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Autore: hermy09    20/09/2021    1 recensioni
"Chloe io non so molto della vita, so solo che mi ritrovo a quasi 15 anni a sapere moltissime cose sulla morte, e alcune di quelle che bastano per sopravvivere. So che dovevo morire insieme a mia madre e a mia sorella, eppure sono qui e loro no, e spesso penso che non dovrebbe essere così. Una cosa però mi sento di potertela dire. La vita che hai protegila finché puoi, anche se non ti interessa. Se non per te stessa fallo almeno per chi ti vuole bene".
Crono è stato sconfitto e per il campo è l'inizio di un cambiamento. Molti semidei stanno arrivando e gli altri ragazzi del campo dovranno rapportarsi per la prima volta con i figli degli dei minori. Proprio tra loro Nico, costretto dal padre a tornare al campo, potrebbe trovare qualcuno per cui restare.
Genere: Avventura, Introspettivo, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Slash, FemSlash | Personaggi: Connor Stoll, Nico di Angelo, Nuovo personaggio
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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(NICO)

Nico non poteva dire di essere uno di quei ragazzi che odiava la scuola, ma nemmeno che la amasse. Quando frequentava la scuola militare da bambino prendeva ottimi voti, ma preferiva molto di più distrarsi durante le lezioni. I suoi interessi erano altro, tipo mito-magia, e molte volte le figure delle sue carte avevano preso vita nella sua mente di bambino. Ma nemmeno nella sua più stramba immaginazione avrebbe immaginato di camminare verso una lezione di greco antico con un figlio di Ermes, mentre guardava dei satiri sdraiati al sole vicino a dei campi di fragole.

"Sinceramente credo che queste lezioni tradiscano molto l'atmosfera da "campo estivo" di questo luogo. Non trovo per nulla giusto che siano obbligatorie. Tu che ne pensi?".
Nico interruppe il suo flusso di pensieri e rispose a Connor.
"In realtà non ne ho mai fatta una ma penso che sarò bravo".
"Modesto il ragazzo" disse Connor sorridendo.
"Ricordi la prima sera che hai dormito qua? ". Forse Connor si riferiva alla sera di molti anni fa. Non aveva mai ripensato davvero a quei primi giorni al campo, dopo ciò che era successo a Bianca.... Non erano poi molto importanti quei pochi giorni passati in un luogo in cui per la prima volta non conosceva nessuno. Già si sentiva molto disorientato da quella nuova vita, e distaccato dagli altri lì.
"Non molto in realtà".
"Fai sul serio?? Ti hanno dato un letto vicino al mio e praticamente siamo rimasti svegli tutta la notte. Ho provato a confonderti un po' le idee sugli dei, ma ne sapevi già un sacco...".
Sempre merito di mito-magia, Nico un po' si pentiva di aver bruciato le carte. Avrebbe anche potuto fare qualcosa di meno drammatico... Tipo seppellirle.

"Beh io ancora me lo ricordo che non chiudevate il becco".
Il ragazzo che aveva conosciuto l'altra sera al falò li incrociò per strada.
"E tu da dove spunti Josh?".
"Vado a lezione?"
"E vieni dalle fucine di prima mattina?" in effetti per la direzione da cui era arrivato Josh poteva essere stato la.
"Questi non sono fatti tuoi". Disse come se tre secondi fa non si fosse intromesso nel loro discorso.
Il trio era quasi arrivato all'anfiteatro.
"Comunque non ha molto senso che tu fossi con noi, era inverno, non ti si vede spesso in inverno qua".
"Ancora una volta non fatti tuoi".
"Che scorbutici stamattina, ti sei alzato con la faccia sbagliata?". Un'occhiataccia di Josh diede conferma a Connor che, infastidito, rinunciò alle chiacchiere.
"Quindi tu mi conoscevi?" .
"Mi ricordo di te. Ma non mi interessava fare amicizia" .
"Beh di certo adesso non è cambiato" pensò Nico, e ad un passo dall'anfiteatro buttò lì una frecciatina.
"Già anche a tuo padre sto antipatico" disse Nico. Al sentire quella frase si poteva giurare di aver visto le orecchie di Josh rizzarsi ma, come Nico aveva previsto, il figlio di Giano non continuò la discussione davanti a tutti. Erano arrivati a lezione.

(CHLOE)

Quando Chloe aveva chiesto silenziosamente dentro di se che qualcosa rendesse più interessante quelle lezioni di greco antico, non intendeva la presenza di Nico di Angelo anche lì. Cominciava a chiedersi se avesse fatto qualcosa per far arrabbiare la dea della fortuna tanto da levare ogni briciolo di buonasorte dal suo cammino. Molto probabilmente era solo che la sfortuna provenisse da se stessa, ma non le piaceva pensare di dar ragione a Drew che sostenitrice della teoria che le streghe avessero il malocchio (peccato per lei non sapere che in realtà le streghe lo fanno il malocchio, ad insopportabili figlie di Afrodite ad esempio).

Nico comunque parve non notarla all'inizio, era arrivato tardi con Connor e Josh. C'erano solo due posti davanti vuoti, ma Josh come d'abitudine si andò a sedere accanto a lei.
"E io che speravo ti fossi fatto nuovi amici" gli disse una volta che il ragazzo prese posto.
"Se mai sarò amico di gente così hai il permesso di fermarmi, vorrà dire che avrò perso definitivamente la testa" le rispose Josh.
"E poi se non mi aiuti rischio di restare per ripetizioni extra, ma a te non pesa vero?" le disse con un sorrisetto.
Per quanto si sforzasse il greco antico non entrava nella testa di Josh. Era un figlio di Giano, e Giano è un dio romano. Fin da piccolo era stato nella casa 11 non riconosciuto, ma una volta successo non era cambiato nulla. Il dio Giano esisteva sì, ma erano tutti di comune accordo che non potevano costruire una casa dedicata ad un dio romano, e Josh si era sistemato con i figli di Nemesi.
Il figlio del dio bifronte era sicuramente più bravo in latino, cosa in cui Chloe non era ferratissima, così ormai si davano una mano a vicenda. Ma il loro rapporto si limitava a questo, qualunque conversazione con Josh faceva venire a Chloe il mal di testa, erano davvero troppo diversi, due modi opposti di affrontare la vita.

La lezione ebbe iniziò ufficialmente quando una ragazza dai riccioli biondi si schiarì la voce. "Beh è ora di cominciare, spero ci siano tutti" . La ragazza era una figlia di Atena e forse, Chloe non ne era sicura, si chiamava Anna.
Come era solita fare prima di iniziare a spiegare qualcosa di nuovo riprese la lezione precedente. Alla fine disse di volere che qualcuno venisse alla lavagna che aveva fatto trasportare apposta per quella lezione.
"Volontari?" chiese. Ma la sua voce fu l'unico suono che si sentì da li ad un minuto. Con un po' meno spirito decise di chiamar lei qualcuno.
Chloe sentì la puzza di sfiga.
"Non me, non me", cominciò a pensare.
"Chloe puoi venire qua accanto alla lavagna?".
La dea della fortuna non c'entrava nulla, doveva per forza essersi scomodata Nemesi in persona per rendere tutto ciò possibile.
"Sì...". Chloe avrebbe voluto un sacco evitare quel contatto visivo ma non resistette a ricambiare lo sguardo una volta che la testolina di capelli neri di Nico si era voltata verso di lei.
Si alzò dal suo posto, e nonostante anche gli altri la stessero guardando, la consapevolezza che ora Nico la osservasse la pesava molto di più. Quel ragazzo pareva essere sempre nel suo mondo, non poteva semplicemente restarci e ignorarla?

Chloe si concentrò e riuscì a tradurre la parte della versione di Greco antico come meglio poteva.

La figlia di Atena si rivolse alla "classe"
"È corretto?".
La mano di suo fratello Malcom si alzò subito come sempre.
"In realtà vorrei lasciare spazio ai nuovi... ".
Oh no
"... Nico, ci proveresti tu?".
Il ragazzo tolse la testa dalle braccia che prima teneva sul banco e si appoggiò allo schienale della sedia.
"Okay Annabeth..." . Ah, allora si chiamava così in realtà.
Nico rifflettè un attimo e poi disse:
"C'è un errore".
"Come dici?".
"Là, dopo la virgola" Nico spiegò come andava tradotta la frase.
Era davvero una sottigliezza, un errore così facile da fare che poteva anche non essere notato e sembrare giusto.
"Beh sembra che potrebbe esserci una contesa per il posto di più bravo della classe".
Okay che Annabeth voleva essere simpatica ma Chloe non lo trovò divertente. Il greco antico era la sua prima lingua, e quelle lezioni le davano un mucchio di soddisfazioni.

Così come lo era l'errore nella sua frase, fu davvero qualcosa di impercettibile ma mentre andava a sedersi a Chloe parve che per una frazione di secondo Nico avesse sorriso.

(NICO)

"E dai più entusiasmo!" gli disse Connor dandogli una pacca sulla spalla.
Dalla fine della lezione non era passata nemmeno mezz'ora e già andavano al campo di tiro con l'arco.
"Che posso farci, questi orari mi fanno a pezzi!" rispose il figlio di Ade.
"Gli altri giorni hai poltrito ma che ti credi, siamo in piena estate! Le cabine sono al completo, le giornate piene e il divertimento raddoppiato".
"Sono abbastanza sicuro che tu sia più emozionato perchè anche le opportunità di fare scherzi sono raddoppiate".
Travis era arrivato dando un colpetto alla testa di suo fratello. Era vero che i due figli di Hermes si somigliavano, ma oramai Travis era sicuramente molto più alto di Connor, notò Nico.

Ad attenderli al campo di tiro con l'arco trovarono, oltre ovviamente alla cabina di Apollo, Chirone. Il centauro voleva "controllare che tutto andasse per il meglio".

Ma con Nico poteva andare tutto per il meglio? Evidentemente no.
Sospettava che il tiro con l'arco non fosse il suo forte ma non fino a quel punto.
Dopo mezz'ora di allenamento si ritrovó sconfitto davanti alle frecce conficcate ovunque a terra tranne che sul bersaglio. (E dire che Will Solace aveva anche provato ad aiutarlo).

Connor gli si avvicinò.
"Ooh, e dire che avevi iniziato con un successo la giornata".
Nico sorrise, ma più per il ricordo di Chloe indispettita che per la battuta del figlio di Hermes.

Senza che Nico se ne accorgesse Chirone si era avvicinato "Fortuna che in compenso sei un bravo spadaccino! Non ti abbattere troppo". Il centauro sorrise cordialmente.

Ma che avevano tutti? Avevano formato l'associazione di supporto per Nico?
"Incluso tra le regole: trattare con delicatezza".
Okay forse in passato si era comportato in modo un po' sbandato, ma ora... stava bene(?).

"Ohi ma se ci facessimo un giro?". chiese Connor illuminandosi in viso tutto di un colpo, e poteva significare solo una cosa.
Sembrare coinvolto negli scherzi del più giovane fratello Stoll rischiando la vendetta di altri semidei?
"No grazie passo, meglio che sistemi il disordine che ho combinato".
Connor buttò giù le braccia che prima aveva portato su con fare goffo.
"Come vuoi...". E Connor si allontanò.

(EVIE)

Quando vide la quinta freccia posizionarsi nel cerchio rosso del suo bersaglio Evie sentì una scarica attraversarle la schiena e sprigionarsi fino alla punta delle dita che tendevano l'arco.
La figlia di Eris avrebbe negato fino alla morte che lo stesse facendo per attirare l'attenzione, ( soprattutto di qualcuno in particolare...), ma in realtà l'unica cosa superiore a quella sensazione erano gli sguardi stupefatti degli altri semidei

"Caspita però!" disse una ragazza della casa di Apollo.
Evie forse era ancora piccola e non particolarmente dotata di chissà quale forza, ma questo non significava non avere assi nella manica. Aveva scoperto di avere un'ottima mira, e dopo il consiglio di Sherman Yang.
In realtà trovava l'arco abbastanza noioso come arma, ma per ora andava bene così.

"Tsk". Una figlia di Ares sembrava sbeffeggiarla.
E dire che si era messa li accanto proprio perchè era il posto più vicino alla cabina 5.
Evie infatti approfittò di quel momento per girarsi e vedere che Sherman era li che la guardava con espressione neutrale.
"Hai qualcosa da dirmi?" Evie si rivolse alla ragazza che aveva sentito prima.
"No. Indifferente".
Si illudeva se credeva che cercasse la sua approvazione ma non ebbe occasione di dirglielo.
"Aaah". Si sentì da poco distante. Una figlia di Afrodite aveva fatto un salto all'indietro perché la sua freccia era... esplosa?
"Scusami, scusami... Sono ancora in fase di prova". Un figlio di Efesto era subito arrivato in soccorso con un panno per rimuovere la cenere.

Che esagerazione, pensò Evie guardando la ragazza dai tratti asiatici che sgridava i figli di Efesto, quando era lei che invece aveva preso la freccia dalla faretra sbagliata.

Evie notò però che Sherman guardava la scena con un'espressione che Evie non non riusciva o non volle comprendere...

(NICO)

Connor aveva ben detto, era Agosto, in piena estate, un grande periodo di stress seguito da una guerra si era concluso e tutti avevano voglia di fare e divertirsi, ma non Nico.

Maledisse silenziosamente suo padre per quello stupido ordine. Se non altro mancavano poco meno di un mese alla fine dell'estate, il 22 Settembre, poteva farcela.

Con tutto quello che era accaduto nell'ultimo anno l'unica cosa di cui Nico sentiva il bisogno era una profonda dormita quasi perenne.
E invece eccolo lì che provava (inutilmente) a sottrarsi a Percy e Connor che volevano a tutti i costi fargli scalare quello stupidissimo muro di pietra.

Se non altro più tardi potè esentarsi dal giocare a pallavolo, a causa delle sue vertigini era stato sul punto di vomitare più volte.

Si mise seduto su una panchina mentre i figli di Ermes si sfidavano contro i figli di Apollo.
Quando poco dopo sentì chi venne a disturbarlo non ne fu sorpreso.

"Ehi rivale" Chloe lo guardava con i pugni sui fianchi.
"E adesso a cosa devo questo appellativo?" rispose Nico.
Chloe si sedette a cavalcioni sulla panchina.
"Beh mi hai rubato la scena oggi a lezione".
Nico fece un ghigno ma subito si giustificò "Beh non era mia intenzione, Annabeth mi ha chiamato...".
"Ah! Allora avevo visto bene!".
"Visto cosa?" .
"Avevi quella stessa stupida espressione oggi, te la stavi ridendo più di quel che si vedesse!".
Sgamato
"Com'è che sei seduta allora? La tua vena competitiva non ti spinge a schiacciare la palla addosso a qualcuno?" la stuzzicò Nico.
Chloe portò il naso all'insù.
"Sono qua per fare compagnia a mia sorella Lou, è con la cabina 7" fece un cenno verso il campo.
"Gli sport non sono nel mio stile" assottigliò lo sguardo "E immagino neanche per te".
Nico ebbe l'impulso di guardarsi, aveva i suoi classici vestiti neri.
"Pure Chloe in fondo lo trovava così stereotipato?..". Ma alzando lo sguardo vide che ora Chloe stava sorridendo serena (Aveva gli occhi abbastanza grandi ora che la osservava).
"Beh dopo la grande entrata con tanto di esercito dell'inferi durante la guerra devo attenermi al personaggio no?". Nico rispose in modo sarcastico però non considerò che quella scena Chloe l'aveva vista dall'altra parte del campo di battaglia.  Per l'esercito di Crono non doveva essere stato uno spettacolo rassicurante.
Infatti Chloe invece di rispondere ebbe un piccolo sussulto. Nico capì alla svelta e si affrettò a cambiar discorso.
"Anche se forse in realtà dovrei fare l'opposto, hanno tutti preso la cosa che sono figlio del dio dei morti troppo alla lettera".
"Che intendi?" chiese Chloe.
"Hai mai dato un'occhiata alla mia cabina?".
Chloe alzò gli occhi mentre rifletteva "Beh è... Singolare".
"Dell'esterno mi ero in parte occupato io. È l'interno il vero problema. Hanno scelto il nero o il legno scuro per OGNI mobile".
"Beh mancavano un po' di idee mi sa".
"No le idee le avevano eccome, hanno cercato di camuffarlo con un materasso leggermente più grande ma cambiando le lenzuola l'ho visto... La struttura del letto è a forma di cassa da vampiro".
La ragazza si mise a ridere tendendo il corpo all'indietro ma continuano a reggersi con le mani sulla panca, e Nico notò che in questo modo non aveva coperto la bocca con le mani.
(Certo forse la reazione più comune sarebbe stata una faccia un po' scioccata ma Chloe, come lui, non era una persona comune)

"Quando abbassa la guardia è..." pensò Nico "...diversa", anche se sentiva gli mancasse in quel momento il giusto termine.

"Ci hanno provato anche con noi sai? Il progetto iniziale proposto da una figlia di Atena sembrava una casa stregata, avresti dovuto vedere che faccia quando abbiamo scelto di fare la facciata bianca".
Era vero, la cabina di Ecate ricordava un tempio molto elegante e classico, ma le scritte in greco antico in nero e le varie decorazioni la rendevano eclettica.

"Io non so chi ci abbia messo mano sulla mia, ma ho sospetto su Connor, anche se non lo ammetterà mai" disse Nico.
Chloe si girò verso Connor che giocava con gli altri nel campo.
"Sì sembra capace di avere un'idea tanto sciocca".
Chloe tornò a guardare Nico.
"Siete molto amici vero?" .
"Ci conosciamo da molto tempo più che altro" forse suonava un po' rigido "Tu hai avuto modo di conoscerlo?".
"Non andiamo sempre d'accordo ma ho scoperto un cosa. Sapevi che Ecate ed Ermes sono sposati?".
"No in realtà..." . Voleva intendere che le piacesse Connor?
"Beh Connor è il fratello minore di Travis, quindi vuol dire che i loro genitori si sono frequentati un po' più a lungo di quanto gli dei facciano di solito con i mortali". A Nico venne subito in mente Ade. "Capita, anche mio padre era rimasto con mia madre per tanto tempo, sua moglie doveva essere sull'orlo di una crisi".
"Esattamente. Abbiamo immaginato che ad Ecate avesse dato molto fastidio, perchè io sono nata esattamente un giorno dopo di Connor".
"Non capisco...".
Chloe alzò gli occhi al cielo.
"Le dee possono decidere quando partorire, non devono aspettare 9 mesi se non vogliono. Ecate avrà avuto una storia con qualcuno per ripicca nei confronti del marito e una volta rimasta incinta avrà coordinato la mia nascita con quella di Connnor".
"Ma se voleva fare così perchè non farti nascere lo stesso giorno?".
"Tempistiche, Connor dice di essere nato intorno alle undici e mezza di notte, quando sono nata io era ormai passata la mezzanotte, Hermes è il dio messaggero, quindi la notizia che sua moglie avesse partorito gli sarà arrivata in fretta, guastandogli un po' il momento con la sua "altra famiglia".
Per quanto fosse intricato, sembrava proprio il piano di una dea vendicativa.
"Ovviamente peró sono solo congetture. Io la prendo come una fantasia divertente ma Connor... Eccolo".
"Nico, Nico..." Connor fece una corsetta verso di loro.
"Ci serve un centrale, non puoi proprio?".
"Ti fischiavano le orecchie Connor?" gli chiese Chloe.
"Stavo giusto raccontando a Nico la questione dei compleanni".
"Oh intendi la storia di come ho permesso la tua esistenza... E non fare quella faccia! Devi ringraziare me se sei nata".
"Beh potevi risparmiarti il favore! E poi ti ricordo che poteva finire molto peggio".
"Ti ripeto che Hermes non lascerebbe mai che un fulmine mi colpisse in testa".
"Ecate non lancia mica fulmini sai?".
Certo che a vederli uno vicino all'altro... Si somigliavano anche, era abbastanza bizzarro.
"Comunque, non sono qua per questo, perciò Nico che dici?" .
Nico sospirò ormai pronto ad arrendersi e ad alzarsi ma Connor fece un'espressione sconfortata e lo rassicurò.
"No lascia stare, mi hai già detto che sei stanco". E si allontanò senza lasciare a Nico la possibilità di rispondere.
Era accaduto di nuovo... Non gli piaceva questo doppio standard. O le persone erano terrorizzate da lui o rammaricate.
Non si accorse di essere nei suoi pensieri finché non parlò Chloe.

"Ma dai, se l'è bevuta subito" .
Nico la guardò confuso.
"Non vuoi giocare perchè scommetto che con tutti i viaggi nell'ombra che fai le tue braccine colpite dalla palla svanirebbero in una nuvoletta di fumo".
Nico aggrottò le sopracciglia ma non era davvero arrabbiato.

Parlare con Chloe forse non era sempre facilissimo, ma almeno lo faceva sentire una persona vera. Non si tratteneva continuamente, lo trattava in modo spontaneo bene o peggio che fosse.

Mentre guardavano Connor prendere la rincorsa, e saltare  per schiacciare una palla che sicuramente sarebbe andata a segno, pensava a questo. Stettero in silenzio, senza il bisogno di parlarsi.

   
 
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