Una coltre di polvere annebbiava le ultime fiamme che si levavano da quella che era stata Dana Bahn.
Pur essendone lontano chilometri, Raoul ne avvertiva in gola il ruvido sapore di cemento, mentre la sua mente era invasa dai ricordi... e dalle domande.

Mille domande che gli si affollavano nella testa e tutte con un solo ed unico protagonista.

Iason.

O meglio... avrebbe voluto che l'unico protagonista fosse Iason ma, inevitabilmente, la figura dell'amico ne evocava un'altra.
Un'altra che più trascorrevano i minuti e più gli faceva pensare che fosse quella figura il responsabile della fine di Iason.

Riki.

Lui, il maledetto impuro per il quale – ne era ormai certo – il Blondie prediletto da Jupiter si era immolato.
Giurò a sé stesso che, se fosse stato ancora vivo, avrebbe fatto crepare quel dannato in un modo ancor più atroce di quello che era toccato a Iason.

Afferrò il videotelefono per chiamare l'unico che avrebbe saputo e potuto rintracciarlo, ove mai fosse ancora tra i vivi.

Katze.

Fece per comporre il numero dell'ex mobile... ma un qualcosa di indefinibile lo indusse a rinunciare.
Un qualcosa che gli rovesciò addosso una valanga di rimpianti e di dubbi.

Katze, ora se ne rendeva conto, aveva conosciuto Iason più e meglio di lui, ne aveva scandagliato ogni recesso dell'anima pur nel silenzio e nell'assenza di giudizio che facevano parte dell'addestramento di ogni mobile, particolarmente se al servizio di un Blondie.

Forse, prima di partire in quarta per acciuffare Riki – sempre che fosse ancora vivo – avrebbe dovuto parlare con Katze per capire.
Capire, finalmente, quello che il suo amico e l'impuro erano stati l'uno per l'altro.
Senza quel tassello, il mosaico sarebbe stato incompleto e, forse, avrebbe commesso un errore che Iason non gli avrebbe mai perdonato, se fosse stato ancora in vita.

Si accasciò sulla poltrona più vicina, i gomiti sulle ginocchia ed il volto tra le mani.
Sì, avrebbe chiamato Katze ma... più tardi, forse l'indomani.
Ora aveva qualcosa di più urgente da fare.

Qualcosa che non avrebbe mai creduto possibile, non per un Blondie.

Piangere.