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Autore: Severa Crouch    18/09/2021    6 recensioni
La notte della vigilia dell'ultima prova del Torneo Tremaghi, Cedric Diggory viene convocato nell'ufficio del Preside. Un funzionario dell'Ufficio Misteri, dipartimento delle Profezie, gli consegna la scatola nera. Tutti sanno quale sia il suo significato: ha ventiquattro ore per congedarsi dal mondo e sperare di ottenere la gloria eterna per la Casa di Tassorosso.
[Questa storia partecipa al contest "Muoiono entrambi, alla fine" indetto da VigilanzaCostante/matiscrivo sul forum di EFP]
Genere: Angst, Introspettivo, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Cedric Diggory, Cho Chang | Coppie: Cedric/Cho
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Primi anni ad Hogwarts/Libri 1-4
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Questa storia partecipa al contest “Muoiono entrambi, alla fine” indetto da VigilanzaCostante/matiscrivo sul forum di EFP.


L'ultimo giorno
Cedric Diggory/Cho Chang
 


Hogwarts, 24 giugno 1994, ore 9.00

 

Cho Chang non parla mai di sua madre. 

Nemmeno Marietta sa cosa faccia di preciso. 

In Corvonero sanno che una signora Chang esiste, la vedono al binario 9 e ¾ ogni anno, stretta in un elegante soprabito, accompagna la figlia prima di iniziare il proprio lavoro al Ministero della Magia. Indovinare il suo lavoro, per un po’, è diventato un rompicapo, di quelli troppo interessanti per la mente di un Corvonero da non provare a risolverlo. Così, chi aveva i genitori che lavoravano al Ministero della Magia ha tentato la strada più semplice, la più ovvia: ha chiesto ai genitori. La risposta, tuttavia, è stata meno risolutiva e, nel corso degli anni, sono riusciti solo a capire che lavora all’Ufficio Misteri, nell’Ufficio Profezie, ma nessuno sa bene che ruolo abbia.

Il passare degli anni ha finito per distogliere l’interesse dei Corvonero dal lavoro della madre di Cho, perché la loro compagna di Casa è simpatica, è una Cercatrice di Quidditch molto promettente, una studentessa che non merita di ricevere attenzioni così morbose e quindi si è deciso di rispettare la sua discrezione. 

Il giorno dell’ultima prova del Torneo Tremaghi, Cho non si sorprende di incontrare sua madre a Hogwarts: è pieno di ministeriali di tutti gli uffici. Corre voce che il Ministro Fudge abbia consentito a molti dipendenti di far visita ai figli e di assistere alla prova finale del Torneo Tremaghi.

Quando incontra sua madre, intenta a parlare con Cedric Diggory, Cho si stupisce solo un po’. Sua madre è famosa per essere una persona estremamente riservata, ma si dice che, forse, come tutte le mamme, voglia conoscere il ragazzo di cui sua figlia le ha raccontato nelle lettere, il cavaliere che l’ha accompagnata al Ballo del Ceppo, il futuro campione Tremaghi.



 

Hogwarts, 24 giugno 1994, ore 0.00

 

Cedric fa un respiro profondo.

È da poco scattata la mezzanotte e lui è ancora in piedi nella sala comune di Tassorosso. Tosca gli sorride benevola dal ritratto sopra il camino e sembra quasi volergli ricordare che non sarà più lucido durante la terza prova se trascorre l’intera notte a camminare intorno al camino. 

Ha visto che hanno costruito un labirinto, ha provato a studiarne il percorso dalla guferia, ma ha capito solo che le siepi si spostano e non vi è possibilità di partire senza timore di perdersi. Saranno tutti ad armi pari in quella battaglia, senza paracadute o aiuti esterni, e questo significa solo una cosa: la classifica non conta niente, vince il primo che arriva alla Coppa Tremaghi.

Sospira quando la professoressa Sprout entra nella sala comune.

“Cedric, caro, cosa fai ancora in piedi?” domanda sorpresa.

“Adesso vado a letto, professoressa,” si giustifica, “sa, è l’attesa della terza prova che si fa sentire.” La Direttrice di Tassorosso gli sorride benevola e si stringe le mani: “Poco importa, ero venuta a svegliarti, il preside Silente desidera vederti nel suo ufficio.”

Cedric si sorprende. Nei suoi sette anni trascorsi a Hogwarts non è mai stato convocato nell’ufficio del preside. Una voce dentro di sé gli suggerisce che è nota la preferenza di Silente per Potter, che forse vuol chiedergli di cedere la vittoria. Scaccia quel pensiero, si indigna con se stesso, è migliore di così, sa benissimo che Silente non farebbe mai una richiesta del genere. La voce rimane scettica perché l’esperienza gli ha insegnato che puoi essere onesto e leale, ma intorno a te molti preferiscono le vie brevi e poco oneste. 

La sua Direttrice gli fa un cenno perché lo segua e Cedric allontana quei pensieri con la risoluzione di non regalare nessuna vittoria: lo deve a suo padre, alla Casa di Tassorosso, a Cho che farà il tifo per lui. Forse non può garantire che gli altri concorrenti si comportino in modo corretto, può solo fare del suo meglio per giocare secondo le regole, stando attendo e dimostrando che essere onesti non significa essere sciocchi.

Il cuore accelera il battito per l’emozione e l’ansia gli stringe lo stomaco mentre sale lungo la scala a chiocciola che lo porta all’ufficio del Preside. Sorpassa una porta di legno e si ritrova in un ambiente pieno di scaffali da cui libri e vari oggetti magici in argento continuano a mandare segnali: c’è uno Spioscopio, in un angolo intravede un Pensatoio e su uno scaffale gli sembra di riconoscere un Deluminatore. Suo padre gli ha detto che Silente è famoso per aver inventato moltissimi oggetti magici.

“Buonasera, signor Diggory,” il Preside lo accoglie con un sorriso che non sa decifrare. Nota subito che non è da solo, che una signora è in piedi accanto a lui in un elegante completo ministeriale. “Spero di non averti tirato giù dal letto,” continua con i convenevoli, ma la sensazione è che conosca già la risposta. Cedric abbozza un sorriso: “Il pensiero della terza prova è un po’ complicato da gestire.”

“A questo potrà rimediare Madama Chips,” Silente alterna lo sguardo tra i due ospiti e fa loro cenno di prendere posto sulle poltroncine di fronte la scrivania. 

“Temo che sia il caso di fare le presentazioni. Signor Diggory, l’ho convocata perché la signora Kaisan del Ministero della Magia deve farle una comunicazione.”

La donna stringe le labbra e i loro occhi si incontrano, gli ricorda tanto la sua Cho e Cedric si domanda cosa possa volere una signora del Ministero della Magia da lui. Fuori dalla finestra, la torre dell’orologio annuncia la mezzanotte.

“Fate orari insoliti al Ministero…” prova a scherzare perché l’atmosfera che si respira in quell’ufficio è strana. “Non mi dica che è per la domanda di tirocinio, presentata all’Ufficio Misteri.”

La donna sussulta: “Aveva fatto domanda all’Ufficio Misteri?”

“Beh, sì, il professor Vitious e la professoressa McGranitt mi hanno incoraggiato e anche la professoressa Sprout, sa, la mia Direttrice di Tassorosso.”

“Purtroppo non vengo qui per il tuo tirocinio, sono una dipendente del Dipartimento delle Profezie,” sospira. La donna allunga una mano verso la sua borsa ed estrae una scatola nera. 

Cedric sussulta nel vederla.

“Quell’ufficio?” domanda mentre la voce trema e sente che sta per morire in gola. Suo padre gliene ha parlato, ma non è un mistero, e tutti sanno che quando compare verso la mezzanotte un dipendente dell’Ufficio Misteri c’è una sola ragione possibile. Non ci ha pensato prima di aver visto la scatola nera. Sa già cosa c’è dentro, la sfera di cristallo con l’annuncio della sua morte nelle prossime ventiquattro ore.

“Il pensiero della terza prova del Torneo è improvvisamente diventato secondario,” si lascia sfuggire, “sarà durante il Torneo?”

“Non lo sappiamo. Nessuno lo sa.”


Hogwarts, 24 giugno 1994, ore 10.00

 

Cho sorride per l’incontro fortuito, sembra che Cedric e sua madre vadano d’accordo. Si avvicina a entrambi ed esclama allegra: “Vedo che hai conosciuto mia mamma!”

Le sopracciglia di Cedric si sollevano in aria per la sorpresa, i suoi occhi azzurri si spalancano e un lieve rossore colora le guance, lo stomaco di Cho si stringe mentre si perde a contemplare la bellezza del suo ragazzo. Nota lo sguardo che i due si scambiano, Cedric sorride un po’ imbarazzato: “Non sapevo fosse tua mamma, la signora Kaisan mi stava illustrando i possibili tirocini all’Ufficio Misteri.”

“Kaisan?” Cho sembra sorpresa, “Chang, vorrai dire.”

“Kaisan è il mio cognome da nubile, i bigliettini da visita del Ministero riportano entrambi i cognomi,” interviene la mamma. 

Cedric sospira: “Ma certo, che sciocco, mi perdoni, signora Chang, non volevo mancarle di rispetto, ma non ho collegato che potesse essere la mamma di Cho.”

“Cho mi ha inviato le vostre foto del Ballo del Ceppo, eravate una bellissima coppia.”

Cho crede non poter essere più felice di così, sua mamma adora Cedric, il suo fidanzato sembra sopravvivere al giudizio severo di sua madre. “Cho, perché non andate a fare una passeggiata, approfittate di questa bella giornata e rilassatevi prima dell’inizio del Torneo.”

Cedric annuisce, allunga la mano verso di lei e insieme escono sul prato, più tardi arriveranno anche i suoi genitori. 

Gli studenti continuano a fermare Cedric per augurargli buona fortuna per l’ultima prova del Torneo e Cho lo osserva sorridere a tutti i loro compagni. Crede che Cedric meriti tutto l’affetto che la scuola gli sta dimostrando in quei mesi, è sicura che vincerà il Torneo Tremaghi perché il Calice di Fuoco lo ha scelto e adesso è in prima posizione a pari merito con Potter.

Allontana ogni pensiero su Harry e sul modo in cui lui la guarda e si imbarazza quando lei compare. Lo stomaco fa sempre un piccolo balzo quando incontra gli occhi verdi di Harry, ma è solo tra le braccia di Cedric che sente di trovarsi nel posto giusto. Osserva i lineamenti eleganti del suo fidanzato, le labbra perfette e il modo in cui si defila dalla folla di studenti e chiede di poter riposare un po’ in vista del Torneo.

La riva del Lago Nero è il posto ideale in cui stendersi e prendere un po’ di sole, Cedric lascia che lei prenda posto tra le sue gambe e la circonda con le braccia. Appoggia il mento sulla sua spalla e la stringe.

“Sei preoccupato per la prova?”

“No, penso che tutto questo mi mancherà. Guarda quanta bellezza,” sospira. 

Cho pensa che Cedric sia già oltre il Torneo Tremaghi, si ricorda che lui il prossimo anno non sarà più a Hogwarts. Stringe le sue dita intorno alle dita sottili di lui e sospira: “Ci scriveremo,” lo rassicura, “tutti i giorni. E ci vedremo a Natale, e magari qualche volta potresti raggiungermi a Hogsmeade.” Si volta verso di lui, i loro nasi si sfiorano e gli sussurra sulle labbra: “Prima di allora, però, ci sarà un’intera estate da trascorrere insieme.”

“Che programmi hai per l’estate? Mio padre parla di campeggio, dimmi che hai qualcosa di più allettante,” scherza lui.

Cho solleva un sopracciglio e si lascia andare a un sorriso malizioso: “Molto più allettante! Pensavo di investire i Galeoni che ho ricevuto per i miei diciassette anni in qualche giorno al mare. Prendiamo una casetta sulla spiaggia per qualche giorno, o una piccola pensione, e passiamo il tempo insieme.”

“Direi che è molto più invitante del campeggio con mio papà.” 

Cedric la stringe e la bacia, il modo in cui le dita di lui le accarezzano la nuca le dà i brividi, lei si volta e finiscono l’uno sull’altro e Cedric si stende sull’erba e l’attira a sé. “Vorrei che questa giornata non finisse mai, vorrei passare tutto il tempo con te,” le dice intervallando le parole con i baci.


Hogwarts, 24 giugno 1994, ore 1.00

 

Poco dopo aver consegnato la Profezia, la signora Kaisan si congeda e Cedric rimane nell’ufficio di Silente.

“Se vorrai ritirarti, lo capirò.”

“Il Calice di Fuoco è un contratto magico vincolante, non posso ritirarmi,” afferma stringendosi nelle spalle. “Non voglio ritirarmi: giocherò il Torneo fino alla fine, darò onore alla Casa di Tassorosso. Del resto, potrei uscire vittorioso e mortalmente ferito e portare ugualmente l’eterna gloria alla mia famiglia e alla mia Casa.”

“Conosci la storia dei Tre fratelli?” gli domanda il preside.

Cedric annuisce: “Quella di Beda il Bardo, sui doni della morte.”

Silente gioca con gli anelli che riempiono le dita ossute, si accarezza la barba mentre annuisce. “Esattamente, i fiumi di inchiostro che hanno analizzato quella storia nei secoli sono infiniti, ma la mia lettura preferita è che essa rappresenti tre modi diversi in cui si va incontro alla morte.”

“Pensavo che volesse offrirmi un Mantello dell’Invisibilità,” scherza.

“Lo avrei fatto, se solo potesse servire, Cedric,” Silente si sporge sul tavolo e un sospiro dolorante gli sfugge di bocca: “Quando queste profezie si materializzano all’Ufficio Misteri, purtroppo, non c’è mantello che possa salvare il destinatario.”

“E quindi dovrò stare in attesa che arrivi il momento?”

“Come tutti noi, dopo tutto. Solo che tu saprai che arriverà nelle prossime ventiquattro ore. Ti accompagno da Madama Chips, ha un’ottima pozione che ti garantisce un sonno senza sogni ed è importante che arrivi riposato.”

“A meno che non scambi la pozione con un veleno,” si lascia sfuggire Cedric mentre attraversano i corridoi bui della scuola, poi però sospira e disse: “Oh, beh, però non è che cambierebbe molto tra l’una di notte e le ventitré, forse è meglio congedarsi dal mondo quando tutti dormono.”

“O godere al meglio l’ultimo giorno che hai a disposizione. È un dono che puoi fare a tutti i tuoi cari,” gli dice Silente. 


Hogwarts, 24 giugno 1994, ore 18.00

 

L’attesa della terza prova del Torneo Tremaghi è stata una giornata meravigliosa. Cho ha il cuore che le scoppia di gioia. Cedric le ha presentato suo papà, Amos Diggory, un signore tanto ansioso quanto gentile. Sono entrati subito in sintonia perché entrambi sono dei grandi sostenitori di Cedric ed è stato meraviglioso chiacchierare con qualcuno che non sbuffasse quando lei raccontava le imprese del figlio e, anzi, ne fosse orgoglioso. 

Erano seduti al tavolo di Tassorosso, dove avrebbero mangiato qualcosa prima di iniziare la terza prova. Il Signor Diggory ha le guance arrossate dal calore della Sala Grande gremita di familiari e la signora Diggory sorride divertita. Al tavolo dei Grifondoro, Harry è circondato dai Weasley, si scambiano una rapida occhiata e Cho torna a concentrarsi sul racconto del signor Diggory che esclama: “Questa ragazza è deliziosa! Perché quest’estate non la porti in campeggio con noi?”

Cedric sorride sorpreso e allunga le mani verso di lei, si china e le dice complice: “Tu non ci crederai, ma ti ha appena concesso un grande onore, papà non ha mai invitato nessuno nei nostri campeggi!”

“È vero, Amos, è molto selettivo,” annuisce la signora Diggory che ha gli stessi lineamenti eleganti del figlio.

“Sono molto onorata,” risponde stringendo le dita di Cedric sotto il tavolo. È da quando è bambina che non va in campeggio, ma quasi si immagina sdraiata sul prato ad osservare le stelle accanto a Cedric. 

Gli occhi di lui non smettono di guardarla e prima che raggiunga gli altri campioni, saluta i genitori e la porta in disparte chinandosi a baciarla. Cho allunga le braccia intorno al collo di Cedric, sente i capelli morbidi scorrere tra i polpastrelli, in lontananza un paio di Serpeverde fanno un fischio volgare, ma loro li ignorano persi nel loro mondo finché la voce di Percy Weasley non esclama a gran voce: “Diggory!”

Cedric si morde il labbro, le accarezza il mento e le sussurra: “Adesso devo proprio andare. Ti amo, Cho.”

“Ti amo, Cedric.”

Lo osserva raggiungere gli altri campioni e torna al posto vicino la signora Diggory. “È proprio un bravo ragazzo, e non lo dico perché è mio figlio,” sospira commossa. Cho annuisce, lo stomaco fa le capriole dalla gioia per la dichiarazione che ha appena ricevuto, per il modo in cui le loro vite si stanno incastrando in modo perfetto.

“Credo che sia il caso di andare in platea, signor Diggory, altrimenti i posti migliori saranno presi!” Il papà di Cedric le offre il braccio e lei sorride e lo afferra volentieri guidandolo verso quello che era il campo di Quidditch.

“Cedric mi ha detto che sei una giocatrice di Quidditch.”

“Sono la Cercatrice di Corvonero,” esclama orgogliosa, “Sa,” confida, “potrei anche fare un provino per giocare da professionista!”

“Ah, se sei brava potresti giocare in Nazionale e così avrei un figlio Campione Tremaghi e una nuora Campionessa di Quidditch!” esclama allegro.

“Non ti sembra di correre un po’ troppo, Amos? Sono giovani!” esclama divertita la mamma di Cedric. Scoppiano a ridere mentre prendono posto tra gli spalti. 

Cedric è all’ingresso del labirinto insieme a Harry, Cho sente una stretta allo stomaco, in parte mescolata con il senso di colpa, mentre li osserva entrambi e quasi si sente lei la Coppa Tremaghi. Che Potter abbia un debole per lei, lo hanno capito anche i sassi a Hogwarts. La cosa la lusinga, Harry è carino, piccolo, testardo e anche geniale, e avrebbe dato qualsiasi cosa per andare al Ballo del Ceppo con lui, ma Cedric l’ha sorpresa in modo inaspettato ed è tutto quello che lei sognava. Le uscite da Madama Piediburro dove potevano chiacchierare in pace, le loro dita sempre intrecciate, i piedi che si cercavano sotto il tavolo della biblioteca, il loro bisogno di stare sempre attaccati e quel “ti amo” che era arrivato a coronamento di un anno meraviglioso.

Quando il Ministro della Magia dà il via alla terza prova, Cho sospira: “Buona fortuna, Cedric, amore mio!”



 

Hogwarts, labirinto, 24 giugno 1995, ore 20.00

 

Cedric sente il peso delle ore che scorrono, morirà nelle prossime quattro ore, ormai è certo. 

Quasi tira un sospiro di sollievo quando entra nel labirinto. Fingere che tutto vada bene, congedarsi dal mondo nel migliore dei modi, assecondare i progetti di Cho e di suo padre è il solo modo che ha per non rovinare loro gli ultimi istanti che hanno da trascorrere insieme. La vita è così fragile, si trova a pensare: è riuscito a dire a suo padre che gli vuol bene e ha confessato il suo amore a Cho. È riuscito a non rovinare il rapporto di Cho con sua madre, certo che lei non sappia che lavoro svolga esattamente e, all’improvviso, è chiaro il perché nessuno parli mai della signora Kaisan.

Cammina tra le siepi del labirinto e Cedric pensa che non ha rimpianti, solo malinconia per ciò che non potrà realizzare. In quelle ore ha capito che se non c’è nulla che lui possa fare per impedire ogni sofferenza alle persone che ama, rimandare il più possibile il momento scopriranno della sua morte è il solo modo che ha per concedere qualche istante di gioia in più. Il sorriso di Cho, gli occhi illuminati dalla speranza di realizzare tutti i progetti estivi gli riscaldano lo stomaco. Forse li realizzerà con qualcun altro, sospira.

Riesce a schivare le creature magiche che incontra lungo il percorso, persino i Berretti Rossi che hanno provato a creargli dei problemi, anche se non sono paragonabili ai giganteschi Schiopodi Sparacoda di Hagrid che quasi gli mandano in fiamme la manica della divisa. 

Le siepi cambiano in continuazione ed è difficile orientarsi e si sorprende quando si trova davanti Potter.

Sobbalza quando si trova davanti Krum, sembra impazzito, lo sente scandire bene: “Crucio!” e il mondo si riempie di dolore. Cedric si accascia a terra in preda alle convulsioni, gli manca l’aria e ogni fibra del suo corpo è diventata sofferenza. Sì, è quello il momento, pensa. Morirà nel labirinto ucciso da Viktor Krum. 

L’aria torna a riempire i suoi polmoni all’improvviso, boccheggia e Potter gli ha appena salvato la vita. Quanta speranza può esserci che il Bambino-che-è-sopravvissuto riesca a far sopravvivere anche lui? Scaccia il pensiero e contro l’istinto di lasciare Krum in pasto agli Schiopodi, lancia in aria scintille rosse.

Cedric continua a vagare nel labirinto, ormai persino il suo occhio interiore vede l’avvicinarsi della morte: ha rischiato di finire in pasto a uno Schiopodo, vittima della Cruciatus di Krum e si sorprende quando Harry lo salva nuovamente da un’enorme Acromantula. 

La lealtà vacilla, ma Cedric capisce che non potrà godersi la gloria eterna, che le ore scorrono veloci e in quel momento, mentre Harry ha la gamba ferita sotto il peso dell’enorme ragno nero che hanno neutralizzato, comprende il da farsi. 

Tosca dice sempre che condividere i successi rende il loro sapore più dolce, allora allunga la mano, aiuta Harry e insieme prendono la Coppa Tremaghi. Riconosce immediatamente l’effetto della Passaporta, nessuno gli ha detto che il Torneo sarebbe continuato una volta raggiunta la Coppa. Cedric guarda Harry e gli dice: “Fuori le bacchette, che ne dici?” 

Harry annuisce, anche lui condivide la preoccupazione per quel risvolto inatteso.

È quando vede una figura incappucciata con in braccio un fagotto, sotto una statua con l’Angelo della Morte, sussurrare: “Uccidi l’altro”, che Cedric capisce che è arrivato il suo momento. 

Il raggio verde lo colpisce e il mondo svanisce.



 

Hogwarts, 25 giugno 1994, ore 09.00

 

Il mondo di Cho è diventato incolore dalla sera precedente. 

Madama Chips le ha somministrato una pozione calmante per aiutarla ad affrontare la notte, i suoi compagni di Casa l’hanno assistita nel chiudere il baule e raccogliere tutti i suoi effetti mentre sentiva la vita scorrere via del suo corpo.

Marietta l’ha sorpresa a guardare la finestra della torre in un modo che non le è piaciuto, le ha detto. Cho, però, nemmeno ha capito come abbia guardato la finestra, anche se una voce le sussurra che un corvo può sempre volare via.

Scendere in Sala Grande le richiede uno sforzo incredibile, vede i signori Diggory con il volto rigato dalle lacrime e per un istante, prima che la riportino al tavolo di Corvonero, si stringe con loro in un abbraccio.

Piange incessantemente, in silenzio, tra le pacche sulle spalle delle sue compagne di Casa e le chiacchiere indifferenti dei Serpeverde dietro di sé. Piange persino durante il meraviglioso discorso di Silente che rende omaggio al suo Cedric. Alza gli occhi quando il Preside rivela che il coraggio di Harry ha permesso di riavere indietro il corpo di quel ragazzo e Cho vorrebbe ringraziarlo, ma il dolore è troppo e ogni parola sembra lacerare il suo animo. 

Si sforza di rimanere composta, ma le emozioni strabordano da ogni parte della sua anima e sembra essere fatta di pianto e dolore. Solo quando l’Espresso di Hogwarts parte, il suo dolore si quieta un attimo al pensiero di poter tornare tra le braccia di sua mamma che non avrà mai il piacere di avere Cedric all’Ufficio Misteri.



 

Note: 

Cedric tentenna spesso nel labirinto e la Maledizione dell’Erede ci fa sapere che se fosse stato umiliato avrebbe finito per seguire un meccanismo che l’avrebbe portato a diventare un Mangiamorte. Questo meccanismo, però, in questa storia è infranto in partenza dalla profezia che annuncia la sua morte, quindi tutta la storia è un lungo addio. Ho voluto, però, inserire quel pizzico di malizia e diffidenza nei pensieri iniziali, quando sospetta che Silente possa convocarlo per chiedergli di cedere la vittoria a Potter. Insomma, anche lui sa della preferenza del Preside per il Prescelto.

Cho, invece, sappiamo che aveva sperato di andare al ballo con Harry e che poi ha accettato l’invito di Cedric, quindi l’ho descritta innamorata ma un po’ divisa perché Harry in quel momento rappresenta il potenziale e il ruolo tra Harry e Cedric si invertirà dopo la morte di lui, quando Cedric sarà ciò che avrebbe potuto essere e non è stato. 

Non ho mai scritto di Cedric e di Cho e nemmeno li shippo particolarmente, ma quando ho letto il contest il mio cervello mi ha detto: “Guai a te se scrivi della morte di Regulus, io non posso farcela!” e così eccomi ad affrontare due personaggi di cui mi importa il giusto, ma per i quali ho pianto per tutta la stesura della storia.

La struttura della storia è colpa - ancora una volta - del pacchetto del contest di Futeki sui prompt stilistici, con le linee temporali alternate che si incontrano alla fine. Insomma, questa storia è una sperimentazione completa.

Un abbraccio,

Sev

 
   
 
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