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Autore: Misaki Starlyght    15/09/2021    3 recensioni
[IN REVISIONE - cap 1 di 20]
|| M e r t h u r || M a g i c A U || S c h o o l A U || C u r s e d A U || H a t e to L o v e || S l o w B o r n ||
Long ambientata ai giorni nostri. Cosa succederebbe se un Arthur ribelle e problematico e un Merlin apatico e solitario si incontrassero da adolescenti frequentando la stessa scuola? E cosa accadrebbe se la magia esistesse ancora e venisse praticata
Genere: Fantasy, Introspettivo, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Balinor, Merlino, Morgana, Principe Artù, Uther | Coppie: Merlino/Artù
Note: AU, Lemon | Avvertimenti: Tematiche delicate | Contesto: Nessuna stagione
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-Cosa?!? Non ci penso proprio. Hai sentito quello che ho detto?-
*Si. Ed è proprio per questo motivo che devi farlo. Non puoi far vincere quegli stronzi.* Rispose Arthur alzandosi e piazzandosi in piedi di fronte al moro ancora seduto. *Non è giusto che tu debba avere paura dell'acqua solo perché degli idioti ti hanno fatto uno scherzo stupido e pericoloso.*
-Puoi dire quello che vuoi, io lì dentro non ci entro!-
*Non sei stanco di avere paura?*

Io sono  stanco di avere paura...

-Ho paura dell'acqua, non degli idioti.-
*Questo lo so bene.- quasi gli fece sorridere la sua risposta, ben sapendo che in quella frase era compreso anche lui.
C'era un che di confortante nel sapere che Merlin non lo temeva; questo dettaglio gli dava l'opportunità di aprirsi altre strade verso di lui. Perfino la rabbia in un certo senso glielo aveva permesso.
Per mesi era stata un lungo e sottile filo rosso che li aveva tenuti legati, e che lui appena poteva strattonava per fargli sentire la sua presenza.
Lo aveva odiato con tutto sé stesso. Ava odiato i suoi occhi che potevano vedere oltre la cortina di fumo che si era creato attorno.
Guardandosi ora allo specchio, non era del tutto certo delle sue intenzioni. La verità sotto sotto, forse non era la distruzione. Ma il grido inconscio di un'anima torturata che desiderava essere vista.

*Ma...non ti piacerebbe entrare in acqua come tutti gli altri?*
-Vivo bene anche senza.-
*Certo...soffro di caldo per te solo a guardarti.*
-Quando torniamo a casa mi farò una doccia.-
*Ma fammi il piacere! Alza quelle chiappe pallide ed entra in acqua!*
-Pensi davvero che il tuo tono perentorio mi farà entrare in acqua?-
*No, ma fare questo sì.*
Come un fulmine il lupo prese in bocca il libro che Merlin si era portato dietro e con altrettanta velocità si diresse verso l'acqua del lago stando attento a non inzuppare il libro.

Forse da tutta la vita lo aveva desiderato, non sapendo bene come fare. Sempre alla ricerca, senza mai trovare la persona giusta che potesse comprenderlo e accettarlo nel bene e nel male.
Faceva paura. Perfino ora, nonostante la consapevolezza di questa verità, non poteva fare a meno di esserne terrorizzato.
Fa paura spogliarsi di fronte a qualcun altro e lasciagli vedere tutto senza filtri. Ciò nonostante, non desiderava altro da lui.
Solo la libertà di essere sé stesso e sperare di essere ricambiato.

-Che cazzo fai!? Ridammi il libro!!- gli urlò Merlin alzandosi in piedi, preso completamente alla sprovvista.
*Entra in acqua e te lo ridò.*
-No!-
*Allora il libro resterà qui con me.*
-Lo bagnerai tutto.-
*Di certo non può morire affogato. Un ora al sole con questo caldo e sarà come nuovo.*
-Arthur non è diverte!- disse Merlin ancora scioccato per quell'improvvisa presa di posizione. *Vero. Per questo lo faccio.*
-Fare cosa?-
*Aiutarti.*
Uno sbuffo sarcastico uscì dalla bocca del moro. -Aiutarmi? Forse volevi dire fare lo stronzo.-
*Io la chiamerei più... terapia d'urto.*
-Non sapevo che Arthur Pendragon fosse anche spicologo.- disse a metà tra l'irritazione e il sarcasmo. *Scherza pure. Io dico sul serio.* Lo riprese l'altro serio -Vorrà dire che aspetterò che tu esca dall'acqua.- rispose allora il moro, piazzandosi al limite del bagnasciuga. -Non potrai stare lì per sempre e dovrai uscire prima o poi.-
*Mi stai sfidando? Parli con uno che vince sempre le sfide.* Disse sfoggiando il suo sguardo più sfrontato. -Sicuro che non siano sempre gli altri a farti vincere Mr. Mio-padre-possiede-mezza-città?- ribatté Merlin, sperando che la sua battuta affilata infastidisse tanto l'altro da obbligarlo a uscire dall'acqua.
*Huhuh... ci hai provato Emrys. Apprezzo lo sforzo di farmi arrabbiare, ma non funzionerà. Niente mi smuoverà da qui. Tranne te che vieni da me ovviamente.* Continuò questa  volta il lupo,  facendogli l'occhiolino e dando alla sua voce un tono volutamente più suadente.
-Nemmeno il pullman che non passa dopo le sette?- rispose invece Merlin, ignorando i suoi tentativi di convincerlo e aggrappandosi alla necessità del mezzo di trasporto come ultima risorsa.
*Io non ho problemi a farmi una corsa. E tu?* Concluse Arthur rincarando ancora di più la dose. Per qualche motivo lo divertiva molto stuzzicarlo in quel modo. E ancor di più lo faceva ridere il suo non cogliere il suo tono di voce.

Merlin c'è li aveva eccome i problemi e lui lo sapeva. Non sarebbe durato cinque minuti a correre con lo zaino sulle spalle.
Frustrato, il moro picchio un piede per terra, mentre un imprecazione sibilante gli usciva dalle labbra.

Il Pendragon lo aveva incastrato su tutti i fronti.
Fosse stato un altro, probabilmente avrebbe  mollato lui e il libro nel lago.
Ma Arthur ormai, lo conosceva abbastanza bene da sapere, che la sua ossessione per l'ordine era troppo in là per lasciare che un singolo libro prendesse anche una sola goccia d'acqua.
Il pagare una multa alla biblioteca, se il libro non fosse stato riportato completamente integro, passava addirittura in secondo piano di fronte alla sua necessità ossessiva.
Per non parlare del fatto, che non poteva abbandonare lì la sua ancora di salvezza.
-Ti odio.-
*Cambierai idea.* Rispose sornione.
-Perché ho l'impressione che tu stia sorridendo?-
*Perché scommetto che entro la fine dell'estate riuscirai a farti un bagno.*
-Continua a sognare.-
*Scommettiamo?*
-Non mi metterò a scommettere con te.-
*Hai paura di perdere forse?*
-L'unica cosa che temo di perdere è il tempo che sto sprecando con te ora.-
*Eddai su!Prova a toglierti quel palo dalle chiappe una volta tanto. Cosa scommetti? Se vinci tu cosa vuoi che faccia per te?*

Non lasciarmi.

-Io...Non lo so... Nulla...credo.- rispose il moro non sapendo bene cosa dire come seconda opzione. Dato che la prima era pressoché impronunciabile ad alta voce. *Davvero? Nulla?* Chiese Arthur sgomento che si era preparato mentalmente a tutto tranne che quella risposta da parte sua.
-Sono a posto.-
*Però così non vale. Non possiamo scommettere se entrambe le parti non mettono qualcosa in palio.*
-Che peccato.- ribatté Merlin mettendo in risalto il suo evidente non dispiacere per quell'occasione persa. -E cos'è che avresti voluto da me nel remoto caso vincessi?-
*Vieni da me e lo saprai.* Rispose malizioso -Sei esasperante. Per il libro devo venire lì da te. Per una semplice risposta devo venire lì da te. Ti strozzo se inizi a darla come risposta a tutto quello che ti chiedo.-
*Peccato che per strozzarmi tu debba comunque venire qui da me.*
-Vaffanculo!-
*Ohhh...sicuro di voler tirare fuori le parole grosse? Ho un ostaggio qui con me.*
-Tutto questo è ridicolo!- ribatté esasperato. Avevano appena stipulato un nuovo patto, eppure Arthur non ci aveva pensato due secondi ad accartocciarlo e buttarlo via *Tu che non vieni da me è ridicolo. Non saremo distanti più di un paio di metri e l'acqua è bassissima. È fisicamente impossibile che tu possa annegare.*
*Non m'importa!!* Gli urlò contro alla fine a gran voce, attirando così l'attenzione dei bagnanti poco distanti da loro.
Sentendo i loro sguardi curiosi addosso, il moro, si mise a sedere per non dare nell'occhio e fingere una convenzione al telefono. L'ultima cosa che voleva era che qualcuno chiamasse la polizza perché la spiaggia del lago era disturbata da un diciannovenne squilibrato che parla da solo.

Arthur fece qualche passo in avanti, stando sempre ben attento a non bagnare il libro che teneva stretto fra le zanne.
*Allora che vuoi fare Emrys? Restate lì a guardarmi male per il resto della giornata o venire a riprenderti il tuo libro?*

Vieni da me...

Aveva davvero sperato che in un impeto di rabbia, il moro, riuscisse a superare la paura per riprendersi il libro.
Ma proprio come lui, Merlin era un vero testardo.
Ma anche il moro si disse, avrebbe dovuto rivedere i suoi conti. Merlin aveva conosciuto sì nel tempo, il suo ostinato atteggiamento collerico e maligno : una fissazione incentrata sulla rabbia repressa e un terrore costantemente nutrito. Ma quello che aveva di fronte ora, non era quello stesso ragazzo. La sua nuova tenacia aveva radici diverse. Più salde e indiscutibilmente migliori rispetto a quelle precedenti.

Voleva aiutarlo e per la prima volta si rese conto di quanto quella scintilla, ardesse più forte di tutti i suoi fuochi rabbiosi.
Era una fiamma che lo stava lentamente incendiando di energia.
Lo avrebbe bruciato così come Merlin stava bruciando lui. Faceva male ma innegabile era la verità: non può esistere guarigione senza la sofferenza.

Ancor di più conosceva lo sguardo che Merlin gli stava ricambiando, che per anni era stato il riflesso del suo.
Lo sguardo di chi non vuole essere aiutato e che nemmeno pensa di averne bisogno.
Il mix perfetto tra rabbia, dolore ignorato e presunzione crescente.

Lo aveva conosciuto come la persona più anaffettiva e rigida del mondo. Nelle settimane precedenti aveva scoperto i suoi pregi e ora, ancora una volta stava scoprendo la sua anima persa e spaventata.
Proprio come lo era lui.
Due anime affini, perse, sole e spaventate dal resto del mondo.

Guardare Merlin era come ammirare un cristallo pieno di angoli e sfaccettature. Sapeva essere delicato ma allo stesso tempo tagliente. Duro come il diamante e terribilmente affascinante. Terrificante come uno squalo dalle fauci spalancate pronto ad ingoiarti vivo e allo stesso tempo un cucciolo spaurito, ignorante su molte cose della vita a cui non riesci a fare a meno di guardare con profonda tenerezza.

Merlin non rispose. Semmai rimase seduto con le ginocchia al petto, ignorando volutamente lo sguardo del lupo.
Fu evidente per Arthur la sua muta intenzione. Se non poteva combatterlo a voce si sarebbe rifugiato nell'unico territorio a lui congeniale: l'indifferenza.
Sapeva di poter sopportare la rabbia di Merlin ma gestire la sua indifferenza era un altro paio di maniche.
Poteva combattere e scavare nella paura, come nella rabbia, tanto erano due serpenti simili e famelici che si mordono la coda a vicenda.
Ma l'indifferenza... Era un coltello dalla lama sottile e tagliente come un bisturi, una pistola munita di silenziatore.
Non la  vedi.
Non la senti.
Eppure nulla ti dilania e squarcia il petto come l'indifferenza.

Odiami se vuoi...ma non ignorarmi...ti prego...

Se il moro non voleva mollare, non lo avrebbe fatto nemmeno lui.
Voleva essergli amico e per farlo avrebbe dovuto scalare quella montagna come tutte quelle che il ragazzo gli avrebbe posto di fronte in futuro e se Merlin voleva davvero giocare la carta dell'indifferenza allora avrebbe giocato anche lui, usando l'unico asso nella manica che aveva: Il tempo.
Avrebbe spezzato quella catena con l'attesa, perché nulla corrode gli oggetti dell'esistenza più del tempo.

E come erano passate le ore mattutine, passarono anche quelle del pomeriggio. I bagnanti sulla spiaggia del lago andavano e venivano, mentre loro restavano immobili, senza parlare, ognuno al proprio posto. Arthur nell'acqua a pochi metri di distanza con la mascella che doleva per lo sforzo di tenere il libro in bocca e non distruggerlo tra le sue zanne affilate e lo stare in piedi attento che l'acqua non lo bagnasse.

Merlin, invece, era seduto a un passo dal bagnasciuga. Le ginocchia al petto, intento a posare lo sguardo ovunque tranne che su Arthur. Non voleva guardarlo e più di tutto non capiva questi suoi improvvisi cambi di atteggiamento.
Avevano raggiunto un accordo valido, si era addirittura confidato. Eppure ad Arthur sembrava non bastare mai. Se gli dava un dito, voleva la mano, e se gli dava la mano voleva l'intero braccio. Perché non bastava mai? Perché doveva andare sempre oltre?

Cos'altro vuoi da me? Non ho nulla da darti.

Da quando aveva incominciato a conoscere i suoi punti deboli sembrava che Arthur, avesse sviluppato una sorta di accanimento terapeutico nei suoi confronti. Non sapeva dire se si sentisse obbligato a farlo per ripagare l'ospitalità o per altre ragioni a lui sconosciute. Certe volte sembrava che volesse solo tormentarlo. Ma qualunque fosse la reale motivazione voleva che smettesse.
Avevano fatto un accordo. Nessuno dei due avrebbe invaso l'altro senza il proprio consenso. Peccato che in questa situazione di consenso non c'era manco una briciola.
Per l'ennesima volta aveva agito di testa sua, ignorando le sue necessità.
Aveva accettato di salire sulle montagne russe del Pendrgon ma non poteva pretendere di lasciarlo senza le cinture di sicurezza di cui tanto aveva bisogno.

Perché non poteva stare zitto e buono e lasciare che si godesse la sua presenza curativa in santa pace? Perché con Arthur doveva essere sempre tutto complicato? Perché doveva sempre essere così egoista?

Avrebbe voluto chiederglielo, carpire la reale motivazione che si celava dietro tanta ostinata perseveranza; ma sapeva che l'unica risposta incomprensibile che gli avrebbe dato, sarebbe stata: "per aiutarti"
Come se una frase del genere avesse senso.
Come se decine di dottori non avessero già provato a farlo prima di lui.

Non aveva nulla da guadagnarci, se non il prolungare la sua agonia e sprecare del tempo prezioso per tornare umano . Il che non aveva senso.
Nessuna persona sana di mente butterebbe via una cosa così importante  e vitale come il tempo.
Perché preoccuparsi per lui quando avrebbe dovuto preoccuparsi esclusivamente di sé stesso?

Poteva capire i suoi tentavi di conoscerlo per andare d'accordo durante la loro strana convivenza, dopotutto era nella natura umana instaurare rapporti sociali.
Poteva anche arrivare a  comprendere che provasse una strana curiosità nei suoi confronti, ma aiutarlo andava ben oltre quello che c'era tra loro due.
Era troppo...intimo...profondo...
Non era sicuro di essere pronto...figuriamoci volerlo.
E se non c'è l'avano fatta dei medici con dottorati e decine di anni di esperienza alle spalle, perché avrebbe dovuto riuscirci uno come lui?

Il fatto che  Arthur riuscisse a placare i suoi demoni non significava che avrebbe addirittura capito come eliminarli del tutto dalla sua vita.
Era impossibile. Nessuno era più intelligente di lui, di conseguenza era fisicamente impossibile che qualcuno ci riuscisse al posto suo.
Avrebbe voluto gridarglielo, ma il massimo che gli riuscì di fare fu di guardarlo male un ultima volta e poi distogliere di nuovo lo sguardo.

-Non verrò lì da te. Scordatelo.-
*Sicuro? Perché la mascella inizia a farmi male e non vorrei rischiare di bagnare questo povero ostaggio indifeso.*
Un altro sbuffo frustrato uscì dalle labbra del moro.
*Lo sai che ti conviene tenere d'occhio l'orario vero? O ti toccherà davvero fartela a piedi fino a casa.*
-Perché?-
*Perché cosa?*
-Perché devi sempre rovinare tutto?-
*Questo lo pensi tu.*
-Avevamo un accordo e tu per l' ennesima volta hai deciso di fare di testa tua.-
*Io cerco solo di aiutarti.*
-Perché?!? Non ti ho chiesto di farlo.-
*Proprio per questo motivo. Anche io non chiedevo mai aiuto. Nessuno lo fa mai.* Il volto di sua sorella gli sfrecciò nella mente come una stella cadente.
-Le persone lo fanno quando ne hanno veramente bisogno.-
*Io non sto parlando di una persona che si è persa e ha bisogno di indicazioni stradali dalla vecchietta del paese. O si è rotto una gamba e deve andare in ospedale. Quando è stata l'ultima che hai chiesto aiuto per come ti sentivi?*
-Io non ho bisogno di parlare dei miei sentimenti.- disse a denti stretti *Eppure sei qui al lago, in una caldissima giornata d'estate, terrorizzato dall'idea di entrare in acqua. Io due domande me le farei.*
-Io non sono come te e tutti gli altri.-
*E come sei allora?*
-Diverso ok?!?!- fu quasi una sofferenza dirglielo *Diverso come? Dimmelo.*
-Non capiresti.-
*Non credi che spetterebbe a me deciderlo?*
-E tu non pensi che spetterebbe a me decidere cosa dirti? Perché devi sempre obbligarmi?-
*Non è quella la mia intenzione!*
-Ma lo fai!
*Beh...scusa se ci tengo a te e mi viene spontaneo volerti aiutare!*
-Perché?!? Non ho fatto nulla per meritarmi questo trattamento da parte tua.-
*Tu davvero non te né rendi conto?*
-Di cosa??? Quello che davvero non capisco è come uno nella tua situazione possa  fissarsi su di me, quando quello che dovrebbe fare realmente, è trovare un modo per tornare umano visto che tra meno di due mesi rischi di restare a quattro zampe a vita.-
Fu un rischio per lui dirlo, visto che anche lui, aveva  sempre volutamente evitato l'argomento per non lasciarselo scappare. Ma a quel punto la curiosità era troppa. I suoi continui cambi decisionali lo stavano portando ai matti. Doveva sapere. E soprattutto doveva tenerlo alla larga dalla verità. Quella era la cosa più importante, forse perfino più del suo desiderio di tenerselo stretto.

Arthur rimase in silenzio per qualche secondo. Sapeva che quella frase, prima o poi sarebbe uscita dalla sua bocca. Dopo più di un mese passato ad ignorare quell'argomento scomodo, era innegabile che sarebbe venuto a galla presto o tardi.
Era il loro personale elefante nella stanza.
*Vero. Nella mia situazione, pensare a me stesso sarebbe la cosa più sensata da fare.*

Altra pausa. Era pronto. Dopo tutte quelle settimane passate insieme, si sentiva finalmente pronto. Non poteva pretendere che Merlin si aprisse senza che lo facesse lui  per primo e per la seconda volta in quella giornata si buttò nel vuoto sperando che il moro a sua volta lo prendesse per mano per buttarsi anche lui.

*Il punto è che non voglio farlo. E non perché voglio nascondere la testa sotto la sabbia e ignorare il problema. La verità è che la mia vita prima di tutto questo faceva schifo. E tu penserai "schifo?" Certo fa davvero schifo essere ricchi sfondati, avere tutto dalla vita ed essere popolari fino alla nausea. Beh... È una farsa... Tutto era una farsa. Le persone che credevo fossero mie amiche e con cui sono cresciuto sono le più false che abbia mai conosciuto. Mia madre...* Prese un respiro profondo per prendere coraggio prima di continuare *...è morta dandomi alla luce lo sai? Certo che lo sai. Tutti lo sanno, solo che nessuno ne parla.* Fu impossibile non sentire gli occhi gonfiarsi per le lacrime, ma face del suo meglio per trattenerle. *Non ci avevo mai pensato prima di conoscere tua madre. Ma da quando la conosco ho iniziato a pensarla più spesso, e questa cosa mi rattrista molto perché avrei voluto conoscerla. Avrei voluto che fosse lei a crescermi e non delle tate pagate per farlo. Avrei voluto conoscere il profumo dei suoi abbracci e tante altre cose. Avrei voluto che mio padre fosse diverso e non il figlio di puttana che è. Avrei voluto non sentirmi così solo e arrabbiato. Avrei voluto che tante cose fossero diverse. Solo che prima di tutto questo, non me ne rendevo conto.*

Si era sentito pronto a dirgli quel fiume di parole, anche se sul momento non si era reso conto della travolgente ondata emozionale che aveva portato con sé. La foga gli mozzò il fiato dandogli il tempo per recuperare il respiro che aveva consumato in quella lunga e stremata confessione.
Voleva che Merlin lo vedesse.

*Tutte queste cose le ho capite stando con te. Non hai idea dell'influenza che hai su di me, Merlin. Per qualche assurdo motivo riesci a rendermi una persona migliore e la cosa ancora più assurda è che mia sorella lo sapeva o non avrebbe fatto su tutto questo casino assurdo.*

Solo Merlin può aiutarti a ritrovare il vero tè stesso...

*Ma da quando sono con te... mi sento bene. Non dico che sia facile. Niente con te è facile. Sei l'enigma più assurdo che abbia mai incontrato* Una risata amara gli sfuggì dalle labbra.  *Ma una volta tanto posso dire di star facendo delle scelte mie. Inizio finalmente a sentirmi me stesso e mi piace.
Per questo motivo faccio quello che faccio. Come tu riesci a far stare bene me, voglio fare stare bene te. Lo so che abbiamo appena stipulato un nuovo patto e l'ho ignorato ma...mi dispiace. Non c'è la faccio. Voglio essere tuo amico e solo questo non mi basta.

Ma tu già lo fai...non hai idea di quanto tu sia lentamente diventato la mia droga preferita...

*Per anni  sono stato escluso dalla mia vita a causa di mio padre, dei miei doveri, dalla società e mi sembra incredibile dirlo ma mai come in questa situazione dove non ho il controllo sulla mia vita, mi sono sentito di avere il pieno potere su me stesso.
Per questo motivo evitavo il discorso. Non volevo tornare alla vita schifosa che avevo prima, per quanto assurdo, questa è cento volte meglio. Non pretendo che tu sia un amico per me lo so bene, non voglio obbligarti. Posso aspettare ma...ti prego lascia che io lo sia per te.*

Era la sua seconda confessione in un giorno e si sentiva svuotato di ogni cosa. Merlin continuò a stare nella sua bolla di mutismo ma sapeva che questa volta non lo stava ignorando ma, analizzando. Lo aveva colpito ne era certo e ora Merlin stava soppesando per filo e per segno tutto ciò che gli aveva detto.
Il tempo sembrò dilatarsi mentre aspettava che la mente del moro facesse il suo corso. I secondi divennero minuti, mentre il cuore gli batteva all'impazzata nel petto.

Per Merlin era difficile immedesimarsi nelle altre persone; riusciva a capire certe dinamiche antropologiche ma non aveva mai pensato di avere un tale influsso su Arthur. Questa presa di coscienza lo trafisse come un fulmine prende un albero con tutta la sua potenza elettrica.
A quanto pare non poteva pretendere di averlo senza avere nulla in cambio. La logica di per sé non era sbagliata, il problema è che andando avanti non sapeva  chi dei due avrebbe rischiato di farsi più male.
Ma quelle erano le terrificanti montagne russe di Arthur Pendragon...

-E se non arrivasse mai quel giorno? Se dovessi aspettare per sempre?-
*Lo accetterei.*
-Davvero? Non puoi esserne certo. E se un giorno ti stufassi di aspettare e te ne andassi?-
*Penso che sarei un vero idiota. In più farei la stupidaggine di darti di nuovo la possibilità di dubitare sempre degli altri.*
-Anche tu dubiti degli altri.-
*Vero, ma sto cercando di migliorare.*

...e quando decidi di salire, non si torna più indietro. Nonostante sia capace di ferirti e guarirti allo stesso tempo.

Alla fine Merlin si alzò. Non erano molto distanti e ciò permise al suo fiuto di percepire il suo odore come le sue emozioni. Nelle ore di silenzio aveva percepito molteplici sensazioni provenire da lui: frustrazione, rabbia, paura, indecisione. Ora invece in piedi ad un soffio dall'acqua oltre alla paura percepì una sensazione nuova cui non seppe dare un nome.
Vide Merlin tirare un respiro profondo come per darsi coraggio e...entrare in acqua.

Il contatto freddo dell'acqua con i piedi caldi scaldati dal sole lo fece sobbalzare. Lentamente Merlin, mosse un piede davanti all'altro cercando di mantenere il respiro controllato mentre il petto gli batteva dolorosamente nel petto.

Sì. Vieni da me... così...

Il lupo non disse una parola ad alta voce. Non voleva distrarlo dalla sua terrificante traversata, comprendendo bene la pura e il disagio che lo impregnavano. Lasciò che lo raggiungesse, prendesse fra le sue mani il libro per poi voltarsi e tornare a riva.
Fu un sollievo per i muscoli della sua bocca ormai rigidi e doloranti dopo tante ore in tensione.
Lentamente si avviò anche lui verso la spiaggia camminandogli dietro, pronto a sostenerlo nel caso fosse scivolato sui sassi scivolosi.

-Sospettavo che i tuoi atteggiamenti non fossero casuali.- disse dopo essere uscito dall'acqua ed essersi scollato di dosso la paura provata poco prima .
Arthur ancora dietro di lui vedeva solo le sue spalle.
La sua frase non era né un accettazione né un rifiuto alle sue parole. Ma la semplice verità di quello che Arthur aveva sempre sospettato.
Lui lo aveva sempre...visto.

-Hai vinto. Cosa vuoi che faccia per te?-
*Vorrei poter entrare in camera tua.*
-Perché ci tieni così tanto ad entrare?-
*Perché è l'unico posto della casa dove non posso andare.*
-È solo una camera.-
*No. È la tua camera.*
Il sotto testo era evidente: voglio conoscerti...parlami di te.
 

 

  
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