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Autore: Kinneas    15/09/2021    0 recensioni
Questa è stata la primissima storia che ho scritto ispirandomi al mio gioco preferito : Final Fantasy VIII
L'ho ritrovata dopo tantissimo tempo e ci tenevo a condividerla con voi, spero vi piaccia;
10 anni sono passati dalla guerra con Artemisia, e i nostri eroi SeeD sono andati avanti con la loro vita.
Però all'improvviso succede qualcosa ...
Qualcosa o meglio qualcuno che tornerà sia dal passato che dal futuro portando appunto i nostri eroi ad una nuova avventura ...
Genere: Suspence | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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"Pensavo fossimo riusciti a distruggerla!!"
"Non preoccuparti, non serve più combattere... Cerca solo qualcuno a cui trasferire i suoi poteri..."
"Ma..."
"Li raccoglierò io..."

Squall scosse il capo, nel ripensare a cos'era successo dieci anni prima. Ne era sicuro, non aveva avuto le allucinazioni: dopo essersi divisi durante la compressione temporale, lui si era ritrovato all'orfanotrofio di Edea... Già, Edea... Era stata proprio la Madre ad accogliere i poteri di Artemisia, prima che lei scomparisse. L'aveva visto con i suoi occhi, quel tremendo trasferimento...
E allora perchè?
Perchè invece Artemisia era ancora viva, pronta a minacciarli? Perchè doveva sempre essere lei a ridere per ultima?
Era come un incubo... Solo che era reale, purtroppo.

"Squall?" lo richiamò Laguna.

Il giovane si guardò attorno, vedendo tutti i suoi amici intenti ad ascoltare Edea, seduti attorno ad un tavolo poco più in là. Dopo aver letto sul marmo il nome di quella maledetta strega, c'era stato il panico generale.

"Cosa c'è?" rispose lui, guardando il padre.

"Avete già deciso, tu e Rinoa, che nome metterete al bambino?"

Squall sbuffò: "Ma ti pare il momento di fare certe domande?"

Laguna sorrise:  "Era per spezzare la tensione..."

Squall scosse il capo, rispondendo: "A dire la verità, non ci abbiamo pensato molto, non ne abbiamo avuto il tempo... Se è un maschio non lo sappiamo ancora, se è una femmina invece, siamo d'accordo su uno..."

"Capisco... Beh, ne riparleremo... Adesso invece vieni, Edea ha una proposta da fare...

Vieni, dai.."  lo invitò con calma, il più dolcemente possibile.
Laguna lo stava trattando con i guanti, probabilmente già dalla sua espressione doveva aver capito che sarebbe bastato poco per farlo definitivamente scoppiare. Si alzò mogiamente e raggiunse gli altri, sedendosi anche lui e mettendosi ad ascoltare ciò che Edea aveva da dire.

"Ragazzi... sapete tutti che sulle mani di Rinoa ho visto dei simboli.. Ebbene, uno era la stella del Male, l'altro era la Chiave di Hilda..."

"Sì Edea, ce l'ha detto Irvine..." confermò Quistis.

La donna annuì, aggiungendo:  "Ora, stando a quello che dicono i miei libri, sono le streghe ad avere le capacità che contraddistinguono questi simboli..."

"Cosa intendi dire, Madre?"  chiese Zell.

"La stella indica la magia nera di livello alto...Magie come Ultima o Meteor, ma anche altre, come Maelstrom e Apocalypse..."

"Ma... Rinoa non può invocare Maelstrom! E nemmeno Apocalypse..." disse Selphie.

"Lei no...Ma qualcun'altra sì...e mi riferisco ad una strega in particolare..."

"Artemisia, certo..." mormorò Quistis.

"E nessun'altra. Oltretutto, la prova è data dal fatto che, sulla Chiave di Hilda, comparsa sul palmo destro di Rinoa, c'era incisa la lettera greca Alfa... A, iniziale di Artemisia..."

Dopo un borbottio generale, Edea continuò:  "E aspettate di sentire il resto... Sapete qual è il significato della Chiave di Hilda...?"

Vedendo che nessuno sapeva cosa rispondere, Edea si rivolse ad Irvine:
"Irvine..? Vuoi spiegarlo tu?"

Il ragazzo, mettendosi una mano sulla fronte, rispose:  "Apre porte spazio-temporali.. Ora è tutto chiaro.."

"Cosa??"  esclamarono tutti.

"Non ci posso credere!! Quella bastarda pensa ancora a comprimere il tempo!!" disse Zell.

"Può essere... In fondo, *il lupo perde il pelo, ma non il vizio...*... e lei non fa eccezione..." disse Laguna.

"Maledizione! Siamo in un bel guaio...E adesso cosa si fa?" chiese Seifer.

"La precediamo." sentenziò Edea.

Squall capì quello che voleva fare la Madre, così disse:
"Giusto. Anche nel nostro tempo c'è una strega marchiata con gli stessi simboli di Rinoa... Giulia!!"

"Hai ragione!! Se apriamo una porta nel tempo, come aveva fatto Artemisia, possiamo andare noi da lei, prima che proceda con la compressione temporale!!" esclamò Quistis.

"E' un'idea... ma può funzionare?" domandò Selphie.

"Può..!" esclamò Edea, aggiungendo: "In questo libro ho trovato il procedimento da seguire... Ma si tratta di magia nera, bisogna stare attenti, è roba che scotta..."

Squall si alzò in piedi, dichiarando la sua posizione: "Non m'importa... Quello che voglio adesso è salvare Rinoa, riportarla qui, sana e salva... E voglio vedere nascere nostro figlio e crescerlo in tutta tranquillità... Voglio strapparla dalle grinfie di quella strega maledetta, non m'interessa quanto possa essere rischioso... Sono pronto a tutto..."

"E noi siamo pronti con te.." disse Seifer.

Squall li vide tutti, i suoi amici, con un'espressione di conforto sul viso. Erano lì, tutti, con lui e per lui, erano stati in ansia come lui per quasi dieci giorni, in cui la sofferenza aveva regnato sovrana.
Li ringraziò, pur sapendo che un semplice "grazie" non bastava. No che non bastava...Ma erano suoi amici.

Si diressero insieme sulla terrazza del Garden. La prima cosa da fare era disegnare per terra una grande stella a cinque punte, cerchiata, e scrivere, su tutte e cinque le punte, delle espressioni in una lingua sconosciuta, perfino ad Edea. Giulia, la "chiave", si mise al centro di essa e, con la sua vocina emozionata, pronunciò una formula magica:

"Attraverso il tempo fammi viaggiare,
ti prego, Chronos, fammi passare.
Costruisci una porta, in questo istante
che sia per me una colonna portante,
affinché io possa indietro tornare
e, se mi è consentito, la storia cambiare."

Il cielo notturno si accese di una luce argentea e, quando questa scomparve, a pochi metri da loro c'era la porta, uguale a quelle comparse per il mondo dieci anni prima.
Edea prese parola:

"Ragazzi miei... Non abbiate timore di perdervi... L'aura di Rinoa è talmente forte che la sento di già... Vedrete, vi attirerà a lei, nell'epoca in cui si trova..."

Squall annuì: "Madre, abbi cura di Giulia.. E quando avremo finito, e avremo con noi Rinoa sana e salva, sarà lei a guidarci da voi..."
Laguna fermò il figlio, trattenendolo per un braccio.

Gli disse:  "Squall, fa' che gli sforzi di tua madre non siano stati vani... Tornate sani e salvi, vi prego..."

Squall scosse il capo: "Non posso sapere quello che riserverà per me il destino... L'unica cosa che posso prometterti è che farò del mio meglio..."

Abbracciò ancora la figlioletta prima di attraversare quella porta, vicino alla quale Edea avrebbe aspettato fiduciosa il loro ritorno.

Non ci misero molto a svegliarsi e a vedere davanti a loro l'imponente castello di pietra, dimora di Artemisia. Percorsero le catene che tenevano il castello sospeso in aria, e raggiunsero l'entrata. A differenza della prima volta che ci avevano messo piede, non persero tutte le loro abilità. Sulle scale, non c'era Andro ad aspettarli famelico, né trovarono Trythos in cantina, né Tiamath svolazzava sulla torre dell'orologio... Molto probabilmente, se avessero cercato, non avrebbero trovato nemmeno Galganthur, Dolmen, Ultra Might, Krysta e Catoplepas.
Aggiunsero un altro tassello al puzzle: gli enigmi erano serviti a questo. Avevano già battuto i rinati servitori di Artemisia, le cui locazioni erano indicate sulle pergamene... Inoltre, capirono anche il perchè sentivano quello schifoso odore di muffa, ogniqualvolta li incontravano: i loro corpi erano rimasti impregnati dell'odore del castello, fatto di pietre umide e, quindi, muffe da secoli.

"Rinoa...sei dietro quella porta, ne sono sicuro...", pensò Squall, soffermatosi davanti alla sala di Artemisia. "..Io ti salverò, stanne certa, Rinoa...!"
Si voltò verso i suoi amici, per dare loro il via. La battaglia sarebbe stata dura, ma lui avrebbe potuto contare sul loro appoggio. Erano pronti ad affrontare il suo nemico, tutti insieme. Era questo che avevano voluto fin dal primo giorno in cui l'avevano incontrato, in fondo. Si erano battuti per fargli capire che la solidarietà era una della basi dell'amicizia che li legava. E Squall aveva sbattuto molte volte la testa contro il muro, prima di capire che non poteva fare a meno di loro, lui che aveva sempre pensato di poter vivere da solo. Erano pronti anche a rischiare le loro vite, sì, a rischiare tutto per il loro amico, che a sua volta si era sempre fatto in quattro per aiutarli...
Eh sì. Il suo nemico era anche il loro.
Squall aveva in sè una forza nuova, gli brillavano gli occhi dalla voglia che aveva di farla finita una volta per tutte...
Era giunto il momento.

Si diresse deciso verso l'imponente portone della sala e lo spinse. Si aprì molto lentamente, mostrando ciò che c'era al di là: Artemisia si era ripresa il suo tempo, il suo castello e ora sedeva nuovamente sul suo trono, posto in alto sulle gradinate dell'arena.
Sorrideva malignamente, la maledetta. Sul suo viso, dalla pelle bianca come quella di un morto, c'era un'espressione superba. La pelle, in alcuni punti, aveva qualche sfumatura argentea, come d'argento erano i suoi lisci capelli, lunghi fino alla vita.
Quei suoi capelli argentati...Si muovevano come serpi e distraevano il nemico, durante la lotta...
E come potevano non farlo?
Erano così belli...
Lo aveva pensato anche Rinoa, prima di essere portata via da Artemisia stessa.

Quando Artemisia si alzò, aprì le braccia, deformando l'ampia scollatura che le scendeva fino all'ombelico, e che conteneva a malapena i suoi seni. Era perfettamente come se la ricordavano: non era cambiata di una virgola, in quel suo vestito scarlatto, lungo fino ai piedi e aperto sulla schiena, per permettere alle ali dalle piume nere di muoversi libere.

"Eccovi...Seed. Vi aspettavo..." disse.

"Non avevi fretta di comprimere il tempo?" le chiese Irvine.

Lei sorrise:  "E perchè avrei dovuto? Ho qui con me colei che mi aiuterà a farlo, in qualsiasi momento..."

"Dov'è Rinoa?" le domandò Squall.

La strega tanto bella quanto perfida rispose: "E' proprio qui... nell'arena.." incrociò le braccia e continuò  "Vai pure da lei..."
Squall scese in fretta i gradini e la raggiunse. La vide, distesa supina e con gli occhi chiusi. Solo quando la toccò capì che era dura come il marmo.

"Cosa le hai fatto!?!" gridò alla strega.

Lei scese con un battito d'ali verso di loro. Toccò terra e rispose:
"Mai sentito parlare di maledizione?"

Anche gli altri avevano raggiunto Squall, e rimasero scioccati dalle sue parole.

"Potrebbe riprendersi... se tornasse nel vostro tempo... Ma non dimenticate che io ve lo impedirò... Voi morirete qui, mentre lei vivrà al mio servizio per l'eternità..."

Squall strinse i pugni, sentendo la rabbia che saliva sempre più...

"Perchè l'hai fatto?"  le chiese Seifer.

Artemisia lo guardò. "Se ti rispondo è solo per la nostra antica alleanza... Vedi, mi serve un'altra strega per impossessarmi del tempo. Giulia era troppo piccola e inesperta... Così l'ho rispedita da voi, dopo averla fatta tornare indietro nel tempo e aver catturato Adele..." disse sospirando: "Peccato che come strega, quel mostro di donna non valga niente..."

"E' stata... lei a far tornare Adele nel nostro tempo?"

"Sì... Ma inconsciamente. Mi è bastato farla tornare indietro di vent'anni prima del vostro tempo, e trasportare l'Adele di quel tempo nel vostro..."

"Come hai potuto farle fare una cosa del genere?" sibilò Squall.

Artemisia rivolse i suoi bei occhi verso di lui:  "Mi devi ringraziare per non averla uccisa, caro Squall..."

Accecato dalla rabbia, Squall sbraitò: "Ringraziarti? Hai rapito mia moglie e mia figlia e ti dovrei ringraziare per non averla uccisa? .. Non dovevi neanche toccarla!!!"

Artemisia mormorò: "Ecco perchè ti volevo togliere di mezzo prima... Adesso mi tocca farlo di persona... Ma comunque avrò la soddisfazione di vederti morire qui, davanti a me..."
E, prima di voltarsi esclamò: "Tutti morirete!!!"

Squall sguainò la Lion Heart e disse: "L'unica a morire... sarai tu, te l'assicuro!!"

Artemisia lo fissò, con aria di sfida, e mormorò: "Vediamo come ti comporti con colui che ritieni più forte, stavolta... Dieci anni fa non hai avuto il coraggio di eliminarlo..."

E, gridando a gran voce lo invocò: "Griever!! Vieni a me!!"

Ecco che apparve ancora, dal nulla, obbediente alla strega più malvagia che fosse mai esistita. Mentre Irvine e Seifer mettevano al riparo Rinoa, Squall si preparò ai suoi colpi.
La cosa più irritante era vedere Artemisia soddisfatta, con quella sua espressione vittoriosa sul viso: sapeva che Squall era legato a Griever indissolubilmente, e nemmeno Squall avrebbe mai pensato di riuscire a fare quello che avrebbe poi fatto. Non aveva mai avuto il coraggio, mai. Mai! Uccidere Griever sarebbe stato come distruggere l'unione tra Laguna e Raine, cioè lui stesso. Uccidere Griever era come suicidarsi.
Non poteva però negare di non avere altra scelta, quella volta c'era di mezzo la sua famiglia. Non si trattava di lui solo, ma doveva salvare Rinoa, Giulia e l'altro figlio che Rinoa portava dentro di sé...
Era arrivato allo stremo delle forze, doveva agire subito! Chiuse gli occhi e sguainò la Lion Heart, che aveva riposto, scagliandosi contro il leone alato, che lo aveva sempre accompagnato, anche nei momenti più duri. Gridando di rabbia mischiata a dolore, tra le lacrime che gli rigavano il viso, rovesciò su di lui tutta la potenza del Cuore di Pietra. E, inevitabilmente, in pochi istanti lo vide crollare a terra, agonizzante, e lo vide morire, e lo vide svanire a poco a poco, questa volta per sempre. L'unico posto in cui sarebbe vissuto da quel momento in avanti era il suo cuore...
La rabbia di Squall, dopo averlo ucciso, era aumentata, voleva vedere Artemisia morta.
Non poteva neanche più accettare l'idea che stessero respirando la stessa aria.
Tutti insieme le si scagliarono addosso, attaccandola. Sfogarono su di lei tutta la loro rabbia, non avrebbero più lasciato che lei giocasse con le loro vite, mai più.
Unirono le loro forze, sorreggendosi a vicenda e proteggendosi come meglio potevano dal Giudizio Infernale e dall'Apocalypse.
Zell duellò con lei, Seifer le fece piovere addosso la sua Girandola di fuoco, Irvine la impallinò di Colpi vibranti e Squall la finì, con la sua invincibile ed intramontabile Lion Heart.
Sì, perché le stava dimostrando che anche senza Griever il suo cuore rimaneva sempre quello di un leone.
Artemisia svanì, in milioni di comete brillanti.
Recuperarono Rinoa, prima che l'atmosfera si fosse rarefatta.

"Squall, muoviamoci!!" esclamò Zell, "Raggiungiamo il portale prima che ci perdiamo!!"
Squall, però, non si mosse.

"Squall!!"  lo richiamò Irvine.

"Voi andate..." disse lui, "Portate con voi Rinoa e aspettate il mio ritorno...Io..."

"Adesso la pianti!!! Vieni con noi, subito!!"  gridò Seifer, per scuoterlo.

Squall sorrise: "C'è ancora una cosa che devo fare... Abbiate fiducia in me..." disse, prima di scomparire.

Squall si ritrovò all'orfanotrofio. Era tutto come l'altra volta... Si vide da piccolo, correre, con dietro Edea, mentre lo richiamava...
Poi lei.
Artemisia apparve dal nulla, avvolta in una luce viola avanzava verso di loro.
Edea le si parò davanti.

"Madre!! No!!" esclamò Squall.

"Non ti preoccupare.. non devi più combattere... Cerca solo qualcuno a cui trasferire i suoi poteri..."

Squall però non commise lo stesso errore di dieci anni prima, non guardò immobile il trasferimento di poteri...Era venuto lì per impedirglielo!! Fermò Edea per un braccio e le disse:

"La storia non deve ripetersi... Non posso permetterlo..."

Artemisia camminava a fatica, non voleva arrendersi. Balbettò: "T-ti...uccide..rò.., Squall..N-non morirò...da sola..."

Squall chiuse gli occhi. Poi, avanzando verso di lei, sollevò la Lion Heart, tenendola con entrambe le mani, ed esclamò:  "Non sarai sola... Muori con i tuoi poteri!!!"

La decapitò, nel bel mezzo del cortile dell'orfanotrofio di Edea, in cui aveva passato parte della sua infanzia. Vide il suo corpo e la sua testa scomparire nel terreno, liquefarsi completamente finché di lei non rimase traccia.
Terrorizzata da quell'orribile scena, Edea mormorò: "E'...finita?"
Squall sorrise: "Credo proprio di sì... Vivi in pace, stavolta...Madre..."

L'ambiente attorno a lui scomparve e si trovò nuovamente solo. Chiamò Rinoa e i suoi amici, sicuramente non l'avevano abbandonato, era solo questione di tempo, poi li avrebbe trovati...
Cercò di concentrarsi... Sentiva la voce di Rinoa, prima debole e poi sempre più vicina...
Lo chiamava...
Sentì una fresca brezza scompigliargli i capelli e dalle sue narici sentiva salire un profumo di fiordalisi e margherite...
Aprì gli occhi, e vide davanti a sè il viso della donna che amava, sorridente e rigato dalle lacrime.
Dopo averla abbracciata forte si guardò attorno e riconobbe il campo di fiori vicino all'orfanotrofio.
"Ero sicura che ti avrei trovato qui..." mormorò Rinoa.

"Mi hai aspettato..."

"Ero certa che saresti tornato..."

"Sono tornato..."

"E' finita...Squall? E' finita davvero, stavolta?"

Squall le prese il viso tra le mani e, dopo averle dato un bacio, confermò:  "Stavolta è davvero finita...!!"
La strinse forte di nuovo, e poi si riunì anche a tutti gli altri, che gli vennero incontro, in quel magnifico prato di fiori, luogo di incontri da sempre. Lì avevano giocato insieme, da piccoli...
Lì aveva sigillato il patto con Rinoa, patto che era vivo ancora in quel momento...

Quattro mesi dopo, finalmente l'album di nozze di Quistis e Seifer era pronto, e anche la foto del loro matrimonio si aggiunse a quelle degli altri, sul comò nel salotto di Edea e Cid.
Quando lo mostrarono, Squall e Rinoa non c'erano, erano andati dal ginecologo.
(A dire il vero nemmeno Zell era al Garden: riappacificatosi con la sua ragazza, era uscito con lei!)

La neve cadeva a fiocchi anche su Balamb, in quel tardo dicembre;
Giulia la vedeva scendere, fuori dalla finestra della sala d'attesa, mentre aspettava che i suoi genitori uscissero dall'ambulatorio.
Squall, uscito, si mise il cappotto, sorridendo, e lo mise anche a Giulia, dicendole all'orecchio che presto avrebbe avuto una sorellina.
Uscì, dando il braccio alla moglie, per evitare che scivolasse sul sottile strato di ghiaccio che si era formato sugli scalini esterni, durante la notte.
Passeggiarono per la via principale, infilandosi in un caffè, e, sedutisi ad un tavolo, ordinarono qualcosa di caldo. Rinoa, sorseggiando il suo tè, chiese a Squall:

"Chissà... chissà se nostra figlia prenderà da te e avrà gli occhi di tua madre..."

Squall bevve il caffè e sorrise. Prese la mano di Rinoa, che lo guardò con occhi carichi d'amore, e le rispose:

"Non lo so... Ma la cosa sicura è che avrà il suo nome."

   
 
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