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Autore: deborahdonato4    17/09/2021    1 recensioni
Leo Valdez, deluso dal suo primo amore Calypso, è tornato al Campo Mezzosangue con suo figlio James. Decide di dedicarsi completamente alla crescita del figlio.
Will Solace, rientrato al Campo dopo un anno passato a lavorare in un ospedale umano, ha una sola missione: confessare il suo amore verso Nico di Angelo. Mal'amore ha promesso per lui, e per Nico, un destino diverso.
Due ragazzi che diventano prima amici, poi qualcosa di più.
Genere: Azione, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Yaoi, Slash, Crack Pairing | Personaggi: Calipso, Leo Valdez, Nico di Angelo, Nuovo personaggio, Will Solace
Note: Lemon, OOC | Avvertimenti: nessuno
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«Leo, hai un aspetto tremendo.»

Leo borbottò nel sentire le parole del suo migliore amico e gli scoccò un'occhiataccia. Sapeva di essere pallido, di avere le occhiaie, ma non voleva sentirselo dire.

«Trav...» mormorò, mentre il figlio di Ermes cominciava a frugare nei cassetti. «Pillole. Ora.»

«Le sto cercando, tesoro.»

Leo alzò gli occhi al soffitto e chiuse gli occhi. Dopo aver visto Will scappare dalla cabina di Ermes, aveva rigettato di nuovo e non era più riuscito a dormire. Forse aveva sonnecchiato un paio d'ore, ma il dolore alla gola, alla testa e al petto si erano fatte strada con prepotenza in lui.

Travis trovò le pillole nel cassetto e ne prese due, passando poi il flacone a Leo, che lo prese borbottando. Ingoiò due pillole e rimase steso nel letto ad aspettare che facessero effetto. Un minuto dopo, però, si rese conto che il dolore al petto non era cambiato.

«Hai ancora un aspetto tremendo.» notò Travis, stiracchiandosi. «Sei riuscito a dormire?»

Leo scosse la testa, mettendosi seduto.

«È successo qualcosa mentre dormivo?»

Leo gli lanciò un'occhiata. Poteva dirgli che era così giù di tono per colpa di suo fratello e Will? E dire che si era fatto pure una grossa risata quando Travis gli aveva detto «Chiunque sia, se fa gridare mio fratello in quel modo, dovrebbe anche sposarlo».

«Will.» si decise a dire infine Leo, e Travis aggrottò la fronte.

«È passato di qua mentre dormivo?» chiese Travis, guardandosi attorno, come se potesse riconoscere il passaggio di Will in quella stanza.

«No.» Leo si passò la mano sul volto, poi tra i capelli. «Il ragazzo con Connor... era Will.»

Travis strabuzzò gli occhi a quelle parole e Leo notò di non poter sopportare quello sguardo. Si alzò in piedi, sentendo i palmi prudere dal desiderio di bruciare qualcosa.

«Come..?» domandò Travis, e Leo si strinse nelle spalle.

«L'ho visto uscire dalla finestra della sua camera.»

Travis tenne d'occhio l'amico mentre faceva su e giù per la stanza.

«Ti senti bene?» gli chiese, cauto. Non voleva che Leo gli desse fuoco.

Leo scosse la testa, poi annuì. «Sì, sto bene.» si sforzò di dire. «Insomma, non è più il mio ragazzo. È libero di fare quello che vuole, di farsi chi vuole. E... e io sono impegnato. Fidanzato. Con Calipso.»

Dire quelle parole gli provocò una strana sensazione al petto, non dolorosa. Scegliere Calipso non era solo la scelta migliore. Il suo rapporto con Calipso durava da anni, erano sopravvissuti a mille problemi. Certo, non li avevano superati al meglio, litigavano di continuo, ma la ragazza era la persona giusta per lui. L'amava, forse non dello stesso amore profondo che aveva provato per lei quando era tornato con Festus per liberarla da Ogigia, ma sapeva che quell'amore, nel corso degli anni, dei secoli che li aspettavano, sarebbe sbocciato di nuovo.

E Will... sì, Leo riconobbe che anche la loro relazione era stata importante. E sì, lo aveva amato nel profondo, e a lungo, e forse con lui era stato davvero felice. Ma Will era andato avanti, era stato a letto con Connor, e chissà con quanti altri ragazzi in quei due anni che non si erano visti. Da quando era arrivato, Will non gli aveva chiesto di riprovarci, perché forse non gli importava più. Era stata solo un'avventura, la loro. Insieme avevano riparato i loro cuori spezzati, si erano ripresi dalle delusioni passate e avevano creduto di poter stare bene.

Travis osservò l'amico, chiedendosi se parlasse sul serio. Connor e Will? Doveva proprio fare due chiacchiere con il fratello. Non c'erano dubbi che Leo dicesse la verità, riusciva a scorgere quanto fosse scosso. Si avvicinò all'amico e gli posò una mano sulla spalla.

«Forse ieri sono stato troppo duro con te.» cominciò a dire, ma Leo lo fermò.

«Avevi ragione.» disse Leo. «Non è amore quello che provo per lui ora, ma riconoscenza. Era amore due anni fa, prima di... be', prima che ci lasciassimo. Ora... ha rischiato di morire per me, lo riconosco. Ma ora devo darmi una svegliata.»

Travis rimase in silenzio mentre Leo proseguiva.

«Devo preparare il mio matrimonio con Cal.» continuò il figlio di Efesto, spogliandosi e dirigendosi verso il bagno. «Ci sono un sacco di cose da fare. Ma prima... devo farti una domanda.»

Leo incrociò gli occhi chiari dell'amico.

«Vuoi essere il mio testimone di nozze?»

 

Will era in infermeria, intento a cucire una profonda ferita di una figlia di Afrodite, Amy. La ragazza aveva deciso di allenarsi con una figlia di Nike, Holly Victor, per cui aveva una cotta, senza tenere conto che la gemella di Holly, Laurel, avrebbe partecipato per dimostrare il proprio valore. Si era ritrovata ad assistere allo scontro tra le due gemelle, evitando le loro spade per puro miracolo, ma alla fine una delle due l'aveva colpita per sbaglio.

«La prossima volta combatterò con Paolo.» disse Amy, con voce tetra, mentre Will finiva di ricucirle la ferita.

«La prossima volta, chiedi ad Holly di vedervi dove non comparirà Laurel.» le suggerì Will, sorridendo.

«E dove?» sospirò la figlia di Afrodite, affranta. «Sono inseparabili.»

«Forse conosco qualcuno che potrebbe aiutarti.» rispose Will, osservando Connor Stoll entrare in infermeria. Portava con sé una busta colorata, e Will la riconobbe come una di quelle che il figlio di Ermes aveva acquistato il giorno prima con i suoi soldi. Notò di dover essere arrabbiato con il ragazzo, ma dopo il loro incontro piccante, non riusciva a fargliene una colpa.

«Connor!» lo chiamò Will, e il figlio di Ermes si voltò verso di lui. Dal sorriso che gli comparve sulle labbra, Will immaginò che fosse lì per incontrarlo.

«Ciao ragazzi.» Connor si avvicinò ai due, osservando i guanti sporchi di sangue e nettare di Will e la pelle appena ricucita del braccio della ragazza. «Mi avete chiamato per propormi una cosa a tre?»

Will rise mentre Amy arrossiva.

«Non siete proprio il mio tipo.» disse la ragazza, mentre Will diceva: «Lei non è proprio il mio tipo.»

«Peccato.» disse Connor, schioccando le labbra. «Voi siete il mio tipo.»

Will guardò Amy, rossa come un peperone. Immaginò che la figlia di Afrodite non vedesse l'ora di scappare dall'infermeria.

«Ti abbiamo chiamato per chiederti un favore.» disse Will, togliendosi i guanti sporchi e cambiandoli.

«Okay.» Connor si sedette vicino ad Amy. «Ditemi pure.»

«Dovresti distrarre Laurel Victor.» disse Will, mettendo un altro paio di guanti e prendendo una benda.

«Laurel Victor?» ripeté Connor, pensieroso. «Figlia di Nike, giusto?»

«Sì.» annuì Will.

«Mh... faccio fatica a riconoscerle.» ammise il figlio di Ermes. «Qual è delle due?»

«Quella con i capelli più corti.» disse Amy, e Will le bendò la ferita appena ricucita.

«Okay.» annuì Connor. «C'è un motivo particolare per cui dovrei distrarla?»

«Sì.» Will sorrise ad Amy, incoraggiante.

«Voglio uscire con Holly.» disse Amy, poi si corresse, imbarazzata: «Cioè, voglio trovarmi sola con Holly per più di un minuto.»

«Affare fatto.» Connor sorrise alla figlia di Afrodite.

«Cosa vorresti in cambio?» chiese lei, osservandolo.

«Niente.» la tranquillizzò Connor. «Dimmi quando vuoi che te la distragga, e lo farò.»

«Okay.»

Will si allontanò da Amy, dicendole che aveva finito. La ragazza si alzò, ringraziandoli entrambi, e si affrettò ad uscire dalla cabina prima che Connor potesse fargli qualche nuova richiesta.

Will tenne lo sguardo puntato sulla figlia di Afrodite, e lentamente si voltò di nuovo verso Connor. Notò che il figlio di Ermes lo stava già guardando.

«Pensavo ti facessi pagare.» disse Will, togliendosi il nuovo paio di guanti e gettandolo insieme agli altri.

Connor fissò il dottore per qualche secondo. «Mentre mi parlavate, le ho rubato cinque dracme dalla tasca.» ammise. «Come pagamento può bastare.»

Will fissò Connor. «Non ti ho proprio visto farlo.» mormorò.

«Te l'ho detto, mani veloci.»

Will e Connor continuarono a guardarsi. Il figlio di Ermes somigliava davvero in modo impressionante a suo fratello maggiore Travis. Avevano lo stesso colore degli occhi, lo stesso naso a punta che ricordava un po' quello di un elfo. Ma le labbra di Connor erano più rosee, i capelli più lunghi e le spalle più strette.

Cielo, pensò Will tra sé. Tutti i miei ex sono uguali.

Non seppe se ridere o piangere, poi ricordò Mitchell figlio di Afrodite, nonché amico. Col passare degli anni era diventato alto quanto lui e si era irrobustito. Si trattenne dal tirare un sospiro di sollievo.

«Comunque non sono venuto qui per borseggiare i tuoi pazienti.» disse Connor, prima di aggiungere: «O te.»

Will lo fissò. «Me? Di nuovo?» Posò la mano sulla tasca, scoprendo che il portafoglio era sparito.

Connor glielo tese. «Scusa, forza dell'abitudine.» ridacchiò.

Will lo rimise in tasca, borbottando. «Sei sicuro di non essere un cleptomane?»

«Probabilmente lo sono, ma preferisco non essere etichettato.»

Il figlio di Apollo fissò torvo l'altro, che gli sorrise e gli tese il sacchetto colorato che teneva ancora in mano.

«Ecco, ti ho portato un altro regalo.» disse Connor.

«Sempre rubato?» domandò Will. «O pagato con i miei soldi?»

«Mh, pagato con i tuoi soldi.»

Will sospirò e lo prese, curioso. Lo aprì, scoprendo che all'interno c'erano un paio di pantaloncini neri.

«Per la fretta, ne ho comprati un paio troppo larghi.» spiegò Connor. «E presumo che a te potrebbero stare benissimo.»

Will osservò per un attimo i pantaloncini, trovandoli piuttosto belli. Gli sarebbero stati benissimo, assieme alla felpa arancione che il ragazzo gli aveva regalato il giorno prima.

«Non lo voglio.» disse Will, sentendosi dispiaciuto mentre glielo tendeva indietro.

Connor aggrottò la fronte. «Perché no? Ti starebbero benissimo.»

«Probabile.» sospirò il biondo. «Ma il fatto che tu abbia detto “per la fretta” non mi piace. Credo proprio che tu li abbia rubati, e non voglio essere complice in nessun modo.»

Il figlio di Ermes scoppiò a ridere. «Will, il negozio ieri stava per chiudere, per questo ero di fretta. E poi non vedevo l'ora di tornare da te, per vedere la tua espressione.»

«Spero che la mia espressione ti abbia soddisfatto.»

«Sì, parecchio.» Connor spinse la busta verso di lui. «Ora tienili. E mettili ogni tanto. Con la felpa arancione, ti starebbero proprio bene.»

Will prese la busta, lanciando un'occhiata al figlio di Ermes. Aveva detto esattamente ciò che aveva pensato. Fu sul punto di dirglielo, ma Connor balzò in piedi.

«Ora devo andare.» disse, dirigendosi verso l'uscita. «Ho promesso ad una figlia di Nemesi di aiutarla a vendicarsi, e non voglio proprio rischiare di farla aspettare.»

«Connor... grazie!» esclamò Will. Il figlio di Ermes gli sorrise, prima di scomparire dall'infermeria.

Will rimase a fissare la porta per qualche altro minuto, pensando a Connor Stoll. Non riuscì a capire se fosse turbato in senso negativo o positivo nei confronti di quel ragazzo. Prese i pantaloncini dalla busta, deciso a provarli, e notò un biglietto cadere dalla busta. Curioso, lo prese e lo aprì.

Sì, li ho rubati – C.

Will appallottolo il foglietto e i pantaloncini e li gettò nel cestino più vicino, sbuffando.

 

 

Dopo la doccia, e una riordinata veloce nella sua camera, Leo uscì dalla cabina 9. Intravide Nina seduta su una sdraio fuori dalla cabina 14, mentre Butch era seduto di fronte a lei, intento a massaggiarle i piedi.

«Quanto vuoi per massaggiare i miei?» domandò Leo, avvicinandosi, cercando di non ridere. Il figlio di Iride era così mascolino mentre massaggiava i piedi della sua amata.

«Niente, perché a te non lo faccio.» borbottò Butch, arrossendo.

«Vieni qui.» Nina indicò la sdraio vicino alla sua. «Li massaggerà anche a te.»

Butch le scoccò un'occhiataccia, e Nina in tutta risposta si indicò la pancia voluminosa. «Spero tu non voglia discutere con me.» disse lei.

Butch le guardò la pancia, ignorando Leo che prendeva posto sulla sdraio libera e si sfilava le scarpe. «Tu eri d'accordo con me.» brontolò il figlio di Iride. «Non puoi darmi la colpa.»

«Non pensavo che non sarei più riuscita a vedermi i piedi, quando ho accettato.»

«Potevi chiedere a me.» disse Leo, rubandole la limonata fresca. «Anche Calipso ha avuto lo stesso problema. Le massaggiavo i piedi e i polpacci, e una volta le ho messo pure lo smalto.»

Butch sibilò tra i denti alle sue parole, e Nina sogghignò.

«Lo smalto, eh?» disse, guardando il fidanzato. «Lo vorrei verde. Lo vai a prendere?»

Leo si portò una mano alla bocca per nascondere il suo sorriso, ma lo sguardo assassino che Butch gli riservò, gli fece capire che non era cascato nel trucchetto della mano.

Nina guardò il ragazzo scomparire all'interno della sua cabina e Leo fece per parlare, ma la ragazza alzò una mano per zittirlo.

«Lo voglio viola, non verde!» esclamò Nina, sogghignando, e Leo rise. «Anzi no, giallo...»

«Rosso!» le suggerì Leo.

«Oh sì, rosso!»

Dall'interno della capanna si udì un'imprecazione in greco che Leo decise di non ripetere alla sorella, che forse non l'aveva sentito.

«Tutto okay?» domandò Nina, osservando il fratello. «Stai già ripensando al matrimonio?»

Leo si guardò le dita dei piedi. «No, non sto ripensando al matrimonio.»

Nina sospirò. «Perché vuoi andare avanti? Io e Butch non abbiamo alcuna intenzione di sposarci, e stiamo benissimo.»

«Be', io e Cal ci amiamo sul serio.»

Nina alzò gli occhi al cielo azzurro mentre Butch usciva dalla cabina, con le mani pieni di smalto. «Anche noi ci amiamo.» disse la figlia di Efesto, guardando Butch. «Non abbiamo bisogno di una fede al dito per dimostrarlo. Giusto?»

Butch borbottò qualcosa e fu sul punto di sedersi quando Nina lo fermò.

«Dov'è il blu?» chiese, guardando i colori.

«Non me l'hai chiesto.» farfugliò il figlio di Iride.

«Certo che te l'ho chiesto.» Nina guardò Leo, che annuì.

«Te lo ha proprio urlato.» disse Leo. «Come hai fatto a non sentirlo?»

Butch guardò prima una e poi l'altro, e si affrettò a rientrare.

«Sei proprio stronza.» mormorò Leo, guardando la sorella con affetto.

«Mi hai spalleggiato.» gli fece notare Nina. «Lo sei anche tu.»

Leo scosse la testa e si guardò attorno. Stare coricati su una sdraio della cabina 14 non era affatto male, non dopo aver superato la sbornia.

«Comunque, tutto okay?» chiese Nina, osservando il fratello. «Ti ho visto uscire dalla cabina di Ermes. Hai dormito lì?»

«Ho festeggiato ieri sera con Travis.» disse Leo, spostando lo sguardo sull'infermeria in lontananza. Vide Connor Stoll entrare all'interno con una busta in mano e si sentì sprofondare. Intendevano fare sesso sulla scrivania?

«Oh. Be', sono contenta per te. Che ti sei divertito.»

Leo spostò lo sguardo dall'infermeria e tornò a guardare la sorella con un groppo in gola.

«Ho scelto Travis come mio testimone.» disse Leo, mentre una parte di lui si chiedeva se avrebbe dovuto invitare pure suo fratello.

«Pensavo avresti scelto me.»

«Che ne diresti di fare la damigella?»

Nina si mordicchiò il labbro. «Mh... il matrimonio sarà prima o dopo che avrò partorito?»

Leo le guardò la pancia per un attimo. «Direi dopo.»

«Allora va bene. Ma non scegliete nessun colore confetto per me, potrei vomitare.»

«Devi vomitare?» le chiese preoccupato Butch, con in mano l'intera scatola di smalti della sorella. «Vuoi che ti porti un secchio?»

«Oh no, caro, parlavo con Leo.»

Butch si rilassò appena e tornò a sedersi davanti a lei, posando la scatola vicino agli altri smalti e riprendendo a massaggiarle i piedi. Leo mosse i suoi speranzoso, ma Butch lo ignorò.

Leo spostò di nuovo lo sguardo sull'infermeria, riflettendo. Connor era lì dentro da troppo tempo. Forse doveva entrare e controllare che Will stesse bene... Il figlio di Ermes magari lo stava costringendo a fare qualcosa contro la sua volontà. Prima che potesse decidersi ad alzarsi, lo vide uscire. Non si era trattenuto a lungo, e Leo notò subito la mancanza della busta.

«Va bene lo smalto blu.» disse Nina, riportandolo alla realtà, e Butch si affrettò a prendere lo smalto. «Ma anche il rosso...»

«Posso alternare i colori.» si offrì il figlio di Iride, e l'enorme sorriso che gli dedicò Nina, fece capire a Leo quanto fosse importante trovare la persona giusta.

   
 
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