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Autore: Nao Yoshikawa    17/09/2021    10 recensioni
Hogwarts, anno 1943.
Draco Malfoy crede di essere diverso dagli altri, immune al carisma e al fascino di Tom Riddle, ma tale convinzione in realtà durerà poco. Di Tom Riddle, d'altro canto, in pochi sanno davvero qualcosa e nessuno è mai stato in grado di andare oltre la sua perfetta apparenza.
Draco lo detesta ma allo stesso tempo vuole essere come lui. Non può certo immaginare cosa Tom sia destinato a diventare.
"Insonnia? O forse stava tramando qualcosa. Sì, era la cosa più plausibile. Draco trattenne il respiro ed entrò, conscio del fatto che avrebbero discusso (o per meglio dire, lui avrebbe discusso da solo e Tom lo avrebbe ignorato con dignità e classe, come al solito).
«Dove andremo a finire se nemmeno il Prefetto rispetta le regole della scuola?» esordì, osservandolo a braccia conserte.
Tom alzò piano lo sguardo.
«Malfoy, mi sembrava di essere stato chiaro. Cosa ci fai fuori dal tuo letto a quest’ora?»
«E tu allora? Te ne stai qui a fare il bello e dannato davanti al fuoco?» domandò ancora."
Genere: Drammatico, Introspettivo, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Albus Silente, Draco Malfoy, Famiglia Malfoy, Tom O. Riddle
Note: Lime, What if? | Avvertimenti: Tematiche delicate | Contesto: Dai Fondatori alla I guerra
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Quod devotio
Tenebris
 
Sei anni dopo…
 
Scorpius Malfoy adorava l’avventura. Ed essendo dotato di grande immaginazione era in grado di divertirsi anche da solo: quando fuori faceva bel tempo, il giardino rigoglioso di casa sua era il teatro di incredibili giochi. Sua mamma teneva molto ai fiori che aveva piantato e che Scorpius si premurava sempre di non rovinare. Era un bambino molto sensibile e anche molto attento, motivo per cui in un certo senso si rendeva conto di quello che accadeva intorno a lui. Ma c’erano delle cose troppo complicate e che non avrebbe saputo spiegare, motivo per cui molto spesso faceva finta di niente.
«Scorpius! Vieni dentro, sta per piovere!» Astoria si affacciò, preoccupata dalle nuvole grigie e minacciose che coprivano il cielo.
«Adesso arrivo, madre!» disse il bambino, con i vestiti buoni già tutti imbrattati di terra.
«Tuo padre e Tom sono appena tornati» disse allora Astoria. Scorpius si sollevò subito, con un sorriso sul viso.
«Bene, allora vengo subito!» esclamò correndo verso casa,
 
Una delle paure di Draco era sempre stata quella di non essere un buon padre. Ma con il tempo quella paura si era rivelata infondata: suo figlio lo adorava e la cosa era ricambiata. Ma non era l’unica persona che Scorpius adorava, anche Tom era amato allo stesso modo.
«Siete tornati prima che la tempesta si scatenasse» disse Astoria andando incontro ai due. Tom e Draco stavano spesso fuori, poiché oramai si erano creati un gruppo di seguaci abbastanza nutrito.
«Un po’ di pioggia non ha mai ucciso nessuno» disse Tom, il quale in sei anni era cambiato parecchio, ma non abbastanza da compromettere il suo fascino. Non che Draco ci avesse fatto troppo caso, qualsiasi aspetto avesse non avrebbe fatto differenza.
Scorpius corse all’ingresso, sporcando tutto di fango.
«Siete tornati!» esclamò contento, saltando addosso a Draco.
«Oh! Scorpius!» esclamò Astoria esasperata.
«Ah, non importa. Ciao, piccolo» Draco lo prese in braccio. «Ti sei comportato bene?»
«Benissimo» rispose Scorpius tutto fiero. «E voi?»
Scorpius era di fatto l’unico bambino che Tom sopportasse e per cui nutrisse un certo affetto, non solo perché somigliava molto a Draco, ma perché era effettivamente sveglio e maturo per la sua età, anche se forse era un po’ troppo con la testa fra le nuvole.
«Certo che sì. Ci sono io che lo tengo d’occhio, dopotutto» affermò Tom, ricevendo una gomitata da parte di Draco.
«Tooom» lo chiamò ad un tratto il bambino. «Allora, quand’è che mi insegni a fare le magie da grandi?»
Scorpius aveva una grande voglia di imparare e per Tom sarebbe stato interessante insegnare a quel bambino tutto ciò che sapeva, ma Draco gli aveva severamente vietato di insegnargli cose strane.
«Scorpius, sei ancora troppo piccolo per queste cose. Dovrai prima andare ad Hogwarts, ma ci vorrà ancora qualche anno.»
«Uffa, ma non è giusto» si lamentò con una certa teatralità.
«Non preoccuparti» disse Tom. «Quando sarai abbastanza grande ti insegnerò tutto ciò che vuoi.»
Quella frase parve quietare l’animo di Scorpius, che subito dopo fu costretto da Astoria a fare un bagno.
 
Le cose stavano andando incredibilmente bene da sei anni a quella parte, forse fin troppo. Il prestigio e la popolarità di Tom era cresciuta, adesso aveva molti più seguaci che lo adoravano, anche se non era ancora abbastanza. Tom era uno che non si accontentava mai. Sicuramente in questo non era mai cambiato, sebbene fisicamente fosse sempre meno umano. Ma non per Draco. Per lui sarebbe stato sempre Tom Riddle, anche se fisicamente stava cambiando. Era a causa degli horcrux, questo lo sapeva bene, ma a Draco non importava. In quei sei anni i suoi sentimenti non avevano fatto altro che crescere. Oramai Draco si era abituato quella vita, a quella sorta di quotidianità, e quasi gli veniva da pensare che non l’avrebbe cambiata per niente al mondo, anche se in cuor suo sapeva che le cose sarebbero cambiate. E sarebbero cambiate molto prima di quanto pensasse. Quella sera a cena Scorpius era come sempre allegro e vivace e raccontava di tutti i giochi che aveva inventato da solo. Sarebbe stata una serata perfetta se solo Draco non si fosse reso conto che Astoria non stava molto bene. Era sempre stata cagionevole, ma dopo aver avuto Scorpius il suo fisico si era debilitato ancora di più e capitava spesso che stesse male o fosse indebolita.
«Draco, puoi mettere tu Scorpius a letto? Io ho bisogno di andare a riposare» sussurrò Astoria esausta.
«Sì, ma certo. Scorpius, da la buonanotte a tua madre.»
«Buonanotte, madre» salutò impegnato più che altro a leggere. Era Tom che glielo aveva insegnato. Astoria sorrise debolmente e Draco la osservò fino a quando non la vide sparire.
«Non mi piace per niente. So che capita spesso, ma ho come la sensazione che stavolta sia…diverso.»
«Certo che è diverso. È incinta» disse Tom come se stesse annunciando una cosa qualsiasi. Draco impallidì.
«Lei è… che cosa? Come… come…?»
«Non è ovvio? Non credo nemmeno che lei lo sappia ancora, ma io osservo e sono perspicace. Astoria è di nuovo incinta, per questo sta così male.»
Com’era possibile che Tom lo avesse capito ancor prima della diretta interessata e ancor prima di lui? Si portò le mani sul viso, controllando che Scorpius non li sentisse.
«Ma non può esserlo veramente, lei… lei è troppo fragile, questa volta rischierebbe la vita.»
«E allora sai cosa dovete fare.»
Tom non aveva problemi a dire certe cose con freddezza e controllo, ma non era ancora abituato dopo tutti quegli anni.
«Astoria non vorrebbe.»
«E allora sappi che potresti diventare vedovo» affermò annoiato. A volte la sua insensibilità lo scocciava ancora. Draco si alzò, nervoso. Forse avrebbe dovuto parlarne con Astoria. Un altro figlio non era uno scherzo, aveva dato per scontato che non ne avrebbero avuti più, visto quanto era stato difficile la prima volta. Draco voleva davvero bene ad Astoria, era una moglie dolce e fedele ed era la madre di suo figlio, non voleva che morisse. A lui piaceva la sua vita. Si era abituato a quella routine, a sua moglie, a Tom, a suo figlio… Ma questo non era nei piani.
«Questo… questo non può succedere. Oh, no. Non succederà affatto. Posso ancora fare qualcosa.»
Tom distolse lo sguardo, scocciato. Aveva altro per la testa in quel momento e sapeva anche che per Draco non sarebbe stato affatto facile.
 
Draco in effetti agì nell’immediato. Contattò i migliori Guaritori che conosceva affinché venissero a visitare Astoria, ma alla fine l’ipotesi (anzi, la certezza) di Tom si era rivelata esatta: era incinta e se quella era una notizia che avrebbe dovuto portargli gioia, in realtà Draco era solo preoccupato. Gli sarebbe piaciuto avere altri figli, ma non se questo voleva dire perdere Astoria.
D’altro canto, sua moglie era ferma sulla decisione di portare avanti quella gravidanza.
«Astoria, ti prego di essere ragionevole» la pregò Draco stringendo le sue mani. «Non possiamo rischiare. Scorpius ha bisogno di te e… anche io.»
Lei se ne stava a letto, aveva un’espressione raggiante nonostante tutto.
«Draco… so che sei preoccupato, ma io voglio davvero portare avanti questa gravidanza. Con Scorpius è andata bene.»
«Sì, ma come facciamo a sapere che questa volta andrà bene?» tentò di convincerla, ma invano. Sua moglie sapeva essere molto determinata.
«Infatti non lo possiamo sapere. Ma ci sono tante cose che non sappiamo. Questo è un rischio che devo correre.»
Draco sapeva che non ci sarebbe stato niente in grado di convincerla e ciò non faceva che angosciarlo.
 
«Tom ma come posso fare? Astoria è irremovibile!»
Draco aveva i capelli in disordine e aveva affogato i suoi dispiaceri nell’alcol.
«Draco Malfoy, mi stai stancando adesso» disse Tom serio. «Smettila, sei in uno stato pietoso.»
«E tu sei senza cuore!» piagnucolò. Era ubriaco, non gli era mai successo. «Tu non potresti mai capire, perché non mi ami.»
«Piantala di parlare!» sbottò. Con gli anni era diventato meno paziente per certi aspetti, meno propenso a perdere tempo.
«Io pensavo tu ci tenessi ad Astoria.»
«L’ho tollerata abbastanza bene, lo ammetto. Ma ti ricordo che io sono il tuo amante. E adesso dammi quel Whisky!» Tom gli tolse il bicchiere di mano. «Dopo tutti questi anni che mi stai accanto non hai ancora imparato ad essere forte e ad avere contegno.»
Tom gli appariva come un’immagine sfocata. Draco si portò una mano sulla testa, sentendola girare.
«Io non sono mai stato forte, dovresti saperlo.»
Perse l’equilibrio e Tom lo afferrò.
«Guarda che tuo figlio è qui nei paraggi, pensa cosa accadrebbe se ti vedesse così.»
«Penserebbe che ha un padre patetico e debole. E ha ragione, è quello che sono. Divorato dalla paura, come al solito!» piagnucolò, cercando di scostarsi dalla sua presa. Tom lo afferrò di peso, facendolo sedere sul divano.
«Se fortunato che tu sia tu, odio i piagnistei e non li tollero tra i miei seguaci. Ho parlato troppo, d’accordo? Astoria ce la farà di certo.»
«E tu come fai a saperlo?»
«Infatti non lo so, non sono ancora onnisciente. Ora davvero, smettila di bere perché non risolverai niente.»
Per quanto potesse sembrare crudele nei modi, Tom aveva ragione. Ma Draco continuava ad essere spaventato, consapevole di non avere il controllo. Aveva anche chiesto conforto a sua madre, come un bambino bisognoso.
«Madre, sei certa che non c’è niente che puoi dirle?»
Le aveva chiesto, pallido in volto come un fantasma.
«Oh, Draco. Potrei anche provare, ma non so a cosa servirebbe. Astoria è ferma sulla sua decisione di voler tenere il bambino e nessuno può costringerla a fare il contrario!»
E anche sua madre aveva dimostrato di avere ragione. Per quanto sofferente e debole, Astoria era decisa a continuare. Aveva già perso un figlio una volta. Poi aveva avuto Scorpius e adesso aveva bisogno di credere che sarebbe andato tutto bene.
 
I mesi trascorsero lenti e pieni d’ansia per Draco. Non era molto presente a sé stesso, ma doveva cercare di fare del suo meglio per Scorpius. Era una fortuna che ci fosse Tom, che nonostante odiasse quella situazione, lo aiutava con suo figlio.
«Tom, mia mamma sta per morire?» domandò un giorno il bambino. Lui era rimasto sorpreso. Negli ultimi sei anni aveva imparato a comportarsi con i bambini (soltanto con lui a dire il vero), ed era sempre convinto che i bisognasse dire la verità, sempre.
Ma non era così facile.
«Perché dici questo, Scorpius?»
Lui aveva fatto spallucce, con l’espressione troppo seria per un bimbo di quasi sette anni.
«Perché quando vado da lei è sempre stanca e debole. Tu ce l’haï la mamma ?»
«Io? No, non più» disse freddamente. «Ma tu non sei me, non devi avere il mio stesso destino.»
Così Tom non aveva mentito e Scorpius era rimasto soddisfatto della risposta.
 
«Tom, mio papà è il tuo migliore amico?»
Ultimamente Scorpius aveva preso a fare tante domande. Sarebbe stato facile dirgli di tacere, ma quel bambino somigliava fin troppo a Draco.
«Direi di sì.»
«Siete amici da tanto tempo?»
«Da anni.»
«Quindi vuoi bene anche a me come se fossi tuo?»
Oh, i bambini. Creature davvero interessanti, più complesse di quanto si potesse pensare. Tom si guardò intorno, per essere certo che nessuno lo ascoltasse.
«Tu sei mio, ma non dire in giro che l’ho detto.»
Scorpius arrossì, contento, ed era sicuro che il suo segreto non sarebbe mai stato al sicuro. Ma andava bene così.
E mentre Tom passava molto tempo con Scorpius, Draco si prendeva cura il più possibile di Astoria. Anche se la gravidanza avanzava, sua moglie era dimagrita in viso, eppure era sempre sorridente e non gli creava mai preoccupazioni, né si lamentava.
Non sapeva se ne sarebbe valsa la pena.
 
Astoria entrò in travaglio quasi due mesi prima del previsto, il che aveva sorpreso tutti. A differenza della nascita di Scorpius, era mattina presto. Astoria gemeva,  il suo corpo eccessivamente magro era colto dagli spasmi e un liquido appiccicoso sporcava le lenzuola.
«Perché il Guaritore non arriva?!» esclamò Draco, dimenticandosi di mantenere la calma.
«Lo abbiamo già calmato, rilassati!» gli urlò Tom. Draco evitò di rispondergli.  Doveva pensare ad Astoria, perché la situazione non prometteva bene.
«D-Draco, non può nascere adesso, è troppo presto!» gemette Astoria aggrappandosi a lui.
«Lo… lo so, andrà tutto bene, vedrai!» cercò di rassicurarla, pur mentendo.
Niente sarebbe andato bene.
Il Guaritore arrivò poco dopo e Draco fu costretto a lasciare sua moglie da sola, nonostante avesse protestato. Ma Tom lo aveva trascinato fuori dicendo che non sarebbero stati di alcuna utilità. Scorpius si trovava con Narcissa, quindi Draco poteva benissimo lasciarsi andare alla disperazione.
«Tom, ho paura» gli bisbigliò, come se gli stesse confidando un segreto. Anche se era mattina, la casa sembrava avvolto in un manto oscuro.
«Lo so, ma possiamo solo aspettare» gli rispose poggiando una mano sulla testa.  Due mesi in anticipo erano tanti, e Draco temeva sia per la vita di Astoria che per quella del bambino. Cosa avrebbe fatto, nel caso fosse andato tutto male?
Quello che hai sempre fatto, ma senza di lei.
Scacciò quel pensiero della mente, stringendo forte il braccio di Tom. Questa volta poteva sentire chiaramente i gemiti stanchi di Astoria, che doveva star soffrendo così tanto.
«Tom, per favore. So che non tolleri più questa situazione, ma nel caso in cui dovesse andare tutto male, non lasciarmi cadere» lo pregò Draco, guardando nel vuoto.
«Non ti lascerò cadere, questo posso anche prometterlo» si limitò a rispondere.
Due ore e mezza di nulla e ansia, Astoria smise di lamentarsi. Ma a differenza della prima volta, Draco non aveva sentito nessun pianto, nessun vagito.
«Perché non sento nessun pianto? Tom…»
«Draco, per favore. Rimani qui» lo richiamò debolmente, ma invano. Draco entrò in camera da letto e fu colto da un forte e nauseante odore di sangue. Astoria respirava a fatica, le lenzuola erano imbrattate di sangue, e il Guaritore stringeva in un panno…
«Che succede…?» domandò in un sussurro. Vide le lacrime negli occhi di Astoria e allora capì.
«Mi dispiace, signor Malfoy. La bambina era già nata morta, non c’è stato niente da fare.»
La nausea aumentò. Allungò le mani, istintivo. Voleva vederla, quella bambina che non si sarebbe mai affacciata alla vita. La prese in braccio, era più piccola di come avrebbe dovuto essere. Poteva intravedere i pochissimi capelli biondi sulla sua testa e a vederla così sembrava quasi che stesse dormendo. Era sua figlia, anche se somigliava di più ad Astoria.
«Draco, ma cosa…?»  Tom entrò e si fermò subito. Certo, si era aspettato che andasse tutto male, ma non così. Guardò Draco, poi guardò la bambina e nel vederla lì immobile capì. Lui lo guardò con un’espressione che in tanti anni non gli aveva mai visto. Sembrava che la sua anima fosse stata risucchiata via.
«Tienila tu» sussurro, porgendogli quel fagottino. Tom rabbrividì. Guardò la bambina tra le sue braccia. Quello fu e sarebbe stato l’unico momento in cui Tom Riddle avrebbe provato compassione, perché dopo nemmeno due secondi aveva dovuto distogliere lo sguardo. Era stato un momento di debolezza che non avrebbe confidato nemmeno a Draco.
Quest’ultimo si avvicinò a sua moglie: non l’aveva mai vista così fragile. Astoria boccheggiò, provò a dire qualcosa.
«Sssh, non sforzarti, ti prego. Oh, Astoria. Non sarebbe dovuta andare così.»
Astoria sorrise debolmente, accarezzandogli il viso. Malgrado fosse molto indebolita sorrideva.
«Mi dispiace, Draco. E mi dispiace che la nostra bambina non ce l’abbia fatta.»
Draco trattenne a stento le lacrime. Stavano succedendo troppe cose orribili e tutte insieme.
«Però tu ce la farai, non è vero?» domandò con un sussurro. Malgrado non fosse lui quello che aveva bisogno di conforto, Astoria continuò ad accarezzarlo.
«Draco… Voglio che tu sappia che accanto a te sono stata felice. Avrei potuto avere un marito violento o cattivo, invece ho avuto te.»
«Io non sono quello che pensi, Astoria!» gemette Draco, afferrandole le mani. Erano fredde.
Lei emise una sorta di rantolo.
«Io so… che tu e Tom vi prenderete cura l’uno dell’altro. E che vi prenderete cura di Scorpius, anche se non sarà facile e…»
Draco lasciò che le lacrime gli solcassero le guance. Ebbe in quel momento la consapevolezza che sua moglie aveva sempre saputo.
Aveva sempre saputo di lui e Tom, ma aveva fatto finta di niente.
«Tu… sapevi?»
Astoria annuì.
«È molto difficile non accorgersi di voi. Ti prego, ti prego, non fartene una colpa. Non si sceglie chi amare. Sapevo cosa avrei affrontato sposandoti e malgrado tutto io sono stata felice. Ho amato la nostra famiglia, ho amato te… e ho voluto bene anche a Tom, nonostante tutto.»
Le lacrime erano divenute copiose sulle sue guance. Sapere che Astoria avesse saputo lo faceva sentire in colpa, nonostante lei avesse ragione: non si sceglieva chi amare e in fin dei conti erano finiti tutti e tre in una situazione troppo grande da gestire.
«Astoria, mi dispiace… Per favore… rimani ancora qui, solo un altro po’…»
S’inginocchio, stringendo forte la sua mano. Astoria gli accarezzò i capelli.
«Fai sempre il meglio. Ti prego. E dì a Scorpius che gli voglio bene.»
Dopodiché Astoria chiuse gli occhi e si lasciò andare. La sua fragile presa divenne inesistente e per la prima volta Draco provò un dolore che non aveva mai sperimentato, diverso dal resto. Chiamò il suo nome, pur sapendo che non si sarebbe mai più risvegliata.
So che la vita è fatta di gioie e dolori, ma a cosa serve darti una gioia se poi ti viene tolta così, da un momento all’altro?
Tom si avvicinò a lui, senza toccarlo.
«Draco.»
Lui non rispose, si aggrappò alla sua mano, al suo braccio, poi interamente a lui e lasciò che fosse Tom a condividere con lui il suo immenso dolore.
 
Mira Astoria Malfoy. Era questo il nome che Draco aveva dato alla bambina che adesso riposava accanto a sua madre. Draco aveva in mente il pianto disperato di suo figlio, il quale non capiva perché fosse andata così, perché la sua affettuosa madre gli fosse stata portata vita.
E lui aveva perso una moglie e una figlia. E questo niente e nessuno lo avrebbe cambiato.
Non era ad un funerale che sperava di assistere, eppure era ciò che stava accadendo. Non c’era niente che potesse distrarlo dal suo profondo dolore, né il pianto di Scorpius, né la voce di sua madre.
L’unico era Tom, che adesso gli stava poggiando una mano sulla spalla.
«Draco. Non è quello che vuoi sentirti dire, ma devi reagire. Dovrai reagire prima o poi, se non vuoi sprofondare.»
Ma io sto già sprofondando.
Tom, hai mai perso tutto? O quasi?
«Io non ho… non ho…»
«Fa silenzio. Hai tuo figlio, lui ha bisogno di te in questo momento. E ci sono anche io. Non puoi impedirti di soffrire, ma smettila di auto commiserarti e usa questo dolore in altro modo.»
Sapeva cosa intendeva Tom per altro modo.
Incanalare il dolore verso la rabbia, piuttosto che verso la tristezza. Respirò profondamente e chiuse gli occhi. In quell’attimo si promise che non avrebbe più perso nessuno, che avrebbe avuto il controllo su quanto più possibile. Il dolore si sarebbe forse assopito, ma non la sua rabbia. E quest’ultima gli sarebbe servita per diventare grande.
 
Nota dell’autrice
Mira è il nome di una stella ed era anche quello che più mi piaceva tra i vari nomi ispirati alle stalle. Fino all’ultimo sono stata indecisa se farla sopravvivere, ma alla fine ha vinto il mio lato oscuro; quindi, non ce l’hanno fatta né lei né Astoria. Questo non è stato un momento facile né per Draco né per me. È stato impegnativo, ecco, ma necessario. Questo segna un cambiamento importante per Draco, che forse potrà abbracciare il lato oscuro.
Come in molti avevano ipotizzato, Astoria ha sempre saputo della relazione tra Draco e Tom, ma alla fine si era affezionata ad entrambi e alla sua vita. Fatemi sapere cosa ne pensate! ^^
 
Nao
   
 
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