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Autore: Mercurionos    20/09/2021    0 recensioni
ULTIMO CAPITOLO: Alba e Cenere:
E lì, nell’ombra silenziosa e fredda,
sotto lo scampanellio della pioggia,
Vegeta volse lo sguardo alle proprie spalle,
e la vide.
L'Impero Galattico di Freezer, tirannico dittatore di tutto ciò che esiste: un periodo oscuro e inenarrato. Il rinnovato nucleo dell'impero attende tre guerrieri saiyan, gli ultimi della propria specie, predestinati a mostrare il proprio valore all'Universo. A partire dagli ultimi giorni del Pianeta Vegeta, fino a quel fatidico 3 Novembre, e oltre, nel massimo rispetto del magnifico Manga di Akira Toriyama.
Parte di "Dragon Ball: Sottozero", la vita dell'eroe che non abbiamo visto crescere.
Genere: Avventura, Comico, Introspettivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Freezer, Nappa, Nuovo personaggio, Radish, Vegeta | Coppie: Bulma/Vegeta
Note: Missing Moments | Avvertimenti: Tematiche delicate, Triangolo, Violenza
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Dragon Ball - Sottozero'
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Capitolo 23 – Neo Freezer Confidential, Parte 12 – Anno 2, 41 Pratile/5 Termidoro
 
Si voltarono, rispondendo all’invito dell’uomo, che porse loro una mano: “Unitevi a noi. Non siamo da soli, nell’Universo.”
Vegeta si raddrizzò. Un pensiero sconnesso riaffiorò nella sua mente, l’immagine di un uomo morto, quasi identico a Hylo, accasciato su una scrivania finemente decorata, con un buco nel petto. Vegeta allontanò Mirk, le lasciò la mano, e tornò ad essere teso. Un dubbio prese il sopravvento sui suoi pensieri, la sequenza disordinata degli eventi a cui aveva assistito lo confondeva. In cerca di un pensiero coerente, chiese circospetto all’uomo: “Perché allora lo hai ucciso, tuo padre?”
 
Hylo trasalì. Corrugò la fronte e in un singolo istante si fece tetro in volto, furioso, spalancò la bocca, inspirò, come per urlare, offeso dalle parole di Vegeta. Poi si udì un sibilo fendere l’aria pesante di quella stanza. L’uomo non parlò più. Portò una mano tremante al busto, rantoli di dolore traballavano nella sua gola, si strinse lo petto. Un foro bruno, profondo, si era incuneato sul torace di Hylo. Il Cariophilo cadde all’indietro, trascinato dall’inerzia dell’attacco appena subito, un invisibile, velocissimo fascio di energia, e sbatté contro il muro, vomitando sangue verde sul pavimento. Spirò un ultimo, acuto respiro, e morì.
 
Vegeta fece giusto in tempo ad ascoltare il proprio istinto: voltò il capo per cercare chi, alle sue spalle, aveva assassinato dalla distanza il ribelle. Vide soltanto un’ombra scattare nella sua direzione. Alzò le mani, fece per indietreggiare e rispondere all’aggressione, ma non fu necessario: non era lui l’obiettivo della figura. Seguì i suoi movimenti, ma fu troppo tardi. Mirk cadde a terra mentre stringeva sofferente il proprio ventre. Gladyolo si raddrizzò sopra la compagna ormai svenuta. Il cuore di Vegeta palpitò incerto, la vista del saiyan sembrava velare la realtà di nebbia, ma quello di fronte a lui era senza dubbio Gladyolo.
 
“Mi stai prendendo in giro, vero, Vegeta?” Il ragazzo gli parlava, senza guardarlo in volto. Non indossava lo scouter, perché teneva in mano l’apparecchio. Passeggiò lentamente per la stanza, esaminando gli scaffali ancora appesi alle pareti. Il fruscio dei suoi passi sulla polvere di cemento rimbombava nella stanza semivuota.
“Sei impazzito? Perché hai colpito Mirk?” Il saiyan si avvicinò alla ragazza stesa in terra. Vide che respirava, ma non se la sentì di distogliere lo sguardo dal ragazzo biondo. Dovette accontentarsi di una prima impressione.
 
“Adesso ti metti anche a contrattare con i ribelli?” Sull’orlo di una risata isterica, Gladyolo si fermò di fronte al fucile a gluoni. Lo prese dal ripiano su cui era stato abbandonato, lo ispezionò accuratamente, passando una mano lungo il suo profilo. Notò divertito che l’arma fosse ancora disattivata. Poi afferrò l’oggetto per le estremità, strinse forte le mani, e la piegò come se fosse fatta di gomma. Si udì il fremito dolente del metallo divelto. Sbuffò, annoiato, e gettò con noncuranza il fucile ai piedi di Vegeta.
 
“Che… che stai facendo? Hai distrutto il fucile!” Le intenzioni di Gladyolo non gli furono per nulla chiare.
“Non serve più. Ora nessun altro dovrà essere ucciso.”
“Hai completamente perso la ragione, idiota?”
“IO? TU DISOBBEDISCI ANCORA AGLI ORDINI, FAI DI TESTA TUA, E TI METTI A PURE PATTEGGIARE CON UNO STUPIDO RIBELLE! QUI, IN CASA DI FREEZER!”
“Sei impazzito!”
“Ora bastano le belle parole di una ragazza per distoglierti dalla tua arroganza, Vegeta!? Quando sei diventato così debole?”
 
Vegeta balzò rabbioso in avanti, attaccò il terreno e caricò un pugno. Nel giro di un istante si ritrovò schiacciato contro il muro, completamente immobile, con una mano stretta attorno al proprio collo. Gladyolo lo aveva sopraffatto, e lui non era nemmeno riuscito a vedere come.
Gli occhi del principe di Pyaneta brillavano inquietanti, di una pallida luce argentata. Un vento inesistente scompigliava i suoi capelli, debolmente rilucenti in uno spettrale barlume lattiginoso. Vegeta tentò di divincolarsi, agitò gli arti con forza, ma non produsse alcun effetto. Una prigione invisibile, ineluttabile, indistruttibile, si era cristallizzata attorno al suo corpo.
 
“Io sono stanco di stare dietro alle tue stronzate, Vegeta. – lamentò Gladyolo a denti stretti – Ti ho detto di stare alle regole, di darmi ascolto, soltanto un minimo, non ti ho chiesto di fare il bravo ragazzo. Ma tu continui, imperterrito, a fare di testa tua! Sei solo un giocattolino difettoso, rimpiazzabile, e francamente non ho più voglia di ricordartelo.”
Strinse sempre di più le dita attorno al collo di Vegeta premendolo contro la parete. Vegeta cominciò a singhiozzare in cerca di ossigeno. Gladyolo lo sfidava con lo sguardo, lo minacciava con la rabbia degna di un saiyan. E poi, nei suoi occhi, intravide una nota di paura. Allentò la presa, e Vegeta cadde al suolo, in ginocchio, tossì con la gola in pezzi.
 
“Fai ancora di testa tua, e verrai rimosso. Io non ti salverò il culo ancora una volta.”
Il suono di una sirena penetrò attraverso le pareti danneggiate. Gladyolo porto lo scouter all’orecchio: “Ispettore? Sì, sono io. Abbiamo eliminato i colpevoli. Lascio a lei il resto. Sì, grazie.” E se ne andò senza dire altro, abbandonò la stanza a un funebre silenzio. Vegeta si rialzò, lentamente barcollò verso Mirk, la agitò tentando di risvegliarla. La ragazza emise un rantolo quando il saiyan la sollevò per un braccio, e poco a poco riprese coscienza. Mezzi intorpiditi si trascinarono fuori dalla casa, ormai ridotta ad un cumulo di macerie.
 
“Lord Freezer.”
Una voce metallica, spezzata dal ritmo elettrico di un filtro, invocò il nome dell’imperatore. Un’ombra era apparsa sulla sommità di un edificio vicino a quella che, fino a pochi minuti prima, era la villa inabitata dai ribelli di Carioph. Protetta da un mantello violaceo, attraversato da ricami triangolari, era invisibile nella buia notte del deserto. Si abbassò, osservando da lontano i movimenti degli studenti del N.I.S.B.A.. In silenzio, attese una risposta dal proprio scouter bianco, unico lume nel suo completo di tenebra
 
“Su, su, voi! Qui dobbiamo lavorare, noi!” L’ispettore Pomfritz, nonostante l’ora tarda, sprizzava energia da tutti i pori. “Su ragazzi, voi! Caricate questi cadaveri, voi! Ehi, rappresentante, lei! Quanti ce ne sono, di loro?”
Gladyolo lo superò velocemente. “Nove.” Disse soltanto, poi si circondò di ki e spiccò il volo. Pomfritz allora salutò contento la processione dei coraggiosi soldati che avevano finalmente sgominato la minaccia rappresentata dai ribelli: “Ben fatto, voi, avete davvero compiuto un ottimo lavoro, voi.” Incontrò di nuovo i volti compiaciuti di Radish e Pump, che lo salutarono con un sorriso; Bueno lo omaggiò con un’energica stretta di mano, e l’ispettore ricambiò soddisfatto.
 
“Allora, agente? Spero che ci siano novità.” La voce dell’imperatore gracchiò attraverso lo scouter dell’ombra.
“Sì, mio signore.”
Forse per abitudine, il fantasma viola si inchinò di fronte al nulla. Scrutava gli studenti mentre abbandonavano la villa devastata dallo scontro: “La minaccia ribelle è stata eliminata.”
Nonostante la voce elettronica, trasparì una nota divertita dalle parole della tetra figura.
 
“Ehilà, voi! Su con il morale, tu, avete fatto un ottimo servizio all’Impero, voi.”
Vegeta non grugnì nemmeno in risposta all’entusiasmo dell’ispettore. Piano piano zoppicava per i ruderi, portando Mirk con sé, ancora intontita.
“Nadiapi, vieni qui, tu! Qua sotto ce n’è un altro, lui!”
Entrò nella stanza dalla quale era appena uscito il principe dei saiyan. Subito vide il corpo senza vita del comandante dei ribelli. Per lui non era stato altro che il mandante di tutti quegli omicidi. Ora era soltanto l’ennesimo corpo da eliminare.
 
“Fu fu fu… Eccellente! Alla fine, si è risolto tutto nel migliore dei modi… O mi sbaglio?”
“Mio signore?”
“Che cosa mi dici… dell’Emblema? Dopotutto, hanno perso molti dei loro membri nell’ultimo periodo, non è così?”
“Sì, Lord Freezer. Ho ricevuto notizie di una crisi interna. La successione del direttore è compromessa. Molti affiliati hanno abbandonato la propria posizione nel Silver Emblem.”
“Oh… È magnifico! Quel covo di dissidenti cominciava a essere una spina nel fianco! Avevano sempre fatto di testa loro, dopotutto.”
“Capisco, mio signore.”
 
Pomfritz si avvicinò al nono cadavere. Estrasse dal taschino sul petto un palmare, e vi strisciò sopra le dita. Guardò il ribelle deceduto, poi un’immagine sul palmare, il fotogramma di una registrazione ripresa da una telecamera: “Deve essere questo, lui, quell’Hylo, lui. Portiamolo via e andiamo a casa, noi!” Aiutò il collega a sollevare le spoglie dell’uomo. Lo allontanò dalla parete, una larga lastra di cemento, attraversata da mille crepe, con un paio di mensole sporche. Pomfritz fu troppo distratto e non si curò di esaminare il luogo, né di osservare il muro alle spalle della salma; ma al centro della parete grigia, coronato da un anello di braci ancora crepitanti, si era formato, in silenzio, un nero disco di cenere.
 
Note dell’Autore:
Si conclude così il capitolo più lungo che io abbia mai scritto, talmente lungo che si potrebbe considerare una storia a parte. In ogni caso spero che vi sia piaciuto, e che non si sia protratto più del necessario.
 
Nel capitolo sono state approfondite molte relazioni tra i vari personaggi, e ho trovato più volte difficoltà nel far interagire un ensemble tanto grande. In particolare spero che sia cambiata la figura di Gladyolo perché, assieme a Mirk, fa parte del fulcro della trama di questo secondo libro. Se prima mi stava moderatamente antipatico, ora lo detesto un pochetto. E per fortuna è proprio questo il ruolo del personaggio: è un antagonista.
 
Ci sarebbe molto altro da dire su questo capitolo e su come proseguirà la storia, ma immagino che i miei sproloqui non siano particolarmente interessanti.
 
La settimana prossima pubblicherò una one-shot inerente a Dragon Ball Sottozero e incentrata su Bardack, giusto per spezzare un po’ da questo capitolone. Il prossimo capitolo della storia principale invece riguarderà… il torneo di arti marziali! Sì, è passato un anno dall’ultimo torneo. Spero che continuiate a seguirmi fino alla fine di questo lungo secondo anno, e poi oltre, fino alla fine della storia. Grazie mille per avermi seguito fin qui, e mi raccomando: non perdetevi assolutamente il seguito!
 
P.S.: su consiglio della magnifica e inarrivabile sese87, e per amor Vostro, visto che questa fanfiction pare non aver mai fine, ho inserito e inserirò ogni tanto dei riassunti nella fanfiction, in puro stile Evergreen Edition. Non ne metterò molti, circa uno ogni sei mesi di pubblicazione mi sembra adeguato. Però è davvero un’ottima idea!
Ora andate a leggere le storie di sese87.
   
 
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