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Autore: eddiefrancesco    20/09/2021    1 recensioni
Quando scopre che la nonna, eccentrica gentildonna con il vezzo del mecenatismo, ha una nuova dama di compagnia, Marcus, conte di Hawkridge, si precipita nel Devon.
Gli basta un'occhiata per capire che la ragazza in questione non è la solita approfittatrice, ma questo non significa che la giovane non abbia qualcosa da nascondere.
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: AU | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Storico
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Lady Nettlebed tornò con un altro bicchiere e ruppe l'incantesimo. Misericordia, non c'era da stupirsi che Kitty Ingham avesse rotto il fidanzamento! Fu il pensiero che attraversò in un lampo la mente di Amy. Quale innocente, beneducata fanciulla, non sarebbe fuggita a gambe levate di fronte alla bruciante intensità che la aspettava la prima notte di nozze? Amy degluti'. Il fatto che lei non solo avesse affrontato quella intensita' quando Hawkridge l'aveva baciata, ma che ne fosse stata anche eccitata, le suscitò vampate di calore. Si aggrappo' alla tazza da tè come se potesse in qualche modo aiutarla a mettere ordine nel tumulto dei suoi pensieri. Perché non si era spaventata? Forse perché in qualche modo, in quegli ultimi giorni, aveva imparato a fidarsi di lui? Hawkridge la faceva sentire incredibilmente sicura. Sospirò felice. Poi, quando la partita riprese, la visione di Hawkridge che brandiva una mazza con micidiale efficacia cacciò ogni pensiero logico dalla sua mente. In lei rimase solo un delizioso, impudico, femminile apprezzamento della forza maschile di lui. Il ritorno alla realtà, quando venne, fu devastante. Non ci fu alcun preavviso. Niente di niente. Sentì Lucinda chiamarla, alzò gli occhi... E si trovò a guardare in faccia l'unico uomo che aveva sperato di non vedere mai più. Suo marito. Amy si impietri'. Un brivido gelido le scese lungo la schiena e le mani le si imperlarono di sudore. Le labbra di Lucinda si stavano muovendo, ma lei non riusciva a sentirla. Il mondo si era infranto ai suoi piedi in schegge acuminate, che aspettavano solo che facesse un passo falso per dilaniarla. Poi, nell'istante in cui dal campo giungeva un colpo secco che annunciava un altro punto, il mondo tornò a posto. Un mondo diverso, forse, ma per cui valeva la pena lottare. La sua mente si fece lucida e fredda come il sudore che le velava la pelle. Fredda come il sorriso dell'uomo che Lucinda le stava presentando come Jeremy Chatsworth. Lui chino' il capo. «Come sta, signora Chantry?» Oh, si, lei ricordava quel tono cortese, l'inchino perfetto. Le stava tendendo la mano, sicuro che lei avrebbe fatto altrettanto. E Amy lo fece. Non aveva scelta. Non lì. Non in quel momento. Allungò la mano. Le sue dita si stringevano intorno al foglietto che lui le fece scivolare nel palmo. «Signor Chatsworth» lo salutò algida, e capì che non si era tradita. E che lui non l'avrebbe smascherata. Farlo avrebbe significato denunciare se stesso. Le avrebbe chiesto un incontro privato, ne era certa. Era stato sempre molto bravo a organizzare incontri privati. Lasciò ricadere la mano e aspetto'. Riuscì perfino ad accennare un sorriso a Lucinda mentre le si sedeva accanto. «Non è affascinante?» le sussurro' mentre Chatsworth parlava con la contessa sotto lo sguardo freddo di lady Nettlebed. «Non è l'uomo più elegante che abbia mai visto?» «Per la verità, considero suo zio molto più elegante.» «Cosa! Lo zio Marc!» Lucinda sgrano' gli occhi, guardando verso il campo. «Ha uno strano concetto di eleganza. E, se non bastasse, Jeremy è molto più divertente.» «Sono sicura che ne sia convinta.» Lucinda aggrotto' la fronte. «È sicura di sentirsi bene?» «Se devo essere sincera, no. Dev'essere il caldo.» Le si stava aprendo una via di fuga. «Rientro in casa. Stare sdraiata con un panno fresco sulla fronte mi farà bene.» Voltandosi, si incammino' verso casa, vagamente stupita di riuscire a muoversi quando si sentiva i muscoli di pietra. Si chiese se Hawkridge l'avesse vista andarsene. Questo pensiero le inceppo' il passo. Si girò a guardare. Tutti sembravano stranamente piccoli e distanti. Quasi... sfocati. Ma riusciva a vedere Hawkridge molto chiaramente. Qualcosa le strazio' il cuore. Forse era l'ultimo filo di speranza che si spezzava. Era assurdo, ma non poteva fare a meno di pensare con rimpianto a quello che sarebbe potuto essere. Se la magia di quella giornata fosse stata reale. Se fosse stato Marc l'uomo che aveva incontrato due anni prima. Se tra loro non ci fosse stato un tale abisso sociale. Se... Amy scosse la testa, cacciò i rimpianti e, vedendo che nessuno l'aveva notata, sparì nel boschetto. Il biglietto diceva di raggiungerlo in spiaggia dopo dieci minuti. Ebbene, avrebbe dovuto aspettarla, pensò Amy mentre scendeva i gradini che partivano dal cancello degli Ingham. Non avrebbe percorso il sentiero che portava alla spiaggia da Hawkridge Manor per nessun motivo al mondo. Le scale almeno avevano una ringhiera cui aggrapparsi. Quando arrivò ai piedi della scogliera, guardò il mare che sussurrava a pochi metri da lei, nascondendo i suoi segreti sotto la scintillante superficie blu. Era già stata lì una volta, con la contessa, ed era rimasta incantata dalla selvaggia solitudine del luogo, dalle scogliere frastagliate, dalle formazioni rocciose che davano alla spiaggia l'aspetto di un altro mondo. Ora, il paesaggio deserto aveva un che di inquietante, anche nella luce dorata del tardo pomeriggio. Rimpianse di non aver detto a nessuno dove si stava recando. Se fosse successo qualcosa... Ormai era tardi. L'uomo che aveva conosciuto come James Chantry era appoggiato contro uno scoglio a pochi passi da lei e fissava l'orizzonte. Il cinico pensiero che si era messo in posa per farle ammirare il suo bel profilo ebbe un effetto sorprendentemente calmante sui suoi nervi. Amy inspiro' a fondo e fece qualche passo avanti. «Te la sei presa comoda» la salutò lui, voltandosi. Lei trattenne una risatina amara. Non si era certo aspettata preoccupate domande su come fosse sopravvissuta in quell'anno. «Non credevo che avresti lasciato Lucinda cosi presto, James.» Lui si strinse nelle spalle. «Meglio farle sospirare la mia compagnia.» Le sue labbra ebbero una smorfia sprezzante. «E gli altri erano anche troppo felice di vedermi partire.» «Non puoi biasimarli.» Lei lo osservò, studiando come era cambiato dall'ultima volta in cui lo aveva visto. «È il tuo vero nome? James Chantry? O è Jeremy Chatsworth?» La fissò. «Il primo. Siamo legalmente sposati. Ero qui a chiedermi se fosse un vantaggio o no.» «Ritieniti libero di divorziare quando vuoi.» sbotto' lei. Lui ebbe una breve risata. «Sei ancora così ingenua... Un divorzio richiede passi molto costosi, cara moglie, che si concludono con un Atto del Parlamento. Gente del nostro ceto non entra tutti i giorni nella Camera dei Lord a chiederne uno. E un annullamento si rivelerebbe molto imbarazzante per te. Dopo tutto, io ero perfettamente in grado di assolvere ai miei doveri coniugali. Sei tu che hai sempre trovato una scusa per sottrarti ai tuoi obblighi.» Amy alzò il mento. «Meritavo di meglio che una rapida capriola nel letto della tua amante, James.» «Non sapevi che Nan fosse la mia amante, allora.» «Non importa! Ne abbiamo già parlato tante volte. Mi trovasti da lavorare come cameriera in una casa dove cercavano domestici nubili. Che ti aspettavi? Che ti aprissi la porta e ti facessi entrare di nascosto la notte?» «Perché no? Non mi informasti della serratura rotta di quella finestra perché potessi svaligiare la casa?» chiese lui incurante. Lei si irrigidi' come se l'avesse schiaffeggiata. «Non fu intenzionale! Mi interrogasti, e fu prima che io scoprissi...» Si interruppe. Era inutile difendersi con lui. «Sei tu il responsabile di quei furti a Bristol? Hai introdotto la tua amica come cameriera in una di quelle casa perché ti facesse entrare e fingesse di essere stata legata come gli altri?» Gli domandò Amy. «Tu ti rifiutasti di cooperare, se ricordo bene. Che ingrata, dopo tutto quello che avevo fatto per te. Ma, si, i furti di Bristol sono stati opera mia. Avevo bisogno di soldi dopo che ho incontrato Lucinda.» «Così... sei stato tu a mandarmi il ritaglio, non Tweedy.» «Tweed? Cosa ti ha fatto pensare che fosse lui?» «Non importa. Perché me lo hai mandato?» «Ho pensato che il ritaglio potesse in qualche modo prepararti al momento in cui ti saresti trovata faccia a faccia con me.»
   
 
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