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Autore: Duchessa712    19/09/2021    1 recensioni
È pronto ad andarsene, ma poi la bacia e le dice fuggi, ché Niklaus le ha promesso le pene dell'Inferno e mai un attimo di pace
[Storia partecipante al contest I Will Go Down With This Ship indetto da BellaLuna95 sul forum di efp ed è vincitrice del premio Miglior Stile]
Genere: Malinconico, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Elijah, Katherine Pierce
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Un giorno su mille: pezzi di vita rubata

La sposa davanti a spettri con i visi di coloro che odierebbero ciò che stanno facendo.
La sposa al tramonto, radiosa, avvolta dalla luce distorta che entra dalle vetrate.
"È stupendo" dice Katerina, un sorriso ad adornarle il volto.
"Sono assolutamente d'accordo".

Dodici ore prima, quand'il mondo è colorato di nero e di blu, le porge un anello - semplice rispetto a quelli che porta di solito: un cerchio d'argento e un diamante - e le dice che può avere tutti i significati che vuole.
"Se volessi quello per cui è stato pensato?"
"Allora vorrei una risposta"
"Prima dovresti porre una domanda"
"Mi vuoi sposare?".
Fissa gl'occhi nei suoi, s'infila l'anello all'anulare, dice , dice subito, lo bacia, lo stringe, gli conficca le unghie nella carne e disegna ghirigori di sangue. ​

La prima volta che la vede immersa nella luce del tramonto, le dà quello che deve essere l'ultimo bacio.
È pronto ad andarsene, ma lei s'aggrappa alla sua giacca e dice no, lo mormora, grida, ripete con ogni possibile inflessione di voce, ed Elijah vede la supplica che non s'abbassa a esplicitare. Ha già detto ti prego e non lo farà ancora.
È pronto ad andarsene, ché c'è redenzione per la sua famiglia, ché le promesse di Klaus gli strisciano in testa come serpenti, s'attorcigliano al cervello e scendono al cuore.
È pronto ad andarsene, ma la guarda immersa nella luce del tramonto e la trova eterea e bella, e che lo è lo sa da mille anni, ché sono stupende, le Petrova, ed è la prima delle loro maschere, e disperata, e cerca di convincercersi ch'è la luce contro i suoi occhi a mostrarli lucidi e non le lacrime che danzano sul precipizio delle ciglia.
È pronto ad andarsene, ma poi la bacia e le dice fuggi, ché Niklaus le ha promesso le pene dell'Inferno e mai un attimo di pace.

Le piace essere viziata, a volte coccolata, mai accudita, ché sa badare a se stessa e lo dimostrano i cinque secoli in cui gl'è sfuggita. Le piacciono le rose rosse, anche se non ha mai imparato a coglierle senza pungersi le dita. Le piace la musica classica ed Elijah suona per lei tutte le volte che può, spiando come s'abbandona totalmente alla melodia. Le piace la poesia e passa ore a leggergli Saffo e Foscolo e Neruda. Le piace la cioccolata, soprattutto d'inverno, quando la neve avvolge il mondo e lo protegge durante il suo riposo - parole sue che le ha strappato una notte, quand'era già mezza persa nel sonno.
Le scopre piano, queste cose, col passare degli anni, in momenti che sono dolci ed eterni.

Katerina non veste di bianco - sono tutto tranne che pura, ha detto maliziosa mordendosi il labbro - e percorre la navata con un abito verde e un bouquet di rose rosse che le punge le dita.
Elijah la bacia, le passa le mani tra i capelli, che cadono in boccoli lungo la schiena, e la nota in quel momento, l'esatta sfumatura del colore ch'indossa.
"T'ho già presa"
"Non se io ricomincio a giocare"
"È una proposta?"
"È una sfida".
Ride e sguscia via, i boccoli che dondolano al vento e le rose in una mano.
Elijah la vede sparire oltre le porte e poi torna a rincorrerla.

Questi sono i loro giorni, sporadici e rari.
"Uno su mille: tutto ciò che c'è concesso" - tutto ciò che ci concedi, ché lui decide modi e tempi, lui si presenta alla sua porta.

Poi c'è l'altro tempo, a New Orleans, con Rebekah e Niklaus e tutti gl'altri, che non sospettano e non chiedono delle sue assenze.
Sua sorella a volte gli lancia occhiate maliziose, ma è troppo persa nel suo mondo d'amore con Marcel per preoccuparsi davvero d'Elijah - le basta sapere ch'è felice e non lo biasima per tenere tale felicità lontana da Klaus.
Eppure, ogni volta che torna, è sicuro che ad attenderlo troverà il fratello, la bara e il pugnale, e quando non succede la sua ansia cresce, ché Niklaus è paranoico e vede trame ovunque e prima o poi scoprirà cosa protegge con tanta dedizione. Teme quel giorno come non ha mai temuto nemmeno suo padre, ché se per lui la punizione sarà la solita, per Katerina il destino sarà più ingiusto e inclemente.

New Orleans è tenuta insieme da sottili alleanze ed è lui a occuparsene, ché la diplomazia è un gioco troppo sottile per il loro Re. È sempre stata questa, la divisione dei compiti, con Elijah che sistema i disastri che la ferocia del fratello si lascia alle spalle, e non è che ora non voglia più, ma è che è così stancante. Non lo dirà, ché c'è serenità per la prima volta da secoli e non sarà lui a distruggerla, ma quando vede Rebekah e Marcel passeggiare mano nella mano non può fare a meno di risentirsi, ché per vedere sua moglie lui deve sgattaiolare via come un ladro.

Katerina non gl'ha mai chiesto di scegliere tra lei e Niklaus. Sa che non lo fa perché teme di venire abbandonata, che lui torni solo al fratello e alla promessa gettata nel fango e divenuta catena più volte di quante gli piaccia ricordare.

"Dammi mille baci e poi ancora cento"
"Poi altri mille, poi di nuove cento".
Lo sussurrano sulla pelle, il numero di baci di Catullo e della sua Lesbia, fino a non saperlo più.

Un giorno gli dice d'odiare Romeo e Giulietta, ché la sua vita è tragedia sufficiente senza divenire amante morta per amore.
"Ma che altro futuro potrei avere?"
"Tutti quelli che vuoi".
Le prende l'anello di fidanzamento e le mostra l'iscrizione all'interno: tutto a te mi guida; e lei gli chiede perché il Conte di Fersen e la Regina di Francia siano esempi migliori degl'eroi di Shakespeare.
È un ricordo inutile d'avere, quando torna e le sue paure s'avverano, ché c'è Niklaus col pugnale e la bara.
"Hai addosso il suo profumo", ch'è una menzogna: non c'è profumo per sua moglie, li cambia tutti senza schema fisso e non esiste odore riconducibile solo a lei. "Katerina Petrova? Credevo ti fossi liberato delle tue ossessioni". Non risponde mentre viene gettato contro il muro e sollevato da terra, mentre il pugnale gli pungola il cuore. "Credevo avessi capito chi è realmente".
E chi è, Klaus? Una ragazza spaventata che per sfuggire alla morte l'ha scelta di sua volontà, la preda che tormenti ancora, ché si sveglia sconvolta con il cadavere della madre riflesso nell'iride, una donna tanto sfortunata da non possedere il proprio volto e avere sangue maledetto nelle vene.
"Credevo d'essere stato chiaro sulle conseguenze che sarebbero cadute sulla tua adorata Katerina, avessi deciso di tradirmi" - dov'è il tradimento, se non t'ho abbandonato, se t'ho scelto ugualmente, se ho protetto tua figlia, quando lei m'aspetta e le concedo le briciole, i ritagli di tempo, un giorno su mille?
Il pugnale perfora la carne e non aspetta risposta, Niklaus, ché lui può accusare, ma loro non possono difendersi e questo non cambierà mai.
"Non conoscerà pace e nemmeno tu, dovessi fare la scelta sbagliata", ma Elijah ha il sospetto che, in ogni caso, sarà lei a pagare per entrambi.

Il suo sonno dura meno d'un giorno e nessuno s'accorge ch'è appena uscito da una bara. Niklaus ha promesso per Hope una famiglia unita e felice ed è disposto a rivedere le sue punizioni, ma non la sua vendetta.
Elijah sa che deve scegliere e che in fondo non c'è scelta. Lo capisce a colazione, che Katerina non potrà mai far parte di quel mondo e lui non è tanto folle o coraggioso da lasciarlo, che l'ira di suo fratello non ha bisogno d'essere alimentata, ch'è stato un illuso e avrebbe dovuto lasciarla prima, quando non c'erano anelli e un giorno su mille a comporre una vita.
S'alza da tavola, posa una mano sulla spalla di Niklaus, china la testa ed è più un suddito davanti a un Re che un fratello davanti a un fratello.

"Ti amo, ma lui è la mia famiglia e la famiglia è sempre e per sempre".
Non le concede altro tempo, il telefono scivola dalle dita inerti e lui s'accascia su una sedia, la testa tra le mani, le lacrime agli occhi - a cos'è servito amarla, assaporare una vita insieme, se poi le ha dato tutto ciò che temeva: Romeo e Giulietta e Lesbia e Catullo e tutti gl'amanti tragici della storia?
Forse doveva lasciarla andare quel giorno, quand'era eterea, bella e disperata.
   
 
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