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Autore: Delsin98    16/09/2021    2 recensioni
"Lottare nella tempesta per sognare l'arcobaleno."
Katsumi Ryuota, un allenatore di Pokemon proveniente da una regione molto lontana, si imbarca in un'entusiasmante avventura nella regione di Sinnoh con l'obiettivo di diventare il miglior allenatore di sempre, adempiendo così ad una promessa fatta molto tempo fa. Nuove avventure , personaggi interessanti e una miriade di pericoli celati dietro l'angolo arricchiranno in maniera significativa questo viaggio.
Riuscirà questo giovane a completare il suo obiettivo, scoprendo al tempo stesso i misteri che circondano questa regione?
Genere: Avventura | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Altri, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Manga, Videogioco
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Capitolo 4 - Il paladino di Giubilopoli 

 

Con uno scatto quasi innaturale per una creatura di quelle dimensioni, il pokemon baleno si scagliò contro il tipo volante, mordendolo con foga e propagando del sottile strato di gelo sul corpo dello sfortunato aggressore   

«“Fantastico, conosce Gelodenti. Non è qualcosa che si impara normalmente, e ci sono due probabili spiegazioni a riguardo, o si tratta di un esemplare piuttosto speciale, più unico che raro o è stato...»  

«Shiiiiinx!!!» il lamento del piccolo leoncino lo distolse da quei pensieri, e alzando velocemente il capo, lo vide a terra, ansimante e con un insolito colorito violaceo. Probabilmente era stato colpito da una mossa di tipo veleno, Velenospina per l’esattezza, visto che pokemon di quel livello ed esperienza difficilmente avrebbero potuto apprenderne altre, una strategia parecchio rognosa ma che conferiva grandi risultati.  

L’alfa, più grosso e robusto degli altri, si fece avanti, nonostante le ferite infertegli, dimostrando  di avere grande resistenza e voglia di combattere, ma ahimè, il felino non sembrò essere dello stesso avviso, aveva bisogno urgentemente di essere curato.  

Bilanciandosi in avanti, il simil pipistrello si avventò sulla preda inerme ma ecco che un potente getto di energia fredda lo colpì in pieno, ricoprendo interamente i suoi arti di ghiaccio puro, limitando così di molto la sua mobilità. Il ragazzo si voltò nella direzione da cui proveniva quel formidabile attacco, rimanendo sorpreso nel constatare che una presenza abbastanza familiare avanzava a grandi falcate verso di lui: Tyler, l’allenatore incontrato poc’anzi, si dirigeva in direzione del pokemon Aliscorpio, seguito immancabilmente dal suo starter. Per aver sparato un colpo così potente e preciso avrebbe dovuto avere una forza e tecnica strabiliante, specialmente per qualcuno al primo stadio.   

«Ci rincontriamo di nuovo» esordì il giovane Suzuki, agitando freneticamente le mani nelle tasche   

«Gia...» replicò lo scarlatto, avvicinandosi piano al piccolo felino, ma continuando a mantenere lo sguardo su di lui «...Sembra quasi che tu mi abbia seguito»  

«In realtà mi erano giunte voci di un gruppo di Gligar che stavano causando disordini in città, così ho deciso di indagare» spiegò, tirando fuori una pokeball, probabilmente l’oggetto che stava cercando così disperatamente «Così, non appena ho visto qualcuno che correva come un forsennato verso il centro pokemon stringendo tra le braccia dei pokemon alquanto feriti, ho capito che ero sulla strada giusta, quindi eccomi qui» concluse l’argenteo roteando tra le mani quella sfera. Aveva forse intenzione di catturarlo?   

«Comunque, sarà meglio che qui ci pensi io» aggiunse il giovane «Tu hai qualcos’altro a cui pensare, vero?» indicando quell’esserino così piccolo e carino ma con una tenacia degna di un campione   

«D’accordo» si limitò semplicemente a dire il giovane, prendendolo tra le sue braccia e voltando le spalle al suo interlocutore  

«Prima che mi dimentichi» lo richiamò l’altro «Ho dedotto che tu non sappia ancora chi dovrai affrontare a Mineropoli, giusto?»  

«Esatto»   

Così volse il suo sguardo verso lo scarlatto, rivolgendogli un sorrisetto piuttosto compiaciuto «Ti basti sapere che il suo nome è Pedro ed è uno specialista di Tipo Roccia»

«Immagino che io debba ringraziarti, non è così?»   

«Sei libero di non farlo, ora vai» concluse il tipo, continuando a giocherellare con quell’oggetto sferico come se fosse un simpatico gingillo.

Si mise in marcia verso la struttura adibita a tale scopo, in fondo non era poi così lontana. 

 

«Come posso esserti utile?» domandò l’infermiera non appena lo vide entrare, ma nel farlo, notò il pokemon ferito tra le sue braccia.

«Oh mio dio!» esclamò portandosi le mani dinanzi alla bocca «Come è successo?»  
 

«Siamo stati attaccati da un gruppo di Gligar e questo piccolino ha lottato come un leone per proteggerci, sfortunatamente è stato avvelenato da una mossa lanciatagli dal capobranco»   

«Allora sarà meglio muoversi!» esclamò l’infermiera portandolo con sé «Ah, comunque, tu devi essere anche l’allenatore di Starly, ti sarà di sollievo sapere che è guarito» lo informò consegnandogli la pokeball contenente il tipo volante.   

«La ringrazio infinitamente» replicò il giovane «Ma la prego, salvi Shinx»   

«Consideralo già fatto» ribatté l’altra rivolgendogli un sorriso, prima di sparire tra le sale dell’edificio.   

 
***


«Devo ringraziarti Sean» proruppe lo scarlatto andandosi a sedere nella sala d’aspetto, con l’azzurrino proprio a fianco a sé   

«Non preoccuparti. Piuttosto, che fine ha fatto il branco di Gligar?»  

«Potremmo non saperlo, quello che so è che è arrivato un tale che ho conosciuto poche ore fa, con il visibile intento di catturare l’alfa»   

«Ma cosa...?»   

«Già, è un tizio che basa tutto sulla potenza dei propri pokemon , non gli importa di nient’altro»   

«Odio i tipi del genere!» esclamò il ragazzo alzandosi in piedi - È una cosa inammissibile -   

«Beh...»iniziò Katsumi alzandosi anch’esso in piedi e poggiandogli una mano sulla spalla «Adirarsi per questo non servirebbe a nulla, la sola cosa di cui mi preoccupo al momento è la salute di Shinx»   

«Hai ragione»  

 
Dopo almeno due ore di attesa, finalmente la cara e insostituibile infermiera Joy si fece viva, portando novelle notizie ai presenti: il pokemon elettrico era completamente guarito, ma avrebbe dovuto riposare almeno un giorno, giusto per ricaricare le batterie.   

«Potrei farle una domanda?» chiese l’allenatore subito dopo  

«Certamente» rispose lei, sempre così cordiale «Di cosa si tratta?»   

«Dove posso trovare l’allenatore di quello Shinx?»  

L’infermiera gli rivolse uno strano sguardo, che stesse omettendo qualche informazione particolare? «Si insomma...voglio dire.... È chiaro che quel pokemon sia stato addestrato o appartenga qualcuno, visto che conosce la mossa Gelodenti, tipico di chi è stato addomesticato. Non può averla appresa naturalmente....»   

A quelle parole, abbassò leggermente il capo «Ebbene, dovete sapere che questo pokemon apparteneva ad un allenatore molto conosciuto da queste parti, ma dopo aver perso svariati incontri, lo ritenne debole e incapace, abbandonandolo definitivamente e non tornando mai più. Lo attese per molto tempo, senza mai perdere le speranze, fino a quando realizzò ciò che era effettivamente successo. Purtroppo, a causa di tutto questo, dei vari sopprusi e maltrattamenti subiti, Shinx divenne schivo e diffidente verso gli esseri umani, ma non nei confronti dei suoi simili, accorrendo in loro aiuto ogni volta che poteva. Ormai, la gente del posto si è abituata alla sua presenza, tanto da averlo indicato come “Il paladino di Giubolopoli”, e di tanto in tanto, qualcuno gli lascia offerte e doni.»  

Katsumi e Sean scrutarono con ammirazione l’infermiera, nonostante le sue esperienze passate, possedeva uno spirito nobile e premuroso. Sarebbe stato bello avere nella propria squadra un simile portento. Qualcosa di simile ad un esplosione attirò la loro attenzione, interrompendo quel momento. Dalla finestra, si intravedeva una nube di fumo denso provenire da uno dei laboratori della città, qualcosa di veramente terribile stava avvenendo.  

«Cosa diavolo è stato?» domandò confuso lo scarlatto

«Credo che provenga dall'ARC, ovvero quel mastodontico palazzo che si staglia sullo sfondo, spero che non sia nulla di grave» spiegò Joey visibilmente preoccupata

«Dovremmo fare qualcosa» intervenne Sean, ricevendo in risposta un semplice cenno del capo. Katsumi non era un tipo di molte parole, ma non si poteva certo dire che non amasse l’azione o il gettarsi nella mischia, e qualsiasi cosa stesse accadendo, non poteva perdersela.  

«State attenti» mormorò l’infermiera una volta che i due uscirono dall’edificio. 

 
Quello che trovarono poco dopo gli lasciò totalmente esterrefatti: un gruppo di uomini dalle strane uniformi spaziali assediava il centro sperimentale, dove veniva testata ogni genere di scoperta riguardante i pokemon. Che stessero cercando qualcosa? Era piu che probabile a questo punto.  

«Ehi, voi! Smettetela subito»  

Katsumi si fece avanti, imitato dal suo amico, stringendo tra le mani la pokeball di Chimchar. 

«Bene, bene. Chi abbiamo qui? Due mocciosi ficcanaso» Due assalitori si fecero avanti a loro volta, e nella speranza di intimorirli, lanciarono minacciosi le proprie sfere, da cui fuoriuscirono due pokemon dall’aspetto sinistro e malvagio, l’esatto specchio dei loro padroni.

«Fatevi sotto» gli intimò il ragazzo

   
 
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