve aver arginato il suo effetto.

Mi guardo intorno.

Clove barcolla vomitando nello stagno e Marvel a riva è in preda alle convulsioni mentre Cato, nonostante abbia i movimenti più rallentati dei miei,si sbraccia per uscire dallo stagno sempre con la lancia in mano per cercare di uscire dall'acqua.

A tentoni vi esco prima io, lui è dietro di me.

Quando mi raggiunge, senza pensarci, afferro la sua lancia per rubargliela e destabilizzarlo, quindi lo spingo indietro facendolo cadere di nuovo in acqua. Mi alzo e comincio a correre verso Katniss.

Arranco. Scosso da brividi in tutto il corpo. Un fischio persistente mi rimbomba nelle orecchie. Sento Cato urlare ma non capisco cosa dice la sua voce ovattata.

Continuo a muovermi più veloce che posso nonostante la confusione che mi regna nella testa e le vertigini. Un colpo di cannone mi intontisce ridondando dentro di me e la paura mi acceca per un attimo.

-Non è lei. Non è lei – mi ripeto febbrilmente.

Attorno a me tutto si fa frammentato e capisco che un altro degli Aghi inseguitori deve avermi punto ma non riesco a percepire dove. Sono tutto un dolore.

-Peeta -sento Cato urlare più chiaramente alle mie spalle.

Non ho tempo da perdere. Né il tempo di gioire per il mio udito ritrovato o il tempo di cercare il pungiglione in un punto imprecisato del mio corpo. Di togliermelo e impedire tutto quello che so che avverrà per colpa della puntura.

Mi muovo a tratti o così mi sembra e quando raggiungo l'albero lei è ancora lì. Abbracciata all'arco che suppongo abbia ancora rubato a Lux, morta ai suoi piedi.

Rimango sbalordito dalla sua stupidità anche se mi rallegro che non sia lei quella stesa a terra.

Sarebbe dovuta fuggire. Lontano.

Lascio cadere il braccio lungo il fianco sfinito.

-Cosa fai ancora qui? - le dico sibilando. Spero che Cato non mi senta. -Sei pazza? - continuo iniziando a pungolarla con l'asta della lancia. Mi guarda inebetita e non si muove.

-Alzati! Alzati! - le intimo. Sento muoversi qualcuno tra gli alberi. Sono vicinissimi.

Mi volto per controllare ma continuo a spronarla. Ha una guancia e il collo gonfi per le punture e ha ancora i pungiglioni all'interno dei bubboni creati dalle punture.

Vorrei davvero aiutarla, prendermi cura di lei, ma più di questo non riesco a fare perché Cato sbuca dai cespugli, la spada sguainata.

-Corri! Corri! - le urlo ancora. E finalmente lo fa. Barcollante inizia a correre attraverso il folto degli alberi. Io fronteggio Cato.

Cerca di superarmi ma io gli do una botta con l'asta della lancia facendolo cadere a terra, la presa sempre stretta all'elsa della sua arma.

Meno un fendente dritto al suo stomaco ma lui lo schiva rotolando di lato. Riprendo la lancia e lo strattono facendolo finire contro un albero. La spada gli cade di mano. Evidentemente anche lui è ancora intontito dal veleno delle punture.

Sento il ronzio degli Aghi inseguitori tutt'attorno a me e so che mi stanno pungendo ancora. Il nido loro nido è a pochi passi da me ma faccio leva sulla mia rabbia e conficco la rabbia in quella che vorrei fosse la testa di Cato ma è solo il tronco dell'albero alle sue spalle. Lo vedo triplicato e so che anche per lui è lo stesso.

-Cosa vuoi fare, 12? - mi dice. -Vuoi uccidermi? - mi canzona.

Con un urlo sovrumano e che sembra non appartenermi, mi getto su di lui e lo prendo alla sprovvista. Gli cingo il petto e lo allontano dalla spada. Un'altra puntura mi lascia stordito e mollo la presa.

Cato cade in ginocchio e gattona fino alla sua arma. Mi muovo verso di lui ed è l'errore più grosso che potessi commettere. La sua spada mi trafigge la gamba sinistra. Arretro per farla uscire dalla mia carne bollente e e guardo ipnotizzato il sangue che zampilla dalla ferita.

Cato rimane carponi a terra stringendosi la testa con le mani.

È la mia ultima possibilità di fuga. Non avrebbe senso ingaggiare adesso un corpo a corpo con lui..sento le forze abbandonarmi sempre di più. Devo provare a trovare un rifugio prima che Cato si riprenda. Mi incammino nella stessa direzione di Katniss sperando di trovarla.

Gli echi degli uccelli appollaiati sui rami mi feriscono le orecchie ma non mi fermo.

Continuo nonostante il caldo afoso. Continuo nonostante la voglia che ho di stendermi a riposare. Continuo perché devo raggiungerla. Sapere come sta. Assicurarmi che sia viva e che lo rimanga.

Decido di dirigermi a valle. L'ottundimento dei sensi per fortuna non compromette le mie capacità intellettive per ora e mi accorgo che non il sangue che fuoriesce dalla ferita alla gamba sto lasciando delle tracce. Potrebbero trovarmi come se niente fosse.. ma arrivando a valle, al torrente, l'acqua laverebbe via il sangue e risalendolo potrei arrivare abbastanza in alto.

Il terreno fangoso mi fa capire che il torrente è vicino e continuo barcollando anche se mi sento rinvigorito alla prospettiva di immergermi nell'acqua fresca. Sono tutto un fuoco.

Cammino ancora per qualche minuto e quando finalmente il fruscio dell'acqua annuncia il torrente, senza attendere, mi immergo. Il sollievo è istantaneo ma non posso fermarmi.

Avanzo a fatica e quando i massi lungo l'argine diventano più grossi mi arrampico come posso.

Risalire il torrente adesso è più difficile. La corrente è più forte ma facendo leva con tutto il corpo sui massi, riesco a proseguire.

La testa mi gira e il cuore mi batte in petto con un ritmo che è tutto fuorché normale.

Cancello le tracce come posso.

Sono sfinito.

Scivolo ormai allo stremo. Mi lascio cadere sperando di non sentire più nulla e cedere all'oblio.

Dolce. Dolce oblio.

   
 
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