Anime & Manga > Haikyu!!
Segui la storia  |       
Autore: LorasWeasley    18/09/2021    1 recensioni
AU [Daisuga | Kuroken | Bokuaka | Iwaoi | Tsukkiyama]
[Accenni: Matsuhana | Tanakiyo | Kagehina | Sakuatsu | Osasuna | Ushiten | Semishira etc..]
Il racconto di un'estate tra relazioni, litigi, partite di Beach e scommesse.
Faranno la loro comparsa quasi tutti i personaggi e quasi tutte le coppie più amate.
Con Mattsun e Makki che si ritroveranno ad occuparsi di un Oikawa che non vuole far altro che dare fastidio a Iwaizumi.
Daichi che verrà intetterroto ogni volta che proverà a chiedere un appuntamento a Suga.
Kuro e Kenma che dovranno gestire i loro gatti e Bokuto, il quale non vuole altro che ottenere un pó di attenzione da Akaashi.
Tsukishima che dovrà venire a patti con i suoi sentimenti e molto altro...
Genere: Comico, Fluff, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Shonen-ai | Personaggi: Aoba Johsai, Karasuno Volleyball Club, Nekoma
Note: AU | Avvertimenti: Spoiler!
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
43. Quella volta del 15 di Agosto (parte2)

Kenma aveva preferito fare un salto a casa per andare in bagno.
Era comunque relativamente vicino a dove avevano montato le tende e preferiva di gran lunga la sua privacy.
Mentre tornava indietro però sussultò spaventato quando venne bloccato da una mano che con forza gli bloccò il braccio.
-Tu!- disse un ragazzo che era certo di non aver mai visto in giro –Tu sei quella che mi ha stuzzicato tutta la sera per poi andarsene!
Kenma era diviso tra lo spavento e l’indignazione per essere stato scambiato per una ragazza.
Il tanfo dell’alcool proveniente dal ragazzo era talmente forte da fargli venire il voltastomaco.
-Lasciami!- provò a dire mentre cercava di farsi liberare il braccio –Non sono una ragazza e non so di chi tu stia parlando!
Il ragazzo rise in modo cattivo –Non dire cazzate! Non potrei sbagliarmi! Sei tu, sei una troia!
Le dita nel suo braccio stavano scavando sempre di più e il dolore lo portò a cercare di liberarsi con più forza.
Riuscì a farsi lasciare andare solo perché l’altro era instabile essendo ubriaco.
Iniziò a correre ma venne nuovamente fermato a soli pochi metri di distanza, urlò spaventato mentre cadeva a terra, si girò e nella foga diede un calcio al ragazzo colpendolo dritto in faccia.
Il suo naso iniziò a sanguinare e con questa nuova distrazione Kenma riuscì ad alzarsi. Essendo che si trovava sulla sabbia arrancò e con fatica riprese a correre.
Sapeva che il ragazzo lo stava seguendo ancora più infuriato di prima perché sentiva le sue bestemmie contro di lui.
Kenma vide il loro cerchio di tende a solo pochi metri di distanza e notò Kuro seduto mentre parlava con Bokuto, esattamente dove l’aveva lasciato mentre iniziavano qualche gioco.
Il corvino gli dava le spalle, ma quando Kenma urlò il suo nome con terrore Kuro si girò di scatto con gli occhi spalancati per la preoccupazione.
Non aveva mai sentito Kenma in quel modo.
La visione del biondo venne completamente capovolta, il ragazzo l’aveva nuovamente raggiunto e afferrandogli la felpa dalla schiena l’aveva gettato a terra.
Kenma sentì il sangue in bocca per essersi tagliato il labbro sbattendolo contro i suoi denti.
Per un attimo non riuscì a respirare considerando tutta la sabbia che gli ostruiva le narici, ma poi il ragazzo, che adesso gli stava a cavalcioni sopra, lo girò.
Il sangue che gli era gocciolato dal naso e la furia nel suo sguardo terrorizzarono completamente Kenma e l’unica cosa che riuscì a fare fu chiudere gli occhi mentre vedeva la sua mano alzarsi pronto a colpirlo.
Ma il pugno non arrivò mai, così come il suo peso scomparve in un istante.
Quando riaprì gli occhi vide che Kuro aveva afferrato il ragazzo per il colletto della maglia e l’aveva gettato a terra invertendo le posizioni –Chi sei!? Che cazzo vuoi!?- ruggì con un timbro di voce che mise i brividi anche a Kenma, i suoi occhi erano puro fuoco.
Kenma sussultò quando sentì un tocco leggero che lo aiutò a mettersi seduto, era solo Akaashi che lo guardava con preoccupazione in una muta domanda per accertarsi che stesse bene.
Kenma alzò la mano per asciugarsi il sangue dal labbro, mormorò un “sto bene” per poi riportare lo sguardo su Kuro.
Il ragazzo che l’aveva aggredito, nonostante fosse in netto svantaggio, cercò di tenergli testa mentre urlava –La tua ragazza è una puttana! Prima provoca e poi va via. Mi ha pure fatto vedere le tette a inizio serata!
Kuro rimase spiazzato per mezzo secondo, poi iniziò a ridere: una risata crudele –Tu hai davvero scambiato il mio ragazzo per una troia qualsiasi!? È UN UOMO, TESTA DI CAZZO. E nessuno osa alzargli neanche solo un dito!- lo scosse con violenza –COME TI SEI PERMESSO!?- la sua mano era già pronta a colpirlo.
-Kuro…- Kenma sussurrò piano.
Akaashi si girò di scatto verso il loro gruppo di amici che era stato attirato da tutto quel frastuono, trovò subito Bokuto e i loro sguardi si incrociarono. Akaashi disse solamente “fermalo” e Bokuto agì all’istante.
Kuro ebbe il tempo di dare un solo pugno in faccia al ragazzo prima che Bokuto fu su di lui per evitargli di mettersi in una situazione spiacevole. Ma Kuro era così in preda alla furia che dovette intervenire anche Yamamoto e comunque erano quelli in svantaggio.
Non passò troppo tempo prima che arrivarono due uomini della sicurezza.
Akaashi l’aveva previsto e fortunatamente Kuro se la cavò con un solo rimprovero verbale grazie al fatto che i suoi amici l’avevano fermato in tempo e anche perché quella scena aveva attirato un po' di attenzione, in molti avevano visto Kenma correre per scappare e la loro testimonianza li fece uscire dai guai.
-Oi- Bokuto gli mise le mani sulle spalle e lo costrinse a guardarlo, Kuro non l’aveva mai visto così serio –Riprenditi, okay? Kenma ha bisogno del suo ragazzo, non di un pazzo.
Kuro chiuse gli occhi, prese un lungo sospiro e infine annuì.
Kenma era stato aiutato a mettersi in piedi, c’era un gruppetto intorno a lui di gente che a quel punto della serata era ancora abbastanza sobria da aver compreso quello che era successo. Si stavano tutti accertando che il più piccolo stesse bene e Kenma stava annuendo lentamente a qualcosa, ma tutta la sua attenzione era per Kuro.
Quando il corvino gli si avvicinò, Kenma ignorò tutti gli altri e lo raggiunse a metà strada.
Kuro aprì le braccia e Kenma ci si tuffò dentro, facendo un salto per aggrapparsi ai suoi fianchi con le gambe, come un koala.
-Va tutto bene- sussurrò Kuro tenendolo stretto mentre parlava direttamente sul suo collo.
Kenma si limitò ad annuire con il volto nascosto.
Il gruppetto si disperse e Kuro si incamminò nuovamente all’interno del cerchio di tende, si sedette esattamente dentro la sua chiudendo la cerniera per rimanere soli. Kenma si posizionò meglio seduto su di lui.
-Ehy- lo chiamò gentilmente Kuro.
Kenma intervenne per primo –Stai bene?
Kuro rise accarezzandogli le labbra sporche di sangue –Dovrei essere io a chiedertelo.
Il biondo si accoccolò nuovamente contro il suo petto –Sto sempre bene, finché ci sei tu.
Kuro si stese mentre lo stringeva come se ne valesse della sua vita –Non permetterò mai a nessuno di farti del male.
 
Sakusa era tornato a casa. Ma era andato via così in fretta da aver dimenticato di prendere le chiavi dalla loro borsa, quindi si era limitato a entrare nel giardino e sedersi sul dondolo di fronte all’orto di Osamu.
Con un solo piede aveva iniziato a dondolarsi al ritmo del suo respiro: era una buona cosa ricordarsi di respirare per prevenire un attacco di panico.
Dentro e fuori. Dentro e fuori.
Non passò molto tempo prima che il cancelletto si aprisse nuovamente.
Sakusa non si aspettava che qualcuno l’avesse seguito. Insomma, Atsumu era completamente andato e Osamu, l’unico che poteva provare a interessarsi a Kiyoomi, era più occupato a preoccuparsi del fratello. Di sicuro inoltre non si aspettava che fosse Kita.
Sakusa non aveva mai parlato con lui ai tempi del liceo le poche volte che si erano visti durante i nazionali e da quando stava con Atsumu l’aveva visto solo una volta ad una festa, si erano scambiati solo le presentazioni. Da quando inoltre i gemelli li stavano ospitando a casa a mare avevano scambiato un massimo di cinque frasi, cose importanti come “è pronto il pranzo” o “dovresti svegliare Atsumu”.
Sakusa rallentò il suo dondolio solo per permettere all’altro di sedersi al suo fianco, distante almeno un braccio nel rispetto della sua fobia.
-Aveva una cotta per me, ma non è mai stato innamorato.
Sakusa non rispose mentre riprendeva a muoversi accompagnato dal piede dell’altro.
Kita non si aspettava una risposta e continuò la sua spiegazione –Ad Atsumu è sempre piaciuto essere al centro dell’attenzione, crogiolarsi nell’affetto delle persone a cui tiene. Mi sono subito affezionato a quei due gemelli e non nego di averli trattati come i miei bambini- sorrise al ricordo.
-Durante l’inizio del mio ultimo anno, quindi del loro secondo, Osamu si è avvicinato molto di più a Rintaro. Credo che Atsumu si sia sentito escluso quindi ha cercato conforto in me. Ha frainteso i suoi sentimenti, probabilmente rimanendo davvero convinto che fosse innamorato. Ma voleva solo quello che aveva Osamu e pensava di poterlo trovare con me.
-Perché mi stai dicendo queste cose?- lo interruppe infine il corvino.
-Perché ci tengo ad Atsumu, gli voglio bene. E non voglio che rovini una delle cose migliori della sua vita solo per dei deliri da ubriaco considerando che anche un cieco si sarebbe accorto di quanto è innamorato di te.
Sakusa rimase in silenzio per diversi secondi con quelle parole che gli vorticavano nel cervello prima di sussurrare –Non sai quante volte mi sia chiesto il perché. Perché si è innamorato di me? Ho così tanta paura che un giorno aprirà gli occhi e si renderà davvero conto di quanto io sia rotto, può avere di meglio come… qualcuno come te.
Kita sbuffò una leggera risata –Penso che entrambi sappiamo benissimo che non ti lascerà mai in pace.
Sakusa abbozzò un sorriso a sua volta –Lo spero.
-Attento a quello che desideri. Non ti aiuterò ad annullare il matrimonio il giorno prima per un ripensamento.
-Ne prenderò atto- rise Sakusa allentando completamente la tensione.
Kita annuì, poi si alzò –Vuoi tornare in spiaggia?
Sakusa si strinse nelle spalle –In realtà vorrei solo dormire, sono ancora stremato dalla nottata di ieri. Ma non ho le chiavi.
Kita frugò nelle sue tasche e prese il suo paio –Tieni, prendi queste, vado a fare la mia parte da genitore con quell’altro.
Sakusa lo ringraziò silenziosamente ed entrò dentro, quando la porta si chiuse alla sue spalle sentì il suo cuore più leggero.
 
-Si è addormentato?- domandò Kita una volta raggiunto nuovamente il suo gruppetto.
Atsumu era sdraiato a terra, dormiva con la bocca aperta in mezzo a loro.
-È crollato subito- fece notare Suna poggiando la testa sulla spalla di Osamu, questo invece chiese –Sakusa?
-È rimasto a casa a dormire, gli ho dato il mio paio di chiavi visto che non aveva le sue.
Osamu annuì, non era propriamente quello che voleva sapere e Kita ne era consapevole infatti continuò –Gli ho parlato, penso che sia tutto okay.
Osamu sospirò di sollievo –Mi piace Sakusa, se quell’idiota di ‘Tsumu si fa lasciare lo picchio.
-Sono con te- si intromise Suna –Non pensavo che esistesse qualcuno che potesse tenergli testa in quel modo, è uno di quei miracoli che capita una sola volta nella vita.
Aran rise facendo sistemare Kita al suo fianco –Bene, partita a carte in quattro?
-Se volete essere stracciati- rispose Osamu mentre già sistemava un telo come appoggio e le torce.
-Io vado a prendere della birra- annunciò invece Suna tornando poi con un intero pacco da sei.
-Quelle da dove vengono?- domandò Kita incerto.
Suna uscì la lingua –Sono comunque troppo ubriachi per accorgersi di un piccolo furto.
 
Quando Atsumu si svegliò era confuso.
Non ricordava quasi nulla di quello che era successo e sul perché si fosse addormentato.
La sua testa pulsava fortissimo e in bocca aveva un sapore di merda.
Sbatté le palpebre più volte per poi, nella mezza oscurità, adocchiare suo fratello e i suoi amici giocare a carte proprio li accanto.
Il primo ad accorgersi di lui fu Suna –Oh, ti sei svegliato- si congratulò come se fosse un grande traguardo, riflettendo su come si sentiva Atsumu pensò che probabilmente era così.
Si mise seduto con fatica, poi passò in rassegna i volti di Osamu, Suna, Kita e Aran, ognuno con un’espressione diversa che però Atsumu non riusciva a comprendere.
I quattro ragazzi avevano lasciato stare di comune accordo le loro carte, come se stessero aspettando qualcosa.
-Dov’è Sakusa?- chiese a quel punto, portandosi due dita alla fronte cercando di placare il martellio costante.
I ragazzi si scambiarono un’occhiata, poi Osamu domandò –Quindi non ricordi nulla?
A quel punto Atsumu iniziò a preoccuparsi, di cosa doveva ricordarsi?
Kita arrivò dritto al punto senza giri di parole e senza alcun imbarazzo –Hai detto davanti a tutti, e davanti a Sakusa naturalmente, che sono stato la tua prima cotta.
Suna intervenne –Diciamo proprio che ti sei lamentato del fatto che Kita abbia scelto Aran a te. Chiedendoti cosa avesse lui in più.
E Aran concluse –Commentando che ho, e cito le tue parole, un cazzo decisamente più grosso.
-Merda- Atsumu non riusciva neanche a respirare –Merda, merda, merda, MERDA!
Le parole di Hinata, della notte che avevano passato in spiaggia, tornarono ancora nella sua mente.
“Mi sentirei come se non fossi abbastanza, come se fosse alla ricerca di qualcosa che io non posso dargli.”
Come poteva continuare a ferire Sakusa in quel modo? Era un pezzo di merda, gliel’avevano sempre detto. Ma lui non poteva, non voleva assolutamente perderlo.
-Devo andare da lui- disse barcollando provando ad alzarsi.
-Stai fermo- Osamu lo bloccò con facilità afferrandogli un braccio.
Atsumu non riuscì a protestare, l’unica cosa che riuscì a fare fu girare la testa per vomitare sulla spiaggia e non su suo fratello.
Questo fece comunque una faccia disgustata, nonostante ciò però si alzò per aiutarlo a vomitare tutto quello che aveva nello stomaco.
-Ecco così, bravo- gli diceva mentre gli accarezzava la schiena –Non puoi andare da Sakusa adesso e in queste condizioni, o ti lascia davvero.
 
Sakusa si svegliò quando sentì dei movimenti nella sua stanza.
Non si sentiva troppo riposato e infatti, a una rapida occhiata all’orologio, notò che erano passate solo due ore.
Vide Osamu portare sulle spalle un Atsumu che dormiva, i suoi capelli sembravano umidi.
Osamu specificò piano –L’abbiamo lavato da cima a fondo dopo che ha vomitato qualsiasi cosa avesse nel suo stomaco, gli abbiamo pure fatto lavare i denti. Possiamo metterlo qui?
Sakusa sbuffò una risata nell’immaginare la scena, poi annuì facendo spazio nel loro letto condiviso.
Quando Osamu lo lasciò cadere con poca delicatezza si stiracchiò la schiena in una smorfia, suo fratello non era di certo leggero.
Continuando a parlare piano gli disse –Sta per sorgere il sole quindi noi andiamo a vedere l’alba in spiaggia, immagino che tu voglia rimanere qui?
-Sì grazie- rispose il corvino coprendo il suo ragazzo con il lenzuolo.
Osamu annuì e lasciò la stanza chiudendosi la porta alle spalle.
Sakusa non tornò a dormire ma rimase sdraiato su un fianco a fissare Atsumu per coglierne ogni piccolo particolare, le sue dita leggere che avevano iniziato ad accarezzargli la guancia.
Atsumu si svegliò quasi venti minuti dopo.
Il ragazzo sembrò spaesato per i primi secondi, poi notò Sakusa e solo quando la consapevolezza della serata appena trascorsa gli invase la mente i suoi occhi si riempirono di lacrime.
Sakusa rimase sorpreso. Aveva visto Atsumu lamentarsi e piagnucolare un sacco di volte, ma era raro che si mettesse davvero a piangere.
Agì d’istinto quando afferrò il suo viso a coppa con entrambe le mani, per poi dirgli serio –Va tutto bene ‘Tsumu, so che non volevi ubriacarti in quel modo.
Questo chiuse gli occhi e cercò di sfuggire al suo tocco –Mi dispiace- singhiozzò poi –Mi dispiace di farti sentire sempre come se non fossi abbastanza. Tu sei più che abbastanza, sei il mio tutto, la mia vita. Non ti merito… ma non lasciarmi, per favore…
Sakusa sorrise triste e non visto perché Atsumu si rifiutava di aprire gli occhi.
-Dovrei essere io a dirlo.
Quella frase fece spalancare gli occhi del biondo sconvolto, gli si avvicinò aggrappandosi alla sua maglia –Cosa vuoi dire?
Sakusa gli accarezzò la testa umida –Che potresti avere chiunque senza problemi.
Il labbro di Atsumu tremò prima di sussurrare –Ma io voglio solo te.
La mano di Sakusa scese dai capelli al mento per avvicinarlo al suo viso –Allora… visto che siamo tutti d’accordo su questo, dovresti davvero smettere di piangere- lo baciò, poi rise –E probabilmente l’unico con cui devi scusarti è il cazzo di Aran.
Il volto di Atsumu divenne completamente rosso –E comunque il tuo è più bello- specificò.
Kiyoomi alzò un sopracciglio per poi fare un sorrisetto che non prometteva nulla di buono, lo inchiodò sul materasso sotto di lui senza lasciargli il tempo di reagire.
Iniziò a baciargli il collo e, quando arrivò al suo orecchio, sussurrò roco –Fammi vedere quanto ti piace.
 
Quando i quattro ragazzi raggiunsero nuovamente la spiaggia notarono che c’era molto più movimento.
La gente aveva iniziato a riprendersi dai postumi della serata e, chi dormiva, si stava svegliando per vedere l’alba.
Una di queste coppie erano Tsukishima e Yamaguchi, il più basso era seduto tra le gambe del suo ragazzo stringendosi alla sua schiena per combattere il freddo. Aveva già indossato una felpa ma preferiva comunque il calore del biondo.
-Tadashi- lo chiamò Kei mentre entrambi i loro occhi erano puntati sul cielo che diventava sempre più chiaro con il sole che sorgeva proprio sul mare.
-Mh?
Tsukishima pensò qualche secondo se fosse il caso di chiederglielo o meno, alla fine si decise e dopo un leggero sospiro domandò –Perché non mi hai detto che Yachi ti aveva chiesto di essere il suo ragazzo?
Sentì Yamaguchi irrigidirsi, le sue mani che correvano a stringergli le braccia quasi per paura di vederlo sparire.
-Io…- era teso, ma rise in ogni caso –In realtà non ho mai capito se ci stesse davvero provando, insomma poi tu ci hai interrotto e non è mai più uscito il discorso.
Tsukishima aggrottò la fronte –In che senso?
Tadashi si girò a fissarlo, la poca luce del sole che aveva appena iniziato a sorgere si rispecchiava nei suoi occhi e illuminava le sue lentiggini, Tsukishima voleva solo baciarlo.
-Yachi è decisamente lesbica, ma non sapeva come la sua famiglia l’avrebbe presa e voleva provarci con qualche ragazzo per vedere se avrebbe potuto avere una relazione etero.
Tsukishima sbuffò una risata a sua volta –Le è andata male in questo villaggio.
Yamaguchi rimase sorpreso di quella battuta, poi rise di cuore tornando a fissare l’alba mentre si sistemava meglio contro il suo petto.
-Quindi avevo ragione ad essere geloso di lei?- scherzò.
Tadashi alzò gli occhi al cielo –Non si può essere gelosi di Yachi, dai è impossibile.
Kei gli lasciò un bacio tra i capelli, poi rise –Sì, hai ragione, soprattutto quando bacia un’altra ragazza in quel modo.
-Eh!?- Yamaguchi si girò di scatto verso il suo ragazzo, questo indicò un punto indistinto alla loro destra.
Erano abbastanza lontane e Yachi aveva il cappuccio della felpa sulla testa, ma i suoi capelli biondi si notavano comunque e avevano riconosciuto la felpa che aveva a inizio serata.
Anche l’altra persona sembrava ben nascosta, ma era indubbiamente una ragazza. Non sembrava qualcuna che conoscevano e forse era di qualche altro villaggio.
-Questo mi ha decisamente sorpreso- commentò infine il moro distogliendo lo sguardo.
-Però loro hanno capito il senso di guardare l’alba con il proprio partner.
Tadashi sorrise –Se volevi essere baciato bastava solo chiedere.
  
Leggi le 1 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > Haikyu!! / Vai alla pagina dell'autore: LorasWeasley