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Autore: komova_va    19/09/2021    1 recensioni
Raccolta di one-shot ambientate durante la terza stagione del Daily che vedono come protagonista Stefania e si propongono di ritrarre alcuni missing moments del programma, perlopiù semplici momenti di vita quotidiana, e di esplorare il suo rapporto con Irene e Dora.
Genere: Commedia, Introspettivo, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna
Note: Missing Moments, Raccolta | Avvertimenti: nessuno
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Una delle (poche) cose di cui Stefania Colombo poteva vantarsi, era quella di essere una discreta osservatrice del genere umano. Certo, in realtà poi era tutto abbastanza relativo, c'erano persone che destavano la sua attenzione molto di più rispetto ad altre, vicende che la intrigavano fino a farle venire voglia di scoprire ogni singolo dettaglio e altre che, al contrario, avrebbe potuto ignorare per il resto dei suoi giorni dormendo sonni tranquilli (diciamo ad esempio le cene che Paola preparava per Franco il sabato sera, senza offesa per Paola e Franco naturalmente). E Tina Amato, indubbiamente, rientrava nel novero delle persone interessanti; così come la sua vita sentimentale, per Stefania, era un argomento che andava sviscerato ad ogni costo. Insomma, c'era davvero bisogno di spiegare il perché? Praticamente stava vivendo il sogno di ogni ragazza della sua età (e sicuramente anche più grande): non solo aveva sposato un uomo intelligente, bello (a giudicare dalle foto che le avevano mostrato del loro matrimonio, perlomeno), acculturato, che condivideva la sua stessa passione e per giunta anche ricco – che come diceva sempre Irene, non guasta mai, anzi, è tutto di guadagnato, e in minima parte Stefania doveva darle ragione – ma grazie a lui aveva raggiunto la carriera a cui aveva sempre ambito, si era trasferita a Londra, una delle città più belle e più moderne d'Europa, e ogni giorno si guadagnava da vivere facendo la cosa che amava più di tutte con lui al suo fianco: cantare. Una storia da sogno tanto quella di Gabriella e Cosimo, se non addirittura di più! Sembrava quasi la trama di un romanzo d'amore tormentato condita da un bel lieto fine, proprio di quelle che piacevano a lei.

Dire che Stefania voleva conoscerne ogni dettaglio, se non altro per poter immaginare e di conseguenza vivere almeno di riflesso una parte di quella vita da favola, attraverso le parole, le storie, i racconti e le esperienze di Tina, sarebbe stato un eufemismo. O perlomeno, questo era quello che Stefania aveva sempre pensato, fino alla prima volta in cui si era ritrovata davanti la famosa cantante, fomentata dall'ammirazione che aveva sempre nutrito per la leggenda di Tina Amato e dalle sue fantasie idealizzate. Adesso che aveva avuto un assaggio di realtà un pochino più concreto, invece, la sua prospettiva era cambiata. Adesso che aveva guardata in faccia Tina, le aveva stretto la mano e aveva avuto l'occasione di scambiare quattro chiacchiere con lei, Stefania stava iniziando a pensare che forse la realtà non era così idilliaca come se l'era immaginata.

La prima volta che avevano parlato, Stefania non aveva pensato niente di che a dire la verità. Era comprensibile; tra l'emozione del momento, la curiosità di conoscerla e il clima di fomento ed emozione generale, anche per il servizio fotografico con le modelle appena svolto, Stefania non aveva nemmeno avuto il tempo necessario a processare a dovere l'incontro, che tra l'altro era durato anche relativamente poco: loro erano dovute rientrare al lavoro dopo la pausa pranzo e Tina era dovuta andare via con la signora Amato, che si era presa il giorno libero (comprensibilmente) per trascorrere un po' di tempo con la figlia. No, i sospetti di Stefania avevano iniziato a sorgere in un'altra occasione: per la precisione durante il loro incontro della mattina dopo, durante la colazione.

Tina era venuta a salutare Maria e fare due chiacchiere con lei, principalmente per sapere del matrimonio imminente con Rocco, ma era stata più che contenta di parlare anche con Irene e Stefania, naturalmente. Era stato allora che quest'ultima aveva notato i primi segnali: tutte le volte che le aveva chiesto di parlare di Londra, della sua carriera, dei suoi progetti, Tina era stata oltremodo sbrigativa. Certo, magari poteva dipendere dal fatto che, dopotutto, Stefania era pur sempre poco più di una sconosciuta per lei, per cui era comprensibile che non si volesse lasciare andare ad un'eccessiva quantità di confidenze... ma aveva comunque trovato il tutto fin troppo sbrigativo. Gabriella era stata a Londra soltanto una settimana in viaggio di nozze e al suo ritorno aveva raccontato così tanto della stupenda capitale inglese che a Stefania era parso quasi di poter vedere davanti a sé il paesaggio e tutti i suoi monumenti. Per non parlare dell'entusiasmo della signora Conti quando era appena tornata da New York! Certo, magari dipendeva dal fatto che Tina avesse vissuto all'estero per tanto tempo e non in qualità di turista, e a un certo punto inevitabilmente la routine e la quotidianità iniziano a prendere il sopravvento sul fascino e l'entusiasmo e si iniziano a notare più facilmente i lati negativi del vivere in una grande metropoli – le folle, il traffico, il rumore, la confusione.

Nonostante questa possibile, ipotetica spiegazione, Stefania aveva sentito dentro di sé che c'era qualcosa che non andava. Al di là delle poche cose che aveva detto, era anche il come le aveva dette che le aveva dato da pensare. Le era sembrata esitante, poco convinta, come se l'argomento la mettesse in qualche modo a disagio perché c'erano delle informazioni che non poteva rivelare, o comunque non voleva. Ma il campanello d'allarme più grande di tutti era stato Sandro Recalcati, il presunto marito di Tina: com'era possibile che la moglie non lo menzionasse mai, nemmeno per sbaglio, e le informazioni su di lui dovessero quasi tirargliele fuori con le pinze? Che la coppia stesse attraversando un periodo di crisi e fosse proprio per quello che era saltata la prima tappa del tour in Sud America? Stefania non poteva esserne certa, naturalmente, ma dentro di sé sentiva che c'era qualcosa che non andava. Doveva essere successo qualcosa a Londra che aveva fatto saltare gli equilibri della coppia, magari un diverbio, una litigata, un'incomprensione, e ora Tina si era presa una pausa ed era tornata a Milano, dalla sua famiglia.

Quella sera Stefania, durante la cena di gruppo a cui erano andati tutti insieme dopo il servizio fotografico per il “Paradiso Market”, aveva avuto l'ennesimo segnale a conferma dei suoi sospetti. Aveva osservato Tina senza dare troppo nell'occhio, e di nuovo le stesse dinamiche si erano ripetute. Sviava quanto più possibile le domande sulla sua carriera, la sua vita, su Sandro, e cambiava argomento parlando del Paradiso, di Parigi, di Milano, delle sue vecchie amicizie. Che avesse qualcosa da nascondere era chiaro come il sole. E Stefania avrebbe mentito se avesse detto che non le interessava minimamente sapere cosa fosse.

Da un lato era consapevole del fatto che non erano affari suoi, che spettava a Tina scegliere se e quando parlarne, che un ipotetico fallimento del proprio matrimonio non era certo un argomento facile da affrontare... ma Stefania voleva saperne di più. Naturalmente chiederglielo in modo diretto era fuori questione, però, di fatto, non c'era nulla che le impedisse di confrontarsi con le sue amiche per tentare di mettere insieme quante più fonti possibili, no? Del resto era questo che faceva un buon giornalista: non si basava su semplici speculazioni e ipotesi ma su realtà comprovate. Poteva essere visto come una sorta di esercizio in preparazione al suo futuro, in qualche modo. Proprio per questo aveva chiesto a Irene e Maria, non appena erano rientrate a casa, se avevano voglia di una tisana. Ed entrambe avevano ingenuamente accettato, senza sapere che avrebbero presto partecipato, seppur inconsciamente, alla sua prima pseudo indagine.

-Certo che solo a te poteva venire in mente di prendere una tisana quando fuori fa ancora questo caldo, - proruppe Irene, dopo essersi quasi scottata la lingua; come al solito, la sua mancanza di pazienza l'aveva spinta a bere anche se la bevanda era ancora troppo calda, tutto perché non aveva voglia di aspettare e si scocciava. Stefania guardò l'amica e sorrise, pensando che fosse una metafora perfetta per descrivere il suo carattere.

-Irè, se per te questo è caldo meglio che in Sicilia non ci vieni proprio, - fece presente Maria, prendendo le parti della più giovane. -A Partanna in questo periodo ancora trenta gradi ci sono. Secondo me si sta bene, poi prima ha piovuto, fa anche un bel freschetto, una tisana ci voleva.

-Infatti, ci aiuta a sentire meglio l'atmosfera autunnale, - confermò Stefania con soddisfazione.

-Non me lo ricordate per favore, - aggiunse Irene, con il suo solito tono tragico e volutamente esagerato, -io mentalmente sono ancora in estate.

-Eh certo, figuriamoci se questa è contenta di tornare a lavorare e rassettare, - la riprese scherzosamente Maria, rivolgendosi a Stefania.

-Beh scusa tanto se a me piace rilassarmi e godermi la vita! Non siamo mica tutte fanatiche come te e la signora Amato, - si difese prontamente Irene.

In effetti che la signora Agnese fosse un po' esagerata era innegabile, sarebbe andata a lavorare anche con quaranta di febbre pur di non deludere il dottor Conti; Stefania da un lato ammirava tutta quella dedizione. Certo le piaceva il lavoro da venere, ma non al punto da essere pronta ad arrivare a quei livelli; anche per questo stava incominciando piano piano a prendere in considerazione un'altra strada per il suo futuro, a cercare un impiego che la facesse davvero sentire realizzata e che le facesse venir voglia di non perdere nemmeno un giorno di lavoro.

-Irene non si tratta di essere fanatiche, come dici tu, si tratta di avere responsabilità e senso del dovere, è così che fanno le persone serie, - replicò Maria con convinzione.

-Appunto, sai che noia, - controbatté prontamente Irene. -Che male c'è a divertirsi un po' anche sul lavoro e renderlo un po' più piacevole?

In effetti, detta così Irene sembrava sostenere una tesi quasi valida. Stefania si trovava combattuta tra quei due diversi punti di vista: da un lato era d'accordo con Maria quando diceva che bisognava dimostrare serietà sul lavoro e impegnarsi a fondo in ciò che si faceva, ma dall'altro era anche vero che se si poteva avere la vita un po' più facile e un po' meno faticosa, perché rifiutare? In fondo, una cosa non escludeva l'altra.

-E che ti devo dire, io non la vedo così. Per carità c'è un tempo per riposare, andare al mare, divertirsi, poi però bisogna lavorare e rimboccarsi le maniche, non solo per portare i piccioli a casa ma anche per una questione di responsabilità. Ho ragione o no Stefà?- domandò Maria infine, rivolgendosi a Stefania per avere la sua opinione.

Chiamata a schierarsi, la più giovane delle tre tergiversò qualche istante. Stava per aprire bocca, quando Irene la precedette e aggiunse:-Stefania è d'accordo con me, ovviamente! Se potesse altre due settimane di mare con Federico se le farebbe eccome, non è vero?

-Prima cosa, ti ho già detto che la cotta per Federico è acqua passata ormai, quindi al massimo le settimane di mare me le farei con Clarke Gable o Marcello Mastroianni, - ironizzò lei.

-Però, ha mire semplici la ragazza, - commentò scherzosamente Irene, facendo ridere anche Maria.

-E secondo, io penso che una cosa non debba escludere necessariamente l'altra. Prendi noi veneri ad esempio: sì, lavoriamo ogni giorno con serietà e facciamo il possibile per accontentare le clienti, ma è anche vero che una volta ogni tanto ci prendiamo delle pause e ci mettiamo a chiacchierare anche se siamo in orario di lavoro. Bisogna solo trovare la giusta via di mezzo, - concluse infine, in un certo qual modo orgogliosa delle doti diplomatiche appena esibite. Certo, del resto per vivere con due persone come Irene e Maria, praticamente agli antipodi e in disaccordo su tutto, un terzo elemento che porti un po' di diplomazia è praticamente necessario se si vuole evitare che scoppi la guerra civile.

-Ecco, hai detto bene Stefà, una giusta via di mezzo, - si inserì Maria, -Irene invece la moderazione manco sa dove sta di casa, capito?

La giovane siciliana si portò alle labbra la tazza con la tisana e ne bevette un sorso e subito dopo le altre due ragazze seguirono il suo esempio. Adesso che non era più bollente, finalmente potevano godersi la bevanda calda senza rischiare di ustionarsi.

-Lo dici come se fosse una cosa negativa. La moderazione ti porta solo fino a un certo punto nella vita, secondo me, - si difese Irene. -Se non si rischia e ogni tanto non si fanno scelte drastiche poi si rimane sempre bloccati nello stesso punto. Guardate Tina, senza andare troppo lontano. Se si fosse accontenta della via di mezzo avrebbe continuato a vivere a Milano, a lavorare al Paradiso, a fare le lezioni di canto con Recalcati e ogni tanto avrebbe fatto una serata in qualche locale prestigioso. Non avrebbe potuto sposare l'uomo che amava perché era divorziato e non si sarebbe messa contro la sua famiglia per fare contenti tutti. Invece ha osato, si è opposta, ha dato scandalo, ma alla fine ha raggiunto la sua felicità.

-Sì ma che c'entra Tina ora con il fatto che tu sei pigra e vuoi vivere una vita in vacanza, amunì! - la rimproverò Maria, non lasciandosi incantare da Irene e la sua parlantina. Ormai la conoscevano abbastanza bene da capire quando stesse usando la sua retorica per rigirare la frittata e dimostrare di avere ragione, anche nei casi in cui aveva palesemente torto. Tuttavia, adesso che l'argomento “Tina” era entrato nel discorso e in maniera tutto sommato spontanea, Stefania doveva approfittarne prima che cambiassero argomento.

-Però c'è da dire che anche Tina ha trovato un buon compromesso tra dovere e piacere: suo marito è anche il suo produttore, meglio di così! Certo, detto tra noi, mi aspettavo che la cosa la entusiasmasse un po' di più, ma magari dopo due anni è anche normale che arrivino la routine e la monotonia...

Naturalmente Stefania non era una stupida, aveva pronunciato quella frase in modo volutamente vago, così da spingere le sue coinquiline a chiederle di elaborare il concetto. Almeno così non sarebbe sembrato che era lei quella che voleva parlare di Tina a tutti i costi. E infatti, la sua affermazione fu accolta da occhiate un po' interdette.

-Cosa intendi dire Stefà?- domandò subito dopo Maria, un po' confusa. -Non ti seguo.

-Ma no, niente, magari è stata solo una mia impressione... è che da come parlava non mi è sembrato che andasse pazza per il suo lavoro, tutto qua. Ha detto a malapena due parole sul fatto che ogni tanto si mette un bel vestito e va a cantare! Mi sarei aspettata qualcosina di più, ecco... - commentò Stefania, con un po' di delusione nella voce.

-E cosa volevi, che ti dicesse che a cantare ci va su una carrozza a forma di zucca trainata dai cavalli?- le rispose Irene, con il solito sarcasmo che la contraddistingueva. -Anche tu quando sei entrata per la prima volta al Paradiso eri al settimo cielo e volevi vedere tutti gli abiti e gli accessori di tutti i reparti, adesso è solo il grande magazzino in cui lavori cinque giorni a settimana.

Stefania annuì e sorseggiò la sua tisana mentre Irene parlava. In effetti era vero ciò che stava dicendo, la sua vena idealista spesso le faceva trascurare il realismo delle situazioni (come ad esempio il fatto che Federico non l'avrebbe mai considerata come qualcosa di più di una sorellina o una cuginetta). Per fortuna, Maria non sembrava pensarla nella stessa maniera:

-Ragazze detto tra noi, devo ammettere che un poco strana Tina mi è parsa pure a me. All'inizio pensavo che fosse solo una mia impressione, ma adesso che mi dici che lo hai notato pure tu Stefà... Poi non lo so, anche questa cosa che non vuole parlare di Sandro... mi sembra strana.

In che senso Tina non voleva parlare di Sandro? C'era forse qualcosa che Maria sapeva di cui lei non era a conoscenza? Certo, visto che lavorava a stretto contatto con la signora Amato era molto probabile che la sua coinquilina non avesse detto quella frase a sproposito.

-In che senso Tina non vuole parlare di Sandro?- domandò Stefania, curiosa di avere più dettagli.

-Ma guardatevi un po', poi la pettegola qua dentro sarei io, eh, - si inserì Irene, con finto fare rimproverante. In realtà, Stefania era perfettamente consapevole del fatto che lei fosse interessata all'argomento tanto quanto lo erano lei e Maria.

-Ma che c'entra adesso, si fa per dire, - obiettò Maria, subito sulla difensiva, -mica lo stiamo dicendo con cattiveria, per carità.

-Infatti, e poi sappiamo tutte e tre che sei curiosa di sapere anche tu, - fece notare Stefania.

Irene non replicò, lasciando che Maria rispondesse finalmente alla domanda più rilevante all'interno del discorso.

-Allora, io ufficialmente non vi ho detto niente, però la signora Agnese mi ha raccontato che Tina da quando è tornata giusto due parole in croce su Sandro ha detto. Dice che non ne vuole parlare e ogni volta che fanno il suo nome lei fa una faccia e cambia subito argomento. Non lo so... secondo lei quelli sono in crisi e hanno qualche problema, però Tina dice che va tutto bene, che è tutto a posto e che non c'è niente da raccontare. Sinceramente io non so che pensare.

Stefania la guardò negli occhi e annuì in segno di comprensione, poi continuò a bere la sua tisana. Dunque i suoi sospetti non erano campati per aria, anche altre persone avevano notato lo strano comportamento di Tina! Però se nemmeno la signora Agnese aveva capito la motivazione ufficiale, probabilmente la cantante aveva scelto di non parlarne con nessuno, almeno per il momento, e non c'era tanto che lei potesse fare per ottenere più informazioni, se non rivolgersi direttamente alla diretta interessata – cosa che naturalmente, almeno per il momento, era fuori questione.

-Brutto segno in effetti... - convenne Irene, stringendosi nelle spalle.

-Ma magari può essere che sia soltanto lei che è timida e riservata, - ipotizzò Stefania, nonostante a primo impatto la ragazza non le avesse fatto esattamente quell'impressione.

-Tina?!- domandò Irene con incredulità.

-Timida e riservata, idda? - le andrò dietro Maria. -Non dico che siamo agli stessi livelli di Irene, ma poco ci manca...

-Guarda che io so essere molto discreta quando voglio, per tua informazione!- si difese Irene, con una punta di indignazione. -Ci sono cose di me che nemmeno voi sapete, - aggiunse poi con fare vago e un po' misterioso.

-Sì, certo, ci credono tutti proprio - la ignorò Maria, -comunque Stefà, ti assicuro che Tina non è il tipo di persona che si fa problemi a parlare della sua vita, anche perché Sandro è suo marito, non ci sarebbe niente di male.

-Poi certo, non vogliamo sapere proprio tutti i dettagli di quello che fanno, ma almeno qualcosina potrebbe raccontarci, - osservò Irene, guadagnandosi un colpetto sul braccio da parte di Maria come ammonizione.

-Irene! Ma ti pare che son cose da dire queste? - la riprese la siciliana, quasi indignata.

-Perché, che ho detto di male? Figurati se mi interessa sapere certi dettagli! - si affrettò a chiarificare Irene, forse temendo che Maria potesse avere in qualche modo frainteso.

-Una brava ragazza certe cose non le deve nemmeno pensare, - replicò Maria con serietà, quasi come se stesse ripetendo con fedeltà ciò che le era stato inculcato e si era sentita dire almeno un miliardo di volte nella sua infanzia e giovinezza.

-Che esagerata... - rispose Irene, senza insistere ulteriormente sull'argomento. In effetti Maria non era esattamente la persona ideale con cui affrontare certe tematiche, convenne Stefania tra sé e sé.

-Comunque, alla fine Tina ha detto che partirà tra poco per il tour in America latina, no? Ecco, se lei e Sandro partono insieme vorrà dire che è solo lei che è un po' stanca ma che le cose vanno bene, - rifletté Stefania ad alta voce.

-Ma sì, sicuramente sarà così, magari siamo solo io e la signora Agnese che vediamo problemi dove non ce ne sono e ingigantiamo le cose... - le diede ragione Maria. Stefania si chiese se per caso stesse alludendo a qualche circostanza particolare, o se lo dicesse così tanto per dire.

-Se invece inventa una scusa e rimane a Milano ancora per un po', allora abbiamo ragione noi e tra lei e Sandro è successo qualcosa, e sicuramente non sarà nulla di buono, - controbatté Irene.

-Lo sai Irene, la cosa che mi piace di te è che hai sempre una buona parola per tutti, vedi sempre il lato positivo delle cose - la prese in giro Maria, con eccessiva enfasi ed evidente ironia nella voce.

-Guarda che io a Tina voglio bene, non lo dico certo per portarle sfortuna o alimentare le malelingue eh, sono solo realista, - si di difese l'altra. -Oggettivamente il suo comportamento è strano e più di una persona lo ha notato, quindi non è da escludere che decida di fermarsi qua a Milano per un po' in attesa che le cose con il marito si sistemino.

Stefania non poteva nemmeno darle tutti i torti, tristemente.

-Vabbè ma che c'entra, noi speriamo che non succede e che tra lei e Sandro è tutto a posto, così partono per il tour e pure le cartoline ci mandano, - si augurò Maria. -Domenica a messa accenderò un cero per lei, va'.

-Cioè fammi capire, tu per lei il cero lo accendi e per noi che dobbiamo tornare al lavoro, avere a che fare con le clienti e stare in piedi otto ore al giorno neanche una misera candelina?! - scherzò Irene, fingendosi scandalizzata mentre mostrava tutta la sua drammaticità. Stefania sorrise divertita.

-Irene, con le candeline ti do fuoco agli smalti se non la smetti con 'sti discorsi, - la minacciò Maria, strappando una risata a Stefania.

-Ah, pure?! Guarda, appena divento ricca e vado anche io in Sud America stai pur certa che le cartoline te le scordi, manco le calamite da frigo ti porto.

Mentre lasciava che le sue coinquiline andassero avanti con i battibecchi (avrebbe quasi potuto giurare che quello era il loro strano modo di dimostrarsi affetto e stima reciproca, bisognava soltanto saper leggere tra le righe... righe molto molto strette, certo), Stefania pensò tra sé e sé che una versione di sé stessa più giovane e immatura avrebbe probabilmente letto volentieri un bel articolo su una rivista di gossip con qualche titolo creato ad hoc per attirare la curiosità dei lettori, come ad esempio: “Quando l'amore finisce: problemi in Paradiso per Tina Amato?”, magari anche pieno di esagerazioni e speculazioni spesso infondate per creare clamore e sostenere la tesi che il divorzio fosse il male della società. Beh, se doveva essere sincera anche la versione di sé stessa di un anno prima, quando aveva da poco incominciato a lavorare al Paradiso ed era ancora su di giri per Federico, sarebbe stata interessata a leggere una roba del genere.

Adesso invece le cose erano cambiate. La sua prospettiva era cambiata. Lei era cambiata. Prima pensava che il matrimonio non fosse altro che una favola che durava per sempre, un “per sempre felici e contenti” trasposto nella vita reale. Adesso invece, dopo un anno trascorso a Milano in cui aveva avuto occasione di conoscere tante persone diverse, ognuna con la sua storia da raccontare e con il proprio bagaglio di esperienze e di vita sulle spalle, Stefania aveva capito che il concetto di amore e di famiglia assumevano tante sfaccettature diverse e che il matrimonio era semplicemente una delle tante e, come tutte le cose, racchiudeva in sé sia lati positivi che negativi, luci e ombre e un numero troppo grande di sfumature per poter essere semplicemente ridotto a una questione di bianco e nero. Clelia e Luciano con il loro amore tormentato erano stati i primi a dimostrarle che tutti i matrimoni non implicavano necessariamente che ci fosse amore, e tutti gli amori non implicavano necessariamente che ci fosse anche un matrimonio di mezzo. Soltanto perché un prete non aveva ufficializzato la loro unione, non significava che loro due, Carletto e il loro bambino non fossero una famiglia. Allo stesso modo lei, pur non avendo più una mamma, aveva incontrato diverse figure materne nel corso del suo cammino: la zia Ernesta a Lecco, Irene a Milano e un pochino anche la signorina Moreau, soprattutto sul luogo di lavoro. Questo naturalmente non diminuiva l'importanza della sua madre biologica, ma al contrario dimostrava che ogni situazione e ogni persona assumevano un significato e un'importanza diversa in base a tante variabili che non tutti necessariamente conoscevano o avevano gli strumenti per comprendere.

Per cui, se anche si fosse scoperto che il matrimonio tra Tina e Recalcati era finito da tempo, Stefania non l'avrebbe giudicata male, né avrebbe pensato che il loro amore aveva avuto meno valore soltanto perché non era durato per l'eternità. Al contrario, la Stefania del presente sarebbe stata curiosa di scoprire con un sincero interesse le cause della fine della loro relazione, e magari, dopo aver scambiato due chiacchiere con Tina, al posto di un articolo pieno di frivolezze e falsità avrebbe preferito scrivere un'interessante riflessione sul divorzio: era davvero una minaccia alla famiglia e alla cristianità, come la zia Ernesta e tante altre persone le avevano spesso ripetuto con cieca convinzione, o era semplicemente un'opportunità di ricominciare e rifarsi una vita dopo un amore finito? Stefania la sua risposta l'aveva trovata, e si augurava che anche Tina, nella malaugurata ipotesi in cui Sandro fosse ormai parte del suo passato e alla fine non ci fosse alcun tour in sud America, avrebbe saputo rialzarsi e ricominciare, magari proprio lì a Milano, con loro. E poi ora le cartoline nemmeno le interessavano più: belle e pittoresche, certo, ma statiche e immobili; adesso invece preferiva la realtà, con tutto il caos, il movimento e le contraddizioni che aveva da offrirle.

   
 
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