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Autore: Keeper of Memories    18/09/2021    1 recensioni
[Possibili spoiler]
Raccolta di Oneshot su vari personaggi di Genshin Impact, alcune richieste altre scritte in una manciata di ore, seguendo l'ispirazione.
The world is full of lost ballads just waiting to be rediscovered!
Genere: Introspettivo, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Shonen-ai, Shoujo-ai
Note: Missing Moments, Raccolta | Avvertimenti: Spoiler!
Capitoli:
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Genere: introspettivo, malinconico
Tipo di coppia: nessuno
Personaggi: Fischl
Avvertimenti: Spoiler!, Tematiche Delicate
 

Amy alzò lo sguardo, quasi stupita di trovarsi davanti la signorina Lisa, nonostante fosse una presenza costante nella libreria dell’Ordo Favonius. In fondo era pur sempre la bibliotecaria.
«Tesoro, mi spiace, pare che i tuoi genitori non torneranno stasera. Mi hanno chiesto di riaccompagnarti a casa e assicurarmi che tu mangi e vada a letto.»
Amy riabbassò lo sguardo sul libro che teneva in grembo, più dispiaciuta di non poterne leggere l’ultimo capitolo che rattristata dalla notizia. Dopotutto era sempre stato così: i suoi genitori erano parte della Gilda degli Avventurieri, dovevano andare in luoghi pericolosi e non potevano stare sempre con lei. Un po' se l’aspettava.
«Puoi portare con te il libro» aggiunse Lisa, forse intuendo i suoi pensieri «anzi, puoi perfino portarne a casa un altro. Però devi promettermi che andrai a letto presto e non rimarrai a leggerlo fino a tardi.»
«Lo prometto! Grazie» rispose Amy con entusiasmo, gli occhi smeraldini improvvisamente illuminati dalla gioia «posso sceglierne uno?»
«Certamente! Fai presto però, il sole sta tramontando.»
Amy si alzò di scatto, lo sguardo saettante tra i polverosi scaffali della biblioteca dell’Ordine. Scorse i titoli uno per uno, finché, dopo alcuni minuti, venne colta dallo sconforto.
«Qualcosa non va?»
«Uhm… mi scusi signorina, credo di aver letto tutti i romanzi» ammise, fissando insistentemente la punta dei piedi, dispiaciuta di non poter accettare l’offerta della bibliotecaria.
«Su tesoro, troveremo una soluzione! Vado a vedere se tra i nuovi arrivi c’è qualcosa.»
Dopo una breve attesa, Lisa tornò con un libro tra le braccia, che porse delicatamente a Amy.
«Ho trovato solo questo. Pensi possa andare bene?»
«“Fiori per la Principessa Fischl”, Volume uno» lesse ad alta voce, scorgendo l’elegante titolo viola sulla copertina in pelle nera «è la storia di una principessa?»
«Esattamente! È un libro difficile da trovare, abbine cura.»
«Si, signorina Lisa! Grazie infinite.»
«Di nulla cara. Ora andiamo a casa, è ora di cena ormai.»
 
 
Amy guardò la porticina di legno richiudersi, mentre la bibliotecaria usciva da casa sua. Posò lo sguardo prima sul piatto di zuppa fumante sul tavolo, poi sulle due sedie vuote davanti a lei.
«Oggi ho finito di leggere il libro sulle avventure di Venessa» disse ad alta voce, immaginando le sagome di suo padre e sua madre seduti al tavolo davanti a lei «sapevate che era una gladiatrice fortissima?»
Solo il silenzio rispose alla sua domanda, un silenzio opprimente fatto di assenza e solitudine che ora gravavano sul suo petto come un macigno. Era sempre stato così in fondo, ogni vota che tornava in quella casa vuota. Ma forse, non era così abituata come pensava.
«Ha combattuto nell’arena e ha liberato Mondstadt dalla tirannia grazie all’Archon Barbatos, che le è stato accanto» proseguì, la voce spezzata dal pianto «Anche voi mi siete accanto, vero? Non mi lascerete sempre sola?»
Non ricevendo ancora risposta, guardò un’ultima volta la zuppa, lo stomaco serrato in una morsa d’acciaio. Corse nella sua cameretta e si buttò sul letto, incapace di mangiare.
Avevano promesso che sarebbero tornati pensava, mentre le lacrime scorrevano libere bagnando il cuscino, avevano promesso che saremmo andati a raccogliere bacche al lago e che avremmo fatto un picnic domani, per festeggiare.
Perché non sono tornati?  Si sono dimenticati di me?
 
Quando Amy si svegliò, la luna era alta in cielo e il suo viso era sporco di muco e lacrime; senza accorgersene, aveva pianto fino ad addormentarsi. Provò a chiudere di nuovo gli occhi, ma questa volta non riuscì a riaddormentarsi, il cuore le batteva forte in petto e altri pensieri poco piacevoli si accavallavano nella sua mente. Rassegnata, decise di combattere quella brutta sensazione con l’unica arma che conosceva e che in quei momenti sembrava funzionare.
Si pulì il viso con la manica della camicia e accese una candela. Corse nella piccola cucina e recuperò il libro che le aveva suggerito la bibliotecaria, ignorando la zuppa ormai fredda. Si sedette infine sul letto a gambe incrociate, pronta per immergersi in un mondo diverso, un mondo di cui era l’eroina, un mondo in cui era importante e nessuno la lasciava mai sola.
 
Ogni cosa buona, brillante e nobile deve alla fine cadere all'inesorabile distruzione entropica, e la destinazione finale dell'universo è il regno della Prinzessin, Immernachtreich. Questo è il destino di tutti i mondi, dell'universo e di tutti coloro che lo abitano, e la Prinzessin e il suo fedele compagno, il "Corvo della Notte Oz", Ozvaldo von Hrafnavines, sono le Bestie del Mondo che inghiottiranno tutti i sogni.
 
Un raggio di sole aveva fatto capolino dalla finestra ed era giunto sul viso di Amy attraverso le imposte, molesto e pungente con la sua luce troppo intensa. Amy alzò gli occhi dal libro, realizzando solo allora l’arrivo dell’alba. Non era la prima volta che le capitava di leggere fino a notte fonda, ma era sicuramente la prima volta che posava un libro così a malincuore.
Era ormai quasi a metà di quella splendida storia, quella di Fischl, una ragazzina sola e senza amici come lei, che scoprì di essere la Prinzessin di un regno lontano perchè esiliata dallo zio malvagio quando era piccola. Il Corvo Oz le aveva appena rivelato le sue vere origini e l’aveva accompagnata nel suo regno, Immernachtreich, per mostrarle la distruzione che in esso dilagava, quando lo stomaco di Amy iniziò a protestare, costringendola a chiudere il libro che si era sforzata a riprendere.
Con uno scatto, Amy si alzò dal letto e andò in cucina, il libro stretto tra le braccia. Guardò con tristezza la dispensa vuota e con disgusto la zuppa della sera prima. Dopo aver gettato quest’ultima, essersi sciacquata la faccia nel lavello e aver preso una manciata di mora dal salvadanaio, lasciati precedentemente dai suoi genitori per emergenze come quella, uscì da quella casa soffocantemente vuota.
Senza mai lasciare i libri, corse rapida tra le strade di Mondstadt. Raggiunse il Good Hunter, l’unico ristorante aperto a quell’ora, e si sedette a uno dei tavolini.
«Oh, buongiorno piccola Amy! Cosa ti porto oggi?» la salutò Sara, la cameriera.
«N-non sono piccola! Ho dodici anni, oggi…» la corresse, arrossendo leggermente.
«Allora buon compleanno, Amy! Prendi quello che vuoi, oggi offre la casa» disse Sara, dandole un tenero buffetto sulla testolina bionda.
«Grazie! Allora prendo l’uovo fritto e il piatto di salumi.»
«Sei sicura? È molto per-» iniziò Sara, ma venne interrotta dal brontolio dello stomaco di Amy, che nuovamente reclamava d’essere riempito «Va bene, ti porterò tutto!»
Sara tornò alla cucina, ridacchiando tra sé e sé mentre il viso di Amy si faceva progressivamente dello stesso colore dei pomodori maturi. La cameriera tornò poco dopo, portandole le sue amate uova e un enorme piatto con pancetta, salsicce e prosciutto tagliati a fette, mantenuti freschi da un mist flower posato al centro. Con un sorriso sulle labbra, Amy si gustò la sua abbondante colazione.
 
Alla fine di tutto, alla fine del karma stesso, lei concederà a tutte le anime riunite la sua benedizione, e userà la sua Donnernde Vergeltung, per punire tutto ciò che è malvagio. La Prinzessin infiammerà allora il suo stesso cuore, e l'universo rinascerà nella sua luce immortale. Ma prima che tutto questo possa avvenire, la Prinzessin deve vagare per molti universi e visitare altrettanti luoghi sconosciuti.
 
«Amy? C’è qualcuno che chiede di te.»
La voce della signorina Lisa arrivò ovattata alle orecchie di Amy, come giunta da una terra lontana. Forse in fondo lo era, in fondo in ogni libro c’era un universo lontano in cui Amy si immergeva, isolandosi completamente dalla realtà per meglio vivere le magnifiche avventure che l’autore raccontava.
«C’è qualcuno all’ingresso che ti aspetta» ripeté Lisa, non appena riuscì a ottenere la sua attenzione. Realizzando cosa questo significasse, Amy scattò verso la porta, abbandonando i suoi libri e ignorando i stizziti rimproveri della bibliotecaria che le intimava di non correre.
«Mamma!» esclamò, non appena riconobbe la figura familiare nell’atrio del quartier generale dell’Ordo Favonius.
«Amy! Buon compleanno bambina mia» le disse sua madre stringendola in un abbraccio.
«Dov’è papà?»
«È a casa, sta preparando la cena. Ci dispiace essere tornati solo ora Amy, ma abbiamo incontrato alcuni contrattempi» rispose sua madre, indicando la divisa della Gilda degli Avventurieri che indossava, parzialmente lacerata in alcuni punti.
«Mamma! Che cos’è successo?» chiese Amy preoccupata.
«Solo degli hilichurl tesoro, non preoccuparti. Dai, torniamo a casa.»
Amy strinse la mano di sua madre e, con un ampio sorriso in volto, s’incamminò verso quella casa un po' meno vuota.
 
«Allora, che libri hai letto oggi Amy?» le chiese suo padre, posando davanti a lei un piatto di gulasch fumante.
«Oh! Un libro bellissimo che mi ha consigliato la signorina Lisa. Si chiama “Fiori per la principessa Fischl”» rispose Amy, addentando un pezzo di carne saporita.
«Sembra molto bello. Di cosa parla?» aggiunse sua madre, non appena tutti e tre furono seduti.
Tra un boccone e l’altro, Amy raccontò le avventure della sua nuova eroina preferita, gesticolando e recitandone le battute memorizzate in quel pomeriggio, in cui aveva avuto l’occasione di finire di leggere la storia di Fischl.
«…E poi disse: “Fischl von Luftschloss Narfidort, tu sei la Prinzessin der Verurteilung, la mia splendida figlia. Mai dovrai rinunciare alla tua nobiltà e ai tuoi sogni”. È finito così il primo volume.»
«Oh, che bella storia. Visto che ti piace così tanto, Amy, che ne dici se chiamo anche te "Fischl"?»
Suo padre sorrise, le posò la mano sulla testa e le ripeté le parole della storia.
«Fischl, tu sei la mia meravigliosa principessa e la mia splendida figlia. Non dovrai mai rinunciare alla tua nobiltà e ai tuoi sogni.»
In un istante, quelle parole lavarono via la tristezza di molti giorni di soffocante solitudine. All’improvviso, ogni cosa sembrava essere al suo posto, in quell’universo. Forse lei era veramente la principessa Fischl e forse quello era veramente solo uno di quei mondi che doveva visitare, prima di giungere finalmente a Immernachtreich, la sua casa. Un luminoso sorriso dipinse di gioia il viso di Amy.
Il sollievo che quelle parole le portavano tornò molto spesso nei mesi successivi: ogni volta che si sentiva sola o triste, Amy, anzi Fischl, ripeteva ad alta voce le parole del padre come un mantra, il suo mantra.
“Io sono Fischl, una principessa. Mai rinuncerò alla mia nobiltà e ai miei sogni.”
 
 
«Ma non ti vergogni? Hai quattordici anni anche tu ora!»
«Appunto, sei grande! Smettila di comportarti come una bambina.»
«Sei davvero ridicola…»
Stava succedendo di nuovo.
Fischl si era unita a quella piccola gara di tiro con l’arco che i suoi coetanei avevano allestito. C’era un cesto di splendide mele rosse in palio come premio, ma il motivo principale per cui aveva partecipato era far vedere loro il frutto dei suoi sforzi: si era impegnata molto per migliorare la sua abilità con l’arco negli ultimi mesi. Inutile dire che aveva vinto, purtroppo.
Subito avevano tutti iniziato a insinuare che avesse barato, nonostante loro stessi avessero cercato di farla sbagliare di proposito, saltellandole attorno mentre cercava di prendere la mira e urlandole nelle orecchie. Non contenti, avevano iniziato a sminuirla in quel modo, rifiutandosi di cederle il premio.
Stanca di tentare nuovamente di giustificarsi, Fischl semplicemente se ne andò. Non aveva tempo da perdere con quelle persone, non ne valeva la pena.
«Questo non è che un piccolo inconveniente per una nobile principessa. I miei genitori capiranno» mormorò tra sé e sé, marciando rapidamente verso casa.
Le parole che invece le riservò suo padre, colui che anni prima le aveva dato speranza e che era le aveva fatto comprendere quanto luminoso fosse quel mondo che credeva buio, furono invece più dolorose di una spada in petto.
«Hai quattordici anni, Amy. È divertente fantasticare, ma alla fine devi crescere e lasciarti alle spalle i tuoi sogni infantili.»
 
I genitori di Fischl partirono per l’ennesima spedizione, ma lei non andò a salutarli. Non voleva tornare a casa, nemmeno dopo la loro partenza: non ce la faceva di nuovo ad affrontare quel vuoto. Vagò invece per le strade di Mondstad finché la luna non si alzò sull’orizzonte e migliaia di stelle iniziarono a puntellare il cielo sempre più buio.
Non sapeva cosa fare. Continuò a camminare per un po', seguendo la luce dei lampioni lungo il ciglio della strada, finché inconsciamente i suoi piedi non la portarono davanti a un familiare edificio. Le luci al piano terra del quartier generale dei Cavalieri di Favonius erano accese, ad indicare che la biblioteca non era ancora chiusa.
Attraversò la porta a doppia mandata come ormai faceva ogni giorno e, giunta nell’enorme atrio, sgattaiolò silenziosamente oltre la più piccola porta laterale, dove si trovava la biblioteca. La biblioteca a quell’ora era vuota, sperava veramente che la signorina Lisa non l’avesse notata mentre scendeva le scale per il piano interrato.
Fischl si sedette a terra, accucciata in un angolo ai piedi di uno scaffale che sapeva l’avrebbe nascosta alla vista di chiunque si fosse avvicinato. Fece alcuni respiri profondi per calmare il suo cuore in tumulto, ma nemmeno il profumo di carta antica fu d’aiuto. Strinse le ginocchia al petto e abbassò il viso, mentre un fiume di lacrime le bagnava il volto.
Fischl aveva decisamente perso la cognizione del tempo. Che avesse veramente eluso con successo l’occhio attento della bibliotecaria era davvero insolito, ma mai si sarebbe aspettata che i suoi singhiozzi fossero così silenziosi. Eppure, quando sollevò lo sguardo, le luci della biblioteca erano spente e solo il bagliore della luna oltre le finestre permetteva di distinguere le sagome delle pesanti librerie in mogano nella penombra.
Era di nuovo sola, o così credeva. Una strana sensazione le aveva fatto alzare il volto, si sentiva osservata e, non realizzando la tarda ora, aveva pensato fosse la bibliotecaria.
Non si aspettava certo l’enorme corvo nero che in quel momento planò su uno dei tavoli da lettura lì accanto. Fischl si passò una mano sugli occhi arrossati, incredula.
«Guten Abend, Fräulein. Il mio nome è Ozvaldo von Hrafnavines e sono alla ricerca della legittima erede al trono del regno di Immernachtreich» disse il corvo, continuando a fissarla senza però mai aprire il lucido becco nero.
A quelle parole, Fischl scattò in piedi: era tutto vero, reale. Non era lei ad essere sbagliata, come tutti volevano farle credere, tutto quello che aveva letto era vero e quella creatura ne era la prova. Doveva però darsi un contegno e comportarsi come la vera Prinzessin che era sempre stata, o non avrebbe mai convinto Oz. Si schiarì la voce e si lisciò i vestiti.
«Oh, Rebenkönig, gioisci poiché la tua è infine giunta al termine. Io, Fischl, sono la Prinzessin der Verurteilung del lontano regno di Immernachtreich.»
«Meine, Fräulein. È una gioia e un onore per me incontrarvi infine. Permettetemi dunque di consegnarvi cioè che è vostro di diritto, cimelio della vostra nobile famiglia: der Edelstein der Dunkelheit
Il corvo Oz spiccò il volo, raggiungendo la spalla di Fischl in pochi istanti. Nel becco teneva un oggetto di forma circolare, che lasciò alla giovane non appena questa allungò la mano verso di lui. Fischl sgranò gli occhi, ancora una volta incredula: quella che stringeva nel suo palmo era una vision elettro.
 
 



 
 
Note conclusive: salve! Questa oneshot mi è stata richiesta da un lettore che ringrazio per avermi fornito l’ispirazione e per la fiducia. Non è stato facile, ma spero piaccia a tutti voi! A presto^^
   
 
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