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Autore: DANYDHALIA    19/09/2021    1 recensioni
Una ventata di cambiamento si comincia a respirare nuovamente per le vie della Metropoli popolata unicamente da animali.
l'ex-sindaco Lionheart dovrà affrontare un processo. Judy e Nick in questa nuova avventura faranno la conoscenza d'un avvocatessa felina..molto particolare, che porterà una ventata di nuovi imprevisti e novità nelle loro neo vite da agenti.
Vecchie e nuove conoscenze, rivelazioni e segreti, un piano da svelare, amici e ideali da salvare coloreranno la trama che farà da sfondo per un nuovo capitolo ambientato nella città che almeno una volta nella vita vorremmo visitare.
Detto questo a tutti voi un caloroso Miao: Ciao^^Ma un nuovo caso è alle porte per i nostri agenti preferiti, adesso che le neo elezioni sono alle porte.
Genere: Thriller | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio
Note: Missing Moments | Avvertimenti: Tematiche delicate
Capitoli:
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Dopo aver sparecchiato e tutti cominciarono a dirigersi alle proprie stanze Nick decise di trattenersi in cucina con la scusa di dare una mano ad Alice per sparecchiare..al solo scopo di “sclerare” in merito alla bomba lanciata dalla gatta qualche istante prima a cena:

 

Nick – Dunque tu e Bellwether vi conoscevate. Ed anche da un bel po'- espresse porgendole un piatto con tono e sguardo scrutatori.

 

Alice- Si..abbastanza- rispose lei seccata con lui per averla tirata in ballo.

 

Nick – Non abbastanza da prevedere la piega delle sue azioni immagino -

 

Alice – Siamo state unite per un periodo da piccole, da.. “quasi maggiorenni” ci siamo un po' perse di vista, da adulte non mi ha più cercato (non più di tanto almeno) ma dopo gli ultimi due anni adesso so il perché. Fine della storia!

Adesso Agente Wilde le ricordo che non è più in servizio, con alta probabilità nei giorni a venire non godrò più di serate come questa, forse vedrò i miei cari col cellulare per una settimana o anche più.. quindi si goda il tempo libero senza rivangare il passato altrui e si rilassi. Non ha fatto altro per anni, quindi perché smettere quando le è permesso!?

Dopo un breve attimo di silenzio la gatta aggiunse..

-Buonanotte! Se non le dispiace vado su dal mio compagno a scambiarci reciprocamente piacere dopo decadi! Si metta i tappi perciò!- disse lei con sguardo fisso senza scomporsi e nella speranza che il lato privato della conversazione scoraggiasse la volpe dalla linea dell'interrogatorio.

 

Nick – Grazie per la dritta, buonanotte anche a lei avvocato Mewny- rispose Nick senza cambiare tono, segno che le parole della gatta non avevano sortito l'effetto desiderato, ed anche se in sospeso, quella conversazione tra loro era ancora aperta.

 

Tra se e se Alice iniziò un breve monologo interiore *“Nicholas, so che non vuoi fidarti del tutto solo per il bene di Judy e che se in tutto questo centra di poco di nuovo Dawn i principali bersagli sareste voi. Ma Alimentando sospetti verso chi vuole tutelarvi a vostra volta non gioverà al clima del gruppo ora che dovremo cooperare. Non dimenticare che anche i miei amici ed i miei figli potrebbero andarci di mezzo al minimo errore. Quindi come puoi anche solo pensare che possa fare qualcosa che rischi di coinvolgerli?” . Alla fine Alice mise una parte delle stoviglie nello scolapiatti del lavandino e l'altra nella lava stoviglie, aspettando che Nick finisse di salire le scale fino alla sua stanza così da non incrociarlo di nuovo.

 

Tuttavia, analizzando il proprio monologo interiore e capendo che lei stessa avrebbe dovuto tenere distanze maggiori dai due agenti dall'inizio più del dovuto, controvoglia e per “segreto verso i servizi segreti” , decise di ripetere il suddetto monologo alla volpe , sperando di commuoverlo quanto bastasse da indurlo a capire quanto tenesse a loro e quanto la faccenda la facesse star male tanto quanto lui e la sua partner leporidre

 

-Aspetta Nick, prima che i miei superiori decidano come procedere vorrei..provare a dirti quello che so, a modo mio, così da prepararti meglio..e prima che una versione simile detta con parole e toni di versi possa ..allontanarci per ovvie ragioni: non voglio che “inquinino le prove del mio malessere”.

 

-Ed io, da quel poco che so, non ho mai approvato i metodi dei servizi segreti, e se sei ogni volta sul punto di spiegare quello che sai a..chi ritieni "degno di fiducia", violando apparentemente la regola del "non dire", ne deduco anche tu. Ma non penso che tu sia una sprovveduta, non del tutto..piuttosto sei perfettamente consapevole dei rischi ma scegli di assumerteli “responsabilmente” e non temi di farlo.

-O più semplicemente da domani collaboreremo comunque in via ufficiale e non voglio avere conflitti interni rovinando un indispensabile spirito di squadra, allontanando un prezioso alleato non che amico prezioso per il futuro. Inoltre questi “segreti” ti sarebbero stati riferiti comunque, ma non voglio che un parere esterno infanghi la memoria di Dawn quando non c'era, ancora, nulla da rimproverarle- spiegò Alice.

 

-Dovevi tenerci molto a lei- disse un po' commosso Nick per quanto potesse permetterselo

 

-Se al suo posto si fosse trovata Judy.. sono certa che proveresti lo stesso..ma che dico..lo hai provato benissimo!..Quando hai creduto ti avesse tradito o "sotto sotto" fosse come le prede che ti hanno sempre denigrato. Sappiamo entrambi cosa stiamo dicendo, ma prima, per farti capire che non sono né sull'attacco ne sulla difensiva :

Nicholas, so che non vuoi fidarti del tutto solo per il bene di Judy e che se in tutto questo centra di poco di nuovo Dawn i principali bersagli sareste voi. Ma Alimentando sospetti verso chi vuole tutelarvi a vostra volta ,non gioverà al clima del gruppo ora che dovremo cooperare. Non dimenticare che anche i miei amici ed i miei figli potrebbero andarci di mezzo al minimo errore. Quindi come puoi anche solo pensare che possa fare qualcosa che rischi di coinvolgerli?”

 

  • Caspita, te lo sei preparata? Perché i tuoi sentimenti mi sembravano veri ma le parole mi sono parse studiate nell'enfasi che hai messo- osservò la volpe.

     

  • Sono felice che non ti possa nascondere niente: mi risparmi un mucchio di fatica quando ti sforzi di capirmi. E' un vero peccato non averti avuto come amico prima- rispose l' abissina affatto turbata, poi da lì iniziò a parlare della sua ex- .. in tutti i sensi (amica-partner e amante platonica).

  • Da quanto tempo vi conoscevate?- iniziò Nick

  • Da quando eravamo piccole, 6,7 anni o giù di lì. Dawn è stata sia mia compagna di scuola, come hai saputo dalla storia di Russell, ma anche compagna in erba e poi Co-parthner al GSD, prima che avessi dei protetti minori miei e..no, ti ripeto, non ho capito quando iniziò a maturare l'idea o idee che avrebbero portato al suo piano..ma capisco la ragione e..quasi e sottolineo quasi la condivido; visto che è per colpa dell' arroganza dei predatori peggiori e della "codardia mista a inconscia ambizione vendicativa mascherata da rivalsa sociale" delle prede peggiori che ha incontrato nel tempo ad averla fatta divenire..o meglio “risvegliare” il mostro assopito che era in lei-..cominciò la gatta il suo racconto.

  • Intuisco..ma fatico un po' a capirti- ammise Nicholas cercando di seguire il filo del discorso di Alice, come sempre diretto e senza timori di giudizi immediati o filtri, che potevano venir mal interpretati al primo impatto, da un non – amico o superficiale ultimo arrivato naturalmente.

  • Sto solo dicendo che la comprendo molto più di chiunque altro, che chi la oppressa per anni doveva aspettarsi una reazione simile: se fai del male quotidianamente a qualcuno non puoi pretendere che se ne starà buono per sempre..solo perché è..una pecora o ..una donna. Condivido il fatto come se fosse una punizione, un regolamento di conti; sono vendicativa sai (certamente Finnick te lo avrà detto) e penso che chi infierisce, denigri, traumatizzi, bullizzi, uccida, tormenti o violenti, debba essere punito nel peggiore dei modi! In una sofferenza maggiore o uguale a quella della vittima o non imparerà mai cosa voglia dire stare al mondo davvero. Sono stufa di vedere ipocriti violenti che se la cavano a priori!! Mi è tuttora difficile difendere Theodore ( disse riferendosi a Lionheart) perché so che in minima parte è anche colpa sua! Odio tutte le persone che fanno star male tutti coloro che rientrano nel mio raggio di interesse o affetto, un fastidio paragonabile ad una spina conficcata tra il cuore e lo stomaco se non posso punirli! "Dunque tieniti pronto anche tu per tutte le cattiverie che so hai rivolto a Judy quel giorno, Russell me lo ha confidato"..ma.. non condivido i mezzi di Dawn e la piega che hanno preso:

     

    Non puoi metterti contro una specie e poi coinvolgere gli innocenti, appartenenti all'altra specie per la quale affermi di batterti, nei tuoi loschi piani facendo vittime anche dalla loro parte. Nessuna ideologia o fine funziona davvero, men che meno è giustificata, se poi i mezzi non lo sono!! Le conseguenze tardive, o tempestive che siano, sono sempre peggiori..PERCHE' SEI STATA TANTO STUPIDA DAWNNN!!!!- spiegò la gatta con uno sfogo finale, diretta al soffitto col pugno alzato ma rivolta alla pecora, piena di rabbia, tristezza e si..fastidio.

  • L'ho avevo immaginato poco dopo il suo arresto. Quando l'ho vista la prima volta nel suo ufficio, se di ufficio si poteva definire una caldaia con scatole piene di faldoni e schedari, e la seconda volta (o è più corretto terza) quando..cercava di farci catturare.. ha detto quanto ci tenesse all'apprezzamento altrui e sul sentirsi sottovalutata e poco apprezzata, dei predatori o forse..anche dei..prepotenti in generale.. che ti terrorizzano non dando il giusto valore a quello che fai. Ammetto di aver capito cosa provasse, seppur ne fossi terrorizzo e stessi scappando. Suppongo che istinto o pressione sociale a parte, abbiano determinato fattori più profondi ad alimentare la sua sete di potere, portandola verso quella strada senza guardar più in faccia nessuno-

  • Stava per farti inselvatichire allo scopo di farti assassinare Judy al posto suo!! Grazie per il riguardo e l'empatia ma..se me lo scordo rischierò perfino io di farmi abbindolare da lei, la prossima volta che la vedrò. Questa è la parte che non mi permetterebbe di perdonarla del tutto!! Semmai si pentisse sul serio in futuro... le farei pesare ogni secondo finché non le entrerà in quella contorta mente lanuginosa del cavolfiore acido!!- confessò Alice.

  • Si..infatti.. non scoderò la sua risatina dopo averci fatto cadere in quella..buca..mentre rivolgendosi a Judy diceva “Peccato, mi piacevi tanto!”. Dai pochi istanti in cui abbiamo capito che dietro vi era lei ho i brividi al ricordo di quelle parole ogni volta.- confessò pure Nick, mentre metabolizzava le nuove informazioni caratteriali di Alice.

  • Davvero..ha detto così?! Beh..ma questa è davvero..un'ottima ragione per rivederla a questo punto.- enfatizzò Alice, con occhi semi aperti, tono monocorde e girandosi a “un' ottima ragione".. come chi sta attentamente preparando una complessa strategia.

 

“Forse avrei dovuto tenerlo per me questo punto” pensò in cuor suo Nick, avendo l'impressione di aver gettato un fiammifero su un incendio già alto.

 

-Grazie Nicholas, ora ho la conferma che un'altra spinta a lanciare Dawn verso il suo complotto sia stato il “volersi emancipare sentimentalmente” da “me” in aggiunta- rispose Alice.

 

-“Emanciparsi affettivamente da Te” vuoi dire che tu e lei..eravate più di semplici amiche?- si accertò Nick.

 

-Anche, almeno platonicamente..ma sempre a senso unico immagino. Io sono sempre stata sicura dei miei sentimenti, non ne ho mai temuto le conseguenze..ma lei..Dawn non ne era mai certa, temeva di ricambiarmi..evidentemente non ha mai accettato il fatto di provare qualcosa per me, e che non potesse farne a meno.

Inoltre..doveva sempre dimostrare di essere migliore di me, cercando di superarsi, superarmi o differenziarsi da me in tutto- spiegò nuovamente la gatta in un tono calmo e malinconico.

 

-Mi..dispiace veramente, è tutto quello che posso dire- ammise la volpe dispiaciuta per il non poter far di più per l'avvocatessa in quel frangente.

 

-Dawn..è..uno degli esempi peggiori di narcisista insicuro che abbia mai incontrato dopo mia madre. Sarebbe più facile da dimenticare semplicemente odiandola perché è cattiva e basta (e non incattivita come chiaramente è)..se fosse nata privilegiata, avesse maturato il suo “specismo erborivista”(razzismo che parte dalla convinzione che erbivori/prede siano migliori) una volta trapiantata in un ambiente in cui non le era permesso dare il massimo e si prendessero il merito per colpa del "sessismo carnivista" ( ritenere le femmine non carnivore inferiori assieme a individui LGBTQ non predatori, come Russell purtroppo. So con cosa combatte tutti i giorni) e di conseguenza astemia da lodi più che meritate ma ingiustamente tenute.

Ma non è così.- continuò Alice.

 

-E allora..com'è?- chiese Nick sempre più incuriosito tanto da non notare che ciò lo rendeva più coinvolto, si fa per dire. Nicki non è mai distratto se la situazione non è leggera.

 

-Com'è? Come è il frutto delle nostre vite, condizionate da piccoli grandi traumi mai superati, come lo è per me come lo è per te- rispose Alice.

 

  • ..Cosa..Cosa è capitato di tanto grave?- indagò ancora Nicholas.

 

L' abissina ci pensò su, dopo di che...

 

  • Direi quattro punti gravi e ½ Nicholas, spero abbia sfogliato almeno un poco anche tu i rapporti sui profili B.W. che Mrs Lynce ha spedito per tutti voi dal nostro studio ai file della vostra centrale. Che ora non potresti consultare last minute perché l'intero data base della ZPD è sorvegliato onde evitare altri hakcheraggi. Judy lo ha fatto, è così che ha saputo prima di te di Dawn e me, ma..ne deduco di no, data la tua reazione a tavola.- disse la gatta sempre in bilico tra l'apertura verso Nick ed il volerlo punire un poco per i suoi trascorsi iniziali non esattamente rosei con Judy. Per togliersi il pensiero e andare finalmente avanti con una nuova amicizia.

    Questa era una delle differenze sostanziali tra Alice e Dawn nell'interpretare la vendetta: la pecora era rancorosa e non dimenticava facilmente i torti subiti e che il vendicarsi fosse il classico piatto servito freddo; per la gatta invece andava servito caldo prima che il tutto ti corrompesse divenendo cattivo quanto il destinatario di cui vendicarsi, dimenticando il dolore più facilmente e tornare per la propria strada. La pecora era capace di uccidere per vendetta personale, la gatta di picchiare a sangue fino all'ospedale per vendetta personale.

    Dawn era il proiettile al cuore della vittima, Alice il manico della pistola sulla faccia della vittima.

    Se esiste il detto “non vi è gatto peggiore di quello che cova rancore” una ragione c'è, ma solo perché non ha mai fatto attenzione al rancore degli ovini e di qualunque altro animale provvisto di zoccoli, corna e non memore della territorialità testarda che essi possiedono: fisica o mentale che sia.

 

  • Nooo..cioè..devo aver salvato qualcosa anche qui sul mio cellulare..e..guarda c'è! Posso approfondire tutto quello che mi dirai quanto prima- disse un poco impaurito il volpetto non reggendo quanto pensava il peso della passivo-aggressività di Alice.

     

  • Bene, non è carino approfittarsi degli amici subissandoli di carte e fogli da consultare o compilare quando si è perfettamente in grado di farlo da soli! Specie se appartengono ad un tuo collega superiore di grado. Non devo rammentarti io che sei in servizio da poco: non farti una cattiva fama per poltroneria anche lì dopo tutto quello che Judy ha rischiato per te, solo perché siete più in confidenza adesso. E' anche colpa di questi meccanismi di nepotismo strampalato tossici ad aver rovinato il cervello a Dawn..Ne sono certissima......Ma tornando a lei...-

-Lei era un Born Wild di tipo C, così come lo erano i suoi genitori, ossia un individuo animale all'80% istinto naturale e al 20% sapiens comportamentale con un Q.I. al di sopra della media per compensazione somatica che funge da protezione biologica. Le madri pecore non riconoscono all'istante i loro piccoli appena nati, sono gli altri che devono farglielo capire, oppure i piccoli stessi che a forza di insistere vengono poi accolti. Da subito Dawn ha dovuto vivere per guadagnarsi l'affetto.

Sua madre non era cattiva (difficile trovare hippie così in fondo, come luogo comune comanda) ma un adorabile smemorata che a tratti, troppo spesso frequenti, si scordava il suo nome.. confondendola con un altra o altro agnellino della comune in cui vivevano. Avere due madri emotivamente distanti ci ha avvicinate, ma anche un particolare disturbo antisociale di personalità. Dawn cercava apprezzamento negli altri perché per prima non si sentiva sufficientemente apprezzata o valorizzata nella sua famiglia. Nella sua comune poi..tutti erano speciali e nessuno doveva essere migliore di un altro per non creare conflitti.

E questo è 1, passiamo al due:

 

-2 I suoi genitori erano manifestanti attivisti attivi, che non hanno guardato la loro figlia come avrebbero dovuto: troppo presi dal miglioramento di una società futura che ancora non esisteva, che non di una presente dove la loro figlia esistesse già. Come ho detto, né la madre ma neanche il padre erano cattivi, ma avevano preso il motto della città “Ogni uno può essere ciò che vuole” un po' troppo alla lettera; una volta hanno rischiato la prigione, e quando lei ha chiesto perché arrivare a tanto risposero: “Non credi che rispettare troppo la legge sia da conformisti?”. Hanno rischiato altrettante volte che Dawn venisse data in affidamento.

 

-3 In risposta, come forma di ribellione.. Dawn volle crescere in un mondo di regole già da piccola, sia che fossero le sue sia che fossero di altri, reputati migliori dei propri genitori che disprezzava, ma sopratutto le sue. Per lei i suoi genitori erano troppo gentili con gli estranei o gli altri in generale e poco con lei. Inoltre se provava a difendersi con le zampe la ammonivano, leggermente e senza rabbia ma lo facevano, però con dispiacere e forse leggera delusione, perché non doveva perpetrare il culto della violenza. Persino quando meritava di difendersi se subiva un torto: mediazione e dialogo prima di tutto.

Ciò la portò sicuramente a renderla una repressa violenta manipolatrice che non usava le zampate davanti a loro. Ma credimi, al GSD sapeva difendersi e menare eccome, tanto quanto me se non di più. Secondo te, Nick, in natura, un gatto è più forte di una pecora? Con quegli zoccoli poi..- disse la gatta massaggiandosi certi punti. Poi riprese il discorso...

-Ovviamente non ha usato le zampe con voi perché non era necessario e tanto meno utile al suo piano. Perché ha sempre gioito nell'indurre gli altri a sporcarsele al posto suo. Anche da piccole è capitato una o due volte, quando subivamo un torto maggiore, era divenuta abile ad indurre al conflitto i cuccioli che ci infastidivano: li metteva uno contro l'altro per il gusto reciproco di vederli litigare. Nemmeno io ero innocente assecondandola..ma loro erano cattivi con noi così..ricambiavamo il favore. Noi contro tutti, ma insieme e ci bastava.

Poi decise di separarsi dai suoi quando, dopo l'episodio del test a scuola, aveva richiamato l'attenzione dei nostri addestratori: scelse di andare a vivere con una sua zia alla lontana di propria scelta (iper religiosa, bigotta, zitella ed antipatica da fare schifo alla madre di Carrie), ma gestibile secondo i suoi standard. Essa recepiva una rendita dal centro, non faceva domande e l'importante fosse che Dawn crescesse sana. Un passaggio da un' estremo all'altro che non mi piacque mai. Dawn però ne sembrava felice, quindi la appoggiai.

 

4 Col tempo però...divenne gelosa di Finnick, come di qualsiasi animale predatore o ragazza più bella e carina di lei che avesse a che fare con me. Voleva che avessi occhi solo per lei (certe pecore sono possessive e non sopportano di venire “abbandonate”), ma solo come amica..mai come sua ragazza, benché fosse chiaro che lo desiderasse. Quando capì che ciò non avrebbe portato a nulla di buono per entrambe..a malincuore..mi allontanai. Era qualcosa che non potevo appoggiare sta volta- ammise tristemente Alice. -Se fosse stata più onesta con se stessa dall'inizio saremmo state felici da molto prima..ma certi individui sono troppo codardi e instabili anche per quello-.

 

-Alice, hai certamente fatto la cosa migliore; per quanto si possa tenere ad una persona, se si tratta di un amore o di un'amicizia tossica è meglio troncare i rapporti da subito prima che degenerino.- provò a consolarla Nick.

-Certo! Hai ragione! Ma da quando ho recuperato i ricordi non posso fare a meno di considerare come certezza assoluta il fatto che se fossi rimasta la avrei frenata, non sarebbe peggiorata e nessuna città ci avrebbe rimesso niente! Avrei capito le sue vere intenzioni? La avrei salvata da se stessa? Avrei fatto in tempo.. La cosa più triste poi..è che..pur sapendo cosa vi ha fatto..cosa ha fatto..avrebbe fatto..ora che non ha più nessuno..la voglio ancora..ora che la odiano tutti..la voglio al sicuro..qui con me..- a quel punto la gatta si accasciò a terra di sedere trascinando la schiena per poi piangere con le braccia incrociate sulle ginocchia ed il volto nascosto su di essi.

 

A quel punto il neo agente si avvicinò all'avvocata di fianco a lei, non sapendo se abbracciarla, posarle una mano sulla spalla o semplicemente non far niente ed aspettare. Dopo cinque singhiozzi Alice alzò la testa rivolta verso Nick.

 

-Sai perché, per quanto i felini..gatti in particolare, siano più intelligenti dei canidi.. i canidi siano più favoriti in lavori che competono guardia, vigilanza o politica? Perché il vostro profilo è statisticamente il più idoneo a riconoscere gli atti criminosi, anche senza essere stati preparati in precedenza, a differenza nostra. Perché noi non sappiamo riconoscere da subito le ambiguità sociali, nè le condanniamo..almeno non tutte e non del tutto- rivelò Alice.

 

-Ma tu sei..sembri abbastanza preparata, e..perspicace..e..un eccezione che funziona...- provò a risollevala Nick.

 

-Una cosa è analizzare un profilo psicologico comportamentale in un contesto mentre lo osservi, un altra cosa è riconoscerlo a pelo e capire che è sbagliato in fretta. Per la maggior parte di noi non vi è il concetto di giusto o sbagliato, ma solo il bisogno di sfogarsi e lasciare liberi gli altri di farlo.. se reputiamo che ciò li faccia star bene. Dolore, dispiacere e comprensione possiamo anche provarli ma...riconoscendo un diritto universale di tutti al “ vivere come meglio si crede” piuttosto che scegliere uno schema sociale funzionante che però reprime i tuoit "bisogni primari".. per questo spesso prendiamo delle grosse cantonate egoiste, efferate e ..terribili. Poi.. ci rinsaviamo dopo lo sfogo e torniamo alla nostra vita di sempre. E' l'esperienza diretta a dirmi ciò che è sbagliato ma..se non lo sento sbagliato io per prima..oppure giusto..non so che fare- spiegò Alice. Per chi non lo sapesse i bisogni primari dei felini a cui Alice si riferisce sono caccia, sesso,sonno e gioco a scopo educativo, tradotti in lotta, conquista e gioco con amici che reputi tuoi pari come fossero felini anche loro una volta conosciuti. Ma in ciò rientra pure la vendetta come un gioco: quando i gatti ad esempio giocano col “cibo” sbattono le prede che reputano tali finché non si "rompono", come i bambini che si lasciano prendere troppo dalla foga del momento, senza preoccuparsi delle conseguenze.

 

-Anche per questo ti piace la recitazione e sei un avvocato? Per capire le persone, analizzare le sfumature della loro personalità e capire se non ciò che è giusto a livello “socio-normativo” almeno sia giusto o sbagliato per i tuoi clienti?- analizzò in tono comprensivo Nick.

 

-Bravo ed hai capito altro.., perché vi è altro..- invitò la continuare la volpe la gatta .

 

-..ma..almeno..provando ad intraprendere..a...modo tuo..valori morali universali di rispetto reciproco, ritenuti più importanti degli obblighi sociali rispettati più nell'apparenza..che nella sostanza?!- provò a indovinare Nick lasciandosi guidare dagli sguardi dell' abissina in segno di risposta, sommando tutti gli indizi raccolti su Alice durante la giornata.

 

-Si, ed anche perché..non avevo capito bene cosa fare della mia vita prima:.. avrei voluto un classico sogno da lavoro, della serie “cosa vuoi fare da grande”. Ma la mia aspirazione non è mai stata legata ad un lavoro vero. Volevo solo essere un gatto, ma un gatto felice. Recitando..sentivo come la libertà di intraprendere ogni mestiere diverso pur rimanendo me stessa, e sfogare, nell'interpretazione, tutto ciò che non mi era permesso dire o fare perché ero un futuro agente segreto e perché..-

 

-..Eri e sei tuttora semi patologicamente incapace di mentire- ricordò Nick ripensando alla rivelazione di quel pomeriggio nell'ufficio di Bogo.

 

-Esatto, per la sicurezza altrui e mia.. per questo.. mi cancellavano i ricordi più volte e mi mettevano ricordi impiantati(finti ricordi messi dall'ipnotista o prischiatra per dare risposta ai traumi o patologie dei pazienti), ma anche perché non reggo i conflitti inutili o.. il ricevere ordini o istruzioni parziali senza sapere la natura totale delle mie azioni o missioni: era anche un modo per tenermi buona suppongo- rifletté su se stessa Alice.

 

-Alice..nella tua carriera..ti è mai capitato di uccidere qualcuno su commissione? O sempre per lavoro ma in autonomia? E di..si.. insomma.. provare piacere..nel farlo?- volle accertarsi infine Nick per essere veramente sicuro della persona che aveva davanti. - Lo chiedo non solo perché sono preoccupato per Judy, ma perché immagino che un giorno..dovrò farlo anche io oramai. Lei non mi sembra ancora del tutto consapevole di questa realtà. Voglio solo essere previdente e..sapere cosa fare quel giorno- disse rivolto alla gatta riferendosi alla collega.

 

-Si, è capitato, sia a scopo di difesa, o altrimenti.. non sempre. Per lo più.. solo verso chi ho odiato davvero durante le mie missioni. Si, era un piacere a volte, ma per quanta eccitazione possa dare un animalicidio nulla da più soddisfazione di salvare un'animale innocente. E comunque il GSD è più simile all' FBI che non alla CIA: mettiamo a tacere in altri modi che non comprendono per forza l'uccisione su commissione, nel caso qualcuno scopra un segreto, sappia troppo o inizi a sapere troppo. E non è la corruzione o il lavaggio del cervello.. non per forza almeno..

(Momento breve di silenzio)-

Ti dispiace se per sta sera mi fermo? Ti fidi di me, abbastanza da lasciarmi andare in camera mia..da chi so che mi ama davvero?- chiese Alice alla fine visibilmente stremata.

 

-Certo, la casa è tua..e..potete non fare... troppo rumore sta sera: anche io sono stremato abbastanza: era per questo che non ho letto subito i rapporti su di voi: ero occupato a mettere a proprio agio il tuo migliore amico..e.. dai lo saprai che non sono così pigro. Anche se l'ha detto pure lui- cercò di sdrammatizzare la volpe riferendosi a Russell.

 

-Grazie Nicholas, vedrò di far silenzio fin dove potremo, ma non garantisco per lui (rivolgendosi a Finn). Notte.- rispose lei.

 

-Notte- rispose lui.

 

Quando poi Nick fu solo..

-Amici difficili, quelli nuovi sembrano essere sempre così. Non è vero Gweny?- fece Nick rivolgendosi alla pesciolina koi ma..- Bene, stai dormendo anche tu. A questo punto dovrei anche io, però credo ci metterò più di te a farlo- asserì la volpe rivolto più a se stesso che non a Gweny. Consapevole della gravità emotiva, morale e forse, governativa, della conversazione avuta con Alice.

-Posso farti compagnia io finché il sonno non ti arriva- disse Russell sbucando all'improvviso

-Eh..Russell..ma non avvisi mai quando arrivi?-

-Come potrei sapere quando farmi annunciare, inoltre immaginavo che il tuo olfatto, udito e vista volpine mi avessero fatto percepire dal signor “Conosco tutti”- disse ironico lo scoiattolo.

-C..Eri arrivato dall'altra parte...e poi sei troppo furt..silenzioso quando ti muovi- rispose leggermente irritato per esser stato preso in contro piede. Russell ne rise un po'.

-Furtivo suona più importante di silenzioso, detto da una volpe poi..Mmf..Va bene sarà come dici. Se vuoi seguirmi mi trovi sul tetto- rispose Russell dopo aver "saltato le scale" e imboccato una strada del corridoio che conduceva ad un altra scala, più stretta e piccola.

-Tetto!?- fece interrogativo Nick mentre saliva.

-Si, sopra ci sono delle sdraio, delle coperte ed una tenda da campeggio, nel caso dovesse piovere: Alice le usa quando vuole addormentarsi prendendo il sole o guardare il cielo quando non può andare nel bosco o raccontare storie di paura a Lucas e Gregor e per lavoro non può portarli in vacanza, ma regalando ai "piccoli" una vacanza alternativa ai ragazzi lo stesso..seppur in casa- spiegò lo scoiattolo alla volpe.

-Siii ma tutto questo... perchè..!?- provò la volpe a chiedere senza aver capito le intenzioni dello scoiattolo.

-Hai detto che non hai sonno e chiaramente il “perché” è che hai ancora molti dubbi di cui parlare, con qualcuno, finché non ti sarai tranquillizzato a dovere. E poi in questa casa il posto migliore per ottenere sia sonno che privacy è proprio sotto le stelle. Sono sicuro che apprezzerai- rispose gentile lo scoiattolo.

 

Nick voltò lo sguardo in direzione della sua camera, alla vista di Judy che ormai si era addormentata e..- Bhe, almeno nessuno mi chiederà dove sono stato nel caso mi attardassi per aver dormito da un'altra parte- constatò la volpe prima di incamminarsi.

 

-Hai sentito tutto?- si accertò Nick.

 

-Non potevo non farlo: Alice non può rivelare nulla a me essendo un civile, per quanto ne soffra, ma devo comunque sapere se devo proteggermi e provare a proteggere anche lei. In questo momento le informazioni sono l'unica arma che posso usare per evitare danni maggiori.- ammise lo scoiattolo repoerter con un filo di preoccupazione.

 

Quella sera, Russell, avendo visto Nick non dirigersi verso le scale dopo cena, preferì aspettare per parlargli ancora un po’, naturalmente ascoltò il suo dialogo con Alice come non cercò minimamente di nascondere. Li fece finire perché era “educato” (se doveva proprio origliare, meglio per lavoro o per giustizia; Alice avrebbe capito) e poi perché voleva capire meglio Nick(quanto di vero diresti di te stesso ad uno sconosciuto che dice di averti amato una vita o ad un semplice conoscente dopotutto) e confutare quanto di vero avesse capito ipotizzando su di lui. Ma anche reperire più dettagli anche per esser certo di conoscere ancora la sua amica, sperando(qualsiasi verità venisse a galla) che i suoi sentimenti verso l'amica, non sarebbero cambiati.

Per fortuna, fino ad allora, non lo erano stati. Le verità apprese non lo impaurivano: un po' per orgoglio, un po' per principio, non aveva mai temuto di dimostrare il proprio amore o affetto verso coloro pensava lo meritassero. Russell si sentiva così più responsabile, a livello di impegno affettivo, dei suoi genitori. Amava pensarsi come un guerriero dell'amore [ (ascoltate Guerriero di Marco Mengoni: sembra cantata da lui dopo che Alice lo tira su di morale ogni volta che dubita valga la pena lottare per qualcuno, e poi la cantano insieme ;) ].

Una volta sul tetto, mentre Russell ritornò giù con la scusa di prendere delle cose e raggiungere la volpe poi.. Nick si affacciò sul cornicione, simile alla ringhiera di un terrazzo, pensando un po' alla propria vita, riflettendo su quella sgangherata e ora, forse, pericolosa giornata. Il nuovo casino in cui si stavano cacciando lui e Judy, e se l'eventualità di saltar o non saltar fuori dalla vita di Alice fosse una buona idea o una cattiva idea a caso concluso. Ovviamente sarebbe stato più sicuro per entrambi non vederla più o chiunque la coinvolgesse, ma non sembrava entusiasta della cosa, però continuare a vederla, e con lei gli altri, lo rendeva molto ansioso come non si sentiva da anni. Come si sarebbe sentita carotina invece?

Il filo dei suoi pensieri era talmente pesante che la giovane volpe compì una defaiance che in passato non avrebbe commesso mai in casa di estranei: parlare a voce alta...da solo.

In un modo originale che solo lui faceva quando messo al limite non riusciva più a tenersi tutto dentro: in terza persona come a presentare un documentario su se stesso:

-Su cosa? Sul filo degli eventi che lo avevano portato prima da Finnick, da sempre compagno di Alice prima di conoscere lui senza che per anni ne venisse al corrente, di Russell suo ex compagno di scuola che per un malinteso non chiarito lo aveva tagliato crudelmente fuori dalla sua vita e di come non arrendendosi a questa realtà non lo aveva mai dimenticato e..infine Judy che ora che si soffermava sul confronto..poteva essere una versione alternativa della coniglietta mandata dal karma nel momento più scuro della sua vita per ricordargli che stava sbagliando?!

Se per le leggi del cosmo la soluzione ai suoi problemi era un amico sincero e sicuro, allora perché lei, invece di lui? Perché non insieme allora?

Di colpo si sentiva come sparito, e riapparso in una nuova vece di se. Forse la attuale alla quale si stava ancora abituando

Non ce la faceva davvero più.

Non ce l'aveva più fatta, a tenerli gli occhi aperti.

Ci era giusto riuscito per vedere le immagini di una leporide, lei mentre si irradiava rapidamente dal fagottino contenente il suo ex-compare di truffe e bravate. Che per l'occasione concessa dall'immaginazione, aveva deciso di riprendere l'aspetto, le fattezze e i panni del pupo dismessi e caduti in disarmo ormai da qualche mese a sua detta: ma mai confutato di persona.

Per un lasso di tempo talmente ampio da apparirgli LONTANISSIMO, se provava anche solo a ripensarci.

Quei giorni, i giorni in cui il piccolo e pestifero fennec del deserto si conciava come un infante...erano da considerarsi finiti, appartenenti a un'era PASSATA e DEFUNTA. Da ritenersi messi definitivamente NEL DIMENTICATOIO.

Appartenevano ad un epoca REMOTA. Ad un ALTRO NICK. Che ormai non aveva più SENSO né RAGIONE di ESISTERE. Di DOVER esistere.

E nemmeno il BISOGNO, a dirla tutta.

Specie da quando una certa CONIGLIETTA TUTTA PEPE, TUTTA NERVI e che sembrava fatta col FERRO e con L' ACCIAIO piuttosto che con la CARNE, il SANGUE e la PELLICCIA...aveva deciso di INCROCIARE il suo CAMMINO con quello di LUI.


 

Si erano TROVATI.

Così, PER PURO CASO.

I loro PERCORSI...si erano gradatamente AVVICINATI fino al momento in cui erano CONFLUITI IN UNO.

Era accaduto proprio così.

DI CONSEGUENZA.

NATURALMENTE.

In modo CONSEQUENZIALE, LOGICO. Come se fosse la cosa più OVVIA e SCONTATA DEL MONDO.

E ciò era BEN STRANO, visto che almeno all'apparenza...almeno in apparenza non potevano essere PIU' LONTANI DI COSI'.

Di COME ERANO.

A prima vista non avevano, e non avrebbero dovuto avere ASSOLUTAMENTE NIENTE, in comune.

Erano troppo DIVERSI.

Troppo DISTANTI.

Agli ANTIPODI.

Non appartenevano nemmeno alla medesima specie.

CONIGLIO lei, VOLPE lui. E poi...

E poi erano rispettivamente una PREDA ed un PREDATORE.

E per di più...

Per di più in natura erano da considerarsi NEMICI GIURATI. Sin dalla notte dei tempi.

Nelle ere antiche, quando i mammiferi camminavano sulla terra con TUTTE E QUATTRO LE ZAMPE E NON SOLO CON DUE...per i conigli, le volpi costituivano il loro INCUBO PEGGIORE.

Almeno tanto quanto le seconde consideravano i primi la loro PIETANZA PREFERITA SUL MENU' DEL GIORNO, in egual misura.

Non avrebbero dovuto mai avere NIENTE A CHE SPARTIRE, secondo il comune buon senso . Oppure QUALCOSA D'ALTRO, di molto comune. Che con l'elemento appena menzionato NON C'ENTRAVA PRESSOCHE' NIENTE. Poiché non si basava sul RAGIONARE CON LA PROPRIA TESTA ed il PROPRIO CERVELLO, quanto di ASSORBIRE ed ENUNCIARE idee e modi di pensare che già erano stati CONSUMATI, ASSIMILATI e DIGERITI da altri.

A MENADITO, in una catena continua e perpetua.

Nick e Judy non avevano alcun motivo che li potesse spingere a decidere di procedere DI PARI PASSO. INSIEME. Eppure...

Eppure FU PROPRIO QUEL CHE FECERO.

Beh...più o meno.

Anche se entrambi erano certi di essersi aiutati e cavati fuori dagli impicci l'un l'altra, a vicenda...in realtà le cose NON ERANO ANDATE PROPRIO COSI'. E di questa cosa ne era assolutamente ed intimamente convinto soprattutto UNO, tra i componenti di quello strano e strambo duo.

Nick, anche se non lo voleva dare a vedere e mai avrebbe avuto il coraggio di dirglielo apertamente...riteneva che fosse stata Carotina a trovarlo, e non vice – versa. Men che meno l'esatto contrario.

Lo aveva trovato in un vicolo, come si scovano i trovatelli o i cuccioli abbandonati da piccoli. Per chi ha la pazienza o la costanza di mettersi a cercarli, e di continuare a farlo. Per avere qualcuno a cui donare la propria stima ed il proprio affetto, perché tanto ne ha da dare.

Talmente tanto che per sé stessi è persino troppo. Talmente tanto che le persone care e chi si conosce da una vita non bastano.

Non bastano mai. Si è sempre alla ricerca di qualcuno di nuovo. E Carotina...Carotina si era imbattuta in lui.

Gli si era imbattuta quasi a sorpresa, mentre se ne stava rannicchiato contro ad un muro con la schiena poggiata per intero contro di esso. Da un'intera vita pronto, preparato, abituato ad evitare gli altri. E a difendersi come poteva, se gli altri non si decidevano ad allontanarsi ed insistevano a non volerlo lasciare in santa pace e per i fatti suoi.

Con lo sguardo basso e i pugni stretti, con le punte degli artigli conficcate nell'interno delle palme fino a farle sanguinare. Per volersi causare una dose supplementare e suppellettile di male, da solo e da fuori. Che potesse in qualche astruso modo soffocare e sostituirsi al male che sentiva venirgli da dentro, e che era presente in misura e dose ancora maggiori. Per fare quasi in modo che lo rimpiazzasse invece di sommar visi, e renderlo quindi ancora più grande e cocente.

Completamente deluso e disilluso. In fila ed in mezzo al mucchio di tutti gli altri delusi e disillusi. Uno dei tanti INVISIBILI che si potevano trovare a questo mondo, e che lo componevano. Ma con un'unica quanto determinante differenza.

Lui...lui RIDEVA. Rideva ed irrideva tutto e tutti. Non aveva rispetto né timore per niente e per nessuno. O almeno con quelli con cui sapeva di POTERSELO PERMETTERE.

Con tutti gli altri...con tutti gli altri FINGEVA di provare SOGGEZIONE e TIMORE. Quando invece NON NE AVEVA NEANCHE PER LORO.

Se ne infischiava di qualunque cosa che non fosse SE' STESSO. Di tutto il resto NON GLIENE FREGAVA E NON GLIENE AVEVA MAI FREGATO NIENTE DI NIENTE.

Stava una FAVOLA, almeno esteriormente.

Arrogante, cinico, freddo, insensibile, spavaldo.

Era SANISSIMO, almeno secondo gli occhi del mondo. Del mondo in cui si era ritrovato e costretto a vivere, ed a muovere i suoi primi passi. Ma in realtà...

In realtà era MALATO.

Aveva IL CUORE, malato. Grave, e da tanto.

Era malato nel profondo. Nel PROFONDO del suo cuore.

Nello SPIRITO.

Nell' ANIMA.

Rideva. Senza sosta e senza alcun freno. Quando invece avrebbe tanto voluto PIANGERE. E GRIDARE. Fino a BUTTARE FUORI TUTTO. Ma...

Ma NON CI RIUSCIVA.

Non ci era mai riuscito. E giunti a quel punto NON VOLEVA PIU' RIUSCIRCI. Non gli IMPORTAVA più, di volerci o doverci riuscire.

Aveva sofferto troppo. Ed erano successe troppe cose.

Gli erano successe troppe cose BRUTTE.

DECISAMENTE TROPPO BRUTTE.

Era meglio, infinite volte meglio...DIMENTICARE.

PERDERE CONOSCENZA e COSCIENZA, persino da SVEGLI. Persino continuando a rimanersene DESTI.

Affinché tutto quel dolore, quella sofferenza...NON FACCIANO RITORNO.

Una visione d'insieme davvero SQUALLIDA, DESOLANTE e DEPRIMENTE. Che avrebbe fatto alzare i tacchi ed allontanare chiunque. Ma lei...

Lei NO. Lei non si era ALLONTANATA. Non si era ARRESA. Non si era certo SCORAGGIATA.

Lo aveva avvicinata LO STESSO. Pur tra mille cautele. E poi...e poi lo aveva raccolto, messo sottobraccio e PORTATO VIA CON SE'.

Il tutto a dispetto del fatto che fosse molto ma molto più PICCOLA, MINUTA e LEGGERA.

Veramente incredibile.

Lo aveva preso con lei. Per non lasciarlo mai più. Per non lasciarlo mai più DA SOLO.

MAI PIU'.

Quel giorno...in quel giorno si era STRAVOLTO TUTTO.

Quel giorno AVEVA CAMBIATO TUTTO. GLI AVEVA CAMBIATO TUTTO.

FORSE. O...

O FORSE NO.

Vedendo com'era andata a finire NELL' ULTIMO PERIODO...forse sarebbe stato più saggio per Carotina TIRARE DIRITTO, IGNORARLO e LASCIARLO LI' DOV' ERA E DOVE STAVA.

A MARCIRE. E a MACERARE nel brodo mefitico del suo RANCORE, dei suoi RIMPIANTI e dei suoi RIMORSI.

Tirando le dovute somme...non è che la cara coniglietta avesse fatto poi questo GRAN AFFARE, a tirarselo su ed appresso.

Questo è quello che succede, quando si decide di transitare per i budelli andando a caccia di RIFIUTI, per poi decidere di RACCATTARSELI.

I rifiuti...andrebbero lasciati dove sono. In mezzo a tutta l'altra SPAZZATURA.

Spesso Nick si chiedeva se fosse davvero MAI CAMBIATO, nel corso degli anni e dopo le varie esperienze passate.

Oh, certo. Sicuro. Almeno dal punto di vista ESTERIORE lo aveva fatto.

Da CRIMINALE INCALLITO ed ESPERTO di TRUFFE e RAGGIRI quale era e quale era sempre stato si era trasformato in un EROICO SBIRRO PROVETTO. Tutore integerrimo della legge e dell'ordine costituiti.

...Come sempre, no?

Assolutamente niente di nuovo, sotto al sole.

E' necessario INTENDERSI BENE, però. Tutto ciò non stava certo a significare che dentro di sé era rimasto un DELINQUENTE. Questo no.

No di certo. Aveva intrapreso una SOLENNE DECISIONE, durante QUEL GIORNO.

Il giorno del DIPLOMA. All'accademia di polizia, al termine dell'addestramento. Nel corso della CERIMONIA DI PREMIAZIONE.

Lo aveva GIURATO, su quel palco. Davanti a TUTTI. E davanti a LEI.

GLIELO AVEVA GIURATO. Tutto ORGOGLIOSO ed in modo e con fare SOLENNI, mentre la sua FUTURA PARTNER si congratulava e gli appuntava il distintivo al petto.

Per merito suo...grazie a Carotina aveva deciso finalmente di VOLTARE PAGINA.

Grazie a lei aveva deciso di intraprendere la strada della GIUSTIZIA, e di percorrerla SINO IN FONDO.

IN SUA COMPAGNIA. AL SUO FIANCO.

Per TUTTA LA VITA. Per tutto IL RESTO, della sua vita.

Perché nessuno abbia mai a saltar fuori permettendosi di insinuare che L' ASTUTO e BRILLANTE NICK WILDE NON MANTIENE QUEL CHE DICE. E NON ASSOLVE LE PROMESSE CHE HA FATTO.

Augh. Così aveva parlato. Così aveva deciso. E così sarebbe stato.

Ma...

Ma questo era avvenuto FUORI. Mentre sul DENTRO...

Ecco. Per quel che riguardava il dentro non era tanto disposto a metterci la zampa sul fuoco, in tal proposito.

A farsi vedere cambiati da fuori...a farsi vedere cambiati da fuori SON PIU' CHE CAPACI TUTTI.

Ma dentro...SI PUO' VERAMENTE CAMBIARE, dentro?

Si può veramente CAMBIARE, NELLA VITA?

Ci si può riuscire davvero, anche se lo si vuole e lo si desidera con tutte quante le proprie forze?

Basta davvero volerlo, per poterci riuscire?

Difficile. Difficile dirlo. Non poteva ma soprattutto NON VOLEVA rispondere, ad una simile domanda.

Perché è una di quelle domande verso la quale si è intimamente convinti di averla GIA' IN TASCA, la risposta. E che essa verrà fuori in AUTOMATICO, al momento giusto ed opportuno. Eppure...

Eppure quando ce la rivolgono così, all'improvviso e a BRUCIAPELO, rimaniamo BELLI CHE SPIAZZATI, senza sapere effettivamente cosa dire.

Non siamo più così tanto sicuri della risposta che avevamo e che tenevamo IN SERBO, quando ci viene chiesto di dirla IN FACCIA E SUL MUSO.

Un individuo può davvero cambiare? O forse...

Forse può solamente CREDERE, IMMAGINARE di farlo? Di farcela?

Forse non è altro che un' ILLUSIONE.

Già. Forse ci si illude, e basta.

Quello che si definisce CAMBIAMENTO non è altro che il RIPROPORSI, il RIPRESENTARSI ed il METTERE IN ATTO SCHEMI E COMPORTAMENTI GIA' VISTI, GIA' CONOSCIUTI e GIA' PIU' CHE NOTI a colui che li mette in pratica.

Nulla cambia. E tutto resta sempre uguale, per quanto ci si possa sforzare.

Tutto rimane sempre uguale, in fondo. Uguale a sé stesso.

E poi dicono che il MOTO PERPETUO...NON ESISTE.

Non esiste UN BEL PEZZO DI CAVOLFIORE, gente.

Niente cambia. Non cambia mai nulla. E nessuno IMPARA MAI NULLA.

In realtà non si fa altro che PERCORRERE e RI – PERCORRERE LE MEDESIME VIE, RIFARE GLI STESSI ERRORI E PRENDERSI SEMPRE LE STESSE LEGNATE.

TUTTO QUI? Verrebbe da dire.

E' possibile che sia davvero così SEMPLICE, la faccenda?

E' DAVVERO tutto qui?

E' davvero tutto qui, ci si chiede?

E' DAVVERO TUTTO QUI. Giusto per rispondere ad una domanda con UN' ALTRA DOMANDA. Per poi provvedere a DARSI LA RISPOSTA DA SOLI.

Si lotta, ci si batte e si fa fatica per IL DOMANI. Per un domani che sia MIGLIORE. O almeno è cosi che si dice. Ma...

Ma CHI LO PUO' SAPERE CON CERTEZZA se il domani sarà DAVVERO MIGLIORE?

Chi PUO' GARANTIRE se il domani sarà davvero migliore di IERI? E dell' OGGI?

Non si sentiva affatto cambiato. Non era cambiato NULLA, in realtà.

Non era cambiato NIENTE. E non era cambiato IN NIENTE.

Non era altro che un IDIOTA.

Idiota ERA e TALE ERA RIMASTO.

Un autentico IDIOTA che non sapeva fare altro che il RIVENDITORE DI GHIACCIOLI RICICLATI. La cui vita era talmente MEDIOCRE e MISERA che l'unico motivo di soddisfazione lo costituiva il fatto di riuscire a BUGGERARE IL PROSSIMO. E fagli rendere conto della sua DABBENAGGINE.

Oppure NON FARGLIENE RENDERE CONTO AFFATTO, il che era ancora meglio.

Perché il VERO STUPIDO PATENTATO...NON SA DI ESSERLO. Lui è intimamente convinto di essere un GENIO.

Ci aveva provato. Si era applicato. Ma non aveva concluso UN ACCIDENTE.

Si sentiva come lo studentello imberbe ed ambizioso che era entrato all' ATENEO e aveva iniziato da subito a discutere e a discorrere dei MASSIMI SISTEMI con i SAGGI e gli ESPERTI IN MATERIA. Per poi uscirne solo DELUSO e SCORNATO. E, dulcis in fundo...PIU' IGNORANTE DI QUANTO NON FOSSE PRIMA.

Perché i DOTTI lo avevano messo davanti ad uno specchio. Mostrandogli e facendogli vedere la sua stessa INETTITUDINE.

Era entrato CRETINO ed era uscito DEFICIENTE.

Come una certa CAMPAGNOLA di sua conoscenza. O almeno COSI' ERA CHE L'AVEVA VISTA, all'inizio sia chiaro.

Una PROVINCIALOTTA di BELLE SPERANZE, con IDEE CHIARE e con OTTIMI VOTI, e di LARGHE VEDUTE ed APERTI ORIZZONTI e CONCETTI. Che si era messa nella sua TESTOLINA ACERBA di voler CAMBIARE IL MONDO. E di poter FARE LA DIFFERENZA. Sin dall' INIZIO.

Si può davvero CAMBIARE? Si può davvero OTTENERE o almeno SPERARE in un DOMANI MIGLIORE? O anche solo DIVERSO?

Si può davvero CONTROLLARE o CAMBIARE il proprio DESTINO?

No, che non si può.

Almeno...lui non era riuscito a fare NESSUNA, di quelle tre cose.

NEMMENO UNA.

Ognuno può essere CIO' CHE VUOLE, giusto?

E' così che si dice in quel di Zootropolis, no?

Beh...è SBAGLIATO.

PROFONDAMENTE SBAGLIATO.

Alla fine, se non altro...su quello aveva DA SEMPRE AVUTO RAGIONE LUI.

E non certo sul fatto che Carotina non fosse altro che UNA SCIOCCA CONIGLIETTA OTTUSA.

Ma sul fatto che ognuno può essere solo CIO' CHE E'.

Può essere solo QUEL CHE E'. Quel che è VERAMENTE.

E Carotina...Judy era diventata IL MIGLIOR AGENTE DI POLIZIA perché era DESTINATA A DIVENTARLO. Perché era UNA GRANDE.

Lei era una grande. Lo era SEMPRE STATA.

Da sempre. Lui, al confronto...era NIENTE.

Non era niente. Era una completa NULLITA'.

Era soltanto un BAMBINO che tentava disperatamente e malamente di IMITARE e di SCIMMIOTTARE gli ADULTI.

Un povero DEMENTE che voleva somigliare al suo IDOLO, che tanto AMMIRAVA.

Quello era NICK WILDE. Niente di più, niente di meno.

Un PERDENTE. E quello era il suo destino.

Di PERDERE. Di perdere TUTTO. OGNI COSA. E di VENIRE SCONFITTO, prima di...

Prima di vedersi PRIVARE ANCHE DELLA VITA STESSA, molto probabilmente.

Questa era tutta quanta la dannata faccenda. E quel che era peggio...

Quel che era peggio era che essa poteva anche venire ESTESA ad un DISCORSO PIU' AMPIO e GENERALE.

Non era cambiato. Non era riuscito mai veramente a cambiare.

Non era rimasto altro che un VOLPACCHIOTTO FRIGNANTE e FRIGNONE, RANNICCHIATO E RINTANATO DIETRO AD UNA RAMPA DI SCALE. Per SCAMPARE e SFUGGIRE dai suoi BULLI ed AGUZZINI.

Così lo aveva trovato Finn. E così lo aveva trovato Carotina. Ed allo stesso modo lo aveva trovato o..sempre osservato da Russell? Forse quella mattina che era rientrato in servizio dopo aver diramato gli ordini di pattuglia dalla centrale, sicuro ma comunque sempre sull'orlo dall'essere anche lui (come lui) in preda ad una CRISI DA CIUCCA TRISTE, senza per forza ubriacarsi?!

Che glia aveva vomitato anche L' ANIMA, insieme a tutto quello che si era tenuto per anni fin dentro le BUDELLA e le VISCERE, di quel corpicino piccolo anche lui seppur diversamente forte a modo suo come Carotina, quella sera stessa al tramonto di una giornata sulle scale della ZPD di NON ORDINARIA AMMINISTRAZIONE PERSONALE?!

Anzi...no. NON ERA ESATTO. Niente interrogativo! Affermativo signore è certamente così!

Quanta gente si era affaccendata sino ad ora, davanti e sopra ad un ipotetico balcone, per osservarlo? A impegnarsi per lui?

Quanta gente. Tanta di quella gente che ormai perdeva il conto, talvolta. Ed era spesso in procinto di fare confusione.

Sempre lo stesso spettacolo, in quel teatro e sul palco?

Come il giorno del suo diploma alla ZP Academy.

Sempre la stessa messinscena. Sempre la stessa recita. Sempre la stessa SOLFA.

Cambiavano solo i PERSONAGGI, di volta in volta. O gli ATTORI. O i CO – PROTAGONISTI. Oppure le COMPARSE. Così come il PUBBLICO seduto nel palco, in platea oppure in galleria.

Ma la trama era sempre UGUALE. Uguale a SE' STESSA.

E persino i racconti e romanzi più belli, a furia di riproporli...finiscono per VENIRE A NOIA.

Questa era la sua vita. Il DRAMMA della sua vita.

Così come gli era stato proposto di divenire l'aiutante positivo di una storia dal cambio di lampante scagnozzo n.2 o n.1 a seconda dei casi. Diventando una sorta di co-sceriffo con Carotina al fianco.

PROVOCATO, lo si ricordi bene. Non certo avvenuto per cause fortuite o naturali.

Così come Finn lo aveva indottrinato alla vista di strada e da MARIUOLO. Così come Carotina lo aveva introdotto alla vita da AGENTE DI POLIZIA.

Non era mai cambiato. Erano cambiate di volta in volta le persone che lo avevano TIRATO FUORI DAL SUO IMPROVVISATO E PRECARIO NASCONDIGLIO. Ma non lui.

Lui era rimasto il solito IMBRANATO ed INCAPACE, buono solo a starsene FERMO IN UN ANGOLO AD ASPETTARE CHE QUALCUNO ARRIVASSE A DIRGLI QUEL CHE DOVEVA FARE.

Beh, se non altro...se non altro ci si poteva almeno consolare del fatto che se lui non era mai cambiato, non lo aveva fatto nemmeno il suo MENTORE e MAESTRO.

Neanche IL PREDONE DEL DESERTO. Neanche IL SI – FA – PER – DIRE BUON VECCHIO FINN. Il mammifero dal MANTO COLOR DELLA SABBIA e dalle LUNGHE ORECCHIE.

E NON SOLO QUELLE, beninteso.

Di LUNGHE.

Nemmeno il tappo era mai cambiato un gran che, a giudicare dalla improvvida ENTRATA IN SCENA che aveva appena fatto in cucina al fianco della sua altrettanto problematica e sgangherata consorte non sposata.

Con tutte le eccezioni di tenerezza sciorina con la prodigalità di uno scozzese, il burbero fennec par tuttavia voler dimostrare anche ai suoi improbabilissimi ex soci e amici poliziotti e di sicuro, mai-figli,

COI FATTI,di non aver assolutamente perso CERTE ABITUDINI e nemmeno IL GUSTO, visto che a mascherarsi da INFANTE doveva provarne ancora bello PARECCHIO. Nella alcoa della gatta, che comunque lo accetta in tutto, con o senza costume, perché la padrona di casa ha dimostrato d'esser tutto fuorché cieca o sprovveduta, ma stramba e adorabile quanto il suo stesso..”fidanzato” si può dire parlando di loro?

Senza dubbio gioca a suo PUNTO, VANTAGGIO e FAVORE il fatto che almeno per una volta abbia deciso finalmente di piantarla e fare a meno di quel suo RIDICOLO COSTUMINO DA CUCCIOLO DI ELEFANTE.

Era sempre stato oltremodo IMBARAZZANTE, anche se FUNZIONALE quanto EFFICACISSIMO.

Suscitava TENEREZZA. Giusto perché NON GLI PERMETTEVA DI APRIRE BOCCA, dato la parte di maschera che andava dalla PROBOSCIDE in giù di fatto glielo IMPEDIVA.

Ogni volta che doveva dire qualcosa poteva giusto emettere un flebile ma squillante e sonoro BARRITO. E poco importava che dietro a quel verso si nascondessero una ridda assortita e variopinta di IMPRECAZIONI e BESTEMMIE VARIE. Ai santi di ogni CREDO e RELIGIONE, ai gonzi in cui si imbatteva sia che decidessero di ignorarlo bellamente, dargli retta oppure cacciarlo via in malo e brusco modo. Con l'aggiunta, nell'eventualità del rispettivamente PRIMO e TERZO caso, di epiteti ben poco gentili riferiti alla facilità di costumi e alla scarsa presenza di principi morali di MADRI, SORELLE, ZIE, CUGINE e NIPOTI. E a guarnire la postilla che tali quanto presunti atteggiamenti di stampo LIBERTINO li aveva potuti VERIFICARE IN PRIVATO E DI PERSONA.

Tenetevelo bene a mente, ragazzi.

Diffidate sempre dei tizi che si trovano per strada DENTRO AD UN PUPAZZONE.

Sotto a quel COSTUME VARIOPINTO ed al FACCIONE SORRIDENTE...lì dentro ci può essere UN TIZIO CHE IN REALTA' VI ODIA.

Quel che invece il nanerottolo malefico non aveva certo smesso era il viziaccio maledetto di INTERFERIRE e di METTERSI IN MEZZO AL MOMENTO MENO OPPORTUNO.

Proprio come aveva fatto tante volte, e farà altre volte sempre di nascosto dai “figli adottivi di lei” forse? Sicuramente si sarà trattenuto ma non ci era riuscito proprio all'ultimo istante. Proprio l'attimo successivo a quello in cui la consistenza gelatinosa dei suoi bulbi ne aveva percepito la tremenda e spaventosa INCANDESCENZA. Ed avevano reagito emettendo un fortissimo quanto fastidioso PIZZICORE.

Come fa la sua cucina ad essere così fastidiosa eppure così buona come loro?

Nick si era sentito attraversare da parte a parte. Come se quella strana mistura di BIANCO e BOLLENTE, che orma gli risultava invisibile dato che aveva appena provveduto a coprirsi, gli avesse INVESTITO, INVASO ed IRRADIATO ogni FIBRA e CELLULA del suo corpo.

Dalla prima all'ultima. In CONTEMPORANEA.

Ma si era accorto, con sua enorme sorpresa, di non provato pressoché NULLA.

Non era stato poi così spiacevole, in fondo. Non nella misura in cui lo aveva previsto.

Gli era sembrato di essere incolume. Ma ciò non aveva di certo contribuito a farlo sentire tranquillo.

Tutt'altro. Eppure una cena non è il termine di una giornata? Doveva sorbirsi Alice, dopo una stana seppur piacevole serata alla sit-com fuori contratto? E certo era stato l'agente Wilde a voler proferire in privato con l'avvocato Mewny.

Non gli era sembrato affatto il momento di stare tranquilli. Non ancora.

Aveva avuto come l'impressione che non fosse ancora del tutto terminata. Un'impressione che, subito dopo, gli era stata prontamente convalidata dal materializzarsi di alcune scene all'interno di mezzo emisfero della sua testa.

Quello DESTRO, per la precisione. Quello che di norma controlla la parte opposta delle membra in un individuo ortodosso. O che lo si chiami pure DIVERSAMENTE MANCINO, giusto per non offendere chi per natura utilizza la parte considerata più DEBOLE ed IMPRECISA.

E che da sempre, cosa ancora più determinante ed importante, gestisce e governa la CREATIVITA', la FANTASIA e L' IMMAGINAZIONE. E L' IMPROVVISAZIONE.

Doti essenziali ed imprescindibili per un ARTISTA. Specie se poi, non avendo né lavoro e nemmeno entrate di tipo FISSO...specie se poi, non avendo pressoché NULLA DI FISSO nel corso della sua esistenza, di lavori ed altre cose del genere se ne INVENTAVA praticamente MILLE, per e pur di tirare a CAMPARE.

Specie per uno del suo calibro,che mentre UNA ne FACEVA...altre CENTO NE PENSAVA.

Ma che soprattutto...si vantava di riuscire a SCAMPARLA in qualunque situazione si venisse a trovare.

Ed anche quell'occasione non fu certo un'eccezione alla tanto decantata regola.

La sua mente aveva preso a vagare alla ricerca di altre esperienze simili, in modo da analizzarle e poterne ricavare una possibile soluzione per affrontare e superare quella in cui si era appena ritrovato a GALLEGGIARE PROPRIO IN MEZZO. E non doveva aver trovato niente di meglio che fargli riaffacciare sulla superficie agitata della MEMORIA immagini relative a vecchi classici dei film ACTION di cui era da sempre GHIOTTO nonché FERVENTE APPASSIONATO. Con particolare riferimento alle ESPLOSIONI.

Ebbene...di solito in un film, e per la precisione dell'ultimo decennio da quando si é iniziato ad introdurre le leggi fisiche a supporto dei fenomeni stessi per garantirne un minimo sindacale di VEROSIMIGLIANZA in più, che cosa accade di norma nel corso di una bella DEFLAGRAZIONE?

Soprattutto quando si decide di ricorrere ai PESI MASSIMI come il SEM – TEX o qualche altro genere di esplosivo PLASTICO? Se non addirittura gli ORDIGNI NUCLEARI?

Oh, beh...è Alquanto semplice.

Di solito ed in genere succede che dopo la LUCE ed il CALORE, in genere arriva L' EFFETTO SONORO.

Detto in altre parole, che così si capisce meglio...IL BOTTO. E subito dopo ancora...

L' ONDA D' URTO. Che in genere SPAZZA VIA COME FOGLIE SECCHE quello che ancora si OSTINA A RIMANERSENE IN PIEDI. Con la forza CINETICA ed ASSASSINA paragonabile a quella di un MARTELLO FORMATO COSMICO USATO DA DIO IN PERSONA.

O da qualche altra divinità che sta un filo più in basso nella graduatoria. Tipo un certo ZIO DEL TUONO venerato dai VICHINGHI, dai PREDONI, e dai BARBARI.

Ehr...errata corrige.

Si voleva dire DIO.

NON ZIO.

Come da copione ormai scontato e collaudato da tempo sopraggiunse lo SPOSTAMENTO D'ARIA. Nick aveva perciò incrociato ancor maggiormente le braccia e si era rannicchiato il più possibile su sé stesso. Ma nel giro di un attimo si era ritrovato ugualmente SCARAVENTATO ALL'INDIETRO, perdendo sia il controllo che la presa sul terreno con le proprie zampe inferiori e VOLANDO BEN OLTRE LE PROPRIE SPALLE.

Aveva ruzzolato più e più volte sulla schiena, a mezz'aria. Anche se lo aveva potuto soltanto intuire, dato che non aveva osato minimamente guardare.

Aveva temuto di non farcela a reggere alla vista, forse.

Non che il stare così e rinunciare di proposito al PRIMO E PIU' IMPORTANTE tra gli organi di senso, almeno secondo quanto promulgavano i più RECENTI SONDAGGI DI OPINIONE, potesse dargli qualche possibilità in più.

Insomma...non é che se si sta PRECIPITANDO A CAPOFITTO DAL QUARANTESIMO CI SI SALVA SOLO PERCHE' TENENDO GLI OCCHI CHIUSI NON SI VEDE DOVE SI ANDRA' A SBATTERE ALLA FINE DELLA ROVINOSA CADUTA. Per poi SPIACCICARSI.

E visto che si parlava della VISTA, e si perdoni lo squallido giuochetto di parole...il tutto era avvenuto, oltre che nella più completa CECITA', sempre con quel BAGLIORE A DIR POCO INSOPPORTABILE davanti.

Ma non aveva avuto paura.

Che bugiardo patentato, che era.

Aveva appena tentato di mentire persino a SE' MEDESIMO. Persino in un momento simile e così delicato.

Aveva avuto paura. Una paura DANNATA. Aveva avuto talmente tanta paura da temere di FARSELA LETTERALMENTE SOTTO. Da un momento all'altro.

E non sarebbe stata di certo né una GRAN COSA e nemmeno un GRAN BEL VEDERE, visto che non avrebbe potuto neanche tentare di ARGINARE EVENTUALI FRANE E PERDITE, poiché di fatto...era e restava ancora TUTTO NUDO.

Però gli era riuscito di rimanere anche ALL' ERTA e pronto a qualsiasi svolta o circostanza. Quello almeno si. Dopotutto...

Dopotutto in tutta quanta la sua vita non aveva mai chiesto nulla, alla vita stessa. Se non che UNA POSSIBILITA' DI CAVARSELA.

Una sola. Una soltanto. Sempre, comunque e dovunque.

E che sarà mai. Può apparire eccessivo, in fin dei conti?

Ma era ancora troppo presto. Pure per quello.

Non poteva ancora sapere con certezza. Non poteva ancora essere sicuro anzi, PIU' CHE SICURO se la possibilità in questione VI POTESSE ESSERE, oppure NO.

E NON LO AVREBBE MAI POTUTO SAPERE. Non fino a che sia la LUCE che lo SBALZO ALL' INDIETRO avessero continuato a PERDURARE.

Cose che, comunque...avevano deciso di CESSARE ENTRAMBE L' ATTIMO SUCCESSIVO. Per sua enorme fortuna e con suo altrettanto enorme e ritrovato sollievo, se pur di sicuro momentaneo.

Del resto lo si era giò detto che la luce era SVANITA, no?

Lo aveva fatto davvero. Seguita a ruota dal caldo. E poi dal bruciore a momenti giusto quasi quel lieve filino insopportabile.

Ed anche il malcapitato di turno, che in questo caso era costruito da un'ormai celeberrima ed insieme famigerata VOLPE...anche Nick doveva essersene reso ben conto, a quel punto.

Se n'era accorto non appena aveva finito di atterrare di nuovo lungo, bello e disteso, in orizzontale e di schiena, al termine di di un tragitto che gli era apparso come INTERMINABILE.

Dopo aver terminato di rotolare e rotolare senza sosta e su sé stesso, come se lo avessero rinchiuso per errore oppure a forza dentro ad una di quelle LAVATRICI INDUSTRIALI grandi e grosse quanto un'intera parete se non ancora di più. Ed in grado di lavare tranquillamente decine ma no, centinaia di capi in un solo ciclo. E che doveva come minimo trovarsi in fase di CENTRIFUGA AL MASSIMO, quando avevano deciso di introdurvelo dentro.

Nel momento stesso in cui era atterrato tutto quel biancore e quella temperatura degna di una gigantesca FORNACE o di un altrettanto mastodontico CROGIUOLO avevano preso ed iniziato ad affievolirsi gradatamente ma piuttosto rapidamente, fino a SCOMPARIRE.

Avevano diminuito d'intensità fino a DILEGUARSI. A SVANIRE.

L'unica cosa che ora ed in quel preciso momento gli stava causando un evidente disagio, almeno per lui visto che costituiva il DIRETTO INTERESSATO di tale sensazione...era la pressione esercitata sul volto e sugli occhi dalle braccia che stava ancora tenendo INCROCIATE ed APPICCICATE su di essi.

Parevano persino INCOLLATE, a giudicare da quanto le aveva fatte aderire.

Forse avrebbe dovuto LEVARLE. TOGLIERLE, quanto meno.

Ma non ci riusciva. Aveva appena scoperto di essere caduto preda di una sorta di FOBIA.

Di un timore FOLLE quanto INGIUSTIFICATO. Ma non per questo meno MICIDIALE ed INVALIDANTE. Almeno dal punto di vista puramente PSICOLOGICO.

Non voleva RIAPRIRE GLI OCCHI, tutto qui. Non se la sentiva. Per paura di quel che si sarebbe potuto TROVARE DAVANTI, una volta che avesse deciso di SPALANCARLI DI NUOVO.

Oh, bella.

No, questa era davvero bella. Da MORIR DAL RIDERE, davvero.

Ma da AMMAZZARSI DALLE RISATE, proprio.

Ma di cos'é che doveva aver paura, in fin dei conti? Cos'é che c'era di cui dover provare così PROFONDO TIMORE?

Era...era SALVO, giusto?

Era...era FUORI DAI GUAI, no?

Era da considerarsi SCAMPATO AL PERICOLO, come ben si dice in casi come questo. No?

Non era...non era forse COSI' che stavano le cose, adesso come adesso?

Non era così, forse?

NON ERA COSI'?!

Al diavolo. Inutile stare lì a farsi mille domande fino ad ottenere solo l'effetto di farsi scoppiare l'encefalo da una bella EMICRANIA fulminante coi fiocchi e i controfiocchi.

Qualcosa, oppure QUALCUNO, gli doveva aver concesso un'occasione. La tanto decantata occasione che di solito attendeva ed in cui sperava proprio in situazioni come quelle.

E lui...e lui, il caro buon vecchio SLICK NICK l'aveva SFRUTTATA A DOVERE.

L'aveva sfruttata IN PIENO. Ancora una volta. Anche quest' ULTIMA volta.

Aveva saputo giocarsi bene le sue carte, anche se la mano che gli avevano distribuito, rifilato ed appioppato non era stata proprio il massimo.

Ma si può sempre BLUFFARE, ragazzi.

Far passare lucciole per lanterne al pollacchione di transito. E portarsi quindi a casa malloppo e partita. In particolare il primo.

Ce l'aveva fatta. Aveva portato a casa la pelliccia. E la pellaccia.

Vivo era vivo. E soprattutto...SI SENTIVA di essere vivo.

Solo questo contava. Solo questo era l'importante.

Stabilito ciò...ora si trattava solo di capire DOVE SI TROVAVA, COSA FARE, COSA DIRE ed infine last but not least, ultimo ma non meno importante e decisivo...COME MUOVERSI.

Ma tutto questo non avrebbe mai potuto iniziare a farlo se prima non avesse iniziato a rendersi conto di DOVE ACCIDENTE ERA ANDATO A FINIRE.

Nessun problema, per quello. Niente di cui preoccuparsi.

Non erano che pure e semplici BAZZECOLE, visto quel che aveva appena passato.

Nient'altro che una PURA FORMALITA'. Da sbrigarsi e liquidare il più in fretta possibile.

Ora di ricominciare, dunque.

Ora di rimettersi in marcia e di ripartire, orsù.-MONOLOGO DI NICK FINE..

Almeno così credeva.. quando girandosi vide la sagoma di Russell, in piedi e con un piccolo vassoglio di quelle che sembravano tazze, erbe e vettovaglie leggere per digerire o dormire. Ossia tisane. “Che salutista preparato” pensò Nick e a quanto lo scoiattolo reporter sembrasse ancora scout fino al midollo più di lui a proposito di coloro che in fondo non cambiano mai davvero.

Per uscire da quel mare di parole con un po' di comicità..

-RUSSELL esce da suo “nascondiglio” e si rivolge alla volpe!!-

-Posso dire ancora una cosa in merito?- proferì lo scoiattolo appena certo che il volpacchiotto, finalmente, interruppe il flusso parlato dei propri pensieri per riprendere fiato.

-RU..RUSSELL?! DA..quanto tempo sei lì?!- chiese finto sorpreso, spaventato per l'ennesima improvvisata del reporter e imbarazzato Nick.

  • E..Perché ti sei messo ad origliare di nuovo?!-

-Direi..da quando ti sei deciso a parlare da solo tutto il tempo, dovevi essere proprio stanco per esserti immerso profondamente nei tuoi pensieri se né la tua vista o il tuo naso non ti hanno avvisato che ero nei paraggi.- disse Russell comprensivo e sorridendo delicatamente.- Di nuovo- e con sardonica innocenza. - Detto fra noi, anche a me la seconda sfogata di Alice ha fatto l'effetto di un incidente stradale su un fiume in mezzo ad un bosco- confessò poi tornando comprensivo soddisfatto della breve ironia della frase precedente in risposta alla domanda di Nick. Ossia perchè era preoccupato per lui ed anche lui con lui.

-Ah..sono proprio messo bene allora: deve essere vero il luogo comune che se entri in polizia diventi un pò stupido- disse lui facendo dell’autoironia.

-No non direi: sei sempre stato un pò stupido, divisa o non divisa, a parer mio!- disse lo scoiattolo diretto in tono gioviale- Proprio come hai ripetuto più volte tu stesso. Gli intelligenti stupidi sono molto rari in questa stagione penso-

-Era questo che volevi dire?!- chiese Nick sospettoso, pur faticando a nascondere del riso per l'ironia del reporter amichevole.

-No,non sono qui per insultarti: visto che certe persone ci riescono benissimo da sole. Devo dirti molto altro, e per rispondere alle tue numerose domande di prima..- e sta volta alzò la voce.

PENSO CHE NESSUNO SIA UNA NULLITA’, UN SIGNOR NESSUNO O QUALCUNO FINO IN FONDO, solo perché QULCUN’ALTRO O UN GRUPPO DI TIZI PIU’ O MENO VASTO LO DICA O LO PENSI.

A.. mio avviso siamo tutti inutili e necessari a seconda del modo in cui viviamo o scegliamo di vivere, per cui nessuno è davvero necessario o non necessario a qualcosa, finché lui o lei non si sente pronto o..che una data situazione lo richieda-

Disse Russell dopo un breve sfogo di rabbia, per poi imitare il finto documentario della volpe, mostrando tutto il suo leggero disprezzo verso chi si sottovaluta troppo senza un motivo più che valido. Poi riprese gentilmente..

-Anche io se ci pensi, potrei rientrare in questa ottica, perciò compiangersi non serve a nulla, quello è il niente! Sei l’ultima persona a meritarlo quindi smettila!! Rimani importante per molte persone attorno a te, ancora prima di Judy, di Finnick, io, Alice o altri..tua madre per esempio. Cosa penserebbe di suo figlio se lo sentisse parlare così, o..tuo padre?

In quanto al cambiare..il cambiamento è un Processo Radicale e delicato che quasi nessuno riesce a comprendere, intraprendere e capire, perché una parte di se stessi muore e ne nasce un'altra, per questo è più facile migliorare che cambiare: per quanto tentati perché attratti ma terrorizzati sempre, alla fine, nessuno è mai pronto a morire davvero:letteralmente e metaforicamente parlando..salvo eccezioni…- spiegò lo scoiattolo uscendo dalla parte enfatica del finto documentario(il corsivo) e facendo pause riflessive ed auto riflessive più vere e coinvolte, come la volpe durante il suo finto documentario (il non corsivo). Ma in prima persona con voce non troppo intensa perché sta volta si trattava di un interlocutore che non temeva il rapportarsi con sé stesso.

Pausa e ripresa ossia Silenzio

-Comunque..quello che voglio dire è....Forse non sarai cambiato Nick ma di sicuro sei notevolmente migliorato.

Preferiresti un mondo cambiato o uno migliore ad esempio, citando Judy?

In quanto al lavoro, l’essere grandi e imitare gli adulti..credimi ripeto..non sei il solo, anche io ho passato anni a farlo, prima ancora di capire cosa volessi o potessi fare: perfino Alice; voleva essere “un semplice gatto felice” ma quando ha capito che con ciò non si campa e non potendo essere un supereroe, una strega, poi un veterinario, la guardia forestale e quant’altro.. avrebbe preferito fare l’attrice, perché quel mestiere le avrebbe permesso di esercitare, seppur virtualmente, tutti quegli altri “mestieri”rimanendo se stessa. Ma la vita.. ha avuto altri piani per lei, tuttavia ha intrapreso il suo ruolo di avvocato e agente segreto a testa alta con una resilienza e risolutezza a dir poco..stoiche, perché crede in quello che fa ed ama difendere il prossimo allo scopo di migliorarlo, aiutandolo come può e come sa.

Esattamente come tu credi in Judy; ho capito dal giorno della tua laurea ed ingresso in polizia, dopo il suo discorso ispirante e pieno di speranza e fiducia, da come la guardavi metterti il distintivo, che avevi scelto lei e non un lavoro.

Non vi è nulla di male in questo,come io ho scelto di essere un reporter perché oltre ai miei principi avevo scelto te, perché la tua..nostra brutta esperienza mi avevano ispirato a reagire, e non me ne pento!!!

Penso tu sia davvero unico Nick, e hai tanto da offrire a chi sta accanto a te: sei brillante, sagace, spiritoso, intelligente e con un buon intuito che ti permette di indovinare, al pari di un veggente, come sono le persone che hai davanti. Nonché un amico leale, presente e fedele ora che hai modo di mostrare ed esercitare queste qualità nascoste per tanto tempo..ma..se ancora non ti fidi di te stesso e continui a svalutarti in questo modo..neppure una persona forte come Judy basterà a farti felice.

Credo dovresti cominciare a volerti più bene, sarebbe ora! I tuoi difetti non sono poi così gravi come credi, se non ti fossilizzi su questi ogni volta che le cose vanno male. Per come la vedo io..è più dannoso quando siamo noi stessi a darci degli scemi che non quando ce lo dicono gli altri…-

-Salvo eccezioni- aggiunse Nick dopo aver attentamente ascoltato il discorso di Russell e colpito da esso.

-S, infatti. Stai meglio ora?- domandò Russell a Nick per accertarsene..

-Mmh..si e no. Il tuo discorso mi ha toccato, ma non mi ah ancora convinto.-
- I - in che senso, scusa?-
- Diciamo che ha lambito la superficie, ma non mi è ancora penetrato nel profondo. Non come speravi, mi sa. Tranquillo, eh! Senza doppi sensi di sorta.-
-Sai, Nick...se non fosse ridicolo, detto da me...ti direi qui su due zampe di "andar a dar via il c"...-
-"Ti piacerebbe, eh?"-
-Si, ok. Ammetto che era fuori luogo. Vorrà dire che mi limiterò a "mandarti al diavolo!".- -Si. Direi che così ci siamo.-
-"Cosa devo fare, con te?"-
- Sinceramente non lo so. Carotina é da quando mi conosce che cerca la risposta senza trovarla. Se ci riesci tu...non mancare di farglielo sapere.-
-"Và a quel paese."-
- "Senz'altro."

Direi che il tuo é stato un chiarimento necessario ma non sufficiente, proprio come un certo teorema."- -Era una CONDIZIONE, Nick!-

-"Direi ,allor, che il tuo é stato un chiarimento necessario ma non sufficiente, proprio come un certo teorema.-

-ERA UNA CONDIZIONE, ripeto, NICK! E ME LA RICORDAVO UN PO' DIVERSA DA COME L' HAI DETTA TU.-

 

-Eh, già. Era una condizione NECESSARIA E SUFFICIENTE. Non NECESSARIA MA NON SUFFICIENTE!!- .

Silenzio, alla fine esasperato vedendo le proprie buone intenzioni sbeffeggiate, sapendo che quella strafottenza era la risposta tipica alla timidezza di Nick, ossia fare la faccia di Bronzo, Russell prese un respiro profondo e disse di nuovo col tono finto documentario anche lui:

-Questo mio chiarimento necessario ma non sufficiente l'ho fatto perché la tua scarsa autostima auto imposta hanno cominciato a starmi sul cazzo!! Ecco ora l'ho detto! Ma voglio pensare che sia colpa del cortisolo e della mancanza di endorfine a parlare per te, e non i tuoi complessi, visto che non è del tutto colpa tua; perciò ora STAI ZITTO!!Non fai un accidente, e ti lasci solleticare a morte finché non batte il sole!"- dissè arrabbiato ma al contempo divertito lo scoiattolo, saltando così addosso alla volpe.

-COSA!?- esclamò Nick allibito e sorpreso del tutto sta volta.

-Mi hai capito benissimo, ora io ti farò il solletico, e tu starai fermo a "ridertela" finché non dirai a te stesso "Io devo credere in me stesso perché merito di sapere di aver valore!". Intesi!?!!- rispose lo scoiattolo con un piccolo ghigno sadico in volto che ancora l'agente non aveva visto. Non così spaventoso ma comunque eloquente quanto il giovane giornalista.

-Potrebbe volerci tutta la notte allora e..non credo funzioni se mi minacci- provò a cavarsela Nick confuso tra l’imbarazzato ed il divertito. E lo spaventato perché chiare fonti attendibili erano arrivate a Russell sul fatto che davvero Nick soffriva molto il solletico..dappertutto.

- Abbiamo tutta la notte per farlo, ma ti garantisco che non ci vorrà molto: tu hai scarso autocontrollo per quanto riguarda le risate, più di quanto dai a vedere. Tranquillo, sarà divertente per entrambi- lasciando spazio a doppi sensi ed allusioni senza timore sta volta, ma comunque senza fondamento se non quello di far star bene la vople con la forza da parte dello scoiattolo generoso ma un po' dispotico se serviva.

-No..Ora il doppio senso è voluto, ma se è così che la metti..in questi casi "non dovremmo volerlo entrambi?".

-Non m'importa cosa vuoi, dato che nemmeno tu lo sai. So solo di quello che ti serve e di cui hai bisogno, brutto insicuro presuntuoso!! Ossia ti serve una lezione e stare meglio, perciò inizia a contare..Nick-.

-Guarda io...- Bam!! e senza dagli il tempo di contare Russell lo solleticò dappertutto..ma senza spogliarlo o spostandogli i vestiti; per sua fortuna o sfortuna Nick era davvero ipersensibile al tatto, così da evitare allusioni, secondi fini o situazioni imbarazzanti nel caso Judy, Alice, Finnick o altri fossero possati su per il tetto e li avessero visti.

Solletico-Solletico-Solletico

- Non ho contato!! Ah Ahah!!!-

- Non mi importa!! Ridi o dì quelle parole!!-


 

Come previsto dallo scoiattolo mezzo rosso e mezzo giapponese striato, coi ciuffi alti alle orecchie, ci sarebbe voluto un po' prima che la volpe rossa domestica ammettesse quelle parole salutari, di sicuro la loro bella chiaccherata aveva fatto bene ai condotti dell'aria collegati al tetto ed alle scale della casa dove la abissina dal manto lepre rosso rosato e dagli occhi azzurri aveva involontariamente ascoltato, sul serio serioso, tutta la scena acustica dei suoi amici sul tetto che non scottava. Evidentemente ai condotti non interesseavano i concetti di privacy. Ma naturalmente Russell non lo sapeva.

-Bhè Gweny, una giornata cominciata tanto "così cosi"..non poteva terminare meglio di "così!"-

E dopo aver dato la buonanotte alla pesciolina la gattina si incamminò verso la camera da letto dove la attendeva una altra volpina, certamente della prima, più carina.

 

ANGOLO AUTRICE:

IL SEGURNTE CAPITOLO OGGI NON è SOLO UN OPERA SOLA, BENSI UN CAPITOLO A QUATTRO MANI GENTILMENTE OFFERTIMI DAL MIO AMICO COLLEGA FANFICTION SCRITTORE Redferne, la sola parte di Nick che parla da solo sul tetto per dare più verosimiglianza al personaggio di Nicholas Piberius W. in

quanto uomo e che parla con reazioni e linguaggi in una situazione di probabile realismo sociomaschile con differenti opinioni e caratteri . Tutto per la verosimiglianza creativa:

il piccolo dialogo finale è un breve botta e risposta tra autori.

Spero di avervi commosso e fatto piangere ma anche ridere tanto. Recensitemi per confermarlo con piacere, rabbia o dubbio e vi rispondero altrettanto. Se persino io non ci retero di sasso.

BUONANOTTE,ANZI BUONALETTURA E SCUSATE IL RITARDO DETTO IN RITARDO.

AHHH: SONO FELICE PERCHE' è DA TANTO CHE NON PUBBLICAVO!

FINALMENTE!!!

 

  
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