Serie TV > The 100
Segui la storia  |       
Autore: Aagainst    17/09/2021    1 recensioni
Dal sesto capitolo:
“I miei vecchi quaderni sono ancora riposti negli scaffali, come se il tempo non fosse mai passato. Ne prendo uno a caso e lo apro. Lo sfoglio, il cuore in gola. I testi di vecchie canzoni che nemmeno ricordavo di aver scritto mi travolgono, senza alcuna pietà. Ripenso a ciò che mi ha detto Bellamy qualche giorno fa. Ho perso la mia musica. Ho perso la mia casa. E, anche se mi sembrano così vicine, non sono mai state più lontane. “
Sono passati sei anni da quando Clarke ha lasciato Polis per inseguire il suo sogno e diventare cantante e quattro da quando ha tagliato definitivamente i rapporti con chiunque appartenesse al suo passato. Costretta dal suo manager a tornare a casa dopo l’ennesima bravata, ritroverà la sua vecchia vita ad attenderla, tra cui due occhi verdi carichi di domande.
Genere: Drammatico, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: FemSlash | Personaggi: Clarke Griffin, Lexa
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<  
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Epilogo 

 

Tell me what you thought about
when you were gone and so alone
[…] 
I’m so glad that the truth
has brought back together me and you
(The Starting Line-Best Of Me)

 

 

 

Le fastidiose note della sveglia mi costringono ad aprire gli occhi. Sbuffo. Controllo che ore sono e decido di rimettermi a dormire. Purtroppo per me Raven entra di colpo, ponendo definitamente fine al mio agognato riposo.

“Ehi bella addormentata! È ora di alzarsi!”

“Rae, altri cinque minuti.” biascico, schiacciando la faccia contro il cuscino. 

“Clarke, sei in ritardo.” dice lei, aprendo le tende prima e la finestra poi. Un getto di aria gelata mi investe all’improvviso e mi avvolgo nelle coperte, a mo’ di involtino. Raven alza gli occhi al cielo e mi strappa le lenzuola di dosso. Sto tremando dal freddo.

“Rae, ma sei impazzita? È febbraio!” protesto.

“E tu hai un’intervista tra poche ore. Per non parlare del concerto di stasera.”. Sospiro.

“E va bene, hai vinto.” mi arrendo. Mi alzo e vado a lavarmi e vestirmi. Quando esco dal bagno, Raven è ancora accanto alla finestra, appoggiata al muro. 

“Hai intenzione di restare lì o vieni con me a fare colazione?” le chiedo, sarcastica. 

“Più passa il tempo, più sei simpatica, te l’ha mai detto nessuno?” ribatte lei, colpendomi al braccio.

“Ehi!” mi lamento, mentre la seguo fuori dalla stanza. Scoppiamo entrambe a ridere e ci dirigiamo al ristorante dell’albergo dove Bellamy e Murphy ci aspettano, l’aria piuttosto addormentata.

“Buongiorno.” saluta il mio agente. “Pronta per questa sera? Sarà il tuo primo concerto sotto la nuova etichetta.”. Io e Bellamy ci scambiamo un’occhiata carica di complicità. Dopo la mia fuga a Polis, Lightbourne ha deciso di rescindere il contratto. Non saprà mai il favore che mi ha fatto. Sono libera ormai, da qualsiasi catena. Firmare per Bellamy è stata una delle scelte migliori della mia vita. Ho perfino ricominciato a scrivere. 

“Andrà bene. Non vedo l’ora di tornare sul palco, mi manca.” ammetto. “Anche se, in realtà, non aspetto altro che domani.”

“Lei non lo sa ancora, vero?” mi chiede Raven. Faccio cenno di no con il capo. 

“È una sorpresa. Sempre che Anya non le abbia detto nulla.”. Raven mi fulmina con lo sguardo e io scoppio a ridere. Mi siedo al tavolo e ordino un cappuccino. Attorno a me, i miei amici scherzano e chiacchierano fra loro, mentre io faccio colazione, un’abitudine che ho ripreso da qualche tempo. Sorseggio il mio cappuccino e sorrido, pensando a quanto sono fortunata. Ho passato anni fuggendo da tutto e tutti alla ricerca di qualcosa che desse senso alla mia vita, senza rendermi conto che, in fin dei conti, avevo già tutto quello che mi serviva. Con la mente vado a stasera. Ho ricominciato a cantare. Ho ricominciata ad essere me. E non voglio più tornare indietro.

 

________________

 

Pronto?” risponde una voce impastata dal sonno.

“Ehi, sono Clarke.” dichiaro. Ho finito da poco di cantare e ho immediatamente telefonato a Lexa. Avevo un disperato bisogno di sentire la sua voce. 

Oh, scusami. Devo essermi addormentata sul divano. Come stai? Come è andato il concerto?”. Sorrido al pensiero di lei rannicchiata sul divano, magari con un libro fra le mani. 

“È andato bene. I nuovi pezzi sono piaciuti molto e il pubblico è stato fantastico. Sì, è stata una serata quasi perfetta.”

Quasi?” chiede lei, confusa.

“Sì, quasi. Mancavi tu. E mancava anche Aden.” affermo, con un sorriso amaro sulle labbra.

Ci sei mancata molto anche tu, Clarke. E mi dispiace davvero tanto che non riuscirai ad essere qui domani per il suo compleanno.”. Mi mordo il labbro, per evitare di rovinarle la sorpresa. “Ora scusa, ma Aden mi sta chiamando. Ci sentiamo domani. Ti amo.

“Ti amo anch’io.”. Attacco la chiamata e mi volto. Raven e Bellamy mi stanno aspettando in macchina, una vecchia Ford grigia. 

“Che c’è? Non tutti possono permettersi un’auto sportiva. E poi a Polis sarebbe solo di intralcio.” il mio amico esordisce. “Salta su piuttosto o non arriveremo mai in tempo.”. Trattengo le risate e salgo in macchina. Bellamy parte in quarta, mentre Raven insulta il suo stile di guida. Da che pulpito, direi. 

“Emozionata?” la mia amica mi riporta alla realtà.

“Un po’. Voglio proprio vedere che faccia farà quando saremo davanti a lei.” rispondo.

“Beh, non appena vedrà me penso sverrà per la gioia, sì. Quando vedrà te e la Reyes invece…. Mah, non saprei.” ci prende in giro Bellamy. Lui e Raven hanno legato molto in questi mesi. Certo, si punzecchiano abbastanza, ma fa parte del gioco. So che si vogliono bene e farebbero di tutto l’una per l’altra. 

“Bessy, dacci un taglio.”

“Mi chiamo Bellamy, porta rispetto per il mio nome. Io non storpio il tuo.”

“Faccio quello che mi pare, Betty.”. Mi sto letteralmente tenendo la pancia dalle le risate. 

“Voi due, pensate alla strada. Vorrei arrivare a Polis sana e salva, grazie.” dico. Bellamy ribatte qualcosa che non riesco a capire e continua a guidare. Da Buffalo a Polis ci metteremo circa sette ore. Mi accoccolo sul sedile posteriore, appoggiando la testa contro il finestrino. Osservo il paesaggio. La neve ricopre ogni cosa e fuori deve esserci davvero freddo. Sorrido. Sto tornando a casa. Ed è una sensazione bellissima. 

 

________________

 

“Che cosa significa che hai dimenticato le chiavi di casa, Clarke?”

“Non lo so Rae, devo averle lasciate sul tour bus.” mi dispero. Non sono nemmeno le sette di mattina e Lexa sta dormendo della grossa, il che vuol dire che non sentirebbe mai suonare al campanello. Mi guardo intorno, alla ricerca di una soluzione.

“Beh, prima o poi Lexa si sveglierà. Restiamo qui e aspettiamo.” propone Bellamy. 

“Ho un’idea migliore.” dichiaro, rivolta verso l’albero che dà sulla camera di Aden. Mi arrampico, anche se un po’ a fatica. Non sono mai stata brava in queste cose. 

“Clarke, scendi giù!” mi chiama Raven, spaventata.

“Rae ha ragione! L’ultima volta che hai provato a fare una cosa del genere sei finita al pronto soccorso.” si aggiunge Bellamy.

“Non vi preoccupate, è tutto sotto controllo.” li rassicuro, mentre cerco di arrivare alla finestra. 

“Griffin, cosa stai facendo?”. Guardo giù, per capire chi ha parlato. Mi sbilancio e perdo l’equilibrio. In un attimo mi ritrovo nella neve, con Indra che mi squadra in silenzio. 

“Coach, salve.” la saluto, restando per terra. 

“Vedo che non impari mai, Griffin.” asserisce, un sorriso sghembo dipinto in volto. Sputacchio terreno e faccio per alzarmi, ma lei mi spinge nuovamente nella neve. 

“Stasera alle sei, mi raccomando.”. Sospiro. Ogni sabato sera, prima di cena, io e lei ci troviamo a giocare a basket uno contro uno. Beh, non che la mia sia poi una scelta così libera e spontanea. 

“Ci si vede, Griffin.” si congeda. La osservo mentre si allontana, incapace di spiccicare parola. Raven mi aiuta ad alzarmi e a ripulirmi dalla neve, quando la porta si apre. Lexa è sulla soglia che ci guada, ancora mezza addormentata. Non appena realizza chi si trova davanti a lei sgrana gli occhi e ci corre incontro. 

“Clarke!” esclama, mentre mi stringe forte a sé. “Sei tornata.” sussurra. 

“Sì, Lex. Sono qui.” le confermo, baciandola. 

“Beh, direi che il nostro lavoro è finito.” ci riporta alla realtà Bellamy. 

“Già. Ci vediamo più tardi, piccioncine.” ci saluta Raven. Io e Lexa scoppiamo a ridere, l’una fra le braccia dell’altra. Entriamo in casa e ci sediamo sul divano, lei in braccio a me. Mi circonda il viso con le mani e mi bacia di nuovo, lentamente, come se ancora non riuscisse a credere pienamente di trovarsi insieme a me. Le accarezzo con dolcezza i capelli e le sorrido.

“Lo sai che non sparirò più, vero?”. Lei china il capo, ma io la costringo a rialzarlo. Si tortura il labbro, in imbarazzo.

“Clarke, io… Io penso che la paura che tu possa non tornare più non se ne andrà mai completamente.” confessa.

“Lex, ho passato anni scappando da quello che mi rendeva felice. Non voglio rifare lo stesso errore. Ti amo Lexa e tornerò sempre a casa. Tornerò sempre da te.”. Le sue iridi verdi si ricolmano di lacrime. Mi bacia di nuovo, con trasporto. Restiamo sul divano per un po’, l’una fra le braccia dell’altra. Poi, dopo un’ora, ci alziamo e andiamo a svegliare Aden, pronte per festeggiare il suo compleanno. Non appena apre gli occhi e mi vede, mi salta addosso, urlando il mio nome. 

“Tanti auguri, piccolo.” sussurro, baciandogli il capo. E, in quell’atmosfera così intima e familiare, non posso non pensare agli ultimi sei anni. Sono fuggita da tutto e tutti, pensando di non meritare altro che l’annientamento della mia umanità. Quanto mi sbagliavo. Sì, domani dovrò ripartire, ne sono consapevole. Eppure, ora lo so. Per quanto lontano io potrò andare, tornerò sempre a casa. Perché ormai Lexa è casa mia e io non riesco più a immaginare una vita lontana da lei. E, mentre lei e Aden mi trascinano sul letto e cominciano a farmi il solletico, non posso fare altro che lasciarmi sfuggire lacrime cariche di felicità. Bentornata a casa, Clarke. Bentornata in vita.







Angolo dell'autrice

E così siamo giunti alla fine. Mi mancherà molto questa storia, lo ammetto. Scriverla mi ha aiutata tanto e spero di essere riuscita a trasmettervi qualcosa. Esiste una casa per tutti noi, ne sono convinta. Casa non è solo il luogo da cui veniamo, è quel posto o quella persona in cui possiamo essere noi stessi, senza filtri. Questo è Lexa per Clarke. Lo è sempre stato. 
Vi ringrazio davvero tantissimo per aver letto, per la pazienza, per aver inserito questa storia tra le preferite e le seguite e per le recensioni. Forse tornerò con qualche one shot ogni tanto, vedremo.

May we meet again.
   
 
Leggi le 1 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<  
Torna indietro / Vai alla categoria: Serie TV > The 100 / Vai alla pagina dell'autore: Aagainst