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Autore: Nocturnal Valex    18/09/2021    3 recensioni
Il corpo di Snape non fu mai ritrovato nella Stramberga Strillante, dove Harry era sicuro di averlo visto morire, ma sei anni dopo quel giorno Harry ha ben altro a cui pensare: qualcuno ritornerà dal passato, e tra amori vecchi e nuove minacce, Harry deve riuscire a mantenere insieme i pezzi della sua vita.
Genere: Angst, Azione, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Harry Potter, Severus Piton | Coppie: Harry/Ginny, Harry/Severus, Ron/Hermione
Note: Lime, Missing Moments, What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace
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-No Potter- la voce di Draco era perentoria e non ammetteva repliche.
Il biondo era seduto sul divano, con i due Auror che lo fissavano davanti a lui, in piedi con le braccia incrociate sul petto e lo sguardo duro.
-Mi dispiace che abbiate fatto la strada fino a qui inutilmente, ma non so dove sia mio padre- continuo Malfoy sostenendo lo sguardo di Potter con aria di sfida.
Harry era esausto. Erano a casa della sua nemesi da più di mezz’ora, ma ancora non erano riusciti a convincere Malfoy a dargli quell’informazione, nonostante gli avessero spiegato la situazione. -Malfoy, lo vuoi capire che vogliamo solo proteggerlo? Yaxley e altri Mangiamorte vogliono vendetta contro i traditori di Voldemort, e tuo padre probabilmente è il primo sulla lista- insisté Harry per la decima volta, ma il biondo ancora una volta scosse la testa con decisione e si lasciò andare contro lo schienale del divano.
-Potter, ti conosco ricordi? Non hai mai voluto proteggere mio padre, anzi sei sempre stato contro tutta la nostra famiglia!-
Ron roteò gli occhi e fece cenno ad Harry di arrendersi e tornare in ufficio, ma l’amico scosse la testa e fece un passo avanti verso Draco. -E avevo ragione a non fidarmi, eravate tutti e tre Mangiamorte e avete più volte cercato di uccidermi. Se vuoi metterla sul personale, allora lo sto facendo per ringraziare tua madre che non mi ha venduto a Voldemort. Ma ricordati che noi siamo qui in qualità di Auror per fare il nostro lavoro, quindi smettila di vedermi come il tuo acerrimo nemico e aiutaci a trovare tuo padre- giocò la sua ultima carta, il ricordo di Narcissa Malfoy che lo dichiarava morto davanti al Signore Oscuro.
Malfoy si alzò e fece un passo in avanti, fino a raggiungere Harry e guardarlo con un sorriso divertito. -Fuori da casa mia, Potter- sputò prima di girare i tacchi e andare ad aprire la porta d’ingresso, in un chiaro invito ad andarsene.
I due Auror si arresero e lasciarono il Malfoy Manor con un’unica convinzione: Draco sapeva dove i suoi genitori si nascondevano. Sapevano che non avrebbero mai cavato un’informazione da un Malfoy così restio ad aiutarli, quindi si sarebbero dovuti arrangiare.
-Oh che se ne vada al diavolo!- esclamò Ronald una volta che furono fuori dalla dimora dei Malfoy. -Sai che ti dico? Che per quel che mi riguarda Lucius può anche morire, farebbe un favore a tutti!-
Harry lo guardò stranito: Ron non si lasciava andare così contro i Malfoy da quando avevano finito la guerra, e non era da lui trascurare una missione per questioni personali. -Dobbiamo trovarlo Ron. Se Yaxley e i suoi sono intenzionati ad uccidere i traditori non ci metteranno molto a scoprire dov’è- e sinceramente Harry pensava che già lo sapessero, ma questo non lo esplicitò ad alta voce. -Farò un salto a Notturn Alley, magari qualche informatore sa qualcosa. Tu va’ al Ministero e vedi se hanno aggiunto qualche nome alla lista dei “traditori”-.
Ron non replicò che voleva venire anche lui, non gli era mai piaciuto il quartiere di Diagon Alley che ospitava tutta l’illegalità della Londra magica, quindi dopo aver salutato Potter si smaterializzò davanti al Ministero.
 
Notturn Alley era sempre buia, qualsiasi ora fosse, come se il sole non penetrasse quella cappa di malvagità che opprimeva il quartiere. Harry odiava quel posto, ma allo stesso tempo lo trovava affascinante. Inoltre, molti dei venditori ambulanti erano informatori dell’ufficio Auror e le informazioni che ricevevano da loro erano estremamente preziose.
L’aria fredda di inizio novembre penetrava nella divisa di Harry facendolo rabbrividire, ed era chiaro al ragazzo che la notizia della fuga dei Mangiamorte era giunta anche lì. C’era eccitazione nell’aria, molti passanti camminavano con il giornale sotto al naso leggendo l’articolo appena uscito.
Harry si diresse a passo sicuro verso la prima bancarella che sapeva essere gestita da un suo informatore, un omino tarchiato con pochi capelli sparsi sulla nuca e due occhietti piccoli che scrutavano ogni cliente nel tentativo di estorcergli più soldi possibili.
Simon, così si faceva chiamare da tutti anche se Harry dubitava fosse il suo vero nome, era sempre al suo solito posto, in un vicolo sporco e buio, che vendeva i suoi oggetti maledetti. Non aveva nessun cliente intorno al banco, quindi era distratto dallo sporco che si annidava sotto le unghie.
Harry giunse accanto a lui e attese che Simon alzasse lo sguardo e incontrasse il suo, duro e indagatore. Lo vide farsi piccolo per un attimo, per poi respirare a fondo e fare un passo indietro. -Cosa posso fare per lei, signor Potter?- chiese con la sua voce viscida, dando un’occhiata intorno al banco dove alcuni passanti si erano fermati ad osservare l’eroe del Mondo Magico.
-Cosa sai della fuga?- gli mise sotto al naso una copia del Profeta dove la scritta “I traditori devono morire” rimaneva immobile sulla pagina.
Solo allora l’informatore sembrò rilassarsi, come se Harry avesse posto una domanda più semplice di quanto si aspettasse. Harry si insospettì. -Solo che a quanto pare è stata abbastanza semplice. Da quando il Ministro della Magia ha sollevato i Dissennatori dal loro ruolo sono molti i carcerati che cercano la libertà- scrollò le spalle come se la cosa non lo riguardasse.
Harry alzò un sopracciglio. -Come fai a sapere com’è l’umoread Azkaban?-.
-Beh signor Potter, non è difficile immaginare come si stia in un carcere di massima sicurezza. E poi…- alzò nuovamente lo sguardo negli occhi di Harry -lo scorso anno avete rinchiuso un mio cugino, sono andato a trovarlo di recente. Mi ha detto che Yaxley e gli altri erano particolarmente agitati nell’ultimo periodo- e tornò a sistemare la sua mercanzia. Harry notò che erano gli stessi oggetti dell’ultima volta che gli aveva fatto visita e si chiese come riuscisse a sopravvivere senza vendere nulla.
La conversazione era chiusa, Harry l’aveva capito, e Simon non era più propenso a dare altre informazioni. Quanto meno aveva ottenuto qualcosa di interessante, anche se poco utile. Avrebbe dovuto chiedere di Lucius Malfoy al prossimo informatore.
Continuò a parlare con parecchi venditori per mezza giornata, ma non ottenne nulla di utile alle indagini. Molti informatori si erano spaventati alla notizia dei Mangiamorte in libertà, dato che si sentivano anche loro dei traditori del Signore Oscuro, anche se Harry non credeva che la banda di Yaxley se la sarebbe presa con loro, ma comunque si rifiutarono di parlare. Prese un appunto mentale di chiedere a Kingsley di mettere una decina di Auror in pattuglia a rotazione a Notturn Alley.
Fu solo a metà pomeriggio, quando ormai si era arreso a tornare a mani vuote al Ministero, che qualcosa attirò la sua attenzione. Fu solo un movimento captato con la coda dell’occhio, ma il deja-vu lo investì in pieno come un treno, facendolo voltare di scatto.
Si trovava in un vicolo abbastanza isolato e vuoto, poco distante uno dei suoi informatori stava vendendo rari ingredienti per pozioni ad un paio di clienti, ma oltre a loro non c’era nessuno. Eppure Harry lo aveva visto, quello sventolare di un mantello nero che tanto gli aveva ricordato i corridoi di Hogwarts. Ora il vicolo era deserto, ma Harry non poteva sapere se qualcuno aveva svoltato in un vicolo ancora più buio.
Si scrollò quella sensazione di dosso e tornò al Ministero per parlare con i colleghi e chiedere a Kingsley di essere assegnato alla squadra di ronda nel quartiere.
 
Era incredibile la vita a volte.
L’uomo dai capelli ora neri era tornato quella mattina al cimitero dove erano seppelliti i Potter, ma del suo ingrediente neanche l’ombra. Dubitava che l’avesse preso Harry Potter, ignorante com’era, quindi sicuramente l’aveva perso da qualche altra parte.
L’unico problema era che ora doveva andare a ricomprarlo, e la Pozione Polisucco era finita. Una svista sua, era sicuro di averne una scorta maggiore, ma all’ultimo si era ritrovato senza e aveva maledetti tutti i maghi che gli erano venuti in mente. Si era così limitato ad un misero incantesimo di disillusione e si era recato a Notturn Alley per comprare nuovamente la centinodia.
Ovviamente la sfortuna era affezionata a quell’uomo dai tratti ogni giorno diversi, quindi perché non fargli un Potter vestito di tutto punto da Auror proprio nel vicolo più isolato del quartiere, dove vendevano solo ed esclusivamente ingredienti illegali per pozioni illegali? Certo, aveva incontrato Potter solo il giorno prima, quindi ora doveva ritrovarselo sempre tra i piedi. Non si sarebbe dovuto stupire troppo però, perché con quello che stava succedendo era ovvio che Potter si sarebbe schierato in prima linea contro lo strascico che il Signore Oscuro si era lasciato dietro, ma metterlo ad indagare proprio lì, davanti a lui, era segno che la sua vita stava tornando ad incasinarsi nuovamente.
Fortuna volle che Potter gli desse le spalle e fosse troppo interessato ad osservare il vuoto davanti a sé per notare l’uomo che, ancora privo della sua preziosa centinodia, scappava e si nascondeva in un puzzolente vicolo in cui nemmeno il più losco dei venditori si sarebbe stanziato. L’Auror non lo vide e l’uomo si ritrovò a sospirare di sollievo quando il ragazzo se ne andò.
Finalmente avrebbe avuto la sua centinodia.
   
 
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