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Autore: heliodor    18/09/2021    0 recensioni
Valya sogna di diventare una grande guerriera, ma è solo la figlia del fabbro.
Quando trova una spada magica, una delle leggendarie Lame Supreme, il suo destino è segnato per sempre.
La guerra contro l’arcistregone Malag e la sua orda è ormai alle porte e Valya ingaggerà un epico scontro con forze antiche e potenti per salvare il suo mondo, i suoi amici… e sé stessa.
Aggiunta la Mappa in cima al primo capitolo.
Genere: Avventura, Fantasy, Guerra | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Cronache di Anaterra'
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Testa di serpente

 
“Fammi venire con te” stava dicendo Konnor, il tono di chi stesse implorando un favore.
Zane scosse la testa. “Voglio che resti qui a vegliare su quelli che rimarranno alla fortezza. L’ultima linea difensiva.”
“Tu cerchi solo di proteggermi.” disse il giovane stregone.
Zane scosse la testa.
Konnor batté il pugno sul tavolo facendolo sobbalzare. Era stato difficile mettere insieme abbastanza legno da crearne uno decente e Zane non voleva che glielo rovinassero.
Però nemmeno voleva mortificare di più il ragazzo.
“Piangendo e strepitando non otterrai la mia fiducia” disse calmo.
“Non è la tua fiducia che voglio” rispose Konnor.
Zane serrò la mascella.
“Aramil Stanner, il comandante Stanner. Il vero comandante Stanner” aggiunse scandendo a una a una le parole. “Mi aveva voluto nel suo gruppo di esploratori. Facevo parte della sua scorta fidata. Io, uno stregone di rango inferiore, né di nascita nobile, appena consacrato. Secondo te per quale motivo aveva scelto me e non altri?”
Zane scosse la testa. “Credo che sarai tu stesso a dirmelo.”
“Si fidava di me” disse Konnor raddrizzando la schiena. “Voleva sempre che cavalcassi al suo fianco.”
“Il fatto che ti volesse accanto non vuol dire che si fidasse di te.”
Forse voleva solo proteggerti, pensò. Ma se ora ti dicessi una cosa del genere come reagiresti?
In una situazione diversa avrebbe fatto mettere in una cella uno stregone che avesse osato parlargli in quel modo. Ma lì non avevano celle e con l’armata dei rinnegati che stava risalendo il sentiero che portava al passo aveva bisogno di tutte le forze a sua disposizione per resistere.
Resistere, si disse Zane. Quello almeno possiamo farlo.
Aveva avuto una discussione con Kumal il giorno prima e tutti e due avevano concordato su quel punto.
“Non possiamo vincere” aveva detto lo stregone. “Né uscirne vivi.”
“Venendo qui vi siete infilati in una dannata trappola.”
“Non è che avessimo molte scelte” si era difeso lo stregone. “E se ho commesso degli errori l’ho fatto credendo di fare la cosa giusta.”
“Non ti stavo rimproverando” si era affrettato a dire. “Lasciamo perdere per il momento il motivo per cui siete venuti qui.”
“Ti riferisci all’indovina?”
Zane aveva annuito. “Ha avuto altri sogni divinatori?”
“Dovresti chiederlo al guaritore che ho eletto a consigliere, Chernin. È lui ora che si occupa di lei.”
“Lo farò non appena ne avrò il tempo. Ora devo pensare alla difesa della fortezza.”
“Hai un piano?”
Zane aveva annuito. “Ho inviato dei messaggeri attraverso la via che abbiamo fatto per raggiungervi. Se siamo fortunati, entro due giorni raggiungeranno Hadena.”
“Vuoi chiedere il suo aiuto? Non ce la farà mai a raggiungerci.”
Zane aveva scosso la testa con vigore. “Le ho ordinato di procedere il più velocemente possibile verso Lormist o qualsiasi altro posto sicuro.”
Kumal lo aveva fissato in silenzio. “Capisco.” Aveva tratto un profondo sospiro. “Almeno sceglieremo come andarcene.”
“Sì. E porteremo con noi il maggior numero di rinnegati possibile.”
“È questo il piano? Nemmeno facciamo un tentativo di sopravvivere?”
“Non avrebbe senso” aveva detto Zane. “Uccidiamo più rinnegati possibile e infliggiamo un colpo mortale alla loro armata. Questo dovrebbe rallentarli per dare tempo a Lormist di riorganizzare le forze. E stavolta speriamo che l’alleanza invii le sue armate ad aiutarci.”
Kumal aveva annuito. “È un buon piano. L’approvo. Tuo padre avrebbe fatto lo stesso.”
“Aramil il Triste avrebbe trovato il modo di vincere, non di morire con onore.”
Kumal aveva sorriso. “Anche questo è vero, ma nessuno di noi è come lui, Zane Stanner.”
“Io voglio venire con te” disse Konnor spezzando il filo dei ricordi. “Non voglio restare qui dentro ad aspettare di venire ucciso.”
“Morire qui o lì fuori non farà alcuna differenza.”
“Per me sì” disse Konnor. “La mia famiglia non ha alcun onore. Se morissi combattendo sul campo, invece che nascosto sotto queste pietre, almeno verrei ricordato.”
Possibile che abbia così tanto desiderio di andare a morire? Si chiese Zane. Che cosa ha visto mio padre in questo ragazzo?
Serrò la mascella. “Tu resterai qui, insieme a Nykka e gli altri mantelli con poca esperienza di una vera battaglia.”
“Ho combattuto diverse volte.”
“Erano scaramucce, non vere battaglie. Voglio solo dei veterani lì fuori, non dei ragazzini che tremeranno non appena inizieranno a piovergli addosso sfere infuocate e catene di fulmini.”
“Io” iniziò a dire Konnor.
“Ora basta. Ho altre persone con le quali parlare.”
Konnor respirò a fondo e gli voltò le spalle, marciando fuori dallo studio senza averlo salutato.
Gli passerà, si disse. E in ogni caso tra cinque o sei giorni saremo tutti morti e questa discussione non avrà più alcuna importanza.
Yuldra si affacciò alla porta. “Chiedo di poter conferire con il comandante” disse.
“Entra” fece lui con tono sbrigativo.
“So che sei impegnato” iniziò a dire la strega. “Ma c’è un problema.”
Zane si accigliò.
“Non troviamo più l’erudito.”
“Chernin?”
Yuldra annuì con vigore.
“È andato via? È scappato?”
“L’unica uscita dalla valle è sorvegliata. Se è riuscito a passare significa che conosce l’invisibilità o che sa levitare e ci ha ingannati tutti.” La strega scosse la testa. “No, è proprio sparito.”
“Trovalo. Mi serve.”
“Lo sto già facendo cercare, ma temo che sia sceso nei livelli più bassi.”
“Per fare cosa?” domandò Zane.
“Ho parlato con Astryn.”
“Astryn? Anche lei è coinvolta?”
“Non direttamente. Ha parlato con lei e un suo esploratore due giorni prima di sparire. Gli hanno riferito dell’esistenza di alcune sale circa sette livelli più in basso.”
Zane annuì grave. “Astryn l’ha riferito anche a me. Hanno trovato solo degli inutili cocci, niente che possa esserci davvero utile.”
“Si vede che Chernin non la pensa così ed è andato a vedere di persona.”
Zane sospirò. “Non è diserzione, non posso farlo uccidere né punire per questo, ma si è allontanato senza permesso. Qual è la pena prevista?”
“Dieci frustate per ogni giorno di assenza senza una valida ragione. Ma dopo cinque giorni lo si considera un disertore.”
“È scomparso da due giorni, quindi ha ancora tempo per tornare e accettare la sua punizione.”
Sempre che torni, si disse. E sempre che torni prima che i rinnegati siano qui e rendano questa discussione una semplice ipotesi.
Yuldra rimase immobile a fissarlo.
“Che altro c’è?”
“Non è l’unico a essere scomparso. Anche Nykka e Valya Keltel mancano.”
Zane stavolta si alzò di scatto e quasi rovesciò il tavolo. “Dannazione” esclamò. “Chi si doveva occupare di loro?”
“In teoria nessuno. Valya è una guerriera e Nykka una strega di basso rango. Nessuno ha notato la loro scomparsa prima di ieri.”
“Non è un caso, dunque? Sono andate con Chernin?”
“Lui le avrà convinte a seguirlo.”
“Per andare a raccogliere degli inutili cocci?”
“Forse lui non li considera inutili.”
“Non è uno stupido” disse Zane. “Conosce le regole e le conoscono anche Valya e Nykka. Ma se la prima è sciocca e impulsiva, non mi sarei mai aspettato questo da Nykka.” Scosse la testa. “È stato mio padre a sceglierla.”
“Ha scelto anche me” disse Yuldra.
Zane annuì. “Non volevo offenderti.”
“Non sono offesa” rispose la strega. “Ora dimmi che cosa devo fare.”
“Niente” disse subito. “Gli esploratori inviati da Astryn non sono ancora rientrati e non possiamo rischiare forze da mandare nei sotterranei.”
“Potrebbero aver bisogno d’aiuto lì sotto.”
“Dovranno fare da soli” rispose Zane.
Dall’esterno giunsero voci concitate che rimbalzarono sulle pareti di pietra. Zane si accigliò e guardò verso l’ingresso.
Uno dei soldati di guardia si affacciò. “Comandante, c’è l’indovina che chiede di conferire con te.”
Che cosa vuole adesso? Si chiese. Ha avuto uno dei suoi sogni premonitori?
Guardando Yuldra colse il suo sguardo smarrito.
Anche lei sta pensando la stessa cosa? Si chiese.
“Falla entrare” disse al soldato.
L’uomo sparì dietro il velo che copriva l’ingresso e qualche attimo dopo vi passò una figura femminile.
Shi’Larra marciò verso di lui, i vestiti inzuppati di sudore e i capelli arruffati. Aveva l’espressione sconvolta e barcollava mentre avanzava.
“Zane, comandante Stanner” disse con voce stentorea, come se stesse compiendo uno sforzo tremendo per parlare. “Io” disse prima di avere un’esitazione. “Io credo di aver visto qualcosa.”
Zane si accigliò. “Nei tuoi sogni?”
Shi’Larra scosse la testa. “No, non era un sogno, ma qualcos’altro. Io devo venire con te.”
“No” rispose Zane con tono perentorio. “Non se ne parla. Sarà una missione pericolosa, senza garanzie che chi vi prende parte possa ritornare.”
“Io devo venire” replicò l’indovina.
“Shi’Larra” iniziò a dire.
“Ho trovato l’acqua che vi serviva” disse. “E vi ho indicato il sentiero che dovrete seguire per aggirare le pattuglie dei rinnegati e chiudere il passo senza che vi scorgano.”
“E di questo ti ringrazio” rispose.
Anche se non so se i tuoi suggerimenti ci saranno davvero utili o se non ci farai cadere in una nuova trappola, si disse. Ma, se dovesse accadere, farò in modo che stavolta sia solo io a perdere la vita, non tutti quelli che mi hanno seguito.
“Se non ci sarò anche io il vostro piano fallirà” disse Shi’Larra. “Nella visione che ho avuto c’ero anche io.”
“Non me l’hai detto l’altra volta.”
La donna abbassò gli occhi. “Avevo paura. Anche io temo per la mia vita.”
“Che cosa hai visto?”
“Una grande sala in una delle vostre case di pietra” disse l’indovina.
“Ti riferisci a un castello?” le chiese.
Shi’Larra annuì con vigore. “Io camminavo verso un trono dove un guerriero dalla testa di serpente era seduto, come un re. Ma era un sovrano illegittimo, temuto e odiato dal suo popolo.”
“Come facevi a saperlo?”
“Lo sentivo” rispose lei sicura. “Avevo paura di quel mostro, ma tu eri al mio fianco e questo mi rassicurava.”
Yuldra sospirò. “È un mucchio di sciocchezze.”
“Continua” disse Zane perplesso.
“L’usurpatore si alzava dal trono e veniva verso di noi porgendoti una corona d’oro. Tu eri tentato di prenderla, ma io te lo impedivo. A quel punto il re dalla testa di serpente cercava di morderti ma tu lo uccidevi con la spada.”
“Tutto qui?” chiese.
Shi’Larra annuì. “Devo venire con te, Zane Stanner. Per proteggerti da testa di serpente e dai suoi inganni. Se non lo farai, lui ti ucciderà e tutti i tuoi sforzi saranno stati inutili.”
  
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