Il valore di una medaglia

Oikawa Tooru aveva fatto moltissima strada nei suoi ventisette anni di vita, raggiungendo la vetta con la vittoria del terzo posto ai Giochi olimpici di Tokyo 2020.
Si era appassionato alla pallavolo quando era ancora un bambino, aveva deciso che sarebbe diventato il palleggiatore più forte e non aveva mai abbandonato questo sogno.
Non importava che con la sua squadra liceale non fosse mai riuscito ad arrivare ai nazionali, nulla aveva mai fatto vacillare i suoi propositi e, anzi, l’avevano solo spronato di più.
Abbandonò tutto, partì per il Brasile e giocò a beach volley lontano da tutte le persone più care, imparando allo stesso tempo una lingua nuova e completamente differente.
Fu preso, successivamente, nella nazionale di pallavolo Argentina e con questa partecipò alle Olimpiadi del 2021 nel suo paese natale.
A ventisette anni vinse finalmente la sua medaglia, non importava che fosse di bronzo e simboleggiasse il terzo posto. Era una medaglia ed era tutto ciò cui il castano aveva sempre desiderato. L’emozione di vincere, di sapere che tutto quel sudore e quei sacrifici non erano stati vani. Tooru non aveva smesso di piangere fin dal momento in cui la palla aveva toccato terra per l’ultima volta decretando la loro vittoria per il terzo posto.
Quel semplice dischetto di bronzo attaccato al suo collo era la dimostrazione di essere riuscito a raggiungere il sogno che da bambino aveva solo potuto immaginare.
Continuò a piangere anche quando venne raggiunto da Hajime e questo lo abbracciò come se fosse la cosa più preziosa della sua vita. Lo abbracciò con affetto e orgoglio e Tooru si sciolse tra le sue braccia.
-Sapevo che ce l’avresti fatta- sussurrò tra i suoi capelli.
Come risposta Tooru poté solo continuare a singhiozzare mentre si stringeva contro il preparatore atletico del Giappone davanti tutte quelle telecamere che stavano trasmettendo in diretta mondiale.
Ma a chi importava? Hajime era sempre stato al suo fianco. Non l’aveva mai abbandonato e aveva creduto in lui senza vacillare neanche per un secondo. Iwaizumi l’aveva riportato con i piedi per terra ogni volta che si perdeva nella depressione delle sconfitte al liceo; l’aveva baciato ogni volta che ce n’era stato bisogno; era stato il primo ad appoggiarlo quando Tooru aveva affermato di voler continuare i suoi allenamenti nel sud dell’america; l’aveva consolato ogni volta che il castano lo chiamava in piena notte in preda a un attacco di panico perché gli mancava Hajime; ma soprattutto, Iwaizumi non aveva mai spesso di amarlo e non aveva mai smesso di dimostrarglielo ogni singolo giorno.
Quella vittoria era anche sua e Oikawa non avrebbe voluto condividerla con nessun’altro.
Tooru aveva passato ventisette anni per raggiungere quell’obiettivo. Adesso aveva tutta l’intenzione di passare i successivi anni a condividere con Iwaizumi la vita che si meritavano.


_____________________________________________________________________________________________________
Storia breve, ma spero vi sia piaciuta.
Ho seguito le vicende delle Olimpiadi di quest'anno e, dopo aver visto l'Argentina arrivare al terzo posto, non potevo non scrivere qualcosa del genere.
Volevo soprattutto far capire quanto fosse fonte di orgoglio ricevere una medaglia, che sia questa di bronzo o d'oro. Tutti gli atleti che ho visto sul podio erano sempre felicissimi del loro traguardo e so che Oikawa non sarebbe da meno.
Inoltre volevo dare un lieto fine anche alla Iwaoi. So che magari Tooru non lascerà la pallavolo tanto presto, ma l'ultima frase era giusto per far capire che c'è un futuro anche per loro.
Alla prossima!
Deh