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Autore: _Layel_    20/09/2021    2 recensioni
Aveva imparato che esistevano le anime gemelle guardando le soap opere che davano in TV. Sapeva che ogni tanto, a seconda di quanto vicini si fosse, si ricevevano delle visioni che mostravano la vita della propria anima gemella. Per ora gli era successo solo tre volte. La prima volta era stata quando la sua anima gemella aveva manifestato il suo Quirk. Keigo aveva solo visto una forte luce e i sorrisi di quelli che dovevano essere i suoi genitori. Le visioni successive erano state meno allegre.
[Soulmates!AU | DabiHawks]
Genere: Azione, Drammatico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Yaoi | Personaggi: Dabi, Hawks
Note: AU, Soulmate!AU | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Capitolo Sei: Sorprese


"Bentornati e, per chi si fosse collegato solo ora, benvenuti a L'Ultima Pista. Come avevamo annunciato prima della pubblicità questa sera discuteremo di un caso che ha lasciato la polizia a brancolare nel buio: l'attacco alla Commissione Eroi! Come sapete due anni fa un villain sconosciuto ha causato la morte dell'allora Presidente, Kento Asayama. Sull'identità dell'assassino si sono diffuse teorie e speculazioni e noi, solo per questa sera, cercheremo di trovare la verità! 

Abbiamo con noi il Dottor Hasegawa, psicologo ed esperto di comportamenti criminali. Buonasera, dottore, cosa ne pensa della famosa teoria secondo cui il colpevole sarebbe proprio un pupillo al servizio della CEPS?"


"Buonasera e grazie per avermi qui. Questa è sempre stata una teoria affascinante anche se poco realistica. Presupporebbe, per esempio, che la Commissione addestri e formi individui. Questo non è ovviamente possibile, la CEPS non è un organo militare, ma un ente amministrativo. Lasciamo l'addestramento dei cadetti alla polizia. 


"É più probabile che, come spesso succede, questo individuo fosse un grande fan dell'operato degli eroi e che abbia notato alcune piccole imperfezioni in un sistema che credeva perfetto, quindi ha deciso di vendicarsi. Con questo non voglio insinuare che la Commissione-" 


Il barista cambió canale. "Che palle, la partita non è ancora iniziata."


Dabi fissava il bicchiere vuoto sul bancone con un sorriso amaro. Quel dottor qualcosa non poteva avere più torto. Piccole imperfezioni. Uno degli insulti più carini che gli avessero rivolto. 


In quel momento una donna alta e dai capelli rosa entrò nel bar. Guardò i pochi tavoli occupati e decise di prendere posto accanto a Dabi. Ordinò un bicchiere di rosso e iniziò a parlare mentre guardava la TV. 


"Ce l'hai?" 


"Sì. È fuori."


"Perché diamine non l'hai con te?" sussurrò allarmata la donna, un dito che picchiettava contro il vetro del bicchiere. 


"Andarsene in giro con quella roba non sarebbe stato per niente sospetto," Dabi alzò un sopracciglio, "É in macchina."


La donna annuì, finí il vino in un sorso e pagò il barista. Uscì dal locale senza dire un'altra parola. Dabi aspettò cinque minuti e fece lo stesso. 


Il parcheggio era illuminato solo dalle luci del locale e la sua auto era parcheggiata nella parte più buia. Infilò le mani in tasca e aprí il baule. Sentiva il piede della donna battere con insistenza sull'asfalto, guardandosi continuamente intorno, come se si aspettasse che un agente della Commissione potesse spuntare fuori dal terreno. Troppo tardi. Dabi la consegnò la busta contenente i documenti top secret che avrebbero fornito alla donna le prove concrete di ciò che già sapeva. Lei gliela strappò dalle mani e non perse tempo ad aprirla. 


Dabi vide la sua espressione cambiare dal sollievo allo shock nel trovarsi davanti solo fogli bianchi. Il respiro le si strozzò in gola. Lo guardò confusa e poi realizzò. Iniziò a correre ma Dabi fu più veloce. Premette il grilletto e la donna cadde a terra, una pozza di sangue che lentamente si formava sotto di lei. 


La trascinò sul sedile, lasciando una striscia rossa sull'asfalto. Lasciò che le fiamme gli crepitassero in mano e diede fuoco all'auto. Dabi sorrise quando pensó all'espressione dei suoi tutori quando lo avrebbero scoperto. Si erano raccomandati di tenere un basso profilo e di non distruggere un'altra delle loro proprietà. 


L'aria iniziava a puzzare di gomma e carne bruciata, in lontananza si sentivano le sirene della polizia. Dabi lo prese come il suo invito per levarsi di torno. 


Rientrò alla Commissione che ormai era l'alba. Fece una doccia per togliersi l'odore di fumo di dosso e si buttò a letto. Piccole imperfezioni in un sistema perfetto, eh? 


+


"Dabs! Guarda qua!" trillò Hawks nell'entrare nella sua stanza. Gli buttò sul letto un gran numero di borse, borsine, scatole e fogli di carta.


"Che è sta roba?" Dabi mise da parte la rivista che stava leggendo, stando attento a nascondere il documento che c'era all'interno. 


"Cioccolata! Quasi tutta, almeno. Ci sono anche dei bigliettini."


Allo sguardo interrogativo di Dabi, Hawks si affrettò a spiegare. "San Valentino!" 


"É tutta roba tua?" chiese Dabi, scettico. 


Hawks incrociò le braccia, fingendosi offeso. "Guarda che sono molto popolare. A differenza di qualcuno." 


Dabi gli lanciò un cuscino e iniziò a frugare nelle borse, tirando fuori diverse scatole di cioccolatini e gettandole da parte. 


"Fanno tutti schifo." 


"Aw, davvero? Non è che sei solo geloso?" Hawks si sedette sul letto e gli fece l'occhiolino. Dabi gli diede una gomitata e indicó le scatole rovesciate sul letto. 


"Sembrano fatti da ragazzini di quattordici anni."


"Perché lo sono." Hawks prese un biglietto dalla pila e iniziò a leggerlo. "Guarda che hai solo due anni in più, non darti tante arie. Alcuni di questi sono anche carini." Gli sventolò il bigliettino sotto il naso. Dabi lo prese e lo ridusse in cenere. 


"Hey!" 


"I miei verrebbero mille volte meglio."


"Oh, davvero? Scommettiamo?" 


Dabi alzò un sopracciglio. "Che vuoi scommettere?" 


Hawks ci pensó per qualche momento. "Uhm, facciamo che chi vince potrà scegliere cosa guardare per il resto della settimana." 


"Tutto qui?" 


"Uhm? Vuoi che dia un bacio al vincitore?" Hawks gli fece un altro occhiolino. 


Buon Dio. "Preparati a un'intera settimana di horror." disse Dabi mentre scendeva dal letto. 


"Come sei noioso." 


"Meno male che ci sei tu, allora." rispose sarcastico, mentre cercava di ricordare come si facevano i cioccolatini e ignorando Hawks che lo fissava con una strana espressione dal letto. 


+


Erano davanti alla porta della cucina da quasi venti minuti. Hawks stava cercando di far scattare la serratura con una delle sue piume. Dabi sbuffò dal punto in cui era seduto. 


"Ancora niente?" 


"Ci sono quasi." rispose, dalla sua espressione si sarebbe detto che stesse cercando di disinnescare una bomba. Cosa che aveva già fatto e in molto meno tempo.


"Avremo fatto meglio a buttarla giù."


"Sì, certo. Quello non attirerebbe proprio l'attenzione."


"Allora muoviti." 


Hawks gli lanciò un'occhiataccia. "Perché non la apri tu se sei tanto-" 


Click. La serratura scattò e Hawks aprí la porta con un sorriso soddisfatto e giusto un po' impertinente. 


"Uhm, ogni tanto servi a qualcosa, uccellino." disse Dabi mentre entrava nella cucina buia. Cercò a tentoni il pannello con gli interruttori e, nel dubbio, li premette tutti. La cucina venne illuminata a giorno. 


"Ammettilo senza di me non potresti stare." disse Hawks mentre gli dava una spinta scherzosa. 


"Uhm, certo. La borsa?" 


Una borsina di plastica venne appoggiata su un bancone da due piume rosse. Hawks iniziò a frugarci dentro. Trovò ovviamente l'ultima cosa che Dabi voleva che trovasse e si girò verso di lui con un ghigno stampato in faccia. 


"Aw, non ti facevo per un tale  romantico." disse, stringendo gli stampi a forma di cuore che Dabi aveva comprato quel pomeriggio. 


"Ho trovato solo quelli." Dabi li rimise nella borsa. "La forma non è importante, basta che siano buoni."


"Come dici tu, Dabs." Hawks si sedette sul bancone, ghigno ancora al suo posto. "Quindi, che si fa?" 


"Tu, niente. Io taglio queste." Prese quattro tavolette di cioccolato dalla borsa. Due erano fondenti e due di cioccolato bianco. Le scartò e iniziò a tagliarle a pezzi. Non si preoccupò troppo di non sporcare o graffiare il ripiano su cui stava lavorando. Posò il coltello e andò a cercare un paio di ciotole e magari anche una pentola. Tornò per trovare Hawks che rubava dei cubetti di fondente. Dabi gli schiaffeggiò via la mano. 


"Eddai, tanto è per me!" 


"Ah sì?" Dabi lo guardò con un sopracciglio alzato mentre metteva il cioccolato nelle ciotole. 


"Il fondente non ti piace, per chi altro può essere?" 


Dabi scrollò le spalle e non rispose. Cercò di capire come accendere i fornelli e mise a scaldare una pentola d'acqua. Aspettò che diventasse abbastanza calda e iniziò a sciogliere il cioccolato.


"Ora che fai?" chiese Hawks mentre si sporgeva sui fornelli. 


"Lo sciolgo. Quando si fa questo passaggio c'è da stare attenti che il cioccolato tocchi meno acqua possibile. Mamma non me lo faceva mai fare." 


Gli tornò in mente un freddo pomeriggio invernale con sua madre ai fornelli. Stava sgridando bonariamente Touya e Fuyumi mentre loro litigavano su chi avrebbe decorato i cioccolatini con la penna azzurra. Alla fine, Rei aveva deciso che sarebbe toccato a Natsuo. Il bambino fece la linguaccia ai suoi fratelli e Touya lo spinse giù dalla sedia su cui era appollaiato. Fuyumi lo sgridò e Natsuo lo tirò in terra con lui. 


Di quei pochi cioccolatini che riuscirono a decorare gli unici passabili erano quelli di Fuyumi e decisero all’unanimità di regalarli a Rei. Loro padre ricevette i due che a Touya erano caduti sul pavimento e i coniglietti deformi di Natsuo. Touya si ricordava ancora quanto avesse riso alla sua faccia. 


"Dabi!" 


Dabi ritornò al presente. Il cioccolato stava bruciando. Imprecò e tolse la pentola dal fuoco, cercando di salvare qualcosa. Mescolò un paio di volte e provò ad assaggiare. Sì, bruciato. Sbuffò e diede un calcio al bancone. 


"Perfetto. Beh, ho già perso, uccellino. Meglio andare a letto." 


"Eh? Ma c'è n'è ancora." Hawks afferrò Dabi per un braccio e lo fece girare verso di lui. "Il giudice sono io, quindi sono io che dichiaro quando finisce la sfida." 


Dabi alzò gli occhi al cielo, “Serio?"


“Certo! Devo ancora decorarli!”


Dabi scosse la testa, non riusciva a dire di no a quegli occhi da cucciolo bastonato.


Decise, però, di provare un metodo più veloce per sciogliere il cioccolato bianco: il microonde. Hawks provò addirittura ad aiutare Dabi a versare il cioccolato negli stampi, rovesciandone fuori metà e mangiando l’altra metà.


"Che facciamo mentre si congelano?" 


"Induriscono." Dabi lo corresse senza pensare mentre chiudeva uno dei freezer della cucina. 


Hawks lo zittí con un movimento della mano. "Oh! Guardiamo Banana Fish!" 


"Adesso? Alle…" guardò l'ora sul cellulare, "all'una di notte?" 


"Uff, su mamma sarà divertente." 


Dabi lo spinse fuori dalla cucina. 


+


"Tua mamma sembrava gentile." 


Dabi lo guardò con espressione interrogativa. Hawks scrollò le spalle. "Almeno da quello che ho… che hai raccontato." Hawks evitó il suo sguardo, concentrandosi sulla televisione. La luce artificiale lo faceva sembrare molto più pallido del solito. Dabi non sapeva cosa rispondere. Non era sicuro di cosa provasse per sua madre. Un tempo l'aveva odiata. Ora occupava solo uno spazio vuoto negli scaffali della sua memoria. 


"Di solito ci faceva cucinare con lei. Me e i miei fratelli." 


"... Ti mancano?" chiese Hawks con un sussurro. 


No, Dabi avrebbe voluto dire. Sì, era la risposta che qualcuno si sarebbe aspettato. "Non lo so", disse infine, l'unica che sentiva vera. Era certo che non gli mancasse suo padre, quel bastardo poteva morire in un fosso per quanto gli interessava, ma non era altrettanto sicuro nei confronti dei suoi fratelli. Fuyumi che costringeva lui e Natsuo a finire i compiti, che ogni pomeriggio gli bendava le ferite e gli sorrideva. Natsuo che riusciva sempre a sporcarsi la maglietta e a far stupide battute per far ridere Touya dopo gli allenamenti. 


E Shouto. Il bimbo perfetto. Il figlio uscito giusto. Ecco un'altra persona che a Dabi non sarebbe mancata. 


"Mhm…" rispose Hawks. 


"A te?" 


"Abbastanza figo, eh?"Hawks fece una risatina forzata mentre indicava il ragazzo biondo sullo schermo. 


A Dabi passarono per la mente una dozzina di commenti diversi ma si limitó ad annuire. Un imbarazzante silenzio si stiracchiò per la stanza, il rumore della televisione non faceva nulla per attenuarlo. 


Hawks si portò le ginocchia al petto e tremò in modo esagerato. "Certo che si gela."


"Copriti." Dabi non lo guardò neppure. 


"Ma la coperta è nell'armadio…" 


"No."


Hawks lo guardò con gli occhi da cucciolo che sapeva dannatamente bene funzionavano come un incantesimo su Dabi. Si alzò dal letto con uno sbuffo. 


Nell'armadio c'era un ammasso di magliette, tute e un quantitativo preoccupante di piume. Vide persino una sua maglietta. Mentre rovistava tra i cassetti gli capitò in mano qualcosa che non credeva avrebbe mai volontariamente toccato. 


"Hey, cervello di gallina. Che cazzo è?" chiese mentre teneva tra pollice e indice uno dei pupazzetti promozionali di Endeavor. Anche al buio Dabi aveva riconosciuto subito quella stupida barba fiammeggiante. 


"Uhm?" Hawks inclinó la testa di lato, "É un pupazzo?" 


"Quello lo vedo anch'io, ma perché ce l'hai?!" sibilò Dabi. Lasciò cadere il giocattolo sul pavimento e provò il forte impulso di schiacciarlo sotto gli stivali. Hawks gli fu vicino in un batter d'occhio e strinse il pupazzo tra le mani. Il che era un peccato perché Dabi non voleva dare fuoco anche a Hawks. 


"É un regalo di mia mamma," iniziò Hawks a bassa voce, "Era il mio unico amico finché…" gli occhi di Hawks volarono su di lui per poi tornare sul giocattolo. "Credo che lei l'abbia preso solo per farmi stare zitto." Fece un sorriso che non gli arrivò agli occhi, "Sai, quelli di All Might costavano troppo." 


Dabi non sorrise, sentiva il cuore martellare nel petto. Perché doveva essere proprio Endeavor? "Lo ammiri?" 


"... È un bravo eroe." I palmi delle mani di Dabi si fecero più caldi. "Non credo sia anche un bravo padre."


"Cosa?" Il calore del suo quirk si disperse e riprese a respirare. "Cosa?" ripeté, anche se Hawks lo aveva già sentito la prima volta. 


"Mi sembra abbastanza ovvio, no?" 


Dabi scosse la testa e indietreggiò. Hawks alzò le mani in un universale segno di pace. "Non era quello che intendevo. Tu… tu non sei come lui. Potresti essere un grande eroe." Hawks gli fece un timido sorriso. 


A Dabi tornarono in mente i capelli rosa di una donna di cui non conosceva neanche il nome che prendevano fuoco. Si ricordò cosa aveva provato mentre la uccideva. 


"No. Ti sbagli." 


Uscì dalla stanza. Hawks non riusciva a capire. Lui non sarebbe mai diventato un eroe. 





_______ 


Note: Uhm, capitolo lunghino, eh? Cosa ne pensate? :3


Ah, ho iniziato le lezioni e il mio tempo libero si è ridotto tipo dell’80%. Farò del mio meglio per aggiornare in modo costante!






   
 
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