Anime & Manga > SK8 the Infinity
Segui la storia  |      
Autore: Kaayyn    16/09/2021    0 recensioni
Langa ha sconfitto Adam, il gruppo festeggia. È per tutti un pomeriggio spensierato, che segna l'inizio di un nuovo e fantastico periodo.
Quella sera, Langa e Reki tornano a casa insieme: vogliono passare una nottata tranquilla dopo tutto quello che è successo.
Le ore della notte si succedono, tra lattine di birra, ricordi del passato e nuove sensazioni.
Genere: Angst, Malinconico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Yaoi | Personaggi: Langa Hasegawa, Reki Kyan
Note: Lemon | Avvertimenti: Non-con, Tematiche delicate
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

 

 

 

playlist

 

https://open.spotify.com/playlist/3qQxRrqQaS694YmLJeH8EN?si=hkPlAk5XQa24rqf01QhtXw&dl_branch=1

 

+

 

"Midnight love" di Girl in Red

 

 

 

Reki amava i party. Amava respirare l'aria straripante di allegria, sentire la musica risuonargli nelle orecchie. Amava mangiare le pietanze cucinate da Joe, ascoltare le risate cristalline e fragorose dei suoi amici.

 

Le feste risvegliavano in lui quella spensieratezza che aveva rischiato di perdere. In quelle occasioni quasi riusciva a sfiorare con un dito quella felicità che ogni giorno rincorreva.

 

Quel pomeriggio, sul tetto del Dope Sketch, si festeggiava l'importantissima vittoria di Langa.

Non solo il ragazzino canadese aveva sconfitto una volta per tutte l'imbattuto, almeno fino a quel momento, Adam, ma si era guadagnato il titolo di skater più forte di tutta la S.

 

Reki non vedeva l'ora di sfidarlo come si erano promessi. Voleva rimettersi in gioco, gareggiare per la prima vera volta contro Langa. Tuttavia, quel pomeriggio aveva accantonato quelle fantasie ambiziose per celebrare anche le sue, di vittorie.

 

Dopotutto, anche lui era riuscito a far strisciare quell'uomo nel fango, mostrando a tutti l'umana debolezza che sembrava non aver mai posseduto. L'aveva fatto grazie alla sua esperienza, scaltrezza e intelletto. L'aveva fatto con le sue forze.

Già, alcuni dei sorrisi che gli sbocciavano sul volto erano dedicati a quei momenti gloriosi ancora sospesi tra gocce di pioggia. 

 

Dopo quell'indistinguibile susseguirsi di giorni di vuota solitudine e rimbombante silenzio e domande e rancore, in cui si era trascinato a forza fuori dal letto per quanto la vita gli pesasse, quel giorno di completo svago e leggera tranquillità segnava una volta per tutte il ritorno alla normalità che tanto gli mancava.

 

Le ore scorrevano veloci, quando era in compagnia. Il sole si era affrettato a tramontare: già spariva oltre la superficie increspata del mare tranquillo in lontananza. Era confortante guardarlo allontanarsi senza la paura di dover affrontare la notte da soli.

 

C'era però una questione irrisolta che gli continuava a ronzare in testa. O meglio, una sensazione che gli accarezzava la pelle, che non lo lasciava andare. Un sentore da pelle d'oca che gli faceva pizzicare le guance e andare in subbuglio lo stomaco ogni volta che accarezzava con la mente i suoi confini.

 

Quel pensiero concluse flusso di coscienza di Reki, interrotto dalla vista di una mano pallida che qualcuno gli stava agitando davanti gli occhi.

 

"Reki?". Il rosso sbatté più volte le palpebre, cercando di ritornare alla realtà.

"Mh?". Quella voce che chiamava il suo nome e quelle dita affusolate non potevano essere che di Langa.

Nonostante tutto il sole che si erano presi quei mesi a spasso per Okinawa e non solo, Langa non si era abbronzato nemmeno un po'.

Era come se il candore della sua pelle sopravvivesse ad ogni tipo di influenza esterna. 

Okinawa rimaneva solo un'onda troppo piccola per plasmare quello scoglio.

 

Fino ad un quarto d'ora prima Langa chiacchierava con Adam o meglio, aveva dovuto sopportare la sua parlantina.

L'uomo in maschera si era paracadutato sul tetto, stringendo in pugno un enorme mazzo di rose.

Quando Reki aveva alzato il naso all'insù ed aveva visto la sagoma di Adam avvicinarsi pericolosamente a Langa, si era aggrappato alle spalle del ragazzo al suo fianco. Non si fidava neanche un po' di quel tizio e dei suoi modi eccentrici e narcisisti.

 

Langa aveva accettato le rose, come quella volta, tanto tempo prima.

Le orecchie di Reki avevano iniziato a pizzicare ed i suoi pugni si erano serrati improvvisamente. Non aveva comunque detto una parola.

Almeno il povero ragazzo dalle iridi glaciali, che non mascheravano una certa noia, era sorvegliato dall'occhio vigile di Cherry e Joe, che non lo avevano lasciato solo nemmeno un secondo. 

Nel momento in cui l'inquietante uomo si era finalmente dileguato, anche i due adulti si erano ritirati nelle loro case, decisi a riposare per la giornata di lavoro seguente. Lo stesso aveva fatto Shadow, ed il capo dei due ragazzi. 

 

"Miya sta andando via". Gli aveva annunciato l'amico. Toccava anche a lui.

"Oh, certo".

 

Reki fece per salutare Miya, il quale gli rivolse uno sguardo scocciato. Un'ombra di dispiacere negli occhi del più piccolo che fece per dire qualcosa ma poi, una volta soffermatosi sull' espressione assonnata e distratta dell'altro, si dileguò con un semplice: "Ci vediamo, scarafaggi". 

 

Fu proprio in quel momento che il rosso si rese conto di avere una questione in sospeso con il ragazzino, che ormai già sfrecciava lontano con il suo skateboard. 

Il pensiero di seguirlo nemmeno lo sfiorò.

 

"Alla fine siamo rimasti solo noi due". Sospirò Langa, che sembrava avere ancora energie nonostante i due fossero in piedi da quella mattina. 

"E dire che è ancora presto". 

Guardò l'orario sul cellulare, per poi lanciare un'occhiata delusa al tramonto.

 

Il cielo si era fatto di un intenso color rosa, che si andava a schiarire lungo i contorni dell'orizzonte. Sulle loro teste si iniziavano già ad intravedere le stelle. 

 

Reki era stanco, certo. Ma il pensiero di passare una serata insieme a Langa era sempre rifocillante. Avrebbe fatto le sei di mattina in sua compagnia.

 

"Ti va di mangiare qualcosa per strada e poi farci un giro prima di tornare a casa?". Reki non aveva per niente fame dopo tutto quello che avevano divorato quel giorno, ma voleva passare un po' di tempo solo con Langa. Insieme, come al solito. Gli occhi del canadese si illuminarono. L'altro sorrise sotto i baffi. Langa si faceva prendere per la gola fin troppo facilmente.

 

Avevano afferrato un hot dog in un chioschetto di street food poco distante. Com'era prevedibile, Langa se lo era pappato alla velocità della luce, invece Reki ancora lo stringeva, il pane reso molle dalle salse.

Vagavano per la città, senza una meta.

Le ombre si allungavano sotto le loro ruote, fino a sfiorarli. 

La luna lattea e piena striava d'argento l'asfalto.

 

In lontananza si avvistavano già le luci del centro. Poco tempo dopo avevano già imboccato alcuni dei suoi famosi vicoli. Le insegne dei locali erano già illuminate, così come la luce dei lampioni che rischiaravano la via. 

La vita notturna iniziava a pullulare, i giovani e gli adulti si riversavano nei locali per bere un bicchiere in compagnia e rilassarsi. Reki riconobbe alcuni di loro. In tanti ad Okinawa frequentavano la S. 

Anche i più insospettabili.

 

Reki pensò che quell'estate avrebbe portato Langa a mangiare in uno di quei ristoranti e poi sarebbero andati a bere in un bar di cui aveva sentito spesso parlare. Lo avrebbe condotto per mano nelle stradine, gli avrebbe presentato alcuni dei suoi vecchi amici e si sarebbero goduti la serata come dei normali liceali. 

Ma quella sera erano sudati e stremati, avevano entrambi bisogno di una doccia e di un cambio di vestiti. Quello non era certo il momento.

 

Reki e Langa sfrecciarono tra i passanti, seguendo uno dei tanti tragitti che avevano ormai stampati nella testa,

prima facendosi largo sui marciapiedi e poi aggrappandosi alle auto che passavano. 

 

La strada era diventata improvvisamente buia. Quello era il segno che la loro meta era vicina. 

 

In quel punto, l'asfalto era illuminato dalla luce fredda di un Konbini, che si rifletteva nelle pozzanghere sparse qui e lì, rimasugli di una giornata di pioggia. Senza un vero perché, Langa rallentò in corrispondenza dell'entrata del negozio, per poi fermarsi davanti la porta scorrevole. 

"Langa?". Lo chiamò Reki, poco dietro di lui, che rallentò a sua volta. "Aspetta qui fuori un secondo, mi è venuta un'idea". Reki fece come l'altro gli aveva detto, rimanendo in attesa al di là dello spesso vetro. 

 

Osservò l'amico avvicinarsi all'enorme scaffale raffreddato su cui erano messe in fila un'infinità colorata di bibite. Langa ne afferrò prima tre o quattro, per poi ripensarci e agguantarne delle altre. 

Reki non riconobbe le etichette colorate stampate su di esse, non fece in tempo.

Langa era già corso verso la cassa. Stette più di qualche minuto a conversare con il cassiere. 

Il rosso cercò di assottigliare la vista, facendosi largo con lo sguardo attraverso le riviste esposte in vetrina.

 

Il cassiere aveva un viso conosciuto. Ci volle un istante prima che Reki lo riconoscesse. Gli si gelò il sangue nelle vene.

 

Capelli castani, lunghi e fino a sotto il mento, raccolti all'indietro.

Pochi peli di barba sotto il mento.

Quei dannati orecchini di cui Reki conosceva bene il tintinnio. La collana con il dente di squalo.

Il solito sguardo da delinquente annoiato. Cosa ci faceva lui lì?

 

Il cuore di Reki iniziò a battere così forte che le sue gambe si fecero deboli

all'improvviso. 

Il suo corpo si mise in posizione per scattare verso l'amico. Voleva tirare Langa fuori da lì. 

 

Tuttavia rimase immobile. Non sembrava in pericolo.

Se invece fosse entrato, se il tizio lì dentro lo avesse riconosciuto, forse le cose si sarebbero messe male per davvero.

 

Sentiva la gola secca. No, non aveva senso intervenire, Langa era al sicuro, circondato da telecamere.

Aspettò e continuò ad aspettare con il fiato sospeso.

 

E quando finalmente quella chioma chiara  fece capolino, una ventata di aria condizionata sferzò il viso di Reki, il quale tirò un sospiro di sollievo. La nausea gli attanagliava ancora lo stomaco.

 

Langa aveva un'espressione trionfante in volto mentre stringeva un sacchetto misterioso nella mano. 

Era evidentemente soddisfatto dei suoi acquisti.

Ma prima che potesse dire qualcosa, Reki si calò il cappuccio in testa e lo afferrò per una spalla. 

"Andiamo via di qui".

  
Leggi le 0 recensioni
Segui la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > SK8 the Infinity / Vai alla pagina dell'autore: Kaayyn